Archivio per l'etichetta ‘OCCHIO E SGUARDO ARTE’
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Iniziamo con questo una serie di post
che ci parleranno del percorso dell’amore umano
dalla sua nascita fino alla sua affermazione.
Esso si snoderà in 5 parti:
Sguardo – Cuore – Incontro – Bacio – Abbraccio
LO SGUARDO D’AMORE
POESIE DIPINTI AFORISMI CANZONI E NON SOLO
a cura di Tony Kospan
Qual è il primo momento in cui nascono in noi
interesse, curiosità, simpatia, feeling etc.
capaci di trasformarsi in un sentimento d’amore,
se non quando avviene l’incrocio di sguardi?
Non v’è infatti chi non veda quanto siano importanti
gli sguardi
nel sorgere di un amore,
o, in caso di esito negativo, solo di un sogno d’amore.

Martin Kavel
.
.
Direi di più, gli sguardi nel corso dei secoli passati
in cui i rapporti tra i sessi erano estremamente complessi e difficili,
sono stati gli unici mezzi di comunicazione virtuale – ante litteram –
di emozioni, sensazioni, desideri, e di segnali d’intesa, gioia… etc.
Qualcuno può dubitare che uno sguardo
possa penetrare un cuore?
Federico Andreotti
Certo lo sguardo può però,
sia in amore
che nei rapporti interpersonali in genere,
anche esprimere odio, disprezzo, indifferenza etc.
ma non è di questo che ci interesseremo.
Ritengo sublimi sul punto questi pensieri d’autore.
Guardandoti negli occhi ricordo soltanto
d’aver già visto il tuo volto in sogno.
Tagore
Le parole sono piene di falsità o di arte,
lo sguardo è il linguaggio del cuore
William Shakespeare
Lo sguardo alle volte può farsi carne,
unire due persone più di un abbraccio.
Dacia Maraini
C’è una strada che va dagli occhi al cuore
senza passare per l’intelletto.
Gilbert Keith Chesterton
Da sempre i poeti (e gli artisti in genere)
ci hanno parlato della stretta correlazione
tra occhi e cuore.
Ma passiamo alle poesie prescelte stavolta,
tutte di grandi autori.
Arthur Braginsky
CANZONE
~ Juan Ramon Jimenez ~
.
Quando le tue mani erano luna,
colsero dal giardino del cielo
i tuoi occhi, violette divine.
Che nostalgia, quando i tuoi occhi
ricordano, di notte, il loro cespo
alla luce morta delle tue mani!
Tutta la mia anima, col suo mondo,
metto nei miei occhi della terra,
per ammirarti, moglie splendida!
Non incontreranno le tue due violette
il leggiadro luogo a cui elevo
cogliendo nella mia anima l’increato?
Arthur Braginsky
SABBIE MOBILI
~ Jacques Prevert ~
.
Demoni e meraviglie
Venti e maree
S’è ritirato già il mare in lontananza
E tu
Come alga dolcemente dal vento accarezzata
Nelle sabbie del letto ti agiti sognando
Dèmoni e meraviglie
Venti e maree
Il mare s’è ritirato già in lontananza
Ma nei tuoi occhi socchiusi
Due piccole onde son rimaste
Dèmoni e meraviglie
Venti e maree
Due piccole onde per farmi annegare.
Cebarre
TI GUARDO E IL SOLE CRESCE
~ Paul Eluard ~
.
Ti guardo e il sole cresce
Presto ricoprirà la nostra giornata
Svegliati cuore e colori in mente
Per dissipare le pene della notte.
Ti guardo tutto è spoglio
Fuori le barche hanno poca acqua
Bisogna dire tutto con poche parole
Il mare è freddo senza amore
E’ l’inizio del mondo
Le onde culleranno il cielo
E tu vieni cullata dalle tue lenzuola
Tiri il sonno verso di te
Svegliati che io segua le tue tracce
Ho un corpo per attenderti per seguirti
Dalle porte dell’alba alle porte dell’ombra
Un corpo per passare la mia vita ad amarti.
Un corpo per sognare al di fuori del tuo sonno.
Botticelli – Nascita di Venere
CUORE E OCCHI
~ William Shakespeare ~
I miei occhi e il cuore son venuti a patti
ed or ciascuno all’altro il suo ben riversa:
se i miei occhi son desiosi di uno sguardo,
o il cuore innamorato si distrugge di sospiri,
gli occhi allor festeggian l’effigie del mio amore
e al fantastico banchetto invitano il mio cuore;
un’altra volta gli occhi son ospiti del cuore
che a lor partecipa il suo pensier d’amore.
