Archivio per l'etichetta ‘grandi pittrici’
LE SIGNORE DEL PENNELLO
– NON SOGGETTI.. NE’ MUSE.. NE’ MODELLE MA PITTRICI –
Vincenzo Marinelli – Donna che dipinge
MINI STORIA DELL’ARTE AL FEMMINILE
DAL ‘500 AL ‘900
Questo post vuole, in uno ad una breve presentazione delle pittrici che ritroviamo significativamente nella storia dell’arte, mostrarle così come esse stesse si vedevano grazie ai loro autoritratti… insieme ad alcune opere cercando in tal modo di coniugare la brevità, che il moderno lettore richiede*, con un minimo di completezza(*a mio parere).
E’ anche da sottolineare che, ovviamente, è assolutamente impossibile presentarle tutte per cui mi sono limitato a ricordare quelle che appaiono aver lasciato un segno significativo nella storia dell’arte ma sarei lieto di aggiungere quelle che voi lettori ritenete meritevoli d’esser presenti in questa piccola Antologia.
Prima di iniziare mi appare doveroso riconoscere come altamente encomiabile soprattutto l’opera di quelle artiste vissute in secoli in cui il destino delle donne sembrava rinchiuso nei soli spazi del matrimonio o del convento.
I PARTE
Sofonisba Anguissola (1535 – 1565)
Deve la sua fama soprattutto al fatto che fu la prima esponente della pittura italiana rinascimentale al femminile.
Di famiglia benestante mostrò fin da piccola passione per il disegno ed il padre l’aiutò nel fargliela vivere appieno.
E’ da notare che è stata l’unica pittrice su cui il Vasari si soffermò per descriverne stile e capacità su consiglio di Michelangelo che era un suo estimatore.
Tuttavia la sua arte non ebbe i notevoli riconoscimenti delle pittrici che vennero dopo.
Sofonisba Anguissola – Autoritratto, 1556
Sofonisba Anguissola – Partita a scacchi – Poznan, 1555
Sofonisba Anguissola – Due sorelle ed un fratello
Lavinia Fontana (1552 -1614)
Figlia del pittore manierista Prospero Fontana fu, ed è ancora, molto apprezzata per l’accuratezza dei particolari e per la molteplicità dei temi della sua pittura.
Da giovanetta imparò l’arte del dipingere grazie agli insegnamenti del padre e studiò lo stile pittorico “emiliano” dell’epoca.
I suoi maggiori successi li ebbe però a Roma, dove si trasferì nel 1603, ottenendo perfino il titolo di “Pontificia Pittrice”.
Ebbe 11 figli e tuttavia non smise mai di dipingere e davvero notevole fu la sua produzione di dipinti.
(Le ho dedicato un post tutto su di lei – clicca qui giù per vederlo)
Lavinia Fontana – Autoritratto
.
.
Lavinia Fontana – La visita della Regina di Saba a Salomone
.
.
Lavinia Fontana – Bianca Degli Utili Maselli
Lavinia Fontana – Altro autoritratto
Fede Galizia – (1578 – 1630)
Bella, artista a tuttotondo, imprenditrice d’arte, donna indipendente e “single” per decisione.
(Le ho dedicato un post tutto su di lei – clicca qui giù per vederlo)
Tutto questo in un’epoca severa e oscura come quella della “Controriforma” in cui le difficoltà per le donne, anche se artiste, non erano poche.
La sua prima opera fu l’incisione del volto dello storico milanese Gherardo Borgogni ora alla Pinacoteca Ambrosiana.
Fede era famosa per l’estrema precisione nei dettagli (notiamo gli occhiali su cui appare perfino il riflesso delle finestre).
Dopo questo primo dipinto la sua fama aumentò anche grazie all’appoggio del mitico Arcimboldo.
La sua attività artistica ebbe sempre grande successo sia all’estero che in Italia, con ritratti, dipinti, pale e soprattutto nature morte.
Il suo stile era il Barocco… ma legato al Manierismo emiliano-lombardo di fine Cinquecento.
Una sua caratteristica era infine quella di firmare sempre le sue opere.
Fede Galizia – Noli me tangere
Fede Galizia – Natura Morta
Fede Galizia – Federico Zuccari
Fede Galizia – Giuditta con la testa di Oloferne
Artemisia Gentileschi (1593 – 1652)
E’ però la romana Artemisia Gentileschi la prima a ricoprire un ruolo fondamentale nell’affermazione della donna artista.
E’ noto il drammatico episodio dello stupro, di cui fu vittima a diciott’anni (autore della violenza, il maestro di pittura Agostino Tassi a cui era stata affidata dal padre perché migliorasse la tecnica della prospettiva); e poi il matrimonio riparatore, e la scelta di libertà e di emancipazione che fanno di lei una sorta di femminista ante litteram.
