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“Nessun uomo è un’isola” – La 1° di 2 mitiche poesie del poeta inglese John Donne con lo stesso titolo – Testo e analisi   Leave a comment








Ci sono 2 poesie di John Donne
che hanno lo stesso titolo…
e che sono apparentemente simili…

Esse però hanno significati e respiri diversi
benché entrambe siano veri inni all’amore universale
ed intrise da profonda spiritualità.








LA PRIMA


NESSUN UOMO E’ UN’ISOLA








Questa prima è un fantastico breve inno all’Amicizia…
ed alla Fratellanza universale…

John Donne, poeta, studioso e religioso inglese,
è noto per le vette di altissima spiritualità raggiunte dalle sue opere
ma anche per i suoi cedimenti ad umanissime e carnalissime tentazioni.








A mio parere i versi manifestano una modernità di pensiero
davvero piacevolmente sorprendente.

Ma ora leggiamola ed immergiamoci in essa. 








NESSUN UOMO E’ UN’ISOLA
John Donne


Nessun uomo è un’isola;
Nessun uomo sta solo.

Ogni uomo è una gioia per me;
Il dolore di ogni uomo è il mio dolore.

Abbiamo bisogno l’uno dell’altro,
perciò io difenderò
ogni uomo come mio fratello;
ogni uomo come mio amico.








Come sempre
mi piacerebbe conoscere il vostro pensiero.

Ciao da Orso Tony









Il testo (ed il video) del mitico “Discorso all’Umanità” di Chaplin ci offre una profonda riflessione   Leave a comment

 
 
 
 
 
 


Un grandissimo ed universale discorso di Charlie Chaplin non come attore…
ma in veste di uomo che auspica la fratellanza universale.
 





 Il grande dittatore (The Great Dictator)
è un film  del 1940 tutto opera di Charlie Chaplin.

E’ una parodia del nazismo ed ironizza su Adolf Hitler.







Il film per diversi aspetti è considerato un’opera cult
e ricevette diversi riconoscimenti.

In esso Chaplin, che in realtà
è stato molto, ma molto, di più d
i un semplice comico,
espone la sua profonda e sognante visione
del mondo e dell’Umanità.




Chaplin con Einstein



Il sogno di Chaplin è che tutta l’Umanità
riesca a liberarsi da ogni forma di sudditanza e sfruttamento
e dunque che tutti possano vivere in un mondo migliore.

 Consiglio di legger il testo mentre ascoltiamo
il discorso di Chaplin in questa scena del mitico film
per coglierne le profonde verità che certo ci colpiranno mente e cuore
soprattutto pensando all’epoca in cui fu realizzato.

  
 
 
 
 
 
 
 
IL TESTO DEL MONOLOGO FINALE DA
“IL GRANDE DITTATORE”
 
 
 
“Mi dispiace, ma io non voglio fare l’imperatore, non è il mio mestiere. Non voglio governare, né conquistare nessuno, vorrei aiutare tutti se possibile: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi. Tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo, non odiarci e disprezzarci l’un l’altro.
 
In questo mondo c’è posto per tutti: la natura è ricca, è sufficiente per tutti noi. La vita può essere felice e magnifica, ma noi lo abbiamo dimenticato. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell’odio, ci ha condotti a passo d’oca fra le cose più abbiette.
 
Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà, la scienza ci ha trasformati in cinici, l’abilità ci ha resi duri e cattivi. Pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari, ci serve umanità, più che abilità, ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità la vita è violenza, e tutto è perduto.
 
L’aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti, la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà nell’uomo, reclama la fratellanza universale, l’unione dell’umanità. Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo, milioni di uomini donne e bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente.
 
A coloro che mi odono io dico: non disperate! L’avidità che ci comanda è solamente un male passeggiero, l’amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano.
 
L’odio degli uomini scompare insieme ai dittatori. E il potere che hanno tolto al popolo, ritornerà al popolo. E qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa.
 
