Archivio per l'etichetta ‘letteratura francese dell’800

Guy de Maupassant e le sue inquietudini – Biografia.. stile e tematiche del grande scrittore francese   Leave a comment

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BIOGRAFIA

Nato nel castello di Miromesnil (Normandia) il 5 agosto 1850
in una famiglia della piccola nobiltà francese dovette assistere
alle liti prima ed alla separazione poi dei genitori.

Visse la sua adolescenza in modo libero attratto dagli ambienti naturali
della bella regione francese e frequentando senza problemi
persone delle più diverse categorie sociali.



Guy de Maupassant (Tourville sur Arques 5.8.1850 – Parigi 6.7.1893)



Se dalla madre (donna coltissima), presso la quale visse da ragazzo,
ereditò l’amore per l’arte… quello per la letteratura  lo ereditò da Gustave Flaubert
amico di famiglia che, insieme ad altri, lo introdusse alla lettura
di opere di autori contemporanei come Victor Hugo, Balzac, Baudelaire etc.

Arruolatosi nel 1870 nell’esercitò partecipò alla guerra Franco-Tedesca
combattendo valorosamente ma vivendo
sia la delusione
per lo scarso spirito di corpo e la disorganizzazione dell’esercito
che l’entusiasmo
per l’eroica resistenza delle popolazioni civili
di cui parlò in seguito in diversi racconti.






Finita la guerra andò a vivere a Parigi dove potè lavorare da impiegato
in importanti Ministeri ma ben presto sentì la nostalgia
dei paesaggi marini e agresti dell’amata Normandia.

Dal 1880 in poi, aiutato da Flaubert, si dedicò solo all’attività letteraria
ed iniziò anche a frequentare i circoli culturali parigini
che si erano formati attorno al vero mito d’allora… Emile Zola
.



Guy de Maupassant in barca con amiche



Nello stesso anno pubblicò la sua prima novella… “Palla di sego
che ebbe subito un grande successo
ma visse anche la perdita dell’amico-tutore Flaubert.

Anche le successive sue opere letterarie ebbero grande successo
e con esse giunse il benessere economico… grazie al quale poté
vivere come desiderava e cioè viaggiando ed amando belle donne.



Con amici nel 1988



Si recò in Italia… in Corsica… in Africa e spesso era in crociera…

Nel 1889 venne scosso dall’internamento del fratello in un ospedale psichiatrico,
ed allora aumentò ancora di più la frequenza dei suoi viaggi.







Nel 1891 però si ammalò di una grave malattia venerea
che gli procurò dolori, allucinazioni e crisi epilettiche.

Nel 1892 tentò il suicidio.

Nel 1893 la sua salute si aggravò sempre di più
ed il 6 luglio morì a soli 43 anni
avendo accanto la moglie
unica donna forse davvero importante per lui
e da cui aveva avuto 3 figli.

La commemorazione funebre fu ad opera di Emile Zola.






STILE E TEMATICA


E’ considerato uno dei padri del racconto moderno.

I suoi romanzi ed i suoi racconti, intrisi di pessimismo,
sono una continua denuncia della stupidità, dell’affarismo
e della crudeltà della società borghese
e manifestano vicinanza alle sue vittime
i deboli, i derelitti, le prostitute

Egli in questo è influenzato non solo da Flaubert e Zola
ma anche dalla filosofia di Schopenhauer.

Il suo stile è secco… conciso… intenso…
ma è bravissimo  nella costruzione degli intrecci delle sue storie
ed è geniale nella fantasia con cui riesce ad illuminare i suoi temi.

Ha scritto 6 romanzi, di cui il più famoso è Bel-ami, 

ed un gran numero di racconti e novelle.


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Tony Kospan




Frecce2039
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Guy de Maupassant.. grande scrittore francese dell’800 – Ricordo.. stile e temi delle sue opere.   Leave a comment

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BIOGRAFIA

Nato nel castello di Miromesnil (Normandia) il 5 agosto 1850
in una famiglia della piccola nobiltà francese dovette assistere
alle liti prima ed alla separazione poi dei genitori.

Visse la sua adolescenza in modo libero attratto dagli ambienti naturali
della bella regione francese e frequentando senza problemi
persone delle più diverse categorie sociali.



Guy de Maupassant (Tourville sur Arques 5.8.1850 – Parigi 6.7.1893)



Se dalla madre (donna coltissima), presso la quale visse da ragazzo,
ereditò l’amore per l’arte… quello per la letteratura  lo ereditò da Gustave Flaubert
amico di famiglia che, insieme ad altri, lo introdusse alla lettura
di opere di autori contemporanei come Victor Hugo, Balzac, Baudelaire etc.

Arruolatosi nel 1870 nell’esercitò partecipò alla guerra Franco-Tedesca
combattendo valorosamente ma vivendo
sia la delusione
per lo scarso spirito di corpo e la disorganizzazione dell’esercito
che l’entusiasmo
per l’eroica resistenza delle popolazioni civili
di cui parlò in seguito in diversi racconti.






Finita la guerra andò a vivere a Parigi dove potè lavorare da impiegato
in importanti Ministeri ma ben presto sentì la nostalgia
dei paesaggi marini e agresti dell’amata Normandia.

