Archivio per l'etichetta ‘Joe Petrosino’
Questa è la storia, di Giuseppe Petrosino, detto Joe, poliziotto italiano naturalizzato statunitense.
E’ stato un grande grande e vittorioso combattente contro la Mafia (allora chiamata Mano Nera) di Litte Italy (New York).
La sua vicenda ha segnato la storia della Polizia americana.

(Padula 30.8.1860 – Palermo 12.3.190)
Siamo a New York all’inizio del secolo scorso e circa mezzo milione di italiani emigrati
vi vivono come emarginati perché considerati troppo diversi culturalmente.
.
Non solo, tra di loro c’è un’associazione criminale segreta
che organizza estorsioni, rapimenti, incendi, omicidi, rapine etc.
.
E’ la famosa “MANO NERA” chiamata così perché si firma con il disegno di una mano nera.

Italiani a Little Italy all’inizio del ‘900
La polizia americana non ci capisce nulla e non sa che pesci prendere.
.
Ma un giorno un ufficiale vedendo Joe, che fa il lustrascarpe davanti alla stazione di polizia,
lo invita a fare domanda per arruolarsi.
Chi è Joe?
Un giovane di belle speranze originario della provincia di Salerno.

Viene ben presto accolto nei ranghi della polizia e lui ripaga la fiducia,
anche grazie all’aiuto degli italiani onesti di Little Italy,
mettendo al tappeto la “Mano nera” e non solo.
..
Per questo e per la grande stima che aveva per lui, Theodore Roosevelt,
allora assessore alla polizia (ma poi futuro Presidente degli Stati Uniti),
lo promuove sergente nel 1895.

I suoi grandi successi nella lotta al crimine lo fanno quindi in breve tempo emergere dall’anonimato ed essere apprezzato da tutti.
Little Italy
Per le sue eccezionali doti investigative nel 1909 viene inviato in missione segreta a Palermo.
Lì però, per una ingenua fuga di notizie americana,
la sua presenza viene notata negli ambienti mafiosi che lo fanno uccidere da 2 killer.

Il suo funerale è considerato storico in quanto vi partecipano ben 250.000 persone.
Mai fino ad allora tante persone ad un funerale negli USA.
Ciò accadde perché per tutta l’America era (ed è ancora considerato tale) un eroe ed un martire della lotta alla criminalità organizzata.
La sua storia ha 3 risvolti:
il primo, positivo, è quello di un italiano che si fa onore negli USA come eccezionale policeman;
il secondo, amaro, è quello di una delle prime vittime della mafia;
il terzo, sociologico, è l’aver dimostrato agli americani che gli italiani “brutti sporchi e cattivi” (così eravamo visti) erano capaci di grandi cose e quindi da allora iniziò a cambiare l’idea solo negativa che essi avevano.
(T.K.)
Ricordiamolo anche con questo video…

Tony Kospan

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Questa è la storia, di Giuseppe Petrosino, detto Joe, poliziotto italiano naturalizzato statunitense.
E’ stato un grande grande e vittorioso combattente contro la Mafia (allora chiamata Mano Nera) di Litte Italy (New York).
La sua vicenda ha segnato la storia della Polizia americana.

(Padula 30.8.1860 – Palermo 12.3.190)
Siamo a New York all’inizio del secolo scorso e circa mezzo milione di italiani emigrati
vi vivono come emarginati perché considerati troppo diversi culturalmente.
.
Non solo, tra di loro c’è un’associazione criminale segreta
che organizza estorsioni, rapimenti, incendi, omicidi, rapine etc.
.
E’ la famosa “MANO NERA” chiamata così perché si firma con il disegno di una mano nera.

Italiani a Little Italy all’inizio del ‘900
La polizia americana non ci capisce nulla e non sa che pesci prendere.
.
Ma un giorno un ufficiale vedendo Joe, che fa il lustrascarpe davanti alla stazione di polizia,
lo invita a fare domanda per arruolarsi.
Chi è Joe?
Un giovane di belle speranze originario della provincia di Salerno.

Viene ben presto accolto nei ranghi della polizia e lui ripaga la fiducia,
anche grazie all’aiuto degli italiani onesti di Little Italy,
mettendo al tappeto la “Mano nera” e non solo.
..
Per questo e per la grande stima che aveva per lui, Theodore Roosevelt,
allora assessore alla polizia (ma poi futuro Presidente degli Stati Uniti),
lo promuove sergente nel 1895.

