Archivio per l'etichetta ‘John Donne’
Ci sono 2 poesie di John Donne
che hanno lo stesso titolo…
e che sono apparentemente simili…
Esse però hanno significati e respiri diversi
benché entrambe siano veri inni all’amore universale
ed intrise da profonda spiritualità.
LA PRIMA
NESSUN UOMO E’ UN’ISOLA
Questa prima è un fantastico breve inno all’Amicizia…
ed alla Fratellanza universale…
John Donne, poeta, studioso e religioso inglese,
è noto per le vette di altissima spiritualità raggiunte dalle sue opere
ma anche per i suoi cedimenti ad umanissime e carnalissime tentazioni.
A mio parere i versi manifestano una modernità di pensiero
davvero piacevolmente sorprendente.
Ma ora leggiamola ed immergiamoci in essa.
NESSUN UOMO E’ UN’ISOLA
John Donne
Nessun uomo è un’isola;
Nessun uomo sta solo.
Ogni uomo è una gioia per me;
Il dolore di ogni uomo è il mio dolore.
Abbiamo bisogno l’uno dell’altro,
perciò io difenderò
ogni uomo come mio fratello;
ogni uomo come mio amico.
Come sempre
mi piacerebbe conoscere il vostro pensiero.
Ciao da Orso Tony
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Emile Vernon

Il sogno è il teatro dove il sognatore è allo stesso tempo
la scena, l’attore, il suggeritore, il direttore di scena,
il manager, l’autore, il pubblico e il critico.
– Carl Gustav Jung –



Emile Vernon
COSA AVVENNE?
John Donne
Cosa avvenne del mio cuore quando
la prima volta ti vidi?
Portavo un cuore entrando nella stanza,
ma uscendo più non l’avevo…
L’amore, ahimè,
al primo soffio l’aveva infranto come vetro.
Così come gli specchi infranti
mostrano centinaia di piccoli volti,
così i frammenti del mio cuore
possono scegliere, desiderare, adorare,
ma dopo un tale amore
non posso più amare.
Emile Vernon
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Emile Vernon
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Questa, non solo per il titolo,
è, a mio parere, una grande poesia
d’amore e sogno.
IL SOGNO – JOHN DONNE
– POESIA DI… SOGNO… –
Essa descrive… in modo profondo,
sublime ed assolutamente originale
come l’amore spesso
si trovi a lottare tra il sogno e la ragione…
John Donne
John Donne è un autore che prediligo
per la sua notevolissima capacità
di poetica e metafisica analisi dei sentimenti
sia riguardo all’amicizia che all’amore…

