Archivio per l'etichetta ‘INDIANI D’AMERICA’
Davvero molto bello
ed anche, per certi aspetti, sorprendente…
è questo canto…
che testimonia ancora una volta
la grande saggezza degli Indiani d’America
CANTO DI BELLEZZA DEI NAVAJO
Con il cuore colmo di vita e di amore
camminerò.
Felice
seguirò la mia strada.
Felice
invocherò le nuvole cariche d’acqua.
Felice
invocherò la pioggia che placa la sete.
Felice
invocherò i germogli sulle piante.
Felice
invocherò polline in abbondanza.
Felice
invocherò una coperta di rugiada.
Voglio muovermi nella bellezza e
nell’armonia.
La bellezza e l’armonia
siano davanti a me.
La bellezza e l’armonia
siano dietro di me.
La bellezza e l’armonia
siano sotto di me.
La bellezza e l’armonia
siano sopra di me.
Che la bellezza e l’armonia siano ovunque,
sul mio cammino.
Nella bellezza e
nell’armonia tutto si compie.
Tratto dal “CANTO DELLA NOTTE” dei Navajo
CIAO DA TONY KOSPAN
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I nativi americani usano il cerchio di pietra
per insegnare i cicli e i segreti della natura.

RAPPRESENTAZIONE DELLA FIGURA DEL CERCHIO
Il cerchio oltre alle
quattro stagioni,
con la sua divisione indica i quattro punti cardinali,
Nord, Est, Sud, Ovest,
ma anche
l’acqua, l’aria, il fuoco, la terra
ed infine il suo centro rappresenta
lo spirito.

L’ALTARE DELLA NATURA
– IL CERCHIO –
Rituale e spiegazione del suo significato
IL RITUALE
Ciascuno, in un angolo della sua casa, può creare con dei sassolini un piccolo cerchio di pietra e orientarlo verso il nord.
Per completare il proprio altare della natura in ogni stagione si possono deporre accanto al cerchio degli oggetti naturali tipici di ciascun periodo come foglie, semi, fiori, frutti selvatici, erbe, e quant’altro si ritiene rappresentativo del luogo dove si vive.

IL SUO SIGNIFICATO PER I NATIVI AMERICANI
Ecco alcune spiegazioni del loro amore e della loro fede per il cerchio…






Tutto ciò che il Potere del Mondo fa, lo fa in circolo.
Il cielo è rotondo, e ho sentito dire che la terra è rotonda come una palla, e che così sono le stelle.
Il vento, quando è più potente, gira in turbini.
Gli uccelli fanno i loro nidi circolari, perché la loro religione è la stessa nostra.
Il sole sorge e tramonta sempre in circolo.

La luna fa lo stesso, e tutt’e due sono rotondi.
Perfino le stagioni formano un grande circolo, nel loro mutamento,
e sempre ritornano al punto di prima.

La vita dell’uomo è un circolo, dall’infanzia all’infanzia, e lo stesso accade con ogni cosa dove un potere si muove.
Le nostre tende erano rotonde, come i nidi degli uccelli, e inoltre erano sempre disposte in circolo, il cerchio della nazione, un nido di molti nidi, dove il Grande Spirito voleva che noi covassimo i nostri piccoli.

Ciao da Tony Kospan
Testo dal web con mini modifiche – impaginaz. T.K.
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IL TUO SALOTTO DI FB


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Ancora una volta la genuina saggezza
e la profonda comunione con la natura degli Indiani d’America
si manifesta in questo canto,
donandoci ancora una volta
lieto stupore e infinita ammirazione…
FRATELLI MIEI
Guardate, fratelli miei, la primavera è arrivata;
la terra ha ricevuto l’abbraccio del sole
e noi vedremo presto i risultati di questo amore!
Ogni seme si è svegliato.
E così anche tutta la vita animale.
E grazie a questo potere che noi esistiamo.
Noi perciò dobbiamo concedere ai nostri vicini,
anche ai nostri vicini animali,
il nostro stesso diritto di abitare questa terra.