Dal 1880 in poi, aiutato da Flaubert, si dedicò solo all’attività letteraria
ed iniziò anche a frequentare i circoli culturali parigini
che si erano formati attorno al vero mito d’allora… Emile Zola
.



Guy de Maupassant in barca con amiche



Nello stesso anno pubblicò la sua prima novella… “Palla di sego
che ebbe subito un grande successo
ma visse anche la perdita dell’amico-tutore Flaubert.

Anche le successive sue opere letterarie ebbero grande successo
e con esse giunse il benessere economico… grazie al quale poté
vivere come desiderava e cioè viaggiando ed amando belle donne.



Con amici nel 1988



Si recò in Italia… in Corsica… in Africa e spesso era in crociera…

Nel 1889 venne scosso dall’internamento del fratello in un ospedale psichiatrico,
ed allora aumentò ancora di più la frequenza dei suoi viaggi.







Nel 1891 però si ammalò di una grave malattia venerea
che gli procurò dolori, allucinazioni e crisi epilettiche.

Nel 1892 tentò il suicidio.

Nel 1893 la sua salute si aggravò sempre di più
ed il 6 luglio morì a soli 43 anni
avendo accanto la moglie
unica donna forse davvero importante per lui
e da cui aveva avuto 3 figli.

La commemorazione funebre fu ad opera di Emile Zola.






STILE E TEMATICA


E’ considerato uno dei padri del racconto moderno.

I suoi romanzi ed i suoi racconti, intrisi di pessimismo,
sono una continua denuncia della stupidità, dell’affarismo
e della crudeltà della società borghese
e manifestano vicinanza alle sue vittime
i deboli, i derelitti, le prostitute

Egli in questo è influenzato non solo da Flaubert e Zola
ma anche dalla filosofia di Schopenhauer.

Il suo stile è secco… conciso… intenso…
ma è bravissimo  nella costruzione degli intrecci delle sue storie
ed è geniale nella fantasia con cui riesce ad illuminare i suoi temi.

Ha scritto 6 romanzi, di cui il più famoso è Bel-ami, 

ed un gran numero di racconti e novelle.


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Tony Kospan




Frecce2039
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Victor Hugo – Breve ricordo del grande poeta e scrittore francese anche con una sua grande poesia e vari aforismi   2 comments





 
Victor-Marie Hugo



E’ universalmente considerata
una delle più grandi ed importanti figure
della cultura europea e mondiale dell’ottocento.
.
.
.
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.
.
.
.
.
.
Incredibile, e costante per tutta la vita,
fu il suo attivismo nei vari campi, soprattutto letterari,
ed infatti è stato poeta, pensatore, romanziere,
ma anche politico e disegnatore.






Non seguì mai i temi e gli stili dolorosi e solitari
dei poeti della sua epoca riuscendo sempre a cogliere
aspetti e valori positivi nonostante la vita
non gli abbia risparmiato dure ed amare esperienze
alternate però con grandi soddisfazioni e successi.







La sua opera più importante è certamente
il romanzo “I miserabili” ancor oggi letto in tutto il mondo.






E’ anche ritenuto
il padre del romanticismo francese.



Victor-Marie Hugo
(Besançon 26.2.1802 – Parigi 22.5.1885)



Mi fa piacere ora rendergli omaggio con
alcuni suoi aforismi ed una grande poesia











Umanità significa identità:
tutti gli uomini sono fatti della stessa argilla;
nessuna differenza, almeno quaggiù, nella predestinazione;
la medesima ombra prima,
la medesima carne durante,
la medesima cenere dopo.

**************************************

C’è chi si fissa a vedere il buio.
Io preferisco contemplare le stelle.


**************************************

Chi pensa che i cani non abbiano un’anima,
non ha mai guardato un cane negli occhi.


**************************************

Il destino mescola le carte,
ma è l’uomo a giocare la partita.







In questa sua grande poesia
(un vero e sublime inno all’amore)
l’uomo e la donna appaiono sì diversi
ma anche reciprocamente necessari ed utili.






Cosa questa che era per nulla ovvia… in quell’epoca,
(ma in molti casi anche oggi…. ahimè…).
A mio parere la fantastica poesia che leggeremo
ci immerge in un’atmosfera dolce, fantastica e sognante…



Josephine Wall 


L’UOMO E LA DONNA
Victor Hugo
 
L’uomo è la più elevata delle creature.
La donna è il più sublime degli ideali.
Dio fece per l’uomo un trono, per la donna un altare.
Il trono esalta, l’altare santifica.


L’uomo è il cervello. La donna il cuore.
Il cervello fabbrica luce, il cuore produce amore.
La luce feconda, l’amore resuscita.
L’uomo è forte per la ragione.
La donna è invincibile per le lacrime.
La ragione convince, le lacrime commuovono.
 
L’uomo è capace di tutti gli eroismi.
La donna di tutti i martìri.
L’eroismo nobilita, il martirio sublima.
L’uomo ha la supremazia.
La donna la preferenza.
La supremazia significa forza;
la preferenza rappresenta il diritto.