Così, per la tua immagine o per il mio amore,
anche se lontano sei sempre in me presente;
perché non puoi andare oltre i miei pensieri
e sempre io son con loro ed essi son con te;
o se essi dormono, in me la tua visione
desta il cuore mio a delizia sua e degli occhi.
Leonardo (attr.) – La bella principessa (partic.)
TANTO GENTILE E TANTO ONESTA PARE
~ Dante Alighieri ~
.
Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.
Ella si va, sententosi laudare,
benignamente d’umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che ‘ntender no la può chi no la prova:
e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: Sospira.
F I N E
.
Un poetico saluto da
Orso Tony
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Fin dalla sua creazione il dipinto colpì molto coloro che l’osservavano e il Malvasia, nel suo libro “Felsina Pittrice” del 1678, attribuendolo al Carracci lo descriveva così:
«Monsignor Agucchi che in zimarra tenendo una lettera con ambe le mani guarda a noi spettatori»
In effetti l’Agucchi, che appare vestito con una comoda vestaglia mentre legge una lettera seduto al suo scrittoio, alza lo sguardo dalla lettera e fissa attentamente qualcuno entrato nella stanza all’improvviso.
Annibale Carracci (Bologna, 3.11.1560 – Roma, 15.7.1609) – Autoritratto
Questo sguardo attento ed intenso in verità appare rivolto allo spettatore cioè a noi ed è quel che maggiormente colpisce.
Il dipinto è considerato una delle pietre miliari della ritrattistica barocca.
Infatti il personaggio ritratto entra in diretta relazione con lo spettatore al quale quasi sembra stia per parlare, a dirla con le parole dello storico dell’arte Tomaso Montanari.
Il quadro, che sembra “vivo“, è altresì definito una delle più brillanti opere ritrattistiche del ‘600.
CHI E’ L’AGUCCHI
Il personaggio rappresentato non è affatto un tipo qualunque.
Infatti Giovanni Battista Agucchi (Bologna 1570 – San Salvatore 1.1.1632) è stato un diplomatico della Santa Sede, arcivescovo, scrittore ed esperto d’arte.
Si interessò di studi astronomici ed ebbe rapporti con Galileo.
Carracci – Venere dormiente con amorini
Scrisse un “Trattato della pittura” ed una celebre descrizione della “Venere dormiente con amorini” proprio del Carracci.
Fu anche amico sia del Carracci che del suo allievo Domenichino.
BREVE STORIA DELL’ATTRIBUZIONE DEL DIPINTO
Esempio di ritratto del Domenichino
Il dipinto inizialmente attribuito al Carracci in seguito per alcuni secoli è stato invece sempre attribuito al Domenichino ma nel 1994 una studiosa, Silvia Ginzburg, esaminando stilisticamente la tela e ripartendo dalle parole del Malvasia, giunge alla conclusione che il ritratto dell’Agucchi è frutto del pennello di Annibale.
Questa è la tesi prevalente in quanto i dipinti del Domenichino appaiono privi di quel “contatto con lo spettatore” di cui ho parlato su, e mostrano invece una, seppur elegante, separazione.
A ciò si aggiunge la considerazione della grande amicizia tra Annibale Carracci e l’Agucchi.
In verità la duplice attribuzione forse è stata generata dalla presenza di una copia d’epoca per cui le documentazioni archivistiche sul dipinto possono essere state da ciò deviate.
Tony Kospan
Copyright Tony Kospan
Annibale Carracci – Autoritratto sul cavalletto
IL GRUPPO DI FB IN CUI VIVER L’ARTE
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Iniziamo con questo una serie di post
che ci parleranno del percorso dell’amore umano
dalla sua nascita fino alla sua affermazione.
Esso si snoderà in 5 parti:
Sguardo – Cuore – Incontro – Bacio – Abbraccio
LO SGUARDO D’AMORE
POESIE DIPINTI AFORISMI CANZONI E NON SOLO
a cura di Tony Kospan
Qual è il primo momento in cui nascono in noi
interesse, curiosità, simpatia, feeling etc.
capaci di trasformarsi in un sentimento d’amore,
se non quando avviene l’incrocio di sguardi?
Non v’è infatti chi non veda quanto siano importanti
gli sguardi
nel sorgere di un amore,
o, in caso di esito negativo, solo di un sogno d’amore.

Martin Kavel
.
.
