Archivio per l'etichetta ‘PEPPINO DI CAPRI’
Beh definire questa… una canzone poesia…
non è poi così difficile
considerato che l’autore è un grande poeta.
PALOMMA ‘E NOTTE
LA STORIA – LA POESIA – LA CANZONE
a cura di Tony Kospan
Chi ha scritto questa classicissima canzone napoletana
è infatti il grande poeta Salvatore Di Giacomo
e la poesia è dedicata alla sua donna… Elisa.
La storia di questa canzone ce la racconta direttamente
il giornalista e scrittore Raffaele La Capria
che la raccontò sul “Corriere della Sera“
descrivendo però anche la storia del loro complicato amore.
LA STORIA DEL LORO AMORE
CHE ORIGINO’ LA POESIA E POI LA CANZONE
“Quando si conobbero (nel 1905) Salvatore ed Elisa, lui era un uomo di quarantacinque anni, lei una ragazza di 26.
Salvatore era un bell’ uomo, un vero napoletano dagli occhi sognanti, un poeta già celebre, riconosciuto, i suoi versi erano cantati dovunque, e tutto questo creava intorno alla sua persona un’ aura romantica, un fascino che poteva fare innamorare qualsiasi ragazza, soprattutto una ragazza come Elisa.
Elisa era «’ na giovane vestuta / cu ‘ na vesta granata, auta e brunetta» (una giovane vestita / con una veste granata, alta e brunetta ntk).
Studiava per diventare insegnante e ancor più per essere indipendente, per emanciparsi dalla protezione familiare, cosa poco comune a Napoli in quel tempo.
Ardita ed emancipata doveva essere davvero se, dopo qualche incontro con Salvatore Di Giacomo alla Biblioteca Lucchesi Palli – da lui diretta – gli scrisse una lettera talmente intraprendente per una ragazza di quell’ambiente e di quell’ educazione, da lasciare stupiti.
«Mio buono e caro signor Di Giacomo… se non fossimo stati in mezzo alla gente ve lo avrei detto ieri stesso quanto sto per dirvi ora. Io vi amo: ecco la verità, e lo so e lo sapevo da un pezzo, e non volevo confessarlo né a voi né a me. Io vi amo, e ora ve lo dico così com’ è. E’ bene, è male dirvelo? Che cosa ne penserete? Io non so…
Sappiatela tutt’intera questa verità, sappiatela così rudemente, così bruscamente com’è sempre l’ impeto dell’anima mia: sappiatela e fate quel che volete…».
Salvatore non era libero, Elisa aveva una rivale, una tremenda rivale: mammà.”
Per amor di brevità essendo l’articolo lunghetto ne sintetizzo la parte centrale per riprenderne poi il finale.
– Il loro amore fu molto tormentato prima per l’invadenza della madre e poi per le liti in cui il poeta accusava Elisa di civetterie… tradimenti etc…
Si amarono così d’un amore molto tormentato ma tenace per 11 anni e continuarono ad amarsi, sempre in questo modo, anche dopo il matrimonio… fino a quando Salvatore, costretto all’immobilità ed amorevolmente curato da lei, si spense…
Elisa impazzita dal dolore distrusse tutte le lettere che lui le aveva inviato ma per caso dimenticò in un cassetto “quelle che vanno dal luglio del 1906 al dicembre del 1911 e che ci hanno permesso di raccontare la storia di questo strano amore.”
Ecco l’ultima parte dell’articolo di La Capria che qui racconta anche la nascita di questa poesia:
“Voglio chiudere il mio racconto con una delle poesie scritte da Di Giacomo, una di quelle che più amo, e una di quelle certamente dedicate ad Elisa: Palomma ‘e notte.
Il poeta una sera vede una farfallina girare e rigirare intorno a una candela accesa.
E l’ avverte: questa è una fiamma, ti può bruciare le ali, non è una rosa e nemmeno un gelsomino.
Va’ via, torna all’ aria fresca, non vedi che anche io resto abbagliato dalla fiamma e per allontanarti mi brucio?
E’ chiaro che la farfallina è Elisa e chi vorrebbe allontanarla bruciandosi la mano, è Salvatore.”
La poesia, scritta nel 1904, divenne una canzone nel 1907.
La musica fu composta da Francesco Buongiovanni… e direi che si tratta proprio di un’accoppiata sublime.
E’ considerata una delle più belle canzoni della grande tradizione classica napoletana.