I suoi grandi successi nella lotta al crimine lo fanno quindi in breve tempo emergere dall’anonimato ed essere apprezzato da tutti.
Little Italy
Per le sue eccezionali doti investigative nel 1909 viene inviato in missione segreta a Palermo.
Lì però, per una ingenua fuga di notizie americana,
la sua presenza viene notata negli ambienti mafiosi che lo fanno uccidere da 2 killer.

Il suo funerale è considerato storico in quanto vi partecipano ben 250.000 persone.
Mai fino ad allora tante persone ad un funerale negli USA.
Ciò accadde perché per tutta l’America era (ed è ancora considerato tale) un eroe ed un martire della lotta alla criminalità organizzata.
La sua storia ha 3 risvolti:
il primo, positivo, è quello di un italiano che si fa onore negli USA come eccezionale policeman;
il secondo, amaro, è quello di una delle prime vittime della mafia;
il terzo, sociologico, è l’aver dimostrato agli americani che gli italiani “brutti sporchi e cattivi” (così eravamo visti) erano capaci di grandi cose e quindi da allora iniziò a cambiare l’idea solo negativa che essi avevano.
(T.K.)
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Tony Kospan

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Questa è la storia, di Giuseppe Petrosino, detto Joe, poliziotto italiano naturalizzato statunitense.
E’ stato un grande grande e vittorioso combattente contro la Mafia (allora chiamata Mano Nera) di Litte Italy (New York).
La sua vicenda ha segnato la storia della Polizia americana.

(Padula 30.8.1860 – Palermo 12.3.190)
Siamo a New York all’inizio del secolo scorso e circa mezzo milione di italiani emigrati
vi vivono come emarginati perché considerati troppo diversi culturalmente.
.
Non solo, tra di loro c’è un’associazione criminale segreta
che organizza estorsioni, rapimenti, incendi, omicidi, rapine etc.
.
E’ la famosa “MANO NERA” chiamata così perché si firma con il disegno di una mano nera.

Italiani a Little Italy all’inizio del ‘900
La polizia americana non ci capisce nulla e non sa che pesci prendere.
.
Ma un giorno un ufficiale vedendo Joe, che fa il lustrascarpe davanti alla stazione di polizia,
lo invita a fare domanda per arruolarsi.
Chi è Joe?
Un giovane di belle speranze originario della provincia di Salerno.

Viene ben presto accolto nei ranghi della polizia e lui ripaga la fiducia,
anche grazie all’aiuto degli italiani onesti di Little Italy,
mettendo al tappeto la “Mano nera” e non solo.
..
Per questo e per la grande stima che aveva per lui, Theodore Roosevelt,
allora assessore alla polizia (ma poi futuro Presidente degli Stati Uniti),
lo promuove sergente nel 1895.

I suoi grandi successi nella lotta al crimine lo fanno quindi in breve tempo emergere dall’anonimato ed essere apprezzato da tutti.
Little Italy
Per le sue eccezionali doti investigative nel 1909 viene inviato in missione segreta a Palermo.
Lì però, per una ingenua fuga di notizie americana,
la sua presenza viene notata negli ambienti mafiosi che lo fanno uccidere da 2 killer.

Il suo funerale è considerato storico in quanto vi partecipano ben 250.000 persone.
Mai fino ad allora tante persone ad un funerale negli USA.
Ciò accadde perché per tutta l’America era (ed è ancora considerato tale) un eroe ed un martire della lotta alla criminalità organizzata.
La sua storia ha 3 risvolti:
il primo, positivo, è quello di un italiano che si fa onore negli USA come eccezionale policeman;
il secondo, amaro, è quello di una delle prime vittime della mafia;
il terzo, sociologico, è l’aver dimostrato agli americani che gli italiani “brutti sporchi e cattivi” (così eravamo visti) erano capaci di grandi cose e quindi da allora iniziò a cambiare l’idea solo negativa che essi avevano.
(T.K.)
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Questa è la storia, di Giuseppe Petrosino, detto Joe, poliziotto italiano naturalizzato statunitense.
E' stato un grande grande e vittorioso combattente contro la Mafia (allora chiamata Mano Nera) di Litte Italy (New York).
La sua vicenda ha segnato la storia della Polizia americana.

