Archivio per l'etichetta ‘John William Waterhouse’
Tutti, penso, conoscono la prelibatezza…
i profumi e la dolcezza della pastiera napoletana…,
vera regina dei dolci pasquali…,
(anche se in verità ora si mangia tutto l’anno ed in ogni dove),
ma non tutti ne conoscono la simpatica leggendaria origine.
LA LEGGENDA DELLA PASTIERA NAPOLETANA
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Tanti anni fa la Sirena Partenope col suo bellissimo canto estasiava tutte le genti che abitavano il golfo di Napoli.
Allora le popolazioni, per ringraziarla vollero renderle omaggio regalandole i doni della loro fertile terra:
– la farina, forza e ricchezza della campagna;
– la ricotta, omaggio di pastori e pecorelle;
– le uova, simbolo della vita che sempre si rinnova;
– il grano tenero, bollito nel latte, a prova dei due regni della natura;
– l’acqua di fiori d’arancio, perché anche i profumi della terra solevano rendere omaggio;
– le spezie, in rappresentanza dei popoli più lontani del mondo;
– infine lo zucchero, per esprimere l’ineffabile dolcezza profusa dal suo canto, in cielo, in terra, ed in tutto l’universo.
John William Waterhouse – La sirena
La sirena, felicissima per tanti doni, si inabissò per fare ritorno nel suo regno e portò le preziose offerte ai piedi degli dei.
Questi, estasiati dal suo soavissimo canto e dalla bontà dei doni, riunirono e mescolarono con arti divine tutti gli ingredienti ricevuti trasformandoli in una torta che superava in dolcezza, bellezza e bontà perfino il canto della stessa Partenope.
Era nata la Pastiera…

UNA REGALE… STORIELLA
Tra le tante storie (vere o meno) che si raccontano sulla pastiera, molto carina è quella che vede come protagonista Re Ferdinando II di Borbone.
Egli, pur essendo di carattere giocherellone, aveva invece sposato Maria Carolina d’Austria che invece era fredda ed austera, al punto da essere descritta da tutti come una che “non rideva mai”.
Un giorno la regina, dopo molte insistenze di Re Ferdinando, si decise finalmente ad assaggiare una fettina di pastiera e, cosa per lei inusuale, non poté far a meno di sorridere.
Pare che il re allora abbia detto:
“capperi… per far sorridere mia moglie ci voleva la pastiera, ora dovrò aspettare la prossima Pasqua, per vederla sorridere di nuovo”.
Maria Carolina d’Austria
CIAO DA ORSO TONY… CHE CONFESSA…
D’ESSERE INNAMORATO ED AMANTE
SI’…
E SENZA ALCUNA RISERVA ED ALCUN PUDORE 
DELLA “REGALE” PASTIERA






IL GRUPPO DI CHI AMA I RICORDI


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John William Waterhouse – Arianna
Quando si ama
la fedeltà non è troppo difficile.
– Henry de Montherlant –
John William Waterhouse – Ophelia
NEL SILENZIO DELLE MIE PAROLE
Giusy Maugeri
Scriverò di te
su un pentagramma dorato
e la melodia mi pervaderà
fino all’intima essenza
Accarezzerò i petali di un fiore
pensando alle tue labbra
ma non lo coglierò
perché possa crescere
e godere dei raggi del sole
e della libertà di negarsi
Ti amerò sulle ali del vento
cullandoti
nel silenzio delle mie parole…
John William Waterhouse – Lady of Shalott – 1888
John William Waterhouse – Il dolce suono del flauto – 1911
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Una donna inglese dell’800 dalla vita difficile,
che è stata autrice di poesie davvero sublimi,
nonché una sostenitrice del nostro Risorgimento
ed anche dell’emancipazione delle donne.
Elizabeth Barrett Browning
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ELIZABETH BARRET BROWNING
BREVE BIOGRAFIA E 2 GRANDI POESIE
a cura di Tony Kospan
(Durham 6.3.1806 – Firenze 29.6.1861)
Elizabeth Barret nacque in una ricca famiglia che però poi ebbe grossi problemi economici.
Ben presto iniziò a scrivere e pubblicare con successo poesie e traduzioni dal greco.
A 32 anni incappò in una grave malattia che le creò gravi difficoltà di deambulazione ma nello stesso periodo s’innamorò del poeta Robert Browning dopo una intensa corrispondenza.

Robert Browning
A causa dell’opposizione paterna lo sposò di nascosto e con lui scappò in Italia.
A circa 43 anni a sua salute migliorò e divenne madre di un bimbo.
Visse sempre a Firenze.