Soldati! Non cedete a dei bruti, uomini che vi disprezzano e vi sfruttano, che vi dicono come vivere, cosa fare, cosa dire, cosa pensare! Che vi irreggimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie! Non vi consegnate a questa gente senza un’anima! Uomini macchina, con macchine al posto del cervello e del cuore! Voi non siete macchine, non siete bestie, siete uomini! Voi avete l’amore dell’umanità nel cuore! Voi non odiate, coloro che odiano sono quelli che non hanno l’amore altrui!
 
Soldati! Non difendete la schiavitù, ma la libertà! Ricordate nel vangelo di San Luca è scritto: “il Regno di Dio è nel cuore dell’uomo”, non di un solo uomo, o di un gruppo di uomini, ma di tutti gli uomini! Voi, il popolo, avete la forza di creare le macchine, la forza di creare la felicità. Voi il popolo avete la forza di fare che la vita sia bella e libera, di fare di questa vita una splendida avventura. Quindi, in nome della democrazia, usiamo questa forza. Uniamoci tutti! Combattiamo per un mondo nuovo che sia migliore, che dia a tutti gli uomini lavoro, ai giovani un futuro, ai vecchi la sicurezza.
 
Promettendovi queste cose, dei bruti sono andati al potere. Mentivano! Non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno. I dittatori forse sono liberi, perché rendono schiavo il popolo. Allora combattiamo per mantenere quelle promesse. Combattiamo per liberare il mondo eliminando confini e barriere, eliminando l’avidità, l’odio e l’intolleranza! Combattiamo per un mondo ragionevole, un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere.
 
Soldati! In nome della democrazia, siate tutti uniti!
 
Hannah, puoi sentirmi? Dovunque tu sia abbi fiducia.
 
Guarda in alto, Hannah! Le nuvole si diradano, comincia a splendere il sole. Prima o poi usciremo dall’oscurità verso la luce e vivremo in un mondo nuovo, un mondo più buono, in cui gli uomini si solleveranno al di sopra della loro avidità, del loro odio della loro brutalità.
 
Guarda in alto, Hannah! L’animo umano troverà le sue ali e finalmente comincerà a volare, a volare sull’arcobaleno verso la luce della speranza, verso il futuro, il glorioso futuro che appartiene a te, a me, a tutti noi.
 
Guarda in alto, Hannah.
 
Lassù!“




MA INFINE ECCO
IL DISCORSO ALL’UMANITA’
ANCHE IN VIDEO
 
 

 
fre bia pouce
 
 
 
 
  .
CIAO DA TONY KOSPAN
.
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Frecce (174)










LA VITA E’ UN’ISOLA – Passo poetico bello ma amaro di Gibran ed una mia breve riflessione   2 comments

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Questo breve, sublime e poetico passo di Gibran
è degno di grande considerazione ed interesse…
ed è per questo lo sottopongo alla vostra lettura…
 
 
In seguito però dirò il mio pensiero.

 
 
     
 


 
 
 
 
 
LA VITA E’ UN’ISOLA
Kahlil Gibran

 La vita è un’isola in un oceano di solitudine:
le sue scogliere sono le speranze,
i suoi alberi sono i sogni,
i suoi fiori sono la vita solitaria,
i suoi ruscelli sono la sete.
La vostra vita, uomini,
miei simili,
è un’isola,
distaccata da ogni altra isola e regione.
Non importa quante siano le navi
che lasciano le vostre spiagge per altri climi,
non importa quante siano le flotte
che toccano le vostre coste: rimanete isole,
ognuna per proprio conto,
a soffrire le trafitture della solitudine
e sospirare la felicità.
Siete sconosciuti agli altri uomini
e lontani dalla loro comprensione
e partecipazione.
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
A mio modestissimo parere, Gibran,
di cui ammiro le tante bellissime poesie,
tra l’altro sovente di umore molto diverso,
è qui davvero esageratamente pessimista
e la prima affermazione
è già una tremenda sintesi. 
 
 
La vita è un’isola in un oceano di solitudine



 
 
 
 
 
Sembra dunque che egli non veda nessun legame
tra le persone… se non i sogni.
 
