Dove potrebbe trovarsi questo originalissimo e romantico muro se non a Parigi?
Parigi è romantica tutto l’anno ma lo è ancor più in autunno quando la dolcezza dei colori della natura donano calde e sognanti atmosfere.
Certo l’ideale è andarci col proprio amore ma indipendentemente dalla stagione.
E’ però utile sapere che lì ci sono luoghi non molto noti ma il cui effetto super romantico è assoluto.
Allora, se si è andati a Parigi, perché non portare il proprio partner a vedere “Le mur des je t’aime” (in italiano “Il muro dei ti amo“) che è un vero e proprio inno all’amore?
Ma non è un muro qualunque!
E’ un’installazione artistica creata dall’artista e scrittore franco-spagnolo Frédéric Baron con la collaborazione della pittrice e calligrafa Claire Kito.
Misura 10 x 4 metri ed è composta da 612 piastrelle di 21 x 29 centrimetri tutte di blu scuro.
Presenta scritte centinaia di parole di colore bianco con macchie rosse qua e là, che rappresentano pezzi di cuore.
Sono leggibili oltre 300 “Ti amo” scritti in tutte le lingue del mondo ed alcuni dialetti.
Inizialmente sembra che il Baron chiedesse ai vicini ed agli stranieri che conosceva di scrivere “Ti amo” nella loro lingua.
La collezione di scritte si è poi via via accresciuta creando una vera e propria leggenda.
Oltre all’aspetto romantico la presenza di scritte multilingue vuol anche essere un messaggio di pace tra i popoli.
Si trova all’interno di un giardinetto, a Montmartre, in Piazza Jehan Rictus.
Se riuscite ad andarci realizzerete insieme un sogno e farete una bella sorpresa alla persona con cui andrete.
un tempo il più affascinante ed artistico della città
diventato oggi,
ahimè, solo una meta obbligata per turisti.
Quest’opera è quasi nascosta e non la si trova con facilità
ma è molto bella così come la storia della sua creazione
che ha a che fare con il suo nome…
“Passe-muraille”
(Passamura o attraversamura).
IL PASSAMURA DI MONTMARTRE
(per il blog IL MONDO DI ORSOSOGNANTE)
Tony Kospan
LA STORIA DELLA SCULTURA
L’origine infatti è… letteraria!
Infatti IL PASSAMURA è una novella
dello scrittore Marcel Aymé
(abitante a Montmartre)
pubblicata nel 1943 che è, tra le sue opere,
forse quella più amata e meglio rimasta impressa nella memoria dei lettori
al punto che gli vollero dedicare questa statua.
LA TRAMA.. IN BREVE.. DELLA NOVELLA
CHE E’ ALL’ORIGINE DELLA SCULTURA
Il y avait à Montmartre, au troisième étage du 75bis de la rue d’Orchampt,
un excellent homme nommé Dutilleul
qui possédait le don singulier de passer
à travers les murs sans en être incommodé.
Un giorno Monsieur Dutilleul,
scopre di poter passare attraverso i muri,
ed inizialmente la cosa lo infastidisce e consulta il medico.
Poi però comprende le tante potenzialità di questa sua facoltà
ed allora prima si vendica del suo capoufficio antipatico
e si diverte a fargliene di tutti i colori,
poi però pian piano inizia ad esagerare facendo furti
che firma con lo pseudonimo di Garou-Garou
e si prende gioco della Polizia.
Un giorno però rimase incastrato nel muro di Rue Norvins.
La causa? L’amore per una bella ragazza.
La scultura, che descrive proprio questo momento,
è stata realizzata da Jean Marais nel 1989
ed è tra le più fotografate di Montmartre.
Anche la piazza antistante ha un riferimento
con la novella e con questa scultura…
infatti ora è chiamata “Marcel Aymé”
col nome cioè dell’autore della novella
che meriterebbe d’esser letta tutta
mentre siamo seduti di fronte alla scultura.
(Per inciso la novella fu scritta sotto l’occupazione tedesca e
vuol anche evidenziare, con uno sfogo criptico e simbolico, l’insofferenza
dei cittadini per gli assurdi ordini e regolamenti nazisti
che i parigini dovevano rispettare in continuazione)
Toulouse-Lautrec è stato uno degli artisti più importanti
della scintillante e sognante Parigi di fine ‘800
di cui ha “narrato”, con calore e verità, vizi e virtù.