(Padula 30.8.1860 – Palermo 12.3.190)
Siamo a New York all'inizio del secolo scorso e circa mezzo milione di italiani emigrati
vi vivono come emarginati perché considerati troppo diversi culturalmente.
.
Non solo, tra di loro c'è un'associazione criminale segreta
che organizza estorsioni, rapimenti, incendi, omicidi, rapine etc.
.
E' la famosa “MANO NERA” chiamata così perché si firma con il disegno di una mano nera.

Italiani a Little Italy all'inizio del '900
La polizia americana non ci capisce nulla e non sa che pesci prendere.
.
Ma un giorno un ufficiale vedendo Joe, che fa il lustrascarpe davanti alla stazione di polizia,
lo invita a fare domanda per arruolarsi.
Chi è Joe?
Un giovane di belle speranze originario della provincia di Salerno.

Viene ben presto accolto nei ranghi della polizia e lui ripaga la fiducia,
anche grazie all'aiuto degli italiani onesti di Little Italy,
mettendo al tappeto la “Mano nera” e non solo.
..
Per questo e per la grande stima che aveva per lui, Theodore Roosevelt,
allora assessore alla polizia (ma futuro Presidente degli Stati Uniti),
lo promuove sergente nel 1895.

I suoi grandi successi nella lotta al crimine lo fanno quindi in breve tempo emergere dall'anonimato.
Little Italy
Per le sue eccezionali doti investigative nel 1909 viene inviato in missione segreta a Palermo.
Lì però, per una ingenua fuga di notizie anericana,
la sua presenza diviene notata negli ambienti mafiosi che lo fanno uccidere da 2 killer.

Il suo funerale è considerato storico in quanto vi partecipano ben 250.000 persone.
Mai fino ad allora tante persone ad un funerale negli USA.
Ciò accade perché per tutta l'America è un eroe ed un martire della lotta alla criminalità organizzata.
La sua storia ha 3 risvolti:
il primo, positivo, è quello di un italiano che si fa onore negli USA come eccezionale policeman;
il secondo, amaro, è quello di una delle prime vittime della mafia;
il terzo, sociologico, è l'aver dimostrato agli americani che gli italiani “brutti sporchi e cattivi” (così erano visti) erano capaci di grandi cose e quindi da allora iniziò a cambiare l'idea solo negativa che essi avevano.
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La storia, di Giuseppe Petrosino, detto Joe,
poliziotto italiano naturalizzato statunitense
grande e vittorioso combattente contro la Mafia
(allora chiamata Mano Nera) di Litte Italy (New York)
ha segnato la storia della Polizia americana.

(Padula 30.8.1860 – Palermo 12.3.1909)
Siamo a New York all’inizio del secolo scorso
e circa mezzo milione di italiani emigrati vi vivono come emarginati
perché considerati troppo diversi culturalmente.
Non solo, tra di loro c’è un’associazione criminale segreta
che organizza estorsioni, rapimenti, incendi, omicidi, rapine etc.
E’ la famosa “MANO NERA” chiamata così
perché si firma con il disegno di una mano nera.

Italiani a Little Italy all’inizio del ‘900
La polizia americana non ci capisce nulla e non sa che pesci prendere
finché un giorno un ufficiale vedendo Joe,
giovane di belle speranze originario della provincia di Salerno
che faceva il lustrascarpe davanti ad una stazione di polizia,
non lo invita a fare la domanda per arruolarsi.

Viene ben presto accolto nei ranghi della polizia
e lui ripaga la fiducia,
anche grazie all’aiuto degli italiani onesti di Little Italy,
mettendo al tappeto la “Mano nera” e non solo.
.
Per questo e per la grande stima che aveva per lui,
Theodore Roosevelt,
allora assessore alla polizia (ma futuro Presidente degli Stati Uniti),
lo promuove sergente nel 1895.

I suoi grandi successi nella lotta al crimine
lo fanno quindi in breve tempo emergere dall’anonimato.
Little Italy
Per le sue eccezionali doti investigative
nel 1909 viene inviato in missione segreta a Palermo.
Lì però, per una ingenua fuga di notizie,
la sua presenza diviene nota negli ambienti mafiosi
che lo fanno uccidere da 2 killer.

