Archivio per l'etichetta ‘impressionismo’

Bar delle Folies – Bergère
MANET
BREVE BIOGRAFIA… CAPOLAVORI…
ED ANALISI DELLA SUA ARTE
a cura di Tony Kospan
Édouard Manet (Parigi 23.1.1832 – Parigi 30.4.1883)
.
.
BREVE BIOGRAFIA
Nato a Parigi in una famiglia ricca e colta fu iscritto al Collegio Rollin dove incontrò Antonin Proust di cui divenne amico per la vita.
Qui si appassionò a varie forme d’arte.
Il padre, magistrato, avrebbe voluto che lui intraprendesse la sua stessa carriera ma in Manet era troppo forte l’amore per la pittura a cui aveva già iniziato ad interessarsi.
Allora il padre lo fece imbarcare su di nave dove lavorò per un anno e dove forse ebbe origine quella grave malattia reumatica che lo perseguitò sempre.
Al ritorno a casa il padre comprese la forza della sua passione e l’iscrisse all’atelier di Thomas Couture noto pittore dell’epoca.
Argenteuil
Dopo alcuni anni Manet abbandonò questo atelier perché troppo accademico e formale, e passò allo studio di Léon Bonnat pittore allora in auge, dove fece amicizia prima con Berthe Morisot e poi con un gruppo di giovani innovatori…
Questo gruppo era composto tra altri da Degas, Monet, Renoir, Sisley, Cézanne e Pissarro… cioè dai futuri mitici impressionisti.
Poco dopo, nel 1856, aprì un suo atelier.
Colazione nello studio di prima mattina
Fece anche viaggi in Germania, Italia, Spagna e Paesi Bassi per studiare le opere dei grandi pittori dell’epoca e del passato.
Con le sue opere divenne una figura di spicco e di riferimento del mondo impressionista che contribuì a creare, anche se non volle mai identificarsi nella corrente, affermando la sua totale libertà espressiva.
Chi volesse leggere un’analisi di questo suo mitico dipinto
La ferrovia
Ebbe molti problemi di salute oltre a quelli di natura reumatica, come la sifilide, e soprattutto dal 1879 l’atassia, che in pochi anni lo condusse alla morte.
Nel 1881 il governo francese, su proposta dell’amico Proust, lo insignì della Legion d’onore.
Seppure con grandi difficoltà fisiche, dipinse fino alla morte.

Emile Zola
OPERE PRINCIPALI… CRITICHE E SCANDALI
– Il bevitore di assenzio… prima sua opera originale che piacque moltissimo a Baudelaire ed in cui è chiara
l’influenza di Diego Velázquez fu criticatissima per il suo realismo e rifiutata al Salon del 1859.
Manet stesso disse che se invece di un parigino avesse disegnato un uomo spagnolo forse sarebbe stata compresa molto meglio.

– Dejeuner sur l’herbe, famosissima, destò scandalo al Salon del 1863, non tanto per i 2 uomini vestiti e le 2 donne nude ma per il fatto che l’abbigliamento maschile era contemporaneo!

– L’Olympia pure sollevò molto scandalo perché il soggetto era una prostituta vista sul “posto di lavoro”, per il suo sguardo provocante
e per la mano sul pube che avrebbe offeso le virtù tradizionali femminili mentre i critici dichiararono errate le scelte dei colori.
ANALISI DELLO STILE
Fin dalle sue prime opere appare evidente l’innovazione del suo linguaggio pittorico rispetto al classicismo e dopo un certo tempo in cui restò nell’ambito della pittura d’atelier passò a quella che si definisce “en plein air“.
Manet abbandona infatti le classiche modalità del chiaroscuro e della prospettiva per creare dipinti con macchie di colore stese in modo uniforme.

Autoritratto con tavolozza
Manet è quello che ha operato il taglio più incisivo rispetto al precedente modo di dipingere.
Suol dirsi che dopo di lui la pittura non è stata più la stessa.
Per gli storici dell’arte questo suo contributo alla modernità vale perfino più del suo pur grande contributo alla nascita dell’impressionismo.
.
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.
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Al balcone
F I N E
VIVERE L’ARTE… INSIEME?
Relax
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.
Berthe Morisot è stata forse (o senza forse)
la vera donna dell’impressionismo
e non solo come pittrice.

Giorno d’estate
BERTHE MORISOT
OVVERO L’IMPRESSIONISMO AL FEMMINILE
Tony Kospan
L’importanza del suo ruolo è stata davvero misconosciuta
sia ai suoi tempi che nel corso degli anni
(per il solo fatto che era una donna)
e soltanto da poco
sta riavendo la grande considerazione che merita.

Qui è ritratta da E. Manet
.
.
.
Nata in una famiglia bene e di notevole cultura di Bourges
(era anche nipote del noto pittore Jean-Honoré Fragonard)
si trasferì nel 1855 a Parigi dove iniziò gli studi
di disegno mostrando subito notevoli qualità.
Il marito Eugene Manet con la figlia Julie
Non potendosi iscrivere all’Ecole des Beaux-Arts perché donna,
i suoi genitori allora iniziarono ad invitare nella loro casa
amici artisti e soprattutto pittori che le dessero degli insegnamenti.
Bourges 14.1.1841 – Parigi 2.3.1895
Successivamente frequentò gli sudi
di diversi pittori molto in voga all’epoca.
Nel 1864 venne ammessa al Salon, e nel 1868 conobbe
il grande Edouard Manet che divenne subito un grande ammiratore
sia della sua bellezza che delle sue opere
e con cui strinse un “sodalizio” pittorico e non solo
che durò molto a lungo anche se poi
lei ne sposerà il fratello Eugène.
L’amicizia con Manet l’influenzò molto
e l’avvicinò al mondo impressionista.
In questo periodo l’uso frequentissimo del bianco
unito a colori intensi e vibranti
le consentiva di raggiungere effetti luminosi e delicati.
La favola
Ma per le tragedie della guerra franco-prussiana
a partire dal 1870 questi colori luminosi vennero meno
per tornare però dopo la guerra con l’aggiunta
geniale anche di pennellate capaci di mostrare
anche il movimento e la fluidità dell’acqua.
Nel 1874 partecipa alla mitica mostra di Nadar…
la prima degli Impressionisti.

