Archivio per l'etichetta ‘POESIA MEDIEVALE’

J. W. Waterhouse
Una donna che in tempi considerati molto bui per il sesso femminile
ha saputo farsi apprezzare per le sue poesie
ed è considerata la prima poetessa in lingua italiana.

COMPIUTA DONZELLA
– POETESSA DEL MEDIOEVO –
a cura di Tony Kospan

Una donna del Medioevo ed in particolare una poetessa, Compiuta Donzella, di cui si sa poco… se non per alcuni giudizi espressi su di lei in prosa e poesia… ma che possiamo considerare quasi certamente la prima poetessa in lingua italiana (all’epoca si diceva “in volgare” essendo la lingua colta ancora il latino).

Quel che qui leggeremo, la sua storia, i giudizi su di lei e 2 suoi sonetti, ci aprono una finestra sia sulla sua persona che sulla poesia nel Medioevo.

Mentre leggiamo, se ci va, ascoltiamo questa musica.


Marie Spartali Stillman
COMPIUTA DONZELLA
LA SUA STORIA E QUEL CHE DI LEI HANNO SCRITTO
Resta un enigma storico Compiuta Donzella, il nome, o lo pseudonimo, sotto cui si cela una “rimatrice” fiorentina del Duecento.
Si tratta quasi certamente della prima donna che compone poesie in italiano.
Ci sono pervenuti soltanto tre suoi sonetti di gusto trobadorico e giullaresco, due dei quali dallo stile non lontano da quello del Petrarca.
Data l’assenza di altri riscontri letterari o biografici, sulla Compiuta (nome, all’epoca abbastanza comune a Firenze) sono fiorite le più svariate ipotesi… spesso di fantasia.
Ecco come Guittone d’Arezzo la definisce in questo che appare un esagerato panegirico delle sue virtù.
“Soprapiacente donna, di tutto compiuto savere, di pregio coronata, degna mia Donna Compiuta, Guitton, vero devotissimo fedel vostro, de quanto el vale e po’, umilmente se medesmo raccomanda voi. “.
Ma quel che possiamo evincere, con certezza, da queste espressioni scritte in un’epoca come quella medievale in cui molto raramente alle donne era concesso dedicarsi alla letteratura, è che Compiuta fu certamente una poetessa dotata d’indubbie qualità artistiche.
A conferma di ciò ci sono anche due sonetti di un autore anonimo suo contemporaneo, che allude alla fama di Compiuta come autrice di poesie e che in un verso così la esalta: “che di trobare avete dominanza”.
Il “trobar” fa riferimento ai “trobadours”, poeti e musicisti provenzali in gran voga all’epoca.

Ecco il sonetto in questione… dedicato a lei…
Gentil donzella somma ed insegnata,
poi c’ag[g]io inteso di voi tant’ or[r]anza,
che non credo che Morgana la fata
né la Donna de[l] Lago né Gostanza
né fosse alcuna come voi presc[i]ata;
e di trobare avete nominanza
(ond’eo mi faccio un po[ca] di mirata
c’avete di saver tant’abondanza):
però, se no sdegnaste lo meo dire,
vor[r]ia venire a voi, poi non sia sag[g]io,
a ciò che ‘n tutto mi poria chiarire
di ciò ch’eo dotto ne lo mio corag[g]io;
e so che molto mi poria ‘nantire
aver contia del vostro segnorag[g]io.
Perc’ogni gioia ch’è rara è graziosa,
mi son tardato, Compiuta Donzella,
d’avere scritto a la vostra risposa
la qual faceste a me fresca e novella.
E ben si testimonia, per la losa
che di me usaste, che voi siete quella
in cui altezza e gran valor riposa:
cotal a[l]bor mostr’ alto sua fior bella.
Sua fiore bella e d’amare lo frutto
mostra ‘n altezza com’è d’alto stato:
però in gioia ab[b]o vostro detto tutto,
e pregovi che mi sia perdonato
s’io m’invitai laove sone al postutto
ch’io non son degno d’esser presentato.

LE SUE POESIE
Ma ora avviciniamoci al suo cuore… leggendo 2 suoi sonetti di contenuti… opposti!
Nel primo sembra disdegnare ogni contaminazione con l’amore umano, desiderando dedicarsi solo a quello divino,
ma poi nel secondo svela invece l’aprirsi del suo cuore, in modo pieno, verso un uomo.

