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Elizabeth Browning.. grande poetessa inglese amica dell’Italia – Ricordo e 2 sue sublimi poesie   1 comment





Una donna inglese dell’800 dalla vita difficile,
che è stata autrice di poesie davvero sublimi,
nonché una sostenitrice del nostro Risorgimento
ed anche dell’emancipazione delle donne.
 

 
 
 
 
Elizabeth Barrett Browning
 
 
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ELIZABETH BARRET BROWNING

BREVE BIOGRAFIA E 2 GRANDI POESIE
a cura di Tony Kospan



(Durham 6.3.1806 – Firenze 29.6.1861)


 
 
Elizabeth Barret nacque in una ricca famiglia che però poi ebbe grossi problemi economici. 

Ben presto iniziò a scrivere e pubblicare con successo poesie e traduzioni dal greco. 

A 32 anni incappò in una grave malattia che le creò gravi difficoltà di deambulazione ma nello stesso periodo s’innamorò del poeta Robert Browning dopo una intensa corrispondenza.
 
 
 
 
 

Robert Browning

 
 
 
 
A causa dell’opposizione paterna lo sposò di nascosto e con lui scappò in Italia. 

A circa 43 anni a sua salute migliorò e divenne madre di un bimbo. 

Visse sempre a Firenze.

 

 

 

Firenze nell’800

 
 
 
 
 
Fu anche una sostenitrice del nostro Risorgimento ed in particolare di Camillo Benso di Cavour. 

La sua opera più ampia è il lungo poema Aurora Leigh, del 1857, in cui esalta in modo poetico la necessità dell’emancipazione femminile. 

Morì a 54 anni ed è sepolta nel Cimitero degli Inglesi.




 
 
 
 

2 SUE POESIE SUBLIMI
 
 
 


Tornando alle poesie esse sono un inno sincero e profondo al suo amore per Robert. 

 

I suoi versi, come sempre accade quando una poesia è davvero sublime, ci inoltrano, con parole semplici ma precise e suggestive, in una dimensione assoluta e ultraterrena in cui il sentimento più bello che c’è… brilla d’immensità.
 
 
 
 
 
 

 

 

 

Il Vero Amore, ci dice Elizabeth, non può esser legato a fattori esterni o concreti o a nostre comodità… o interessi… ma si nutre di assoluta interiorità… al di là di ogni contingenza… ed in tal modo esso potrà non aver mai fine… 


 


 


John Everett Millais


 


 

 
Ma ora leggiamole…


 
 
 
 

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SE DEVI AMARMI


Se devi amarmi,

per null’altro sia che per amore.

Mai non dire:

“L’amo per il sorriso, per lo sguardo,

la gentilezza del parlare,

il modo di pensare così conforme al mio,

che mi rese sereno un giorno”.

Queste son tutte cose che posson mutare.

Amore mio, in sé stesso o per te,

un amore così nato potrebbe poi morire.

E non amarmi per pietà di lacrime

che bagnino il mio volto.

Può scordare il pianto

chi ebbe a lungo il tuo conforto,

e perderti.

Soltanto per amore amami

per sempre e per l’eternità.




John Everett Millais




COME TI AMO?


Come ti amo? – Come ti amo?

Lascia che ti annoveri i modi.

Ti amo fino agli estremi di profondità,

di altura e di estensione che l’anima mia

può raggiungere, quando al di là del corporeo

tocco i confini dell’Essere e della Grazia Ideale.

Ti amo entro la sfera delle necessità quotidiane,

alla luce del giorno e al lume di candela.

Ti amo liberamente,

come gli uomini che lottano per la Giustizia;

Ti amo con la stessa purezza con cui essi

rifuggono dalla lode;

Ti amo con la passione delle trascorse sofferenze

e quella che fanciulla mettevo nella fede;

Ti amo con quell’amore

che credevo aver smarrito coi miei santi perduti,

– ti amo col respiro,

i sorrisi, le lacrime dell’intera mia vita! – e,

se Dio vuole, ancor meglio t’amerò dopo la morte.







Tony Kospan





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STORIA.. RICORDI E ATMOSFERE DI UN TEMPO
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L’Amorino di Donatello – La strana storia e breve analisi della piccola ma sorprendente scultura   Leave a comment


Questa piccola scultura (alta solo 104 cm) è conservata presso il Museo Nazionale del Bargello a Firenze ed è davvero un’opera molto particolare.
Per la sua originalità ha fatto, nei secoli, molto discutere gli esperti d’arte.
Vediamo perché.
Ma andiamo con ordine.







LA STORIA  DEL PRESUNTO MISTERO DELLA SUA ORIGINE

Nel marzo del 1641 un noto musicologo di Firenze, Giovan Battista Doni, scriveva agli studiosi della Corte Papale di Urbano VII d’avere in casa da oltre 50 anni una strana piccola scultura raffigurante un “genio alato tutto ignudo fuor che che le cosce e le gambe che sono vestite alla maniera frigia” e con dei serpentelli ai piedi.
Con meraviglia affermava poi che l’opera gli sembrava “qualche deità degli antichi toscani o piu tosto di altra nazione asiatica“,  però non era rozza come gli oggetti antichi ma molto precisa e ben fatta.