Ma veniamo ai suoi versi che vanno letti sì col cuore
dato che scorrono come una ballata
in cui amore totale.. sogno.. realtà… e consapevolezza
si mescolano e s’intersecano… in modo raffinato…
ma anche e soprattutto con la mente…
per coglierne tutte le sfumature…
Se ci va, mentre la leggiamo,
ascoltiamo questa musica new age…
I L S O G N O
John Donne *
(traduzione di Cristina Campo)
Per nessun altro, amore, avrei spezzato
questo beato sogno.
Buon tema per la ragione,
troppo forte per la fantasia.
Sei stata saggia a svegliarmi. E tuttavia
tu non spezzi il mio sogno, lo prolunghi.
Tu così vera che pensarti basta
per fare veri i sogni e storia le favole.
Entra tra queste braccia. Se ti sembrò
più giusto per me non sognare tutto il sogno,
ora viviamo il resto.
Come un lampo o un bagliore di candela
i tuoi occhi, non già il rumore, mi destarono.
Così (poiché tu ami il vero)
io ti credetti sulle prime un angelo.
Ma quando vidi che mi vedevi in cuore,
che conoscevi i miei pensieri meglio di un angelo,
quando interpretasti il sogno, sapendo
che la troppa gioia mi avrebbe destato
e venisti, devo confessare
che sarebbe stato sacrilegio crederti altro da te.
Il venire, il restare ti rivelò: tu sola.
Ma ora che ti allontani
dubito che tu non sia più tu.
Debole quell’amore di cui più forte è la paura,
e non è tutto spirito limpido e valoroso
se è misto di timore, di pudore, di onore.
Forse, come le torce
sono prima accese e poi spente, così tu fai con me.
Venisti per accendermi, vai per venire.
E io
sognerò nuovamente
quella speranza, ma per non morire.
Jan Van Beers
*John Donne (1571-1631)
poeta e religioso inglese sempre in bilico
tra grande passionalità e grande spiritualità…
Mi farebbe piacere conoscere il vostro pensiero
Henri Rousseau – ll sogno
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Auguste Toulmouche
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A volte succedono cose strane,
un incontro, un sospiro,
un alito di vento che suggerisce
nuove avventure della mente e del cuore.
Il resto arriva da solo, nell’intimità
dei misteri del mondo.
– Alda Merini – da “L’anima innamorata” –
Auguste Toulmouche – Il bacio
COSA AVVENNE?
John Donne
Cosa avvenne
del mio cuore quando ti vidi
per la prima volta?
Portavo un cuore entrando nella stanza,
ma uscendo dalla stanza non lo avevo più…
L’amore, ahimè,
al primo soffio lo infranse come vetro.
Così come ora gli specchi infranti
mostrano
centinaia di volti minori, così
i frammenti del mio cuore
possono scegliere, desiderare, adorare,
ma dopo un tale amore non posso più amare.
Per nessun altro amore avrei spezzato
questo dolce sogno.
Sei stata saggia a destarmi. E tuttavia
tu non spezzi il mio sogno, lo prolunghi.
Tu così vera che pensarti basta
per fare veri i sogni e storie le favole.
Entra fra queste braccia. Se ti sembrò
più giusto per me non sognare
tutto il sogno
ora viviamo il resto.
Auguste Toulmouche – Dolce far niente
da Orso Tony
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INSIEME SPENSIERATO E CULTURALE
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Auguste Toulmouche – La lettera
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John William Waterhouse


Qual è la vera vittoria,
quella che fa battere le mani o battere i cuori?
– Pier Paolo Pasolini –

Let it be
John William Waterhouse – La signora di Shalott
AMORE E’ UNA BREVE PAROLA
Guy de Maupassant
Amore è una breve parola,
che però abbraccia tutte le altre,
perché comprende il corpo,
l’anima,
la vita
e tutto l’essere.
Noi lo percepiamo così
come avvertiamo il caldo del sangue,
lo scopriamo come l’aria,
lo portiamo in noi stessi
come i nostri pensieri.
Per noi null’altro esiste
di più importante.

John William Waterhouse – La sirena
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UNO SPAZIO VIRTUALE COMUNE D’ARTE
POESIA MUSICA SOGNI RACCCONTI
RIFLESSIONI BUONUMORE ETC
NEL GRUPPO
John William Waterhouse – Il risveglio di Adone
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Questo breve, sublime e poetico passo di Gibran
è degno di grande considerazione ed interesse…
ed è per questo lo sottopongo alla vostra lettura…
In seguito però dirò il mio pensiero.
LA VITA E’ UN’ISOLA
Kahlil Gibran
La vita è un’isola in un oceano di solitudine:
le sue scogliere sono le speranze,
i suoi alberi sono i sogni,
i suoi fiori sono la vita solitaria,
i suoi ruscelli sono la sete.
La vostra vita, uomini,
miei simili,
è un’isola,
distaccata da ogni altra isola e regione.
Non importa quante siano le navi
che lasciano le vostre spiagge per altri climi,
non importa quante siano le flotte
che toccano le vostre coste: rimanete isole,
ognuna per proprio conto,
a soffrire le trafitture della solitudine
e sospirare la felicità.
Siete sconosciuti agli altri uomini
e lontani dalla loro comprensione
e partecipazione.
A mio modestissimo parere, Gibran,
di cui ammiro le tante bellissime poesie,
tra l’altro sovente di umore molto diverso,
è qui davvero esageratamente pessimista
e la prima affermazione
è già una tremenda sintesi.
La vita è un’isola in un oceano di solitudine
Sembra dunque che egli non veda nessun legame
tra le persone… se non i sogni.
In effetti, se è pur vero
che ciascuno di noi è un “unicum“,
tuttavia non possiamo non renderci conto
che gli altri “unicum“
che sono i nostri simili
hanno tantissimi punti in comune con noi
dai sensi, ai sentimenti, ai pensieri,
alla fisicità, alle emozioni… etc
Inoltre benché io non abbia affatto
il mito della Bellezza della Società Umana…
(anzi)tuttavia essa, pur barcollando spesso,
soprattutto riguardo ai principi morali
e sul rispetto della natura
comunque ha consentito
il progresso e l’evoluzione del pensiero.
Piero di Cosimo – Storie dell’umanità primitiva
Questo quindi,
nonostante tutte le dolorose situazioni
esistite, che esistono ed esisteranno nel mondo,
depone comunque, a mio parere,
in favore della constatazione della
fratellanza umana
(tuttavia sempre da ricercare e difendere)
anche per la semplice constatazione
dell’identico destino che ci accomuna tutti.
Diversa è invece la visione dell’uomo-isola
che ci dà nei suoi versi John Donne
(spesso da me proposti)
che pur partendo da una visione simile
giunge però poi sempre a conclusioni diverse
se non opposte.
.
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Mi farebbe piacere conoscere il vostro pensiero…
Chi desiderasse legger l’opposta… visione
di John Donne…
nella poesia… NESSUN UOMO E’ UN’ISOLA
alla quale mi sento più vicino…
può cliccar qui giù 
Ciaoooooo da Orso Tony