LA POESIA (IN ITALIANO)
Guarda questa farfalla,
Come gira, come svolazza,
Come torna un’altra volta
A tentare questa candela!
Farfallina, questo è un lume,
Non è rosa o gelsomino,
E tu per forza qua vicino
Ti vuoi mettere a volare!
Vattene da là!
Vattene, pazza!
Va’, farfallina, e torna,
E torna a quest’aria
Così fresca e bella!
Lo vedi che anch’io
Mi abbaglio piano piano
E che mi brucio la mano
Per volerti cacciare via?
Carolina, per un capriccio,
Tu vuoi fare scontento un altro
E poi, quando l’hai lasciato,
Tu, da un altro, vuoi volare.
Troppi cuori stai stringendo
Con queste tue mani piccole,
Ma finisce che queste ali
Anche tu ti puoi bruciare.
Vattene da là!
Vattene, pazza!
Va’, farfallina, e torna,
E torna a quest’aria
Così fresca e bella!
Lo vedi che anch’io
Mi abbaglio piano piano
E che mi brucio la mano
Per volerti cacciare via?
Torna, va’, farfalla di notte,
Nell’ombra dove sei nata!
Torna a quest’aria imbalsamata
Che ti sa consolare!
Nel buio e solo per me
Questa candela arde e si strugge,
Ma che arda tutti e due,
Non lo posso sopportare!
Vattene da là!
Vattene, pazza!
Va’, farfallina, e torna,
E torna a quest’aria
Così fresca e bella!
Lo vedi che anch’io
Mi abbaglio piano piano
E che mi brucio la mano
Per volerti cacciare via?
tradotto da Natalia Cernega
Qui di seguito possiamo ascoltarla cantata prima da Peppino di Capri.


e poi se lo si desidera… la si può ascoltare anche nella versione più classica di Sergio Bruni…
ed infine anche in quest’altra versione ancora più raffinata e ricercata, benché moderna, di Gianni Lamagna che mi è stata segnalata, nei commenti, da un visitatore del Blog… che ringrazio.
CIAO DA TONY KOSPAN
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...
William-Adolphe Bouguereau
Amore.
Ecco un volume in una parola,
un oceano in una lacrima,
un turbine in un sospiro,
un millennio in un istante.
– Martin Tupper –
William-Adolphe Bouguereau – Angeli musicanti (part.)
PER TE
– Edward Estlin Cummings –
Il tuo cuore lo porto con me,
lo porto nel mio.
Non me ne divido mai.
Dove vado io, vieni anche tu, mia amata;
qualsiasi cosa sia fatta da me,
la fai anche tu, mia cara.
Non temo il fato
perché il mio fato sei tu, mia dolce.
Non voglio il mondo, perché il mio,
il più bello, il più vero sei tu.
Questo è il nostro segreto profondo
radice di tutte le radici
germoglio di tutti i germogli
e cielo dei cieli
di un albero chiamato vita,
che cresce più alto
di quanto l’anima spera,
e la mente nasconde.
Questa è la meraviglia che le stelle separa.
Il tuo cuore lo porto con me,
lo porto nel mio.
William-Adolphe Bouguereau
R O B E R T A
a tutti da Tony Kospan
UN MODO DIVERSO DI VIVER… LA POESIA E LA CULTURA NELLA PAGINA FB
.
.
William-Adolphe Bouguereau
Mi piace:
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Walter Crane – La mia anima è una barca incantata
L’amore e l’arte non abbracciano ciò che è bello,
ma ciò che, grazie al loro abbraccio, diventa bello.
– Karl Kraus –

Walter Crane – Primavera
L’AMOR MIO E’ VESTITA DI LUCE
James Joyce
L’amor mio è vestita di luce
In mezzo ai meli
Dove i lieti venti più bramano
Di correre insieme.
Là dove i venti lieti restano un poco
A corteggiare le giovani foglie,
L’amor mio va lentamente, china
Alla propria ombra sull’erba;
Là, dove il cielo è una coppa azzurrina
Rovescia sulla terra ridente,
Va l’amor mio luminoso, sostenendo
Con garbo la veste.
(Chariot video con Petula Clark)
Walter Crane – La danza delle 4 stagioni


Walter Crane – La danza delle 4 stagioni
Mi piace:
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Alexandre Cabanel
.
.

.
.