BREVE BIOGRAFIA
Henri Marie Raymond de Toulouse-Lautrec nacque in una nobile famiglia discendente addirittura da Carlo Magno.
Fin da piccolo fu sofferente di una malattia alle ossa che ne impedì la crescita in altezza e gli rese la testa molto grande rispetto al corpo in cui soprattutto le gambe restarono molto piccole.
Albi 24.11.1864 – Saint-André-du-Bois 9.9.1901
Per questo fece gli studi nella casa paterna, da dove in pratica usciva raramente, dedicandosi fin da piccolo alla pittura.
Visto questo suo interesse fu inviato a studiare pittura presso studi di alcuni noti pittori.
A 19 anni aprì il suo primo atelier a Montmartre (Parigi) noto per esser il quartiere degli artisti e dei bohemiens.
Fu proprio questo mondo fatto di caffè, bordelli e bistrot, che ha creato il mito della Belle Époque, ad ispirare la massima parte dei suoi dipinti.
Fece una vita economicamente disordinata, e quasi sempre in compagnia dell’alcool (e non solo), ma ci tenne sempre a differenziare i propri guadagni di pittore dall’appannaggio familiare.
Pur disponendo di notevoli risorse economiche egli amava frequentare gli ambienti più poveri e diseredati alloggiando spesso nei bordelli dove amava dipingere le prostitute nei loro atteggiamenti più spregiudicati.
Le sue opere, con il loro calore… i loro colori… ma anche con la loro verità, mostrano una forte vicinanza umana ai soggetti dipinti.
Nel 1893 la sua prima mostra ebbe subito successo e piacque anche ai critici.
Da quel momento in poi pian piano divenne ben presto un notevole punto di riferimento nel mondo artistico parigino.
Tuttavia, nonostante i successi artistici delle sue opere, rimase sempre schiavo dell’alcoolismo.
Morì a soli 36 anni a seguito di complicazioni causate dalla sifilide in un corpo già debilitato.
Al Moulin Rouge con autoritratto
SINTETICA ANALISI DELLA SUA ARTE
All’inizio le sue opere presentano caratteristiche simili a quelle degli impressionisti ed in questo molta influenza ebbero soprattutto Edgar Degas ma anche Cézanne, Renoir e Manet.
Egli poi però ben presto inizierà a tener sempre differenziata la figura umana dall’ambiente di sfondo nei suoi dipinti e proprio per questo è definito un post-impressionista.
Infatti egli stesso affermava:
“Non esiste che la figura, il paesaggio è nulla, non dovrebbe che essere un accessorio.
Il paesaggio dovrebbe essere usato solo per rendere più intelligibile il carattere della figura.”
Bevitori di assenzio
Possiamo dunque dire che per lui viene prima di ogni altra cosa la persona e molte persone, da lui dipinte, sono divenute poi, grazie a lui, immortali.
Egli usava diversi supporti per le sue opere ed è infatti considerato anche uno dei più geniali autori di manifesti e stampe dei suoi tempi.
Van Gogh aveva una grande passione sia per questo fiore che per il colore giallo che tra l’atro in origine era molto più acceso di quello che vediamo ora nei suoi dipinti.
Casa Gialla
Ad Arles, nella “Casa Gialla”, tra il settembre del 1888 e il gennaio 1889, in un ottimo periodo dal punto di vista psicologico egli dipinse ben 7 volte dei girasoli anche per arredare la stanza destinata a Gauguin che aveva invitato lì per creare una collaborazione artistica.
Quest’ultimo tuttavia, arrivato ad ottobre, non trovò né interessante la cittadina di Arles né mostrò grande passione per i suoi girasoli.
Poi però dipinse l’amico proprio nell’atto di dipingere dei girasoli.
Gauguin – Van Gogh che dipinge girasoli
I GIRASOLI DI MONTMARTRE
In verità Van Gogh aveva già dipinto 4 volte dei girasoli 2 anni prima quando era a Montmartre.
Questi però erano tutti sparsi su di un tavolo ed erano appassiti o recisi (segno di un periodo con umore molto triste).
Eccoli in un collage.
I GIRASOLI DELLA SERIE DI ARLES
La “serie dei Girasoli” più celebre è però quella dipinta ad Arles ed è tutta in vaso.