La perfetta descrizione ci riporta subito alle parole del Vasari che, nel 1568, citava un Amorino-Attis di Donatello e lo allocava proprio presso l’illustre dimora dei… Doni.
Dobbiamo anche ricordare che questa nota famiglia fiorentina era stata committente di varie opere di grandi artisti del Rinascimento.
Meraviglia molto, quindi, che solo alcuni decenni dopo le parole del Vasari i proprietari avessero perso ogni ricordo dell’autore.
Tuttavia è anche noto che la fama dei grandi artisti rinascimentali, tranne di quella di Michelangelo, era all’epoca molto scemata e soprattutto quella di Donatello.
Ma è anche sorprendente che un noto studioso dell’epoca, rispondendo alla lettera di cui sopra, definisse la scultura “una mistione di simboli e deità diverse che chiamano Panthea“.
Quando anche un altro studioso, Luigi Lanzi, nel 1778 la definì un “Amore Panteo” e dunque senza autore e senza tempo, i Doni decisero di venderla agli Uffizi.
Successivamente il Lanzi però cambiò idea e la definì opera solo di fantasia e non antica.







ANALISI  E SIGNIFICATO DELL’OPERA

Innanzitutto bisogna rilevare che l’opera, con la precisione e la raffinatezza dei particolari e l’armonia dell’insieme, conferma la maestria di Donatello e la sua fama di grande scultore rinascimentale.
Sul significato di questa originale scultura gioiello però gli studiosi si sono sempre divisi.
Si va dall’Amorino o Cupido (per le ali) ad Attis (per i pantaloni col pube ed il sedere scoperti).






Per altri è invece è un Priapo, per altri poi un Fauno, per altri ancora un genietto mezzo angelo e mezzo diavolo ed infine per altri una rappresentazione dell’amore coniugale.
Tutte queste interpretazioni esaltano un particolare ma poi ne trascurano altri per cui nessuna di loro è convincente.
In effetti Donatello si era sbizzarrito, seguendo solo il suo fantasioso ed illimitato estro, nel creare una scultura che apparisse un qualcosa di classicamente antico.
Come mai?
Beh è notorio che nel mondo dell’arte e della cultura rinascimentale, in particolare a Firenze, la corrente umanistica, volta alla riscoperta del mondo classico latino e greco, era diffusissima ed amatissima.



Donatello



Dunque nell’ambito dello spirito del tempo teso alla ricostruzione del “classico”, Donatello ne inventa uno tutto suo mescolando vari elementi.
Possiamo quindi affermare, in conclusione, che egli crea un “classico” bello, originale e che colpisce chi l’osserva ma, in realtà, non è mai esistito nulla di simile nel mondo antico.
Possiamo quindi anche definirlo un… classico reinventato.

FINE

Tony Kospan per il Mondo di Orsosognante



Copyright Tony Kospan

Vietata la copia integrale senza indicare autore e sito.




Frecce (174)







Odoardo Spadaro.. cantautore del primo ‘900 – Breve ricordo con 2 successi: “Porta un bacione a Firenze” e “Sulla carrozzella”   Leave a comment

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Questo grande cantante, ma anche cantautore,

ha lasciato un grande segno

nella storia della musica leggera italiana.



Cercherò di tracciare un breve ricordo dell’artista

anche grazie ad una sua canzone mitica

che ebbe successo in tutto il mondo

e che ci fa ancor oggi rivivere le belle atmosfere di un tempo

e ad un altro suo successo amato soprattutto dai fiorentini.

 

 

 

 

Odoardo Spadaro

è considerato il secondo vero cantautore italiano,

dopo Armando Gill,

essendo stato l’autore di molte delle sue canzoni.


Conosciamo un po’ l’atmosfera del 1938 prima di ascoltar

2 suoi grandi successi.

 

 
 
 
(Firenze 16 1 1893 – Careggi 26 6 1965)
 
 
.
 
PORTA UN BACIONE A FIRENZE


Di Lazzaro – Bruno (1938)
   
 
Siamo nell’anno in cui l’Italia vince il suo secondo
Campionato del Mondo di calcio…



 



 
 
 .
.
ma anche nell’anno in cui vengono emanate le leggi razziali…






 

.
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. 
 
Il “bacione” era realmente legato alla nostalgia dei nostri emigranti.
che Spadaro, all’epoca del fascismo,
frequentava moltissimo preferendo andare in giro per il mondo,
piuttosto che stare in Italia,
in quanto insofferente al peso della dittatura.




 
 
 
 
 
 
 
Fu, anche grazie a ciò,
che egli fu uno dei primi (ed ancor oggi pochi) artisti italiani
ad avere un grande successo internazionale.




 
 
 
 
La canzone poi nel 1955 divenne anche un fim.

 
 
 



 
 
 


ed in epoca più recente è stata riportata in auge da Nada.
 
 
 Veniamo ora alla canzone
che possiamo ascoltare cantata proprio da O. Spadaro.

