Archivio per l'etichetta ‘POESIA AMARA’
L’abbandono degli animali e soprattutto dei cani,
diventa drammatico e pericoloso ogni estate
ma in verità, seppur con numeri inferiori,
si verifica tutto l’anno.
CIò mi porta a parlare di questa poesia che
ritengo tra le più belle sul tema.
IL CANE ABBANDONATO… STUPENDA POESIA
A mio parere è davvero una bellissima, anche se triste poesia
che merita d’esser letta
in quanto ci fa vivere poeticamente e con parole semplici
il dramma dell’abbandono dal punto di vista di un cane.
L’autrice, con cui mi complimento, mostra un’ottima conoscenza
dei cani e dei loro affettuosi sentimenti,
che nell’abbandono vengono vilmente traditi.
Ma è giunto il momento di leggerla.
IL CANE ABBANDONATO
Maria Monti
Povero cane abbandonato
che vaghi per le strade senza meta
in cerca di qualcosa che non trovi
un osso, una cuccia, una carezza.
Al chiar di luna vedi lontano
un’ombra, le corri incontro
festoso, ma non è che un cane,
un povero cane randagio come te,
in cerca di quel che cerchi te:
un osso, una cuccia, una carezza
I tuoi nemici: il cacciatore
che ti abbandona quando sei vecchio
e stanco, la famiglia che ti lascia
per andare al mare, il vicino
di casa che odia il tuo abbaiare,
il bimbo stanco di giocare
con te, più non ti vuole
e la madre che dice,
aprendoti la porta: vattene via,
vai incontro al tuo destino!
Ella non sa, di togliere al bambino,
un amico fedele pronto per lui
a dar la vita stessa,
per un osso, una cuccia, una carezza.
Tony Kospan
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Questo breve, sublime e poetico passo di Gibran
è degno di grande considerazione ed interesse…
ed è per questo lo sottopongo alla vostra lettura…
In seguito però dirò il mio pensiero.
LA VITA E’ UN’ISOLA
Kahlil Gibran
La vita è un’isola in un oceano di solitudine:
le sue scogliere sono le speranze,
i suoi alberi sono i sogni,
i suoi fiori sono la vita solitaria,
i suoi ruscelli sono la sete.
La vostra vita, uomini,
miei simili,
è un’isola,
distaccata da ogni altra isola e regione.
Non importa quante siano le navi
che lasciano le vostre spiagge per altri climi,
non importa quante siano le flotte
che toccano le vostre coste: rimanete isole,
ognuna per proprio conto,
a soffrire le trafitture della solitudine
e sospirare la felicità.
Siete sconosciuti agli altri uomini
e lontani dalla loro comprensione
e partecipazione.
A mio modestissimo parere, Gibran,
di cui ammiro le tante bellissime poesie,
tra l’altro sovente di umore molto diverso,
è qui davvero esageratamente pessimista
e la prima affermazione
è già una tremenda sintesi.
La vita è un’isola in un oceano di solitudine
Sembra dunque che egli non veda nessun legame
tra le persone… se non i sogni.
In effetti, se è pur vero
che ciascuno di noi è un “unicum“,
tuttavia non possiamo non renderci conto
che gli altri “unicum“
che sono i nostri simili
hanno tantissimi punti in comune con noi
dai sensi, ai sentimenti, ai pensieri,
alla fisicità, alle emozioni… etc
Inoltre benché io non abbia affatto
il mito della Bellezza della Società Umana…
(anzi)tuttavia essa, pur barcollando spesso,
soprattutto riguardo ai principi morali
e sul rispetto della natura
comunque ha consentito
il progresso e l’evoluzione del pensiero.
Piero di Cosimo – Storie dell’umanità primitiva
Questo quindi,
nonostante tutte le dolorose situazioni
esistite, che esistono ed esisteranno nel mondo,
depone comunque, a mio parere,
in favore della constatazione della
fratellanza umana
(tuttavia sempre da ricercare e difendere)
anche per la semplice constatazione
dell’identico destino che ci accomuna tutti.
Diversa è invece la visione dell’uomo-isola
che ci dà nei suoi versi John Donne
(spesso da me proposti)
che pur partendo da una visione simile
giunge però poi sempre a conclusioni diverse
se non opposte.
.
.
.

