spremetela dalla natura sognando di fronte ad essa
e preoccupatevi più della creazione che del risultato.
Paul Gauguin
PAUL GAUGUIN
INDIPENDENZA SOGNO
E RICERCA DELLA PUREZZA “PRIMITIVA”
II PARTE
Visione dopo il sermone – 1888
LE OPERE POLINESIANE
LE SCULTURE E LA CONCLUSIONE
Autoritratto
Tra le opere eseguite in Polinesia, come “Fatata te mouà” o “Ai piedi della montagna” del 1892, tutto il mistero si concentra nella corsa sfrenata di un cavaliere sulla sinistra del quadro e la minaccia che incombe con le nuvole sullo sfondo.
Fatata te mouà o ai piedi della montagna
Le opere polinesiane di Gauguin sembrano intrattenere un rapporto con la composizione dell’arte occidentale.
Gauguin – La donna dei manghi – 1896
Ricordiamo poi la “Conversazione“ del 1892
Conversazione
Tra le opere che incantano ecco anche il “Povero pescatore” del 1896.
Il povero pescatore
Quest’ultimo dipinto propone uno straordinario momento di riflessione presupponendo la silenziosa contemplazione di un’età dell’oro ritrovata.
Parau api – 1892
L’interesse di Paul Gauguin per la cultura polinesiana si delinea attraverso la sua immensa produzione pittorica, grafica e scultorea nella quale ha affrontato temi del quotidiano, rituali religiosi, la bellezza e il costume locale.
Testa con le corna
Tra le sculture segnaliamo la dolcissima “Maschera di Tehamana“ e la “Testa con le corna“ del 1897 che sorprende per la sua incredibile modernità.
Le sculture di Gauguin preannunciano l’africanismo del primo Novecento che portò agli sviluppi del cubismo.
Notte di Natale
Le opere polinesiane, dipinti e sculture, esprimono la sua visione di questa terra nuova e selvaggia e lo portano, pur nella stilizzazione delle figure, a d esaltare i soggetti rappresentati come i veri protagonisti di una terra “di mito e di sogno“.
Autoritratto
La stessa agognata terra dove Gauguin troverà però una solitaria morte, debilitato nel corpo e fiaccato nello spirito.
Infine ecco un bel video che ci parla di lui e delle sue opere soprattutto del periodo tahitiano…
Termino questo post su Gauguin, autore fortemente ed intimamente combattuto, celebrandone la grandissima arte e l’indubbio e riconosciuto amore per la libertà di espressione, l’esotismo ed il sogno.
Ararea no varua
FONTI: VARI SITI WEB…
– RICERCHE, LIBERO ADATTAMENTO, COORDINAM. ED IMPAGINAZ. T.K. –
Singolare artista, inizialmente impressionista
e poi animatore del gruppo Simbolista di Pont Aven,
precursore del Fauvismo… ma in realtà
lontano dalla rigidità di schemi prefissati
e con il sogno della purezza e della semplicità…
“primitive“.
Dopo il sermone – 1888
La sua vita… è davvero una sorprendente miscela.
Nascita in Francia, infanzia in Perù, e poi periodi parigini e periodi tahitiani ed ancora il tentativo di stabilirsi (e stabilizzarsi) in Bretagna… infine la morte nelle isole Marchesi.
Paul Gauguin
Parigi 7.6.1848 – Hiva Oa 8.5.1903
Paul Gauguin: ancorato, e avvinghiato, al classicismo – alienazione sedativa contro un presente insoddisfacente – sogno costante, che resiste a tutte le maree dell’esistenza, e riemerge ogni volta più roccioso.
Paul Gauguin: simbolista folgorato dalla poetica di Cézanne e Pissarro, dominato dall’idea di una pittura pura e “sauvage”, e nella ricerca della fusione arte-vita.
Nudo di donna che cuce
Paul Gauguin: rifiutato dalla Francia e considerato sovversivo, parla con macchie di colore e contorni netti in atmosfere rarefatte, e fa abitare i suoi personaggi, primitivi e mitici, in un Eden letterario ed insulare, forse nella continua ossessiva ricerca del Perù dell’infanzia.