I SONETTO
LASCIAR VORRIA LO MONDO E DIO SERVIRE
Lasciar vor[r]ia lo mondo e Dio servire
e dipartirmi d’ogne vanitate,
però che veg[g]io crescere e salire
mat[t]ezza e villania e falsitate,
ed ancor senno e cortesia morire
e lo fin pregio e tutta la bontate:
ond’io marito non vor[r]ia né sire,
né stare al mondo, per mia volontate.
Membrandomi c’ogn’om di mal s’adorna,
di ciaschedun son forte disdegnosa,
e verso Dio la mia persona torna.
Lo padre mio mi fa stare pensosa,
ca di servire a Cristo mi distorna:
non saccio a cui mi vol dar per isposa.

II SONETTO
ORNATO DI GRAN PREGIO E DI VALENZA
Ornato di gran pregio e di valenza
e risplendente di loda adornata,
forte mi pregio più, poi v’è in plagenza
d’avermi in vostro core rimembrata
ed invitate a mia poca possenza
per acontarvi, s’eo sono insegnata,
come voi dite c’a[g]io gran sapienza;
ma certo non ne son [tanto] amantata.
Amantata non son como vor[r]ia
di gran vertute né di placimento;
ma, qual ch’i’ sia, ag[g]io buono volere
di servire con buona cortesia
a ciascun ch’ama sanza fallimento:
ché d’Amor sono e vogliolo ubidire.

.
.
Tony Kospan
F I N E
    



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Torniamo alla poesia Sufi con questa gemma
di una “moderna” poetessa di 1400 anni fa
che ci parla in modo sublime ma inconsueto
della grandezza del sentimento d’amore…
TI AMO DI 2 AMORI
– DELIZIOSA POESIA SUFI D’AMORE –
..
Rabi’a al-Adawiyya – (Bassora 713/717 – 801)
Rabi’a al-Adawiyya
è una grande poetessa e mistica medievale irachena,
nonché grande esponente del sufismo
inteso sia come pensiero che come poesia
ed addirittura ne viene considerata “la madre“.
Questo dimostra anche come nel sufismo non c’era
fin dall’inizio alcuna differenza tra i sessi
in quanto la spiritualità non è maschile né femminile
e ciò ci porta ad una incredibile considerazione
e cioè che le donne dell’epoca, pur nell’ambito islamico,
godevano di grande considerazione e libertà.
Attar fu un suo grande ammiratore e su di lei scrisse
“Storie e detti di Rabi‘a”.
.
Per comprender la forza e l’indipendenza del suo pensiero
ecco un significativo botta e risposta così come ci è stato tramandato:
,
,
“Donde sei venuta?”
“Dall’altro mondo”.
“E dove sei diretta?”
“All’altro mondo”.
“E cosa fai in questo mondo?”
“Me ne prendo gioco.
Mangio del suo pane
e compio l’opera dell’altro mondo”
,
,
Ma veniamo alla poesia i cui simboli stavolta appaiono
(a mio parere) di non difficile interpretazione:
Il primo amore appartiene alla sfera umana
ed il secondo supera i confini del tempo e dello spazio.
L’amore profondamente vissuto in queste 2 modalità
ci conduce verso l’Assoluto.
Leggiamola…
TI AMO DI 2 AMORI
Rabi’a al-Adawiyya
Ti amo di due amori,
uno di passione, uno a Te dovuto.
Nell’amore di passione
chiamo costantemente il Tuo nome e nessun altro.
Nell’amore a Te dovuto
ti togli il velo e lasci ch’io Ti veda.
Non merito lode per nessuno di questi amori.
Tu solo meriti lode per entrambi.
So bene che possono esserci interpretazioni diverse
come, ad esempio, sul tipo di amore di cui lei parla
(divino, umano, universale?).
Voi cosa ne pensate?
Ciao da Tony Kospan
STORIA.. RICORDI E ATMOSFERE DI UN TEMPO
.
.
.
.
.
.
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Se pensiamo che questa poesia è d’epoca medievale
ci accorgiamo, ahimè, di quanti passi indietro
si sono fatti nella comprensione (o tentativo di comprensione)
del mistero della vita umana
e di come il tutto venga rovinato dall’assurdo comportamento
di certi radicalismi e fondamentalismi religiosi e culturali.
.
.
LA VERITA’
– POESIA SUFI DEL XIII SEC. –
.
.
La poesia Sufi è una poesia mistica.
Una mistica che nasce nei secoli passati dall’Islam illuminato
ma che è, per tantissimi aspetti,
sovrapponibile alla mistica di molte altre religioni.
Direi, anzi, che è una mistica che va oltre… le religioni.
Leggiamo ora a questa poesia del sec. XIII-XIV
LA VERITA’
Yunus Hemre
La Verità è come un immenso oceano
e la Legge è come una nave fatta per lei.
Molti sono coloro che sono entrati nella nave
ma sono pure rimasti sulla riva…
Per quanto sia salda la struttura della nave
quando le onde la percuoteranno
la faranno a pezzi.
Tutto quanto cerchi valicando montagne,
frugando per terra,
in affannosi lunghi viaggi
è qui,
non nell’insensato peregrinare…
è in te
la moschea* ed il caravanserraglio**,
ma tu cammini a casaccio
(termini sostituibili con *luogo di culto e **luogo d’incontro tra persone)
Ciao da Tony Kospan