L’uomo è un genio. La donna un angelo.
Il genio è incommensurabile;
l’angelo indefinibile.
L’aspirazione dell’uomo è la gloria suprema.
L’aspirazione della donna è la virtù estrema.
La gloria rende tutto grande; la virtù rende tutto divino.


L’uomo è un codice. La donna un vangelo.
Il codice corregge, il vangelo perfeziona.
L’uomo pensa. La donna sogna.
Pensare è avere il cranio di una larva;
sognare è avere sulla fronte un’aureola.


L’uomo è un oceano. La donna un lago.
L’oceano ha la perla che adorna;
il lago la poesia che abbaglia.
L’uomo è l’aquila che vola.
La donna è l’usignolo che canta.
Volare è dominare lo spazio;
cantare è conquistare l’Anima.


L’uomo è un tempio. La donna il sacrario.
Dinanzi al tempio ci scopriamo;
davanti al sacrario ci inginocchiamo. Infine:
l’uomo si trova dove termina la terra,
la donna dove comincia il cielo.



Renoir – Innamorati



CIAO DA TONY KOSPAN



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STENDHAL – Un breve ricordo dello scrittore francese e la storia del suo grande amore milanese (non corrisposto)   2 comments

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Mi fa piacere ricordar Stendhal, 
grande scrittore francese del 1800 innamorato dell’Italia, 
attraverso un accenno alle sue opere letterarie 
e poi con la storia del suo sfortunato amore milanese 
indice comunque del suo grande impeto romantico.








BREVE RICORDO DELLO SCRITTORE


Amante dell’arte e appassionato dell’Italia, dove visse a lungo,
esordì in letteratura nel 1815 con le biografie su Haydn, Mozart e Metastasio,
seguite nel 1817 da una Storia della pittura in Italia
e dal libro di ricordi e d’impressioni su Roma, Napoli e Firenze.


Quest’ultimo fu firmato per la prima volta con lo pseudonimo di Stendhal,
nome forse ispirato alla città tedesca di Stendhal,
dove nacque l’ammirato storico e critico d’arte Johann Joachim Winckelmann.








I suoi romanzi, caratterizzati dalla ricerca della verità psicologica
dei personaggi, fanno di Stendhal uno dei maggiori rappresentanti
del romanzo francese del XIX secolo.


I protagonisti dei suoi romanzi
“Il rosso e il nero”, “La Certosa di Parma e l’incompiuto “Lucien Leuwen”,
sono giovani romantici che aspirano alla realizzazione di sé
attraverso il desiderio della gloria e l’affermazione di sentimenti appassionati.
(da Wikipedia con modifiche)







Grenoble 23.1.1783 – Parigi 23.3.1842





IL GRANDE AMORE DI STENDHAL.. IL MILANESE
Tony Kospan



Perché possiamo chiamare “milanese“ Stendhal pseudonimo dello scrittore francese Henri Beyle uno dei più grandi romanzieri dell’800?

Semplice… perché amava Milano (e l’Italia) al punto che sulla sua tomba volle che fosse scritto “Arrigo Beyle – Milanese – Scrisse – Amò – Visse

Iniziò a frequentare Milano nel 1800 e dopo un po’ vi si stabilì vivendo alla grande la fervente vita milanese d’allora che oggi chiameremmo movida, fatta però di incontri artistici, letterari, musicali e non ultimi, anzi, amorosi.



Stendhal giovane




Ma in verità amava tutta l’Italia che girò in lungo ed in largo per ammirarne le bellezze paesaggistiche storiche ed artistiche.

Dicevamo che la sua passione però era Milano che elesse a città della sua felicità, ma qui ebbe però anche forse la più grande delusione d’amore della sua vita, quella per Metilde.

Ma andiamo con ordine. Chi era Metilde?

Métilde Viscontini Dembowski è stata una notevole figura del Risorgimento italiano amica di Foscolo, Pellico, Confalonieri etc.



incerto ritratto di Metilde





Fu anche arrestata dagli Austriaci ma non rivelò mai i nomi degli altri patrioti.

Di ottima famiglia milanese Metilde ha 28 anni quando Stendhal, che ne ha 35, il 4.3.1818 la vede per la prima volta.

Madre di 2 figli è la moglie separata di un Ufficiale Napoleonico della Legione polacca ma di lei si hanno pochissime ed incerte immagini.








E’, per Stendhal, un vero e proprio colpo di fulmine per una donna davvero bella e cortese.

Ma non è affatto un colpo di fulmine per lei che subito si mostra fredda.

Stendhal non capisce più niente cerca in ogni modo di incontrarla di approcciarla arrivando a fermarla per strada ma sempre senza esito.

Una volta lei, dopo aver ascoltato le sue parole d’amore, gli consigliò d’andar a veder il Duomo.

Sempre in preda alla passione allora le scrisse una lettera disperata in cui chiedeva almeno di poterla incontrare, anche solo da amico, una volta al giorno.

Lei gli concesse solo 2 incontri al mese ma nei salotti e tra altre persone.






Stendhal era convinto che la sua resistenza fosse dovuta al fatto che una sua cugina aveva parlato male di lui. 

Ad un certo punto però le cose peggiorarono addirittura.

