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Lorenzo Lotto.. uomo ed artista controcorrente – Lo stile.. i dipinti ed una breve analisi – II PARTE    Leave a comment


 
 
Madonna con Bambino tra i santi Caterina d’Alessandria e Tommaso – 1530





Per comprendere quanto si diceva nella 1° parte del post
e cioè il suo diverso modo di interpretare la vita e la pittura,
rispetto ai conformismi dell’epoca,
può essere davvero emblematica l’analisi dal sito “Strange art”
dell’ Elemosina di Sant’Antonino.

 

 
 
 
Ritratto di orefice in 3 posizioni
 
 
 
 

LORENZO LOTTO
IL GENIO INQUIETO
 
 
 
II PARTE


 
 

Trionfo della castità



Consiglio davvero di leggerla con attenzione
perché potremo notare cose davvero sorprendenti

che ad una prima vista possono sfuggire.



Cristo e l’adultera


 

 
 
 
L’ELEMOSINA DI SANT’ANTONINO

 

 
 

 

 

 

 

ANALISI DEL DIPINTO


Dal sito “Strange art”

 
 

L’elemosina di Sant’Antonino di Lorenzo Lotto rappresenta un tema che dovrebbe, dico dovrebbe, esaltare la bontà di un santo, la sua capacità di assistere i deboli e gli ultimi, il suo grande cuore e il suo amore per il prossimo.

Guardando con attenzione però il dipinto di Lorenzo Lotto non posso fare a meno di vedere un certo disincanto, quantomeno una certa ironia nel raffigurare il santo dedito appunto all’elemosina.

Più che un atto d’amore il dipinto sembra raffigurare un apparato in cui il santo vescovo è solo un grigio burocrate che decide chi aiutare e chi no.

Proviamo a leggere l’opera partendo dalla parte bassa a destra (percorso di lettura anomalo ma illuminante).








I poveri e i bisognosi consegnano le loro suppliche e le loro richieste al chierico che le raccoglie: notiamo il tocco realistico dell’uomo che mentre parla con una donna sotto di lui, fa cenno con la mano di aspettare a qualcuno al di fuori del quadro che richiama la sua attenzione.

Sant’Antonino è seduto più in alto in trono e legge le carte che gli passano i due chierici.

Il suo aspetto dimesso ed annoiato trasmette l’idea di una routine quotidiana, di una cosa fatta senza passione alcuna.

Due angeli parlano nelle orecchie a Sant’Antonino e gli suggeriscono le decisioni da prendere e a chi dare l’elemosina.

Il chierico più in basso infine esegue gli ordini del suo vescovo e distribuisce i soldi alle persone da lui indicate.

Tutto funziona come un meccanismo, come una macchina per le elemosina e non c’è spazio per le emozioni.

Siamo quindi di fronte ancora una volta ad un dipinto in cui il tema iconografico viene sviluppato dall’artista in modo parzialmente – o totalmente a seconda dei casi – contrastante rispetto alle intenzioni della committenza.

 

 


 
 
 
 

Concludo questo breve discorso su Lorenzo Lotto
mostrando 2 sue famose pale
e con un’analisi complessiva sulla sua arte.

 
 


 
Pala di Santa Cristina





Crocifissione





 

 

VISIONE CRITICA DELL’ARTE DI LORENZO LOTTO


 

Raramente un artista sente la creazione come totale impegno interiore, così come il Lotto.

Uomo indubbiamente colto — e soprattutto nelle cose di religione — il suo racconto non è soltanto fatto illustrativo, ma evento vissuto totalmente, come fenomeno della coscienza.

La sua arte solo raramente è contemplativa, essendo invece inquieta ed inquietante : tale, ossia, da non permetterne una visione distaccata, ma invece da provocare un colloquio che rimane aperto, oggi ancora, fra l’artista e noi stessi.

Voglio intendere che la sua pittura non chiede, per poterci entrare, un passaporto qualsiasi: neppure il nostro adeguarsi alla coscienza estetica del tempo. Essa ci viene incontro da sola, ci turba la serenità, ci pone dei problemi che sono vivi ed attuali.

La sua arte è azione interiore, è impegno morale, senza soluzione temporale.








 

P. Zampetti – Lorenzo Lotto – Libro di spese diverse

Impaginazione Tony Kospan


F I N E

 

 

 

Ciao da Tony Kospan


 

 

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PER LEGGER LA I PARTE DEL POST

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arte painttoolarte painttoolarte painttoolarte painttoolarte painttoolarte painttool

Chi poi vuol leggere l’analisi

della sua sorprendente 

Annunciazione

fre bia pouce

 

 

 

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VIVER L’ARTE.. INSIEME
frecce052

.
.
.
.
.

 
Lucina Brembati
 
 
 

Lorenzo Lotto.. uomo ed artista controcorrente – Lo stile ed i dipinti – I PARTE   Leave a comment

 
 
 
 

Lucretia – Signora veneziana (partic.)
 
 
 
 
Uno dei pittori più affascinanti e complessi del Rinascimento italiano 
e dallo stile orgogliosamente unico.
 
 
Per la sua estrema sensibilità e inquietudine caratteriale, 
nonché per la vita errabonda, è stato anche definito “(pre)romantico”.

 
 
 
 




Lorenzo Lotto nacque intorno al 1480 a Venezia, da una famiglia legata al ceto mercantile. 
Nel periodo che va dal 1498 al 1503, Lotto ebbe probabilmente modo di meditare sulla pittura di Giovanni Bellini, Alvise Vivarini e Antonello da Messina, i più autorevoli artisti attivi a Venezia.
Esordì in provincia nelle Marche e a Treviso, dove la sua presenza è ampiamente documentata tra il 1503 e il 1506.
In questi anni è ipotizzato un contatto con Dürer che si trovava a Venezia nel 1505.
Del 1503 è la bellissima “Madonna con il Bambino, San Pietro Martire e un donatore”, attualmente al Museo di Capodimonte a Napoli. 
La sua presenza in provincia è documentata da due splendide pale, una nella chiesa parrocchiale di Santa Cristina a Treviso, l’altra nel battistero di Asolo. 
Dopo un soggiorno a Roma nel 1509 dove dovette lavorare per papa Giulio II collaborando alla decorazione degli appartamenti vaticani, dal 1513 Lotto si trasferì a Bergamo, chiamato da Alessandro Martinego Colleoni per il quale eseguì la pala nella chiesa di San Bartolomeo. 
Qui Lotto iniziò una brillante attività, dominando la scena artistica fino a tutto il 1525, ricevendo numerose commissioni da chiese e privati, e cimentandosi per la prima volta nell’affresco.

  
 
 

Giovanni della Volta con moglie e figlio
 


In quel momento Lotto elaborò un linguaggio del tutto personale, indirizzandosi verso un naturalismo narrativo individuabile in opere come: la “Madonna e Santi” nella chiesa di Santo Spirito, le “Nozze Mistiche di Santa Caterina” all’Accademia Carrara e le “Storie di Santa Barbara” nella cappella Suardi a Trescore. 


 


Ritratto di giovane uomo 


 


Rientrato a Venezia nel 1525 cercò di affermarsi anche in patria, senza però riuscirci a causa della presenza di Tiziano che dominava il panorama artistico locale.


