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IL TUFFATORE DI PAESTUM – Il dipinto di 2.500 anni fa che nessuno avrebbe dovuto vedere ed i suoi misteri   Leave a comment








IL MISTERO DEL TUFFATORE DI PAESTUM








Sono ormai passati oltre 50 anni dalla sua scoperta (1968) in una tomba risalente al decennio compreso tra il 480 e il 470 a.C, a circa 2 km dai famosi Templi di Paestum, ma il mistero sul suo significato è più fitto che mai.

Insieme agli altri presenti nella tomba rappresenta l’unica testimonianza di pittura greca figurativa realizzata con la tecnica dell’affresco.

Innanzitutto il dipinto non era destinato ad esser visto da alcuno se non dai parenti del defunto per qualche giorno prima della chiusura della tomba.

Questo però era normale nell’antichità.








Il dipinto era in una delle 5 lastre trovate nella tomba, in particolare su quella di copertura della tomba, ed è l’unico che fin da subito suscitò interrogativi dato che gli altri rappresentano invece normali scene di vita quotidiana classica del mondo greco.

Nella tomba poi fu trovato un semplice corredo formato da 1 vaso allungato ed una “lyra” (strumento musicale) fatta con un guscio di tartaruga.









Questo strumento musicale è visibile negli altri dipinti della tomba (nelle scene dei banchetti) per cui è evidente il collegamento con la vita del defunto che quasi certamente amava suonarlo.

Torniamo al dipinto.

Le analisi e gli studi hanno escluso la presenza di artigiani etruschi e rimandano alle maestranze locali, forse le stesse che erano impegnate all’epoca nella costruzione dei templi.

Quel corpo maschile nudo ed agile che si lancia dal trampolino di mattoni squadrati, quell’albero stilizzato e quello specchio d’acqua colpirono fin da subito non solo gli archeologi ma anche personaggi ed intellettuali come Montale, Fellini ed altri… che in qualche modo ne ricavarono anche spunti per le loro opere.








Cosa significa dunque questo dipinto?

Le teorie principali sono 2:

L’archeologo che per primo si occupò dell’esame della tomba ritenne che il dipinto rientrasse tra i messaggi orfico pitagorici… mentre un altro vi vedeva solo lo stesso tema delle altre pareti, ovvero scene di vita quotidiana.


Per comprendere meglio la tesi del primo dobbiamo ricordare che nel 6° secolo a. C. nel mondo greco e nella Magna Grecia, anche grazie ai filosofi Parmenide e Pitagora, iniziavano a diffondersi tra le sette iniziatiche le idee di una vita oltre la morte, e si sa, per testimonianze scritte ed altra documentazione, che all’epoca a Paestum c’erano i pitagorici.




Il gioco del cottabo




Dunque il mistero è destinato a rimanere ma una cosa è certa, se questo dipinto è legato ai culti misterici, non potremo mai saperne di più proprio perché essi erano notoriamente segretissimi.

Personalmente ritengo che se il dipinto fosse stato in una lastra laterale, allora poteva essere considerato certamente una scena di vita, ma lì in alto sul soffitto, appare posizionata in modo che il defunto potesse “vederla” ed allora in me prevale la tesi misterica.


Tony Kospan




ARANCIO divfar

PER CHI AMA LA STORIA ED I RICORDI DEL PASSATO
Frecce2039









LA CULLA DEL MARE – Una poesia di Tony Kospan (anche in video)   Leave a comment


 
 
 
 
 
 
 

LA CULLA DEL MARE 
Tony Kospan
 
 
A pelo d’acqua sdraiato
felice… dondolo
tra calde morbide onde.
 
A mò di morto galleggio…
molleggio…
ondeggio…
mentalmente solfeggio
eleatiche* musiche antiche
mentre il sole forte m’abbraccia
e gli occhi socchiusi… mi bacia.
 
Suoni indistinti
voci bagnate
rumori marini
soffusi giungono
confusi s’aggiungono
alle mie orecchie
immerse
sommerse
nel liquido mare.
 
Ed a questo dolce moto di culla
tutto m’abbandono
mentre s’acquieta l’animo mio
perdendosi tra sogni e ricordi
o cercando il nulla…
liberazione
seppur breve
dalle dure…
quotidiane cure





 
 
 
 
*Elea… è un altro nome di Velia
(Ascea… Cilento – Campania)
antica città della Magna Grecia



mare 3




Qui ora… la poesia in un bel video… dono dell’amica Luna.

