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PERCHE’ E’ COSI’ CHE TI FREGA LA VITA – Breve ma elegante passo del noto scrittore Alessandro Baricco   Leave a comment

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UNA BELLA RIFLESSIONE DEL NOTO SCRITTORE
ALESSANDRO BARICCO



PERCHE’ E’ COSI’ CHE TI FREGA LA VITA






Ti piglia quando hai ancora l’anima addormentata e ti semina dentro un’immagine o un odore, o un suono che poi non te li toglie più.
E quella lì era la felicità.
Lo scopri dopo, quando è troppo tardi.
E già sei per sempre un’esule: a migliaia di chilometri da quell’immagine, da quel suono, da quell’odore.
Alla deriva.
Così fa il destino: potrebbe filar via invisibile e invece brucia dietro di sé, qua e là, alcuni istanti, fra i mille di una vita.
Nella notte del ricordo, ardono quelli, disegnando la via di fuga della sorte.
Fuochi solitari, buoni per darsi una ragione, una qualsiasi.
Semplicemente, senza che un solo angolo del suo volto si muovesse, e assolutamente in silenzio, iniziò a piangere, in quel modo che è un modo bellissimo, un segreto di pochi, piangono solo gli occhi, come bicchieri fino all’orlo di tristezza, e impassibili mentre quella goccia di troppo alla fine li vince e scivola giù dai bordi, seguita poi da mille altre, e immobili se ne stanno lì mentre gli cola addosso la loro minuta disfatta.
Ma quando ti viene quella voglia di piangere pazzesca, che proprio ti strizza tutto, che non la riesci a fermare, allora non c’è verso di spiaccicare una sola parola, non esce più niente, ti torna tutto indietro, tutto dentro, ingoiato da quei dannati singhiozzi, naufragato nel silenzio di quelle stupide lacrime.
Maledizione.
Con tutto quello che uno vorrebbe dire….
E invece niente, non esce fuori niente.
Si può essere fatti peggio di così?








Alessandro Baricco – da Castelli di Rabbia
web – impaginazione dell’Orso








CIAO DA TONY KOSPAN



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STORIA.. RICORDI E ATMOSFERE DI UN TEMPO
Frecce2039







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Buon compleanno Alessandro Baricco con un tuo breve ma suggestivo e poetico brano dal libro “Novecento”   Leave a comment


Come fare gli auguri ad uno scrittore 

se non leggendo un suo bel brano?







Il grande scrittore, che ha avuto una difficile malattia, 

merita i nostri migliori auguri insieme ai complimenti

per la fantastica bellezza della sua prosa.






Ecco un brano, breve ma intenso, che conferma le magiche doti

nascoste nella penna del notissimo scrittore.






Potevi pensare che era matto.

Ma non era così semplice.

Quando uno ti racconta con assoluta esattezza che odore c’è in Bertham Street, d’estate, quando ha appena smesso di piovere, non puoi pensare che è matto per la sola stupida ragione che in Bertham Street, lui, non c’è mai stato.

Negli occhi di qualcuno, nelle parole di qualcuno, lui, quell’aria, l’aveva respirata davvero.

Il mondo, magari, non l’aveva visto mai.

Ma erano ventisette anni che il mondo passava su quella nave: ed erano ventisette anni che lui, su quella nave, lo spiava.

E gli rubava l’anima.

In questo era un genio, niente da dire.

Sapeva ascoltare. E sapeva leggere.

Non i libri, quelli son buoni tutti, sapeva leggere la gente.

I segni che la gente si porta addosso: posti, rumori, odori, la loro terra, la loro storia…

Tutta scritta, addosso.

Lui leggeva, e con cura infinita, catalogava, sistemava, ordinava.




Alessandro Baricco – Torino 25.1.1958



Alessandro Baricco (Da Novecento)



Pin Die Brucke




Ciao da Tony Kospan





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PER LE NOVITA’

Frecce2039

LOGHI FIRME ORSETTI ORSO TONY

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“Và dove ti porta il cuore” – Brevi ma belle citazioni dal best seller di Susanna Tamaro   Leave a comment

 .

 

 
 
 
 
 
 
 
Gli strani percorsi della vita… e… l’invito.

 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
DAL LIBRO
 
 
VA’ DOVE TI PORTA IL CUORE 
di Susanna Tamaro





 
 
 
I
 
Và dove ti porta il cuore.
 