 
 
 
fre bia pouce    musical notes


 
 
 

Altra sua mitica canzone è poi certamente “Sulla carrozzella”,
che, come scrisse Enzo Biagi,
 nacque all’epoca del razionamento della benzina
che aveva causato la scomparsa dalle strade delle macchine.
 
 
 
 
 
 
 

 
Al suo funerale tutta la folla cantò proprio
Porta un bacione a Firenze

 

 

F I N E

 

 

indaco

POESIA ARTE MUSICA ETC
I N S I E M E 
NEL GRUPPO DI FB

Frecce2039






Vasco Pratolini… lo scrittore della gente semplice – Mini biografia e la sua poetica “neorealista”   Leave a comment

.

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Da giovane ho conosciuto Vasco Pratolini,

grande scrittore fiorentino dallo stile semplice ma umanissimo,

attraverso la lettura dei suoi romanzi.



LA POETICA NEOREALISTA






Stile semplice dicevo…

ma in realtà si tratta di una grande capacità d’immersione,

con naturalezza, nella realtà popolare certo molto fiorentina,

ma nel contempo anche universale.



Vasco Pratolini (Firenze 19.10.1913 – Roma 12.1.1991)




Nelle sue opere colpiscono infatti

i reali dialoghi delle persone normali,

le speranze della gente umile e senza pretese

ma pure i loro  amori e le loro passioni.

.


Per questo molto bella ed aderente al vero

mi appare la definizione di

scrittore dei baci sulla bocca, dei baci rubati agli angoli della strada

letta nel web.








Ma perché era così attratto da questo mondo?


Soprattutto perché era proprio quello il suo mondo,

essendo molto umili le sue origini,

benché poi fin da ragazzo fosse attratto dalle letture.







BREVE BIOGRAFIA



Persa la madre quand’era piccolo,

fu allevato dai nonni materni

e da giovanetto fece vari mestieri.


Poi iniziò a lavorare in una tipografia

ma qui già sognava di dedicarsi alla scrittura.







Grazie al pittore Ottone Rosai

iniziò a scrivere sulla rivista “Il bargello

e con Alfonso Gatto, poeta salernitano,

creò la rivista “Campo di Marte” 

poi soppressa dal regime fascista.


Partecipò alla Resistenza e dopo la guerra, nel 1948,

 si trasferì a Napoli, dove visse sino al 1951.






Questi ultimi furono gli anni per lui più intensi

in quanto scrisse alcune tra le sue opere più belle

e collaborò alla sceneggiatura di alcuni mitici film neorealisti

come Paisà di Roberto Rossellini,

Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti,

 Le quattro giornate di Napoli di Nanni Loy etc.






Nel 1952 si trasferì a Roma, da dove non si allontanerà più.


Lì scrisse altri bei romanzi

e partecipò fino alla fine alla vita intellettuale italiana

che aveva, all’epoca, il suo fulcro nella capitale.








Vediamo ora una scena del film girato da Carlo Lizzani nel 1953

nato da uno dei suoi più noti romanzi

che ci consente di conoscere le tipiche “atmosfere

narrate dallo scrittore fiorentino.

.



IL VIDEO


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Alcune tra le sue opere più note:


Le amiche(1943), Il quartiere(1944), Cronaca familiare(1947), Cronache di poveri amanti(1947), Le ragazze di San Frediano(1949), La domenica della povera gente (1952), Metello (1955) Diario sentimentale (1956) e Lo scialo (1960)



Tony Kospan

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.

SE DEVI AMARMI – Elizabeth Browning con questa sublime poesia ci rivela il senso del vero amore   1 comment



Nell’ambito della personale antologia delle poesie sublimi
non può mancare questa che forse, ad una lettura frettolosa,
può nascondere il tesoro insito nei suoi versi.




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SE DEVI AMARMI
ELIZABETH BROWNING
POESIA SUBLIME



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.
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La poesia non è che un inno sublime della poetessa inglese al suo amore per Robert Browning di cui si innamorò a 32 anni, nonostante una grave malattia, e con il quale si trasferì a Firenze a causa dell’opposizione della famiglia.

Lì poi, oltre a sostenere il Risorgimento italiano, Elizabeth a 42 anni migliorando la malattia  divenne  anche madre di un bimbo.
.
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.
Robert Browning



Essa come sempre accade quando una poesia è sublime, con parole semplici ma precise e suggestive, ci inoltra in questo mondo assoluto e celeste in cui far viver il sentimento più bello che c’è…

Il Vero Amore, ci dice Elizabeth, non può esser legato a fattori esterni o concreti o a nostre comodità… o interessi… ma si nutre di assoluta interiorità… al di là di ogni contingenza… ed in tal modo esso potrà non aver mai fine…






E’ a parer mio una poesia che… fa davvero volare…

Ma ora leggiamola… e, se vi va,
mi farebbe piacere conoscere il vostro parere

Tony Kospan








SE DEVI AMARMI

Elizabeth Barrett Browning


Se devi amarmi,

per null’altro sia che per amore.