Il marito Eugene Manet con la figlia Julie
.
.
.
La mostra ebbe grande successo ma le sue opere
ebbero sia commenti entusiastici che derisioni.
.
Ma da quel momento
per tutti divenne “la donna dell’impressionismo“.
.
Nel 1879 nacque sua figlia Julie.
.

Qui è ritratta da E. Manet
.
Dopo la morte del marito, nel 1892,
si dedicò ancor di più alla pittura
mentre i critici, che l’avevano sempre freddamente valutata,
incominciarono ad apprezzare le sue opere.

La tematica delle sue opere è molto spesso.
classicamente femminile.

La toletta

Lo specchio
Morì nel 1895 a soli 54 anni
rimpianta da tutto il mondo dell’impressionismo.
.

.
.
Il poeta Paul Valery scrisse di lei:
“La particolarità di Berthe Morisot
fu quella di vivere la sua pittura
e di dipingere la sua vita”
Per la sua personalità forte e non banale
e per esser una pittrice fu costretta
a vivere sempre lottando contro le maldicenze
degli ambienti più retrogradi ed ottusi dell’epoca
(che purtroppo non mancavano allora come non mancano oggi).
Tony Kospan
.
IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE FIGURATIVA
(PITTURA, SCULTURA, FOTOGRAFIA E CINEMA)
.
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Se la Primavera è la prima stagione dell’anno,
se il lunedì è il primo giorno della settimana,
se l’infanzia-adolescenza-giovinezza è la prima parte della vita,
qual è il momento iniziale e sognante che,
rinnovandosi sempre, ci apre ogni giorno al mondo ed alla vita?

Beh avrete certamente capito che si parla dell’Alba…
quel momento affascinante in cui le ombre della notte
lentamente si diradano ed avanza un chiarore che illumina
pian piano, e sempre di più, ogni cosa…
ma anche dell’Aurora e del Mattino.

Charles Courtney Curran – Mattino d’estate
L’ALBA… L’AURORA… IL MATTINO…
IN POESIA ARTE AFORISMI CANZONI E NON SOLO
a cura di Tony Kospan
Per la verità essendo un “gufo” (bioritmi)
raramente riesco a vederla ma, forse proprio per questo, chissà,
l’amo come un momento misterioso e magico.

.
Prima di passare alle poesie selezionate
leggiamo alcuni aforismi sulla… prima parte del giorno.

La preghiera del mattino dell’uomo moderno
è la lettura del giornale
Georg Wilhelm Friedrich Hegel
Nessun giorno è uguale all’altro,
ogni mattina porta con sé un particolare miracolo,
il proprio momento magico,
nel quale i vecchi universi vengono distrutti
e si creano nuove stelle.
Paulo Coelho
Mi alzo al mattino
con una nuova illusione…
Rino Gaetano

Essa è stata molto amata da poeti, pensatori, scrittori… etc
per quel che è in sé, ma anche per le sue chiare valenze simboliche,
ed infatti sono davvero tantissime le poesie a lei dedicate.
Forse la più breve, ma anche la più geniale,
è questa mitica e molto suggestiva lirica di Ungaretti
scritta mentre al fronte sul Carso.
MATTINA
M’illumino
d’immenso

Con l’alba (l’aurora e il mattino) iniziamo un trittico poetico
che proseguirà con la sera e terminerà con la notte
saltando la parte centrale del giorno
che, forse per le materiali incombenze della vita,
è, da sempre, la meno amata dai poeti.

L’alba di domani – Tiromancino

Hopper – Sole del mattino
ALBA
Salvatore Messina*
Alba
il tuo nome come dolce sorriso
le
labbra si muovono appena
gli occhi socchiusi
la luna sbadigliando cerca di dormire
l’insonnia degli amanti si legge sul mio viso
amo te
il tuo respiro
la tua paura d’amare
il tuo viso sul mio cuore
ad ascoltare amore
il tuo amore per me come tesoro reale
in un punto lontano una vita
esce la luce
lascio impronte sulla sabbia
il mare questa volta non le cancellerà
il dio di chi ama veglierà
per me per te
per questo amore
che mai finirà
ancorato ai nostri cuori
come a roccia eterna.
* poeta di strada nato nel 1939 a Catania
(Albachiara – Vasco Rossi)

Christian Schloe
QUANDO LA NOTTE…
Emily Dickinson
Quando la notte è quasi terminata
e l’alba è tanto vicina
che possiamo toccare gli spazi –
è ora di lisciarsi i capelli
e preparare le fossette nelle guance –
e stupirsi di esser stati in pena
per quella vecchia, svanita mezzanotte
che ci atterrì soltanto per un’ora.
Una mattina – Ludovico Einaudi