Il suo funerale è considerato storico
in quanto vi partecipano ben 250.000 persone,
(un numero fino ad allora mai raggiunto negli USA).
Ciò accade perché è considerato da tutta l’America
un eroe ed un martire
della lotta alla criminalità organizzata.
La sua storia ha 3 risvolti:
il primo, positivo, è quello di un italiano che si fa onore negli USA come eccezionale policeman;
il secondo, amaro, è quello di una delle prime vittime della mafia;
il terzo, sociologico, è l’aver dimostrato agli americani che gli italiani “brutti sporchi e cattivi” (così erano visti) erano capaci di grandi cose e quindi da allora iniziò a cambiare l’idea solo negativa che essi avevano.
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Questa è la storia, di Giuseppe Petrosino, detto Joe, poliziotto italiano naturalizzato statunitense.
E’ stato un grande grande e vittorioso combattente contro la Mafia (allora chiamata Mano Nera) di Litte Italy (New York).
La sua vicenda ha segnato la storia della Polizia americana.

(Padula 30.8.1860 – Palermo 12.3.190)
Siamo a New York all’inizio del secolo scorso e circa mezzo milione di italiani emigrati
vi vivono come emarginati perché considerati troppo diversi culturalmente.
.
Non solo, tra di loro c’è un’associazione criminale segreta
che organizza estorsioni, rapimenti, incendi, omicidi, rapine etc.
.
E’ la famosa “MANO NERA” chiamata così perché si firma con il disegno di una mano nera.

Italiani a Little Italy all’inizio del ‘900
La polizia americana non ci capisce nulla e non sa che pesci prendere.
.
Ma un giorno un ufficiale vedendo Joe, che fa il lustrascarpe davanti alla stazione di polizia,
lo invita a fare domanda per arruolarsi.
Chi è Joe?
Un giovane di belle speranze originario della provincia di Salerno.

Viene ben presto accolto nei ranghi della polizia e lui ripaga la fiducia,
anche grazie all’aiuto degli italiani onesti di Little Italy,
mettendo al tappeto la “Mano nera” e non solo.
..
Per questo e per la grande stima che aveva per lui, Theodore Roosevelt,
allora assessore alla polizia (ma futuro Presidente degli Stati Uniti),
lo promuove sergente nel 1895.

I suoi grandi successi nella lotta al crimine lo fanno quindi in breve tempo emergere dall’anonimato.
Little Italy
Per le sue eccezionali doti investigative nel 1909 viene inviato in missione segreta a Palermo.
Lì però, per una ingenua fuga di notizie anericana,
la sua presenza diviene notata negli ambienti mafiosi che lo fanno uccidere da 2 killer.

Il suo funerale è considerato storico in quanto vi partecipano ben 250.000 persone.
Mai fino ad allora tante persone ad un funerale negli USA.
Ciò accade perché per tutta l’America è un eroe ed un martire della lotta alla criminalità organizzata.
La sua storia ha 3 risvolti:
il primo, positivo, è quello di un italiano che si fa onore negli USA come eccezionale policeman;
il secondo, amaro, è quello di una delle prime vittime della mafia;
il terzo, sociologico, è l’aver dimostrato agli americani che gli italiani “brutti sporchi e cattivi” (così erano visti) erano capaci di grandi cose e quindi da allora iniziò a cambiare l’idea solo negativa che essi avevano.
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La storia, di Giuseppe Petrosino, detto Joe,
poliziotto italiano naturalizzato statunitense
grande e vittorioso combattente contro la Mafia
(allora chiamata Mano Nera) di Litte Italy (New York)
ha segnato la storia della Polizia americana.

(Padula 30.8.1860 – Palermo 12.3.1909)
Siamo a New York all’inizio del secolo scorso
e circa mezzo milione di italiani emigrati vi vivono come emarginati
perché considerati troppo diversi culturalmente.
Non solo, tra di loro c’è un’associazione criminale segreta
che organizza estorsioni, rapimenti, incendi, omicidi, rapine etc.
E’ la famosa “MANO NERA” chiamata così
perché si firma con il disegno di una mano nera.