Autunno
Le opere di Paul Gauguin offrono sempre allo spettatore contemporaneo un’esperienza affascinante.
A fare presa sarà lo stereotipo dell’artista anticonformista, oppure l’idea di fuga dalla città alla ricerca di “primitività e selvatichezza“ in una civiltà pura.
Oppure, più semplicemente, la bellezza delle opere: lo stile personalissimo, la ricerca cromatica, la composizione innovativa, i soggetti esotici.
Davvero un artista di mito e sogno a partire dalle prime opere, in cui emerge il debito con Pissarro e soprattutto con Cézanne, l’ispirazione delle terre Bretoni e la complicata esperienza ad Arles con Van Gogh, la fuga a Tahiti.
Guardiamolo e comprendiamolo attraverso la sua poetica che risente anche delle vicende vissute.
Come per esempio in Bonjour Monsieur Gauguin, una vicina di Pouldu ricambia il saluto dell’artista con un freddo Bonjour rimanendo al di là della staccionata che li separa: lui, artista parigino, non apparterrà mai a quel luogo di sogno.
Bonjour Monsieur Gauguin
Eppure proprio in Bretagna Gauguin, dedicandosi pienamente all’arte, trova la giusta ispirazione ed elabora la sua particolare tecnica pittorica: linee che definiscono le figure – da qui la definizione di “cloisonnisme” per la ripresa dell’antica lavorazione dello smalto e delle vetrate medievali – a pennellate brevi, l’una vicino all’altra, con effetto zebrato, con uno studiatissimo uso dei colori, distribuiti sulla tela in modo da riproporne sempre la complementarietà, soprattutto tra i rossi e i verdi.
E’ principalmente l’uso del colore che fa la differenza con l’Impressionismo:
Gauguin non cerca l’intensità luminosa ma l’armonia generale dell’opera, compositiva e cromatica.
Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?
E, via via con lo scorrere delle opere, scorre anche il percorso verso l’utopia. è a Tahiti che la ricerca di Gauguin trova finalmente posa – anche se momentanea.
Sotto la luce dei Tropici, la tavolozza si accende e contemporaneamente si semplifica; gli spazi sono definiti da ampie campiture e le linee più marcate;
i soggetti sono quelli più noti: donne, fanciulli, piccoli animali domestici, natura lussureggiante.
Arearea
Mirabili sono alcuni ritratti come Te Avea No Maria o il mese di Maria e Le Parau Parau o la Conversazione in cui emerge a pieno l’eclettico primitivismo della fase più matura:
le donne taitiane, evidentemente esotiche per colori e costumi, vengono occidentalizzate nell’atteggiamento.
La siesta
FONTI: VARI SITI WEB
RICERCHE COORDINAM. LIBERE RIELABORAZ. ED IMPAGINAZIONE: T.K.
Parlerò ora di questo grande pittore americano del ‘900
nonché della sua arte “del silenzio” o “dell’incomunicabilità”
e mostrerò le immagini di diversi suoi noti e significativi dipinti.
EDWARD HOPPER
OVVERO
LA POESIA SILENZIOSA NELLA PITTURA
a cura di Tony Kospan
(Nyack 22.7.1882 – New York 15.5.1967)
Edward Hopper è stato un pittore statunitense
divenuto famoso soprattutto per la sua capacità
di ritrarre il senso della solitudine
nella società americana contemporanea.
Il suo mondo artistico è lontano dalle tendenze
astratte o surreali in auge nella prima metà del ‘900.
Il suo stile si forma in modo assolutamente indipendente
ma non senza lo studio dei grandi artisti europei dell’800
ed in particolare degli impressionisti.
Per questa sua lontananza dalle grandi mode artistiche dell’epoca
i suoi dipinti non ebbero, per lungo tempo,
la considerazione che meritavano.
Prima fila
Il vero grande successo gli arrise infatti solo verso i 50 anni
e precisamente dopo il 1933
anno in cui il MoMa di New York gli dedicò una prima retrospettiva.