Mai non dire:

“L’amo per il sorriso, per lo sguardo,

la gentilezza del parlare,

il modo di pensare così conforme al mio,

che mi rese sereno un giorno”.

Queste son tutte cose che posson mutare.

Amore mio, in sé stesso o per te,

un amore così nato potrebbe poi morire.

E non amarmi per pietà di lacrime

che bagnino il mio volto.

Può scordare il pianto

chi ebbe a lungo il tuo conforto,

e perderti.

Soltanto per amore amami

per sempre e per l’eternità.




John William Waterhouse

 

 

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Elizabeth Barrett Browning (Durham, 6.3.1806 – Firenze, 29.06.1861)
 

SE DEVI AMARMI – Elisabeth Browning con questa sua poesia ci spiega alla perfezione il vero amore   3 comments

 
 
 

Nell’ambito della personale antologia delle poesie sublimi…
non può mancare questa che forse, ad una lettura frettolosa,
può nascondere il tesoro insito nei suoi versi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
SE DEVI AMARMI
ELIZABETH BROWNING
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QUALCHE PAROLA SULL’AUTRICE
 
 
 

(Durham 6.3.1806 – Firenze 29.6.1861)


 
 
Elizabeth Barret nacque in una ricca famiglia che però poi ebbe grossi problemi economici. 

Ben presto iniziò a scrivere e pubblicare con successo poesie e traduzioni dal greco. 

A 32 anni incappò in una grave malattia che le creò gravi difficoltà di deambulazione ma nello stesso periodo s’innamorò del poeta Robert Browning dopo una intensa corrispondenza.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
A causa dell’opposizione paterna lo sposò di nascosto e con lui scappò in Italia. 

A circa 43 anni a sua salute migliorò e divenne madre di un bimbo. 

Visse sempre a Firenze.

 

 

 

Firenze nell’800

 
 
 
 
Fu anche una sostenitrice del nostro Risorgimento ed in particolare di Camillo Benso di Cavour. 

La sua opera più ampia è il lungo poema Aurora Leigh, del 1857, in cui esalta in modo poetico la necessità dell’emancipazione femminile. 

Morì a 54 anni ed è sepolta nel Cimitero degli Inglesi.
 
 
 

LA POESIA SUBLIME
 




Tornando alla poesia essa appare un inno sincero e profondo al suo amore per Robert. 

 

I suoi versi, come sempre accade quando una poesia è davvero sublime, ci inoltrano, con parole semplici ma precise e suggestive, in una dimensione assoluta e ultraterrena in cui il sentimento più bello che c’è… brilla d’immensità.
 
 
 
 
 
 

Robert Browning

 

 

 

Il Vero Amore, ci dice Elizabeth, non può esser legato a fattori esterni o concreti o a nostre comodità… o interessi… ma si nutre di assoluta interiorità… al di là di ogni contingenza… ed in tal modo esso potrà non aver mai fine…


 


John Everett Millais

 


 E’ a parer mio una poesia che… fa volare.

 

Ma ora leggiamola
 
 
 
 
 

John Everett Millais

 

 


SE DEVI AMARMI

Elizabeth Barrett Browning

 

 

Se devi amarmi,


per null’altro sia che per amore.


Mai non dire:


“L’amo per il sorriso, per lo sguardo,


la gentilezza del parlare,


il modo di pensare così conforme al mio,


che mi rese sereno un giorno”.


Queste son tutte cose che posson mutare.


Amore mio, in sé stesso o per te,


un amore così nato potrebbe poi morire.


E non amarmi per pietà di lacrime


che bagnino il mio volto.


Può scordare il pianto


chi ebbe a lungo il tuo conforto,


e perderti.


Soltanto per amore amami


per sempre e per l’eternità.

 


 

 

 

 

TONY KOSPAN




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Vasco Pratolini… lo scrittore fiorentino della gente semplice – Mini biografia e la sua poetica “neorealista”   Leave a comment

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Da giovane ho conosciuto Vasco Pratolini,

grande scrittore fiorentino dallo stile semplice ma umanissimo,

attraverso la lettura dei suoi romanzi.



LA POETICA NEOREALISTA






Stile semplice dicevo…

ma in realtà si tratta di una grande capacità d’immersione,

con naturalezza, nella realtà popolare certo molto fiorentina,

ma nel contempo anche universale.



Vasco Pratolini (Firenze 19.10.1913 – Roma 12.1.1991)




Nelle sue opere colpiscono infatti

i reali dialoghi delle persone normali,

le speranze della gente umile e senza pretese

ma pure i loro  amori e le loro passioni.

.


Per questo molto bella ed aderente al vero

mi appare la definizione di

scrittore dei baci sulla bocca, dei baci rubati agli angoli della strada

letta nel web.








Ma perché era così attratto da questo mondo?


Soprattutto perché era proprio quello il suo mondo,

essendo molto umili le sue origini,

benché poi fin da ragazzo fosse attratto dalle letture.







BREVE BIOGRAFIA



Persa la madre quand’era piccolo,

fu allevato dai nonni materni

e da giovanetto fece vari mestieri.