Monet – Impression soleil levant *
UN’ALBA
Alfonso Gatto
Com’è spoglia la luna, è quasi l’alba.
Si staccano i convogli, nella piazza
bruna di terra il verde dei giardini
trema d’autunno nei cancelli.
è l’ora fioca in cui s’incide al freddo
la tua città deserta, appena un trotto
remoto di cavallo, l’attacchino
sposta dolce la scala lungo i muri
in un fruscìo di carta. La tua stanza
leggera come il sonno sarà nuova
e in un parato da campagna al sole
roseo d’autunno s’aprirà. La fredda
banchina dei mercati odora d’erba.
La porta verde della chiesa è il mare
* Dal nome di questo dipinto nasce… l’Impressionismo
L’Aurora – Eros Ramazzotti

Jack Vettriano – Edith and the Kingpin
LA POESIA CHE NON HO SCRITTO
Raymond Carver
Ecco la poesia che volevo scrivere
prima, ma non l’ho scritta
perché ti ho sentita muoverti.
Stavo ripensando
a quella prima mattina a Zurigo.
Quando ci siamo svegliati prima dell’alba.
Per un attimo disorientati. Ma poi siamo
usciti sul balcone che dominava
il fiume e la città vecchia.
E siamo rimasti lì senza parlare.
Nudi. A osservare il cielo schiarirsi.
Così felici ed emozionati. Come se
fossimo stati messi lì
proprio in quel momento.
Mattinata – Mario del Monaco

William Mc Gregor Paxton – Giornale del mattino
POICHE’ L’ALBA SI ACCENDE
Paul Verlaine
Poiché l’alba si accende, ed ecco l’aurora,
poiché, dopo avermi a lungo fuggito, la speranza consente
a ritornare a me che la chiamo e l’imploro,
poiché questa felicità consente ad esser mia,
facciamola finita coi pensieri funesti,
basta con i cattivi sogni, ah! soprattutto
basta con l’ironia e le labbra strette
e parole in cui uno spirito senz’anima trionfava.
E basta con quei pugni serrati e la collera
per i malvagi e gli sciocchi che s’incontrano;
basta con l’abominevole rancore! basta
con l’oblìo ricercato in esecrate bevande!
Perché io voglio, ora che un Essere di luce
nella mia notte fonda ha portato il chiarore
di un amore immortale che è anche il primo
per la grazia, il sorriso e la bontà,
io voglio, da voi guidato, begli occhi dalle dolci fiamme,
da voi condotto, o mano nella quale tremerà la mia,
camminare diritto, sia per sentieri di muschio
sia che ciottoli e pietre ingombrino il cammino;
sì, voglio incedere dritto e calmo nella Vita
verso la meta a cui mi spingerà il destino,
senza violenza, né rimorsi, né invidia:
sarà questo il felice dovere in gaie lotte.
E poiché, per cullare le lentezze della via,
canterò arie ingenue, io mi dico
che lei certo mi ascolterà senza fastidio;
e non chiedo, davvero, altro Paradiso.

Albe e mattinate felici… per tutti
da Tony Kospan

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Bar delle Folies – Bergère
MANET
BREVE BIOGRAFIA… CAPOLAVORI…
ED ANALISI DELLA SUA ARTE
a cura di Tony Kospan
Édouard Manet (Parigi 23.1.1832 – Parigi 30.4.1883)
.
.
BREVE BIOGRAFIA
Nato a Parigi in una famiglia ricca e colta fu iscritto al Collegio Rollin dove incontrò Antonin Proust di cui divenne amico per la vita.
Qui si appassionò a varie forme d’arte.
Il padre, magistrato, avrebbe voluto che lui intraprendesse la sua stessa carriera ma in Manet era troppo forte l’amore per la pittura a cui aveva già iniziato ad interessarsi.
Allora il padre lo fece imbarcare su di nave dove lavorò per un anno e dove forse ebbe origine quella grave malattia reumatica che lo perseguitò sempre.
Al ritorno a casa il padre comprese la forza della sua passione e l’iscrisse all’atelier di Thomas Couture noto pittore dell’epoca.
Argenteuil
Dopo alcuni anni Manet abbandonò questo atelier perché troppo accademico e formale, e passò allo studio di Léon Bonnat pittore allora in auge, dove fece amicizia prima con Berthe Morisot e poi con un gruppo di giovani innovatori…
Questo gruppo era composto tra altri da Degas, Monet, Renoir, Sisley, Cézanne e Pissarro… cioè dai futuri mitici impressionisti.
Poco dopo, nel 1856, aprì un suo atelier.
Colazione nello studio di prima mattina
Fece anche viaggi in Germania, Italia, Spagna e Paesi Bassi per studiare le opere dei grandi pittori dell’epoca e del passato.
Con le sue opere divenne una figura di spicco e di riferimento del mondo impressionista che contribuì a creare, anche se non volle mai identificarsi nella corrente, affermando la sua totale libertà espressiva.
Chi volesse leggere un’analisi di questo suo mitico dipinto
La ferrovia
Ebbe molti problemi di salute oltre a quelli di natura reumatica, come la sifilide, e soprattutto dal 1879 l’atassia, che in pochi anni lo condusse alla morte.
Nel 1881 il governo francese, su proposta dell’amico Proust, lo insignì della Legion d’onore.
Seppure con grandi difficoltà fisiche, dipinse fino alla morte.