 
In effetti, se è pur vero
che ciascuno di noi è un “unicum“,
tuttavia non possiamo non renderci conto
che gli altri  “unicum
che sono i nostri simili
hanno tantissimi punti in comune con noi
dai sensi, ai sentimenti, ai pensieri,
alla fisicità, alle emozioni…  etc
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Inoltre benché io non abbia affatto
il mito della Bellezza della Società Umana
(anzi)tuttavia essa, pur barcollando spesso,
soprattutto riguardo ai principi morali
e sul rispetto della natura
comunque ha consentito
il progresso e l’evoluzione del pensiero.





Piero di Cosimo – Storie dell’umanità primitiva

 
 
 
Questo quindi,
 nonostante tutte le dolorose situazioni
esistite, che esistono ed esisteranno nel mondo,
 depone comunque, a mio parere, 
in favore della constatazione della
fratellanza umana
(tuttavia sempre da ricercare e difendere)
anche per la semplice constatazione
dell’identico destino che ci accomuna tutti.

 
 
 
 
 
 
 
 

 Diversa è invece la visione dell’uomo-isola
che ci dà nei suoi versi John Donne
(spesso da me proposti)
che pur partendo da una visione simile
giunge però poi sempre a conclusioni diverse
se non opposte.

.
.
.




Mi farebbe piacere conoscere il vostro pensiero…
 
 
 
 
viola nocca hb
 
Chi desiderasse legger l’opposta… visione
di John Donne…
nella poesia… NESSUN UOMO E’ UN’ISOLA
alla quale mi sento più vicino…
può cliccar qui giù frebiapouce.gif
 
 
Ciaoooooo da Orso Tony
 
 
 
 


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PER LE NOVITA’ DEL BLOG

Frecce (174)

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Quando finisce la notte? Un breve ma sublime racconto che inneggia alla fratellanza universale   1 comment







UN RACCONTINO DI SAGGEZZA 

CHE MI SEMBRA GIUSTO 

DEFINIRE SUBLIME






QUANDO FINISCE LA NOTTE?

(Bruno Ferrero, Il Canto del Grillo)



Un vecchio rabbino domandò una volta ai suoi allievi

da che cosa si potesse riconoscere il momento preciso

in cui finiva la notte e cominciava il giorno.


“Forse da quando si può distinguere con facilità un cane da una pecora?”.


“No”, disse il rabbino.


“Quando si distingue un albero di datteri da un albero di fichi?”.


“No”, ripeté il rabbino.


“Ma quand’è, allora?”, domandarono gli allievi.


Il rabbino rispose:


“E’ quando guardando il volto di una persona qualunque, tu riconosci un fratello o una sorella.


Fino a quel punto è ancora notte nel tuo cuore”.






Abbiamo imparato a volare come gli uccelli,
a nuotare come i pesci,
ma non abbiamo imparato l’arte di vivere come fratelli.
(Martin Luther King)




Ciao da Tony Kospan


Ecco l’eccezionale lascito di San Francesco per tutti noi… credenti e non   Leave a comment

 
 
 

Giotto – San Francesco predica agli uccelli

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La sua è stata una grandissima figura
 che è ancor oggi, dopo quasi un millennio, 
amatissima sia dai credenti che non.

 

 

 
 
 

SAN FRANCESCO
IN UNA VISIONE LAICA
Tony Kospan

 
 
 
 
 
San Francesco (Assisi 1182 ca. – Assisi  1226)
 
 
 
 
 
Il suo amore per il creato in genere… gli umili… gli animali… la natura in ogni sua forma… ne fanno un antesignano immenso e geniale del pensiero moderno.
 
 
Ne è la più chiara rappresentazione questa sua famosissima poesia.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

IL CANTICO DELLE CREATURE
 


Altissimu, onnipotente bon Signore,
Tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne
benedictione. Ad Te solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi’ Signore cum tucte le Tue creature,
spetialmente messor lo frate Sole,
lo qual è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si’, mi Signore, per sora Luna e le stelle:
in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate Vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento.
Laudato si’, mi Signore, per sor’Acqua.
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si’, mi Signore, per frate Focu,
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si’, mi Signore, per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti fior et herba.
Laudato si’, mi Signore, per quelli che perdonano per lo
Tuo amore
et sostengono infrmitate et tribulatione.
Beati quelli ke ‘l sosterranno in pace,
ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato s’ mi Signore, per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente pò skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no ‘l farrà male.
Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate
e serviateli cum grande humilitate.
 