LA TUA PAGINA DI
CULTURA.. PSICHE E SOGNO
PER COLORARE LE TUE ORE…


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J. W. Waterhouse
Una donna che in tempi considerati molto bui per il sesso femminile
ha saputo farsi apprezzare per le sue poesie
ed è considerata la prima poetessa in lingua italiana.

COMPIUTA DONZELLA
– POETESSA DEL MEDIOEVO –
a cura di Tony Kospan

Una donna del Medioevo ed in particolare una poetessa, Compiuta Donzella, di cui si sa poco… se non per alcuni giudizi espressi su di lei in prosa e poesia… ma che possiamo considerare quasi certamente la prima poetessa in lingua italiana (all’epoca si diceva “in volgare” essendo la lingua colta ancora il latino).

Quel che qui leggeremo, la sua storia, i giudizi su di lei e 2 suoi sonetti, ci aprono una finestra sia sulla sua persona che sulla poesia nel Medioevo.

Mentre leggiamo, se ci va, ascoltiamo questa musica.


Marie Spartali Stillman
COMPIUTA DONZELLA
LA SUA STORIA E QUEL CHE DI LEI HANNO SCRITTO
Resta un enigma storico Compiuta Donzella, il nome, o lo pseudonimo, sotto cui si cela una “rimatrice” fiorentina del Duecento.
Si tratta quasi certamente della prima donna che compone poesie in italiano.
Ci sono pervenuti soltanto tre suoi sonetti di gusto trobadorico e giullaresco, due dei quali dallo stile non lontano da quello del Petrarca.
Data l’assenza di altri riscontri letterari o biografici, sulla Compiuta (nome, all’epoca abbastanza comune a Firenze) sono fiorite le più svariate ipotesi… spesso di fantasia.
Ecco come Guittone d’Arezzo la definisce in questo che appare un esagerato panegirico delle sue virtù.
“Soprapiacente donna, di tutto compiuto savere, di pregio coronata, degna mia Donna Compiuta, Guitton, vero devotissimo fedel vostro, de quanto el vale e po’, umilmente se medesmo raccomanda voi. “.
Ma quel che possiamo evincere, con certezza, da queste espressioni scritte in un’epoca come quella medievale in cui molto raramente alle donne era concesso dedicarsi alla letteratura, è che Compiuta fu certamente una poetessa dotata d’indubbie qualità artistiche.
A conferma di ciò ci sono anche due sonetti di un autore anonimo suo contemporaneo, che allude alla fama di Compiuta come autrice di poesie e che in un verso così la esalta: “che di trobare avete dominanza”.
Il “trobar” fa riferimento ai “trobadours”, poeti e musicisti provenzali in gran voga all’epoca.