Nel 1533 trasferì la sua attività da Venezia nell’area di Recanati e Jesi.
Qui dipinge la cappella de li Signori del Palazzo dei Priori.
Nel 1539 firma e data la Pala del Rosario per la chiesa di S. Domenico a Cingoli.
Nel 1550 organizza ad Ancona una lotteria di 16 dei suoi quadri e dei trenta cartoni colorati delle tarsie di Bergamo.
Nel 1552 a Loreto viene nominato pittore della Santa Casa.
Nel 1554 entrò nella Santa Casa come oblato e dove si spense probabilmente intorno al 1556 all’età di 77 anni (dal web).

 
  

 
 
La Sacra Famiglia con S. Anna e San Girolamo

 
 
 
 
LORENZO LOTTO VISTO DA ARGAN
 
 
 
Quale migliore inizio di analisi dell’opera di questo autore
se non partendo dal grande critico d’arte Giulio Carlo Argan?
 
 
 
 
 
Venere e Cupido
  
 
 
 
« una persona che si incontra e con cui si parla e ci si intende. All’opposto di quelli di Tiziano, i ritratti del Lotto sono i primi ritratti psicologici: e non sono, naturalmente, ritratti di imperatori e di papi, ma di gente della piccola nobiltà o della buona borghesia, o di artisti, letterati, ecclesiastici. La grande scoperta, che fa la modernità del Lotto, è appunto quella del ritratto come dialogo, scambio di confidenza e di simpatia, tra un sé e un altro: per questo i ritratti lotteschi sono testimonianze autentiche e attendibili, anche se la descrizione fisionomica non è più minuziosa e precisa che nei ritratti di Tiziano. Non lo è perché all’artista non interessa fissare il personaggio come obbiettivamente è, ma come è nel momento e nell’atto in cui si qualifica, si rivolge a un altro, si prepara a uno schietto rapporto umano. Non dice: ammirami, io sono il re, il papa, il doge, sono al centro del mondo; ma dice: così sono fatto dentro, questi sono i motivi della mia malinconia o della mia fede, o della mia simpatia verso gli altri.Nel ritratto-dialogo, l’attitudine del pittore è quella di un confessore, dell’interlocutore che pone le domande, interpreta le risposte […] e la bellezza che fa irradiare, come una luce interna, dalle sue figure, non è un bello naturale né, a rigore, un bello spirituale o morale, ma semplicemente un bello interiore tradito, più che rivelato, da uno sguardo, da un sorriso, dalla pallida trasparenza del volto o dallo stanco posare d’una mano. »
 
 
 
 
 
Giovane con libro
  
 
 
 
LORENZO LOTTO LA SUA FIGURA E LA SUA ARTE
 
 
 

Lorenzo Lotto vive nel periodo Rinascimentale, età in cui si assiste ad un grandissimo rinnovamento artistico e culturale e che ha nell’Italia la sede del suo massimo sviluppo e fulgore.
Una delle principali carattersitiche del Lotto però è l’assoluta insofferenza delle regole delle 2 grandi correnti pittoriche della sua epoca (la fiorentina-romana e quella veneziana) che nascono all’ombra dei capolavori di Tiziano, Raffaello e Michelangelo e la ricerca di affermazione di una propria indipendenza artistica.
 
 
 
 
 
 
Marito e moglie
 
 
 
 
 
Questa sua irrequietezza certamente danneggiò la sua vita artistica se pensiamo che pur essendo il primo pittore veneto (dal 1509 al 1511 circa) a lavorare nei Palazzi Vaticani ne fu estromesso proprio per questo e per non aver accettato i formalismi degli ambienti papalini.
 
La sua personalità presentava aspetti assimilabili ad una sensibilità romantica ante litteram nonché al cliché dell’artista “genio incompreso”, ribelle, turbolento, introverso.
 
 
 
 
 
 
L’architetto – 1535
 
 
 
 
 
Tuttavia la sua pittura segue linee chiare, coerenti, libere, meditate, sposate con religiosità e spiritualità sincere insieme ad una sensibilità quasi moderna.
 
Egli è sé stesso nella vita e nell’arte.

Un primo esempio ed eclatante del suo particolare modo di concepire l’arte possiamo conoscerlo cliccando sul dipinto qui sotto. 
 
 
 
 
fre bia pouce
L’annunciazione – 1527
 
 
 
 
 
Certo è  che, sempre per questa sua assoluta diversità per secoli è stato considerato un “pittore provinciale” (il Vasari non usò altre espressioni se non che era pittore devoto e pio) e solo molto recentemente è stato “riscoperto” grazie ad una spettacolare mostra alla National Gallery di Washington nel 1998
 
 
 
Informazioni ed immagini dal web coordinate, rielaborate ed impaginate da Tony Kospan
 
 

Continua

 
 
Leggeremo nella II parte l’analisi approfondita di un dipinto che è emblematico del modo di sentire e dipingere da parte del Lotto
ed anche il racconto dell’input donatomi da un amico virtuale che, per amore del Lotto e della sua arte, ha scelto il nik Lorenzo… 
 
 
 
 
 

TONY KOSPAN












Lorenzo Lotto… artista controcorrente – Il pittore.. lo stile.. le opere ed una breve analisi – II PARTE   Leave a comment


 
 
Madonna con Bambino tra i santi Caterina d’Alessandria e Tommaso – 1530





Per comprendere quanto si diceva nella 1° parte del post
e cioè il suo diverso modo di interpretare la vita e la pittura,
rispetto ai conformismi dell’epoca,
può essere davvero emblematica l’analisi dal sito “Strange art”
dell’ Elemosina di Sant’Antonino.

 

 
 
 
Ritratto di orefice in 3 posizioni
 
 
 
 

LORENZO LOTTO
IL GENIO INQUIETO
 
 
 
II PARTE


 
 

Trionfo della castità



Consiglio davvero di leggerla con attenzione
perché potremo notare cose davvero sorprendenti

che ad una prima vista possono sfuggire.



Cristo e l’adultera


 

 
 
 
L’ELEMOSINA DI SANT’ANTONINO

 

 
 

 

 

 

 

ANALISI DEL DIPINTO


Dal sito “Strange art”

 
 

L’elemosina di Sant’Antonino di Lorenzo Lotto rappresenta un tema che dovrebbe, dico dovrebbe, esaltare la bontà di un santo, la sua capacità di assistere i deboli e gli ultimi, il suo grande cuore e il suo amore per il prossimo.

Guardando con attenzione però il dipinto di Lorenzo Lotto non posso fare a meno di vedere un certo disincanto, quantomeno una certa ironia nel raffigurare il santo dedito appunto all’elemosina.

Più che un atto d’amore il dipinto sembra raffigurare un apparato in cui il santo vescovo è solo un grigio burocrate che decide chi aiutare e chi no.

Proviamo a leggere l’opera partendo dalla parte bassa a destra (percorso di lettura anomalo ma illuminante).








I poveri e i bisognosi consegnano le loro suppliche e le loro richieste al chierico che le raccoglie: notiamo il tocco realistico dell’uomo che mentre parla con una donna sotto di lui, fa cenno con la mano di aspettare a qualcuno al di fuori del quadro che richiama la sua attenzione.

Sant’Antonino è seduto più in alto in trono e legge le carte che gli passano i due chierici.

Il suo aspetto dimesso ed annoiato trasmette l’idea di una routine quotidiana, di una cosa fatta senza passione alcuna.

Due angeli parlano nelle orecchie a Sant’Antonino e gli suggeriscono le decisioni da prendere e a chi dare l’elemosina.

Il chierico più in basso infine esegue gli ordini del suo vescovo e distribuisce i soldi alle persone da lui indicate.

Tutto funziona come un meccanismo, come una macchina per le elemosina e non c’è spazio per le emozioni.