Egli venne a sapere che lei si sarebbe recata a Volterra per incontrare i figli che erano in collegio e lui la raggiunse lì nascosto da occhiali verdi.

Lei lo riconobbe subito e lo cacciò in malo modo e per sempre.










In preda al suo immenso dolore scrisse allora di getto il breve romanzo “Roman in cui lo stesso Stendhal ci racconta tutto il suo amore e tutto il suo dolore.
Ma lei non lo lesse mai.

Metilde morì giovanissima a 35 anni.
Lui non la dimenticherà mai e ne parlerà ogni tanto nei suoi romanzi.

Tony Kospan

(Copyright T.K.)


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Stendhal.. grande scrittore francese che volle essere milanese – Breve ricordo e la storia di un suo amore sfortunato   Leave a comment

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Mi fa piacere ricordar Stendhal, 
grande scrittore francese del 1800 innamorato dell’Italia, 
attraverso un accenno alle sue opere letterarie 
e poi con la storia del suo sfortunato amore milanese 
indice comunque del suo grande impeto romantico.








BREVE RICORDO DELLO SCRITTORE


Amante dell’arte e appassionato dell’Italia, dove visse a lungo,
esordì in letteratura nel 1815 con le biografie su Haydn, Mozart e Metastasio,
seguite nel 1817 da una Storia della pittura in Italia
e dal libro di ricordi e d’impressioni su Roma, Napoli e Firenze.


Quest’ultimo fu firmato per la prima volta con lo pseudonimo di Stendhal,
nome forse ispirato alla città tedesca di Stendhal,
dove nacque l’ammirato storico e critico d’arte Johann Joachim Winckelmann.








I suoi romanzi, caratterizzati dalla ricerca della verità psicologica
dei personaggi, fanno di Stendhal uno dei maggiori rappresentanti
del romanzo francese del XIX secolo.


I protagonisti dei suoi romanzi
“Il rosso e il nero”, “La Certosa di Parma e l’incompiuto “Lucien Leuwen”,
sono giovani romantici che aspirano alla realizzazione di sé
attraverso il desiderio della gloria e l’affermazione di sentimenti appassionati.
(da Wikipedia con modifiche)







Grenoble 23.1.1783 – Parigi 23.3.1842





IL GRANDE AMORE DI STENDHAL.. IL MILANESE
Tony Kospan



Perché possiamo chiamare “milanese“ Stendhal pseudonimo dello scrittore francese Henri Beyle uno dei più grandi romanzieri dell’800?

Semplice… perché amava Milano (e l’Italia) al punto che sulla sua tomba volle che fosse scritto “Arrigo Beyle – Milanese – Scrisse – Amò – Visse

Iniziò a frequentare Milano nel 1800 e dopo un po’ vi si stabilì vivendo alla grande la fervente vita milanese d’allora che oggi chiameremmo movida, fatta però di incontri artistici, letterari, musicali e non ultimi, anzi, amorosi.



Stendhal giovane




Ma in verità amava tutta l’Italia che girò in lungo ed in largo per ammirarne le bellezze paesaggistiche storiche ed artistiche.

Dicevamo che la sua passione però era Milano che elesse a città della sua felicità, ma qui ebbe però anche forse la più grande delusione d’amore della sua vita, quella per Metilde.

Ma andiamo con ordine. Chi era Metilde?

Métilde Viscontini Dembowski è stata una notevole figura del Risorgimento italiano amica di Foscolo, Pellico, Confalonieri etc.



incerto ritratto di Metilde





Fu anche arrestata dagli Austriaci ma non rivelò mai i nomi degli altri patrioti.

Di ottima famiglia milanese Metilde ha 28 anni quando Stendhal, che ne ha 35, il 4.3.1818 la vede per la prima volta.

Madre di 2 figli è la moglie separata di un Ufficiale Napoleonico della Legione polacca ma di lei si hanno pochissime ed incerte immagini.








E’, per Stendhal, un vero e proprio colpo di fulmine per una donna davvero bella e cortese.

Ma non è affatto un colpo di fulmine per lei che subito si mostra fredda.

Stendhal non capisce più niente cerca in ogni modo di incontrarla di approcciarla arrivando a fermarla per strada ma sempre senza esito.

Una volta lei, dopo aver ascoltato le sue parole d’amore, gli consigliò d’andar a veder il Duomo.

Sempre in preda alla passione allora le scrisse una lettera disperata in cui chiedeva almeno di poterla incontrare, anche solo da amico, una volta al giorno.

Lei gli concesse solo 2 incontri al mese ma nei salotti e tra altre persone.






Stendhal era convinto che la sua resistenza fosse dovuta al fatto che una sua cugina aveva parlato male di lui. 

Ad un certo punto però le cose peggiorarono addirittura.

Egli venne a sapere che lei si sarebbe recata a Volterra per incontrare i figli che erano in collegio e lui la raggiunse lì nascosto da occhiali verdi.

Lei lo riconobbe subito e lo cacciò in malo modo e per sempre.










In preda al suo immenso dolore scrisse allora di getto il breve romanzo “Roman in cui lo stesso Stendhal ci racconta tutto il suo amore e tutto il suo dolore.
Ma lei non lo lesse mai.