Due sono le grandi gioie nella vita di un uomo:
la prima quando per la prima volta può dire “amo”,
l’altra, ancora maggiore, quando può dire “sono amato”.
– Carlo Dossi –
.
Alexandre Cabanel – La nascita di Venere
BELLEZZA
– Antonia Pozzi –
Ti do me stessa
le mie notti insonni,
i lunghi sorsi
di cielo e stelle – bevuti
sulle montagne,
la brezza dei mari percorsi
verso albe remote.
Ti do me stessa,
il sole vergine dei miei mattini
su favolose rive
tra superstiti colonne
e ulivi e spighe.
Ti do me stessa,
i meriggi
sul ciglio delle cascate,
i tramonti
ai piedi delle statue, sulle colline,
fra tronchi di cipressi animati
di nidi
E tu accogli la mia meraviglia
di creatura,
il mio tremito di stelo
vivo nel cerchio
degli orizzonti,
piegato al vento
limpido della bellezza:
e tu lascia ch’io guardi questi occhi
che Dio ti ha dati,
così densi di cielo
profondi come secoli di luce
inabissati al di là
delle vette.
Alexandre Cabanel – Ofelia
.
.
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Alexandre Cabanel – Il Poeta fiorentino
Mi piace:
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Beh definire questa… una canzone poesia…
non è poi così difficile
considerato che l’autore è un grande poeta.
PALOMMA ‘E NOTTE
LA STORIA – LA POESIA – LA CANZONE
a cura di Tony Kospan
Chi ha scritto questa classicissima canzone napoletana
è infatti il grande poeta Salvatore Di Giacomo
e la poesia è dedicata alla sua donna… Elisa.
La storia di questa canzone ce la racconta direttamente
il giornalista e scrittore Raffaele La Capria
che la raccontò sul “Corriere della Sera“
descrivendo però anche la storia del loro complicato amore.
LA STORIA DEL LORO AMORE
CHE ORIGINO’ LA POESIA E POI LA CANZONE
“Quando si conobbero (nel 1905) Salvatore ed Elisa, lui era un uomo di quarantacinque anni, lei una ragazza di 26.
Salvatore era un bell’ uomo, un vero napoletano dagli occhi sognanti, un poeta già celebre, riconosciuto, i suoi versi erano cantati dovunque, e tutto questo creava intorno alla sua persona un’ aura romantica, un fascino che poteva fare innamorare qualsiasi ragazza, soprattutto una ragazza come Elisa.
Elisa era «’ na giovane vestuta / cu ‘ na vesta granata, auta e brunetta» (una giovane vestita / con una veste granata, alta e brunetta ntk).
Studiava per diventare insegnante e ancor più per essere indipendente, per emanciparsi dalla protezione familiare, cosa poco comune a Napoli in quel tempo.
Ardita ed emancipata doveva essere davvero se, dopo qualche incontro con Salvatore Di Giacomo alla Biblioteca Lucchesi Palli – da lui diretta – gli scrisse una lettera talmente intraprendente per una ragazza di quell’ambiente e di quell’ educazione, da lasciare stupiti.
«Mio buono e caro signor Di Giacomo… se non fossimo stati in mezzo alla gente ve lo avrei detto ieri stesso quanto sto per dirvi ora. Io vi amo: ecco la verità, e lo so e lo sapevo da un pezzo, e non volevo confessarlo né a voi né a me. Io vi amo, e ora ve lo dico così com’ è. E’ bene, è male dirvelo? Che cosa ne penserete? Io non so…
Sappiatela tutt’intera questa verità, sappiatela così rudemente, così bruscamente com’è sempre l’ impeto dell’anima mia: sappiatela e fate quel che volete…».
Salvatore non era libero, Elisa aveva una rivale, una tremenda rivale: mammà.”
Per amor di brevità essendo l’articolo lunghetto ne sintetizzo la parte centrale per riprenderne poi il finale.
– Il loro amore fu molto tormentato prima per l’invadenza della madre e poi per le liti in cui il poeta accusava Elisa di civetterie… tradimenti etc…
Si amarono così d’un amore molto tormentato ma tenace per 11 anni e continuarono ad amarsi, sempre in questo modo, anche dopo il matrimonio… fino a quando Salvatore, costretto all’immobilità ed amorevolmente curato da lei, si spense…
Elisa impazzita dal dolore distrusse tutte le lettere che lui le aveva inviato ma per caso dimenticò in un cassetto “quelle che vanno dal luglio del 1906 al dicembre del 1911 e che ci hanno permesso di raccontare la storia di questo strano amore.”
