Una canzone definibile classica… anzi classicissima…
e non solo perché nata dall’operetta…
TU CHE M’HAI PRESO IL CUOR
ATMOSFERE E NOTE DI QUALCHE TEMPO FA
a cura di Tony Kospan
Come sempre iniziamo con alcune immagini di quell’anno… il 1929.
Donne al lavoro nel 1929
Tu che m’hai preso il cuor è infatti il titolo di una romanza tratta dall’operetta Il paese del sorriso (Das Land des Lächelns) musicata da Ferenc Lehár su libretto di Ludwig Herzer e Fritz Löhner-Beda (per l’Italia Edizioni Suvini Zerboni), andata in scena per la prima volta al Metropol-Theater di Berlino il 10 ottobre 1929
Per la musica e le parole il brano gode di tanta notorietà da allora da essere entrato – come standard – nel repertorio della musica popolare.
E’ stato infatti inciso sia da cantanti lirici che di musica leggera.
Il brano è, nella sua versione originale, un duetto d’amore tra la giovane occidentale Lisa ed il principe cinese Sou-Chong.
I due innamorati, disposti a inseguirsi tra Vienna e la Cina, sfidano le difficoltà derivanti dalle diverse culture ma alla fine riusciranno a giurarsi amore eterno.
Tamara de Lempicka autoritratto – 1929
La musica e le parole, ed in particolare il refrain che segue, rivela appieno il senso del sentimento amoroso che unisce i due giovani protagonisti e fa di questo brano uno dei classici delle canzoni per innamorati:
« Ti vedo tra le rose
ti dico tante cose
se il vento lieve t’accarezza
un profumar di giovinezza
mi fai tremar
La notte sogno tremando di te
quale incantesimo il mio cuor sul tuo cuor
mentre si schiudono le pupille tue d’or. »
Ascoltiamola dunque in questa versione cantata, come sempre alla grande, da Pavarotti
E’ considerato uno dei più grandi chansonnier di sempre
ed ha fatto cantare, a partire dal dopoguerra, tutta la Francia.
Conosciamolo… ascoltiamolo.
Tolone 24.10.1927 – Parigi 18.12.2001
BREVISSIMA BIOGRAFIA
La sua carriera iniziò presto ma ebbe la svolta decisiva agli inizi degli anni 50
grazie alla collaborazione con la mitica Edith Piaf.
.
Per le emozioni “elettrizzanti” che dava agli spettatori gli fu dato il soprannome,
dopo uno favoloso spettacolo all’Olimpia, di “monsieur 100.000 volts“.
Ha avuto una lunghissima carriera artistica densa di tantissimi successi e riconoscimenti, in Francia e in tutta Europa.
Non solo come cantante ma anche come attore di cinema.
Nel 1974 gli fu assegnata l’onorificenza della Legion d’onore.
A Parigi ha vissuto nella sua casa galleggiante sulla Senna.
Si è sposato due volte ed ha avuto cinque figli.
La canzone che lo consacrò come un grandissimo artista è certamente “Et maintenant“.
E’ del 1961 ed è con essa che mi fa piacere ricordarlo.
ET MAINTENANT
LA STORIA – IL SIGNIFICATO – IL TESTO E… L’ASCOLTO
Una canzone… una poesia… un mito!
Sublime, poetica e musicale descrizione
del perdimento di sé per la fine di un grande amore.
STORIA DELLA CANZONE
La canzone è del 1961… autori Pierre Delanoë e Gilbert Bécaud.
E’ stato (ed è ancora) uno dei più grandi successi della storia della musica leggera francese ed è stato interpretato tra gli altri, daFrank Sinatra e Judy Garland nella versione tradotta in inglese di What now my love… ed in italiano soprattutto da Battiato con il testo tradotto da lui.
La passionalità e la durezza quasi drammatica di Becaud nell’interpretazione di Battiato è sostituita da quella malinconica dolcezza che caratterizza il pensiero direi anche filosofico… del nostro grande cantautore…
IL SIGNIFICATO DELLA CANZONE
Sono magiche le parole disperate di quest’uomo, ormai solo in una Parigi che gli appare estranea.
Parole magiche che insieme alle note parlano ai nostri cuori…
Sente d’aver perso tutto perdendo il suo amore…e si chiede:
E adesso cosa farò?
Notti e giorni si susseguono ormai senza senso…
Gli è rimasto il mondo… tutto il mondo…
Ma tutto il mondo… è nulla senza di lei…
IL TESTO
ET MAINTENANT
Traduz. di Franco Battiato
E ADESSO
E adesso cosa farò
di tutto questo tempo cosa sarà la mia vita
e tutte queste persone che mi sono indifferenti
ora che sei partita.
