Archivio per l'etichetta ‘india’
IN QUESTA PICCOLA GRANDE POESIA
UN SUGGESTIVO PENSIERO SUL SENSO DELLA VITA


-
-
Come sempre la poesia Sufi con poche parole
-
ci apre un mondo ed in questo caso
-
un mondo di Idee e di Riflessioni.

Debbo dire che, oltre a subire il fascino dei versi,
mi sento molto vicino ai concetti filosofici
espressi dall’Autore.

Hazrat Inayat Khan
L’autore, Vadodara 1882 – Nuova Delhi 1927,
è stato un mistico indiano.
Nato in una famiglia di musicisti
abbandonò la musica per dedicarsi alla diffusione
del pensiero e della poetica SUFI.
HO CONOSCIUTO
Ho conosciuto bene e male, peccato e virtù,
giustizia e ingiustizia;
ho giudicato e sono stato giudicato;
sono passato attraverso la nascita e la morte,
attraverso la gioia e il dolore,
il cielo e l’inferno
e alla fine ho capito
che io sono nel tutto
e il tutto è in me.

CIAO DA TONY KOSPAN



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Come sempre la poesia Sufi con poche parole
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Debbo dire che, oltre a subire il fascino dei versi,
mi sento molto vicino ai concetti filosofici
espressi dall’Autore.

Hazrat Inayat Khan
L’autore, Vadodara 1882 – Nuova Delhi 1927,
è stato un mistico indiano.
Nato in una famiglia di musicisti
abbandonò la musica per dedicarsi alla diffusione
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HO CONOSCIUTO
Ho conosciuto bene e male, peccato e virtù,
giustizia e ingiustizia;
ho giudicato e sono stato giudicato;
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e alla fine ho capito
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Debbo dire che, oltre a subire il fascino dei versi,
mi sento molto vicino ai concetti filosofici
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Hazrat Inayat Khan
L'autore, Vadodara 1882 – Nuova Delhi 1927,
è stato un mistico indiano.
Nato in una famiglia di musicisti
abbandonò la musica per dedicarsi alla diffusione
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HO CONOSCIUTO
Ho conosciuto bene e male, peccato e virtù,
giustizia e ingiustizia;
ho giudicato e sono stato giudicato;
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Debbo dire che, oltre a subire il fascino dei versi,
mi sento molto vicino ai concetti filosofici
espressi dall’Autore.

Hazrat Inayat Khan
L'autore, Vadodara 1882 – Nuova Delhi 1927,
è stato un mistico indiano.
Nato in una famiglia di musicisti
abbandonò la musica per dedicarsi alla diffusione
del pensiero e della poetica SUFI.
HO CONOSCIUTO
Ho conosciuto bene e male, peccato e virtù,
giustizia e ingiustizia;
ho giudicato e sono stato giudicato;
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Questa poesia di Kabir,
poeta mistico indiano (India) del 15° secolo,
ci invita in modo chiaro a fonderci con l’Infinito
e ci spiega anche in che modo.

CIELO D’AMORE
– KABIR –
POESIA SUBLIME





La tensione dello sguardo dell’anima,
secondo la prospettiva di Kabir,
si riflette nel cielo d’amore.

La chiave per trovare la scintilla divina che è in noi,
senza farci fuorviare dalle ombre della sera
e senza arrenderci alla banale realtà…,
è
andare verso l’altro
e
gustare attraverso il cuore
i suoni ed i profumi della natura…

La poesia m’appare davvero modernissima
con il suo riconoscimento
della presenza del divino sia nel nostro cuore…
che nella natura che ci circonda…

CIELO D’AMORE
Kabir
Cadono le ombre della sera
lunghe, serrate,
di buio avvolgono il corpo e la mente.
Tu apri la finestra che dà a ponente
perditi nel cielo d’amore.
Bevi il miele stillato dai petali
del loto che hai in cuore.
Lascia che ti penetrino
le onde del mare, le onde
di splendore.
Ascolta,
un suono di conchiglie, di campanelli
si leva dalle acque.
Kabir dice:
«Fratelli,
è Dio in questo vaso,
in questo mio corpo».

E voi cosa ne pensate?
Tony Kospan
P O E S I E ?



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poeta mistico indiano (India) del 15° secolo,
ci invita in modo chiaro a fonderci con l'Infinito
e ci spiega anche in che modo.

CIELO D'AMORE
– KABIR –
POESIA SUBLIME





La tensione dello sguardo dell'anima,
secondo la prospettiva di Kabir,
si riflette nel cielo d'amore.

La chiave per trovare la scintilla divina che è in noi,
senza farci fuorviare dalle ombre della sera
e senza arrenderci alla banale realtà…,
è
andare verso l'altro
e
gustare attraverso il cuore
i suoni ed i profumi della natura…

La poesia m'appare davvero modernissima
con il suo riconoscimento
della presenza del divino sia nel nostro cuore…
che nella natura che ci circonda…

CIELO D'AMORE
Kabir
Cadono le ombre della sera
lunghe, serrate,
di buio avvolgono il corpo e la mente.
Tu apri la finestra che dà a ponente
perditi nel cielo d’amore.
Bevi il miele stillato dai petali
del loto che hai in cuore.
Lascia che ti penetrino
le onde del mare, le onde
di splendore.
Ascolta,
un suono di conchiglie, di campanelli
si leva dalle acque.
Kabir dice:
«Fratelli,
è Dio in questo vaso,
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del loto che hai in cuore.
Lascia che ti penetrino
le onde del mare, le onde
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Ho conosciuto bene e male, peccato e virtù,
giustizia e ingiustizia;
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