Chop Suey (1929)
ANALISI DELLA SUA PITTURA
Le opere di Edward Hopper definito “Pittore del silenzio“, con le loro grandi valenze simboliche esplorano ed anticipano le difficili realtà comunicative della moderna società.
La sua è una pittura “semplice” e lontana da ogni virtuosismo o raffinatezza ma trasmette con forza dei messaggi, anche spirituali, grazie all’uso intenso del colore.
Ogni suo dipinto “fissa” un particolare momento emblematico di una situazione ma può anche esser visto da molte diverse angolazioni.
Hopper – Autoritratto
Il tema principale delle sue opere è l’atmosfera di solitudine, soprattutto delle grandi città dei suoi tempi, ma che tuttavia, a ben vedere, è la stessa di oggi nonostante l’esplosione del web e delle nuove tecnologie di comunicazione.
Nighhawks (Nottambuli)
IL SUO MONDO PITTORICO
Nei suoi esordi fu molto vicino alla pittura impressionista soprattutto nel suo soggiorno europeo dei primi anni del secolo scorso ed in quelli successivi.
Poi però, pian piano, la “rarefazione” della sua pennellata, in evidente contrasto con la vivacità dei colori, donando un senso di inquietudine, porta a definire la sua… una pitturametafisica.
La scena dei suoi quadri è sempre silenziosa ed i personaggi dipinti appaiono fermi come se ripresi nell’attimo di un pensiero o di un momento di solitaria riflessione.
.
.
.
New York Movie 1939
I suoi dipinti rappresentano quello che appariva già evidente nell’America del primo 900 e cioè il senso di vuoto, di alienazione, di grave incomunicabilità soprattutto nelle classi medie delle grandi città americane.
Presento ora altri suoi dipinti per meglio evidenziare quel che dicevo e cioè la sua rappresentazione di un mondo sempre più moderno, sempre più avanzato, sempre più veloce ma che, proprio per questo, gli appare (ed è) moltiplicatore di solitudine ed incomunicabilità.
Quel che è certo è che egli coglieva nel segno.
Oggi i suoi dipinti sono amatissimi e vanno per la maggiore ed anzi dirò di più… molti di essi sono anche diventati mitici ed emblematici del “male di vivere” di montaliana memoria.
spremetela dalla natura sognando di fronte ad essa
e preoccupatevi più della creazione che del risultato.
Paul Gauguin
PAUL GAUGUIN
INDIPENDENZA SOGNO
E RICERCA DELLA PUREZZA “PRIMITIVA”
II PARTE
Visione dopo il sermone – 1888
LE OPERE POLINESIANE
LE SCULTURE E LA CONCLUSIONE
Autoritratto
Tra le opere eseguite in Polinesia, come “Fatata te mouà” o “Ai piedi della montagna” del 1892, tutto il mistero si concentra nella corsa sfrenata di un cavaliere sulla sinistra del quadro e la minaccia che incombe con le nuvole sullo sfondo.
Fatata te mouà o ai piedi della montagna
Le opere polinesiane di Gauguin sembrano intrattenere un rapporto con la composizione dell’arte occidentale.
Gauguin – La donna dei manghi – 1896
Ricordiamo poi la “Conversazione“ del 1892
Conversazione
Tra le opere che incantano ecco anche il “Povero pescatore” del 1896.
Il povero pescatore
Quest’ultimo dipinto propone uno straordinario momento di riflessione presupponendo la silenziosa contemplazione di un’età dell’oro ritrovata.
Parau api – 1892
L’interesse di Paul Gauguin per la cultura polinesiana si delinea attraverso la sua immensa produzione pittorica, grafica e scultorea nella quale ha affrontato temi del quotidiano, rituali religiosi, la bellezza e il costume locale.
Testa con le corna
Tra le sculture segnaliamo la dolcissima “Maschera di Tehamana“ e la “Testa con le corna“ del 1897 che sorprende per la sua incredibile modernità.