Italiani a Little Italy all’inizio del ‘900
La polizia americana non ci capisce nulla e non sa che pesci prendere
finché un giorno un ufficiale vedendo Joe,
giovane di belle speranze originario della provincia di Salerno
che faceva il lustrascarpe davanti ad una stazione di polizia,
non lo invita a fare la domanda per arruolarsi.

Viene ben presto accolto nei ranghi della polizia
e lui ripaga la fiducia,
anche grazie all’aiuto degli italiani onesti di Little Italy,
mettendo al tappeto la “Mano nera” e non solo.
.
Per questo e per la grande stima che aveva per lui,
Theodore Roosevelt,
allora assessore alla polizia (ma futuro Presidente degli Stati Uniti),
lo promuove sergente nel 1895.

I suoi grandi successi nella lotta al crimine
lo fanno quindi in breve tempo emergere dall’anonimato.
Little Italy
Per le sue eccezionali doti investigative
nel 1909 viene inviato in missione segreta a Palermo.
Lì però, per una ingenua fuga di notizie,
la sua presenza diviene nota negli ambienti mafiosi
che lo fanno uccidere da 2 killer.

Il suo funerale è considerato storico
in quanto vi partecipano ben 250.000 persone,
(un numero fino ad allora mai raggiunto negli USA).
Ciò accade perché è considerato da tutta l’America
un eroe ed un martire
della lotta alla criminalità organizzata.
La sua storia ha 3 risvolti:
il primo, positivo, è quello di un italiano che si fa onore negli USA come eccezionale policeman;
il secondo, amaro, è quello di una delle prime vittime della mafia;
il terzo, sociologico, è l’aver dimostrato agli americani che gli italiani “brutti sporchi e cattivi” (così erano visti) erano capaci di grandi cose e quindi da allora iniziò a cambiare l’idea solo negativa che essi avevano.
(T.K.)
Ricordiamolo anche con questo video…

Tony Kospan

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Questa è la storia, di Giuseppe Petrosino, detto Joe, poliziotto italiano naturalizzato statunitense.
E’ stato un grande grande e vittorioso combattente contro la Mafia (allora chiamata Mano Nera) di Litte Italy (New York).
La sua vicenda ha segnato la storia della Polizia americana.

(Padula 30.8.1860 – Palermo 12.3.190)
Siamo a New York all’inizio del secolo scorso e circa mezzo milione di italiani emigrati
vi vivono come emarginati perché considerati troppo diversi culturalmente.
.
Non solo, tra di loro c’è un’associazione criminale segreta
che organizza estorsioni, rapimenti, incendi, omicidi, rapine etc.
.
E’ la famosa “MANO NERA” chiamata così perché si firma con il disegno di una mano nera.

Italiani a Little Italy all’inizio del ‘900
La polizia americana non ci capisce nulla e non sa che pesci prendere.
.
Ma un giorno un ufficiale vedendo Joe, che fa il lustrascarpe davanti alla stazione di polizia,
lo invita a fare domanda per arruolarsi.
Chi è Joe?
Un giovane di belle speranze originario della provincia di Salerno.

Viene ben presto accolto nei ranghi della polizia e lui ripaga la fiducia,
anche grazie all’aiuto degli italiani onesti di Little Italy,
mettendo al tappeto la “Mano nera” e non solo.
..
Per questo e per la grande stima che aveva per lui, Theodore Roosevelt,
allora assessore alla polizia (ma futuro Presidente degli Stati Uniti),
lo promuove sergente nel 1895.

I suoi grandi successi nella lotta al crimine lo fanno quindi in breve tempo emergere dall’anonimato.
Little Italy
Per le sue eccezionali doti investigative nel 1909 viene inviato in missione segreta a Palermo.
Lì però, per una ingenua fuga di notizie anericana,
la sua presenza diviene notata negli ambienti mafiosi che lo fanno uccidere da 2 killer.