Mi farebbe piacere conoscere il vostro pensiero…
Chi desiderasse legger l’opposta… visione
di John Donne…
nella poesia… NESSUN UOMO E’ UN’ISOLA
alla quale mi sento più vicino…
può cliccar qui giù 
Ciaoooooo da Orso Tony

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L’abbandono degli animali e soprattutto dei cani,
diventa drammatico e pericoloso ogni estate
ma in verità, seppur con numeri inferiori,
si verifica tutto l’anno.
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ritengo tra le più belle sul tema.
IL CANE ABBANDONATO… STUPENDA POESIA
A mio parere è davvero una bellissima, anche se triste poesia
che merita d’esser letta
in quanto ci fa vivere poeticamente e con parole semplici
il dramma dell’abbandono dal punto di vista di un cane.
L’autrice, con cui mi complimento, mostra un’ottima conoscenza
dei cani e dei loro affettuosi sentimenti,
che nell’abbandono vengono vilmente traditi.
Ma è giunto il momento di leggerla.
IL CANE ABBANDONATO
Maria Monti
Povero cane abbandonato
che vaghi per le strade senza meta
in cerca di qualcosa che non trovi
un osso, una cuccia, una carezza.
Al chiar di luna vedi lontano
un’ombra, le corri incontro
festoso, ma non è che un cane,
un povero cane randagio come te,
in cerca di quel che cerchi te:
un osso, una cuccia, una carezza
I tuoi nemici: il cacciatore
che ti abbandona quando sei vecchio
e stanco, la famiglia che ti lascia
per andare al mare, il vicino
di casa che odia il tuo abbaiare,
il bimbo stanco di giocare
con te, più non ti vuole
e la madre che dice,
aprendoti la porta: vattene via,
vai incontro al tuo destino!
Ella non sa, di togliere al bambino,
un amico fedele pronto per lui
a dar la vita stessa,
per un osso, una cuccia, una carezza.
Tony Kospan
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Questo breve, sublime e poetico passo di Gibran
è degno di grande considerazione ed interesse…
ed è per questo lo sottopongo alla vostra lettura…
In seguito però dirò il mio pensiero.
LA VITA E’ UN’ISOLA
Kahlil Gibran
La vita è un’isola in un oceano di solitudine:
le sue scogliere sono le speranze,
i suoi alberi sono i sogni,
i suoi fiori sono la vita solitaria,
i suoi ruscelli sono la sete.
La vostra vita, uomini,
miei simili,
è un’isola,
distaccata da ogni altra isola e regione.
Non importa quante siano le navi
che lasciano le vostre spiagge per altri climi,
non importa quante siano le flotte
che toccano le vostre coste: rimanete isole,
ognuna per proprio conto,
a soffrire le trafitture della solitudine
e sospirare la felicità.
Siete sconosciuti agli altri uomini
e lontani dalla loro comprensione
e partecipazione.
A mio modestissimo parere, Gibran,
di cui ammiro le tante bellissime poesie,
tra l’altro sovente di umore molto diverso,
è qui davvero esageratamente pessimista
e la prima affermazione
è già una tremenda sintesi.
La vita è un’isola in un oceano di solitudine
Sembra dunque che egli non veda nessun legame
tra le persone… se non i sogni.
In effetti, se è pur vero
che ciascuno di noi è un “unicum“,
tuttavia non possiamo non renderci conto
che gli altri “unicum“
che sono i nostri simili
hanno tantissimi punti in comune con noi
dai sensi, ai sentimenti, ai pensieri,
alla fisicità, alle emozioni… etc
Inoltre benché io non abbia affatto
il mito della Bellezza della Società Umana…
(anzi)tuttavia essa, pur barcollando spesso,
soprattutto riguardo ai principi morali
e sul rispetto della natura
comunque ha consentito
il progresso e l’evoluzione del pensiero.
Piero di Cosimo – Storie dell’umanità primitiva
Questo quindi,
nonostante tutte le dolorose situazioni
esistite, che esistono ed esisteranno nel mondo,
depone comunque, a mio parere,
in favore della constatazione della
fratellanza umana
(tuttavia sempre da ricercare e difendere)
anche per la semplice constatazione
dell’identico destino che ci accomuna tutti.
Diversa è invece la visione dell’uomo-isola
che ci dà nei suoi versi John Donne
(spesso da me proposti)
che pur partendo da una visione simile
giunge però poi sempre a conclusioni diverse
se non opposte.
.
.
.

Mi farebbe piacere conoscere il vostro pensiero…
Chi desiderasse legger l’opposta… visione
di John Donne…
nella poesia… NESSUN UOMO E’ UN’ISOLA
alla quale mi sento più vicino…
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Kahlil Gibran
La vita è un’isola in un oceano di solitudine:
le sue scogliere sono le speranze,
i suoi alberi sono i sogni,
i suoi fiori sono la vita solitaria,
i suoi ruscelli sono la sete.