La via che hai percorso non era dritta ma piena di bivi, ad ogni passo c’era una freccia che indicava una direzione diversa;
da lì si dipartiva un viottolo, da là una stradina erbosa che si perdeva nei boschi.
 
Qualcuna di queste deviazioni l’hai imboccata senza accorgertene, qualcun’altra non l’avevi neanche vista;
quelle che hai trascurato non sai dove ti avrebbero condotto, se in un posto migliore o peggiore;
non lo sai ma ugualmente provi rimpianto.
 
Potevi fare una cosa e non l’hai fatta, sei tornata indietro invece di andare avanti.
 
Il gioco dell’oca, te lo ricordi?
 
La vita procede pressappoco allo stesso modo.
 
 
 
 
  

 

II

 

Quando davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale prendere,

non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta.

 

Respira con la profondità fiduciosa con cui hai respirato il giorno in cui sei venuta al mondo,

senza farti distrarre da nulla, aspetta e aspetta ancora.

 

Stai ferma, in silenzio, e ascolta il tuo cuore.

 

Quando poi ti parla, alzati e va dove lui ti porta.

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III



Trovare scappatoie quando non si vuole guardare dentro se stessi è la cosa più facile al mondo.


Una colpa esterna esiste sempre, è necessario avere molto coraggio per accettare che la colpa
– o meglio la responsabilità – appartiene a noi soltanto.



IV



Chissà perché le verità elementari sono le più difficili da comprendere?

Se io avessi capito allora che la prima qualità dell’amore è la forza,
gli eventi probabilmente si sarebbero svolti in modo diverso.

Ma per essere forti bisogna amare se stessi; per amare se stessi bisogna conoscersi in profondità,
sapere tutto di sé, anche le cose più nascoste, le più difficili da accettare.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
2 PAROLE SUL LIBRO
 
 
 
E’ la storia forte, intensa ed umana narrata come una lunga lettera di un’anziana nonna alla nipote lontana.

Nella lettera c’è tanto amore ed una appassionata aperta confessione di tutti i segreti della sua vita con l’esortazione alla nipote ad andare… dove la porta il cuore.
 
Il libro considerato un testo molto poetico è stato un grande best seller e da esso è nato un film con la regia di Cristina Comencini.



 

 




 
 

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Passi nella neve – Amore e mistero in questo racconto bello e suggestivo   Leave a comment

 

 

Davvero un racconto bello e suggestivo

pieno di fascino… mistero e… amore.

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PASSI NELLA NEVE

Paola Mastrorilli

 

 RACCONTO DEL MISTERO

 
 
 
La neve cadeva soffice, a coprire ogni cosa col suo manto di zucchero a velo ed io camminavo da sola lungo il selciato, seguendo le orme che io stessa avevo lasciato il giorno prima quando, in preda ai capricci di un dolore antico, avevo preso a camminare senza meta lungo i sentieri dei ricordi.
Il freddo era pungente e il dolore sferzante; chiudevo i pensieri in granelli di luce e li cospargevo per terra, come a voler concimare con essi il terreno.
 Infagottata in un cappotto asfittico non smettevo di ricordare noi, i tuoi baci lievi sulle mie labbra turgide, le tue mani sfrenate a cercare nuovi angoli del corpo da far fremere, la tua voglia di danzare e danzare… assieme, io e te, da soli, al centro della foresta incantata, dalla neve sfiorata.

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E la neve cadeva soffice a rivestire gli alberi con pennellate di morbida ovatta.
Ed io passeggiavo da sola, ricalcando con la mente i nostri giorni assieme, schiudendo il lucchetto alla gioia dei sorrisi lanciati a briglia sciolte verso l’orizzonte e raccogliendo i granelli di dolore sparsi per terra per trasformarli in sogni nuovi.
Nutrivo la speranza di un domani diverso, tra le braccia di chi potesse amarmi, con l’assoluta certezza che sarei arrivata alla fine del sentiero, senza nemmeno accorgermene.
E lì, lo sapevo, avrei trovato un nuovo sole, al di là delle fronde, ad aspettarmi per farcire di tepore i pensieri e per cullare via  le mie ore stanche.
Poi la neve smise di cadere e, tramutandosi in una pioggia catartica, si adagiò sui miei capelli bruni bagnandoli di essenza fresca e dolciastra; un tenue soffio di calore mi travolse, facendomi cadere lievemente sul terreno spugnoso e persi i sensi, per un istante solo.
Fu allora che mi voltai indietro e sentii il fiato mancare per un lungo scroscio di tempo.
Una mano eterea aveva sospinto via i pensieri e la mente, svuotata e solitaria, aveva soltanto smesso di correre lontano.