Direi di più, gli sguardi nel corso dei secoli passati
in cui i rapporti tra i sessi erano estremamente complessi e difficili,
sono stati gli unici mezzi di comunicazione virtuale – ante litteram –
di emozioni, sensazioni, desideri, e di segnali d’intesa, gioia… etc.
Qualcuno può dubitare che uno sguardo
possa penetrare un cuore?
Certo lo sguardo può però,
sia in amore
che nei rapporti interpersonali in genere,
anche esprimere odio, disprezzo, indifferenza etc.
ma non è di questo che ci interesseremo.
Ritengo sublimi sul punto questi pensieri d’autore.
Guardandoti negli occhi ricordo soltanto
d’aver già visto il tuo volto in sogno.
Tagore
Le parole sono piene di falsità o di arte,
lo sguardo è il linguaggio del cuore
William Shakespeare
Lo sguardo alle volte può farsi carne,
unire due persone più di un abbraccio.
Dacia Maraini
C’è una strada che va dagli occhi al cuore
senza passare per l’intelletto.
Gilbert Keith Chesterton
Da sempre i poeti (e gli artisti in genere)
ci hanno parlato della stretta correlazione
tra occhi e cuore.
Ma passiamo alle poesie prescelte stavolta,
tutte di grandi autori.
Arthur Braginsky
CANZONE
~ Juan Ramon Jimenez ~
.
Quando le tue mani erano luna,
colsero dal giardino del cielo
i tuoi occhi, violette divine.
Che nostalgia, quando i tuoi occhi
ricordano, di notte, il loro cespo
alla luce morta delle tue mani!
Tutta la mia anima, col suo mondo,
metto nei miei occhi della terra,
per ammirarti, moglie splendida!
Non incontreranno le tue due violette
il leggiadro luogo a cui elevo
cogliendo nella mia anima l’increato?
Arthur Braginsky
SABBIE MOBILI
~ Jacques Prevert ~
.
Demoni e meraviglie
Venti e maree
S’è ritirato già il mare in lontananza
E tu
Come alga dolcemente dal vento accarezzata
Nelle sabbie del letto ti agiti sognando
Dèmoni e meraviglie
Venti e maree
Il mare s’è ritirato già in lontananza
Ma nei tuoi occhi socchiusi
Due piccole onde son rimaste
Dèmoni e meraviglie
Venti e maree
Due piccole onde per farmi annegare.
Cebarre
TI GUARDO E IL SOLE CRESCE
~ Paul Eluard ~
.
Ti guardo e il sole cresce
Presto ricoprirà la nostra giornata
Svegliati cuore e colori in mente
Per dissipare le pene della notte.
Ti guardo tutto è spoglio
Fuori le barche hanno poca acqua
Bisogna dire tutto con poche parole
Il mare è freddo senza amore
E’ l’inizio del mondo
Le onde culleranno il cielo
E tu vieni cullata dalle tue lenzuola
Tiri il sonno verso di te
Svegliati che io segua le tue tracce
Ho un corpo per attenderti per seguirti
Dalle porte dell’alba alle porte dell’ombra
Un corpo per passare la mia vita ad amarti.
Un corpo per sognare al di fuori del tuo sonno.
Botticelli – Nascita di Venere
CUORE E OCCHI
~ William Shakespeare ~
I miei occhi e il cuore son venuti a patti
ed or ciascuno all’altro il suo ben riversa:
se i miei occhi son desiosi di uno sguardo,
o il cuore innamorato si distrugge di sospiri,
gli occhi allor festeggian l’effigie del mio amore
e al fantastico banchetto invitano il mio cuore;
un’altra volta gli occhi son ospiti del cuore
che a lor partecipa il suo pensier d’amore.
Così, per la tua immagine o per il mio amore,
anche se lontano sei sempre in me presente;
perché non puoi andare oltre i miei pensieri
e sempre io son con loro ed essi son con te;
o se essi dormono, in me la tua visione
desta il cuore mio a delizia sua e degli occhi.
Leonardo (attr.) – La bella principessa (partic.)
TANTO GENTILE E TANTO ONESTA PARE
~ Dante Alighieri ~
.
Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.
Ella si va, sententosi laudare,
benignamente d’umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che ‘ntender no la può chi no la prova:
e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: Sospira.