da: “Il Grande Spirito parla al nostro cuore”
Ed. Red
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SAGGEZZA E VERITA’
IN QUESTA RIFLESSIONE DEI NATIVI AMERICANI
Questo antico e poetico canto affascina ancor oggi
per il profondo messaggio che contiene.
VIVI LA TUA VITA
Capo Tecumseh (1768 – 1813) – Nazione Shawnee –
Vivi la tua vita in maniera tale che la paura della morte
non possa mai entrare nel tuo cuore.
Non attaccare nessuno per la sua religione;
rispetta le idee degli altri, e chiedi che essi rispettino le tue.
Ama la tua vita, migliora la tua vita,
abbellisci le cose che essa ti da.
Cerca di vivere a lungo
e di avere come scopo quello di servire il tuo popolo.
Prepara una nobile canzone di morte per il giorno
in cui ti incamminerai verso la grande separazione.
Rivolgi sempre una parola od un saluto quando incontri un amico,
anche se straniero, in un posto solitario.
Mostra rispetto per tutte le persone e non umiliarti davanti a nessuno.
Quando ti svegli al mattino ringrazia per il cibo e per la gioia della vita.
Se non trovi nessun motivo per ringraziare,
la colpa giace solo in te stesso.
Non abusare di niente e di nessuno,
per farlo cambia le cose sagge in quelle sciocche
e priva lo spirito delle sue visioni.
Quando arriverà il tuo momento di morire,
non essere come quelli i cui cuori sono pieni di paura,
e quando arriverà il loro momento essi piangeranno
e pregheranno per avere un ‘altro poco di tempo per vivere
la loro vita in maniera diversa.
Canta la tua canzone della morte
e muori come un eroe che sta tornando alla casa.”
Tony Kospan
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MEDITAZIONI PELLEROSSA PER MOLTE LUNE
Ricordi… pensieri… riflessioni e lezioni degli Indiani d’Americani per ogni giorno dell’anno che ci colpiscono per l’armonia di cui è impregnata la tradizione pellerossa.
I tredici mesi lunari, visti all’interno di una cornice chiamata Cerchio Sacro o Ruota di Medicina, rivelano ai nativi americani quali sono le doti e le abilità che possono sviluppare durante il loro cammino sulla Terra.
Queste, che appaiono vere e proprie lezioni, indicano quali doti i Nativi americani dovevano sviluppare per poter vivere in armonia con tutte le altre forme di vita esistenti.
In realtà però anche tutti noi possiamo tranquilamente fare nostri questi insegnamenti.
Il brano che ora possiamo leggere è un piccolo estratto dal libro di cui parlerò alla fine.
LA RUOTA DELLE LUNE
“Il primo calendario posseduto dagli Indiani del Nord America fu la corazza di tartaruga.
I nostri Antenati osservarono il succedersi dei cicli e delle stagioni e notarono che la medesima stagione ritornava ogni tredici lune.
Nonna Luna era la nostra guida.
La corazza della Tartaruga portava impressi i tredici mesi dell’anno all’interno di una cornice che costituiva il Cerchio, da noi chiamato Cerchio Sacro, o Ruota di Medicina.
Questo circolo unificante rappresenta la sacra relazione che intercorre tra tutte le specie viventi.
I tredici cicli lunari diedero origine alle leggende delle Tredici Madri Originali dei Clan che rappresentano le doti e le abilità che l’Umanità può sviluppare durante il proprio Cammino sulla Terra.
Queste lezioni sullo sviluppo del potenziale umano contengono le capacità che ogni Bipede (essere Umano) deve apprendere per poter vivere in armonia con tutte le forme di vita.
Quando scopriamo i nostri potenziali e sviluppiamo l’abilità di avere relazioni appropriate, allora possiamo offrirci di condividere tali doni con il resto della Tribù Umana.
La Generosità è la chiave che permette di operare per il bene di ogni Essere vivente.
Se doniamo noi stessi e i nostri talenti, le benedizioni che riceviamo vengono condivise.
Possiamo allora espandere i confini e le possibilità dell’intero potenziale umano.
Quando questi concetti vengono onorati, i propositi di vivere in armonia nell’ambito di una comunità diventano facilmente realizzabili.
Le lezioni riguardanti il rispetto degli altri e del loro Sacro Spazio possono essere applicate ad ogni cultura e promuovono uno stile di vita armonioso.
(da “La Ruota delle Lune” di Jamie Sams — Ed. Il Punto D’Incontro)
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Davvero suggestiva questa storia della nascita