Il suo funerale è considerato storico in quanto vi partecipano ben 250.000 persone.
Mai fino ad allora tante persone ad un funerale negli USA.
Ciò accade perché per tutta l’America è un eroe ed un martire della lotta alla criminalità organizzata.
La sua storia ha 3 risvolti:
il primo, positivo, è quello di un italiano che si fa onore negli USA come eccezionale policeman;
il secondo, amaro, è quello di una delle prime vittime della mafia;
il terzo, sociologico, è l’aver dimostrato agli americani che gli italiani “brutti sporchi e cattivi” (così erano visti) erano capaci di grandi cose e quindi da allora iniziò a cambiare l’idea solo negativa che essi avevano.
(T.K.)
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La storia di Giuseppe Petrosino, detto Joe,
poliziotto italiano naturalizzato statunitense
grande e vittorioso combattente contro la Mafia
(allora chiamata Mano Nera) di Litte Italy… New York…
non possiamo e non dobbiamo dimenticarla.

(Padula 30.8.1860 – Palermo 12.3.1909)
Per la grande fiducia che riponeva in lui, Theodore Roosevelt,
(in un periodo in cui gli Italiani non erano proprio ben visti negli USA)
allora assessore alla polizia (ma futuro Presidente degli Stati Uniti),
lo promosse sergente nel 1895.

Ebbe grandi successi nella lotta al crimine per le sue notevoli capacità…
Little Italy nel 1900
Per le sue eccezionali doti investigative fu inviato in missione segreta a Palermo nel 1909.
Lì però, per una ingenua fuga di notizie, la sua presenza divenne nota negli ambienti mafiosi che lo fecero uccidere da 2 killer.

Circa 250.000 persone parteciparono al suo funerale a New York, un numero fino ad allora mai raggiunto da alcun funerale in America… perché giustamente considerato un eroe ed un martire… della lotta alla criminalità organizzata.
Oggi sappiamo che è stato, ahimè, solo il primo di una lunga serie.
Ricordiamolo anche con questo video…


Tony Kospan

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poliziotto italiano naturalizzato statunitense
grande e vittorioso combattente contro la Mafia
(allora chiamata Mano Nera) di Litte Italy (New York)
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(Padula 30.8.1860 – Palermo 12.3.1909)
Siamo a New York all'inizio del secolo scorso
e circa mezzo milione di italiani emigrati vi vivono come emarginati
perché considerati troppo diversi culturalmente.
Non solo, tra di loro c'è un'associazione criminale segreta
che organizza estorsioni, rapimenti, incendi, omicidi, rapine etc.
E' la famosa “MANO NERA” chiamata così
perché si firma con il disegno di una mano nera.

Italiani a Little Italy all'inizio del '900
La polizia americana non ci capisce nulla e non sa che pesci prendere
finché un giorno un ufficiale vedendo Joe,
giovane di belle speranze originario della provincia di Salerno
che faceva il lustrascarpe davanti ad una stazione di polizia,
non lo invita a fare la domanda per arruolarsi.

Viene ben presto accolto nei ranghi della polizia
e lui ripaga la fiducia,
anche grazie all'aiuto degli italiani onesti di Little Italy,
mettendo al tappeto la “Mano nera” e non solo.
.
Per questo e per la grande stima che aveva per lui,
Theodore Roosevelt,
allora assessore alla polizia (ma futuro Presidente degli Stati Uniti),
lo promuove sergente nel 1895.

I suoi grandi successi nella lotta al crimine
lo fanno quindi in breve tempo emergere dall'anonimato.
Little Italy nei primi anni del '900
Per le sue eccezionali doti investigative
nel 1909 viene inviato in missione segreta a Palermo.
Lì però, per una ingenua fuga di notizie,
la sua presenza diviene nota negli ambienti mafiosi
che lo fanno uccidere da 2 killer.

Il suo funerale è considerato storico
in quanto vi partecipano ben 250.000 persone,
(un numero fino ad allora mai raggiunto negli USA).
Ciò accade perché è considerato da tutta l'America
un eroe ed un martire
della lotta alla criminalità organizzata.
La sua storia ha 3 risvolti:
il primo, positivo, è quello di un italiano che si fa onore negli USA come eccezionale policeman;
il secondo, amaro, è quello di una delle prime vittime della mafia;
il terzo, sociologico, è l'aver dimostrato agli americani che gli italiani “brutti sporchi e cattivi” (così erano visti) erano capaci di grandi cose e quindi da allora iniziò a cambiare l'idea solo negativa che essi avevano.
(T.K.)
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