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Fantastica e coinvolgente descrizione di una donna… amata (?) conosciuta (?) da parte di uno scrittore dalla “penna” davvero magica.
Per la leggiadra bellezza del brano non me la sono sentita di non condividerlo con voi…

ERA UNA DONNA SEMPLICE
Era una donna semplice, di quelle che sognano dietro ai libri e alle poesie, e se la vita è carogna non importa, una ragione buona per sorridere la trovi comunque.
Era un tipo così.
Ed era carina, questo bisogna dirlo.
Non del genere vistoso, quelle che ti giri a guardarle.
Più semplice.
Ma aveva qualcosa che ti accalappiava, niente da dire, ce l’aveva.
Come una specie di limpidezza, di trasparenza.
Era quel tipo di donna che quando ce l’hai tra le braccia, sai che lei è lì, proprio tra le tue braccia e da nessuna altra parte.
Non so se avete presente.
Ma è una cosa rara.
E bellissima, nel suo genere.
Alessandro Baricco – Da Barnum 2 (1998)
Ciao da Tony Kospan

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Ancora una piccola favola…
ma stavolta firmata da un grande filosofo…
Schopenhauer…
e la spiegazione dell’empatia

I PORCOSPINI
In una fredda giornata d’inverno
un gruppo di porcospini si rifugia in una grotta
e per proteggersi dal freddo si stringono vicini.
Ben presto però sentono le spine reciproche
e il dolore li costringe ad allontanarsi l’uno dall’altro.
Quando poi il bisogno di riscaldarsi
li porta di nuovo ad avvicinarsi
si pungono di nuovo.
Ripetono più volte questi tentativi,
sballottati avanti e indietro tra due mali,
finché non trovano quella moderata distanza reciproca
che rappresenta la migliore posizione,
quella giusta distanza che consente loro di scaldarsi
e nello stesso tempo di non farsi del male reciprocamente.

Questa, in realtà, è molto di più di una favola…,
è infatti una magnifica… perfetta descrizione
dell’EMPATIA.

Ma cos’è l’empatia?
Ce lo spiega molto bene il brano che segue
che ci consente di approfondire la conoscenza
di quest’aspetto della nostra personalità
che molti confondono con la simpatia. N.T.K.

L’EMPATIA
Ecco il segreto dell’empatia, quella capacità di “sentire l’altro”, di cui tutti noi, seppure a diverso titolo siamo dotati per natura.
L’empatia è ciò che permette agli uomini di riconoscersi a vicenda dal semplice incontro di uno sguardo, di percepire i bisogni dell’altro come altrettanto importanti quanto i propri, entrando in contatto con il suo mondo interiore e le sue emozioni.
E se pensiamo a quanto contano le emozioni nel processo comunicativo possiamo ben capire perché l’empatia sia ritenuta una dote fondamentale per chi vuole essere un buon comunicatore, ma più in generale per chi vuole vivere felicemente qualsiasi tipo di rapporto (di coppia, di amicizia, di lavoro).
L’uomo è per natura un animale sociale; pertanto non può vivere senza relazionarsi con gli altri, ma, come suggerisce il racconto di Schopenhauer, il segreto sta nel trovare la giusta distanza che ci permette di percepire le emozioni dell’altro senza identificarci con esse.
Alcune persone pensano che il modo migliore per stare vicino a chi amano sia provare le stesse emozioni a tal punto da vivere quasi in simbiosi e se l’altro soffre si sentono quasi in dovere di soffrire esattamente come lui.

La vera empatia non richiede un simile sacrificio, che spesso è anche controproducente.
Lo sanno bene tutti coloro che svolgono professioni d’aiuto, medici, infermieri, psicologi per i quali è importante possedere una buona dose di empatia.
Se questi si facessero completamente carico delle problematiche degli altri non riuscirebbero ad essere loro d’aiuto perché sarebbe come pretendere di salvare chi è caduto nelle sabbie mobili gettandosi a pesce dentro di esse.
La vera empatia può essere dunque riassunta nella formula “vicini, ma non troppo”.

Dal libro “Leader di te stesso” di Roberto Re

Ciao da Tony Kospan
POESIA ARTE MUSICA UMORISMO ETC
IN ARMONIA ED AMICIZIA NEL GRUPPO DI FB

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Un brano breve ma intenso che conferma le magiche doti
nascoste nella penna del notissimo scrittore.