di uno dei fenomeni più affascinanti della natura
diffusa tra le tribù degli Indiani d’America
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COME NACQUE L’ARCOBALENO…
LEGGENDA DEGLI INDIANI D’AMERICA
Un giorno, madre Terra e padre Sole vennero a fare visita a un ragazzo solitario che si chiamava Atsosi Bagani. “Devi prendere moglie” disse la Terra. “Andrai a cercare moglie per un cammino ignoto agli uomini” aggiunse il Sole “Sposerai la maggiore delle sorelle Dobedeklad, Quelle-che-il-sole-non-illumina. Abitano in un pueblo. Gli uccelli le hanno imprigionate nelle tenebre, invidiosi della loro bellezza; tu solo puoi liberarle.
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Per aiutarti, costruirò un passaggio tra la tua capanna e il pueblo e trasformerò le ragazze e te, affinché gli uccelli non vi riconoscano e vi uccidano a beccate. Così, emerse dalla terra un arco gigantesco formato da strisce di colori brillanti; saliva molto in alto nel cielo e scendeva in lontananza sulla terra. Quando Atsosi Bagani si incamminò su questo ponte, fu trasformato in una farfalla, i cui colori si conf ondevano con quelli dell’arcobaleno. Gli uccelli non lo notarono e l’uomo farfalla arrivò sul tetto di una grande casa e scese attraverso un’apertura scura; nella penombra, vide le due sorelle occupate a tessere un magnifico tappeto dai colori dell’arcobaleno, i cui motivi ricordavano i fiumi e le montagne. “Guarda, sorellina – disse la maggiore – una farfalla si è posata in cima alla scala”. La sorella minore, molto eccitata, si precipitò verso la scala e un raggio di sole la sfiorò; la maggiore cercò di trattenerla ma entrambe furono attratte dal potere magico dei raggi solari. Sul tetto, la farfalla si trasformò nel giovane uomo. “Il Sole mi ha mandato a cercarvi, sarete mia moglie e mia sorella”.
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Gli uccelli li videro e si precipitarono su di loro con gridi stridenti; ma il Sole vegliava e trasformava i giovani in delicate farfalle, gli uccelli non riuscirono a trovare i fuggitivi. Atsosi Bagani ritornò alla sua capanna e il Sole e la Terra assistettero al matrimonio. Il giovane continuò a cacciare, mentre le due sorelle tessevano meravigliosi tappeti. Nella piccola capanna illuminata dal sole, però, le due ragazze avevano nostalgia della loro vecchia casa buia. Vedendole tristi, il Sole disse loro: “Se lo desiderate tanto, potrete rivedere la vostra cupa dimora; ma adesso gli uccelli sono diventati diffidenti e dovete difendervi”. Così prima di trasformarle in farfalle, diede a ciascuna due grossi chicchi di grandine.
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Quando gli uccelli le attaccarono, la sorella maggiore scagliò contro di loro il primo chicco, che si tramutò in una grossa nube nera che avvolse gli uccelli. Le ragazze-farfalle proseguirono il volo, ma presto gli uccelli le raggiunsero; dovettero lanciare il secondo chicco di grandine, che si trasformò in una pioggia scrosciante, poi il terzo, che si ruppe in migliaia di piccoli chicchi. Ma la grandine finì e gli uccelli ripresero l’inseguimento; il pueblo era in vista, ma le farfalle non erano abbastanza veloci. Dovettero quindi lanciare l’ultimo chicco, che infiammò il cielo di lampi e tuoni.
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Gli uccelli scapparono spaventati e le ragazze furono salve.
Le sorelle tornarono da Atsosi Bagani, ma ogni volta che sentivano nostalgia visitavano la loro vecchia casa.
Così, dopo ogni temporale, si forma un arcobaleno tra il pueblo e la capanna del giovane, che riconcilia il mondo delle tenebre con il regno del Sole.
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Ciao da Orso Tony della tribù
degli Orsi… Sognanti…
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Nord, Est, Sud, Ovest,
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Tutto ciò che il Potere del Mondo fa, lo fa in circolo.
Il cielo è rotondo, e ho sentito dire che la terra è rotonda come una palla, e che così sono le stelle.
Il vento, quando è più potente, gira in turbini.
Gli uccelli fanno i loro nidi circolari, perché la loro religione è la stessa nostra.
Il sole sorge e tramonta sempre in circolo.