Firenze nell’800
Fu anche una sostenitrice del nostro Risorgimento ed in particolare di Camillo Benso di Cavour.
La sua opera più ampia è il lungo poema Aurora Leigh, del 1857, in cui esalta in modo poetico la necessità dell’emancipazione femminile.
Morì a 54 anni ed è sepolta nel Cimitero degli Inglesi.
2 SUE POESIE SUBLIMI
Tornando alle poesie esse sono un inno sincero e profondo al suo amore per Robert.
I suoi versi, come sempre accade quando una poesia è davvero sublime, ci inoltrano, con parole semplici ma precise e suggestive, in una dimensione assoluta e ultraterrena in cui il sentimento più bello che c’è… brilla d’immensità.

Il Vero Amore, ci dice Elizabeth, non può esser legato a fattori esterni o concreti o a nostre comodità… o interessi… ma si nutre di assoluta interiorità… al di là di ogni contingenza… ed in tal modo esso potrà non aver mai fine…

John Everett Millais
Ma ora leggiamole…

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SE DEVI AMARMI
Se devi amarmi,
per null’altro sia che per amore.
Mai non dire:
“L’amo per il sorriso, per lo sguardo,
la gentilezza del parlare,
il modo di pensare così conforme al mio,
che mi rese sereno un giorno”.
Queste son tutte cose che posson mutare.
Amore mio, in sé stesso o per te,
un amore così nato potrebbe poi morire.
E non amarmi per pietà di lacrime
che bagnino il mio volto.
Può scordare il pianto
chi ebbe a lungo il tuo conforto,
e perderti.
Soltanto per amore amami
per sempre e per l’eternità.

John Everett Millais
COME TI AMO?
Come ti amo? – Come ti amo?
Lascia che ti annoveri i modi.
Ti amo fino agli estremi di profondità,
di altura e di estensione che l’anima mia
può raggiungere, quando al di là del corporeo
tocco i confini dell’Essere e della Grazia Ideale.
Ti amo entro la sfera delle necessità quotidiane,
alla luce del giorno e al lume di candela.
Ti amo liberamente,
come gli uomini che lottano per la Giustizia;
Ti amo con la stessa purezza con cui essi
rifuggono dalla lode;
Ti amo con la passione delle trascorse sofferenze
e quella che fanciulla mettevo nella fede;
Ti amo con quell’amore
che credevo aver smarrito coi miei santi perduti,
– ti amo col respiro,
i sorrisi, le lacrime dell’intera mia vita! – e,
se Dio vuole, ancor meglio t’amerò dopo la morte.

Tony Kospan
STORIA.. RICORDI E ATMOSFERE DI UN TEMPO
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John William Waterhouse – Pettegolezzi

Il sogno è il nutrimento dell’anima,
come il cibo è quello del corpo.
– Il cammino di Santiago –
Mina – Sognando
John William Waterhouse – Dolce musica
HO CONOSCIUTO…
Alda Merini
Ho conosciuto in te le meraviglie
meraviglie d’amore sì scoperte
che parevano a me delle conchiglie
ove odorano il mare e le deserte
spiagge corrive e lì dentro l’amore
mi son persa come alla bufera
sempre tenendo fermo questo cuore
che (ben sapevo) amava una chimera.
John William Waterhouse – Arianna
IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE
John William Waterhouse – Il Decamerone
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John William Waterhouse

La continuità ci dà le radici,
il cambiamento ci regala i rami,
lasciando a noi la volontà di estenderli
e di farli crescere
fino a raggiungere nuove altezze.
– Pauline Keze –

John William Waterhouse
CIO’ CHE TU SEI
Pedro Salinas
Ciò che tu sei
mi distrae da ciò che dici.
Lanci parole veloci
inghirlandate di risa,
e m’inviti ad andare
dove mi vorranno condurre.
Non ti do retta, non le seguo:
sto guardando
le labbra dove sono nate.
Guardi, improvvisa, lontano.
Fissi lo sguardo lì, su qualcosa,
non so che, e scatta subito
a carpirla la tua anima
affilata, di saetta.
io non guardo dove guardi:
sto vedendo te che guardi.
E quando tu desideri qualcosa
non penso a ciò che vuoi,
e non lo invidio: non importa.
Oggi lo vuoi, lo desideri;
domani lo scorderai
per un desiderio nuovo.
No. Ti attendo più oltre
dei limiti, dei termini.
In ciò che non deve mutare
rimango fermo ad amarti, nel puro
atto del tuo desiderio.
E non desidero più altro
che vedere te che ami..