Emile Zola
OPERE PRINCIPALI… CRITICHE E SCANDALI
– Il bevitore di assenzio… prima sua opera originale che piacque moltissimo a Baudelaire ed in cui è chiara
l’influenza di Diego Velázquez fu criticatissima per il suo realismo e rifiutata al Salon del 1859.
Manet stesso disse che se invece di un parigino avesse disegnato un uomo spagnolo forse sarebbe stata compresa molto meglio.

– Dejeuner sur l’herbe, famosissima, destò scandalo al Salon del 1863, non tanto per i 2 uomini vestiti e le 2 donne nude ma per il fatto che l’abbigliamento maschile era contemporaneo!

– L’Olympia pure sollevò molto scandalo perché il soggetto era una prostituta vista sul “posto di lavoro”, per il suo sguardo provocante
e per la mano sul pube che avrebbe offeso le virtù tradizionali femminili mentre i critici dichiararono errate le scelte dei colori.
ANALISI DELLO STILE
Fin dalle sue prime opere appare evidente l’innovazione del suo linguaggio pittorico rispetto al classicismo e dopo un certo tempo in cui restò nell’ambito della pittura d’atelier passò a quella che si definisce “en plein air“.
Manet abbandona infatti le classiche modalità del chiaroscuro e della prospettiva per creare dipinti con macchie di colore stese in modo uniforme.

Autoritratto con tavolozza
Manet è quello che ha operato il taglio più incisivo rispetto al precedente modo di dipingere.
Suol dirsi che dopo di lui la pittura non è stata più la stessa.
Per gli storici dell’arte questo suo contributo alla modernità vale perfino più del suo pur grande contributo alla nascita dell’impressionismo.
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Al balcone
F I N E
VIVERE L’ARTE… INSIEME?
Relax
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Les grandes baigneuses (Le grandi bagnanti)
In questa seconda parte cercherò di approfondire
la sua geniale e profonda ricerca pittorica
che sarà feconda anticipatrice dell’arte figurativa moderna.
PAUL CEZANNE
PADRE DELL’ARTE MODERNA
E POETA DEL COLORE

Autoritratto
II PARTE

Cezanne – Ritratto del padre
Dalla sua ricerca parte proprio la più grande rivoluzione del ventesimo secolo: la pittura cubista di Picasso.
Con il cubismo si perde completamente il primo termine della sintesi di Cezanne (visione-coscienza), per ricercare solo quella rappresentazione che ha la coscienza delle cose.
Perdendo il primo termine il cubismo romperà definitivamente con il naturalismo e la rappresentazione mimetica della realtà per introdurre sempre più l’arte nei campi dell’astrazione e del non figurativo.

La signora in blu – 1904
In Cezanne tutto ciò però è ancora assente.
Egli non perde mai di vista la realtà e il suo aspetto visivo.
Come per i pittori impressionisti, egli è del tutto indifferente ai soggetti.
Li utilizza solo per condurre i suoi esperimenti sul colore.
Ed i suoi soggetti sono in realtà riducibili a poche tipologie: i paesaggi, le nature morte ed i ritratti a figura intera.

I paesaggi sono, tra la produzione di Cezanne, quella più emozionante e poetica.
Vi dominano i colori verdi, distesi in infinite tonalità diverse, tra cui si inseriscono tenui tinte di colore diverso.
Sono paesaggi che nascono da una grande sensibilità d’animo e che cercano nella natura la serenità e l’equilibrio senza tempo.

Le nature morte di Cezanne sono quasi sempre dominate dalla frutta.
Inconfondibili sono le sue mele che, come perfette sfere rosse, compaiono un po’ ovunque.

In questi quadri gli elementi si pongono con grande libertà, cominciando già a mostrare le prime volute rotture con la visione prospettiva.
Cezanne è interessato solo ai volumi non allo spazio.
Tanto che egli affermò che tutta la realtà può essere sempre riconducibile a tre solidi geometrici fondamentali: il cono, il cilindro e la sfera.
Questa sua attenzione alla geometria solida ritorna anche nei suoi ritratti a figura intera, tra cui spiccano le composizioni delle Grandi Bagnanti.

Gardanne
La sua tecnica pittorica è decisamente originale ed inconfondibile.
Egli sovrapponeva i colori con spalmature successive, senza mai mischiarle.
Per far ciò, aspettava che il primo strato di colore si asciugasse per poi intersecarlo con nuove spalmature di colore.
Era un metodo molto lento e meticolo, per certi versi simile a quello di Seurat e dei neoimpressionisti che accostavano infiniti e minuscoli puntini.
Cezanne è, tuttavia, molto lontano dai risultati e dagli intenti dei puntinisti.
Egli non ricercava una pittura scientifica, bensì poetica.
La sua rimane però comunque una pittura molto difficile da decifrare e spiegare.
Renoir di lui disse: «Ma come fa? Non mette neanche due macchie di colore su una tela, senza fare una cosa eccezionale!»

M.me Cezanne
La sua ricerca fu sempre estremamente solitaria e lontana dai clamori.
Anche per il suo carattere schivo e introverso condusse una vita molto ritirata nella sua Aix-en-Provence.
La sua attività di pittore è del resto contraddistinta da una insoddisfazione perenne.
Egli si sentiva sempre alla ricerca di qualcosa che non riusciva mai pienamente a raggiungere.
La sua scoperta e rivalutazione avvenne solo negli ultimi anni della sua vita.