La luna fa lo stesso, e tutt’e due sono rotondi.
Perfino le stagioni formano un grande circolo, nel loro mutamento,
e sempre ritornano al punto di prima.

La vita dell’uomo è un circolo, dall’infanzia all’infanzia, e lo stesso accade con ogni cosa dove un potere si muove.
Le nostre tende erano rotonde, come i nidi degli uccelli, e inoltre erano sempre disposte in circolo, il cerchio della nazione, un nido di molti nidi, dove il Grande Spirito voleva che noi covassimo i nostri piccoli.

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si manifesta in questo canto,
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FRATELLI MIEI
Guardate, fratelli miei, la primavera è arrivata;
la terra ha ricevuto l’abbraccio del sole
e noi vedremo presto i risultati di questo amore!
Ogni seme si è svegliato.
E così anche tutta la vita animale.
E grazie a questo potere che noi esistiamo.
Noi perciò dobbiamo concedere ai nostri vicini,
anche ai nostri vicini animali,
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Una favola (o racconto mitico) semplice… semplice
ma davvero forte ed inconsueta che ci racconta come
per apprezzare la luce… la gioia… etc.
sia necessario che esista anche il buio… il dolore… etc.
E' certo un profondo concetto comune a molte civiltà
ma è interessante il modo in cui gli Indiani
facevano sì che il popolo lo capisse e lo facesse proprio.
Questo ci conferma la grande saggezza
degli Indiani d’America.
T.K.

LE QUATTRO STREGHE
Racconto Navajo
Il Distruttore, figlio del dio Sole, si mise in cerca un giorno di quattro streghe, perché voleva ucciderle.
La prima che incontrò tremava e si torceva al suo cospetto, però non di paura.
Freddo era il suo nome. “Se tu mi uccidi” disse “il caldo regnerà e il grano non potrà crescere senz’acqua che lo bagni.”
Il Distruttore disse: “Vecchia hai ragione, io non ti ucciderò”.
Fame era la seconda, ella così parlò: “Se tu mi uccidi il cibo verrà a noia alla tua gente”.
Ed egli disse: “E vero, la gioia di ogni festa sparirebbe con te. Io non ti ucciderò”.
La terza era Povertà. “Uccidimi” ella disse sono così infelice! Però sappi che morta io mai più i vestiti potranno consumarsi e la tua gente non avrà più il sapore delle cose nuove.
Ed egli disse: “è vero, la mia gente gode degli abiti nuovi. Non ti ucciderò”.
L’ultima strega, la più vecchia e curva, disse: “Se tu mi uccidi, la Gente non morirà mai più, né nuovi bambini nasceranno, al mondo sarà un popolo di vecchi.
Lasciami andare e la Gente crescerà, giovani forti prenderanno il posto dei vecchi che prenderò per mano. Sono la Morte, amica non compresa della Gente.”
“Nemmeno te posso uccidere” concluse il Distruttore.
E’ così che Morte, Miseria, Fame e Freddo, vivono tra di noi.
Il figlio del Sole, tornato dal suo viaggio, spiegò a tutti quanti queste cose.
Tratto da: “49 canti degli Indiani d’America” – Ed. Mondadori
LE QUATTRO STREGHE racconto Navajo
Testo rinvenuto nel web