Siamo quindi di fronte ancora una volta ad un dipinto in cui il tema iconografico viene sviluppato dall’artista in modo parzialmente – o totalmente a seconda dei casi – contrastante rispetto alle intenzioni della committenza.

 

 


 
 
 
 

Concludo questo breve discorso su Lorenzo Lotto
mostrando 2 sue famose pale
e con un’analisi complessiva sulla sua arte.

 
 


 
Pala di Santa Cristina





Crocifissione





 

 

VISIONE CRITICA DELL’ARTE DI LORENZO LOTTO


 

Raramente un artista sente la creazione come totale impegno interiore, così come il Lotto.

Uomo indubbiamente colto — e soprattutto nelle cose di religione — il suo racconto non è soltanto fatto illustrativo, ma evento vissuto totalmente, come fenomeno della coscienza.

La sua arte solo raramente è contemplativa, essendo invece inquieta ed inquietante : tale, ossia, da non permetterne una visione distaccata, ma invece da provocare un colloquio che rimane aperto, oggi ancora, fra l’artista e noi stessi.

Voglio intendere che la sua pittura non chiede, per poterci entrare, un passaporto qualsiasi: neppure il nostro adeguarsi alla coscienza estetica del tempo. Essa ci viene incontro da sola, ci turba la serenità, ci pone dei problemi che sono vivi ed attuali.

La sua arte è azione interiore, è impegno morale, senza soluzione temporale.








 

P. Zampetti – Lorenzo Lotto – Libro di spese diverse

Impaginazione Tony Kospan


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Ciao da Tony Kospan


 

 

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Lucina Brembati
 
 
 

Lorenzo Lotto.. artista controcorrente – L’uomo.. il pittore.. lo stile e le opere – I PARTE   1 comment

 
 
 
 

Lucretia – Signora veneziana (partic.)
 
 
 
 
Uno dei pittori più affascinanti e complessi del Rinascimento italiano 
e dallo stile orgogliosamente unico.
 
 
Per la sua estrema sensibilità e inquietudine caratteriale, 
nonché per la vita errabonda, è stato anche definito “(pre)romantico”.

 
 
 
 




Lorenzo Lotto nacque intorno al 1480 a Venezia, da una famiglia legata al ceto mercantile. 
Nel periodo che va dal 1498 al 1503, Lotto ebbe probabilmente modo di meditare sulla pittura di Giovanni Bellini, Alvise Vivarini e Antonello da Messina, i più autorevoli artisti attivi a Venezia.
Esordì in provincia nelle Marche e a Treviso, dove la sua presenza è ampiamente documentata tra il 1503 e il 1506.
In questi anni è ipotizzato un contatto con Dürer che si trovava a Venezia nel 1505.
Del 1503 è la bellissima “Madonna con il Bambino, San Pietro Martire e un donatore”, attualmente al Museo di Capodimonte a Napoli. 
La sua presenza in provincia è documentata da due splendide pale, una nella chiesa parrocchiale di Santa Cristina a Treviso, l’altra nel battistero di Asolo. 
Dopo un soggiorno a Roma nel 1509 dove dovette lavorare per papa Giulio II collaborando alla decorazione degli appartamenti vaticani, dal 1513 Lotto si trasferì a Bergamo, chiamato da Alessandro Martinego Colleoni per il quale eseguì la pala nella chiesa di San Bartolomeo. 
Qui Lotto iniziò una brillante attività, dominando la scena artistica fino a tutto il 1525, ricevendo numerose commissioni da chiese e privati, e cimentandosi per la prima volta nell’affresco.

  
 
 

Giovanni della Volta con moglie e figlio
 


In quel momento Lotto elaborò un linguaggio del tutto personale, indirizzandosi verso un naturalismo narrativo individuabile in opere come: la “Madonna e Santi” nella chiesa di Santo Spirito, le “Nozze Mistiche di Santa Caterina” all’Accademia Carrara e le “Storie di Santa Barbara” nella cappella Suardi a Trescore. 


 


Ritratto di giovane uomo 


 


Rientrato a Venezia nel 1525 cercò di affermarsi anche in patria, senza però riuscirci a causa della presenza di Tiziano che dominava il panorama artistico locale.


Nel 1533 trasferì la sua attività da Venezia nell’area di Recanati e Jesi.
Qui dipinge la cappella de li Signori del Palazzo dei Priori.
Nel 1539 firma e data la Pala del Rosario per la chiesa di S. Domenico a Cingoli.
Nel 1550 organizza ad Ancona una lotteria di 16 dei suoi quadri e dei trenta cartoni colorati delle tarsie di Bergamo.
Nel 1552 a Loreto viene nominato pittore della Santa Casa.
Nel 1554 entrò nella Santa Casa come oblato e dove si spense probabilmente intorno al 1556 all’età di 77 anni (dal web).

 
  

 
 
La Sacra Famiglia con S. Anna e San Girolamo

 
 
 
 
LORENZO LOTTO VISTO DA ARGAN
 
 
 
Quale migliore inizio di analisi dell’opera di questo autore
se non partendo dal grande critico d’arte Giulio Carlo Argan?
 
 
 
 
 
Venere e Cupido
  
 
 
 
« una persona che si incontra e con cui si parla e ci si intende. All’opposto di quelli di Tiziano, i ritratti del Lotto sono i primi ritratti psicologici: e non sono, naturalmente, ritratti di imperatori e di papi, ma di gente della piccola nobiltà o della buona borghesia, o di artisti, letterati, ecclesiastici. La grande scoperta, che fa la modernità del Lotto, è appunto quella del ritratto come dialogo, scambio di confidenza e di simpatia, tra un sé e un altro: per questo i ritratti lotteschi sono testimonianze autentiche e attendibili, anche se la descrizione fisionomica non è più minuziosa e precisa che nei ritratti di Tiziano. Non lo è perché all’artista non interessa fissare il personaggio come obbiettivamente è, ma come è nel momento e nell’atto in cui si qualifica, si rivolge a un altro, si prepara a uno schietto rapporto umano. Non dice: ammirami, io sono il re, il papa, il doge, sono al centro del mondo; ma dice: così sono fatto dentro, questi sono i motivi della mia malinconia o della mia fede, o della mia simpatia verso gli altri.Nel ritratto-dialogo, l’attitudine del pittore è quella di un confessore, dell’interlocutore che pone le domande, interpreta le risposte […] e la bellezza che fa irradiare, come una luce interna, dalle sue figure, non è un bello naturale né, a rigore, un bello spirituale o morale, ma semplicemente un bello interiore tradito, più che rivelato, da uno sguardo, da un sorriso, dalla pallida trasparenza del volto o dallo stanco posare d’una mano. »
 
 
 
 
 
Giovane con libro
  
 
 
 
LORENZO LOTTO LA SUA FIGURA E LA SUA ARTE
 
 
 

Lorenzo Lotto vive nel periodo Rinascimentale, età in cui si assiste ad un grandissimo rinnovamento artistico e culturale e che ha nell’Italia la sede del suo massimo sviluppo e fulgore.
Una delle principali carattersitiche del Lotto però è l’assoluta insofferenza delle regole delle 2 grandi correnti pittoriche della sua epoca (la fiorentina-romana e quella veneziana) che nascono all’ombra dei capolavori di Tiziano, Raffaello e Michelangelo e la ricerca di affermazione di una propria indipendenza artistica.
 