 

 

 




Questa sua mitica poesia in volgare lo fa ritenere anche uno dei più grandi iniziatori della storia della Letteratura Italiana.


 
 


 .
.
 
 



Le celebrazioni per la sua festa costituiscono ogni anno quindi un momento forte, a mio parere,  per ripensare la sua personalità e la sua missione, sia in chiave religiosa che laica nonché il suo lascito ai posteri ( che ahimè sembra che non l’abbiano proprio colto ) in temini d’amore e fratellanza universale… ma anche di libertà di pensiero e di capacità di opporsi ai diktat di cieche autorità… (come umilmente fece nei confronti delle Autorità ecclesiastiche)
 
 
 

 .
.
 

 
 
 

 .
.
 
In tempi difficili come questi dobbiamo, se non vogliamo perdere il filo di una vita degna e ragionevole
e rimanere prigionieri solo di una facile continua protesta:
 
– lasciar cadere il “lamentoso urlante vergognoso ciarpame” che ci bombarda da ogni dove…, (soprattutto dai mass media e da chi li guida…)
– cercare di esser vicini alle persone che maggiormente soffrono per la crisi…
focalizzare le eterne problematiche veramente essenziali del nostro esser… umani.
 
 
 

 .
.
 
 
 
 
 
 
 

Queste problematiche sono rappresentate principalmente da tre aspetti
che non possono, nè potranno, essere messi mai da parte
né da chi crede… né da chi non crede:

 
 
 
 
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Dio o il Mistero della Vita
L’Uomo 
La Natura
 
 

 .
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Giotto (San Francesco incontra Papa Innocenzo)
.
.
 
 Tony Kospan
 
 

 

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LA TUA PAGINA DI

CULTURA.. PSICHE E SOGNO

PER COLORARE LE TUE ORE

Frecce (174)







“Nessun uomo è un’isola (II)” – John Donne con questi sublimi versi vede l’Umanità come un.. “insieme”   3 comments

 



Come vi avevo  preannunciato ecco l’altra poesia di John Donne

che ha lo stesso titolo di quella che abbiamo letto qualche tempo fa..






  

 
NESSUN UOMO E’ UN’ISOLA
(Meditation XVII) 
 
 
 
A mio parere anche questa è una poesia profondissima…
 
 
Qui però, più che inneggiare all’amicizia,
il poeta ci porta ad una visione altissima
dell’Umanità… vista come un INSIEME…
di cui ciascuno di noi è parte.




 

Parte importante che, così come un pezzo di un puzzle,

riesce a formare un dipinto (o un ordito) molto più ampio.


Poi però quando questa parte viene meno…

ne soffre… sia tutto l’insieme… che ciascun uomo.

 
 
 
 
 
 
 
 
Il verso finale
Per chi suona la campana
fu usato come titolo
 di un suo famoso romanzo da Ernest Hemingway
 
 



  
  

John Donne, poeta e religioso inglese,
ma anche vivace uomo di mondo,
vissuto a cavallo tra il 1500 ed il 1600
riusciva spesso a raggiungere,
come possiamo vedere in questi versi,
vette di altissima spiritualità.






John Donne (Londra 1572 – 31 marzo 1631) 
 
 


NESSUN UOMO E’ UN’ISOLA (II)
John Donne

Nessun uomo è un’isola,
completo in sé stesso;
ogni uomo è un pezzo del continente,
una parte del tutto.
Se anche solo una zolla
venisse lavata via dal mare,
l’Europa ne sarebbe diminuita,
come se le mancasse un promontorio,
come se venisse a mancare
una dimora di amici tuoi,
o la tua stessa casa.
La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce,
perché io sono parte dell’umanità.
E dunque non chiedere mai
per chi suona la campana:
essa suona per te.
 