Poi iniziò a lavorare in una tipografia

ma qui già sognava di dedicarsi alla scrittura.







Grazie al pittore Ottone Rosai

iniziò a scrivere sulla rivista “Il bargello

e con Alfonso Gatto, poeta salernitano,

creò la rivista “Campo di Marte” 

poi soppressa dal regime fascista.


Partecipò alla Resistenza e dopo la guerra, nel 1948,

 si trasferì a Napoli, dove visse sino al 1951.






Questi ultimi furono gli anni per lui più intensi

in quanto scrisse alcune tra le sue opere più belle

e collaborò alla sceneggiatura di alcuni mitici film neorealisti

come Paisà di Roberto Rossellini,

Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti,

 Le quattro giornate di Napoli di Nanni Loy etc.






Nel 1952 si trasferì a Roma, da dove non si allontanerà più.


Lì scrisse altri bei romanzi

e partecipò fino alla fine alla vita intellettuale italiana

che aveva, all’epoca, il suo fulcro nella capitale.








Vediamo ora una scena del film girato da Carlo Lizzani nel 1953

nato da uno dei suoi più noti romanzi

che ci consente di conoscere le tipiche “atmosfere

narrate dallo scrittore fiorentino.

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Alcune tra le sue opere più note:


Le amiche(1943), Il quartiere(1944), Cronaca familiare(1947), Cronache di poveri amanti(1947), Le ragazze di San Frediano(1949), La domenica della povera gente (1952), Metello (1955) Diario sentimentale (1956) e Lo scialo (1960)



Tony Kospan

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Giorgio Vasari.. pennello e penna – Pittore ed architetto ma soprattutto.. creatore della Storia dell’Arte   Leave a comment

 
 
 
 
 
Convito di Ester e Assuero
 
 
 
 

Pittore, architetto, scrittore, ma anche scenografo, decoratore, costruttore di apparati effimeri per i carnevali, matrimoni, etc. il versatile aretino però è stato, e resta, soprattutto una miniera di informazioni storiche, tecniche ed artistiche sul mondo dell’arte rinascimentale oltre che l’inventore del linguaggio dell’arte.

Possiamo dire in poche parole che dopo di lui l’Arte, soprattutto come conoscenza, analisi e storia, non fu più la stessa.

Cercheremo di analizzare, in breve come sempre, la sua figura e le sue opere.

 
 
 
 

(Arezzo 30.7.1511 – Firenze 27.6.1574)


 

 

GIORGIO VASARI
PENNELLO E… PENNA…
a cura di Tony Kospan


 
 
 
 
 
Vasari dipinge – Casa di Arezzo




BREVE BIOGRAFIA

 

 

Iniziò giovanissimo a frequentare la bottega d’arte di Guglielmo di Marcillat dove incontrò Rosso Fiorentino che ebbe poi grande influenza nelle sue opere.

A soli 13 anni si trasferisce a Firenze, massimo centro culturale ed artistico dell’epoca, dove conobbe diversi grandi artisti tra cui Michelangelo e Andrea del Sarto che completarono la sua formazione artistica.

 

 

San Giorgio e il Drago

 

 

Qui strinse un sodalizio artistico con il quasi coetaneo Del Salviati Cecchino insieme al quale affrescò, per il cardinale Salviati a Palazzo Salviati, “La vita di Giovanni il Battista” che portò fama soprattutto al Cecchino e col quale fece un viaggio per ammirare opere d’arte in varie città d’Italia tra cui Roma, Napoli e Bologna, ma nelle quali operò anche.


 

 

I sei poeti toscani

 

 


Il centro principale della sua attività però restò Firenze dove fondò l’Accademia delle arti e del disegno, insieme ad altri artisti, e dove conobbe Cosimo I dei Medici che gli commissionò delle opere architettoniche e, dal 1560 in poi, fu incaricato della Costruzione del Palazzo degli Uffizi, della ristrutturazione di Palazzo Vecchio e del Palazzo degli Anziani di Pisa.


 

 

La nascita di Venere

 

 

Sue caratteristiche sono in primis il piacere di lavorare in compagnia di altri artisti, al punto che da alcuni è anche stato definito una specie di talent scout, ed un’altra, come dirà egli stesso, è la sua grande celerità nel dipingere.

In tutto il corso della sua vita alternò la creazione di opere d’arte con quella di “opere effimere”.

Cioè curava anche l’organizzazione e le scenografie per matrimoni nobiliari, per manifestazioni teatrali, carnevalesche etc..

Morì nel 1574 a Firenze.

 

 

 

 

LO STILE DEL VASARI PITTORE

 

 

Caino e Abele – Dipinto a Napoli

 

Può essere considerato fra i maggiori manieristi tosco-romani ma possiamo forse meglio definire il suo stile come una combinazione tra il manierismo, le visioni michelangiolesche e la vivacità dei colori di Rosso Fiorentino.

Il Manierismo è la corrente artistica che si distinse per la ricerca di uno stile fatto di eleganza, armonia e sicurezza che ebbe vita dal 1525 fino al 1563 anche se il termine fu usato dal Vasari principalmente per descrivere il virtuosismo del pittore.
 