 
 
 
 
 
Marito e moglie
 
 
 
 
 
Questa sua irrequietezza certamente danneggiò la sua vita artistica se pensiamo che pur essendo il primo pittore veneto (dal 1509 al 1511 circa) a lavorare nei Palazzi Vaticani ne fu estromesso proprio per questo e per non aver accettato i formalismi degli ambienti papalini.
 
La sua personalità presentava aspetti assimilabili ad una sensibilità romantica ante litteram nonché al cliché dell’artista “genio incompreso”, ribelle, turbolento, introverso.
 
 
 
 
 
 
L’architetto – 1535
 
 
 
 
 
Tuttavia la sua pittura segue linee chiare, coerenti, libere, meditate, sposate con religiosità e spiritualità sincere insieme ad una sensibilità quasi moderna.
 
Egli è sé stesso nella vita e nell’arte.

Un primo esempio ed eclatante del suo particolare modo di concepire l’arte possiamo conoscerlo cliccando sul dipinto qui sotto. 
 
 
 
 
fre bia pouce
L’annunciazione – 1527
 
 
 
 
 
Certo è  che, sempre per questa sua assoluta diversità per secoli è stato considerato un “pittore provinciale” (il Vasari non usò altre espressioni se non che era pittore devoto e pio) e solo molto recentemente è stato “riscoperto” grazie ad una spettacolare mostra alla National Gallery di Washington nel 1998
 
 
 
Informazioni ed immagini dal web coordinate, rielaborate ed impaginate da Tony Kospan
 
 

Continua

 
 
Leggeremo nella II parte l’analisi approfondita di un dipinto che è emblematico del modo di sentire e dipingere da parte del Lotto
ed anche il racconto dell’input donatomi da un amico virtuale che, per amore del Lotto e della sua arte, ha scelto il nik Lorenzo… 
 
 
 
 
 

TONY KOSPAN












Lorenzo Lotto – L’originale artista rinascimentale… lo stile.. le opere ed una breve analisi – II PARTE   Leave a comment


 
 
Madonna con Bambino tra i santi Caterina d’Alessandria e Tommaso – 1530





Per comprendere quanto si diceva nella 1° parte del post
e cioè il suo diverso modo di interpretare la vita e la pittura,
rispetto ai conformismi dell’epoca,
può essere davvero emblematica l’analisi dal sito “Strange art”
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Ritratto di orefice in 3 posizioni
 
 
 
 

LORENZO LOTTO
IL GENIO INQUIETO
 
 
 
II PARTE


 
 

Trionfo della castità



Consiglio davvero di leggerla con attenzione
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L’ELEMOSINA DI SANT’ANTONINO

 

 
 

 

 

 

 

ANALISI DEL DIPINTO


Dal sito “Strange art”

 
 

L’elemosina di Sant’Antonino di Lorenzo Lotto rappresenta un tema che dovrebbe, dico dovrebbe, esaltare la bontà di un santo, la sua capacità di assistere i deboli e gli ultimi, il suo grande cuore e il suo amore per il prossimo.

Guardando con attenzione però il dipinto di Lorenzo Lotto non posso fare a meno di vedere un certo disincanto, quantomeno una certa ironia nel raffigurare il santo dedito appunto all’elemosina.

Più che un atto d’amore il dipinto sembra raffigurare un apparato in cui il santo vescovo è solo un grigio burocrate che decide chi aiutare e chi no.

Proviamo a leggere l’opera partendo dalla parte bassa a destra (percorso di lettura anomalo ma illuminante).








I poveri e i bisognosi consegnano le loro suppliche e le loro richieste al chierico che le raccoglie: notiamo il tocco realistico dell’uomo che mentre parla con una donna sotto di lui, fa cenno con la mano di aspettare a qualcuno al di fuori del quadro che richiama la sua attenzione.

Sant’Antonino è seduto più in alto in trono e legge le carte che gli passano i due chierici.

Il suo aspetto dimesso ed annoiato trasmette l’idea di una routine quotidiana, di una cosa fatta senza passione alcuna.

Due angeli parlano nelle orecchie a Sant’Antonino e gli suggeriscono le decisioni da prendere e a chi dare l’elemosina.

Il chierico più in basso infine esegue gli ordini del suo vescovo e distribuisce i soldi alle persone da lui indicate.

Tutto funziona come un meccanismo, come una macchina per le elemosina e non c’è spazio per le emozioni.

Siamo quindi di fronte ancora una volta ad un dipinto in cui il tema iconografico viene sviluppato dall’artista in modo parzialmente – o totalmente a seconda dei casi – contrastante rispetto alle intenzioni della committenza.

 

 


 
 
 
 

Concludo questo breve discorso su Lorenzo Lotto
mostrando 2 sue famose pale
e con un’analisi complessiva sulla sua arte.

 
 


 
Pala di Santa Cristina





Crocifissione





 

 

VISIONE CRITICA DELL’ARTE DI LORENZO LOTTO


 

Raramente un artista sente la creazione come totale impegno interiore, così come il Lotto.

Uomo indubbiamente colto — e soprattutto nelle cose di religione — il suo racconto non è soltanto fatto illustrativo, ma evento vissuto totalmente, come fenomeno della coscienza.

La sua arte solo raramente è contemplativa, essendo invece inquieta ed inquietante : tale, ossia, da non permetterne una visione distaccata, ma invece da provocare un colloquio che rimane aperto, oggi ancora, fra l’artista e noi stessi.

Voglio intendere che la sua pittura non chiede, per poterci entrare, un passaporto qualsiasi: neppure il nostro adeguarsi alla coscienza estetica del tempo. Essa ci viene incontro da sola, ci turba la serenità, ci pone dei problemi che sono vivi ed attuali.

La sua arte è azione interiore, è impegno morale, senza soluzione temporale.








 

P. Zampetti – Lorenzo Lotto – Libro di spese diverse

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Lucina Brembati
 
 
 

Lorenzo Lotto – L’anticonformismo nel Rinascimento – L’uomo.. il pittore.. lo stile e le opere – I PARTE   Leave a comment

 
 
 
 

Lucretia – Signora veneziana (partic.)
 
 
 
 
Uno dei pittori più affascinanti e complessi del Rinascimento italiano 
e dallo stile orgogliosamente unico.
 
 
Per la sua estrema sensibilità e inquietudine caratteriale, 
nonché per la vita errabonda, è stato anche definito “(pre)romantico”.

 
 
 
 




Lorenzo Lotto nacque intorno al 1480 a Venezia, da una famiglia legata al ceto mercantile. 
Nel periodo che va dal 1498 al 1503, Lotto ebbe probabilmente modo di meditare sulla pittura di Giovanni Bellini, Alvise Vivarini e Antonello da Messina, i più autorevoli artisti attivi a Venezia.
Esordì in provincia nelle Marche e a Treviso, dove la sua presenza è ampiamente documentata tra il 1503 e il 1506.
In questi anni è ipotizzato un contatto con Dürer che si trovava a Venezia nel 1505.
Del 1503 è la bellissima “Madonna con il Bambino, San Pietro Martire e un donatore”, attualmente al Museo di Capodimonte a Napoli. 
La sua presenza in provincia è documentata da due splendide pale, una nella chiesa parrocchiale di Santa Cristina a Treviso, l’altra nel battistero di Asolo. 
Dopo un soggiorno a Roma nel 1509 dove dovette lavorare per papa Giulio II collaborando alla decorazione degli appartamenti vaticani, dal 1513 Lotto si trasferì a Bergamo, chiamato da Alessandro Martinego Colleoni per il quale eseguì la pala nella chiesa di San Bartolomeo. 
Qui Lotto iniziò una brillante attività, dominando la scena artistica fino a tutto il 1525, ricevendo numerose commissioni da chiese e privati, e cimentandosi per la prima volta nell’affresco.