Ecco l’ultima parte dell’articolo di La Capria che qui racconta anche la nascita di questa poesia:
“Voglio chiudere il mio racconto con una delle poesie scritte da Di Giacomo, una di quelle che più amo, e una di quelle certamente dedicate ad Elisa: Palomma ‘e notte.
Il poeta una sera vede una farfallina girare e rigirare intorno a una candela accesa.
E l’ avverte: questa è una fiamma, ti può bruciare le ali, non è una rosa e nemmeno un gelsomino.
Va’ via, torna all’ aria fresca, non vedi che anche io resto abbagliato dalla fiamma e per allontanarti mi brucio?
E’ chiaro che la farfallina è Elisa e chi vorrebbe allontanarla bruciandosi la mano, è Salvatore.”
La poesia, scritta nel 1904, divenne una canzone nel 1907.
La musica fu composta da Francesco Buongiovanni… e direi che si tratta proprio di un’accoppiata sublime.
E’ considerata una delle più belle canzoni della grande tradizione classica napoletana.
LA POESIA (IN ITALIANO)
Guarda questa farfalla,
Come gira, come svolazza,
Come torna un’altra volta
A tentare questa candela!
Farfallina, questo è un lume,
Non è rosa o gelsomino,
E tu per forza qua vicino
Ti vuoi mettere a volare!
Vattene da là!
Vattene, pazza!
Va’, farfallina, e torna,
E torna a quest’aria
Così fresca e bella!
Lo vedi che anch’io
Mi abbaglio piano piano
E che mi brucio la mano
Per volerti cacciare via?
Carolina, per un capriccio,
Tu vuoi fare scontento un altro
E poi, quando l’hai lasciato,
Tu, da un altro, vuoi volare.
Troppi cuori stai stringendo
Con queste tue mani piccole,
Ma finisce che queste ali
Anche tu ti puoi bruciare.
Vattene da là!
Vattene, pazza!
Va’, farfallina, e torna,
E torna a quest’aria
Così fresca e bella!
Lo vedi che anch’io
Mi abbaglio piano piano
E che mi brucio la mano
Per volerti cacciare via?
Torna, va’, farfalla di notte,
Nell’ombra dove sei nata!
Torna a quest’aria imbalsamata
Che ti sa consolare!
Nel buio e solo per me
Questa candela arde e si strugge,
Ma che arda tutti e due,
Non lo posso sopportare!
Vattene da là!
Vattene, pazza!
Va’, farfallina, e torna,
E torna a quest’aria
Così fresca e bella!
Lo vedi che anch’io
Mi abbaglio piano piano
E che mi brucio la mano
Per volerti cacciare via?
tradotto da Natalia Cernega
Qui di seguito possiamo ascoltarla cantata prima da Peppino di Capri.


e poi se lo si desidera… la si può ascoltare anche nella versione più classica di Sergio Bruni…
ed infine anche in quest’altra versione ancora più raffinata e ricercata, benché moderna, di Gianni Lamagna che mi è stata segnalata, nei commenti, da un visitatore del Blog… che ringrazio.
CIAO DA TONY KOSPAN
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William-Adolphe Bouguereau
Amore.
Ecco un volume in una parola,
un oceano in una lacrima,
un turbine in un sospiro,
un millennio in un istante.
– Martin Tupper –
William-Adolphe Bouguereau – Angeli musicanti (part.)
PER TE
– Edward Estlin Cummings –
Il tuo cuore lo porto con me,
lo porto nel mio.
Non me ne divido mai.
Dove vado io, vieni anche tu, mia amata;
qualsiasi cosa sia fatta da me,
la fai anche tu, mia cara.
Non temo il fato
perché il mio fato sei tu, mia dolce.
Non voglio il mondo, perché il mio,
il più bello, il più vero sei tu.
Questo è il nostro segreto profondo
radice di tutte le radici
germoglio di tutti i germogli
e cielo dei cieli
di un albero chiamato vita,
che cresce più alto
di quanto l’anima spera,
e la mente nasconde.
Questa è la meraviglia che le stelle separa.
Il tuo cuore lo porto con me,
lo porto nel mio.
William-Adolphe Bouguereau
R O B E R T A
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Walter Crane – La mia anima è una barca incantata
L’amore e l’arte non abbracciano ciò che è bello,
ma ciò che, grazie al loro abbraccio, diventa bello.