Di questi 7 dipinti uno è andato distrutto in un incendio in Giappone a seguito di un bombardamento durante la seconda Guerra Mondiale
Il dipinto distrutto
e di un altro si hanno pochissime notizie in quanto da molti decenni non è più stato mostrato in pubblico dalla Collezione Privata che ne è proprietaria.
Dipinto non più visibile perché in una collezione privata non nota
I rimanenti sono sparsi in vari Musei del mondo ma, per proteggerli dato il loro delicatissimo stato di conservazione, non potranno mai essere esposti tutti insieme.
Comunque vediamo questi altri 5.
12 girasoli – Philadelfia
12 girasoli – Monaco di Baviera
15 girasoli – Londra
15 girasoli – Amsterdam
15 girasoli – Tokio
Uno di questi, quello londinese, ha di recente subito un assalto con lancio di salsa di pomodoro da parte di 2 ragazze esponenti del movimento ecologista impegnate sì in una giustissima battaglia che però, se fatta contro l’arte, diventa assolutamente controproducente.
In ogni caso, per fortuna, il dipinto non si è rovinato perché protetto da una lastra di vetro mentre invece si è rovinata la cornice.
Tony Kospan
Copyright Tony Kospan – Vietata la copia senza indicare autore e nome del blog
Toulouse-Lautrec è stato uno degli artisti più importanti
della scintillante e sognante Parigi di fine ‘800
di cui ha “narrato”, con calore e verità, vizi e virtù.
BREVE BIOGRAFIA
Henri Marie Raymond de Toulouse-Lautrec nacque in una nobile famiglia discendente addirittura da Carlo Magno.
Fin da piccolo fu sofferente di una malattia alle ossa che ne impedì la crescita in altezza e gli rese la testa molto grande rispetto al corpo in cui soprattutto le gambe restarono molto piccole.
Albi 24.11.1864 – Saint-André-du-Bois 9.9.1901
Per questo fece gli studi nella casa paterna, da dove in pratica usciva raramente, dedicandosi fin da piccolo alla pittura.
Visto questo suo interesse fu inviato a studiare pittura presso studi di alcuni noti pittori.
A 19 anni aprì il suo primo atelier a Montmartre (Parigi) noto per esser il quartiere degli artisti e dei bohemiens.
Fu proprio questo mondo fatto di caffè, bordelli e bistrot, che ha creato il mito della Belle Époque, ad ispirare la massima parte dei suoi dipinti.
Fece una vita economicamente disordinata, e quasi sempre in compagnia dell’alcool (e non solo), ma ci tenne sempre a differenziare i propri guadagni di pittore dall’appannaggio familiare.
Pur disponendo di notevoli risorse economiche egli amava frequentare gli ambienti più poveri e diseredati alloggiando spesso nei bordelli dove amava dipingere le prostitute nei loro atteggiamenti più spregiudicati.
Le sue opere, con il loro calore… i loro colori… ma anche con la loro verità, mostrano una forte vicinanza umana ai soggetti dipinti.
Nel 1893 la sua prima mostra ebbe subito successo e piacque anche ai critici.
Da quel momento in poi pian piano divenne ben presto un notevole punto di riferimento nel mondo artistico parigino.
Tuttavia, nonostante i successi artistici delle sue opere, rimase sempre schiavo dell’alcoolismo.
Morì a soli 36 anni a seguito di complicazioni causate dalla sifilide in un corpo già debilitato.
Al Moulin Rouge con autoritratto
SINTETICA ANALISI DELLA SUA ARTE
All’inizio le sue opere presentano caratteristiche simili a quelle degli impressionisti ed in questo molta influenza ebbero soprattutto Edgar Degas ma anche Cézanne, Renoir e Manet.
Egli poi però ben presto inizierà a tener sempre differenziata la figura umana dall’ambiente di sfondo nei suoi dipinti e proprio per questo è definito un post-impressionista.
Infatti egli stesso affermava:
“Non esiste che la figura, il paesaggio è nulla, non dovrebbe che essere un accessorio.
Il paesaggio dovrebbe essere usato solo per rendere più intelligibile il carattere della figura.”
Bevitori di assenzio
Possiamo dunque dire che per lui viene prima di ogni altra cosa la persona e molte persone, da lui dipinte, sono divenute poi, grazie a lui, immortali.
