

Viveva con il continuo batticuore di essere attaccata dagli altri animali, tutti più forti e aggressivi.
Tornò dal Creatore e gli raccontò le sue sofferenze..
“Vuoi qualcosa per difenderti?”, le chiese amabilmente il Signore.
La pecora scosse il capo: “Come farei a brucare l’erba più tenera? .
“Vuoi dei poderosi artigli?”.
“Ah no! Mi verrebbe voglia di usarli a sproposito”.
“Potresti iniettare veleno con la saliva”, continuò paziente il Signore.
“Non se ne parla neanche. Sarei odiata e scacciata da tutti come un serpente”.
“Due robuste corna, che ne dici?“..
“Ah no! E chi mi accarezzerebbe più?”.

Siamo, in un certo senso, come piccoli animali senza nemmeno una pelliccia o denti aguzzi per difenderci.
Ciò che ci protegge non è la cattiveria ma l’umanità:
Non è la nostra durezza a darci il tepore la notte, ma la tenerezza, che fa desiderare agli altri di scaldarci.