Ecco il sonetto in questione… dedicato a lei…
Gentil donzella somma ed insegnata,
poi c’ag[g]io inteso di voi tant’ or[r]anza,
che non credo che Morgana la fata
né la Donna de[l] Lago né Gostanza
né fosse alcuna come voi presc[i]ata;
e di trobare avete nominanza
(ond’eo mi faccio un po[ca] di mirata
c’avete di saver tant’abondanza):
però, se no sdegnaste lo meo dire,
vor[r]ia venire a voi, poi non sia sag[g]io,
a ciò che ‘n tutto mi poria chiarire
di ciò ch’eo dotto ne lo mio corag[g]io;
e so che molto mi poria ‘nantire
aver contia del vostro segnorag[g]io.
Perc’ogni gioia ch’è rara è graziosa,
mi son tardato, Compiuta Donzella,
d’avere scritto a la vostra risposa
la qual faceste a me fresca e novella.
E ben si testimonia, per la losa
che di me usaste, che voi siete quella
in cui altezza e gran valor riposa:
cotal a[l]bor mostr’ alto sua fior bella.
Sua fiore bella e d’amare lo frutto
mostra ‘n altezza com’è d’alto stato:
però in gioia ab[b]o vostro detto tutto,
e pregovi che mi sia perdonato
s’io m’invitai laove sone al postutto
ch’io non son degno d’esser presentato.

LE SUE POESIE
Ma ora avviciniamoci al suo cuore… leggendo 2 suoi sonetti di contenuti… opposti!
Nel primo sembra disdegnare ogni contaminazione con l’amore umano, desiderando dedicarsi solo a quello divino,
ma poi nel secondo svela invece l’aprirsi del suo cuore, in modo pieno, verso un uomo.

I SONETTO
LASCIAR VORRIA LO MONDO E DIO SERVIRE
Lasciar vor[r]ia lo mondo e Dio servire
e dipartirmi d’ogne vanitate,
però che veg[g]io crescere e salire
mat[t]ezza e villania e falsitate,
ed ancor senno e cortesia morire
e lo fin pregio e tutta la bontate:
ond’io marito non vor[r]ia né sire,
né stare al mondo, per mia volontate.
Membrandomi c’ogn’om di mal s’adorna,
di ciaschedun son forte disdegnosa,
e verso Dio la mia persona torna.
Lo padre mio mi fa stare pensosa,
ca di servire a Cristo mi distorna:
non saccio a cui mi vol dar per isposa.

II SONETTO
ORNATO DI GRAN PREGIO E DI VALENZA
Ornato di gran pregio e di valenza
e risplendente di loda adornata,
forte mi pregio più, poi v’è in plagenza
d’avermi in vostro core rimembrata
ed invitate a mia poca possenza
per acontarvi, s’eo sono insegnata,
come voi dite c’a[g]io gran sapienza;
ma certo non ne son [tanto] amantata.
Amantata non son como vor[r]ia
di gran vertute né di placimento;
ma, qual ch’i’ sia, ag[g]io buono volere
di servire con buona cortesia
a ciascun ch’ama sanza fallimento:
ché d’Amor sono e vogliolo ubidire.

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Tony Kospan
F I N E
    



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Torniamo alla poesia Sufi con questa gemma
di una “moderna” poetessa di 1400 anni fa
che ci parla in modo sublime ma inconsueto
della grandezza del sentimento d’amore…
TI AMO DI 2 AMORI
– DELIZIOSA POESIA SUFI D’AMORE –
..
Rabi’a al-Adawiyya – (Bassora 713/717 – 801)
Rabi’a al-Adawiyya
è una grande poetessa e mistica medievale irachena,
nonché grande esponente del sufismo
inteso sia come pensiero che come poesia
ed addirittura ne viene considerata “la madre“.
Questo dimostra anche come nel sufismo non c’era
fin dall’inizio alcuna differenza tra i sessi
in quanto la spiritualità non è maschile né femminile
e ciò ci porta ad una incredibile considerazione
e cioè che le donne dell’epoca, pur nell’ambito islamico,
godevano di grande considerazione e libertà.
Attar fu un suo grande ammiratore e su di lei scrisse
“Storie e detti di Rabi‘a”.
.
Per comprender la forza e l’indipendenza del suo pensiero
ecco un significativo botta e risposta così come ci è stato tramandato:
,
,
“Donde sei venuta?”
“Dall’altro mondo”.
“E dove sei diretta?”
“All’altro mondo”.
“E cosa fai in questo mondo?”
“Me ne prendo gioco.
Mangio del suo pane
e compio l’opera dell’altro mondo”
,
,
Ma veniamo alla poesia i cui simboli stavolta appaiono
(a mio parere) di non difficile interpretazione:
Il primo amore appartiene alla sfera umana
ed il secondo supera i confini del tempo e dello spazio.
L’amore profondamente vissuto in queste 2 modalità
ci conduce verso l’Assoluto.
Leggiamola…
TI AMO DI 2 AMORI
Rabi’a al-Adawiyya
Ti amo di due amori,
uno di passione, uno a Te dovuto.
Nell’amore di passione
chiamo costantemente il Tuo nome e nessun altro.
Nell’amore a Te dovuto
ti togli il velo e lasci ch’io Ti veda.
Non merito lode per nessuno di questi amori.
Tu solo meriti lode per entrambi.
So bene che possono esserci interpretazioni diverse
come, ad esempio, sul tipo di amore di cui lei parla
(divino, umano, universale?).
Voi cosa ne pensate?
Ciao da Tony Kospan
STORIA.. RICORDI E ATMOSFERE DI UN TEMPO
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Nel vasto mondo della poesia un posto non secondario
ce l’ha la poesia dissacrante, controcorrente, originale, sorprendente
ed uno degli antesignani è l’autore di cui vado a parlarvi
soprattutto in relazione alla sua poesia più nota
per il suo sorridente anticonformismo.
UN POETA – UNA POESIA
CECCO ANGIOLIERI
a cura di Tony Kospan