Si può affermare, e tutti i critici sono d’accordo, che i tratti duri delle donne e la violenza di certe scene… presenti nei suoi dipinti… siano conseguenza del tremendo stupro.
Pensiamo ad esempio alla violenza evidente e spaventosa di un’opera come la “Giuditta che decapita Oloferne” del Museo di Capodimonte a Napoli.
Ciononostante la sua è una vita piena di successi e di storie d’arte e… d’amore con sorprendenti libertà.
Vive ed opera anche a Firenze ed a Napoli dove alla fine si stabilisce.
La sua è comunque considerata una pittura di notevole livello, forte, passionale e creativa.
.
Artemisia Gentileschi – Autoritr. come suonatrice di liuto
Artemisia Gentileschi – Autoritratto come Allegoria della Pittura
Artemisia Gentileschi – Abbraccio tra la Giustizia e la Pace
Artemisia Gentileschi – Giuditta che decapita Oloferne
Il sonno di Venere
Elisabetta Sirani (1638 – 1665)
Elisabetta, prima figlia di Giovanni Andrea Sirani pittore bolognese, fin da giovanissima dimostrò notevole talento.
Fu davvero un’artista laboriosissima se si pensa che nei soli 10 anni di attività ha lasciato oltre 200 opere.
E’ considerata una delle principali artiste del ‘600 e tra le più note esponenti del barocco bolognese (Bologna aveva in quel periodo un eccezionale numero di pittrici).
Morì giovanissima, a soli 27 anni, rimpianta da tantissimi artisti, poeti e letterati dell’epoca.
Elisabetta Sirani – Autoritratto
.
.
Elisabetta Sirani – Porzia che si ferisce alla coscia – 1664
Elisabetta Sirani – La Giustizia, la Carità e la Prudenza – 1664
Elisabetta Sirani – Cupido
FINE I PARTE
CONTINUA…
CIAO DA TONY KOSPAN
IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L’ARTE
I N S I E M E
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...
Spesso l’arte ci propone belle sorprese con nuove scoperte o, come in questo caso, riscoperte.
Esce finalmente dal buio, in cui l’aveva inspiegabilmente costretta la Storia dell’arte, un’altra notevole pittrice italiana del 500/600.
In verità Fede Galizia non è stata solo una pittrice notissima ed apprezzatissima ai suoi tempi ma anche tanto altro.
(Milano, 1578 – Milano, 1630) Busto su Palazzo Ranzi a Trento
Bella, artista a tuttotondo, imprenditrice d’arte, donna indipendente e “single” per decisione (lei stessa spiega che il motivo era la sua libertà ben sapendo che non sarebbe stata mai accettata da nessun marito).
Tutto questo avvenne in un’epoca severa e oscura come quella della “Controriforma” in cui le difficoltà per le donne, anche se artiste, non erano poche.
E’ però strano che il suo percorso artistico, pur simile a quello di altre grandissime pittrici più o meno coeve come Lavinia Fontana, Sofonisba Anguissola e Elisabetta Sirani, si sia perso nei meandri del tempo e sia quasi scomparso dalla Storia dell’arte.
Di questo però parleremo alla fine dopo aver conosciuto meglio un po’ lei e le sue opere.
E’ da premettere che di lei si conosce più la sua attività artistica che la vita privata… ma alcune notizie le abbiamo.
BREVE BIOGRAFIA
Nata nel 1578 (o giù di lì) a 12 anni già lavorava nella bottega del padre Nunzio, attivo artista trentino, dove oltre alla pittura imparava l’arte dell’incisione e della miniatura.
Si sa anche che si esercitava nel creare ritratti dei suoi familiari e conoscenti di cui però si sono perse le tracce.
La sua prima opera nota è l’incisione del volto dello storico milanese Gherardo Borgogni, per alcune sue pubblicazioni, ed ora alla Pinacoteca Ambrosiana.
Gherardo Borgogni
Già in questo ritratto si ammira l’estrema precisione nei dettagli in particolare sia del volto che degli occhiali su cui appare perfino il riflesso delle finestre (il che mostra la conoscenza dell’arte fiamminga).
Questa precisione ancor meglio la possiamo notare nell’altra sua opera giovanile “Giuditta con la testa di Oloferne”, dove l’accurata descrizione della veste e dei gioielli ed il volto deciso e fiero di Giuditta quasi nascondono il significato drammatico dell’episodio biblico.
Giuditta con la testa di Oloferne
Non solo, in questo dipinto, che rimane il suo più ammirato, sulla lama del coltello lei inserisce il suo nome e la data (1596).
Per tutto questo la maggior parte degli storici d’arte vede nel volto di Giuditta dipinto proprio il volto della pittrice di cui non risulta noto alcun autoritratto.