Tutte queste notti, perché per chi
e questo mattino che viene per niente
questo cuore che batte, per chi, perché
e ora cosa farò
verso quale niente scivolerà la mia vita
e tutte queste persone che mi sono indifferenti
ora che sei partita.
Tutte queste notti, perché per chi
e questo mattino che viene per niente
questo cuore che batte, per chi, perchè
che batte troppo forte, troppo forte.
e ora cosa farò
verso quale nulla scivolerà la mia vita
tu mi hai lasciato tutta la terra
ma la terra senza te è piccola.
Voi, amici miei, siate gentili
sapete bene che non si ci si può far nulla
anche Parigi muore di noia
tutte le strade mi uccidono
e ora cosa farò
riderò per non piangere
brucerò notti intere
al mattino ti odierò
e una sera nel mio specchio
vedrò la fine del mio cammino
non un fiore e non una lacrima
al momento dell’addio
non ho veramente più niente da fare
Non ho veramente più niente…
Fu scritta nel 1917 dal notissimo paroliere-poeta Libero Bovio e musicata da Gaetano Lama a tempo di valzer e quindi oltre cento anni fa.
Libero Bovio con Salvatore Di Giacomo e Ferdinando Russo
Essa ci parla di una donna che ha preferito lasciare le sue semplici origini… (di quando mangiava pane e ciliege…) ed anche il suo innamorato senza pretese… per divenire una raffinata sciantosa (oggi potremmo definirla soubrette ma il significato è più ampio) che parla in un incerto francese e che veste abiti scollati ed eleganti.
L’avvilimento del suo ex è tale che neanche il cardellino trova la forza di volare via e di cercarsi una nuova padrona, pur con la gabbia ormai aperta.
IL FAMOSO RITORNELLO ED IL BRANO
Il ritornello
«Perché, ora che non ci amiamo più, tu distrattamente pensi a me, distrattamente parli di me, distrattamente chiami me?»
rivela che il fuoco dell’amore seppur ormai semispento sotto la cenere cova ancora in entrambi…
Quel “distrattamente” a mio parere, quasi come un lapsus freudiano, mostra proprio questo… mentre però intanto i due stanno già prendendo strade ormai diverse…lontane.
E’ quindi un brano dolce e malinconico che ci parla della fine di un amore con toni così accorati che lasciano immaginare non del tutto spente nè la passione nè le emozioni che quell’amore ha destato.
La canzone ebbe un successo immediato.
ATMOSFERE DI QUELL’ANNO
Siamo nel 1917 e la 1° guerra mondiale vive ancora momenti molto critici pur se s’inizia ad intravedere la fine.
ma intanto nonostante tutto… e soprattutto nonostante i tantissimi lutti… nelle città la vita continua…
Picasso a Napoli
con i ritmi e le modalità d’allora
Auto – Aquila Italiana
Le “fabbrichine” (Donne che fecero una marcia contro la guerra)
ASCOLTO DELLA CANZONE
Ma ora ascoltiamola in questo video in cui vi sono anche bellissime immagini… cantata da Robeto Murolo
e poi, se ci va, anche in questo sito, in cui potremo leggerne anche il testo originale e la traduzione, cantata da Massimo Ranieri.
E’ considerato uno dei più grandi chansonnier di sempre
ed ha fatto cantare, a partire dal dopoguerra, tutta la Francia.
Conosciamolo… ascoltiamolo.
Tolone 24.10.1927 – Parigi 18.12.2001
BREVISSIMA BIOGRAFIA
La sua carriera iniziò presto ma ebbe la svolta decisiva agli inizi degli anni 50
grazie alla collaborazione con la mitica Edith Piaf.
.
Per le emozioni “elettrizzanti” che dava agli spettatori gli fu dato il soprannome,
dopo uno favoloso spettacolo all’Olimpia, di “monsieur 100.000 volts“.
Ha avuto una lunghissima carriera artistica densa di tantissimi successi e riconoscimenti, in Francia e in tutta Europa.
Non solo come cantante ma anche come attore di cinema.
Nel 1974 gli fu assegnata l’onorificenza della Legion d’onore.
A Parigi ha vissuto nella sua casa galleggiante sulla Senna.
Si è sposato due volte ed ha avuto cinque figli.
La canzone che lo consacrò come un grandissimo artista è certamente “Et maintenant“.