Le sculture di Gauguin preannunciano l’africanismo del primo Novecento che portò agli sviluppi del cubismo.
Notte di Natale
Le opere polinesiane, dipinti e sculture, esprimono la sua visione di questa terra nuova e selvaggia e lo portano, pur nella stilizzazione delle figure, a d esaltare i soggetti rappresentati come i veri protagonisti di una terra “di mito e di sogno“.
Autoritratto
La stessa agognata terra dove Gauguin troverà però una solitaria morte, debilitato nel corpo e fiaccato nello spirito.
Infine ecco un bel video che ci parla di lui e delle sue opere soprattutto del periodo tahitiano…
Termino questo post su Gauguin, autore fortemente ed intimamente combattuto, celebrandone la grandissima arte e l’indubbio e riconosciuto amore per la libertà di espressione, l’esotismo ed il sogno.
Ararea no varua
FONTI: VARI SITI WEB…
– RICERCHE, LIBERO ADATTAMENTO, COORDINAM. ED IMPAGINAZ. T.K. –
Singolare artista, inizialmente impressionista
e poi animatore del gruppo Simbolista di Pont Aven,
precursore del Fauvismo… ma in realtà
lontano dalla rigidità di schemi prefissati
e con il sogno della purezza e della semplicità…
“primitive“.
Dopo il sermone – 1888
La sua vita… è davvero una sorprendente miscela.
Nascita in Francia, infanzia in Perù, e poi periodi parigini e periodi tahitiani ed ancora il tentativo di stabilirsi (e stabilizzarsi) in Bretagna… infine la morte nelle isole Marchesi.
Paul Gauguin
Parigi 7.6.1848 – Hiva Oa 8.5.1903
Paul Gauguin: ancorato, e avvinghiato, al classicismo – alienazione sedativa contro un presente insoddisfacente – sogno costante, che resiste a tutte le maree dell’esistenza, e riemerge ogni volta più roccioso.
Paul Gauguin: simbolista folgorato dalla poetica di Cézanne e Pissarro, dominato dall’idea di una pittura pura e “sauvage”, e nella ricerca della fusione arte-vita.
Nudo di donna che cuce
Paul Gauguin: rifiutato dalla Francia e considerato sovversivo, parla con macchie di colore e contorni netti in atmosfere rarefatte, e fa abitare i suoi personaggi, primitivi e mitici, in un Eden letterario ed insulare, forse nella continua ossessiva ricerca del Perù dell’infanzia.
Autunno
Le opere di Paul Gauguin offrono sempre allo spettatore contemporaneo un’esperienza affascinante.
A fare presa sarà lo stereotipo dell’artista anticonformista, oppure l’idea di fuga dalla città alla ricerca di “primitività e selvatichezza“ in una civiltà pura.
Oppure, più semplicemente, la bellezza delle opere: lo stile personalissimo, la ricerca cromatica, la composizione innovativa, i soggetti esotici.
Davvero un artista di mito e sogno a partire dalle prime opere, in cui emerge il debito con Pissarro e soprattutto con Cézanne, l’ispirazione delle terre Bretoni e la complicata esperienza ad Arles con Van Gogh, la fuga a Tahiti.
Guardiamolo e comprendiamolo attraverso la sua poetica che risente anche delle vicende vissute.
Come per esempio in Bonjour Monsieur Gauguin, una vicina di Pouldu ricambia il saluto dell’artista con un freddo Bonjour rimanendo al di là della staccionata che li separa: lui, artista parigino, non apparterrà mai a quel luogo di sogno.
Bonjour Monsieur Gauguin
Eppure proprio in Bretagna Gauguin, dedicandosi pienamente all’arte, trova la giusta ispirazione ed elabora la sua particolare tecnica pittorica: linee che definiscono le figure – da qui la definizione di “cloisonnisme” per la ripresa dell’antica lavorazione dello smalto e delle vetrate medievali – a pennellate brevi, l’una vicino all’altra, con effetto zebrato, con uno studiatissimo uso dei colori, distribuiti sulla tela in modo da riproporne sempre la complementarietà, soprattutto tra i rossi e i verdi.