Metilde morì giovanissima a 35 anni.
Lui non la dimenticherà mai e ne parlerà ogni tanto nei suoi romanzi.

Tony Kospan

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Guy de Maupassant – L’uomo e le sue inquietudini – Stile e tematiche del grande scrittore francese dell’800   Leave a comment

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Nato nel castello di Miromesnil (Normandia) il 5 agosto 1850
in una famiglia della piccola nobiltà francese dovette assistere
alle liti prima ed alla separazione poi dei genitori.

Visse la sua adolescenza in modo libero attratto dagli ambienti naturali
della bella regione francese e frequentando senza problemi
persone delle più diverse categorie sociali.



Guy de Maupassant (Tourville sur Arques 5.8.1850 – Parigi 6.7.1893)



Se dalla madre (donna coltissima), presso la quale visse da ragazzo,
ereditò l’amore per l’arte… quello per la letteratura  lo ereditò da Gustave Flaubert
amico di famiglia che, insieme ad altri, lo introdusse alla lettura
di opere di autori contemporanei come Victor Hugo, Balzac, Baudelaire etc.

Arruolatosi nel 1870 nell’esercitò partecipò alla guerra Franco-Tedesca
combattendo valorosamente ma vivendo
sia la delusione
per lo scarso spirito di corpo e la disorganizzazione dell’esercito
che l’entusiasmo
per l’eroica resistenza delle popolazioni civili
di cui parlò in seguito in diversi racconti.






Finita la guerra andò a vivere a Parigi dove potè lavorare da impiegato
in importanti Ministeri ma ben presto sentì la nostalgia
dei paesaggi marini e agresti dell’amata Normandia.

Dal 1880 in poi, aiutato da Flaubert, si dedicò solo all’attività letteraria
ed iniziò anche a frequentare i circoli culturali parigini
che si erano formati attorno al vero mito d’allora… Emile Zola
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Guy de Maupassant in barca con amiche



Nello stesso anno pubblicò la sua prima novella… “Palla di sego
che ebbe subito un grande successo
ma visse anche la perdita dell’amico-tutore Flaubert.

Anche le successive sue opere letterarie ebbero grande successo
e con esse giunse il benessere economico… grazie al quale poté
vivere come desiderava e cioè viaggiando ed amando belle donne.



Con amici nel 1988



Si recò in Italia… in Corsica… in Africa e spesso era in crociera…

Nel 1889 venne scosso dall’internamento del fratello in un ospedale psichiatrico,
ed allora aumentò ancora di più la frequenza dei suoi viaggi.







Nel 1891 però si ammalò di una grave malattia venerea
che gli procurò dolori, allucinazioni e crisi epilettiche.

Nel 1892 tentò il suicidio.

Nel 1893 la sua salute si aggravò sempre di più
ed il 6 luglio morì a soli 43 anni
avendo accanto la moglie
unica donna forse davvero importante per lui
e da cui aveva avuto 3 figli.

La commemorazione funebre fu ad opera di Emile Zola.






STILE E TEMATICA


E’ considerato uno dei padri del racconto moderno.

I suoi romanzi ed i suoi racconti, intrisi di pessimismo,
sono una continua denuncia della stupidità, dell’affarismo
e della crudeltà della società borghese
e manifestano vicinanza alle sue vittime
i deboli, i derelitti, le prostitute

Egli in questo è influenzato non solo da Flaubert e Zola
ma anche dalla filosofia di Schopenhauer.

Il suo stile è secco… conciso… intenso…
ma è bravissimo  nella costruzione degli intrecci delle sue storie
ed è geniale nella fantasia con cui riesce ad illuminare i suoi temi.

Ha scritto 6 romanzi, di cui il più famoso è Bel-ami, 

ed un gran numero di racconti e novelle.


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Tony Kospan




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Guy de Maupassant – L’uomo e la sua inquietudine… lo stile e le tematiche del grande scrittore francese dell’800   Leave a comment

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Nato nel castello di Miromesnil (Normandia) il 5 agosto 1850
in una famiglia della piccola nobiltà francese dovette assistere
alle liti prima ed alla separazione poi dei genitori.

Visse la sua adolescenza in modo libero attratto dagli ambienti naturali
della bella regione francese e frequentando senza problemi
persone delle più diverse categorie sociali.



Guy de Maupassant (Tourville sur Arques 5.8.1850 – Parigi 6.7.1893)



Se dalla madre (donna coltissima), presso la quale visse da ragazzo,
ereditò l’amore per l’arte… quello per la letteratura  lo ereditò da Gustave Flaubert
amico di famiglia che, insieme ad altri, lo introdusse alla lettura
di opere di autori contemporanei come Victor Hugo, Balzac, Baudelaire etc.

Arruolatosi nel 1870 nell’esercitò partecipò alla guerra Franco-Tedesca
combattendo valorosamente ma vivendo
sia la delusione
per lo scarso spirito di corpo e la disorganizzazione dell’esercito
che l’entusiasmo
per l’eroica resistenza delle popolazioni civili
di cui parlò in seguito in diversi racconti.