– Karl Kraus –

Walter Crane – Primavera
L’AMOR MIO E’ VESTITA DI LUCE
James Joyce
L’amor mio è vestita di luce
In mezzo ai meli
Dove i lieti venti più bramano
Di correre insieme.
Là dove i venti lieti restano un poco
A corteggiare le giovani foglie,
L’amor mio va lentamente, china
Alla propria ombra sull’erba;
Là, dove il cielo è una coppa azzurrina
Rovescia sulla terra ridente,
Va l’amor mio luminoso, sostenendo
Con garbo la veste.
(Chariot video con Petula Clark)
Walter Crane – La danza delle 4 stagioni


Walter Crane – La danza delle 4 stagioni
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Alexandre Cabanel
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.
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Due sono le grandi gioie nella vita di un uomo:
la prima quando per la prima volta può dire “amo”,
l’altra, ancora maggiore, quando può dire “sono amato”.
– Carlo Dossi –
.
Alexandre Cabanel – La nascita di Venere
BELLEZZA
Antonia Pozzi
Ti do me stessa
le mie notti insonni,
i lunghi sorsi
di cielo e stelle – bevuti
sulle montagne,
la brezza dei mari percorsi
verso albe remote.
Ti do me stessa,
il sole vergine dei miei mattini
su favolose rive
tra superstiti colonne
e ulivi e spighe.
Ti do me stessa,
i meriggi
sul ciglio delle cascate,
i tramonti
ai piedi delle statue, sulle colline,
fra tronchi di cipressi animati
di nidi
E tu accogli la mia meraviglia
di creatura,
il mio tremito di stelo
vivo nel cerchio
degli orizzonti,
piegato al vento
limpido della bellezza:
e tu lascia ch’io guardi questi occhi
che Dio ti ha dati,
così densi di cielo
profondi come secoli di luce
inabissati al di là
delle vette.
Alexandre Cabanel – Ofelia
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Alexandre Cabanel – Il Poeta fiorentino
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Beh definire questa… una canzone poesia…
non è poi così difficile
considerato che l’autore è un grande poeta.
PALOMMA ‘E NOTTE
LA STORIA – LA POESIA – LA CANZONE
a cura di Tony Kospan
Chi ha scritto questa classicissima canzone napoletana
è infatti il grande poeta Salvatore Di Giacomo
e la poesia è dedicata alla sua donna… Elisa.
La storia di questa canzone ce la racconta direttamente
il giornalista e scrittore Raffaele La Capria
che la raccontò sul “Corriere della Sera“
descrivendo però anche la storia del loro complicato amore.
LA STORIA DEL LORO AMORE
CHE ORIGINO’ LA POESIA E POI LA CANZONE
“Quando si conobbero (nel 1905) Salvatore ed Elisa, lui era un uomo di quarantacinque anni, lei una ragazza di 26.
Salvatore era un bell’ uomo, un vero napoletano dagli occhi sognanti, un poeta già celebre, riconosciuto, i suoi versi erano cantati dovunque, e tutto questo creava intorno alla sua persona un’ aura romantica, un fascino che poteva fare innamorare qualsiasi ragazza, soprattutto una ragazza come Elisa.
Elisa era «’ na giovane vestuta / cu ‘ na vesta granata, auta e brunetta» (una giovane vestita / con una veste granata, alta e brunetta ntk).
Studiava per diventare insegnante e ancor più per essere indipendente, per emanciparsi dalla protezione familiare, cosa poco comune a Napoli in quel tempo.
Ardita ed emancipata doveva essere davvero se, dopo qualche incontro con Salvatore Di Giacomo alla Biblioteca Lucchesi Palli – da lui diretta – gli scrisse una lettera talmente intraprendente per una ragazza di quell’ambiente e di quell’ educazione, da lasciare stupiti.
«Mio buono e caro signor Di Giacomo… se non fossimo stati in mezzo alla gente ve lo avrei detto ieri stesso quanto sto per dirvi ora. Io vi amo: ecco la verità, e lo so e lo sapevo da un pezzo, e non volevo confessarlo né a voi né a me. Io vi amo, e ora ve lo dico così com’ è. E’ bene, è male dirvelo? Che cosa ne penserete? Io non so…
Sappiatela tutt’intera questa verità, sappiatela così rudemente, così bruscamente com’è sempre l’ impeto dell’anima mia: sappiatela e fate quel che volete…».