F I N E
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Un poetico saluto da
Orso Tony
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Fin dalla sua creazione il dipinto colpì molto coloro che l’osservavano e il Malvasia, nel suo libro “Felsina Pittrice” del 1678, attribuendolo al Carracci lo descriveva così:
«Monsignor Agucchi che in zimarra tenendo una lettera con ambe le mani guarda a noi spettatori»
In effetti l’Agucchi, che appare vestito con una comoda vestaglia mentre legge una lettera seduto al suo scrittoio, alza lo sguardo dalla lettera e fissa attentamente qualcuno entrato nella stanza all’improvviso.
Annibale Carracci (Bologna, 3.11.1560 – Roma, 15.7.1609) – Autoritratto
Questo sguardo attento ed intenso in verità appare rivolto allo spettatore cioè a noi ed è quel che maggiormente colpisce.
Il dipinto è considerato una delle pietre miliari della ritrattistica barocca.
Infatti il personaggio ritratto entra in diretta relazione con lo spettatore al quale quasi sembra stia per parlare, a dirla con le parole dello storico dell’arte Tomaso Montanari.
Il quadro, che sembra “vivo“, è altresì definito una delle più brillanti opere ritrattistiche del ‘600.
CHI E’ L’AGUCCHI
Il personaggio rappresentato non è affatto un tipo qualunque.
Infatti Giovanni Battista Agucchi (Bologna 1570 – San Salvatore 1.1.1632) è stato un diplomatico della Santa Sede, arcivescovo, scrittore ed esperto d’arte.
Si interessò di studi astronomici ed ebbe rapporti con Galileo.
Carracci – Venere dormiente con amorini
Scrisse un “Trattato della pittura” ed una celebre descrizione della “Venere dormiente con amorini” proprio del Carracci.
Fu anche amico sia del Carracci che del suo allievo Domenichino.
BREVE STORIA DELL’ATTRIBUZIONE DEL DIPINTO
Esempio di ritratto del Domenichino
Il dipinto inizialmente attribuito al Carracci in seguito per alcuni secoli è stato invece sempre attribuito al Domenichino ma nel 1994 una studiosa, Silvia Ginzburg, esaminando stilisticamente la tela e ripartendo dalle parole del Malvasia, giunge alla conclusione che il ritratto dell’Agucchi è frutto del pennello di Annibale.
Questa è la tesi prevalente in quanto i dipinti del Domenichino appaiono privi di quel “contatto con lo spettatore” di cui ho parlato su, e mostrano invece una, seppur elegante, separazione.
A ciò si aggiunge la considerazione della grande amicizia tra Annibale Carracci e l’Agucchi.
In verità la duplice attribuzione forse è stata generata dalla presenza di una copia d’epoca per cui le documentazioni archivistiche sul dipinto possono essere state da ciò deviate.
Tony Kospan
Copyright Tony Kospan
Annibale Carracci – Autoritratto sul cavalletto
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INSIEME
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Fin dalla sua creazione il dipinto colpì molto coloro che l'osservavano e il Malvasia, nel suo libro “Felsina Pittrice” del 1678, attribuendolo al Carracci lo descriveva così:
«Monsignor Agucchi che in zimarra tenendo una lettera con ambe le mani guarda a noi spettatori»
In effetti l'Agucchi, che appare vestito con una comoda vestaglia mentre legge una lettera seduto al suo scrittoio, alza lo sguardo dalla lettera e fissa attentamente qualcuno entrato nella stanza all'improvviso.
Annibale Carracci (Bologna, 3.11.1560 – Roma, 15.7.1609) – Autoritratto
Questo sguardo attento ed intenso in verità appare rivolto allo spettatore cioè a noi ed è quel che maggiormente colpisce.
Il dipinto è considerato una delle pietre miliari della ritrattistica barocca.
Infatti il personaggio ritratto entra in diretta relazione con lo spettatore al quale quasi sembra stia per parlare, a dirla con le parole dello storico dell'arte Tomaso Montanari, secondo i canoni di quella corrente.
Il quadro, che sembra “vivo“, è altresi definito una delle più brillanti opere ritrattistiche del '600.
CHI E' L'AGUCCHI
Il personaggio rappresentato non è affatto un tipo qualunque.
Infatti Giovanni Battista Agucchi (Bologna 1570 – San Salvatore 1.1.1632) è stato un diplomatico della Santa Sede, arcivescovo, scrittore ed esperto d'arte.
Si interessò di studi astronomici ed ebbe rapporti con Galileo.
Scrisse un “Trattato della pittura” ed una celebre descrizione della “Venere dormiente con amorini” proprio del Carracci.
Fu anche amico sia del Carracci che del suo allievo Domenichino.