Ecco la sua… autopresentazione…
“Tre cose solamente m’énno in grado
[…] cioè, la donna, la taverna e ‘l dado”…
Certo come presentazione non è delle più tranquille,
eppure così Cecco Angiolieri (1260-1311)
si descrive in uno dei suoi sonetti:
“tre cose soltanto mi piacciono: le donne, la taverna
(cioè, il vino) e il dado (cioè, il gioco)”.
John William Waterhouse – Decamerone
Nasce a Siena intorno al 1260.
Si conosce poco della sua vita, ma, da testimonianze dell’epoca, si sa di una vita sregolata e dissipata.
Nel 1281, ad esempio, fu multato tre volte per disturbo della quiete pubblica e nel 1291 fu implicato nel ferimento di un uomo.
Nel 1296 venne allontanato da Siena, per cause politiche. Nel 1302, per bisogno di soldi, fu costretto a vendere un suo podere.
Alla sua morte, avvenuta forse nel 1312, i cinque figli rinunciarono all’eredità perché gravata da troppi debiti.
I sonetti dell’Angiolieri sono circa 150 e sono eseguiti nella tipica tradizione goliardica della poesia giocosa.
E’ da considerare uno dei primi poeti in volgare ed è, sicuramente, uno tra i più amati dai giovani (ancora oggi) proprio per il suo il suo modo di vedere la vita in maniera così gaia e priva di alcun freno
Certo la sua vita fu del tutto fuori degli schemi dell’epoca… e la sua poesia nella sua massima originalità e vivacità è appunto espressione di ciò… anche se forse si divertiva anche ad esagerare un pochettino… e per questo è amata ancor oggi da coloro che desiderano visioni inconsuete della realtà.
Ma ora eccola… questa poesia che l’ha reso immortale… e che in molti abbiamo amato fin dai tempi scolastici per l’interno spirito ribelle e controcorrente ma anche simpaticamente guascone che aleggia in essa.
S’i’ fosse foco, arderei ‘l mondo
S’i’ fosse foco, arderei’ il mondo;
s’i’ fosse vento, lo tempestarei;
s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei;
s’i’ fosse Dio, mandereil en profondo;
s’i’ fosse papa, serei allor giocondo,
ché tutti ‘ cristiani embrigarei;
s’i’ fosse ‘mperator, sa’ che farei?
a tutti mozzarei lo capo a tondo.
S’i’ fosse morte, andarei da mio padre;
s’i’ fosse vita, fuggirei da lui:
similemente faria da mi’ madre.
S’i’ fosse Cecco com’i’ sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
le vecchie e laide lasserei altrui.
Per chi avesse difficoltà a comprendere il testo
ecco una traduzione in italiano moderno
Se fossi fuoco, brucerei il mondo;
se fossi vento, lo sconvolgerei con tempeste;
se fossi acqua, lo annegherei;
se fossi Dio, lo farei sprofondare.
Se fossi papa, allora sarei allegro,
perché potrei mettere nei guai tutti i cristiani;
se fossi imperatore, lo saprei fare proprio bene;
taglierei la testa di netto a tutti quanti.
Se fossi morte, andrei da mio padre;
se fossi vita, non rimarrei con lui;
lo stesso farei con mia madre.
Se fossi Cecco, come sono e sono sempre stato,
terrei le donne giovani e belle,
e lascerei quelle sporche e vecchie agli altri.
Ma ora, se vogliamo, possiamo anche ascoltarla,
in una splendida e musicale interpretazione del grande De André
grazie a questo video.
Tony Kospan
STORIA.. RICORDI E ATMOSFERE DI UN TEMPO
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J. W. Waterhouse
Una donna che in tempi considerati molto bui per il sesso femminile
ha saputo farsi apprezzare per le sue poesie
ed è considerata la prima poetessa in lingua italiana.