  
 
 

Giovanni della Volta con moglie e figlio
 


In quel momento Lotto elaborò un linguaggio del tutto personale, indirizzandosi verso un naturalismo narrativo individuabile in opere come: la “Madonna e Santi” nella chiesa di Santo Spirito, le “Nozze Mistiche di Santa Caterina” all’Accademia Carrara e le “Storie di Santa Barbara” nella cappella Suardi a Trescore. 


 


Ritratto di giovane uomo 


 


Rientrato a Venezia nel 1525 cercò di affermarsi anche in patria, senza però riuscirci a causa della presenza di Tiziano che dominava il panorama artistico locale.


Nel 1533 trasferì la sua attività da Venezia nell’area di Recanati e Jesi.
Qui dipinge la cappella de li Signori del Palazzo dei Priori.
Nel 1539 firma e data la Pala del Rosario per la chiesa di S. Domenico a Cingoli.
Nel 1550 organizza ad Ancona una lotteria di 16 dei suoi quadri e dei trenta cartoni colorati delle tarsie di Bergamo.
Nel 1552 a Loreto viene nominato pittore della Santa Casa.
Nel 1554 entrò nella Santa Casa come oblato e dove si spense probabilmente intorno al 1556 all’età di 77 anni (dal web).

 
  

 
 
La Sacra Famiglia con S. Anna e San Girolamo

 
 
 
 
LORENZO LOTTO VISTO DA ARGAN
 
 
 
Quale migliore inizio di analisi dell’opera di questo autore
se non partendo dal grande critico d’arte Giulio Carlo Argan?
 
 
 
 
 
Venere e Cupido
  
 
 
 
« una persona che si incontra e con cui si parla e ci si intende. All’opposto di quelli di Tiziano, i ritratti del Lotto sono i primi ritratti psicologici: e non sono, naturalmente, ritratti di imperatori e di papi, ma di gente della piccola nobiltà o della buona borghesia, o di artisti, letterati, ecclesiastici. La grande scoperta, che fa la modernità del Lotto, è appunto quella del ritratto come dialogo, scambio di confidenza e di simpatia, tra un sé e un altro: per questo i ritratti lotteschi sono testimonianze autentiche e attendibili, anche se la descrizione fisionomica non è più minuziosa e precisa che nei ritratti di Tiziano. Non lo è perché all’artista non interessa fissare il personaggio come obbiettivamente è, ma come è nel momento e nell’atto in cui si qualifica, si rivolge a un altro, si prepara a uno schietto rapporto umano. Non dice: ammirami, io sono il re, il papa, il doge, sono al centro del mondo; ma dice: così sono fatto dentro, questi sono i motivi della mia malinconia o della mia fede, o della mia simpatia verso gli altri.Nel ritratto-dialogo, l’attitudine del pittore è quella di un confessore, dell’interlocutore che pone le domande, interpreta le risposte […] e la bellezza che fa irradiare, come una luce interna, dalle sue figure, non è un bello naturale né, a rigore, un bello spirituale o morale, ma semplicemente un bello interiore tradito, più che rivelato, da uno sguardo, da un sorriso, dalla pallida trasparenza del volto o dallo stanco posare d’una mano. »
 
 
 
 
 
Giovane con libro
  
 
 
 
LORENZO LOTTO LA SUA FIGURA E LA SUA ARTE
 
 
 

Lorenzo Lotto vive nel periodo Rinascimentale, età in cui si assiste ad un grandissimo rinnovamento artistico e culturale e che ha nell’Italia la sede del suo massimo sviluppo e fulgore.
Una delle principali carattersitiche del Lotto però è l’assoluta insofferenza delle regole delle 2 grandi correnti pittoriche della sua epoca (la fiorentina-romana e quella veneziana) che nascono all’ombra dei capolavori di Tiziano, Raffaello e Michelangelo e la ricerca di affermazione di una propria indipendenza artistica.
 
 
 
 
 
 
Marito e moglie
 
 
 
 
 
Questa sua irrequietezza certamente danneggiò la sua vita artistica se pensiamo che pur essendo il primo pittore veneto (dal 1509 al 1511 circa) a lavorare nei Palazzi Vaticani ne fu estromesso proprio per questo e per non aver accettato i formalismi degli ambienti papalini.
 
La sua personalità presentava aspetti assimilabili ad una sensibilità romantica ante litteram nonché al cliché dell’artista “genio incompreso”, ribelle, turbolento, introverso.
 
 
 
 
 
 
L’architetto – 1535
 
 
 
 
 
Tuttavia la sua pittura segue linee chiare, coerenti, libere, meditate, sposate con religiosità e spiritualità sincere insieme ad una sensibilità quasi moderna.
 
Egli è sé stesso nella vita e nell’arte.

Un primo esempio ed eclatante del suo particolare modo di concepire l’arte possiamo conoscerlo cliccando sul dipinto qui sotto. 
 
 
 
 
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L’annunciazione – 1527
 
 
 
 
 
Certo è  che, sempre per questa sua assoluta diversità per secoli è stato considerato un “pittore provinciale” (il Vasari non usò altre espressioni se non che era pittore devoto e pio) e solo molto recentemente è stato “riscoperto” grazie ad una spettacolare mostra alla National Gallery di Washington nel 1998
 
 
 
Informazioni ed immagini dal web coordinate, rielaborate ed impaginate da Tony Kospan
 
 

Continua

 
 
Leggeremo nella II parte l’analisi approfondita di un dipinto che è emblematico del modo di sentire e dipingere da parte del Lotto
ed anche il racconto dell’input donatomi da un amico virtuale che, per amore del Lotto e della sua arte, ha scelto il nik Lorenzo… 
 
 
 
 
 

TONY KOSPAN












Lorenzo Lotto pittore del Rinascimento da poco riscoperto – L’artista… lo stile.. le opere ed una breve analisi – II PARTE   Leave a comment


 
 
Madonna con Bambino tra i santi Caterina d’Alessandria e Tommaso – 1530





Per comprendere quanto si diceva nella 1° parte del post
e cioè il suo diverso modo di interpretare la vita e la pittura,
rispetto ai conformismi dell’epoca,
può essere davvero emblematica l’analisi dal sito “Strange art”
dell’ Elemosina di Sant’Antonino.

 

 
 
 
Ritratto di orefice in 3 posizioni
 
 
 
 

LORENZO LOTTO
IL GENIO INQUIETO
 
 
 
II PARTE


 
 

Trionfo della castità



Consiglio davvero di leggerla con attenzione
perché potremo notare cose davvero sorprendenti

che ad una prima vista possono sfuggire.



Cristo e l’adultera


 

 
 
 
L’ELEMOSINA DI SANT’ANTONINO

 

 
 

 

 

 

 

ANALISI DEL DIPINTO


Dal sito “Strange art”

 
 

L’elemosina di Sant’Antonino di Lorenzo Lotto rappresenta un tema che dovrebbe, dico dovrebbe, esaltare la bontà di un santo, la sua capacità di assistere i deboli e gli ultimi, il suo grande cuore e il suo amore per il prossimo.

Guardando con attenzione però il dipinto di Lorenzo Lotto non posso fare a meno di vedere un certo disincanto, quantomeno una certa ironia nel raffigurare il santo dedito appunto all’elemosina.