 

 


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Cosa ne pensate?


Ciao da Tony Kospan

 

 

 

3

LA TUA NUOVA PAGINA DI FB 

Frecce (174)

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La “Religione dell’amore” – Famosa ma misteriosa poesia Sufi – Forum sui suoi significati   1 comment

 

 

 

 

Conobbi anche questa poesia, in verità all’epoca poco nota,
attraverso la trasmissione culturale notturna di RAI 2
INCONSCIO E MAGIA di Gabriele la Porta ormai scomparsa.
 
 
 
 
 
 
 
 
E’ una poesia non semplice,
benché sia di circa 1000 anni fa,
che ha tante arcane chiavi di lettura
dalle più semplici alle più complesse.
 
 
Ci sono infatti diverse ipotesi
sui tanti simboli nascosti nei versi.
 
 
 
 
 
 
 
 
La mia più immediata riflessione fa riferimento
all’esistenza di qualcosa che va oltre le religioni
oltre le filosofie, oltre le ideologie.



Ibn Arabi (Murcia, 28 luglio 1165 – Damasco, 16 novembre 1240)



E questo “qualcosa” è
L’AMORE UNIVERSALE
che dovrebbe affratellarci tutti.
 
 
 
Amore universale che va visto però come vera sintesi
sia della complessità che degli apparenti contrasti della natura 
che delle nostre quotidiane ingarbugliate realtà.
 
 
 
 
 

 
 
 
 
Ma provateci, proviamoci insieme,
a scoprire qualche altra chiave nascosta 
con semplicità e senza problemi
così come la “sentite” così come la “sentiamo”
nel cuore e nella mente.

 
 
 
 

 
 
 

LA RELIGIONE DELL’AMORE
IBN’ ARABI
 
 
Miracolo della natura!
Una gazzella velata indica un giuggiolo
e sbatte le ciglia.
 
Il suo pascolo giace tra le costole e le interiora,
miracolo,
un giardino in mezzo alle fiamme.
 
Il mio cuore può assumere ogni foggia:
Pascolo per le gazzelle,
Convento per i monaci,
Tempio degli idoli,
Caaba dei pellegrini,
Tavole della Torà,
Esemplare del Corano.
 
Credo nella religione dell’amore
ovunque si dirigono i suoi destrieri,
poiché l’amore è la mia religione e la mia fede.

 
 
 
 

 

 

 

Tony Kospan





ARCOBALEN99

Frecce (174)




 

“Nessun uomo è un’isola” – Questa è la 1° di 2 mitiche poesie del poeta inglese John Donne con questo titolo   Leave a comment








Ci sono 2 poesie di John Donne
che hanno lo stesso titolo…
e che sono apparentemente simili…

Esse però hanno significati e respiri diversi
benché entrambe siano veri inni all’amore universale
ed intrise da profonda spiritualità.








LA PRIMA


NESSUN UOMO E’ UN’ISOLA








Questa prima è un fantastico breve inno all’Amicizia…
ed alla Fratellanza universale…

John Donne, poeta, studioso e religioso inglese,
è noto per le vette di altissima spiritualità raggiunte dalle sue opere
ma anche per i suoi cedimenti ad umanissime e carnalissime tentazioni.








A mio parere i versi manifestano una modernità di pensiero
davvero piacevolmente sorprendente.

Ma ora leggiamola ed immergiamoci in essa. 








NESSUN UOMO E’ UN’ISOLA
John Donne


Nessun uomo è un’isola;
Nessun uomo sta solo.

Ogni uomo è una gioia per me;
Il dolore di ogni uomo è il mio dolore.

Abbiamo bisogno l’uno dell’altro,
perciò io difenderò
ogni uomo come mio fratello;
ogni uomo come mio amico.








Come sempre
mi piacerebbe conoscere il vostro pensiero.

Ciao da Orso Tony









Il mitico “Discorso all’Umanità” del grande Chaplin ci dona una profonda e geniale riflessione   Leave a comment

 
 
 
 
 
 


Un grandissimo ed universale discorso di Charlie Chaplin non come attore…
ma in veste di uomo che auspica la fratellanza universale.
 