 


 
 
fre bia pouce

 
 
 


 
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I Bronzi di Riace – Conosciamoli e vediamoli da vicino – Quando l’archeologia è spettacolare   Leave a comment





La storia dei due mitici Bronzi è composta di una parte antica e classica, del tutto ignota o quasi, 
ed una moderna che inizia il 16 Agosto del 1972, giorno della loro scoperta nel mare di Riace, 
che pure presenta aspetti poco chiari, come l’assenza di qualsiasi altro reperto antico accanto.

Conosciamoli un po’ questi due.







I Bronzi di Riace sono due statue di bronzo del V secolo a. C. giunte a noi in eccezionale stato di conservazione.

Una viene denominata “IL GUERRIERO” (o “IL GIOVANE”) e l’altra IL GUERRIERO B (o “IL VECCHIO”).










Rinvenuti in mare il 16 agosto 1972 nei pressi di Riace Marina (RC) sono considerati tra i capolavori assoluti della scultura della Grecia (o Magna Grecia) classica.

L’origine e gli autori delle statue sono ancora avvolti nel mistero.











I Bronzi si trovano ora, dopo una perfetta liberazione dalle incrostazioni marine formatesi lungo 25 secoli, nel Museo nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria.










Le 2 sculture sono diventate un simbolo di Reggio Calabria e della Calabria tutta.








(VEDIAMOLI DA VICINO E SCOPRIAMO QUANTO SIANO EMOZIONANTI)
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IL TUFFATORE DI PAESTUM – I misteri del dipinto di 2.500 anni fa che nessuno avrebbe dovuto vedere e le varie ipotesi   2 comments








IL MISTERO DEL TUFFATORE DI PAESTUM








Sono ormai passati oltre 50 anni dalla sua scoperta (1968) in una tomba risalente al decennio compreso tra il 480 e il 470 a.C, a circa 2 km dai famosi Templi di Paestum, ma il mistero sul suo significato è più fitto che mai.

Insieme agli altri presenti nella tomba rappresenta l’unica testimonianza di pittura greca figurativa realizzata con la tecnica dell’affresco.

Innanzitutto il dipinto non era destinato ad esser visto da alcuno se non dai parenti del defunto per qualche giorno prima della chiusura della tomba.

Questo però era normale nell’antichità.








Il dipinto era in una delle 5 lastre trovate nella tomba, in particolare su quella di copertura della tomba, ed è l’unico che fin da subito suscitò interrogativi dato che gli altri rappresentano invece normali scene di vita quotidiana classica del mondo greco.

Nella tomba poi fu trovato un semplice corredo formato da 1 vaso allungato ed una “lyra” (strumento musicale) fatta con un guscio di tartaruga.









Questo strumento musicale è visibile negli altri dipinti della tomba (nelle scene dei banchetti) per cui è evidente il collegamento con la vita del defunto che quasi certamente amava suonarlo.

Torniamo al dipinto.

Le analisi e gli studi hanno escluso la presenza di artigiani etruschi e rimandano alle maestranze locali, forse le stesse che erano impegnate all’epoca nella costruzione dei templi.

Quel corpo maschile nudo ed agile che si lancia dal trampolino di mattoni squadrati, quell’albero stilizzato e quello specchio d’acqua colpirono fin da subito non solo gli archeologi ma anche personaggi ed intellettuali come Montale, Fellini ed altri… che in qualche modo ne ricavarono anche spunti per le loro opere.








Cosa significa dunque questo dipinto?

Le teorie principali sono 2:

L’archeologo che per primo si occupò dell’esame della tomba ritenne che il dipinto rientrasse tra i messaggi orfico pitagorici… mentre un altro vi vedeva solo lo stesso tema delle altre pareti, ovvero scene di vita quotidiana.


Per comprendere meglio la tesi del primo dobbiamo ricordare che nel 6° secolo a. C. nel mondo greco e nella Magna Grecia, anche grazie ai filosofi Parmenide e Pitagora, iniziavano a diffondersi tra le sette iniziatiche le idee di una vita oltre la morte, e si sa, per testimonianze scritte ed altra documentazione, che all’epoca a Paestum c’erano i pitagorici.