Più che un atto d’amore il dipinto sembra raffigurare un apparato in cui il santo vescovo è solo un grigio burocrate che decide chi aiutare e chi no.

Proviamo a leggere l’opera partendo dalla parte bassa a destra (percorso di lettura anomalo ma illuminante).








I poveri e i bisognosi consegnano le loro suppliche e le loro richieste al chierico che le raccoglie: notiamo il tocco realistico dell’uomo che mentre parla con una donna sotto di lui, fa cenno con la mano di aspettare a qualcuno al di fuori del quadro che richiama la sua attenzione.

Sant’Antonino è seduto più in alto in trono e legge le carte che gli passano i due chierici.

Il suo aspetto dimesso ed annoiato trasmette l’idea di una routine quotidiana, di una cosa fatta senza passione alcuna.

Due angeli parlano nelle orecchie a Sant’Antonino e gli suggeriscono le decisioni da prendere e a chi dare l’elemosina.

Il chierico più in basso infine esegue gli ordini del suo vescovo e distribuisce i soldi alle persone da lui indicate.

Tutto funziona come un meccanismo, come una macchina per le elemosina e non c’è spazio per le emozioni.

Siamo quindi di fronte ancora una volta ad un dipinto in cui il tema iconografico viene sviluppato dall’artista in modo parzialmente – o totalmente a seconda dei casi – contrastante rispetto alle intenzioni della committenza.

 

 


 
 
 
 

Concludo questo breve discorso su Lorenzo Lotto
mostrando 2 sue famose pale
e con un’analisi complessiva sulla sua arte.

 
 


 
Pala di Santa Cristina





Crocifissione





 

 

VISIONE CRITICA DELL’ARTE DI LORENZO LOTTO


 

Raramente un artista sente la creazione come totale impegno interiore, così come il Lotto.

Uomo indubbiamente colto — e soprattutto nelle cose di religione — il suo racconto non è soltanto fatto illustrativo, ma evento vissuto totalmente, come fenomeno della coscienza.

La sua arte solo raramente è contemplativa, essendo invece inquieta ed inquietante : tale, ossia, da non permetterne una visione distaccata, ma invece da provocare un colloquio che rimane aperto, oggi ancora, fra l’artista e noi stessi.

Voglio intendere che la sua pittura non chiede, per poterci entrare, un passaporto qualsiasi: neppure il nostro adeguarsi alla coscienza estetica del tempo. Essa ci viene incontro da sola, ci turba la serenità, ci pone dei problemi che sono vivi ed attuali.

La sua arte è azione interiore, è impegno morale, senza soluzione temporale.








 

P. Zampetti – Lorenzo Lotto – Libro di spese diverse

Impaginazione Tony Kospan


F I N E

 

 

 

Ciao da Tony Kospan


 

 

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PER LEGGER LA I PARTE DEL POST

fre bia pouce





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Chi poi vuol leggere l’analisi

della sua sorprendente 

Annunciazione

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VIVER L’ARTE.. INSIEME
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Lucina Brembati
 
 
 

Lorenzo Lotto.. lo spirito inquieto del Rinascimento – L’uomo.. il pittore.. lo stile e le opere – I PARTE   Leave a comment

 
 
 
 

 
 
 
 
Uno dei pittori più affascinanti e complessi del Rinascimento italiano
e dallo stile orgogliosamente unico.
 
 
Per la sua estrema sensibilità e inquietudine caratteriale,
nonché per la vita errabonda, è stato anche definito “(pre)romantico”.

 
 
 
 

L’annunciazione – 1527

 
   
 
    

LORENZO LOTTO
IL GENIO INQUIETO
a cura di Tony Kospan

 
 
I PARTE
 

 
 
 
 
Autoritratto – 1540


BREVE BIOGRAFIA

 

 Lorenzo Lotto nacque intorno al 1480 a Venezia, da una famiglia legata al ceto mercantile.
Nel periodo che va dal 1498 al 1503, Lotto ebbe probabilmente modo di meditare sulla pittura di Giovanni Bellini,
Alvise Vivarini e Antonello da Messina, i più autorevoli artisti attivi a Venezia.
Esordì in provincia nelle Marche e a Treviso, dove la sua presenza è ampiamente documentata tra il 1503 e il 1506.
In questi anni è ipotizzato un contatto con Dürer che si trovava a Venezia nel 1505.
Del 1503 è la bellissima “Madonna con il Bambino, San Pietro Martire e un donatore”, attualmente al Museo di Capodimonte a Napoli.
La sua presenza in provincia è documentata da due splendide pale,
una nella chiesa parrocchiale di Santa Cristina a Treviso, l’altra nel battistero di Asolo.
Dopo un soggiorno a Roma nel 1509 dove dovette lavorare per papa Giulio II
collaborando alla decorazione degli appartamenti vaticani, dal 1513 Lotto si trasferì a Bergamo, chiamato da Alessandro Martinego Colleoni per il quale eseguì la pala nella chiesa di San Bartolomeo.
Qui Lotto iniziò una brillante attività, dominando la scena artistica fino a tutto il 1525,
ricevendo numerose commissioni da chiese e privati, e cimentandosi per la prima volta nell’affresco.

  
 
 

Giovanni della Volta con moglie e figlio
 


In quel momento Lotto elaborò un linguaggio del tutto personale, indirizzandosi verso un naturalismo narrativo individuabile in opere come: la “Madonna e Santi” nella chiesa di Santo Spirito, le “Nozze Mistiche di Santa Caterina” all’Accademia Carrara e le “Storie di Santa Barbara” nella cappella Suardi a Trescore. 


 


Ritratto di giovane uomo 


 


Rientrato a Venezia nel 1525 cercò di affermarsi anche in patria, senza però riuscirci a causa della presenza di Tiziano che dominava il panorama artistico locale.


Nel 1533 trasferì la sua attività da Venezia nell’area di Recanati e Jesi.
Qui dipinge la cappella de li Signori del Palazzo dei Priori.
Nel 1539 firma e data la Pala del Rosario per la chiesa di S. Domenico a Cingoli.
Nel 1550 organizza ad Ancona una lotteria di 16 dei suoi quadri e dei trenta cartoni colorati delle tarsie di Bergamo.
Nel 1552 a Loreto viene nominato pittore della Santa Casa.
Nel 1554 entrò nella Santa Casa come oblato e dove si spense probabilmente intorno al 1556 all’età di 77 anni (dal web).

 
  

 
 
La Sacra Famiglia con S. Anna e San Girolamo

 
 
 
 
LORENZO LOTTO VISTO DA ARGAN
 
 
 
Quale migliore inizio di analisi dell’opera di questo autore
se non partendo dal grande critico d’arte Giulio Carlo Argan?
 