BREVE STORIA DELL'ATTRIBUZIONE DEL DIPINTO
Esempio di ritratto del Domenichino
Il dipinto inizialmente attribuito al Carracci in seguito per alcuni secoli è stato invece sempre attribuito al Domenichino ma nel 1994 una studiosa, Silvia Ginzburg, esaminando stilisticamente la tela e ripartendo dalle parole del Malvasia, giunge alla conclusione che il ritratto dell'Agucchi è frutto del pennello di Annibale.
Questa è la tesi prevalente in quanto i dipinti del Domenichino appaiono privi di quel “contatto con lo spettatore” di cui ho parlato su, e mostrano invece una, seppur elegante, separazione.
A ciò si aggiunge la considerazione della grande amicizia tra Annibale Carracci e l'Agucchi.
In verità la duplice attribuzione forse è stata generata dalla presenza di una copia d'epoca per cui le documentazioni archivistiche sul dipinto possono essere state da ciò deviate.
Tony Kospan
Copyright Tony Kospan
Annibale Carracci – Autoritratto sul cavalletto
IL GRUPPO DI FB IN CUI VIVER L'ARTE
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Fin dalla sua creazione il dipinto colpì molto coloro che l'osservavano e il Malvasia, nel suo libro “Felsina Pittrice” del 1678, attribuendolo al Carracci lo descriveva così:
«Monsignor Agucchi che in zimarra tenendo una lettera con ambe le mani guarda a noi spettatori»
In effetti l'Agucchi, che appare vestito con una comoda vestaglia mentre legge una lettera seduto al suo scrittoio, alza lo sguardo dalla lettera e fissa attentamente qualcuno entrato nella stanza all'improvviso.
Annibale Carracci (Bologna, 3.11.1560 – Roma, 15.7.1609) – Autoritratto
Questo sguardo attento ed intenso in verità appare rivolto allo spettatore cioè a noi ed è quel che maggiormente colpisce.
Il dipinto è considerato una delle pietre miliari della ritrattistica barocca.
Infatti il personaggio ritratto entra in diretta relazione con lo spettatore al quale quasi sembra stia per parlare, a dirla con le parole dello storico dell'arte Tomaso Montanari, secondo i canoni di quella corrente.
Il quadro, che sembra “vivo“, è altresi definito una delle più brillanti opere ritrattistiche del '600.
CHI E' L'AGUCCHI
Il personaggio rappresentato non è affatto un tipo qualunque.
Infatti Giovanni Battista Agucchi (Bologna 1570 – San Salvatore 1.1.1632) è stato un diplomatico della Santa Sede, arcivescovo, scrittore ed esperto d'arte.
Si interessò di studi astronomici ed ebbe rapporti con Galileo.
Scrisse un “Trattato della pittura” ed una celebre descrizione della “Venere dormiente con amorini” proprio del Carracci.
Fu anche amico sia del Carracci che del suo allievo Domenichino.
BREVE STORIA DELL'ATTRIBUZIONE DEL DIPINTO
Esempio di ritratto del Domenichino
Il dipinto inizialmente attribuito al Carracci in seguito per alcuni secoli è stato invece sempre attribuito al Domenichino ma nel 1994 una studiosa, Silvia Ginzburg, esaminando stilisticamente la tela e ripartendo dalle parole del Malvasia, giunge alla conclusione che il ritratto dell'Agucchi è frutto del pennello di Annibale.
Questa è la tesi prevalente in quanto i dipinti del Domenichino appaiono privi di quel “contatto con lo spettatore” di cui ho parlato su, e mostrano invece una, seppur elegante, separazione.
A ciò si aggiunge la considerazione della grande amicizia tra Annibale Carracci e l'Agucchi.
In verità la duplice attribuzione forse è stata generata dalla presenza di una copia d'epoca per cui le documentazioni archivistiche sul dipinto possono essere state da ciò deviate.
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Annibale Carracci – Autoritratto sul cavalletto
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dalla sua nascita fino alla sua affermazione.
Esso si snoderà in 5 parti:
Sguardo – Cuore – Incontro – Bacio – Abbraccio
LO SGUARDO D’AMORE
POESIE DIPINTI AFORISMI CANZONI E NON SOLO
a cura di Tony Kospan
Qual è il primo momento in cui nascono in noi
interesse, curiosità, simpatia, feeling etc.
capaci di trasformarsi in un sentimento d’amore,
se non quando avviene l’incrocio di sguardi?