Il grande pino
Nel 1904, due anni prima della morte, il Salon d’Automne espose le sue opere dedicandogli una intera sala.
Dal 1906, anno della sua morte, la sua eredità venne ripresa soprattutto dai cubisti che in Cezanne videro il loro precursore.
Oggi è considerato uno dei grandissimi…

Il ragazzo dal gilet rosso
F I N E
Immagini e testi da vari siti web – coordinam. e impagin. t.k.
Ciao da Tony Kospan

Chi desideri leggere la sua biografia,
una prima analisi della sua pittura
e vedere altri suoi noti dipinti


IL NUOVO GRUPPO IN CUI VIVER L’ARTE
INSIEME
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Autoritratto (partic.)
E’ considerato l’iniziatore della modernità in pittura…,
primitivo di un’arte nuova,
un visionario che anticipò Cubismo e Astrattismo…
Paul Cezanne – I giocatori di carte
La luce è una cosa che non può essere riprodotta
ma deve essere rappresentata attraverso un’altra cosa,
attraverso il colore.
Sono stato contento di me, quando ho scoperto questo.
Cezanne
Paul Cezanne
C E Z A N N E
PADRE DELL’ARTE MODERNA
E POETA DEL COLORE
Paul Cezanne – Il castello di Medan
I PARTE
Paul Cezanne – Autoritratto
(Aix-en-Provence 19.1.1839 – Aix-en-Provence 22.10.1906)
BREVE BIOGRAFIA
Cezanne è il pittore più enigmatico di tutta la pittura francese dell’ottocento.
Nato nel meridione della Francia, proveniva da una famiglia benestante.
Il padre, di lontane origini piemontesi, era proprietario della banca locale.
Condusse quindi una vita agiata, a differenza degli altri pittori impressionisti, e poté svolgere una solitaria ricerca artistica del tutto lontana dai problemi dei critici e dalla necessità di vendere le sue opere.
Negli anni giovanili, dopo aver iniziato studi giuridici a Parigi, si rese conto di non esser interessato ad essi bensì d’esser portato all’arte.
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Paul Cezanne – Pranzo all’aperto
Qui ebbe modo di venire a contatto con i pittori impressionisti della prima ora quali Pissarro, Degas, Renoir, Monet ed altri.
Nel 1869 iniziò una relazione con una sartina Hortense Fiquet da cui ebbe un figlio Paul.
M.me Cezanne fu sempre la sua modella preferita… come risulta dal gran numero di dipinti a lei dedicati.
Partecipò in quel periodo a diverse mostre ma sempre senza successo.
Egli poi, come gli altri impressionisti, si vide rifiutare le sue opere dalla giuria del Salon ed insieme a loro partecipò alla prima mostra che tennero nello studio del fotografo Nadar nel 1874.
A questa mostra egli espose la sua famosissima opera «La casa dell’impiccato a Auvers».
Paul Cezanne – La casa dell’impiccato a Auvers
In tutta la sua vita, al pari di Van Gogh, vendette una sola tela, e solo qualche anno prima di morire.
Paul Cezanne – Madame Cezanne
Nel 1878 quando il padre seppe della sua relazione con Hortense gli tagliò i viveri.
L’aiutò allora il suo grande amico e già noto scrittore… Emile Zola.
Nel 1886 però, riconoscendosi nel personaggio di un pittore fallito descritto nel romanzo di Zola “L’opera”, si offese moltissimo e ruppe del tutto l’amicizia con lui che pur durava da moltissimi anni.
Cezanne – Paul Alexis legge a Emile Zola un manoscritto – 1869
Nello stesso anno sposò Hortense facendo pace col padre… che poco dopo morì lasciandogli una grossa eredità.
Qualche anno dopo s’ammalò di diabete.
La pittura era comunque tutto il suo mondo.. tutta la sua vita.
Nel 1896 si separò dalla moglie e partecipò a varie mostre grazie alle quali iniziò ad essere apprezzato ed ammirato soprattutto dai giovani pittori…
Paul Cezanne – Ragazzo
Verso la fine del secolo ormai era diventato un pittore abbastanza noto.
Sopravvennero però difficoltà economiche e fu costretto a vendere la casa ed a vivere in affitto… ad Aix-en-Provence.
Riuscì però ad aprire uno studio oggi diventato museo.
Morì il 22 ottobre 1906 di polmonite… a 67 anni…
L’anno dopo la sua morte fu allestita a Parigi una retrospettiva dedicata alle sue opere che ebbe un grandissimo successo…
Iniziava il suo mito.
Paul Cezanne – Natura morta
L’ARTISTA
La sua adesione al movimento impressionista fu sempre distaccata.
La sua pittura fin dagli inizi si differenziava nettamente da quella di un Monet o di un Renoir.
Mentre questi ultimi erano interessati solo ai fenomeni percettivi della luce e del colore, Cezanne nelle sue opere porta integre le sue emozioni ed il riconoscimento delle forme e dello spazio.
Ma, per far ciò, egli non ricorse mai agli strumenti tradizionali del disegno, del chiaroscuro e della prospettiva, ma solo al colore.
La sua grande ambizione era di risolvere tutto solo con il colore, arrivando lì dove nessun pittore era mai arrivato: sintetizzare nel colore la visione ottica e la coscienza delle cose.
Paul Cezanne – Martedì grasso – 1888
Nella pittura ci sono due cose: l’occhio e il cervello,
ed entrambe devono aiutarsi tra loro
Cezanne

Doodle di Google in omaggio a Cezanne
FINE I PARTE
FONTI VARI SITI WEB – COORDIN E IMPAGINAZ. T.K
Continua
Nella II parte
un approfondimento della sua ricerca pittorica
ed altri capolavori
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Berthe Morisot è stata forse (o senza forse)
la vera donna dell’impressionismo
e non solo come pittrice.