 
 
 
 
Venere e Cupido
  
 
 
 
« una persona che si incontra e con cui si parla e ci si intende. All’opposto di quelli di Tiziano, i ritratti del Lotto sono i primi ritratti psicologici: e non sono, naturalmente, ritratti di imperatori e di papi, ma di gente della piccola nobiltà o della buona borghesia, o di artisti, letterati, ecclesiastici. La grande scoperta, che fa la modernità del Lotto, è appunto quella del ritratto come dialogo, scambio di confidenza e di simpatia, tra un sé e un altro: per questo i ritratti lotteschi sono testimonianze autentiche e attendibili, anche se la descrizione fisionomica non è più minuziosa e precisa che nei ritratti di Tiziano. Non lo è perché all’artista non interessa fissare il personaggio come obbiettivamente è, ma come è nel momento e nell’atto in cui si qualifica, si rivolge a un altro, si prepara a uno schietto rapporto umano. Non dice: ammirami, io sono il re, il papa, il doge, sono al centro del mondo; ma dice: così sono fatto dentro, questi sono i motivi della mia malinconia o della mia fede, o della mia simpatia verso gli altri.Nel ritratto-dialogo, l’attitudine del pittore è quella di un confessore, dell’interlocutore che pone le domande, interpreta le risposte […] e la bellezza che fa irradiare, come una luce interna, dalle sue figure, non è un bello naturale né, a rigore, un bello spirituale o morale, ma semplicemente un bello interiore tradito, più che rivelato, da uno sguardo, da un sorriso, dalla pallida trasparenza del volto o dallo stanco posare d’una mano. »
 
 
 
 
 
Giovane con libro
  
 
 
 
LORENZO LOTTO LA SUA FIGURA E LA SUA ARTE
 
 
 

Lorenzo Lotto vive nel periodo Rinascimentale, età in cui si assiste ad un grandissimo rinnovamento artistico e culturale e che ha nell’Italia la sede del suo massimo sviluppo e fulgore.
Una delle principali carattersitiche del Lotto però è l’assoluta insofferenza delle regole delle 2 grandi correnti pittoriche della sua epoca (la fiorentina-romana e quella veneziana) che nascono all’ombra dei capolavori di Tiziano, Raffaello e Michelangelo e la ricerca di affermazione di una propria indipendenza artistica.
 
 
 
 
 
 
Marito e moglie
 
 
 
 
 
Questa sua irrequietezza certamente danneggiò la sua vita artistica se pensiamo che pur essendo il primo pittore veneto (dal 1509 al 1511 circa) a lavorare nei Palazzi Vaticani ne fu estromesso proprio per questo e per non aver accettato i formalismi degli ambienti papalini.
 
La sua personalità presentava aspetti assimilabili ad una sensibilità romantica ante litteram nonché al cliché dell’artista “genio incompreso”, ribelle, turbolento, introverso.
 
 
 
 
 
 
L’architetto – 1535
 
 
 
 
 
Tuttavia la sua pittura segue linee chiare, coerenti, libere, meditate, sposate con religiosità e spiritualità sincere insieme ad una sensibilità quasi moderna.
 
Egli è sé stesso nella vita e nell’arte.
 
 
 
 
 
 
 
Marsilio Cassotti e la moglie Faustina – 1523
 
 
 
 
 
Certo è  che, sempre per questa sua assoluta diversità per secoli è stato considerato un “pittore provinciale” (il Vasari non usò altre espressioni se non che era pittore devoto e pio) e solo molto recentemente è stato “riscoperto” grazie ad una spettacolare mostra alla National Gallery di Washington nel 1998
 
 
 
Informazioni ed immagini dal web coordinate, rielaborate ed impaginate da Tony Kospan
 
 

Continua

 
 
Leggeremo nella II parte l’analisi approfondita di un dipinto che è emblematico del modo di sentire e dipingere da parte del Lotto
ed anche il racconto dell’input donatomi da un amico virtuale che, per amore del Lotto e della sua arte, ha scelto il nik Lorenzo… 
 
 
 
 
 

TONY KOSPAN








Lucretia – Signora veneziana (partic.)




Lorenzo Lotto artista del Rinascimento da poco riscoperto – L’uomo… l’artista… lo stile e le opere – I PARTE   1 comment

 
 
 
 

Lucretia – Signora veneziana (partic.)
 
 
 
 
Uno dei pittori più affascinanti e complessi del Rinascimento italiano 
e dallo stile orgogliosamente unico.
 
 
Per la sua estrema sensibilità e inquietudine caratteriale, 
nonché per la vita errabonda, è stato anche definito “(pre)romantico”.

 
 
 
 




Lorenzo Lotto nacque intorno al 1480 a Venezia, da una famiglia legata al ceto mercantile. 
Nel periodo che va dal 1498 al 1503, Lotto ebbe probabilmente modo di meditare sulla pittura di Giovanni Bellini, Alvise Vivarini e Antonello da Messina, i più autorevoli artisti attivi a Venezia.
Esordì in provincia nelle Marche e a Treviso, dove la sua presenza è ampiamente documentata tra il 1503 e il 1506.
In questi anni è ipotizzato un contatto con Dürer che si trovava a Venezia nel 1505.
Del 1503 è la bellissima “Madonna con il Bambino, San Pietro Martire e un donatore”, attualmente al Museo di Capodimonte a Napoli. 
La sua presenza in provincia è documentata da due splendide pale, una nella chiesa parrocchiale di Santa Cristina a Treviso, l’altra nel battistero di Asolo. 
Dopo un soggiorno a Roma nel 1509 dove dovette lavorare per papa Giulio II collaborando alla decorazione degli appartamenti vaticani, dal 1513 Lotto si trasferì a Bergamo, chiamato da Alessandro Martinego Colleoni per il quale eseguì la pala nella chiesa di San Bartolomeo. 
Qui Lotto iniziò una brillante attività, dominando la scena artistica fino a tutto il 1525, ricevendo numerose commissioni da chiese e privati, e cimentandosi per la prima volta nell’affresco.

  
 
 

Giovanni della Volta con moglie e figlio
 


In quel momento Lotto elaborò un linguaggio del tutto personale, indirizzandosi verso un naturalismo narrativo individuabile in opere come: la “Madonna e Santi” nella chiesa di Santo Spirito, le “Nozze Mistiche di Santa Caterina” all’Accademia Carrara e le “Storie di Santa Barbara” nella cappella Suardi a Trescore. 


 


Ritratto di giovane uomo 


 


Rientrato a Venezia nel 1525 cercò di affermarsi anche in patria, senza però riuscirci a causa della presenza di Tiziano che dominava il panorama artistico locale.


Nel 1533 trasferì la sua attività da Venezia nell’area di Recanati e Jesi.
Qui dipinge la cappella de li Signori del Palazzo dei Priori.
Nel 1539 firma e data la Pala del Rosario per la chiesa di S. Domenico a Cingoli.
Nel 1550 organizza ad Ancona una lotteria di 16 dei suoi quadri e dei trenta cartoni colorati delle tarsie di Bergamo.
Nel 1552 a Loreto viene nominato pittore della Santa Casa.
Nel 1554 entrò nella Santa Casa come oblato e dove si spense probabilmente intorno al 1556 all’età di 77 anni (dal web).

 
  

 
 
La Sacra Famiglia con S. Anna e San Girolamo

 
 
 
 
LORENZO LOTTO VISTO DA ARGAN
 
 
 
Quale migliore inizio di analisi dell’opera di questo autore
se non partendo dal grande critico d’arte Giulio Carlo Argan?
 