Non v’è infatti chi non veda quanto siano importanti
gli sguardi
nel sorgere di un amore,
o, in caso di esito negativo, solo di un sogno d’amore.

Martin Kavel
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Direi di più, gli sguardi nel corso dei secoli passati
in cui i rapporti tra i sessi erano estremamente complessi e difficili,
sono stati gli unici mezzi di comunicazione virtuale – ante litteram –
di emozioni, sensazioni, desideri, e di segnali d’intesa, gioia… etc.
Qualcuno può dubitare che uno sguardo
possa penetrare un cuore?
Certo lo sguardo può però,
sia in amore
che nei rapporti interpersonali in genere,
anche esprimere odio, disprezzo, indifferenza etc.
ma non è di questo che ci interesseremo.
Ritengo sublimi sul punto questi pensieri d’autore.
Guardandoti negli occhi ricordo soltanto
d’aver già visto il tuo volto in sogno.
Tagore
Le parole sono piene di falsità o di arte,
lo sguardo è il linguaggio del cuore
William Shakespeare
Lo sguardo alle volte può farsi carne,
unire due persone più di un abbraccio.
Dacia Maraini
C’è una strada che va dagli occhi al cuore
senza passare per l’intelletto.
Gilbert Keith Chesterton
Da sempre i poeti (e gli artisti in genere)
ci hanno parlato della stretta correlazione
tra occhi e cuore.
Ma passiamo alle poesie prescelte stavolta,
tutte di grandi autori.
Arthur Braginsky
CANZONE
~ Juan Ramon Jimenez ~
.
Quando le tue mani erano luna,
colsero dal giardino del cielo
i tuoi occhi, violette divine.
Che nostalgia, quando i tuoi occhi
ricordano, di notte, il loro cespo
alla luce morta delle tue mani!
Tutta la mia anima, col suo mondo,
metto nei miei occhi della terra,
per ammirarti, moglie splendida!
Non incontreranno le tue due violette
il leggiadro luogo a cui elevo
cogliendo nella mia anima l’increato?
Arthur Braginsky
SABBIE MOBILI
~ Jacques Prevert ~
.
Demoni e meraviglie
Venti e maree
S’è ritirato già il mare in lontananza
E tu
Come alga dolcemente dal vento accarezzata
Nelle sabbie del letto ti agiti sognando
Dèmoni e meraviglie
Venti e maree
Il mare s’è ritirato già in lontananza
Ma nei tuoi occhi socchiusi
Due piccole onde son rimaste
Dèmoni e meraviglie
Venti e maree
Due piccole onde per farmi annegare.
Cebarre
TI GUARDO E IL SOLE CRESCE
~ Paul Eluard ~
.
Ti guardo e il sole cresce
Presto ricoprirà la nostra giornata
Svegliati cuore e colori in mente
Per dissipare le pene della notte.
Ti guardo tutto è spoglio
Fuori le barche hanno poca acqua
Bisogna dire tutto con poche parole
Il mare è freddo senza amore
E’ l’inizio del mondo
Le onde culleranno il cielo
E tu vieni cullata dalle tue lenzuola
Tiri il sonno verso di te
Svegliati che io segua le tue tracce
Ho un corpo per attenderti per seguirti
Dalle porte dell’alba alle porte dell’ombra
Un corpo per passare la mia vita ad amarti.
Un corpo per sognare al di fuori del tuo sonno.
Botticelli – Nascita di Venere
CUORE E OCCHI
~ William Shakespeare ~
I miei occhi e il cuore son venuti a patti
ed or ciascuno all’altro il suo ben riversa:
se i miei occhi son desiosi di uno sguardo,
o il cuore innamorato si distrugge di sospiri,
gli occhi allor festeggian l’effigie del mio amore
e al fantastico banchetto invitano il mio cuore;
un’altra volta gli occhi son ospiti del cuore
che a lor partecipa il suo pensier d’amore.
Così, per la tua immagine o per il mio amore,
anche se lontano sei sempre in me presente;
perché non puoi andare oltre i miei pensieri
e sempre io son con loro ed essi son con te;
o se essi dormono, in me la tua visione
desta il cuore mio a delizia sua e degli occhi.
Leonardo (attr.) – La bella principessa (partic.)
TANTO GENTILE E TANTO ONESTA PARE
~ Dante Alighieri ~
.
Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.
Ella si va, sententosi laudare,
benignamente d’umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che ‘ntender no la può chi no la prova:
e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: Sospira.
F I N E
.
Un poetico saluto da
Orso Tony
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