E’ principalmente l’uso del colore che fa la differenza con l’Impressionismo:
Gauguin non cerca l’intensità luminosa ma l’armonia generale dell’opera, compositiva e cromatica.
Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?
E, via via con lo scorrere delle opere, scorre anche il percorso verso l’utopia. è a Tahiti che la ricerca di Gauguin trova finalmente posa – anche se momentanea.
Sotto la luce dei Tropici, la tavolozza si accende e contemporaneamente si semplifica; gli spazi sono definiti da ampie campiture e le linee più marcate;
i soggetti sono quelli più noti: donne, fanciulli, piccoli animali domestici, natura lussureggiante.
Arearea
Mirabili sono alcuni ritratti come Te Avea No Maria o il mese di Maria e Le Parau Parau o la Conversazione in cui emerge a pieno l’eclettico primitivismo della fase più matura:
le donne taitiane, evidentemente esotiche per colori e costumi, vengono occidentalizzate nell’atteggiamento.
La siesta
FONTI: VARI SITI WEB
RICERCHE COORDINAM. LIBERE RIELABORAZ. ED IMPAGINAZIONE: T.K.
Van Gogh ritratto da T. Lautrec (Zundert 30.3.1853 – Auvers sur Oise 29.7.1890)
L’ARTISTA
Vincent Van Gogh è proprio il prototipo dell’artista maledetto… dalla breve e tormentata vita conclusasi con un suicidio.
Sue costanti amiche sono angosce ed emarginazione… che lo avvicinano ad artisti e poeti del suo tempo come ad esempio Toulouse-Lautrec e Rimbaud.
Questa tradizione “nera” era nata già col romanticismo ma si era ampliata nel mondo artistico di fine ‘800.
Eppure da queste sofferenze psicologiche, per la non accettazione delle realtà sociali, sono nate opere immortali…
Notte stellata sul Rodano
BREVE BIOGRAFIA
Figlio di un pastore protestante dopo svariati lavori ebbe ad un certo punto anche lui una vocazione religiosa e divenne un predicatore.
Nello svolger la sua missione girando per poveri villaggi di minatori si appassionò alle loro lotte per migliorar le loro tremende condizioni di vita.
Questo però lo fece ritenere un soggetto socialmente pericoloso e fu licenziato.
Dopo un periodo di crisi e di sofferenze psicologiche ormai 27enne iniziò a dipingere.
La sua attività di pittore durò 10 anni scanditi da momenti di depressione ed altri di esaltazione.
Autoritratto
Innamoratosi di una prostituta nel 1882 andò a convivere con lei poi la lasciò e si trasferì nel nord dell’Olanda sempre consigliato ed assistito dal fratello Theo sia in campo artistico che economico.
Il miglior risultato di questo primo periodo è “I mangiatori di patate” del 1885 che vediamo qui giù.
Mangiatori di patate
L’anno dopo raggiunge il fratello a Parigi che si trovava lì per lavoro e qui frequenta l’atelier Cormon, dove conosce altri giovani pittori come Toulouse – Lautrec ed incontra artisti come Pissarro, Gauguin, Seurat, Signac etc.
Questo gli consentì di approfondire la tematica dell’evoluzione dell’impressionismo e di affinare la sua arte soprattutto nell’uso del colore e nel contempo gli diede nuovi entusiasmi.
La taverna – Paris – 1886
Dopo 2 anni si trasferì in una cittadina del sud della Francia… Arles dove lo raggiunse Paul Gauguin.
Qui dopo un breve periodo d’intensa e favolosa (dal punto artistico) collaborazione Gauguin andò via ed in quell’occasione accadde la controversa storia del taglio del lobo dell’orecchio di Van Gogh.
Altro Autoritratto
Dopo la partenza di Gauguin entrò di nuovo in una grave crisi psicologica alternata da momenti di euforia ed altri di depressione che ebbero fine col suo suicidio con un colpo di pistola.