Egli usava diversi supporti per le sue opere ed è infatti considerato anche uno dei più geniali autori di manifesti e stampe dei suoi tempi.
Dove potrebbe trovarsi questo originalissimo e romantico muro se non a Parigi?
Parigi è romantica tutto l’anno ma lo è ancor più in autunno quando la dolcezza dei colori della natura donano calde e sognanti atmosfere.
Certo l’ideale è andarci col proprio amore ma indipendentemente dalla stagione.
E’ però utile sapere che lì ci sono luoghi non molto noti ma il cui effetto super romantico è assoluto.
Allora, se si è andati a Parigi, perché non portare il proprio partner a vedere “Le mur des je t’aime” (in italiano “Il muro dei ti amo“) che è un vero e proprio inno all’amore?
Ma non è un muro qualunque!
E’ un’installazione artistica creata dall’artista e scrittore franco-spagnolo Frédéric Baron con la collaborazione della pittrice e calligrafa Claire Kito.
Misura 10 x 4 metri ed è composta da 612 piastrelle di 21 x 29 centrimetri tutte di blu scuro.
Presenta scritte centinaia di parole di colore bianco con macchie rosse qua e là, che rappresentano pezzi di cuore.
Sono leggibili oltre 300 “Ti amo” scritti in tutte le lingue del mondo ed alcuni dialetti.
Inizialmente sembra che il Baron chiedesse ai vicini ed agli stranieri che conosceva di scrivere “Ti amo” nella loro lingua.
La collezione di scritte si è poi via via accresciuta creando una vera e propria leggenda.
Oltre all’aspetto romantico la presenza di scritte multilingue vuol anche essere un messaggio di pace tra i popoli.
Si trova all’interno di un giardinetto, a Montmartre, in Piazza Jehan Rictus.
Se riuscite ad andarci realizzerete insieme un sogno e farete una bella sorpresa alla persona con cui andrete.
Dove potrebbe trovarsi questo originalissimo e romantico muro se non a Parigi?
Parigi è romantica tutto l’anno ma lo è ancor più in autunno quando la dolcezza dei colori della natura donano calde e sognanti atmosfere.
Certo l’ideale è andarci col proprio amore ma indipendentemente dalla stagione.
E’ però utile sapere che lì ci sono luoghi non molto noti ma il cui effetto super romantico è assoluto.
Allora, se si è andati a Parigi, perché non portare il proprio partner a vedere “Le mur des je t’aime” (in italiano “Il muro dei ti amo“) che è un vero e proprio inno all’amore?
Ma non è un muro qualunque!
E’ un’installazione artistica creata dall’artista e scrittore franco-spagnolo Frédéric Baron con la collaborazione della pittrice e calligrafa Claire Kito.
Misura 10 x 4 metri ed è composta da 612 piastrelle di 21 x 29 centrimetri tutte di blu scuro.
Presenta scritte centinaia di parole di colore bianco con macchie rosse qua e là, che rappresentano pezzi di cuore.
Sono leggibili oltre 300 “Ti amo” scritti in tutte le lingue del mondo ed alcuni dialetti.
Inizialmente sembra che il Baron chiedesse ai vicini ed agli stranieri che conosceva di scrivere “Ti amo” nella loro lingua.
La collezione di scritte si è poi via via accresciuta creando una vera e propria leggenda.
Oltre all’aspetto romantico la presenza di scritte multilingue vuol anche essere un messaggio di pace tra i popoli.
Si trova all’interno di un giardinetto, a Montmartre, in Piazza Jehan Rictus.
Se riuscite ad andarci realizzerete insieme un sogno e farete una bella sorpresa alla persona con cui andrete.
un tempo il più affascinante ed artistico della città
diventato oggi,
ahimè, solo una meta obbligata per turisti.
Quest’opera è quasi nascosta e non la si trova con facilità
ma è molto bella così come la storia della sua creazione
che ha a che fare con il suo nome…
“Passe-muraille”
(Passamura o attraversamura).
IL PASSAMURA DI MONTMARTRE
(per il blog IL MONDO DI ORSOSOGNANTE)
Tony Kospan
LA STORIA DELLA SCULTURA
L’origine infatti è… letteraria!