E’ del 1961 ed è con essa che mi fa piacere ricordarlo.
ET MAINTENANT
LA STORIA – IL SIGNIFICATO – IL TESTO E… L’ASCOLTO
Una canzone… una poesia… un mito!
Sublime, poetica e musicale descrizione
del perdimento di sé per la fine di un grande amore.
STORIA DELLA CANZONE
La canzone è del 1961… autori Pierre Delanoë e Gilbert Bécaud.
E’ stato (ed è ancora) uno dei più grandi successi della storia della musica leggera francese ed è stato interpretato tra gli altri, daFrank Sinatra e Judy Garland nella versione tradotta in inglese di What now my love… ed in italiano soprattutto da Battiato con il testo tradotto da lui.
La passionalità e la durezza quasi drammatica di Becaud nell’interpretazione di Battiato è sostituita da quella malinconica dolcezza che caratterizza il pensiero direi anche filosofico… del nostro grande cantautore…
IL SIGNIFICATO DELLA CANZONE
Sono magiche le parole disperate di quest’uomo, ormai solo in una Parigi che gli appare estranea.
Parole magiche che insieme alle note parlano ai nostri cuori…
Sente d’aver perso tutto perdendo il suo amore…e si chiede:
E adesso cosa farò?
Notti e giorni si susseguono ormai senza senso…
Gli è rimasto il mondo… tutto il mondo…
Ma tutto il mondo… è nulla senza di lei…
IL TESTO
ET MAINTENANT
Traduz. di Franco Battiato
E ADESSO
E adesso cosa farò
di tutto questo tempo cosa sarà la mia vita
e tutte queste persone che mi sono indifferenti
ora che sei partita.
Tutte queste notti, perché per chi
e questo mattino che viene per niente
questo cuore che batte, per chi, perché
e ora cosa farò
verso quale niente scivolerà la mia vita
e tutte queste persone che mi sono indifferenti
ora che sei partita.
Tutte queste notti, perché per chi
e questo mattino che viene per niente
questo cuore che batte, per chi, perchè
che batte troppo forte, troppo forte.
e ora cosa farò
verso quale nulla scivolerà la mia vita
tu mi hai lasciato tutta la terra
ma la terra senza te è piccola.
Voi, amici miei, siate gentili
sapete bene che non si ci si può far nulla
anche Parigi muore di noia
tutte le strade mi uccidono
e ora cosa farò
riderò per non piangere
brucerò notti intere
al mattino ti odierò
e una sera nel mio specchio
vedrò la fine del mio cammino
non un fiore e non una lacrima
al momento dell’addio
non ho veramente più niente da fare
Non ho veramente più niente…
Spunta la Luna dal monte è la versione italiana della canzone Disamparados, scritta da Luigi Marielli, dei Tazenda che fu cantata ancora inedita da Pierangelo Bertoli al Festival di Sanremo del 1991 che aveva provveduto ad unire alla versione originale quella in italiano.
Il brano ebbe subito molto successo sia da parte del pubblico che della critica ricevendo anche la Targa Tenco.
Il testo originale è la descrizione dolce poetica e crepuscolare di un paesaggio sardo in cui mentre Luna sorge dietro le montagne dei bambini poveri e disadattati “Disamparados” giocano in un prato.
La musica poi ha vibrazioni e sonorità che sembrano venire dal cielo… anzi dalla Luna per donarci dei brividi sublimi…
IL TESTO IN ITALIANO ED IN SARDO
Notte scura, notte senza la sera
notte impotente, notte guerriera
per altre vie, con le mani le mie
cerco le tue, cerco noi due.
Spunta la luna dal monte
spunta la luna dal monte.
Tra volti di pietra tra strade di fango
cercando la luna, cercando
danzandoti nella mente,
sfiorando tutta la gente
a volte sciogliendosi in pianto
un canto di sponde sicure
ben presto dimenticato
voce dei poveri resti di un sogno mancato
In sos muntonarzos, sos disamparados
chirchende ricattu, chirchende
in mesu a sa zente, in mesu
a s’istrada dimandende.
Sa vida s’ischidat pranghende
bois fizus ‘e niunu
in sos annos irmenticados
tue n’dhas solu chimbantunu
ma paren’ chent’ annos.
Coro meu, fonte ‘ia, gradessida
gai purudeo, potho bier’sa vida.
Dovunque cada l’alba sulla mia strada
senza catene, vi andremo insieme.