Finita la guerra andò a vivere a Parigi dove potè lavorare da impiegato
in importanti Ministeri ma ben presto sentì la nostalgia
dei paesaggi marini e agresti dell’amata Normandia.

Dal 1880 in poi, aiutato da Flaubert, si dedicò solo all’attività letteraria
ed iniziò anche a frequentare i circoli culturali parigini
che si erano formati attorno al vero mito d’allora… Emile Zola
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Guy de Maupassant in barca con amiche



Nello stesso anno pubblicò la sua prima novella… “Palla di sego
che ebbe subito un grande successo
ma visse anche la perdita dell’amico-tutore Flaubert.

Anche le successive sue opere letterarie ebbero grande successo
e con esse giunse il benessere economico… grazie al quale poté
vivere come desiderava e cioè viaggiando ed amando belle donne.



Con amici nel 1988



Si recò in Italia… in Corsica… in Africa e spesso era in crociera…

Nel 1889 venne scosso dall’internamento del fratello in un ospedale psichiatrico,
ed allora aumentò ancora di più la frequenza dei suoi viaggi.







Nel 1891 però si ammalò di una grave malattia venerea
che gli procurò dolori, allucinazioni e crisi epilettiche.

Nel 1892 tentò il suicidio.

Nel 1893 la sua salute si aggravò sempre di più
ed il 6 luglio morì a soli 43 anni
avendo accanto la moglie
unica donna forse davvero importante per lui
e da cui aveva avuto 3 figli.

La commemorazione funebre fu ad opera di Emile Zola.






STILE E TEMATICA


E’ considerato uno dei padri del racconto moderno.

I suoi romanzi ed i suoi racconti, intrisi di pessimismo,
sono una continua denuncia della stupidità, dell’affarismo
e della crudeltà della società borghese
e manifestano vicinanza alle sue vittime
i deboli, i derelitti, le prostitute

Egli in questo è influenzato non solo da Flaubert e Zola
ma anche dalla filosofia di Schopenhauer.

Il suo stile è secco… conciso… intenso…
ma è bravissimo  nella costruzione degli intrecci delle sue storie
ed è geniale nella fantasia con cui riesce ad illuminare i suoi temi.

Ha scritto 6 romanzi, di cui il più famoso è Bel-ami, 

ed un gran numero di racconti e novelle.


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Tony Kospan








Victor Hugo – Breve ricordo.. anche con una sua nota poesia ed alcuni aforismi.. del grande poeta e scrittore francese   1 comment






Victor-Marie Hugo



E’ universalmente considerata
una delle più grandi ed importanti figure
della cultura europea e mondiale dell’ottocento.
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Incredibile, e costante per tutta la vita,
fu il suo attivismo nei vari campi, soprattutto letterari,
ed infatti è stato poeta, pensatore, romanziere,
ma anche politico e disegnatore…






Non seguì mai i temi e gli stili dolorosi e solitari
dei poeti della sua epoca riuscendo sempre a cogliere
aspetti e valori positivi nonostante la vita
non gli abbia risparmiato dure ed amare esperienze
alternate però con grandi soddisfazioni e successi.







La sua opera più importante è certamente
il romanzo “I miserabili” ancor oggi letto in tutto il mondo.






E’ anche ritenuto
il padre del romanticismo francese.



Victor-Marie Hugo
(Besançon 26.2.1802 – Parigi 22.5.1885)



Mi fa piacere ora rendergli omaggio con
alcuni suoi aforismi ed una grande poesia











Umanità significa identità:
tutti gli uomini sono fatti della stessa argilla;
nessuna differenza, almeno quaggiù, nella predestinazione;
la medesima ombra prima,
la medesima carne durante,
la medesima cenere dopo.

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C’è chi si fissa a vedere il buio.
Io preferisco contemplare le stelle.


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Chi pensa che i cani non abbiano un’anima,
non ha mai guardato un cane negli occhi.


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Il destino mescola le carte,
ma è l’uomo a giocare la partita.







In questa sua grande poesia
(un vero e sublime inno all’amore)
l’uomo e la donna appaiono sì diversi
ma anche reciprocamente necessari ed utili.






Cosa questa per nulla ovvia… in quell’epoca,
(ma in molti casi anche oggi…. ahimè…).
A mio parere la fantastica poesia che leggeremo
ci immerge in un’atmosfera dolce, fantastica e sognante…



Josephine Wall 


L’UOMO E LA DONNA
Victor Hugo
 
L’uomo è la più elevata delle creature.
La donna è il più sublime degli ideali.
Dio fece per l’uomo un trono, per la donna un altare.
Il trono esalta, l’altare santifica.


L’uomo è il cervello. La donna il cuore.
Il cervello fabbrica luce, il cuore produce amore.
La luce feconda, l’amore resuscita.
L’uomo è forte per la ragione.
La donna è invincibile per le lacrime.
La ragione convince, le lacrime commuovono.
 
L’uomo è capace di tutti gli eroismi.
La donna di tutti i martìri.
L’eroismo nobilita, il martirio sublima.
L’uomo ha la supremazia.
La donna la preferenza.
La supremazia significa forza;
la preferenza rappresenta il diritto.