 
 

La fucina di Vulcano

 

 

In effetti la pittura vasariana è incredibilmente precisa e ricchissima di particolari, anche minimi, come possiamo accorgerci esaminando ad es. capelli, mani, occhi, vesti, oggetti etc…, ed i colori sono sempre vivaci,vari e stupendamente applicati.
.
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Sala di Cosimo il Vecchio – Palazzo Vecchio – Firenze



 
Tuttavia la sua pittura, pur elegantissima, appare non manifestare quel pathos, quel calore, che caratterizza le opere dei grandissimi del Rinascimento.
 
 
 
 
“LE VITE”
E LA NASCITA DELLA STORIA DELL’ARTE

 
 
 
 
 
 

Come si diceva all’inizio, pur essendo stato un valente (ma non geniale) pittore, architetto e non solo, tuttavia la sua fama principale oggi gli viene dalla sua opera letteraria che rappresenta una vera e propria pietra miliare nel campo della storiografia e del linguaggio nel campo dell’Arte.
 
Eppure il Vasari, in una lettera ad un amico, si lamentava di non esser così bravo con la penna come col pennello!!!!

 
 
 

Allegoria della giustizia

 

 

 

Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori, da Cimabue insino a’ tempi nostri è il titolo originale dell’opera che ebbe 2 edizioni, la prima nel 1550 e la seconda nel 1568, ma che per brevità ormai è da tutti chiamata “Le vite“.
 
L’opera contiene oltre 160 biografie di artisti ed è quindi un’opera che possiamo definire “monumentale” e la sua importanza è immensa al di là della condivisione o meno di diversi suoi giudizi sugli artisti di cui scrive ed altresì al di là di diversi errori.
 
Inizia, proprio grazie a “Le vite”, l’interesse per le biografie degli artisti, per la critica e l’analisi delle opere, per le conoscenze delle tecniche pittoriche e per la storia delle “scuole” dal duecento in poi.

Infine appare evidente la consapevolezza, in lui, di tutto quello che il suo secolo rappresentava per l’evoluzione dell’Arte mondiale dato che proprio a lui si deve la creazione del termine “Rinascita“.
 
 
 

Battaglia di Marciano

 

 

Ne “Le vite” il Vasari parla anche di se stesso come “Novello Giotto“ e racconta, in alcuni casi con dovizia di particolari (come per il periodo napoletano), ed in altri con strategici silenzi o strategiche amplificazioni la sua vita e le sue opere…
 
Il testo, a dire il vero, contiene anche diversi e marchiani errori in quanto il Vasari prendeva per buone anche le dicerie e le leggende createsi intorno alle vite degli artisti vissuti nei secoli precedenti ma tuttavia queste inesattezze, che per lungo tempo hanno inficiato l’attendibilità dell’opera, non possono danneggiarne nè l’impianto complessivo nè la precisione e la cura dei “suoi” giudizi estetici e critici come concordemente oggi la critica ha finalmente riconosciuto.
 
 
 

 

 

 
In ogni caso non possiamo sottacere 2 importanti aspetti:
 
1 – che le vite degli artisti temporalmente a lui più vicini appaiono abbastanza corrette e precise…
 
2 – che alla sua epoca non c’erano certo i moderni strumenti tecnologici che avrebbero potuto consentirgli più precise ricerche ed analisi scientifiche.
 
Pertanto, in considerazione dell’assoluta innovazione rispetto al preesistente “vuoto” (o quanto meno “grande dispersione“) di conoscenze nel mondo dell’arte, al Vasari ed alle sue “VITE” va riconosciuto un merito davvero incommensurabile…

 
Tony Kospan
 
 
Copyright Tony Kospan – Tutti i diritti riservati




 
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IL GRUPPO DEGLI AMANTI DELL’ARTE (SU FB)
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Casa Vasari – Storie di Zeus




E. B. Browning.. grande poetessa amica dell’Italia – Mini biografia e 2 sublimi poesie   2 comments




Una donna inglese dell’800 dalla vita difficile,
autrice di poesie davvero sublimi,
sostenitrice del nostro Risorgimento
ma anche dell’emancipazione delle donne
 

 
 
 
 
Elizabeth Barrett Browning
 
 
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ELIZABETH BARRET BROWNING

BREVE BIOGRAFIA E 2 GRANDI POESIE
a cura di Tony Kospan




(Durham 6.3.1806 – Firenze 29.6.1861)


 
 
Elizabeth Barret nacque in una ricca famiglia che però poi ebbe grossi problemi economici. 

Ben presto iniziò a scrivere e pubblicare con successo poesie e traduzioni dal greco. 

A 32 anni incappò in una grave malattia che le creò gravi difficoltà di deambulazione ma nello stesso periodo s’innamorò del poeta Robert Browning dopo una intensa corrispondenza.
 
 
 
 
 

Robert Browning

 
 
 
 
A causa dell’opposizione paterna lo sposò di nascosto e con lui scappò in Italia. 

A circa 43 anni a sua salute migliorò e divenne madre di un bimbo. 