Giorno d’estate
BERTHE MORISOT
OVVERO L’IMPRESSIONISMO AL FEMMINILE
Tony Kospan
L’importanza del suo ruolo è stata davvero misconosciuta
sia ai suoi tempi che nel corso degli anni
(per il solo fatto che era una donna)
e soltanto da poco
sta riavendo la grande considerazione che merita.

Qui è ritratta da E. Manet
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Nata in una famiglia bene e di notevole cultura di Bourges
(era anche nipote del noto pittore Jean-Honoré Fragonard)
si trasferì nel 1855 a Parigi dove iniziò gli studi
di disegno mostrando subito notevoli qualità.
Il marito Eugene Manet con la figlia Julie
Non potendosi iscrivere all’Ecole des Beaux-Arts perché donna,
i suoi genitori allora iniziarono ad invitare nella loro casa
amici artisti e soprattutto pittori che le dessero degli insegnamenti.
Bourges 14.1.1841 – Parigi 2.3.1895
Successivamente frequentò gli sudi
di diversi pittori molto in voga all’epoca.
Nel 1864 venne ammessa al Salon, e nel 1868 conobbe
il grande Edouard Manet che divenne subito un grande ammiratore
sia della sua bellezza che delle sue opere
e con cui strinse un “sodalizio” pittorico e non solo
che durò molto a lungo anche se poi
lei ne sposerà il fratello Eugène.
L’amicizia con Manet l’influenzò molto
e l’avvicinò al mondo impressionista.
In questo periodo l’uso frequentissimo del bianco
unito a colori intensi e vibranti
le consentiva di raggiungere effetti luminosi e delicati.
La favola
Ma per le tragedie della guerra franco-prussiana
a partire dal 1870 questi colori luminosi vennero meno
per tornare però dopo la guerra con l’aggiunta
geniale anche di pennellate capaci di mostrare
anche il movimento e la fluidità dell’acqua.
Nel 1874 partecipa alla mitica mostra di Nadar…
la prima degli Impressionisti.

Il marito Eugene Manet con la figlia Julie
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La mostra ebbe grande successo ma le sue opere
ebbero sia commenti entusiastici che derisioni.
.
Ma da quel momento
per tutti divenne “la donna dell’impressionismo“.
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Nel 1879 nacque sua figlia Julie.
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Qui è ritratta da E. Manet
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Dopo la morte del marito, nel 1892,
si dedicò ancor di più alla pittura
mentre i critici, che l’avevano sempre freddamente valutata,
incominciarono ad apprezzare le sue opere.

La tematica delle sue opere è molto spesso.
classicamente femminile.

La toletta

Lo specchio
Morì nel 1895 a soli 54 anni
rimpianta da tutto il mondo dell’impressionismo.
.

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Il poeta Paul Valery scrisse di lei:
“La particolarità di Berthe Morisot
fu quella di vivere la sua pittura
e di dipingere la sua vita”
Per la sua personalità forte e non banale
e per esser una pittrice fu costretta
a vivere sempre lottando contro le maldicenze
degli ambienti più retrogradi ed ottusi dell’epoca
(che purtroppo non mancavano allora come non mancano oggi).
Tony Kospan
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IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE FIGURATIVA
(PITTURA, SCULTURA, FOTOGRAFIA E CINEMA)
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In questo post ricorderò Monet
con la storia, in breve, della sua vita artistica,
la visione di alcuni suoi capolavori
ed una sintetica analisi della sua arte.
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Parigi 14.11.1840 – Giverny 5.12.1926 (Autoritratto)
Egli è stato uno dei massimi esponenti,
se non il massimo, dell’impressionismo…
e certamente, nel cuore, nella fedeltà e nello stile,
il più impressionista di tutti gli impressionisti.
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Donna nel prato
CLAUDE MONET
PADRE DELL’IMPRESSIONISMO
E
POETA DELLA LUCE E DEL PAESAGGIO
Régate à Argenteuil
BREVE PERCORSO ARTISTICO
Inizia presto, a 18 anni, a dedicarsi alla pittura,
soprattutto di paesaggi, sotto la guida di Boudin.
Trasferitosi a Parigi frequenta, e studia, gli artisti
che allora andavano per la maggiore…
ma si appassiona in particolare per le opere
di Courbet e della Scuola di Barbizon.
Adolfo Monet legge in giardino – 1866
Egli non ama e non apprezza le formalità
dell’arte classica al punto che si racconta
che non sia mai entrato al Louvre.
Pian piano pur seguendo lo spirito della pittura dei suoi tempi
acquisisce sempre di più uno stile personale
costituito da schizzi di colore ed assenza di linee nette.
Monet – Bianca Monet che dipinge
E’ del 1874 il suo dipinto “Impression Soleil levant”
che fu esposto alla prima mostra dei futuri impressionisti,
che si tenne nello studio del fotografo Nadar.
Questa fu una mostra di pittori
che allora condividevano questo nuovo modo di dipingere
(Cézanne, Degas, Morisot, Renoir, Pissarro e Sisley)
ed i cui dipinti erano stati rifiutati dal Salon “ufficiale”,
cioè quello dell’Académie des beaux-arts di Parigi.
Questo dipinto acquisirà poi un’importanza fondamentale
come vedremo più giù.
La Cattedrale di Rouen
MONET E L’IMPRESSIONISMO
La corrente artistica prenderà infatti il nome Impressionismo
proprio da quel suo dipinto che possiamo vedere qui giù
e che in fondo già racchiude tutta la sua passione
per la luce, il colore e la natura.
Impression soleil levant – 1872
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Monet raffina sempre più il suo stile, sempre senza tradire mai
lo spirito impressionista, dedicandosi a creare dipinti
con soggetti più volte rivisitati ed oltre ai vari paesaggi
abbiamo soprattutto la serie della “Cattedrale di Rouen“,
dipinta sempre con luci ed atmosfere diverse
e negli ultimi anni quella vasta e talvolta quasi eterea delle “Ninfee”.
La passeggiata
La sua geniale capacità di tradurre nei dipinti
ogni sfumatura dei paesaggi fece scrivere al grande scrittore
Guy de Maupassant
“una volta prese tra le mani un temporale che batteva sul mare
e lo gettò sulla tela: e quella che aveva così dipinto era proprio la pioggia“.