Salvatore non era libero, Elisa aveva una rivale, una tremenda rivale: mammà.”
Per amor di brevità essendo l’articolo lunghetto ne sintetizzo la parte centrale per riprenderne poi il finale.
– Il loro amore fu molto tormentato prima per l’invadenza della madre e poi per le liti in cui il poeta accusava Elisa di civetterie… tradimenti etc…
Si amarono così d’un amore molto tormentato ma tenace per 11 anni e continuarono ad amarsi, sempre in questo modo, anche dopo il matrimonio… fino a quando Salvatore, costretto all’immobilità ed amorevolmente curato da lei, si spense…
Elisa impazzita dal dolore distrusse tutte le lettere che lui le aveva inviato ma per caso dimenticò in un cassetto “quelle che vanno dal luglio del 1906 al dicembre del 1911 e che ci hanno permesso di raccontare la storia di questo strano amore.”
Ecco l’ultima parte dell’articolo di La Capria che qui racconta anche la nascita di questa poesia:
“Voglio chiudere il mio racconto con una delle poesie scritte da Di Giacomo, una di quelle che più amo, e una di quelle certamente dedicate ad Elisa: Palomma ‘e notte.
Il poeta una sera vede una farfallina girare e rigirare intorno a una candela accesa.
E l’ avverte: questa è una fiamma, ti può bruciare le ali, non è una rosa e nemmeno un gelsomino.
Va’ via, torna all’ aria fresca, non vedi che anche io resto abbagliato dalla fiamma e per allontanarti mi brucio?
E’ chiaro che la farfallina è Elisa e chi vorrebbe allontanarla bruciandosi la mano, è Salvatore.”
La poesia, scritta nel 1904, divenne una canzone nel 1907.
La musica fu composta da Francesco Buongiovanni… e direi che si tratta proprio di un’accoppiata sublime.
E’ considerata una delle più belle canzoni della grande tradizione classica napoletana.
LA POESIA (IN ITALIANO)
Guarda questa farfalla,
Come gira, come svolazza,
Come torna un’altra volta
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Non è rosa o gelsomino,
E tu per forza qua vicino
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Va’, farfallina, e torna,
E torna a quest’aria
Così fresca e bella!
Lo vedi che anch’io
Mi abbaglio piano piano
E che mi brucio la mano
Per volerti cacciare via?
Carolina, per un capriccio,
Tu vuoi fare scontento un altro
E poi, quando l’hai lasciato,
Tu, da un altro, vuoi volare.
Troppi cuori stai stringendo
Con queste tue mani piccole,
Ma finisce che queste ali
Anche tu ti puoi bruciare.
Vattene da là!
Vattene, pazza!
Va’, farfallina, e torna,
E torna a quest’aria
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Lo vedi che anch’io
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Ma che arda tutti e due,
Non lo posso sopportare!
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Così fresca e bella!
Lo vedi che anch’io
Mi abbaglio piano piano
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e poi se lo si desidera… la si può ascoltare anche nella versione più classica di Sergio Bruni…
ed infine anche in quest’altra versione ancora più raffinata e ricercata, benché moderna, di Gianni Lamagna che mi è stata segnalata, nei commenti, da un visitatore del Blog… che ringrazio.
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Due sono le grandi gioie nella vita di un uomo:
la prima quando per la prima volta può dire “amo”,
l’altra, ancora maggiore, quando può dire “sono amato”.
– Carlo Dossi –
.
Alexandre Cabanel – La nascita di Venere
BELLEZZA
Antonia Pozzi
Ti do me stessa
le mie notti insonni,
i lunghi sorsi
di cielo e stelle – bevuti
sulle montagne,
la brezza dei mari percorsi
verso albe remote.
Ti do me stessa,
il sole vergine dei miei mattini
su favolose rive
tra superstiti colonne
e ulivi e spighe.
Ti do me stessa,
i meriggi
sul ciglio delle cascate,
i tramonti
ai piedi delle statue, sulle colline,
fra tronchi di cipressi animati
di nidi
E tu accogli la mia meraviglia
di creatura,
il mio tremito di stelo
vivo nel cerchio
degli orizzonti,
piegato al vento
limpido della bellezza:
e tu lascia ch’io guardi questi occhi
che Dio ti ha dati,
così densi di cielo
profondi come secoli di luce
inabissati al di là
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