Dopo questo dipinto la sua fama aumentò ed anche grazie all’appoggio del mitico Arcimboldo, alla giovanissima Galizia vennero commissionate alcune pale d’altare, come “Noli me tangere”, ma anche altri dipinti.
La sua attività artistica continuò poi, sempre con successo ed ammirazione sia all’estero (corte di Rodolfo II d’Asburgo) che in Italia (corte dei Savoia), con ritratti, dipinti, pale e soprattutto nature morte.
Noli me tangere
Ma da artista poliedrica qual era non tralasciò le incisioni, i disegni, le medaglie, la creazione di ventagli alla moda etc.
Fu poi anche un’imprenditrice d’arte ante litteram creando pale d’altare in serie da inviare alle chiese di mezza Italia.
La sua vita laboriosa continuò così senza particolari scossoni o avvenimenti degni di nota fino al 1630 (epoca della famosa peste manzoniana) quando redasse il testamento e si presume che morì.
Federico Zuccari
STILE E TEMI
Lo stile di Fede Galizia, pur essendo un’autodidatta, è quello classico dell’epoca… il Barocco… ma legato al Manierismo emiliano-lombardo di fine Cinquecento.
Non mancano comunque gli influssi del Correggio e del Parmigianino e di altri artisti dell’epoca come si evince dal suo testamento in cui parla anche di Leonardo.
Da un punto di vista tecnico lei opera “a punta di pennello” ed usa colori accesi ma con una resa sobria ed austera secondo la tradizione italiana del tempo.
La maggior parte delle sue opere è legata alle nature morte… tema che iniziava ad affermarsi nel tardo manierismo… ma non mancano numerosi soggetti religiosi e ritratti di personaggi dell’epoca come quello di Ludovico Settala, il medico della peste di cui parla il Manzoni.
Un’altra sua caratteristica era quella di firmare sempre le sue opere.
Ludovico Settala
I POSSIBILI MOTIVI DEL SUO OBLIO
E’ stata un’artista paragonabile senz’altro alle 3 grandi pittrici sue contemmporanee su elencate. Ma come mai il suo ricordo ha avuto un esito così diverso?
Certo la sua vita tranquilla dedita solo all’arte ed all’azienda familiare senza accadimenti clamorosi, benché con tantissime frequentazioni con personaggi ed artisti dell’epoca (tra cui il su ricordato Arcimboldo che la fece conoscere all’imperatore asburgico Rodolfo II).
Forse il motivo del suo oblio nel secoli successivi può esssere ravvisato nel fatto che, mentre Sofonisba Anguissola fu chiamata alla Corte del Re di Spagna, Lavinia Fontana alla Corte dei Papi e Artemisia Gentileschi fu notissima a causa dello stupro, la nostra artista, nonostante i successi, rimase ai margini delle cronache eclatanti.
Finalmente una recente mostra, tenutasi al Castello del Buonconsiglio di Trento (Fede Galizia. Mirabile pittoressa), l’ha riportata agli onori che merita.
Vediamo infine alcune sue nature morte.
Tony Kospan
Copyright Tony Kospan – Vietata copia del post senza indicare autore e blog
PER LE NOVITA’ DEL BLOG
SE… TI PIACE… ISCRIVITI
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...
LE SIGNORE DEL PENNELLO
– NON SOGGETTI.. NE’ MUSE.. NE’ MODELLE MA PITTRICI –
Vincenzo Marinelli – Donna che dipinge
MINI STORIA DELL’ARTE AL FEMMINILE
DAL ‘500 AL ‘900
Questo post vuole, in uno ad una breve presentazione delle pittrici che ritroviamo significativamente nella storia dell’arte, mostrarle così come esse stesse si vedevano grazie ai loro autoritratti… insieme ad alcune opere cercando in tal modo di coniugare la brevità, che il moderno lettore richiede*, con un minimo di completezza(*a mio parere).
E’ anche da sottolineare che, ovviamente, è assolutamente impossibile presentarle tutte per cui mi sono limitato a ricordare quelle che appaiono aver lasciato un segno significativo nella storia dell’arte ma sarei lieto di aggiungere quelle che voi lettori ritenete meritevoli d’esser presenti in questa piccola Antologia.
Prima di iniziare mi appare doveroso riconoscere come altamente encomiabile soprattutto l’opera di quelle artiste vissute in secoli in cui il destino delle donne sembrava rinchiuso nei soli spazi del matrimonio o del convento.
I PARTE
Sofonisba Anguissola (1535 – 1565)
Deve la sua fama soprattutto al fatto che fu la prima esponente della pittura italiana rinascimentale al femminile.
Di famiglia benestante mostrò fin da piccola passione per il disegno ed il padre l’aiutò nel fargliela vivere appieno.