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Come vi avevo preannunciato ecco l’altra poesia di John Donne
che ha lo stesso titolo di quella che abbiamo letto qualche tempo fa..

NESSUN UOMO E’ UN’ISOLA
(Meditation XVII)
A mio parere anche questa è una poesia profondissima…
Qui però, più che inneggiare all’amicizia,
il poeta ci porta ad una visione altissima
dell’Umanità… vista come un INSIEME…
di cui ciascuno di noi è parte.
Parte importante che, così come un pezzo di un puzzle,
riesce a formare un dipinto (o un ordito) molto più ampio.
Poi però quando questa parte viene meno…
ne soffre… sia tutto l’insieme… che ciascun uomo.
Il verso finale
“Per chi suona la campana”
fu usato come titolo
di un suo famoso romanzo da Ernest Hemingway
John Donne, poeta e religioso inglese,
ma anche vivace uomo di mondo,
vissuto a cavallo tra il 1500 ed il 1600
riusciva spesso a raggiungere,
come possiamo vedere in questi versi,
vette di altissima spiritualità.
John Donne (Londra 1572 – 31 marzo 1631)
NESSUN UOMO E’ UN’ISOLA (II)
John Donne
Nessun uomo è un’isola,
completo in sé stesso;
ogni uomo è un pezzo del continente,
una parte del tutto.
Se anche solo una zolla
venisse lavata via dal mare,
l’Europa ne sarebbe diminuita,
come se le mancasse un promontorio,
come se venisse a mancare
una dimora di amici tuoi,
o la tua stessa casa.
La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce,
perché io sono parte dell’umanità.
E dunque non chiedere mai
per chi suona la campana:
essa suona per te.

 
Cosa ne pensate?
Ciao da Tony Kospan

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La poetica di John Donne, poeta e religioso inglese che visse a cavallo del ‘500 e del ‘600, si muove tra scienza e religione… tra amore sensuale e divino… tra filosofia e teologia…
Le sue opere raggiungono spesso un’incredibile profondità… e modernità di pensiero.
Ricordo tra le altre la sua bellissima “doppia” poesia… NESSUN UOMO E’ UN’ISOLA… di cui abbiamo parlato più volte.
Ancor oggi i suoi testi sono studiati ed apprezzati in vari ambiti culturali e letterari… compresi quelli religiosi…
INFINITA’ D’AMORE
– JOHN DONNE –
SUBLIME VISIONE DELL’AMORE
La genialità di Donne si manifesta anche in questo suo brano di prosa… noto certo… ma non proprio notissimo… per cui mi fa piacere divulgarlo.
Certo stupisce che tra il pensiero dell’autore ed il suo reale modo di vivere non ci fosse alcuna “sintonia”, ma questo, se appena ci guardiamo bene… bene… dentro, non deve affatto meravigliarci.
Debbo confessare che prima di legger questo passo credevo d’aver letto tutto in materia d’amore… ma… mi sbagliavo.
Il massimo del pensiero sublime
con questa sua riflessione egli lo raggiunge,
a mio parere,
nel manifestarci l’idea mirabile
della perfetta coincidenza o, se si vuole, fusione,
nel vero amore, ma proprio quello vero,
del TE con il ME
E’ una visione non facile da comprendere… tout court… dato che quasi, anzi senza quasi, trascende ampiamente la percezione delle nostre realtà quotidiane.
Mi raccomando, proprio per questo, di leggere il brano con un po’ di calma e d’attenzione.
In caso contrario, a mio parere, si perde quasi del tutto il senso del profondo ragionamento…