Visse sempre a Firenze.

 

 

 

Firenze nell’800

 
 
 
 
 
Fu anche una sostenitrice del nostro Risorgimento ed in particolare di Camillo Benso di Cavour. 

La sua opera più ampia è il lungo poema Aurora Leigh, del 1857, in cui esalta in modo poetico la necessità dell’emancipazione femminile. 

Morì a 54 anni ed è sepolta nel Cimitero degli Inglesi.




 
 
 
 

2 SUE POESIE SUBLIMI
 
 
 


Tornando alle poesie esse sono un inno sincero e profondo al suo amore per Robert. 

 

I suoi versi, come sempre accade quando una poesia è davvero sublime, ci inoltrano, con parole semplici ma precise e suggestive, in una dimensione assoluta e ultraterrena in cui il sentimento più bello che c’è… brilla d’immensità.
 
 
 
 
 
 

 

 

 

Il Vero Amore, ci dice Elizabeth, non può esser legato a fattori esterni o concreti o a nostre comodità… o interessi… ma si nutre di assoluta interiorità… al di là di ogni contingenza… ed in tal modo esso potrà non aver mai fine… 


 


 


John Everett Millais


 
Ma ora leggiamole… 
 
 
 

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SE DEVI AMARMI


Se devi amarmi,

per null’altro sia che per amore.

Mai non dire:

“L’amo per il sorriso, per lo sguardo,

la gentilezza del parlare,

il modo di pensare così conforme al mio,

che mi rese sereno un giorno”.

Queste son tutte cose che posson mutare.

Amore mio, in sé stesso o per te,

un amore così nato potrebbe poi morire.

E non amarmi per pietà di lacrime

che bagnino il mio volto.

Può scordare il pianto

chi ebbe a lungo il tuo conforto,

e perderti.

Soltanto per amore amami

per sempre e per l’eternità.




John Everett Millais





COME TI AMO?


Come ti amo? – Come ti amo?

Lascia che ti annoveri i modi.

Ti amo fino agli estremi di profondità,

di altura e di estensione che l’anima mia

può raggiungere, quando al di là del corporeo

tocco i confini dell’Essere e della Grazia Ideale.

Ti amo entro la sfera delle necessità quotidiane,

alla luce del giorno e al lume di candela.

Ti amo liberamente,

come gli uomini che lottano per la Giustizia;

Ti amo con la stessa purezza con cui essi

rifuggono dalla lode;

Ti amo con la passione delle trascorse sofferenze

e quella che fanciulla mettevo nella fede;

Ti amo con quell’amore

che credevo aver smarrito coi miei santi perduti,

– ti amo col respiro,

i sorrisi, le lacrime dell’intera mia vita! – e,

se Dio vuole, ancor meglio t’amerò dopo la morte.







Tony Kospan






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STORIA.. RICORDI E ATMOSFERE DI UN TEMPO
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Vasari.. pennello e penna – Pittore ed architetto del ‘500 ma soprattutto creatore della Storia dell’Arte   Leave a comment

 
 
 
 
 
Convito di Ester e Assuero
 
 
 
 

Pittore, architetto, scrittore, ma anche scenografo, decoratore, costruttore di apparati effimeri per i carnevali, matrimoni, etc. il versatile aretino però è stato, e resta, soprattutto una miniera di informazioni storiche, tecniche ed artistiche sul mondo dell’arte rinascimentale oltre che l’inventore del linguaggio dell’arte.

Possiamo dire in poche parole che dopo di lui l’Arte, soprattutto come conoscenza, analisi e storia, non fu più la stessa.

Cercheremo di analizzare, in breve come sempre, la sua figura e le sue opere.

 
 
 
 

(Arezzo 30.7.1511 – Firenze 27.6.1574)


 

 

GIORGIO VASARI
PENNELLO E… PENNA…
a cura di Tony Kospan


 
 
 
 
 
Vasari dipinge – Casa di Arezzo




BREVE BIOGRAFIA

 

 

Iniziò giovanissimo a frequentare la bottega d’arte di Guglielmo di Marcillat dove incontrò Rosso Fiorentino che ebbe poi grande influenza nelle sue opere.

A soli 13 anni si trasferisce a Firenze, massimo centro culturale ed artistico dell’epoca, dove conobbe diversi grandi artisti tra cui Michelangelo e Andrea del Sarto che completarono la sua formazione artistica.

 

 

San Giorgio e il Drago

 

 

Qui strinse un sodalizio artistico con il quasi coetaneo Del Salviati Cecchino insieme al quale affrescò, per il cardinale Salviati a Palazzo Salviati, “La vita di Giovanni il Battista” che portò fama soprattutto al Cecchino e col quale fece un viaggio per ammirare opere d’arte in varie città d’Italia tra cui Roma, Napoli e Bologna, ma nelle quali operò anche.


 

 

I sei poeti toscani

 

 


Il centro principale della sua attività però restò Firenze dove fondò l’Accademia delle arti e del disegno, insieme ad altri artisti, e dove conobbe Cosimo I dei Medici che gli commissionò delle opere architettoniche e, dal 1560 in poi, fu incaricato della Costruzione del Palazzo degli Uffizi, della ristrutturazione di Palazzo Vecchio e del Palazzo degli Anziani di Pisa.