E’ da notare che è stata l’unica pittrice su cui il Vasari si soffermò per descriverne stile e capacità su consiglio di Michelangelo che era un suo estimatore.
Tuttavia la sua arte non ebbe i notevoli riconoscimenti delle pittrici che vennero dopo.
Sofonisba Anguissola – Autoritratto, 1556
Sofonisba Anguissola – Partita a scacchi – Poznan, 1555
Sofonisba Anguissola – Due sorelle ed un fratello
Lavinia Fontana (1552 -1614)
Figlia del pittore manierista Prospero Fontana fu, ed è ancora, molto apprezzata per l’accuratezza dei particolari e per la molteplicità dei temi della sua pittura.
Da giovanetta imparò l’arte del dipingere grazie agli insegnamenti del padre e studiò lo stile pittorico “emiliano” dell’epoca.
I suoi maggiori successi li ebbe però a Roma, dove si trasferì nel 1603, ottenendo perfino il titolo di “Pontificia Pittrice”.
Ebbe 11 figli e tuttavia non smise mai di dipingere e davvero notevole fu la sua produzione di dipinti.
(Le ho dedicato un post tutto su di lei – clicca qui giù per vederlo)
Lavinia Fontana – Autoritratto
.
.
Lavinia Fontana – La visita della Regina di Saba a Salomone
.
.
Lavinia Fontana – Bianca Degli Utili Maselli
Lavinia Fontana – Altro autoritratto
Fede Galizia – (1578 – 1630)
Bella, artista a tuttotondo, imprenditrice d’arte, donna indipendente e “single” per decisione.
(Le ho dedicato un post tutto su di lei – clicca qui giù per vederlo)
Tutto questo in un’epoca severa e oscura come quella della “Controriforma” in cui le difficoltà per le donne, anche se artiste, non erano poche.
La sua prima opera fu l’incisione del volto dello storico milanese Gherardo Borgogni ora alla Pinacoteca Ambrosiana.
Fede era famosa per l’estrema precisione nei dettagli (notiamo gli occhiali su cui appare perfino il riflesso delle finestre).
Dopo questo primo dipinto la sua fama aumentò anche grazie all’appoggio del mitico Arcimboldo.
La sua attività artistica ebbe sempre grande successo sia all’estero che in Italia, con ritratti, dipinti, pale e soprattutto nature morte.
Il suo stile era il Barocco… ma legato al Manierismo emiliano-lombardo di fine Cinquecento.
Una sua caratteristica era infine quella di firmare sempre le sue opere.
Fede Galizia – Noli me tangere
Fede Galizia – Natura Morta
Fede Galizia – Federico Zuccari
Fede Galizia – Giuditta con la testa di Oloferne
Artemisia Gentileschi (1593 – 1652)
E’ però la romana Artemisia Gentileschi la prima a ricoprire un ruolo fondamentale nell’affermazione della donna artista.
E’ noto il drammatico episodio dello stupro, di cui fu vittima a diciott’anni (autore della violenza, il maestro di pittura Agostino Tassi a cui era stata affidata dal padre perché migliorasse la tecnica della prospettiva); e poi il matrimonio riparatore, e la scelta di libertà e di emancipazione che fanno di lei una sorta di femminista ante litteram.
Si può affermare, e tutti i critici sono d’accordo, che i tratti duri delle donne e la violenza di certe scene… presenti nei suoi dipinti… siano conseguenza del tremendo stupro.
Pensiamo ad esempio alla violenza evidente e spaventosa di un’opera come la “Giuditta che decapita Oloferne” del Museo di Capodimonte a Napoli.
Ciononostante la sua è una vita piena di successi e di storie d’arte e… d’amore con sorprendenti libertà.
Vive ed opera anche a Firenze ed a Napoli dove alla fine si stabilisce.
La sua è comunque considerata una pittura di notevole livello, forte, passionale e creativa.
.
Artemisia Gentileschi – Autoritr. come suonatrice di liuto
Artemisia Gentileschi – Autoritratto come Allegoria della Pittura
Artemisia Gentileschi – Abbraccio tra la Giustizia e la Pace
Artemisia Gentileschi – Giuditta che decapita Oloferne
Il sonno di Venere
Elisabetta Sirani (1638 – 1665)
Elisabetta, prima figlia di Giovanni Andrea Sirani pittore bolognese, fin da giovanissima dimostrò notevole talento.
Fu davvero un’artista laboriosissima se si pensa che nei soli 10 anni di attività ha lasciato oltre 200 opere.
E’ considerata una delle principali artiste del ‘600 e tra le più note esponenti del barocco bolognese (Bologna aveva in quel periodo un eccezionale numero di pittrici).
Morì giovanissima, a soli 27 anni, rimpianta da tantissimi artisti, poeti e letterati dell’epoca.