Il gioco del cottabo




Dunque il mistero è destinato a rimanere ma una cosa è certa, se questo dipinto è legato ai culti misterici, non potremo mai saperne di più proprio perché essi erano notoriamente segretissimi.

Personalmente ritengo che se il dipinto fosse stato in una lastra laterale, allora poteva essere considerato certamente una scena di vita, ma lì in alto sul soffitto, appare posizionata in modo che il defunto potesse “vederla” ed allora in me prevale la tesi misterica.


Tony Kospan




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PER CHI AMA LA STORIA ED I RICORDI DEL PASSATO
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LA CULLA DEL MARE – Poesia di Tony Kospan anche in video   Leave a comment


 
 
 
 
 
 
 

LA CULLA DEL MARE 
Tony Kospan
 
 
A pelo d’acqua sdraiato
felice… dondolo
tra calde morbide onde.
 
A mò di morto galleggio…
molleggio…
ondeggio…
mentalmente solfeggio
eleatiche* musiche antiche
mentre il sole forte m’abbraccia
e gli occhi socchiusi… mi bacia.
 
Suoni indistinti
voci bagnate
rumori marini
soffusi giungono
confusi s’aggiungono
alle mie orecchie
immerse
sommerse
nel liquido mare.
 
Ed a questo dolce moto di culla
tutto m’abbandono
mentre s’acquieta l’animo mio
perdendosi tra sogni e ricordi
o cercando il nulla…
liberazione
seppur breve
dalle dure…
quotidiane cure





 
 
 
 
*Elea… è un altro nome di Velia
(Ascea… Cilento – Campania)
antica città della Magna Grecia



mare 3




Qui ora… la poesia in un bel video… dono dell’amica Luna.

 


 
 
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LA CULLA DEL MARE 
Tony Kospan
 
 
A pelo d’acqua sdraiato
felice… dondolo
tra calde morbide onde.
 
A mò di morto galleggio…
molleggio…
ondeggio…
mentalmente solfeggio
eleatiche* musiche antiche
mentre il sole forte m’abbraccia
e gli occhi socchiusi… mi bacia.
 
Suoni indistinti
voci bagnate
rumori marini
soffusi giungono
confusi s’aggiungono
alle mie orecchie
immerse
sommerse
nel liquido mare.
 
Ed a questo dolce moto di culla
tutto m’abbandono
mentre s’acquieta l’animo mio
perdendosi tra sogni e ricordi
o cercando il nulla…
liberazione
seppur breve
dalle dure…
quotidiane cure





 
 
 
 
*Elea… è un altro nome di Velia
(Ascea… Cilento – Campania)
antica città della Magna Grecia



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I BRONZI DI RIACE – CONOSCIAMOLI E VEDIAMOLI DA VICINO – ARCHEOLOGIA SPETTACOLARE   Leave a comment





La storia dei due mitici Bronzi è composta di una parte antica e classica, del tutto ignota o quasi, 
ed una moderna che inizia il 16 Agosto del 1972, giorno della loro scoperta nel mare di Riace, 
che pure presenta aspetti poco chiari, come l’assenza di qualsiasi altro reperto antico accanto.

Conosciamoli un po’ questi due.







I Bronzi di Riace sono due statue di bronzo del V secolo a. C. giunte a noi in eccezionale stato di conservazione.

Una viene denominata “IL GUERRIERO” (o “IL GIOVANE”) e l’altra IL GUERRIERO B (o “IL VECCHIO”).










Rinvenuti in mare il 16 agosto 1972 nei pressi di Riace Marina (RC) sono considerati tra i capolavori assoluti della scultura della Grecia (o Magna Grecia) classica.

L’origine e gli autori delle statue sono ancora avvolti nel mistero.











I Bronzi si trovano ora, dopo una perfetta liberazione dalle incrostazioni marine formatesi lungo 25 secoli, nel Museo nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria.










Le 2 sculture sono diventate un simbolo di Reggio Calabria e della Calabria tutta.