COMPIUTA DONZELLA
– POETESSA DEL MEDIOEVO –
a cura di Tony Kospan

Una donna del Medioevo ed in particolare una poetessa, Compiuta Donzella, di cui si sa poco… se non per alcuni giudizi espressi su di lei in prosa e poesia… ma che possiamo considerare quasi certamente la prima poetessa in lingua italiana (all’epoca si diceva “in volgare” essendo la lingua colta ancora il latino).

Quel che qui leggeremo, la sua storia, i giudizi su di lei e 2 suoi sonetti, ci aprono una finestra sia sulla sua persona che sulla poesia nel Medioevo.

Mentre leggiamo, se ci va, ascoltiamo questa musica.


Marie Spartali Stillman
COMPIUTA DONZELLA
LA SUA STORIA E QUEL CHE DI LEI HANNO SCRITTO
Resta un enigma storico Compiuta Donzella, il nome, o lo pseudonimo, sotto cui si cela una “rimatrice” fiorentina del Duecento.
Si tratta quasi certamente della prima donna che compone poesie in italiano.
Ci sono pervenuti soltanto tre suoi sonetti di gusto trobadorico e giullaresco, due dei quali dallo stile non lontano da quello del Petrarca.
Data l’assenza di altri riscontri letterari o biografici, sulla Compiuta (nome, all’epoca abbastanza comune a Firenze) sono fiorite le più svariate ipotesi… spesso di fantasia.
Ecco come Guittone d’Arezzo la definisce in questo che appare un esagerato panegirico delle sue virtù.
“Soprapiacente donna, di tutto compiuto savere, di pregio coronata, degna mia Donna Compiuta, Guitton, vero devotissimo fedel vostro, de quanto el vale e po’, umilmente se medesmo raccomanda voi. “.
Ma quel che possiamo evincere, con certezza, da queste espressioni scritte in un’epoca come quella medievale in cui molto raramente alle donne era concesso dedicarsi alla letteratura, è che Compiuta fu certamente una poetessa dotata d’indubbie qualità artistiche.
A conferma di ciò ci sono anche due sonetti di un autore anonimo suo contemporaneo, che allude alla fama di Compiuta come autrice di poesie e che in un verso così la esalta: “che di trobare avete dominanza”.
Il “trobar” fa riferimento ai “trobadours”, poeti e musicisti provenzali in gran voga all’epoca.

Ecco il sonetto in questione… dedicato a lei…
Gentil donzella somma ed insegnata,
poi c’ag[g]io inteso di voi tant’ or[r]anza,
che non credo che Morgana la fata
né la Donna de[l] Lago né Gostanza
né fosse alcuna come voi presc[i]ata;
e di trobare avete nominanza
(ond’eo mi faccio un po[ca] di mirata
c’avete di saver tant’abondanza):
però, se no sdegnaste lo meo dire,
vor[r]ia venire a voi, poi non sia sag[g]io,
a ciò che ‘n tutto mi poria chiarire
di ciò ch’eo dotto ne lo mio corag[g]io;
e so che molto mi poria ‘nantire
aver contia del vostro segnorag[g]io.
Perc’ogni gioia ch’è rara è graziosa,
mi son tardato, Compiuta Donzella,
d’avere scritto a la vostra risposa
la qual faceste a me fresca e novella.
E ben si testimonia, per la losa
che di me usaste, che voi siete quella
in cui altezza e gran valor riposa:
cotal a[l]bor mostr’ alto sua fior bella.
Sua fiore bella e d’amare lo frutto
mostra ‘n altezza com’è d’alto stato:
però in gioia ab[b]o vostro detto tutto,
e pregovi che mi sia perdonato
s’io m’invitai laove sone al postutto
ch’io non son degno d’esser presentato.