L’uomo è un genio. La donna un angelo.
Il genio è incommensurabile;
l’angelo indefinibile.
L’aspirazione dell’uomo è la gloria suprema.
L’aspirazione della donna è la virtù estrema.
La gloria rende tutto grande; la virtù rende tutto divino.


L’uomo è un codice. La donna un vangelo.
Il codice corregge, il vangelo perfeziona.
L’uomo pensa. La donna sogna.
Pensare è avere il cranio di una larva;
sognare è avere sulla fronte un’aureola.


L’uomo è un oceano. La donna un lago.
L’oceano ha la perla che adorna;
il lago la poesia che abbaglia.
L’uomo è l’aquila che vola.
La donna è l’usignolo che canta.
Volare è dominare lo spazio;
cantare è conquistare l’Anima.


L’uomo è un tempio. La donna il sacrario.
Dinanzi al tempio ci scopriamo;
davanti al sacrario ci inginocchiamo. Infine:
l’uomo si trova dove termina la terra,
la donna dove comincia il cielo.



Renoir – Innamorati



CIAO DA TONY KOSPAN



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Stendhal – Breve ricordo del grande scrittore e la storia del suo grande amore milanese non corrisposto   Leave a comment

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Mi fa piacere ricordar Stendhal, 
grande scrittore francese dell'ottocento ed innamorato dell'Italia, 
attraverso un accenno alle sue opere letterarie
e poi con la storia del suo sfortunato amore milanese
indice comunque del suo grande impeto romantico.








BREVE RICORDO DELLO SCRITTORE


Amante dell'arte e appassionato dell'Italia, dove visse a lungo,
esordì in letteratura nel 1815 con le biografie su Haydn, Mozart e Metastasio,
seguite nel 1817 da una Storia della pittura in Italia
e dal libro di ricordi e d'impressioni su Roma, Napoli e Firenze.


Quest'ultimo fu firmato per la prima volta con lo pseudonimo di Stendhal,
nome forse ispirato alla città tedesca di Stendal,
dove nacque l'ammirato storico e critico d'arte Johann Joachim Winckelmann.








I suoi romanzi, caratterizzati dalla ricerca della verità psicologica
dei personaggi, fanno di Stendhal uno dei maggiori rappresentanti
del romanzo francese del XIX secolo.


I protagonisti dei suoi romanzi
“Il rosso e il nero”, “La Certosa di Parma e l'incompiuto “Lucien Leuwen”,
sono giovani romantici che aspirano alla realizzazione di sé
attraverso il desiderio della gloria e l'affermazione di sentimenti appassionati.
(da Wikipedia con modifiche)







Grenoble 23.1.1783 – Parigi 23.3.1842





IL GRANDE AMORE DI STENDHAL.. IL MILANESE..
Tony Kospan



Perché possiamo chiamare “milanese“ Stendhal pseudonimo dello scrittore francese Henri Beyle uno dei più grandi romanzieri dell'800?

Semplice… perché amava Milano (e l'Italia) al punto che sulla sua tomba volle che fosse scritto…
Arrigo Beyle – Milanese – Scrisse – Amò – Visse

Iniziò a frequentare Milano nel 1800 e dopo un po' vi si stabilì vivendo alla grande la fervente vita milanese d'allora che oggi chiameremmo movida… fatta però di incontri artistici, letterari, musicali e… non ultimi… anzi… amorosi.



Stendhal giovane




Ma in verità amava tutta l'Italia che girò in lungo ed in largo per ammirarne le bellezze paesaggistiche storiche ed artistiche.

Dicevamo che la sua passione però era Milano che elesse a città della sua felicità, ma qui ebbe però anche forse la più grande delusione d'amore della sua vita, quella per Metilde.

Ma andiamo con ordine. Chi era Metilde?

Métilde Viscontini Dembowski è stata una notevole figura del Risorgimento italiano amica di Foscolo, Pellico, Confalonieri etc.



incerto ritratto di Metilde





Fu anche arrestata dagli Austriaci ma non rivelò mai i nomi degli altri patrioti.

Di ottima famiglia milanese Metilde ha 28 anni quando Stendhal, che ne ha 35, il 4.3.1818 la vede per la prima volta.

Madre di 2 figli è la moglie separata di un Ufficiale Napoleonico della Legione polacca ma di lei si hanno pochissime ed incerte immagini.








E' per Stendhal un vero e proprio colpo di fulmime… per una donna davvero bella e cortese.

Ma non è affatto un colpo di fulmine per lei… che subito si mostra fredda.

Stendhal non capisce più niente… cerca in ogni modo di incontrarla di approcciarla arrivando a fermarla per strada… ma sempre senza esito.

Una volta lei, dopo aver ascoltato le sue parole d'amore, gli consigliò d'andar a veder il Duomo.

Sempre in preda alla passione allora le scrisse una lettera disperata in cui chiedeva almeno di poterla incontrare, anche solo da amico, una volta al giorno…

Lei gli concesse solo 2 incontri al mese ma nei salotti e tra altre persone.




Milano nell'800




Stendhal era convinto che la sua resistenza era dovuta al fatto che una sua cugina aveva parlato male di lui.

Ad un certo punto però le cose peggiorarono addirittura.