John William Waterhouse
LA PAGINA CHE COLORA I TUOI GIORNI
John William Waterhouse
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Sophie Anderson – Il volto giusto della donna

Le uniche cose che ti appartengono davvero sono i tuoi sogni
e la libera volontà di vivere la vita nel modo in cui desideri farlo.
Tutto il resto lo prendiamo soltanto in prestito.
S. -Bambaren “Lettera a mio figlio sulla felicità” –
Sophie Anderson – La musica
I GIORNI SON SEMPRE PIU’ BREVI
Nazim Hikmet
I giorni son sempre più brevi
le piogge cominceranno.
La mia porta, spalancata, ti ha atteso.
Perché hai tardato tanto?
Sul mio tavolo, dei peperoni verdi, del sale, del pane.
Il vino che avevo conservato nella brocca
l’ho bevuto a metà, da solo, aspettando.
Perché hai tardato tanto?
Ma ecco sui rami, maturi, profondi
dei frutti carichi di miele.
Stavano per cadere senz’essere colti
se tu avessi tardato ancora un poco.
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Sophie Anderson – Volto di ninfa
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IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE FIGURATIVA
(PITTURA, SCULTURA, FOTOGRAFIA E CINEMA)
Ti penso – M. Ranieri

Sophie Anderson – Dolci sogni
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Nell’ambito della personale antologia delle poesie sublimi
non può mancare questa che forse, ad una lettura frettolosa,
può nascondere il tesoro insito nei suoi versi.
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SE DEVI AMARMI
ELIZABETH BROWNING
POESIA SUBLIME
La poesia non è che un inno sublime della poetessa inglese al suo amore per Robert Browning di cui si innamorò a 32 anni, nonostante una grave malattia, e con il quale si trasferì a Firenze a causa dell’opposizione della famiglia.
Lì poi, oltre a sostenere il Risorgimento italiano, Elizabeth a 42 anni migliorando la malattia divenne anche madre di un bimbo.
Robert Browning
Essa come sempre accade quando una poesia è sublime, con parole semplici ma precise e suggestive, ci inoltra in questo mondo assoluto e celeste in cui far viver il sentimento più bello che c’è…
Il Vero Amore, ci dice Elizabeth, non può esser legato a fattori esterni o concreti o a nostre comodità… o interessi… ma si nutre di assoluta interiorità… al di là di ogni contingenza… ed in tal modo esso potrà non aver mai fine…
E’ a parer mio una poesia che… fa davvero volare…
Ma ora leggiamola… e, se vi va,
mi farebbe piacere conoscere il vostro parere
Tony Kospan
SE DEVI AMARMI
Elizabeth Barrett Browning
Se devi amarmi,
per null’altro sia che per amore.
Mai non dire:
“L’amo per il sorriso, per lo sguardo,
la gentilezza del parlare,
il modo di pensare così conforme al mio,
che mi rese sereno un giorno”.
Queste son tutte cose che posson mutare.
Amore mio, in sé stesso o per te,
un amore così nato potrebbe poi morire.
E non amarmi per pietà di lacrime
che bagnino il mio volto.
Può scordare il pianto
chi ebbe a lungo il tuo conforto,
e perderti.
Soltanto per amore amami
per sempre e per l’eternità.

John William Waterhouse
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Elizabeth Barrett Browning (Durham, 6.3.1806 – Firenze, 29.06.1861)
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John William Waterhouse


Qual è la vera vittoria,
quella che fa battere le mani o battere i cuori?
– Pier Paolo Pasolini –

Let it be
John William Waterhouse – La signora di Shalott
AMORE E’ UNA BREVE PAROLA
Guy de Maupassant
Amore è una breve parola,
che però abbraccia tutte le altre,
perché comprende il corpo,
l’anima,
la vita
e tutto l’essere.
Noi lo percepiamo così
come avvertiamo il caldo del sangue,
lo scopriamo come l’aria,
lo portiamo in noi stessi
come i nostri pensieri.
Per noi null’altro esiste
di più importante.