Spunta la luna dal monte
beni intonende unu dillu
spunta la luna dal monte
spunta la luna dal monte
beni intonende unu dillu
spunta la luna dal monte
beni intonende unu dillu
In sos muntonarzos, sos disamparados
chirchende ricattu, chirchende
in mesu a sa zente, in mesu
a s’istrada dimandende.
Sa vida s’ischidat pranghende
Tra volti di pietra tra strade di fango
cercando la luna, cercando
danzandoti nella mente,
sfiorando tutta la gente
a volte sedendoti accanto
un canto di sponde sicure
di bimbi festanti in un prato
voce che sale più in alto
di un sogno mancato
In sos muntonarzos, sos disamparados
chirchende ricattu, chirchende
Una canzone definibile classica… anzi classicissima…
e non solo perché nata dall’operetta…
TU CHE M’HAI PRESO IL CUOR
ATMOSFERE E NOTE DI QUALCHE TEMPO FA
a cura di Tony Kospan
Come sempre iniziamo con alcune immagini di quell’anno… il 1929.
Donne al lavoro nel 1929
Tu che m’hai preso il cuor è infatti il titolo di una romanza tratta dall’operetta Il paese del sorriso (Das Land des Lächelns) musicata da Ferenc Lehár su libretto di Ludwig Herzer e Fritz Löhner-Beda (per l’Italia Edizioni Suvini Zerboni, andata in scena per la prima volta al Metropol-Theater di Berlino il 10 ottobre 1929
Per la musica e le parole il brano gode di tanta notorietà da allora da essere entrato – come standard – nel repertorio della musica popolare.
E’ stato infatti inciso sia da cantanti lirici che di musica leggera.
Il brano è, nella sua versione originale, un duetto d’amore tra la giovane occidentale Lisa ed il principe cinese Sou-Chong.
I due innamorati, disposti a inseguirsi tra Vienna e la Cina, sfidano le difficoltà derivanti dalle diverse culture ma alla fine riusciranno a giurarsi amore eterno.
Tamara de Lempicka autoritratto – 1929
La musica e le parole, ed in particolare il refrain che segue, rivela appieno il senso del sentimento amoroso che unisce i due giovani protagonisti e fa di questo brano uno dei classici delle canzoni per innamorati:
« Ti vedo tra le rose
ti dico tante cose
se il vento lieve t’accarezza
un profumar di giovinezza
mi fai tremar
La notte sogno tremando di te
quale incantesimo il mio cuor sul tuo cuor
mentre si schiudono le pupille tue d’or. »
Ascoltiamola dunque in questa versione cantata, come sempre alla grande, da Pavarotti
mentre la musica è della musicista classica Marguerite Monnot
sua amica e collaboratrice anche in altre canzoni.
Edith scrisse questa canzone
dopo la morte dell’amato pugile marocchino Marcel Cerdan,
morto mentre volava verso di lei da New York
per un incidente aereo nelle Azzorre.
Quel che ancor più la fece soffrire
fu il fatto che era stata proprio lei
ad insistere perché prendesse l’aereo
mentre lui preferiva viaggiare in nave.
BREVE ANALISI DELLA CANZONE
Tutto, in questa canzone, dalle parole alla musica,
è un forte, intenso, inno all’amore
proprio come indica il titolo.
La voce di Edith esprime tutte le sfumature
dell’assoluto dolore per un amore dal tragico destino
ma anche il permanere di una passione sublime
che nemmeno la morte può cancellare.
IL POETICO TESTO
INNO ALL’AMORE
Edith Piaf
Il cielo blu su noi può crollare
E la terra può sprofondare bene.
Mi importa poco se mi ami
Me ne frego del mondo intero
Purché l’amore innondera le mie mattine
Purché il mio corpo rabbrividirà sotto le tue mani
Mi importano poco i problemi
Il mio amore, poiché mi ami
Andrei fino alla fine del mondo
Mi farei tingere in bionda
Se me lo chiedessi
Andrei a sganciare la luna
Andrei a rubare la fortuna
Se me lo chiedessi
Rinnegherei la mia patria
Rinnegherei i miei amici
Se me lo chiedessi
Si può ridere bene di me
Farei qualsiasi cosa
Se me lo chiedessi
Se un giorno la vita te strappa da me
Se muori, che sia lontano da me
Mi importo poco se mi ami
Perché io morrei anche
Avremo per noi l’eternità
Nel blu di tutta l’immensità.
Nel cielo, non ci sono più problemi
Il mio amore, credi che si amiamo?
Dio riunisce quelli che si amano!
IL VIDEO
Ecco ora la sua sentita interpretazione
di questa mitica, ma per lei soffertissima canzone.