La vostra vita, uomini,
miei simili,
è un’isola,
distaccata da ogni altra isola e regione.
Non importa quante siano le navi
che lasciano le vostre spiagge per altri climi,
non importa quante siano le flotte
che toccano le vostre coste: rimanete isole,
ognuna per proprio conto,
a soffrire le trafitture della solitudine
e sospirare la felicità.
Siete sconosciuti agli altri uomini
e lontani dalla loro comprensione
e partecipazione.
A mio modestissimo parere… Gibran,
di cui ammiro le tante bellissime poesie,
tra l’altro sovente di umore molto diverso,
è qui davvero esageratamente pessimista
e la prima affermazione
è già una tremenda sintesi.
La vita è un’isola in un oceano di solitudine
Sembra dunque che egli non veda nessun legame
tra uomo ed uomo… se non i sogni.
In effetti se è pur vero
che ciascuno di noi è un “unicum“
tuttavia non possiamo non renderci conto
che gli altri “unicum“…
che sono i nostri simili…
hanno tantissimi punti in comune con noi
dai sensi, ai sentimenti,ai pensieri,
alla fisicità,alle emozioni… etc…
Inoltre benché io non abbia affatto
il mito della Bellezza della Società Umana…
(anzi)tuttavia essa,pur barcollando spesso,
soprattutto riguardo ai principi morali
e sul rispetto della natura…
comunque ha consentito
il progresso e l’evoluzione del pensiero.
Piero di Cosimo – Storie dell’umanità primitiva
Questo quindi,
nonostante tutte le dolorose situazioni
esistite, che esistono ed esisteranno nel mondo,
depone comunque, a mio parere,
in favore della constatazione della
fratellanza umana…
(sempre da ricercare e difendere)
anche per la semplice constatazione
dell’identico destino che ci accomuna tutti.
Diversa è invece la visione dell’uomo-isola
che ci dà nei suoi versi John Donne
( spesso da me proposti)
che pur partendo da una visione simile
giunge però poi sempre a conclusioni diverse
se non opposte.
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Kahlil Gibran
La vita è un’isola in un oceano di solitudine:
le sue scogliere sono le speranze,
i suoi alberi sono i sogni,
i suoi fiori sono la vita solitaria,
i suoi ruscelli sono la sete.
La vostra vita, uomini,
miei simili,
è un’isola,
distaccata da ogni altra isola e regione.
Non importa quante siano le navi
che lasciano le vostre spiagge per altri climi,
non importa quante siano le flotte
che toccano le vostre coste: rimanete isole,
ognuna per proprio conto,
a soffrire le trafitture della solitudine
e sospirare la felicità.
Siete sconosciuti agli altri uomini
e lontani dalla loro comprensione
e partecipazione.
A mio modestissimo parere… Gibran…
di cui ammiro le tante bellissime poesie,
tra l'altro sovente di umore molto diverso,
è qui davvero esageratamente pessimista
e la prima affermazione
è già una tremenda sintesi.
La vita è un’isola in un oceano di solitudine
Sembra dunque che egli non veda nessun legame
tra uomo ed uomo… se non i sogni…
In effetti se è pur vero
che ciascuno di noi è un “unicum“
tuttavia non possiamo non renderci conto
che gli altri “unicum“…
che sono i nostri simili…
hanno tantissimi punti in comune con noi
dai sensi, ai sentimenti,ai pensieri,
alla fisicità,alle emozioni… etc…
Inoltre benché io non abbia affatto
il mito della Bellezza della Società Umana…
(anzi)tuttavia essa,pur barcollando spesso,
soprattutto riguardo ai principi morali
e sul rispetto della natura…
comunque ha consentito
il progresso e l’evoluzione del pensiero.
Piero di Cosimo – Storie dell'umanità primitiva
Questo quindi,
nonostante tutte le dolorose situazioni
esistite, che esistono ed esisteranno nel mondo,
depone comunque, a mio parere,
in favore della constatazione della
fratellanza umana…
(sempre da ricercare e difendere)
anche per la semplice constatazione
dell’identico destino che ci accomuna tutti.
Diversa è invece la visione dell'uomo-isola
che ci dà nei suoi versi John Donne
( spesso da me proposti)
che pur partendo da una visione simile
giunge però poi sempre a conclusioni diverse.