Potevi pensare che era matto.
Ma non era così semplice.
Quando uno ti racconta con assoluta esattezza che odore c’è in Bertham Street, d’estate, quando ha appena smesso di piovere, non puoi pensare che è matto per la sola stupida ragione che in Bertham Street, lui, non c’è mai stato.
Negli occhi di qualcuno, nelle parole di qualcuno, lui, quell’aria, l’aveva respirata davvero.
Il mondo, magari, non l’aveva visto mai.
Ma erano ventisette anni che il mondo passava su quella nave: ed erano ventisette anni che lui, su quella nave, lo spiava.
E gli rubava l’anima.
In questo era un genio, niente da dire.
Sapeva ascoltare. E sapeva leggere.
Non i libri, quelli son buoni tutti, sapeva leggere la gente.
I segni che la gente si porta addosso: posti, rumori, odori, la loro terra, la loro storia…
Tutta scritta, addosso.
Lui leggeva, e con cura infinita, catalogava, sistemava, ordinava.

Alessandro Baricco – Torino 25.1.1958
Alessandro Baricco (Da Novecento)

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Fantastica e coinvolgente descrizione di una donna… amata (?) conosciuta (?) da parte di uno scrittore dalla “penna” davvero magica.
Per la leggiadra bellezza del brano non me la sono sentita di non condividerlo con voi…

ERA UNA DONNA SEMPLICE
Era una donna semplice, di quelle che sognano dietro ai libri e alle poesie, e se la vita è carogna non importa, una ragione buona per sorridere la trovi comunque.
Era un tipo così.
Ed era carina, questo bisogna dirlo.
Non del genere vistoso, quelle che ti giri a guardarle.
Più semplice.
Ma aveva qualcosa che ti accalappiava, niente da dire, ce l’aveva.
Come una specie di limpidezza, di trasparenza.
Era quel tipo di donna che quando ce l’hai tra le braccia, sai che lei è lì, proprio tra le tue braccia e da nessuna altra parte.
Non so se avete presente.
Ma è una cosa rara.
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Alessandro Baricco – Da Barnum 2 (1998)
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ma stavolta firmata da un grande filosofo…
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e la spiegazione dell’empatia

I PORCOSPINI
In una fredda giornata d’inverno
un gruppo di porcospini si rifugia in una grotta
e per proteggersi dal freddo si stringono vicini.
Ben presto però sentono le spine reciproche
e il dolore li costringe ad allontanarsi l’uno dall’altro.
Quando poi il bisogno di riscaldarsi
li porta di nuovo ad avvicinarsi
si pungono di nuovo.
Ripetono più volte questi tentativi,
sballottati avanti e indietro tra due mali,
finché non trovano quella moderata distanza reciproca
che rappresenta la migliore posizione,
quella giusta distanza che consente loro di scaldarsi
e nello stesso tempo di non farsi del male reciprocamente.

Questa, in realtà, è molto di più di una favola…,
è infatti una magnifica… perfetta descrizione
dell’EMPATIA.

Ma cos’è l’empatia?
Ce lo spiega molto bene il brano che segue
che ci consente di approfondire la conoscenza
di quest’aspetto della nostra personalità
che molti confondono con la simpatia. N.T.K.

L’EMPATIA
Ecco il segreto dell’empatia, quella capacità di “sentire l’altro”, di cui tutti noi, seppure a diverso titolo siamo dotati per natura.
L’empatia è ciò che permette agli uomini di riconoscersi a vicenda dal semplice incontro di uno sguardo, di percepire i bisogni dell’altro come altrettanto importanti quanto i propri, entrando in contatto con il suo mondo interiore e le sue emozioni.
E se pensiamo a quanto contano le emozioni nel processo comunicativo possiamo ben capire perché l’empatia sia ritenuta una dote fondamentale per chi vuole essere un buon comunicatore, ma più in generale per chi vuole vivere felicemente qualsiasi tipo di rapporto (di coppia, di amicizia, di lavoro).
L’uomo è per natura un animale sociale; pertanto non può vivere senza relazionarsi con gli altri, ma, come suggerisce il racconto di Schopenhauer, il segreto sta nel trovare la giusta distanza che ci permette di percepire le emozioni dell’altro senza identificarci con esse.
Alcune persone pensano che il modo migliore per stare vicino a chi amano sia provare le stesse emozioni a tal punto da vivere quasi in simbiosi e se l’altro soffre si sentono quasi in dovere di soffrire esattamente come lui.

La vera empatia non richiede un simile sacrificio, che spesso è anche controproducente.
Lo sanno bene tutti coloro che svolgono professioni d’aiuto, medici, infermieri, psicologi per i quali è importante possedere una buona dose di empatia.
Se questi si facessero completamente carico delle problematiche degli altri non riuscirebbero ad essere loro d’aiuto perché sarebbe come pretendere di salvare chi è caduto nelle sabbie mobili gettandosi a pesce dentro di esse.
La vera empatia può essere dunque riassunta nella formula “vicini, ma non troppo”.

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