Lottando contro la luce che accecava la vista scorsi ciò che la mia mente non avrebbe mai osato nemmeno immaginare e mi parve di udire il cuore che si frantumava in mille frammenti: accanto alle mie impronte  impresse sulla neve candida ve n’erano altre, eteree e appena tracciate sul manto di malinconica bambagia.
Sensualmente mi avvicinai e le sfiorai con le labbra assetate.
Con gesti antichi affondai il volto dipinto di lacrime sul terreno umido e freddo ed egli, vorace, le bevve via fino all’ultima, asciugando il pianto e riscaldando il cuore.
Poi alzai la testa verso la volta immensa che dominava dall’alto ogni mia singola emozione e ringraziai il cielo grigio, affidandogli preghiere tacite e parole d’amore sommesse.
Guardai per terra e vidi l’impronta delle orme amiche sbiadire piano, come se fosse bastato il mio dolore a colmarne il fondo.
Ma un alito di vento gelido soffiò sui miei pensieri e una voce remota ed impalpabile riecheggiò con forza estrema lungo i corridoi del cuore, svelandomi l’arcano: tu avevi camminato accanto a me per tutto il tempo, fino alla fine del sentiero e accanto a me saresti rimasto, lungo tutto il cammino della vita.

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DAL WEB – IMPAG. T.K.
 









CIAO DA TONY KOSPAN






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PERCHE’ E’ COSI’ CHE TI FREGA LA VITA – Breve ma suggestivo brano del noto scrittore Alessandro Baricco   Leave a comment

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UNA BELLA RIFLESSIONE DEL NOTO SCRITTORE
ALESSANDRO BARICCO



PERCHE’ E’ COSI’ CHE TI FREGA LA VITA






Ti piglia quando hai ancora l’anima addormentata e ti semina dentro un’immagine o un odore, o un suono che poi non te li toglie più.
E quella lì era la felicità.
Lo scopri dopo, quando è troppo tardi.
E già sei per sempre un’esule: a migliaia di chilometri da quell’immagine, da quel suono, da quell’odore.
Alla deriva.
Così fa il destino: potrebbe filar via invisibile e invece brucia dietro di sé, qua e là, alcuni istanti, fra i mille di una vita.
Nella notte del ricordo, ardono quelli, disegnando la via di fuga della sorte.
Fuochi solitari, buoni per darsi una ragione, una qualsiasi.
Semplicemente, senza che un solo angolo del suo volto si muovesse, e assolutamente in silenzio, iniziò a piangere, in quel modo che è un modo bellissimo, un segreto di pochi, piangono solo gli occhi, come bicchieri fino all’orlo di tristezza, e impassibili mentre quella goccia di troppo alla fine li vince e scivola giù dai bordi, seguita poi da mille altre, e immobili se ne stanno lì mentre gli cola addosso la loro minuta disfatta.
Ma quando ti viene quella voglia di piangere pazzesca, che proprio ti strizza tutto, che non la riesci a fermare, allora non c’è verso di spiaccicare una sola parola, non esce più niente, ti torna tutto indietro, tutto dentro, ingoiato da quei dannati singhiozzi, naufragato nel silenzio di quelle stupide lacrime.
Maledizione.
Con tutto quello che uno vorrebbe dire….
E invece niente, non esce fuori niente.
Si può essere fatti peggio di così?








Alessandro Baricco – da Castelli di Rabbia
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Breve ma suggestivo e poetico brano di Alessandro Baricco dal libro “Novecento”   Leave a comment


Come fare gli auguri ad uno scrittore 

se non leggendo un suo bel brano?







Il grande scrittore, che ha avuto una difficile malattia, 

merita i nostri migliori auguri insieme ai complimenti

per la fantastica bellezza della sua prosa.






Ecco un brano, breve ma intenso, che conferma le magiche doti

nascoste nella penna del notissimo scrittore.






Potevi pensare che era matto.

Ma non era così semplice.

Quando uno ti racconta con assoluta esattezza che odore c’è in Bertham Street, d’estate, quando ha appena smesso di piovere, non puoi pensare che è matto per la sola stupida ragione che in Bertham Street, lui, non c’è mai stato.