LE SUE POESIE
Ma ora avviciniamoci al suo cuore… leggendo 2 suoi sonetti di contenuti… opposti!
Nel primo sembra disdegnare ogni contaminazione con l’amore umano, desiderando dedicarsi solo a quello divino,
ma poi nel secondo svela invece l’aprirsi del suo cuore, in modo pieno, verso un uomo.

I SONETTO
LASCIAR VORRIA LO MONDO E DIO SERVIRE
Lasciar vor[r]ia lo mondo e Dio servire
e dipartirmi d’ogne vanitate,
però che veg[g]io crescere e salire
mat[t]ezza e villania e falsitate,
ed ancor senno e cortesia morire
e lo fin pregio e tutta la bontate:
ond’io marito non vor[r]ia né sire,
né stare al mondo, per mia volontate.
Membrandomi c’ogn’om di mal s’adorna,
di ciaschedun son forte disdegnosa,
e verso Dio la mia persona torna.
Lo padre mio mi fa stare pensosa,
ca di servire a Cristo mi distorna:
non saccio a cui mi vol dar per isposa.

II SONETTO
ORNATO DI GRAN PREGIO E DI VALENZA
Ornato di gran pregio e di valenza
e risplendente di loda adornata,
forte mi pregio più, poi v’è in plagenza
d’avermi in vostro core rimembrata
ed invitate a mia poca possenza
per acontarvi, s’eo sono insegnata,
come voi dite c’a[g]io gran sapienza;
ma certo non ne son [tanto] amantata.
Amantata non son como vor[r]ia
di gran vertute né di placimento;
ma, qual ch’i’ sia, ag[g]io buono volere
di servire con buona cortesia
a ciascun ch’ama sanza fallimento:
ché d’Amor sono e vogliolo ubidire.