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UN MODO DIVERSO DI VIVER
LA POESIA E LA CULTURA
NELLA PAGINA FB


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è degno di grande considerazione ed interesse…
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LA VITA E' UN'ISOLA
Kahlil Gibran
La vita è un’isola in un oceano di solitudine:
le sue scogliere sono le speranze,
i suoi alberi sono i sogni,
i suoi fiori sono la vita solitaria,
i suoi ruscelli sono la sete.
La vostra vita, uomini,
miei simili,
è un’isola,
distaccata da ogni altra isola e regione.
Non importa quante siano le navi
che lasciano le vostre spiagge per altri climi,
non importa quante siano le flotte
che toccano le vostre coste: rimanete isole,
ognuna per proprio conto,
a soffrire le trafitture della solitudine
e sospirare la felicità.
Siete sconosciuti agli altri uomini
e lontani dalla loro comprensione
e partecipazione.
A mio modestissimo parere… Gibran…
di cui ammiro le tante bellissime poesie,
tra l'altro sovente di umore molto diverso,
è qui davvero esageratamente pessimista
e la prima affermazione
è già una tremenda sintesi…
La vita è un’isola in un oceano di solitudine
Sembra dunque che egli non veda nessun legame
tra uomo ed uomo… se non i sogni…
In effetti se è pur vero
che ciascuno di noi è un “unicum“
tuttavia non possiamo non renderci conto
che gli altri “unicum“…
che sono i nostri simili…
hanno tantissimi punti in comune con noi…
dai sensi… ai sentimenti… ai pensieri…
alla fisicità… alle emozioni… etc…
Inoltre benché io non abbia
il mito della Bellezza della Società Umana…
(anzi)tuttavia essa… pur barcollando spesso…
soprattutto sui principi morali…
e sul rispetto della natura…
comunque… ha consentito
il progresso e l’evoluzione del pensiero…
Piero di Cosimo – Storie dell'umanità primitiva
Questo quindi,
nonostante tutte le dolorose situazioni
esistite, che esistono ed esisteranno nel mondo,
depone comunque, a mio parere,
in favore della constatazione della
fratellanza umana…
(sempre da ricercare e difendere)
anche per la semplice constatazione
dell’identico destino che ci accomuna tutti.
Diversa è invece la visione dell'uomo-isola
che ci dà nei suoi versi John Donne
( spesso da me proposti)
che pur partendo da una visione simile
giunge però poi sempre a conclusioni diverse.
.
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John Donne…
nella poesia…
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LA POESIA… LA CULTURA…
IL LORO FANTASTICO MONDO…
E LE LORO SUBLIMI EMOZIONI…
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Questo breve, sublime e poetico passo di Gibran
è degno di grande considerazione ed interesse…
ed è per questo lo sottopongo alla vostra lettura…
In seguito però poi dirò il mio pensiero…
LA VITA E' UN'ISOLA
Kahlil Gibran
La vita è un’isola in un oceano di solitudine:
le sue scogliere sono le speranze,
i suoi alberi sono i sogni,
i suoi fiori sono la vita solitaria,
i suoi ruscelli sono la sete.
La vostra vita, uomini,
miei simili,
è un’isola,
distaccata da ogni altra isola e regione.
Non importa quante siano le navi
che lasciano le vostre spiagge per altri climi,
non importa quante siano le flotte
che toccano le vostre coste: rimanete isole,
ognuna per proprio conto,
a soffrire le trafitture della solitudine
e sospirare la felicità.
Siete sconosciuti agli altri uomini
e lontani dalla loro comprensione
e partecipazione.
A mio modestissimo parere… Gibran…
di cui ammiro le tante bellissime poesie,
tra l'altro sovente di umore molto diverso,
è qui davvero esageratamente pessimista
e la prima affermazione
è già una tremenda sintesi…
La vita è un’isola in un oceano di solitudine
Sembra dunque che egli non veda nessun legame
tra uomo ed uomo… se non i sogni…
In effetti se è pur vero
che ciascuno di noi è un “unicum“
tuttavia non possiamo non renderci conto
che gli altri “unicum“…
che sono i nostri simili…
hanno tantissimi punti in comune con noi…
dai sensi… ai sentimenti… ai pensieri…
alla fisicità… alle emozioni… etc…
Inoltre benché io non abbia
il mito della Bellezza della Società Umana…
(anzi)tuttavia essa… pur barcollando spesso…
soprattutto sui principi morali…
e sul rispetto della natura…
comunque…
ha consentito l’evoluzione del pensiero…
Piero di Cosimo – Storie dell'umanità primitiva
Questo quindi,
nonostante tutte le dolorose situazioni
esistite, che esistono ed esisteranno nel mondo,
depone comunque, a mio parere,
in favore della constatazione della
fratellanza umana…
(sempre da ricercare e difendere)
anche per la semplice constatazione
dell’identico destino che ci accomuna tutti.