John William Waterhouse – La sirena
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UNO SPAZIO VIRTUALE COMUNE D’ARTE
POESIA MUSICA SOGNI RACCCONTI
RIFLESSIONI BUONUMORE ETC
NEL GRUPPO
John William Waterhouse – Il risveglio di Adone
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Nell’ambito della personale antologia delle poesie sublimi…
non può mancare questa che forse, ad una lettura frettolosa,
può nascondere il tesoro insito nei suoi versi.
SE DEVI AMARMI
ELIZABETH BROWNING
POESIA SUBLIME
QUALCHE PAROLA SULL’AUTRICE
(Durham 6.3.1806 – Firenze 29.6.1861)
Elizabeth Barret nacque in una ricca famiglia che però poi ebbe grossi problemi economici.
Ben presto iniziò a scrivere e pubblicare con successo poesie e traduzioni dal greco.
A 32 anni incappò in una grave malattia che le creò gravi difficoltà di deambulazione ma nello stesso periodo s’innamorò del poeta Robert Browning dopo una intensa corrispondenza.
A causa dell’opposizione paterna lo sposò di nascosto e con lui scappò in Italia.
A circa 43 anni a sua salute migliorò e divenne madre di un bimbo.
Visse sempre a Firenze.

Firenze nell’800
Fu anche una sostenitrice del nostro Risorgimento ed in particolare di Camillo Benso di Cavour.
La sua opera più ampia è il lungo poema Aurora Leigh, del 1857, in cui esalta in modo poetico la necessità dell’emancipazione femminile.
Morì a 54 anni ed è sepolta nel Cimitero degli Inglesi.
LA POESIA SUBLIME
Tornando alla poesia essa appare un inno sincero e profondo al suo amore per Robert.
I suoi versi, come sempre accade quando una poesia è davvero sublime, ci inoltrano, con parole semplici ma precise e suggestive, in una dimensione assoluta e ultraterrena in cui il sentimento più bello che c’è… brilla d’immensità.

Robert Browning
Il Vero Amore, ci dice Elizabeth, non può esser legato a fattori esterni o concreti o a nostre comodità… o interessi… ma si nutre di assoluta interiorità… al di là di ogni contingenza… ed in tal modo esso potrà non aver mai fine…

John Everett Millais
E’ a parer mio una poesia che… fa volare.
Ma ora leggiamola

John Everett Millais
SE DEVI AMARMI
Elizabeth Barrett Browning
Se devi amarmi,
per null’altro sia che per amore.
Mai non dire:
“L’amo per il sorriso, per lo sguardo,
la gentilezza del parlare,
il modo di pensare così conforme al mio,
che mi rese sereno un giorno”.
Queste son tutte cose che posson mutare.
Amore mio, in sé stesso o per te,
un amore così nato potrebbe poi morire.
E non amarmi per pietà di lacrime
che bagnino il mio volto.
Può scordare il pianto
chi ebbe a lungo il tuo conforto,
e perderti.
Soltanto per amore amami
per sempre e per l’eternità.

TONY KOSPAN
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Un breve ma simpatico brano sull’eco,
fenomeno acustico che ha affascinato l’umanità fin dai tempi antichi,
con una sua interessante visione morale.

La ninfa Eco in pietra (Parque del Laberinto de Horta – Barcellona)
IL RAGAZZO E L’ECO
Raccontino di saggezza

“Un ragazzino e suo padre passeggiavano tra le montagne…
All’improvviso il ragazzino inciampò, cadde e, facendosi male, urlò :”AAAhhhhhhhhhhh!!!”
Con suo gran stupore il bimbo sentì una voce venire dalle montagne che ripeteva :”AAAhhhhhhhhhhh!!!”
Con curiosità, egli chiese: “Chi sei tu?”
E ricevette la risposta: “Chi sei tu?”
Dopo il ragazzino urlò: “Io ti sento! Chi sei?”
E la voce rispose: “Io ti sento! Chi sei?”
Infuriato da quella risposta egli urlò: “Codardo”
E ricevette la risposta: “Codardo!”
Allora il bimbo guardò suo padre e gli chiese: “Papà, che succede?”
Il padre gli sorrise e rispose:”Figlio mio, ora stai attento:”
E dopo l’uomo gridò: “Tu sei un campione!”
La voce rispose: “Tu sei un campione!”
Il figlio era sorpreso ma non capiva.
Allora il padre gli spiegò: “La gente chiama questo fenomeno ECO ma in realtà è VITA.
La Vita, come un’eco, ti restituisce quello che tu dici o fai.
La vita non è altro che il riflesso delle nostre azioni.
Se tu desideri più amore nel mondo, devi creare più amore nel tuo cuore; se vuoi che la gente ti rispetti, devi tu rispettare gli altri per primo.
Questo principio va applicato in ogni cosa, in ogni aspetto della vita; la Vita ti restituisce ciò che tu hai dato ad essa.
La nostra Vita non è un insieme di coincidenze, è lo specchio di noi stessi.
(TESTO DAL WEB)
CIAO DA ORSO TONY

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