(VEDIAMOLI DA VICINO E SCOPRIAMO QUANTO SIANO EMOZIONANTI)
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IL MISTERO DEL TUFFATORE DI PAESTUM








Sono ormai passsati oltre 50 anni dalla sua scoperta (1968) in una tomba risalente al decennio compreso tra il 480 e il 470 a.C, a circa 2 km dai famosi Templi di Paestum, ma il mistero sul suo significato è più fitto che mai.

Insieme agli altri presenti nella tomba rappresenta l'unica testimonianza di pittura greca figurativa realizzata con la tecnica dell'affresco.

Innanzitutto il dipinto non era destinato ad esser visto da alcuno se non dai parenti del defunto per qualche giorno prima della chiusura della tomba.

Questo però era normale nell'antichità.








Il dipinto era in una delle 5 lastre trovate nella tomba, in particolare su quella di copertura della tomba, ed è l'unico che fin da subito suscitò interrogativi dato che gli altri rappresentano invece normali scene di vita quotidiana classica del mondo greco.

Nella tomba poi fu trovato un semplice corredo formato da 1 vaso allungato ed una “lyra” (strumento musicale) fatta con un guscio di tartaruga.









Questo strumento musicale è visibile negli altri dipinti della tomba (nelle scene dei banchetti) per cui è evidente il collegamento con la vita del defunto che quasi certamente amava suonarlo.

Torniamo al dipinto.

Le analisi e gli studi hanno escluso la presenza di artigiani etruschi e rimandano alle maestranze locali, forse le stesse che erano impegnate all'epoca nella costruzione dei templi.

Quel corpo maschile nudo ed agile che si lancia dal trampolino di mattoni squadrati, quell'albero stilizzato e quello specchio d'acqua colpirono fin da subito non solo gli archeologi ma anche personaggi ed intellettuali come Montale, Fellini ed altri… che in qualche modo ne ricavarono anche spunti per le loro opere.








Cosa significa dunque questo dipinto?

Le teorie principali sono 2:

L'archeologo che per primo si occupò dell'esame della tomba ritenne che il dipinto rientrasse tra i messaggi orfico pitagorici… mentre un altro vi vedeva solo lo stesso tema delle altre pareti, ovvero scene di vita quotidiana.


Per comprendere meglio la tesi del primo dobbiamo ricordare che nel 6° secolo a. C. nel mondo greco e nella Magna Grecia, anche grazie ai filosofi Parmenide e Pitagora, iniziavano a diffondersi tra le sette iniziatiche le idee di una vita oltre la morte, e si sa, per testimonianze scritte ed altra documentazione, che all'epoca a Paestum c'erano i pitagorici.




Il gioco del cottabo




Dunque il mistero è destinato a rimanere ma una cosa è certa, se questo dipinto è legato ai culti misterici, non potremo mai saperne di più proprio perché essi erano notoriamente segretissimi.

Personalmente ritengo che se il dipinto fosse stato in una lastra laterale, allora poteva essere considerato certamente una scena di vita, ma lì in alto sul soffitto, appare posizionata in modo che il defunto potesse “vederla” ed allora in me prevale la tesi misterica.


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A pelo d’acqua sdraiato
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tra calde morbide onde.
 
A mò di morto galleggio…
molleggio…
ondeggio…
mentalmente solfeggio
eleatiche* musiche antiche
mentre il sole forte m’abbraccia
e gli occhi socchiusi… mi bacia.
 
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soffusi giungono
confusi s’aggiungono
alle mie orecchie
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mentre s’acquieta l’animo mio
perdendosi tra sogni e ricordi
o cercando il nulla…
liberazione
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(Ascea… Cilento – Campania)
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A pelo d’acqua sdraiato
felice… dondolo
tra calde morbide onde.
 
A mò di morto galleggio…
molleggio…
ondeggio…
mentalmente solfeggio
eleatiche* musiche antiche
mentre il sole forte m’abbraccia
e gli occhi socchiusi… mi bacia.
 
Suoni indistinti
voci bagnate
rumori marini
soffusi giungono
confusi s’aggiungono
alle mie orecchie
immerse
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nel liquido mare.
 
Ed a questo dolce moto di culla
tutto m’abbandono
mentre s’acquieta l’animo mio
perdendosi tra sogni e ricordi
o cercando il nulla…
liberazione
seppur breve
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quotidiane cure





 
 
 
 
*Elea… è un altro nome di Velia
(Ascea… Cilento – Campania)
antica città della Magna Grecia



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