Infatti IL PASSAMURA è una novella
dello scrittore Marcel Aymé
(abitante a Montmartre)
pubblicata nel 1943 che è, tra le sue opere,
forse quella più amata e meglio rimasta impressa nella memoria dei lettori
al punto che gli vollero dedicare questa statua.
LA TRAMA.. IN BREVE.. DELLA NOVELLA
CHE E’ ALL’ORIGINE DELLA SCULTURA
Il y avait à Montmartre, au troisième étage du 75bis de la rue d’Orchampt,
un excellent homme nommé Dutilleul
qui possédait le don singulier de passer
à travers les murs sans en être incommodé.
Un giorno Monsieur Dutilleul,
scopre di poter passare attraverso i muri,
ed inizialmente la cosa lo infastidisce e consulta il medico.
Poi però comprende le tante potenzialità di questa sua facoltà
ed allora prima si vendica del suo capoufficio antipatico
e si diverte a fargliene di tutti i colori,
poi però pian piano inizia ad esagerare facendo furti
che firma con lo pseudonimo di Garou-Garou
e si prende gioco della Polizia.
Un giorno però rimase incastrato nel muro di Rue Norvins.
La causa? L’amore per una bella ragazza.
La scultura, che descrive proprio questo momento,
è stata realizzata da Jean Marais nel 1989
ed è tra le più fotografate di Montmartre.
Anche la piazza antistante ha un riferimento
con la novella e con questa scultura…
infatti ora è chiamata “Marcel Aymé”
col nome cioè dell’autore della novella
che meriterebbe d’esser letta tutta
mentre siamo seduti di fronte alla scultura.
(Per inciso la novella fu scritta sotto l’occupazione tedesca e
vuol anche evidenziare, con uno sfogo criptico e simbolico, l’insofferenza
dei cittadini per gli assurdi ordini e regolamenti nazisti
che i parigini dovevano rispettare in continuazione)
Van Gogh aveva una grande passione sia per questo fiore che per il colore giallo che tra l’atro in origine era molto più acceso di quello che vediamo ora nei suoi dipinti.
Casa Gialla
Ad Arles, nella “Casa Gialla”, tra il settembre del 1888 e il gennaio 1889, in un ottimo periodo dal punto di vista psicologico egli dipinse ben 7 volte dei girasoli anche per arredare la stanza destinata a Gauguin che aveva invitato lì per creare una collaborazione artistica.
Quest’ultimo tuttavia, arrivato ad ottobre, non trovò né interessante la cittadina di Arles né mostrò grande passione per i suoi girasoli.
Poi però dipinse l’amico proprio nell’atto di dipingere dei girasoli.
Gauguin – Van Gogh che dipinge girasoli
I GIRASOLI DI MONTMARTRE
In verità Van Gogh aveva già dipinto 4 volte dei girasoli 2 anni prima quando era a Montmartre.
Questi però erano tutti sparsi su di un tavolo ed erano appassiti o recisi (segno di un periodo con umore molto triste).
Eccoli in un collage.
I GIRASOLI DELLA SERIE DI ARLES
La “serie dei Girasoli” più celebre è però quella dipinta ad Arles ed è tutta in vaso.
Di questi 7 dipinti uno è andato distrutto in un incendio in Giappone a seguito di un bombardamento durante la seconda Guerra Mondiale
Il dipinto distrutto
e di un altro si hanno pochissime notizie in quanto da molti decenni non è più stato mostrato in pubblico dalla Collezione Privata che ne è proprietaria.
Dipinto non più visibile perché in una collezione privata non nota
I rimanenti sono sparsi in vari Musei del mondo ma, per proteggerli dato il loro delicatissimo stato di conservazione, non potranno mai essere esposti tutti insieme.
Comunque vediamo questi altri 5.
12 girasoli – Philadelfia
12 girasoli – Monaco di Baviera
15 girasoli – Londra
15 girasoli – Amsterdam
15 girasoli – Tokio
Uno di questi, quello londinese, ha di recente subito un assalto con lancio di salsa di pomodoro da parte di 2 ragazze esponenti del movimento ecologista impegnate sì in una giustissima battaglia che però, se fatta contro l’arte, diventa assolutamente controproducente.
In ogni caso, per fortuna, il dipinto non si è rovinato perché protetto da una lastra di vetro mentre invece si è rovinata la cornice.
Tony Kospan
Copyright Tony Kospan – Vietata la copia senza indicare autore e nome del blog