Diversa è la visione dell'uomo-isola
che ci dà nei suoi versi John Donne
( spesso da me proposti)
che pur partendo da una visione simile
giunge però poi sempre a conclusioni diverse.
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LA PAGINA DI SOGNO DI FB?
PSICHE E SOGNO
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LA VITA E' UN'ISOLA
Kahlil Gibran
La vita è un’isola in un oceano di solitudine:
le sue scogliere sono le speranze,
i suoi alberi sono i sogni,
i suoi fiori sono la vita solitaria,
i suoi ruscelli sono la sete.
La vostra vita, uomini,
miei simili,
è un’isola,
distaccata da ogni altra isola e regione.
Non importa quante siano le navi
che lasciano le vostre spiagge per altri climi,
non importa quante siano le flotte
che toccano le vostre coste: rimanete isole,
ognuna per proprio conto,
a soffrire le trafitture della solitudine
e sospirare la felicità.
Siete sconosciuti agli altri uomini
e lontani dalla loro comprensione
e partecipazione.
A mio modestissimo parere… Gibran…
di cui ammiro le tante bellissime poesie,
tra l'altro sovente di umore molto diverso,
è qui davvero esageratamente pessimista
e la prima affermazione
è già una tremenda sintesi…
La vita è un’isola in un oceano di solitudine
Sembra dunque che egli non veda nessun legame
tra uomo ed uomo… se non i sogni…
In effetti se è pur vero
che ciascuno di noi è un “unicum“
tuttavia non possiamo non renderci conto
che gli altri “unicum“…
che sono i nostri simili…
hanno tantissimi punti in comune con noi…
dai sensi… ai sentimenti… ai pensieri…
alla fisicità… alle emozioni… etc…
Inoltre benché io non abbia
il mito della Bellezza della Società Umana…
(anzi)tuttavia essa… pur barcollando spesso…
soprattutto sui principi morali…
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ha consentito l’evoluzione del pensiero…
Piero di Cosimo – Storie dell'umanità primitiva
Questo quindi,
nonostante tutte le dolorose situazioni
esistite, che esistono ed esisteranno nel mondo,
depone comunque, a mio parere,
in favore della constatazione della
fratellanza umana…
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LA VITA E' UN'ISOLA
Kahlil Gibran
La vita è un’isola in un oceano di solitudine:
le sue scogliere sono le speranze,
i suoi alberi sono i sogni,
i suoi fiori sono la vita solitaria,
i suoi ruscelli sono la sete.
La vostra vita, uomini,
miei simili,
è un’isola,
distaccata da ogni altra isola e regione.
Non importa quante siano le navi
che lasciano le vostre spiagge per altri climi,
non importa quante siano le flotte
che toccano le vostre coste: rimanete isole,
ognuna per proprio conto,
a soffrire le trafitture della solitudine
e sospirare la felicità.
Siete sconosciuti agli altri uomini
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e partecipazione.
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di cui ammiro le tante bellissime poesie,
tra l'altro di umore spesso molto diverso,
è qui davvero esageratamente pessimista
e la prima affermazione
è già una tremenda sintesi…
La vita è un’isola in un oceano di solitudine
Sembra dunque che non veda nessun legame
tra uomo ed uomo… se non i sogni…
In effetti se è pur vero
che ciascuno di noi è un “unicum“
tuttavia non possiamo non renderci conto
che gli altri “unicum“…
che sono i nostri simili…
hanno tanti punti in comune con noi…
dai sensi… ai sentimenti… ai pensieri…
alla fisicità… alle emozioni… etc…
Inoltre benché io non abbia
il mito della bellezza della Società Umana…
tuttavia essa… pur barcollando spesso…
soprattutto sui principi morali…
e sul rispetto della natura…
comunque…
ha consentito l’evoluzione del pensiero…
Questo pertanto depone comunque, a mio parere,
in favore della fratellanza umana…
oltre alla constatazione dell’identico destino
che accomuna tutti noi…
Diversa è poi anche la visione dell'uomo-isola
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che pur partendo da una visione simile
giunge però poi sempre a conclusioni diverse
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