Elisabetta Sirani – Autoritratto
.
.
Elisabetta Sirani – Porzia che si ferisce alla coscia – 1664
Elisabetta Sirani – La Giustizia, la Carità e la Prudenza – 1664
Elisabetta Sirani – Cupido
FINE I PARTE
CONTINUA…
CIAO DA TONY KOSPAN
IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L’ARTE
I N S I E M E
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...
LE SIGNORE DEL PENNELLO
– NON SOGGETTI.. NE’ MUSE.. NE’ MODELLE MA PITTRICI –
Vincenzo Marinelli – Donna che dipinge
MINI STORIA DELL’ARTE AL FEMMINILE
DAL ‘500 AL ‘900
Questo post vuole, in uno ad una breve presentazione delle pittrici che ritroviamo significativamente nella storia dell’arte, mostrarle così come esse stesse si vedevano grazie ai loro autoritratti… insieme ad alcune opere cercando in tal modo di coniugare la brevità, che il moderno lettore richiede*, con un minimo di completezza(*a mio parere).
E’ anche da sottolineare che, ovviamente, è assolutamente impossibile presentarle tutte per cui mi sono limitato a ricordare quelle che appaiono aver lasciato un segno significativo nella storia dell’arte ma sarei lieto di aggiungere quelle che voi lettori ritenete meritevoli d’esser presenti in questa piccola Antologia.
Prima di iniziare mi appare doveroso riconoscere come altamente encomiabile soprattutto l’opera di quelle artiste vissute in secoli in cui il destino delle donne sembrava rinchiuso nei soli spazi del matrimonio o del convento.
I PARTE
Sofonisba Anguissola (1535 – 1565)
Deve la sua fama soprattutto al fatto che fu la prima esponente della pittura italiana rinascimentale al femminile.
Di famiglia benestante mostrò fin da piccola passione per il disegno ed il padre l’aiutò nel fargliela vivere appieno.
E’ da notare che è stata l’unica pittrice su cui il Vasari si soffermò per descriverne stile e capacità su consiglio di Michelangelo che era un suo estimatore.
Tuttavia la sua arte non ebbe i notevoli riconoscimenti delle pittrici che vennero dopo.
Sofonisba Anguissola – Autoritratto, 1556
Sofonisba Anguissola – Partita a scacchi – Poznan, 1555
Sofonisba Anguissola – Due sorelle ed un fratello
Lavinia Fontana (1552 -1614)
Figlia del pittore manierista Prospero Fontana fu, ed è ancora, molto apprezzata per l’accuratezza dei particolari e per la molteplicità dei temi della sua pittura.
Da giovanetta imparò l’arte del dipingere grazie agli insegnamenti del padre e studiò lo stile pittorico “emiliano” dell’epoca.
I suoi maggiori successi li ebbe però a Roma, dove si trasferì nel 1603, ottenendo perfino il titolo di “Pontificia Pittrice”.
Ebbe 11 figli e tuttavia non smise mai di dipingere e davvero notevole fu la sua produzione di dipinti.
(Le ho dedicato un post tutto su di lei – clicca qui giù per vederlo)
Lavinia Fontana – Autoritratto
.
.
Lavinia Fontana – La visita della Regina di Saba a Salomone
.
.
Lavinia Fontana – Bianca Degli Utili Maselli
Lavinia Fontana – Altro autoritratto
Fede Galizia – (1578 – 1630)
Bella, artista a tuttotondo, imprenditrice d’arte, donna indipendente e “single” per decisione.
(Le ho dedicato un post tutto su di lei – clicca qui giù per vederlo)
Tutto questo in un’epoca severa e oscura come quella della “Controriforma” in cui le difficoltà per le donne, anche se artiste, non erano poche.
La sua prima opera fu l’incisione del volto dello storico milanese Gherardo Borgogni ora alla Pinacoteca Ambrosiana.
Fede era famosa per l’estrema precisione nei dettagli (notiamo gli occhiali su cui appare perfino il riflesso delle finestre).
Dopo questo primo dipinto la sua fama aumentò anche grazie all’appoggio del mitico Arcimboldo.
La sua attività artistica ebbe sempre grande successo sia all’estero che in Italia, con ritratti, dipinti, pale e soprattutto nature morte.
Il suo stile era il Barocco… ma legato al Manierismo emiliano-lombardo di fine Cinquecento.
Una sua caratteristica era infine quella di firmare sempre le sue opere.
Fede Galizia – Noli me tangere
Fede Galizia – Natura Morta
Fede Galizia – Federico Zuccari
Fede Galizia – Giuditta con la testa di Oloferne
Artemisia Gentileschi (1593 – 1652)
E’ però la romana Artemisia Gentileschi la prima a ricoprire un ruolo fondamentale nell’affermazione della donna artista.