Negli occhi di qualcuno, nelle parole di qualcuno, lui, quell’aria, l’aveva respirata davvero.

Il mondo, magari, non l’aveva visto mai.

Ma erano ventisette anni che il mondo passava su quella nave: ed erano ventisette anni che lui, su quella nave, lo spiava.

E gli rubava l’anima.

In questo era un genio, niente da dire.

Sapeva ascoltare. E sapeva leggere.

Non i libri, quelli son buoni tutti, sapeva leggere la gente.

I segni che la gente si porta addosso: posti, rumori, odori, la loro terra, la loro storia…

Tutta scritta, addosso.

Lui leggeva, e con cura infinita, catalogava, sistemava, ordinava.




Alessandro Baricco – Torino 25.1.1958



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“Và dove ti porta il cuore” – Dal libro cult di Susanna Tamaro brevi ma belle citazioni   1 comment

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Gli strani percorsi della vita… e… l’invito.

 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
DAL LIBRO
 
 
VA’ DOVE TI PORTA IL CUORE 
di Susanna Tamaro





 
 
 
I
 
Và dove ti porta il cuore.
 
La via che hai percorso non era dritta ma piena di bivi, ad ogni passo c’era una freccia che indicava una direzione diversa;
da lì si dipartiva un viottolo, da là una stradina erbosa che si perdeva nei boschi.
 
Qualcuna di queste deviazioni l’hai imboccata senza accorgertene, qualcun’altra non l’avevi neanche vista;
quelle che hai trascurato non sai dove ti avrebbero condotto, se in un posto migliore o peggiore;
non lo sai ma ugualmente provi rimpianto.
 
Potevi fare una cosa e non l’hai fatta, sei tornata indietro invece di andare avanti.
 
Il gioco dell’oca, te lo ricordi?
 
La vita procede pressappoco allo stesso modo.
 
 
 
 
  

 

II

 

Quando davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale prendere,

non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta.

 

Respira con la profondità fiduciosa con cui hai respirato il giorno in cui sei venuta al mondo,

senza farti distrarre da nulla, aspetta e aspetta ancora.

 

Stai ferma, in silenzio, e ascolta il tuo cuore.

 

Quando poi ti parla, alzati e va dove lui ti porta.

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III



Trovare scappatoie quando non si vuole guardare dentro se stessi è la cosa più facile al mondo.


Una colpa esterna esiste sempre, è necessario avere molto coraggio per accettare che la colpa
– o meglio la responsabilità – appartiene a noi soltanto.



IV



Chissà perché le verità elementari sono le più difficili da comprendere?

Se io avessi capito allora che la prima qualità dell’amore è la forza,
gli eventi probabilmente si sarebbero svolti in modo diverso.

Ma per essere forti bisogna amare se stessi; per amare se stessi bisogna conoscersi in profondità,
sapere tutto di sé, anche le cose più nascoste, le più difficili da accettare.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
2 PAROLE SUL LIBRO
 
 
 
E’ la storia forte, intensa ed umana narrata come una lunga lettera di un’anziana nonna alla nipote lontana.

Nella lettera c’è tanto amore ed una appassionata aperta confessione di tutti i segreti della sua vita con l’esortazione alla nipote ad andare… dove la porta il cuore.
 
Il libro considerato un testo molto poetico è stato un grande best seller e da esso è nato un film con la regia di Cristina Comencini.



 

 




 
 

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Perché è così che ti frega la vita – Suggestivo.. anche se breve.. brano del noto scrittore A. Baricco   Leave a comment