Ninfee rosa
“La sua personale ricerca pittorica non uscirà mai dai confini di questo stile,
benché egli sopravviva molto più a lungo dell’impressionismo”
Pertanto egli rimase sempre fedele allo spirito di questa mitica corrente.
Passeggiata sulla scogliera
PICCOLA ANALISI DELLA SUA ARTE
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La pittura di Monet, come quella di tutti gli impressionisti,
non mira alla realtà, ma alle sensazioni individuali
e quindi è quanto di più lontano possa essere rispetto
al realismo, sia inteso come espressione della cruda realtà,
che di descrizione della sublime bellezza.
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Terrazza sul mare a Sainte Adresse
Il pittore e l’oggetto del dipinto subiscono il fluire senza soste del tempo
ed ecco la dissoluzione delle forme
attraverso la perdita dei contorni netti delle immagini fino ad avere dipinti
che ad una visione distratta potrebbero apparire semplici macchie di colori.
E’ soprattutto nei paesaggi, come accennavo su,
che Monet raggiunge dei vertici davvero altissimi.
Con lui si ha un vero e proprio rovesciamento
dei concetti della pittura paesaggistica che non è più natura dipinta
ma diventa espressione dell’esperienza interiore.
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Camille Monet in giardino (partic.)
Il suo amore per la pittura “en plein air” ci viene confermato
anche da questo dipinto dell’amico, e compagno di corrente, Renoir,
che lo ritrae proprio mentre dipinge all’aperto nel suo giardino.
Renoir – Monet che dipinge nel suo giardino
.
Possiamo dare un’ulteriore sguardo alla bellezza dei suoi dipinti
attraverso il video qui giù…
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Claude Monet (autoritratto)
CIAO DA TONY KOSPAN
IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L’ARTE
I N S I E M E
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Donna che legge
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Toulouse-Lautrec è stato uno degli artisti più importanti
della scintillante e sognante Parigi di fine ‘800
di cui ha “narrato”, con calore e verità, vizi e virtù.
BREVE BIOGRAFIA
Henri Marie Raymond de Toulouse-Lautrec nacque in una nobile famiglia discendente addirittura da Carlo Magno.
Fin da piccolo fu sofferente di una malattia alle ossa che ne impedì la crescita in altezza e gli rese la testa molto grande rispetto al corpo in cui soprattutto le gambe restarono molto piccole.

Albi 24.11.1864 – Saint-André-du-Bois 9.9.1901
Per questo fece gli studi nella casa paterna, da dove in pratica usciva raramente, dedicandosi fin da piccolo alla pittura.
Visto questo suo interesse fu inviato a studiare pittura presso studi di alcuni noti pittori.

A 19 anni aprì il suo primo atelier a Montmartre (Parigi) noto per esser il quartiere degli artisti e dei bohemiens.

Fu proprio questo mondo fatto di caffè, bordelli e bistrot, che ha creato il mito della Belle Époque, ad ispirare la massima parte dei suoi dipinti.

Fece una vita economicamente disordinata, e quasi sempre in compagnia dell’alcool (e non solo), ma ci tenne sempre a differenziare i propri guadagni di pittore dall’appannaggio familiare.
Pur disponendo di notevoli risorse economiche egli amava frequentare gli ambienti più poveri e diseredati alloggiando spesso nei bordelli dove amava dipingere le prostitute nei loro atteggiamenti più spregiudicati.

Le sue opere, con il loro calore… i loro colori… ma anche con la loro verità, mostrano una forte vicinanza umana ai soggetti dipinti.
Nel 1893 la sua prima mostra ebbe subito successo e piacque anche ai critici.

Da quel momento in poi pian piano divenne ben presto un notevole punto di riferimento nel mondo artistico parigino.
Tuttavia, nonostante i successi artistici delle sue opere, rimase sempre schiavo dell’alcoolismo.
Morì a soli 36 anni a seguito di complicazioni causate dalla sifilide in un corpo già debilitato.

Al Moulin Rouge con autoritratto
SINTETICA ANALISI DELLA SUA ARTE
All’inizio le sue opere presentano caratteristiche simili a quelle degli impressionisti ed in questo molta influenza ebbero soprattutto Edgar Degas ma anche Cézanne, Renoir e Manet.
Egli poi però ben presto inizierà a tener sempre differenziata la figura umana dall’ambiente di sfondo nei suoi dipinti e proprio per questo è definito un post-impressionista.