E’ noto il drammatico episodio dello stupro, di cui fu vittima a diciott’anni (autore della violenza, il maestro di pittura Agostino Tassi a cui era stata affidata dal padre perché migliorasse la tecnica della prospettiva); e poi il matrimonio riparatore, e la scelta di libertà e di emancipazione che fanno di lei una sorta di femminista ante litteram.
Si può affermare, e tutti i critici sono d’accordo, che i tratti duri delle donne e la violenza di certe scene… presenti nei suoi dipinti… siano conseguenza del tremendo stupro.
Pensiamo ad esempio alla violenza evidente e spaventosa di un’opera come la “Giuditta che decapita Oloferne” del Museo di Capodimonte a Napoli.
Ciononostante la sua è una vita piena di successi e di storie d’arte e… d’amore con sorprendenti libertà.
Vive ed opera anche a Firenze ed a Napoli dove alla fine si stabilisce.
La sua è comunque considerata una pittura di notevole livello, forte, passionale e creativa.
.
Artemisia Gentileschi – Autoritr. come suonatrice di liuto
Artemisia Gentileschi – Autoritratto come Allegoria della Pittura
Artemisia Gentileschi – Abbraccio tra la Giustizia e la Pace
Artemisia Gentileschi – Giuditta che decapita Oloferne
Il sonno di Venere
Elisabetta Sirani (1638 – 1665)
Elisabetta, prima figlia di Giovanni Andrea Sirani pittore bolognese, fin da giovanissima dimostrò notevole talento.
Fu davvero un’artista laboriosissima se si pensa che nei soli 10 anni di attività ha lasciato oltre 200 opere.
E’ considerata una delle principali artiste del ‘600 e tra le più note esponenti del barocco bolognese (Bologna aveva in quel periodo un eccezionale numero di pittrici).
Morì giovanissima, a soli 27 anni, rimpianta da tantissimi artisti, poeti e letterati dell’epoca.
Elisabetta Sirani – Autoritratto
.
.
Elisabetta Sirani – Porzia che si ferisce alla coscia – 1664
Elisabetta Sirani – La Giustizia, la Carità e la Prudenza – 1664
Elisabetta Sirani – Cupido
FINE I PARTE
CONTINUA…
CIAO DA TONY KOSPAN
IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L’ARTE
I N S I E M E
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...
Spesso l’arte ci propone belle sorprese con nuove scoperte o, come in questo caso, riscoperte.
Esce finalmente dal buio, in cui l’aveva inspiegabilmente costretta la Storia dell’arte, un’altra notevole pittrice italiana del 500/600.
In verità Fede Galizia non è stata solo una pittrice notissima ed apprezzatissima ai suoi tempi ma anche tanto altro.
(Milano, 1578 – Milano, 1630) Busto su Palazzo Ranzi a Trento
Bella, artista a tuttotondo, imprenditrice d’arte, donna indipendente e “single” per decisione (lei stessa spiega che il motivo era la sua libertà ben sapendo che non sarebbe stata mai accettata da nessun marito).
Tutto questo avvenne in un’epoca severa e oscura come quella della “Controriforma” in cui le difficoltà per le donne, anche se artiste, non erano poche.
E’ però strano che il suo percorso artistico, pur simile a quello di altre grandissime pittrici più o meno coeve come Lavinia Fontana, Sofonisba Anguissola e Elisabetta Sirani, si sia perso nei meandri del tempo e sia quasi scomparso dalla Storia dell’arte.
Di questo però parleremo alla fine dopo aver conosciuto meglio un po’ lei e le sue opere.
E’ da premettere che di lei si conosce più la sua attività artistica che la vita privata… ma alcune notizie le abbiamo.
BREVE BIOGRAFIA
Nata nel 1578 (o giù di lì) a 12 anni già lavorava nella bottega del padre Nunzio, attivo artista trentino, dove oltre alla pittura imparava l’arte dell’incisione e della miniatura.
Si sa anche che si esercitava nel creare ritratti dei suoi familiari e conoscenti di cui però si sono perse le tracce.
La sua prima opera nota è l’incisione del volto dello storico milanese Gherardo Borgogni, per alcune sue pubblicazioni, ed ora alla Pinacoteca Ambrosiana.
Gherardo Borgogni
Già in questo ritratto si ammira l’estrema precisione nei dettagli in particolare sia del volto che degli occhiali su cui appare perfino il riflesso delle finestre (il che mostra la conoscenza dell’arte fiamminga).
Questa precisione ancor meglio la possiamo notare nell’altra sua opera giovanile “Giuditta con la testa di Oloferne”, dove l’accurata descrizione della veste e dei gioielli ed il volto deciso e fiero di Giuditta quasi nascondono il significato drammatico dell’episodio biblico.