I suoi quadri più famosi furono realizzati in pochissimi anni ed in vita non ebbe alcun riconoscimento tranne un articolo di giornale.
Subito dopo la morte però la sua arte fu riconosciuta come grandissima e lui divenne ben presto un vero e proprio mito.
La camera da letto
LE OPERE
Il suo primo significativo periodo definito di Nuenen è contaddistinto dal grande interesse per la pittura sociale nella quale il tema principale è quello del mondo degli umili.
Significativa in tal senso è, come si diceva su, la tela “I mangiatori di patate“. che abbiamo visto su.
Notte d’inverno
Il periodo parigino segna un totale rinnovamento, come abbiamo accennato su.
Van Gogh modifica la tecnica di stendere i colori con rapide pennellate e li rischiara.
I soggetti diventano per lo più urbani… sia interni che esterni ma anche i paesaggi.
Caffetteria in piazza
La stagione di Arles è quella dei suoi capolavori.
E’ il periodo breve ma intenso della completa maturazione in cui lascia libero e totale spazio all’esplosione del colore e che termina con la notissima “Camera da letto“.
Ecco alcuni capolavori di questo periodo partendo dalla mitica “Notte Stellata“.
Notte Stellata
La ronda dei carcerati
Barche di pescatori
Il seminatore
Agostina Segatori al Café du Tambourin – 1887
Passeggiata nei giardinetti di Arles
La casa gialla (quella in cui visse con Gauguin)
Il mandorlo in fiore
Infine in questo bel video possiamo ammirare
una bella carrellata di tanti altri suoi capolavori
L’artista o il poeta possiedono una luce interna
che trasforma gli oggetti per farne un mondo nuovo, sensibile, organizzato,
un mondo vivo che è in sé segno infallibile della divinità. Matisse
Donna col cappello (partic.)
Lunga è stata la vita ed ampia e variegata l’attività artistica
di questo grande pittore, ma anche notevole scultore, francese.
BREVE BIOGRAFIA ARTISTICA
Henri Matisse
(Le Cateau 31.12.1869 – Vence, Nizza 3.11.1954
Durante un periodo di malattia mentre il giovane Matisse
frequenta corsi di diritto, la madre per distrarlo
gli regala una scatola con tutto quanto serviva per colorare,
e lui inizia a copiare delle opere ed a studiare tecniche di pittura.
La gioia di vivere – 1905
Grazie all’appoggio del pittore simbolista Gustave Moreau
presso il cui studio aveva iniziato ad operare
riesce ad iscriversi all’Ecole des Beaux Arts.
Già da giovane appare chiara la sua “ossessione” per il colore
e per dar ad esso evidenza nei primi tempi si accosta al puntinismo.
Nel 1896 “incontra” gli impressionisti ma ben presto
si dirige verso altre strade.
I suoi maggiori interessi sono chiaramente evidenziati
dal fatto che acquista opere di Cezanne, Van Gogh e Gauguin.
L’odalisca
La sua ricerca lo porta quasi fatalmente verso il Fauvismo
che rappresenta la prima rottura con l’imperante impressionismo
e le sue opere iniziano ad avere colori sempre meno naturali
e forme senza tridimensionalità.
La vivacità dei colori e la gioia di vivere
del fauvismo mediterraneo è però molto diversa
da quello dei paesi nordici.
Il paravento moresco – 1923
Pur vivendo lontano dalla mondanità partecipa
a molte mostre con le sue opere, che, dopo un iniziale
scarso riscontro da parte di alcuni critici,
riscuotono pian piano sempre maggiori consensi.
La danza
Il giorno di Natale del 1908 scrive qualcosa
che ci fa comprendere il suo modo d’intendere l’arte:
“Ho lavorato per arricchire la mia intelligenza,
per soddisfare le differenti esigenze del mio spirito,
sforzando tutto il mio essere alla comprensione
delle diverse interpretazioni dell’arte plastica
date dagli antichi maestri e dai moderni“.
Anemoni in un vaso di terracotta – 1924
Conosce poi e diventa amico di Picasso
di cui però resterà sempre un rivale.