 

 

La nascita di Venere

 

 

Sue caratteristiche sono in primis il piacere di lavorare in compagnia di altri artisti, al punto che da alcuni è anche stato definito una specie di talent scout, ed un’altra, come dirà egli stesso, è la sua grande celerità nel dipingere.

In tutto il corso della sua vita alternò la creazione di opere d’arte con quella di “opere effimere”.

Cioè curava anche l’organizzazione e le scenografie per matrimoni nobiliari, per manifestazioni teatrali, carnevalesche etc..

Morì nel 1574 a Firenze.

 

 

 

 

LO STILE DEL VASARI PITTORE

 

 

Caino e Abele – Dipinto a Napoli

 

Può essere considerato fra i maggiori manieristi tosco-romani ma possiamo forse meglio definire il suo stile come una combinazione tra il manierismo, le visioni michelangiolesche e la vivacità dei colori di Rosso Fiorentino.

Il Manierismo è la corrente artistica che si distinse per la ricerca di uno stile fatto di eleganza, armonia e sicurezza che ebbe vita dal 1525 fino al 1563 anche se il termine fu usato dal Vasari principalmente per descrivere il virtuosismo del pittore.
 
 
 

La fucina di Vulcano

 

 

In effetti la pittura vasariana è incredibilmente precisa e ricchissima di particolari, anche minimi, come possiamo accorgerci esaminando ad es. capelli, mani, occhi, vesti, oggetti etc…, ed i colori sono sempre vivaci,vari e stupendamente applicati.
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Sala di Cosimo il Vecchio – Palazzo Vecchio – Firenze



 
Tuttavia la sua pittura, pur elegantissima, appare non manifestare quel pathos, quel calore, che caratterizza le opere dei grandissimi del Rinascimento.
 
 
 
 
“LE VITE”
E LA NASCITA DELLA STORIA DELL’ARTE

 
 
 
 
 
 

Come si diceva all’inizio, pur essendo stato un valente (ma non geniale) pittore, architetto e non solo, tuttavia la sua fama principale oggi gli viene dalla sua opera letteraria che rappresenta una vera e propria pietra miliare nel campo della storiografia e del linguaggio nel campo dell’Arte.
 
Eppure il Vasari, in una lettera ad un amico, si lamentava di non esser così bravo con la penna come col pennello!!!!

 
 
 

Allegoria della giustizia

 

 

 

Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori, da Cimabue insino a’ tempi nostri è il titolo originale dell’opera che ebbe 2 edizioni, la prima nel 1550 e la seconda nel 1568, ma che per brevità ormai è da tutti chiamata “Le vite“.
 
L’opera contiene oltre 160 biografie di artisti ed è quindi un’opera che possiamo definire “monumentale” e la sua importanza è immensa al di là della condivisione o meno di diversi suoi giudizi sugli artisti di cui scrive ed altresì al di là di diversi errori.
 
Inizia, proprio grazie a “Le vite”, l’interesse per le biografie degli artisti, per la critica e l’analisi delle opere, per le conoscenze delle tecniche pittoriche e per la storia delle “scuole” dal duecento in poi.

Infine appare evidente la consapevolezza, in lui, di tutto quello che il suo secolo rappresentava per l’evoluzione dell’Arte mondiale dato che proprio a lui si deve la creazione del termine “Rinascita“.
 
 
 

Battaglia di Marciano

 

 

Ne “Le vite” il Vasari parla anche di se stesso come “Novello Giotto“ e racconta, in alcuni casi con dovizia di particolari (come per il periodo napoletano), ed in altri con strategici silenzi o strategiche amplificazioni la sua vita e le sue opere…
 
Il testo, a dire il vero, contiene anche diversi e marchiani errori in quanto il Vasari prendeva per buone anche le dicerie e le leggende createsi intorno alle vite degli artisti vissuti nei secoli precedenti ma tuttavia queste inesattezze, che per lungo tempo hanno inficiato l’attendibilità dell’opera, non possono danneggiarne nè l’impianto complessivo nè la precisione e la cura dei “suoi” giudizi estetici e critici come concordemente oggi la critica ha finalmente riconosciuto.
 
 
 

 

 

 
In ogni caso non possiamo sottacere 2 importanti aspetti:
 
1 – che le vite degli artisti temporalmente a lui più vicini appaiono abbastanza corrette e precise…
 
2 – che alla sua epoca non c’erano certo i moderni strumenti tecnologici che avrebbero potuto consentirgli più precise ricerche ed analisi scientifiche.
 
Pertanto, in considerazione dell’assoluta innovazione rispetto al preesistente “vuoto” (o quanto meno “grande dispersione“) di conoscenze nel mondo dell’arte, al Vasari ed alle sue “VITE” va riconosciuto un merito davvero incommensurabile…

 
Tony Kospan
 
 
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Casa Vasari – Storie di Zeusi

 

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