Giuditta con la testa di Oloferne
Non solo, in questo dipinto, che rimane il suo più ammirato, sulla lama del coltello lei inserisce il suo nome e la data (1596).
Per tutto questo la maggior parte degli storici d’arte vede nel volto di Giuditta dipinto proprio il volto della pittrice di cui non risulta noto alcun autoritratto.
Dopo questo dipinto la sua fama aumentò ed anche grazie all’appoggio del mitico Arcimboldo, alla giovanissima Galizia vennero commissionate alcune pale d’altare, come “Noli me tangere”, ma anche altri dipinti.
La sua attività artistica continuò poi, sempre con successo ed ammirazione sia all’estero (corte di Rodolfo II d’Asburgo) che in Italia (corte dei Savoia), con ritratti, dipinti, pale e soprattutto nature morte.
Noli me tangere
Ma da artista poliedrica qual era non tralasciò le incisioni, i disegni, le medaglie, la creazione di ventagli alla moda etc.
Fu poi anche un’imprenditrice d’arte ante litteram creando pale d’altare in serie da inviare alle chiese di mezza Italia.
La sua vita laboriosa continuò così senza particolari scossoni o avvenimenti degni di nota fino al 1630 (epoca della famosa peste manzoniana) quando redasse il testamento e si presume che morì.
Federico Zuccari
STILE E TEMI
Lo stile di Fede Galizia, pur essendo un’autodidatta, è quello classico dell’epoca… il Barocco… ma legato al Manierismo emiliano-lombardo di fine Cinquecento.
Non mancano comunque gli influssi del Correggio e del Parmigianino e di altri artisti dell’epoca come si evince dal suo testamento in cui parla anche di Leonardo.
Da un punto di vista tecnico lei opera “a punta di pennello” ed usa colori accesi ma con una resa sobria ed austera secondo la tradizione italiana del tempo.
La maggior parte delle sue opere è legata alle nature morte… tema che iniziava ad affermarsi nel tardo manierismo… ma non mancano numerosi soggetti religiosi e ritratti di personaggi dell’epoca come quello di Ludovico Settala, il medico della peste di cui parla il Manzoni.
Un’altra sua caratteristica era quella di firmare sempre le sue opere.
Ludovico Settala
I POSSIBILI MOTIVI DEL SUO OBLIO
E’ stata un’artista paragonabile senz’altro alle 3 grandi pittrici sue contemmporanee su elencate. Ma come mai il suo ricordo ha avuto un esito così diverso?
Certo la sua vita tranquilla dedita solo all’arte ed all’azienda familiare senza accadimenti clamorosi, benché con tantissime frequentazioni con personaggi ed artisti dell’epoca (tra cui il su ricordato Arcimboldo che la fece conoscere all’imperatore asburgico Rodolfo II).
Forse il motivo del suo oblio nel secoli successivi può esssere ravvisato nel fatto che, mentre Sofonisba Anguissola fu chiamata alla Corte del Re di Spagna, Lavinia Fontana alla Corte dei Papi e Artemisia Gentileschi fu notissima a causa dello stupro, la nostra artista, nonostante i successi, rimase ai margini delle cronache eclatanti.
Finalmente una recente mostra, tenutasi al Castello del Buonconsiglio di Trento (Fede Galizia. Mirabile pittoressa), l’ha riportata agli onori che merita.
Vediamo infine alcune sue nature morte.
Tony Kospan
Copyright Tony Kospan – Vietata copia del post senza indicare autore e blog
PER LE NOVITA’ DEL BLOG
SE… TI PIACE… ISCRIVITI
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...
Spesso l’arte ci propone belle sorprese con nuove scoperte o, come in questo caso, riscoperte.
Esce finalmente dal buio, in cui l’aveva inspiegabilmente costretta la Storia dell’arte, un’altra notevole pittrice italiana del 500/600.
In verità Fede Galizia non è stata solo una pittrice notissima ed apprezzatissima ai suoi tempi ma anche tanto altro.
(Milano, 1578 – Milano, 1630) Busto su Palazzo Ranzi a Trento
Bella, artista a tuttotondo, imprenditrice d’arte, donna indipendente e “single” per decisione (lei stessa spiega che il motivo era la sua libertà ben sapendo che non sarebbe stata mai accettata da nessun marito).
Tutto questo avvenne in un’epoca severa e oscura come quella della “Controriforma” in cui le difficoltà per le donne, anche se artiste, non erano poche.
E’ però strano che il suo percorso artistico, pur simile a quello di altre grandissime pittrici più o meno coeve come Lavinia Fontana, Sofonisba Anguissola e Elisabetta Sirani, si sia perso nei meandri del tempo e sia quasi scomparso dalla Storia dell’arte.
Di questo però parleremo alla fine dopo aver conosciuto meglio un po’ lei e le sue opere.