Infatti egli stesso affermava:
“Non esiste che la figura, il paesaggio è nulla, non dovrebbe che essere un accessorio.
Il paesaggio dovrebbe essere usato solo per rendere più intelligibile il carattere della figura.”

Bevitori di assenzio
Possiamo dunque dire che per lui viene prima di ogni altra cosa la persona e molte persone, da lui dipinte, sono divenute poi, grazie a lui, immortali.
Egli usava diversi supporti per le sue opere ed è infatti considerato anche uno dei più geniali autori di manifesti e stampe dei suoi tempi.

Tony Kospan
IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L’ARTE
I N S I E M E
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In questo post ricorderò Monet
con la storia, in breve, della sua vita artistica,
la visione di alcuni suoi capolavori
ed una sintetica analisi della sua arte.
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Parigi 14.11.1840 – Giverny 5.12.1926 (Autoritratto)
Egli è stato uno dei massimi esponenti,
se non il massimo, dell’impressionismo…
e certamente, nel cuore, nella fedeltà e nello stile,
il più impressionista di tutti gli impressionisti.
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Donna nel prato
CLAUDE MONET
PADRE DELL’IMPRESSIONISMO
E
POETA DELLA LUCE E DEL PAESAGGIO
Régate à Argenteuil
BREVE PERCORSO ARTISTICO
Inizia presto, a 18 anni, a dedicarsi alla pittura,
soprattutto di paesaggi, sotto la guida di Boudin.
Trasferitosi a Parigi frequenta, e studia, gli artisti
che allora andavano per la maggiore…
ma si appassiona in particolare per le opere
di Courbet e della Scuola di Barbizon.
Adolfo Monet legge in giardino – 1866
Egli non ama e non apprezza le formalità
dell’arte classica al punto che si racconta
che non sia mai entrato al Louvre.
Pian piano pur seguendo lo spirito della pittura dei suoi tempi
acquisisce sempre di più uno stile personale
costituito da schizzi di colore ed assenza di linee nette.
Monet – Bianca Monet che dipinge
E’ del 1874 il suo dipinto “Impression Soleil levant”
che fu esposto alla prima mostra dei futuri impressionisti,
che si tenne nello studio del fotografo Nadar.
Questa fu una mostra di pittori
che allora condividevano questo nuovo modo di dipingere
(Cézanne, Degas, Morisot, Renoir, Pissarro e Sisley)
ed i cui dipinti erano stati rifiutati dal Salon “ufficiale”,
cioè quello dell’Académie des beaux-arts di Parigi.
Questo dipinto acquisirà poi un’importanza fondamentale
come vedremo più giù.
La Cattedrale di Rouen
MONET E L’IMPRESSIONISMO
La corrente artistica prenderà infatti il nome Impressionismo
proprio da quel suo dipinto che possiamo vedere qui giù
e che in fondo già racchiude tutta la sua passione
per la luce, il colore e la natura.
Impression soleil levant – 1872
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Monet raffina sempre più il suo stile, sempre senza tradire mai
lo spirito impressionista, dedicandosi a creare dipinti
con soggetti più volte rivisitati ed oltre ai vari paesaggi
abbiamo soprattutto la serie della “Cattedrale di Rouen“,
dipinta sempre con luci ed atmosfere diverse
e negli ultimi anni quella vasta e talvolta quasi eterea delle “Ninfee”.
La passeggiata
La sua geniale capacità di tradurre nei dipinti
ogni sfumatura dei paesaggi fece scrivere al grande scrittore
Guy de Maupassant
“una volta prese tra le mani un temporale che batteva sul mare
e lo gettò sulla tela: e quella che aveva così dipinto era proprio la pioggia“.

Ninfee rosa
“La sua personale ricerca pittorica non uscirà mai dai confini di questo stile,
benché egli sopravviva molto più a lungo dell’impressionismo”
Pertanto egli rimase sempre fedele allo spirito di questa mitica corrente.
Passeggiata sulla scogliera
PICCOLA ANALISI DELLA SUA ARTE
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La pittura di Monet, come quella di tutti gli impressionisti,
non mira alla realtà, ma alle sensazioni individuali
e quindi è quanto di più lontano possa essere rispetto
al realismo, sia inteso come espressione della cruda realtà,
che di descrizione della sublime bellezza.
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Terrazza sul mare a Sainte Adresse
Il pittore e l’oggetto del dipinto subiscono il fluire senza soste del tempo
ed ecco la dissoluzione delle forme
attraverso la perdita dei contorni netti delle immagini fino ad avere dipinti
che ad una visione distratta potrebbero apparire semplici macchie di colori.
E’ soprattutto nei paesaggi, come accennavo su,
che Monet raggiunge dei vertici davvero altissimi.
Con lui si ha un vero e proprio rovesciamento
dei concetti della pittura paesaggistica che non è più natura dipinta
ma diventa espressione dell’esperienza interiore.
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Camille Monet in giardino (partic.)
Il suo amore per la pittura “en plein air” ci viene confermato
anche da questo dipinto dell’amico, e compagno di corrente, Renoir,
che lo ritrae proprio mentre dipinge all’aperto nel suo giardino.
Renoir – Monet che dipinge nel suo giardino
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Possiamo dare un’ulteriore sguardo alla bellezza dei suoi dipinti
attraverso il video qui giù…
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Claude Monet (autoritratto)
CIAO DA TONY KOSPAN
IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L’ARTE
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