 Il grande dittatore (The Great Dictator)
è un film  del 1940 tutto opera di Charlie Chaplin.

E’ una parodia del nazismo ed ironizza su Adolf Hitler.







Il film per diversi aspetti è considerato un’opera cult
e ricevette diversi riconoscimenti.

In esso Chaplin, che in realtà
è stato molto, ma molto, di più d
i un semplice comico,
espone la sua profonda e sognante visione
del mondo e dell’Umanità.




Chaplin con Einstein



Il sogno di Chaplin è che tutta l’Umanità
riesca a liberarsi da ogni forma di sudditanza e sfruttamento
e dunque che tutti possano vivere in un mondo migliore.

 Consiglio di legger il testo mentre ascoltiamo
il discorso di Chaplin in questa scena del mitico film
per coglierne le profonde verità che certo ci colpiranno mente e cuore
soprattutto pensando all’epoca in cui fu realizzato.

  
 
 
 
 
 
 
 
IL TESTO DEL MONOLOGO FINALE DA
“IL GRANDE DITTATORE”
 
 
 
“Mi dispiace, ma io non voglio fare l’imperatore, non è il mio mestiere. Non voglio governare, né conquistare nessuno, vorrei aiutare tutti se possibile: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi. Tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo, non odiarci e disprezzarci l’un l’altro.
 
In questo mondo c’è posto per tutti: la natura è ricca, è sufficiente per tutti noi. La vita può essere felice e magnifica, ma noi lo abbiamo dimenticato. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell’odio, ci ha condotti a passo d’oca fra le cose più abbiette.
 
Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà, la scienza ci ha trasformati in cinici, l’abilità ci ha resi duri e cattivi. Pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari, ci serve umanità, più che abilità, ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità la vita è violenza, e tutto è perduto.
 
L’aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti, la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà nell’uomo, reclama la fratellanza universale, l’unione dell’umanità. Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo, milioni di uomini donne e bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente.
 
A coloro che mi odono io dico: non disperate! L’avidità che ci comanda è solamente un male passeggiero, l’amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano.
 
L’odio degli uomini scompare insieme ai dittatori. E il potere che hanno tolto al popolo, ritornerà al popolo. E qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa.
 
Soldati! Non cedete a dei bruti, uomini che vi disprezzano e vi sfruttano, che vi dicono come vivere, cosa fare, cosa dire, cosa pensare! Che vi irreggimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie! Non vi consegnate a questa gente senza un’anima! Uomini macchina, con macchine al posto del cervello e del cuore! Voi non siete macchine, non siete bestie, siete uomini! Voi avete l’amore dell’umanità nel cuore! Voi non odiate, coloro che odiano sono quelli che non hanno l’amore altrui!
 
Soldati! Non difendete la schiavitù, ma la libertà! Ricordate nel vangelo di San Luca è scritto: “il Regno di Dio è nel cuore dell’uomo”, non di un solo uomo, o di un gruppo di uomini, ma di tutti gli uomini! Voi, il popolo, avete la forza di creare le macchine, la forza di creare la felicità. Voi il popolo avete la forza di fare che la vita sia bella e libera, di fare di questa vita una splendida avventura. Quindi, in nome della democrazia, usiamo questa forza. Uniamoci tutti! Combattiamo per un mondo nuovo che sia migliore, che dia a tutti gli uomini lavoro, ai giovani un futuro, ai vecchi la sicurezza.
 
Promettendovi queste cose, dei bruti sono andati al potere. Mentivano! Non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno. I dittatori forse sono liberi, perché rendono schiavo il popolo. Allora combattiamo per mantenere quelle promesse. Combattiamo per liberare il mondo eliminando confini e barriere, eliminando l’avidità, l’odio e l’intolleranza! Combattiamo per un mondo ragionevole, un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere.
 
Soldati! In nome della democrazia, siate tutti uniti!
 