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UNA BELLA RIFLESSIONE DEL NOTO SCRITTORE
ALESSANDRO BARICCO



PERCHE’ E’ COSI’ CHE TI FREGA LA VITA






Ti piglia quando hai ancora l’anima addormentata e ti semina dentro un’immagine o un odore, o un suono che poi non te li toglie più.
E quella lì era la felicità.
Lo scopri dopo, quando è troppo tardi.
E già sei per sempre un’esule: a migliaia di chilometri da quell’immagine, da quel suono, da quell’odore.
Alla deriva.
Così fa il destino: potrebbe filar via invisibile e invece brucia dietro di sé, qua e là, alcuni istanti, fra i mille di una vita.
Nella notte del ricordo, ardono quelli, disegnando la via di fuga della sorte.
Fuochi solitari, buoni per darsi una ragione, una qualsiasi.
Semplicemente, senza che un solo angolo del suo volto si muovesse, e assolutamente in silenzio, iniziò a piangere, in quel modo che è un modo bellissimo, un segreto di pochi, piangono solo gli occhi, come bicchieri fino all’orlo di tristezza, e impassibili mentre quella goccia di troppo alla fine li vince e scivola giù dai bordi, seguita poi da mille altre, e immobili se ne stanno lì mentre gli cola addosso la loro minuta disfatta.
Ma quando ti viene quella voglia di piangere pazzesca, che proprio ti strizza tutto, che non la riesci a fermare, allora non c’è verso di spiaccicare una sola parola, non esce più niente, ti torna tutto indietro, tutto dentro, ingoiato da quei dannati singhiozzi, naufragato nel silenzio di quelle stupide lacrime.
Maledizione.
Con tutto quello che uno vorrebbe dire….
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DAL LIBRO
 
 
VA’ DOVE TI PORTA IL CUORE 
di Susanna Tamaro





 
 
 
I
 
Và dove ti porta il cuore.
 
La via che hai percorso non era dritta ma piena di bivi, ad ogni passo c’era una freccia che indicava una direzione diversa;
da lì si dipartiva un viottolo, da là una stradina erbosa che si perdeva nei boschi.
 
Qualcuna di queste deviazioni l’hai imboccata senza accorgertene, qualcun’altra non l’avevi neanche vista;
quelle che hai trascurato non sai dove ti avrebbero condotto, se in un posto migliore o peggiore;
non lo sai ma ugualmente provi rimpianto.
 
Potevi fare una cosa e non l’hai fatta, sei tornata indietro invece di andare avanti.
 
Il gioco dell’oca, te lo ricordi?
 
La vita procede pressappoco allo stesso modo.
 
 
 
 
  

 

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Quando davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale prendere,

non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta.

 

Respira con la profondità fiduciosa con cui hai respirato il giorno in cui sei venuta al mondo,

senza farti distrarre da nulla, aspetta e aspetta ancora.

 

Stai ferma, in silenzio, e ascolta il tuo cuore.

 

Quando poi ti parla, alzati e va dove lui ti porta.

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Trovare scappatoie quando non si vuole guardare dentro se stessi è la cosa più facile al mondo.


Una colpa esterna esiste sempre, è necessario avere molto coraggio per accettare che la colpa
– o meglio la responsabilità – appartiene a noi soltanto.



IV



Chissà perché le verità elementari sono le più difficili da comprendere?

Se io avessi capito allora che la prima qualità dell’amore è la forza,
gli eventi probabilmente si sarebbero svolti in modo diverso.

Ma per essere forti bisogna amare se stessi; per amare se stessi bisogna conoscersi in profondità,
sapere tutto di sé, anche le cose più nascoste, le più difficili da accettare.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
2 PAROLE SUL LIBRO
 
 
 
E’ la storia forte, intensa ed umana narrata come una lunga lettera di un’anziana nonna alla nipote lontana.

Nella lettera c’è tanto amore ed una appassionata aperta confessione di tutti i segreti della sua vita con l’esortazione alla nipote ad andare… dove la porta il cuore.
 
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E quella lì era la felicità.
Lo scopri dopo, quando è troppo tardi.
E già sei per sempre un’esule: a migliaia di chilometri da quell’immagine, da quel suono, da quell’odore.
Alla deriva.
Così fa il destino: potrebbe filar via invisibile e invece brucia dietro di sé, qua e là, alcuni istanti, fra i mille di una vita.
Nella notte del ricordo, ardono quelli, disegnando la via di fuga della sorte.
Fuochi solitari, buoni per darsi una ragione, una qualsiasi.
Semplicemente, senza che un solo angolo del suo volto si muovesse, e assolutamente in silenzio, iniziò a piangere, in quel modo che è un modo bellissimo, un segreto di pochi, piangono solo gli occhi, come bicchieri fino all’orlo di tristezza, e impassibili mentre quella goccia di troppo alla fine li vince e scivola giù dai bordi, seguita poi da mille altre, e immobili se ne stanno lì mentre gli cola addosso la loro minuta disfatta.
Ma quando ti viene quella voglia di piangere pazzesca, che proprio ti strizza tutto, che non la riesci a fermare, allora non c’è verso di spiaccicare una sola parola, non esce più niente, ti torna tutto indietro, tutto dentro, ingoiato da quei dannati singhiozzi, naufragato nel silenzio di quelle stupide lacrime.
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