E’ da premettere che di lei si conosce più la sua attività artistica che la vita privata… ma alcune notizie le abbiamo.
BREVE BIOGRAFIA
Nata nel 1578 (o giù di lì) a 12 anni già lavorava nella bottega del padre Nunzio, attivo artista trentino, dove oltre alla pittura imparava l’arte dell’incisione e della miniatura.
Si sa anche che si esercitava nel creare ritratti dei suoi familiari e conoscenti di cui però si sono perse le tracce.
La sua prima opera nota è l’incisione del volto dello storico milanese Gherardo Borgogni, per alcune sue pubblicazioni, ed ora alla Pinacoteca Ambrosiana.
Gherardo Borgogni
Già in questo ritratto si ammira l’estrema precisione nei dettagli in particolare sia del volto che degli occhiali su cui appare perfino il riflesso delle finestre (il che mostra la conoscenza dell’arte fiamminga).
Questa precisione ancor meglio la possiamo notare nell’altra sua opera giovanile “Giuditta con la testa di Oloferne”, dove l’accurata descrizione della veste e dei gioielli ed il volto deciso e fiero di Giuditta quasi nascondono il significato drammatico dell’episodio biblico.
Giuditta con la testa di Oloferne
Non solo, in questo dipinto, che rimane il suo più ammirato, sulla lama del coltello lei inserisce il suo nome e la data (1596).
Per tutto questo la maggior parte degli storici d’arte vede nel volto di Giuditta dipinto proprio il volto della pittrice di cui non risulta noto alcun autoritratto.
Dopo questo dipinto la sua fama aumentò ed anche grazie all’appoggio del mitico Arcimboldo, alla giovanissima Galizia vennero commissionate alcune pale d’altare, come “Noli me tangere”, ma anche altri dipinti.
La sua attività artistica continuò poi, sempre con successo ed ammirazione sia all’estero (corte di Rodolfo II d’Asburgo) che in Italia (corte dei Savoia), con ritratti, dipinti, pale e soprattutto nature morte.
Noli me tangere
Ma da artista poliedrica qual era non tralasciò le incisioni, i disegni, le medaglie, la creazione di ventagli alla moda etc.
Fu poi anche un’imprenditrice d’arte ante litteram creando pale d’altare in serie da inviare alle chiese di mezza Italia.
La sua vita laboriosa continuò così senza particolari scossoni o avvenimenti degni di nota fino al 1630 (epoca della famosa peste manzoniana) quando redasse il testamento e si presume che morì.
Federico Zuccari
STILE E TEMI
Lo stile di Fede Galizia, pur essendo un’autodidatta, è quello classico dell’epoca… il Barocco… ma legato al Manierismo emiliano-lombardo di fine Cinquecento.
Non mancano comunque gli influssi del Correggio e del Parmigianino e di altri artisti dell’epoca come si evince dal suo testamento in cui parla anche di Leonardo.
Da un punto di vista tecnico lei opera “a punta di pennello” ed usa colori accesi ma con una resa sobria ed austera secondo la tradizione italiana del tempo.
La maggior parte delle sue opere è legata alle nature morte… tema che iniziava ad affermarsi nel tardo manierismo… ma non mancano numerosi soggetti religiosi e ritratti di personaggi dell’epoca come quello di Ludovico Settala, il medico della peste di cui parla il Manzoni.
Un’altra sua caratteristica era quella di firmare sempre le sue opere.
Ludovico Settala
I POSSIBILI MOTIVI DEL SUO OBLIO
E’ stata un’artista paragonabile senz’altro alle 3 grandi pittrici sue contemmporanee su elencate. Ma come mai il suo ricordo ha avuto un esito così diverso?
Certo la sua vita tranquilla dedita solo all’arte ed all’azienda familiare senza accadimenti clamorosi, benché con tantissime frequentazioni con personaggi ed artisti dell’epoca (tra cui il su ricordato Arcimboldo che la fece conoscere all’imperatore asburgico Rodolfo II).
Forse il motivo del suo oblio nel secoli successivi può esssere ravvisato nel fatto che, mentre Sofonisba Anguissola fu chiamata alla Corte del Re di Spagna, Lavinia Fontana alla Corte dei Papi e Artemisia Gentileschi fu notissima a causa dello stupro, la nostra artista, nonostante i successi, rimase ai margini delle cronache eclatanti.
Finalmente una recente mostra, tenutasi al Castello del Buonconsiglio di Trento (Fede Galizia. Mirabile pittoressa), l’ha riportata agli onori che merita.
Vediamo infine alcune sue nature morte.
Tony Kospan
Copyright Tony Kospan – Vietata copia del post senza indicare autore e blog
PER LE NOVITA’ DEL BLOG
SE… TI PIACE… ISCRIVITI
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...