Beh ora.. bando alle ciance… ed immergiamoci nella lettura…
Se ci va, mentre leggiamo,
possiamo ascoltare un po’ di musica.. new age


INFINITA’ D’AMORE
Se ancor non ho tutto l’amore tuo, cara, giammai tutto l’avrò;
non posso esalare un altro sospiro per intenerirti, né posso implorare un’altra lacrima a che sgorghi; ormai tutto il tesoro che avevo per acquistarti – sospiri, lacrime, e voti e lettere – l’ho consumato.
Eppure non può essermi dovuto più di quanto fu inteso alla stipulazione del contratto;
se allora il tuo dono d’amore fu parziale, si che parte a me toccasse, parte ad altri, cara giammai tutta ti avrò
Ma se allora tu mi cedesti tutto, quel tutto non fu che il tutto di cui allora tu disponevi;
ma se nel cuore tuo, in seguito, sia stato o sarà generato amor nuovo, ad opera di altri, che ancor possiedono intatte le lor sostanze, e possono di lacrime, di sospiri, di voti, di lettere, fare offerte maggiori, codesto amore nuovo può produrre nuove ansie, poiché codesto amore non fu da te impegnato.
Eppur lo fu, dacché la tua donazione fu totale: il terreno, cioè il tuo cuore, è mio; quanto ivi cresca, cara, dovrebbe tutto spettare a me.
Tuttavia ancor non vorrei avere tutto; chi tutto ha non può aver altro, e dacché il mio amore ammette quotidianamente nuovo accrescimento, tu dovresti avere in serbo nuove ricompense;
tu non puoi darmi ogni giorno il tuo cuore: se puoi darlo, vuol dire che non l’hai mai dato.
Il paradosso d’amore consiste nel fatto che, sebbene il tuo cuore si diparta, tuttavia rimane, e tu col perderlo lo conservi.
Ma noi terremo un modo più liberale di quello di scambiar cuori: li uniremo; così saremo un solo essere, e il Tutto l’un dell’altro.
John Donne

Aggiungo infine che qui, a voler esser proprio super precisi, non si parla solo d’amore in quanto celato, ma non troppo, c’è dentro anche il cuore della filosofia ermetica, o alchemica, tanto in voga all’epoca…
TONY KOSPAN
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Esse però hanno significati e respiri diversi
benché entrambe siano veri inni all’amore universale
ed intrise da profonda spiritualità.
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è noto per le vette di altissima spiritualità raggiunte dalle sue opere
ma anche per i suoi cedimenti ad umanissime e carnalissime tentazioni.
A mio parere i versi manifestano una modernità di pensiero
davvero piacevolmente sorprendente.
Ma ora leggiamola ed immergiamoci in essa.
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Nessun uomo è un’isola;
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Ogni uomo è una gioia per me;
Il dolore di ogni uomo è il mio dolore.
Abbiamo bisogno l’uno dell’altro,
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Come sempre
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Il sogno è il teatro dove il sognatore è allo stesso tempo
la scena, l’attore, il suggeritore, il direttore di scena,
il manager, l’autore, il pubblico e il critico.
– Carl Gustav Jung –




Emile Vernon
COSA AVVENNE?
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Cosa avvenne del mio cuore quando
la prima volta ti vidi?
Portavo un cuore entrando nella stanza,
ma uscendo più non l’avevo…
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al primo soffio l’aveva infranto come vetro.
Così come gli specchi infranti
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così i frammenti del mio cuore
possono scegliere, desiderare, adorare,
ma dopo un tale amore
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