Egli venne a sapere che lei si sarebbe recata a Volterra per incontrare i figli che erano in collegio e lui la raggiunse lì nascosto da occhiali verdi.

Lei lo riconobbe subito e lo cacciò in malo modo… e per sempre.










In preda al suo immenso dolore scrisse allora di getto il breve romanzo “Roman in cui lo stesso Stendhal ci racconta tutto il suo amore e tutto il suo dolore… che però lei non lesse mai.

Metilde morì giovanissima a 35 anni… ma lui non la dimenticherà mai e ne parlerà ogni tanto nei suoi romanzi.

Tony Kospan

(Copyright T.K.)



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Stendhal – Breve ricordo del grande scrittore e la storia del suo grande amore milanese non corrisposto   1 comment

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Mi fa piacere ricordar Stendhal, 
grande scrittore francese del 1800 innamorato dell'Italia, 
attraverso un accenno alle sue opere letterarie
e poi con la storia del suo sfortunato amore milanese
indice comunque del suo grande impeto romantico.








BREVE RICORDO DELLO SCRITTORE


Amante dell'arte e appassionato dell'Italia, dove visse a lungo,
esordì in letteratura nel 1815 con le biografie su Haydn, Mozart e Metastasio,
seguite nel 1817 da una Storia della pittura in Italia
e dal libro di ricordi e d'impressioni su Roma, Napoli e Firenze.


Quest'ultimo fu firmato per la prima volta con lo pseudonimo di Stendhal,
nome forse ispirato alla città tedesca di Stendal,
dove nacque l'ammirato storico e critico d'arte Johann Joachim Winckelmann.








I suoi romanzi, caratterizzati dalla ricerca della verità psicologica
dei personaggi, fanno di Stendhal uno dei maggiori rappresentanti
del romanzo francese del XIX secolo.


I protagonisti dei suoi romanzi
“Il rosso e il nero”, “La Certosa di Parma e l'incompiuto “Lucien Leuwen”,
sono giovani romantici che aspirano alla realizzazione di sé
attraverso il desiderio della gloria e l'affermazione di sentimenti appassionati.
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IL GRANDE AMORE DI STENDHAL.. IL MILANESE..
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Perché possiamo chiamare “milanese“ Stendhal pseudonimo dello scrittore francese Henri Beyle uno dei più grandi romanzieri dell'800?

Semplice… perché amava Milano (e l'Italia) al punto che sulla sua tomba volle che fosse scritto…
Arrigo Beyle – Milanese – Scrisse – Amò – Visse

Iniziò a frequentare Milano nel 1800 e dopo un po' vi si stabilì vivendo alla grande la fervente vita milanese d'allora che oggi chiameremmo movida… fatta però di incontri artistici, letterari, musicali e… non ultimi… anzi… amorosi.



Stendhal giovane




Ma in verità amava tutta l'Italia che girò in lungo ed in largo per ammirarne le bellezze paesaggistiche storiche ed artistiche.

Dicevamo che la sua passione però era Milano che elesse a città della sua felicità, ma qui ebbe però anche forse la più grande delusione d'amore della sua vita, quella per Metilde.

Ma andiamo con ordine. Chi era Metilde?

Métilde Viscontini Dembowski è stata una notevole figura del Risorgimento italiano amica di Foscolo, Pellico, Confalonieri etc.



incerto ritratto di Metilde





Fu anche arrestata dagli Austriaci ma non rivelò mai i nomi degli altri patrioti.

Di ottima famiglia milanese Metilde ha 28 anni quando Stendhal, che ne ha 35, il 4.3.1818 la vede per la prima volta.

Madre di 2 figli è la moglie separata di un Ufficiale Napoleonico della Legione polacca ma di lei si hanno pochissime ed incerte immagini.








E' per Stendhal un vero e proprio colpo di fulmime… per una donna davvero bella e cortese.

Ma non è affatto un colpo di fulmine per lei… che subito si mostra fredda.

Stendhal non capisce più niente… cerca in ogni modo di incontrarla di approcciarla arrivando a fermarla per strada… ma sempre senza esito.

Una volta lei, dopo aver ascoltato le sue parole d'amore, gli consigliò d'andar a veder il Duomo.

Sempre in preda alla passione allora le scrisse una lettera disperata in cui chiedeva almeno di poterla incontrare, anche solo da amico, una volta al giorno…

Lei gli concesse solo 2 incontri al mese ma nei salotti e tra altre persone.




Milano nell'800




Stendhal era convinto che la sua resistenza era dovuta al fatto che una sua cugina aveva parlato male di lui.

Ad un certo punto però le cose peggiorarono addirittura.

Egli venne a sapere che lei si sarebbe recata a Volterra per incontrare i figli che erano in collegio e lui la raggiunse lì nascosto da occhiali verdi.

Lei lo riconobbe subito e lo cacciò in malo modo… e per sempre.










In preda al suo immenso dolore scrisse allora di getto il breve romanzo “Roman in cui lo stesso Stendhal ci racconta tutto il suo amore e tutto il suo dolore… che però lei non lesse mai.

Metilde morì giovanissima a 35 anni… ma lui non la dimenticherà mai e ne parlerà ogni tanto nei suoi romanzi.

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