 
 
 
 
Venere e Cupido
  
 
 
 
« una persona che si incontra e con cui si parla e ci si intende. All’opposto di quelli di Tiziano, i ritratti del Lotto sono i primi ritratti psicologici: e non sono, naturalmente, ritratti di imperatori e di papi, ma di gente della piccola nobiltà o della buona borghesia, o di artisti, letterati, ecclesiastici. La grande scoperta, che fa la modernità del Lotto, è appunto quella del ritratto come dialogo, scambio di confidenza e di simpatia, tra un sé e un altro: per questo i ritratti lotteschi sono testimonianze autentiche e attendibili, anche se la descrizione fisionomica non è più minuziosa e precisa che nei ritratti di Tiziano. Non lo è perché all’artista non interessa fissare il personaggio come obbiettivamente è, ma come è nel momento e nell’atto in cui si qualifica, si rivolge a un altro, si prepara a uno schietto rapporto umano. Non dice: ammirami, io sono il re, il papa, il doge, sono al centro del mondo; ma dice: così sono fatto dentro, questi sono i motivi della mia malinconia o della mia fede, o della mia simpatia verso gli altri.Nel ritratto-dialogo, l’attitudine del pittore è quella di un confessore, dell’interlocutore che pone le domande, interpreta le risposte […] e la bellezza che fa irradiare, come una luce interna, dalle sue figure, non è un bello naturale né, a rigore, un bello spirituale o morale, ma semplicemente un bello interiore tradito, più che rivelato, da uno sguardo, da un sorriso, dalla pallida trasparenza del volto o dallo stanco posare d’una mano. »
 
 
 
 
 
Giovane con libro
  
 
 
 
LORENZO LOTTO LA SUA FIGURA E LA SUA ARTE
 
 
 

Lorenzo Lotto vive nel periodo Rinascimentale, età in cui si assiste ad un grandissimo rinnovamento artistico e culturale e che ha nell’Italia la sede del suo massimo sviluppo e fulgore.
Una delle principali carattersitiche del Lotto però è l’assoluta insofferenza delle regole delle 2 grandi correnti pittoriche della sua epoca (la fiorentina-romana e quella veneziana) che nascono all’ombra dei capolavori di Tiziano, Raffaello e Michelangelo e la ricerca di affermazione di una propria indipendenza artistica.
 
 
 
 
 
 
Marito e moglie
 
 
 
 
 
Questa sua irrequietezza certamente danneggiò la sua vita artistica se pensiamo che pur essendo il primo pittore veneto (dal 1509 al 1511 circa) a lavorare nei Palazzi Vaticani ne fu estromesso proprio per questo e per non aver accettato i formalismi degli ambienti papalini.
 
La sua personalità presentava aspetti assimilabili ad una sensibilità romantica ante litteram nonché al cliché dell’artista “genio incompreso”, ribelle, turbolento, introverso.
 
 
 
 
 
 
L’architetto – 1535
 
 
 
 
 
Tuttavia la sua pittura segue linee chiare, coerenti, libere, meditate, sposate con religiosità e spiritualità sincere insieme ad una sensibilità quasi moderna.
 
Egli è sé stesso nella vita e nell’arte.

Un primo esempio ed eclatante del suo particolare modo di concepire l’arte possiamo conoscerlo cliccando sul dipinto qui sotto. 
 
 
 
 
fre bia pouce
L’annunciazione – 1527
 
 
 
 
 
Certo è  che, sempre per questa sua assoluta diversità per secoli è stato considerato un “pittore provinciale” (il Vasari non usò altre espressioni se non che era pittore devoto e pio) e solo molto recentemente è stato “riscoperto” grazie ad una spettacolare mostra alla National Gallery di Washington nel 1998
 
 
 
Informazioni ed immagini dal web coordinate, rielaborate ed impaginate da Tony Kospan
 
 

Continua

 
 
Leggeremo nella II parte l’analisi approfondita di un dipinto che è emblematico del modo di sentire e dipingere da parte del Lotto
ed anche il racconto dell’input donatomi da un amico virtuale che, per amore del Lotto e della sua arte, ha scelto il nik Lorenzo… 
 
 
 
 
 

TONY KOSPAN












Arte – Il genio inquieto di Lorenzo Lotto… ed un’analisi delle sue opere – II parte   Leave a comment

 
Per comprendere quanto si diceva nella 1° parte del post
e cioè il suo diverso modo di interpretare la vita e la pittura,
rispetto ai conformismi dell’epoca,
può essere davvero emblematica l’analisi dal sito Strange art”
dell’ Elemosina di Sant’Antonino
che consiglio davvero di leggere
perché potremo notare cose sorprendenti.
 

 
 
 
Andrea Odoni – Lorenzo Lotto
 
 
 
 
LORENZO LOTTO
IL GENIO INQUIETO
 
 
 
II PARTE
 
 
 

 

 
 
 
 
L’ELEMOSINA DI SANT’ANTONINO
 

 
 
 
 

santantonino

 

 

 

ANALISI DEL DIPINTO

Dal sito “Strange art”
 
 

L’elemosina di Sant’Antonino di Lorenzo Lotto rappresenta un tema che dovrebbe, dico dovrebbe, esaltare la bontà di un santo, la sua capacità di assistere i deboli e gli ultimi, il suo grande cuore e il suo amore per il prossimo. Guardando con attenzione però il dipinto di Lorenzo Lotto non posso fare a meno di vedere un certo disincanto, quantomeno una certa ironia nel raffigurare il santo dedito appunto all’elemosina.


Più che un atto d’amore il dipinto sembra raffigurare un apparato in cui il santo vescovo è solo un grigio burocrate che decide chi aiutare e chi no. Proviamo a leggere l’opera partendo dalla parte bassa a destra (percorso di lettura anomalo ma illuminante).

I poveri e i bisognosi consegnano le loro suppliche e le loro richieste al chierico che le raccoglie: notiamo il tocco realistico dell’uomo che mentre parla con una donna sotto di lui, fa cenno con la mano di aspettare a qualcuno al di fuori del quadro che richiama la sua attenzione.

Sant’Antonino è seduto più in alto in trono e legge le carte che gli passano i due chierici.

Il suo aspetto dimesso ed annoiato trasmette l’idea di una routine quotidiana, di una cosa fatta senza passione alcuna. Due angeli parlano nelle orecchie a Sant’Antonino e gli suggeriscono le decisioni da prendere e a chi dare l’elemosina. Il chierico più in basso infine esegue gli ordini del suo vescovo e distribuisce i soldi alle persone da lui indicate.

Tutto funziona come un meccanismo, come una macchina per le elemosina e non c’è spazio per le emozioni. Siamo quindi di fronte ancora una volta ad un dipinto in cui il tema iconografico viene sviluppato dall’artista in modo parzialmente – o totalmente a seconda dei casi – contrastante rispetto alle intenzioni della committenza.

 

 

 

 
Lucretia – Lorenzo Lotto
 
 
 
Concludo questo breve discorso su Lorenzo Lotto 
riportando un'analisi complessiva sulla sua arte…
e mostrando alcune sue famose pale.

 

 

Pala di Santa Cristina – Lorenzo Lotto

 

 

 

VISIONE CRITICA DELL'ARTE DI LORENZO LOTTO

 

Raramente un artista sente la creazione come totale impegno interiore, così come il Lotto.

Uomo indubbiamente colto — e soprattutto nelle cose di religione — il suo racconto non è soltanto fatto illustrativo, ma evento vissuto totalmente, come fenomeno della coscienza.

La sua arte solo raramente è contemplativa, essendo invece inquieta ed inquietante : tale, ossia, da non permetterne una visione distaccata, ma invece da provocare un colloquio che rimane aperto, oggi ancora, fra l’artista e noi stessi.

Voglio intendere che la sua pittura non chiede, per poterci entrare, un passaporto qualsiasi: neppure il nostro adeguarsi alla coscienza estetica del tempo. Essa ci viene incontro da sola, ci turba la serenità, ci pone dei problemi che sono vivi ed attuali.

La sua arte è azione interiore, è impegno morale, senza soluzione temporale.   

P. Zampetti – Lorenzo Lotto – Libro di spese diverse

 

 

 

Crocifissione – Lorenzo Lotto

 

 

FINE

 

Ciao da Tony Kospan

 

 

 

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