Nonostante sia considerato
uno dei maggiori esponenti del Fauvismo
tuttavia dopo un po’ Matisse se ne allontana
per ricercare nuovi personali equilibri stilistici.
Il suo successo lo porta a viaggiare per il mondo
ed in particolare si reca e dipinge
in Germania, Italia, Marocco, Russia e USA.
Dopo la 1° Guerra Mondiale,
forse anche per l’incontro con Renoir,
i suoi dipinti appaiono meno duri.
La stanza rossa – 1908
La sua ricerca pittorica continuerà per tutta la sua vita
attraversando nel corso degli anni diverse esperienze,
come quella vicina al Cubismo, arrivando,
con le sue ultime opere, a sfiorare l’Astrattismo.
Lezione di piano – 1923
Il colore per Matisse è… tutto
e il dipingere oltre che una passione ed una professione
che trasforma gli oggetti per farne un mondo nuovo, sensibile, organizzato,
un mondo vivo che è in sé segno infallibile della divinità.
Matisse
Donna col cappello (partic.)
Lunga è stata la vita ed ampia e variegata l’attività artistica
di questo grande pittore, ma anche notevole scultore, francese.
BREVE BIOGRAFIA ARTISTICA
Durante un periodo di malattia mentre il giovane Matisse
frequenta corsi di diritto, la madre per distrarlo
gli regala una scatola con tutto quanto serviva per colorare,
e lui inizia a copiare delle opere ed a studiare tecniche di pittura.
La gioia di vivere – 1905
Grazie all’appoggio del pittore simbolista Gustave Moreau
presso il cui studio aveva iniziato ad operare
riesce ad iscriversi all’Ecole des Beaux Arts.
Già da giovane appare chiara la sua “ossessione” per il colore
e per dar ad esso evidenza nei primi tempi si accosta al puntinismo.
Nel 1896 “incontra” gli impressionisti ma ben presto
si dirige verso altre strade.
I suoi maggiori interessi sono chiaramente evidenziati
dal fatto che acquista opere di Cezanne, Van Gogh e Gauguin.
Henri Matisse
(Le Cateau 31.12.1869 – Vence, Nizza 3.11.1954)
.
.
.
La sua ricerca lo porta quasi fatalmente verso il Fauvismo
che rappresenta la prima rottura con l’imperante impressionismo
e le sue opere iniziano ad avere colori sempre meno naturali
e forme senza tridimensionalità.
La vivacità dei colori e la gioia di vivere
del fauvismo mediterraneo è però molto diversa
da quello dei paesi nordici.
Il paravento moresco – 1923
Pur vivendo lontano dalla mondanità partecipa
a molte mostre con le sue opere, che, dopo un iniziale
scarso riscontro da parte di alcuni critici,
riscuotono pian piano sempre maggiori consensi.
La danza
Il giorno di Natale del 1908 scrive qualcosa
che ci fa comprendere il suo modo d’intendere l’arte:
“Ho lavorato per arricchire la mia intelligenza,
per soddisfare le differenti esigenze del mio spirito,
sforzando tutto il mio essere alla comprensione
delle diverse interpretazioni dell’arte plastica
date dagli antichi maestri e dai moderni“.
Anemoni in un vaso di terracotta – 1924
Conosce poi e diventa amico di Picasso
di cui però resterà sempre un rivale.
Nonostante sia considerato
uno dei maggiori esponenti del Fauvismo
tuttavia dopo un po’ Matisse se ne allontana
per ricercare nuovi personali equilibri stilistici.
Il suo successo lo porta a viaggiare per il mondo
ed in particolare si reca e dipinge
in Germania, Italia, Marocco, Russia e USA.
Dopo la 1° Guerra Mondiale,
forse anche per l’incontro con Renoir,
i suoi dipinti appaiono meno duri.
La stanza rossa – 1908
La sua ricerca pittorica continuerà per tutta la sua vita
attraversando nel corso degli anni diverse esperienze,
come quella vicina al Cubismo, arrivando,
con le sue ultime opere, a sfiorare l’Astrattismo.