– Impaginazione T. K. –
CIAO DA TONY KOSPAN

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Un giorno, madre Terra e padre Sole vennero a fare visita a un ragazzo solitario che si chiamava Atsosi Bagani. “Devi prendere moglie” disse la Terra. “Andrai a cercare moglie per un cammino ignoto agli uomini” aggiunse il Sole “Sposerai la maggiore delle sorelle Dobedeklad, Quelle-che-il-sole-non-illumina. Abitano in un pueblo. Gli uccelli le hanno imprigionate nelle tenebre, invidiosi della loro bellezza; tu solo puoi liberarle.
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Per aiutarti, costruirò un passaggio tra la tua capanna e il pueblo e trasformerò le ragazze e te, affinché gli uccelli non vi riconoscano e vi uccidano a beccate. Così, emerse dalla terra un arco gigantesco formato da strisce di colori brillanti; saliva molto in alto nel cielo e scendeva in lontananza sulla terra. Quando Atsosi Bagani si incamminò su questo ponte, fu trasformato in una farfalla, i cui colori si conf ondevano con quelli dell’arcobaleno. Gli uccelli non lo notarono e l’uomo farfalla arrivò sul tetto di una grande casa e scese attraverso un’apertura scura; nella penombra, vide le due sorelle occupate a tessere un magnifico tappeto dai colori dell’arcobaleno, i cui motivi ricordavano i fiumi e le montagne. “Guarda, sorellina – disse la maggiore – una farfalla si è posata in cima alla scala”. La sorella minore, molto eccitata, si precipitò verso la scala e un raggio di sole la sfiorò; la maggiore cercò di trattenerla ma entrambe furono attratte dal potere magico dei raggi solari. Sul tetto, la farfalla si trasformò nel giovane uomo. “Il Sole mi ha mandato a cercarvi, sarete mia moglie e mia sorella”.
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Gli uccelli li videro e si precipitarono su di loro con gridi stridenti; ma il Sole vegliava e trasformava i giovani in delicate farfalle, gli uccelli non riuscirono a trovare i fuggitivi. Atsosi Bagani ritornò alla sua capanna e il Sole e la Terra assistettero al matrimonio. Il giovane continuò a cacciare, mentre le due sorelle tessevano meravigliosi tappeti. Nella piccola capanna illuminata dal sole, però, le due ragazze avevano nostalgia della loro vecchia casa buia. Vedendole tristi, il Sole disse loro: “Se lo desiderate tanto, potrete rivedere la vostra cupa dimora; ma adesso gli uccelli sono diventati diffidenti e dovete difendervi”. Così prima di trasformarle in farfalle, diede a ciascuna due grossi chicchi di grandine.
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Quando gli uccelli le attaccarono, la sorella maggiore scagliò contro di loro il primo chicco, che si tramutò in una grossa nube nera che avvolse gli uccelli. Le ragazze-farfalle proseguirono il volo, ma presto gli uccelli le raggiunsero; dovettero lanciare il secondo chicco di grandine, che si trasformò in una pioggia scrosciante, poi il terzo, che si ruppe in migliaia di piccoli chicchi. Ma la grandine finì e gli uccelli ripresero l’inseguimento; il pueblo era in vista, ma le farfalle non erano abbastanza veloci. Dovettero quindi lanciare l’ultimo chicco, che infiammò il cielo di lampi e tuoni.
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Gli uccelli scapparono spaventati e le ragazze furono salve.
Le sorelle tornarono da Atsosi Bagani, ma ogni volta che sentivano nostalgia visitavano la loro vecchia casa.
Così, dopo ogni temporale, si forma un arcobaleno tra il pueblo e la capanna del giovane, che riconcilia il mondo delle tenebre con il regno del Sole.
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