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Torniamo alla poesia Sufi con questa gemma
di una “moderna” poetessa di 1400 anni fa
che ci parla in modo sublime ma inconsueto
della grandezza del sentimento d’amore…
TI AMO DI 2 AMORI
– DELIZIOSA POESIA SUFI D’AMORE –
..
Rabi’a al-Adawiyya – (Bassora 713/717 – 801)
Rabi’a al-Adawiyya
è una grande poetessa e mistica medievale irachena,
nonché grande esponente del sufismo
inteso sia come pensiero che come poesia
ed addirittura ne viene considerata “la madre“.
Questo dimostra anche come nel sufismo non c’era
fin dall’inizio alcuna differenza tra i sessi
in quanto la spiritualità non è maschile né femminile
e ciò ci porta ad una incredibile considerazione
e cioè che le donne dell’epoca, pur nell’ambito islamico,
godevano di grande considerazione e libertà.
Attar fu un suo grande ammiratore e su di lei scrisse
“Storie e detti di Rabi‘a”.
.
Per comprender la forza e l’indipendenza del suo pensiero
ecco un significativo botta e risposta così come ci è stato tramandato:
,
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“Donde sei venuta?”
“Dall’altro mondo”.
“E dove sei diretta?”
“All’altro mondo”.
“E cosa fai in questo mondo?”
“Me ne prendo gioco.
Mangio del suo pane
e compio l’opera dell’altro mondo”
,
,
Ma veniamo alla poesia i cui simboli stavolta appaiono
(a mio parere) di non difficile interpretazione:
Il primo amore appartiene alla sfera umana
ed il secondo supera i confini del tempo e dello spazio.
L’amore profondamente vissuto in queste 2 modalità
ci conduce verso l’Assoluto.
Leggiamola…
TI AMO DI 2 AMORI
Rabi’a al-Adawiyya
Ti amo di due amori,
uno di passione, uno a Te dovuto.
Nell’amore di passione
chiamo costantemente il Tuo nome e nessun altro.
Nell’amore a Te dovuto
ti togli il velo e lasci ch’io Ti veda.
Non merito lode per nessuno di questi amori.
Tu solo meriti lode per entrambi.
So bene che possono esserci interpretazioni diverse
come, ad esempio, sul tipo di amore di cui lei parla
(divino, umano, universale?).
Voi cosa ne pensate?
Ciao da Tony Kospan
STORIA.. RICORDI E ATMOSFERE DI UN TEMPO
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Torniamo alla poesia Sufi con questa gemma
di una “moderna” poetessa di 1400 anni fa
che ci parla in modo sublime ma inconsueto
della grandezza del sentimento d'amore…
TI AMO DI 2 AMORI
– DELIZIOSA POESIA SUFI D'AMORE –
..
Rabi'a al-Adawiyya – (Bassora 713/717 – 801)
Rabi'a al-Adawiyya
è una grande poetessa e mistica medievale irachena,
nonché grande esponente del sufismo
inteso sia come pensiero che come poesia
ed addirittura ne viene considerata “la madre“.
Questo dimostra anche come nel sufismo non c'era
fin dall'inizio alcuna differenza tra i sessi
in quanto la spiritualità non è maschile né femminile
e ciò ci porta ad una incredibile considerazione
e cioè che le donne dell'epoca, pur nell'ambito islamico,
godevano di grande considerazione e libertà.
Attar fu un suo grande ammiratore e su di lei scrisse
“Storie e detti di Rabi‘a”.
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Per comprender la forza e l'indipendenza del suo pensiero
ecco un significativo botta e risposta così come ci è stato tramandato:
,
,
“Donde sei venuta?”
“Dall’altro mondo”.
“E dove sei diretta?”
“All’altro mondo”.
“E cosa fai in questo mondo?”
“Me ne prendo gioco.
Mangio del suo pane
e compio l’opera dell’altro mondo”
,
,
Ma veniamo alla poesia i cui simboli stavolta appaiono
(a mio parere) di non difficile interpretazione:
Il primo amore appartiene alla sfera umana
ed il secondo supera i confini del tempo e dello spazio.
L'amore profondamente vissuto in queste 2 modalità
ci conduce verso l'Assoluto.
Leggiamola…
TI AMO DI 2 AMORI
Rabi'a al-Adawiyya
Ti amo di due amori,
uno di passione, uno a Te dovuto.
Nell’amore di passione
chiamo costantemente il Tuo nome e nessun altro.
Nell’amore a Te dovuto
ti togli il velo e lasci ch’io Ti veda.
Non merito lode per nessuno di questi amori.
Tu solo meriti lode per entrambi.
So bene che possono esserci interpretazioni diverse
come, ad esempio, sul tipo di amore di cui lei parla
(divino, umano, universale?).
Voi cosa ne pensate?
Ciao da Tony Kospan
STORIA.. RICORDI E ATMOSFERE DI UN TEMPO
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Se pensiamo che questa poesia è d’epoca medievale…
ci accorgiamo, ahimè, di quanti passi indietro
si sono fatti nella comprensione (o tentativo di comprensione)
del mistero della vita umana
e di come il tutto venga rovinato dall’assurdo comportamento
di certi radicalismi e fondamentalismi religiosi e culturali.
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LA VERITA’
– POESIA SUFI DEL XIII SEC. –
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La poesia Sufi è una poesia mistica.
Una mistica che nasce nei secoli passati dall’Islam illuminato
ma che è, per tantissimi aspetti,
sovrapponibile alla mistica di molte altre religioni.
Direi, anzi,che è una mistica che va oltre… le religioni.
Leggiamo ora a questa poesia del sec. XIII-XIV
LA VERITA’
Yunus Hemre
La Verità è come un immenso oceano
e la Legge è come una nave fatta per lei.
Molti sono coloro che sono entrati nella nave
ma sono pure rimasti sulla riva…
Per quanto sia salda la struttura della nave
quando le onde la percuoteranno
la faranno a pezzi.
Tutto quanto cerchi valicando montagne,
frugando per terra,
in affannosi lunghi viaggi
è qui,
non nell’insensato peregrinare…
è in te
la moschea* ed il caravanserraglio**,
ma tu cammini a casaccio
(termini sostituibili con *luogo di culto e **luogo d’incontro tra persone)
Ciao da Tony Kospan

LA TUA PAGINA DI
CULTURA.. PSICHE E SOGNO
PER COLORARE LE TUE ORE…


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