Lezione di piano – 1923
Il colore per Matisse è… tutto
e il dipingere oltre che una passione ed una professione
Madonna con Bambino tra i santi Caterina d’Alessandria e Tommaso – 1530
Per comprendere quanto si diceva nella 1° parte del post
e cioè il suo diverso modo di interpretare la vita e la pittura,
rispetto ai conformismi dell’epoca,
può essere davvero emblematica l’analisi dal sito “Strange art”
dell’ Elemosina di Sant’Antonino.
Ritratto di orefice in 3 posizioni
LORENZO LOTTO
IL GENIO INQUIETO
II PARTE
Trionfo della castità
Consiglio davvero di leggerla con attenzione
perché potremo notare cose davvero sorprendenti
che ad una prima vista possono sfuggire.
Cristo e l’adultera
L’ELEMOSINA DI SANT’ANTONINO
ANALISI DEL DIPINTO
Dal sito “Strange art”
L’elemosina di Sant’Antonino di Lorenzo Lotto rappresenta un tema che dovrebbe, dico dovrebbe, esaltare la bontà di un santo, la sua capacità di assistere i deboli e gli ultimi, il suo grande cuore e il suo amore per il prossimo.
Guardando con attenzione però il dipinto di Lorenzo Lotto non posso fare a meno di vedere un certo disincanto, quantomeno una certa ironia nel raffigurare il santo dedito appunto all’elemosina.
Più che un atto d’amore il dipinto sembra raffigurare un apparato in cui il santo vescovo è solo un grigio burocrate che decide chi aiutare e chi no.
Proviamo a leggere l’opera partendo dalla parte bassa a destra (percorso di lettura anomalo ma illuminante).
I poveri e i bisognosi consegnano le loro suppliche e le loro richieste al chierico che le raccoglie: notiamo il tocco realistico dell’uomo che mentre parla con una donna sotto di lui, fa cenno con la mano di aspettare a qualcuno al di fuori del quadro che richiama la sua attenzione.
Sant’Antonino è seduto più in alto in trono e legge le carte che gli passano i due chierici.
Il suo aspetto dimesso ed annoiato trasmette l’idea di una routine quotidiana, di una cosa fatta senza passione alcuna.
Due angeli parlano nelle orecchie a Sant’Antonino e gli suggeriscono le decisioni da prendere e a chi dare l’elemosina.
Il chierico più in basso infine esegue gli ordini del suo vescovo e distribuisce i soldi alle persone da lui indicate.
Tutto funziona come un meccanismo, come una macchina per le elemosina e non c’è spazio per le emozioni.
Siamo quindi di fronte ancora una volta ad un dipinto in cui il tema iconografico viene sviluppato dall’artista in modo parzialmente – o totalmente a seconda dei casi – contrastante rispetto alle intenzioni della committenza.
Concludo questo breve discorso su Lorenzo Lotto
mostrando 2 sue famose pale
e con un’analisi complessiva sulla sua arte.
Pala di Santa Cristina
Crocifissione
VISIONE CRITICA DELL’ARTE DI LORENZO LOTTO
Raramente un artista sente la creazione come totale impegno interiore, così come il Lotto.
Uomo indubbiamente colto — e soprattutto nelle cose di religione — il suo racconto non è soltanto fatto illustrativo, ma evento vissuto totalmente, come fenomeno della coscienza.
La sua arte solo raramente è contemplativa, essendo invece inquieta ed inquietante : tale, ossia, da non permetterne una visione distaccata, ma invece da provocare un colloquio che rimane aperto, oggi ancora, fra l’artista e noi stessi.
Voglio intendere che la sua pittura non chiede, per poterci entrare, un passaporto qualsiasi: neppure il nostro adeguarsi alla coscienza estetica del tempo. Essa ci viene incontro da sola, ci turba la serenità, ci pone dei problemi che sono vivi ed attuali.
La sua arte è azione interiore, è impegno morale, senza soluzione temporale.
P. Zampetti – Lorenzo Lotto – Libro di spese diverse