Hannah, puoi sentirmi? Dovunque tu sia abbi fiducia.
 
Guarda in alto, Hannah! Le nuvole si diradano, comincia a splendere il sole. Prima o poi usciremo dall’oscurità verso la luce e vivremo in un mondo nuovo, un mondo più buono, in cui gli uomini si solleveranno al di sopra della loro avidità, del loro odio della loro brutalità.
 
Guarda in alto, Hannah! L’animo umano troverà le sue ali e finalmente comincerà a volare, a volare sull’arcobaleno verso la luce della speranza, verso il futuro, il glorioso futuro che appartiene a te, a me, a tutti noi.
 
Guarda in alto, Hannah.
 
Lassù!“




MA INFINE ECCO
IL DISCORSO ALL’UMANITA’
ANCHE IN VIDEO
 
 

 
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  .
CIAO DA TONY KOSPAN
.
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Frecce (174)










LA VITA E’ UN’ISOLA – Bella ma amara è questa poesia di Gibran – Una mia breve riflessione   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Questo breve, sublime e poetico passo di Gibran
è degno di grande considerazione ed interesse…
ed è per questo lo sottopongo alla vostra lettura…
 
 
In seguito però dirò il mio pensiero.

 
 
     
 


 
 
 
 
 
LA VITA E’ UN’ISOLA
Kahlil Gibran

 La vita è un’isola in un oceano di solitudine:
le sue scogliere sono le speranze,
i suoi alberi sono i sogni,
i suoi fiori sono la vita solitaria,
i suoi ruscelli sono la sete.
La vostra vita, uomini,
miei simili,
è un’isola,
distaccata da ogni altra isola e regione.
Non importa quante siano le navi
che lasciano le vostre spiagge per altri climi,
non importa quante siano le flotte
che toccano le vostre coste: rimanete isole,
ognuna per proprio conto,
a soffrire le trafitture della solitudine
e sospirare la felicità.
Siete sconosciuti agli altri uomini
e lontani dalla loro comprensione
e partecipazione.
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
A mio modestissimo parere, Gibran,
di cui ammiro le tante bellissime poesie,
tra l’altro sovente di umore molto diverso,
è qui davvero esageratamente pessimista
e la prima affermazione
è già una tremenda sintesi. 
 
 
La vita è un’isola in un oceano di solitudine



 
 
 
 
 
Sembra dunque che egli non veda nessun legame
tra le persone… se non i sogni.
 
 
In effetti, se è pur vero
che ciascuno di noi è un “unicum“,
tuttavia non possiamo non renderci conto
che gli altri  “unicum
che sono i nostri simili
hanno tantissimi punti in comune con noi
dai sensi, ai sentimenti, ai pensieri,
alla fisicità, alle emozioni…  etc
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Inoltre benché io non abbia affatto
il mito della Bellezza della Società Umana
(anzi)tuttavia essa, pur barcollando spesso,
soprattutto riguardo ai principi morali
e sul rispetto della natura
comunque ha consentito
il progresso e l’evoluzione del pensiero.





Piero di Cosimo – Storie dell’umanità primitiva

 
 
 
Questo quindi,
 nonostante tutte le dolorose situazioni
esistite, che esistono ed esisteranno nel mondo,
 depone comunque, a mio parere, 
in favore della constatazione della
fratellanza umana
(tuttavia sempre da ricercare e difendere)
anche per la semplice constatazione
dell’identico destino che ci accomuna tutti.

 
 
 
 
 
 
 
 

 Diversa è invece la visione dell’uomo-isola
che ci dà nei suoi versi John Donne
(spesso da me proposti)
che pur partendo da una visione simile
giunge però poi sempre a conclusioni diverse
se non opposte.

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Mi farebbe piacere conoscere il vostro pensiero…
 
 
 
 
viola nocca hb
 
Chi desiderasse legger l’opposta… visione
di John Donne…
nella poesia… NESSUN UOMO E’ UN’ISOLA
alla quale mi sento più vicino…
può cliccar qui giù frebiapouce.gif
 
 
Ciaoooooo da Orso Tony
 
 
 
 


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