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Caterina Boratto.. dai Telefoni Bianchi a Villa Arzilla – Bellezza.. cinema e storia   Leave a comment

.
.
Caterina Boratto
 
 

Moltissimi non sapranno nemmeno chi sia il personaggio
di cui ora parlerò
eppure
Caterina Boratto
è stata una delle più belle ed affascinanti donne del nostro Cinema
e grande diva, negli anni 30, all’epoca dei cd. “telefoni bianchi”.

 
 
 
 
(Torino 15.03.1915 – Roma 14.09.2010)
 
 


CATERINA BORATTO
BELLEZZA… CINEMA E… STORIA
a cura di Tony Kospan
.
.


 
 
 

DAI TELEFONI BIANCHI A VILLA ARZILLA
– Durante la guerra perse il fidanzato e 2 fratelli –
.
.
.
Era nata a Torino il 15 marzo 1915… e lì già giovanissima, al liceo musicale, si fece subito notare per le innate doti di fascino e classe.
Su segnalazione dell’attrice Evelina Paoli, nel 1937, le fu assegnata la parte principale nel film VIVERE.. dove recitava il celebre tenore Tito Schipa… entrando dunque nel mondo della celluloide dalla porta principale.
Scoppiò lì sul set, tra lei e Schipa, subito il classico… colpo di fulmine… ed ebbero una storia d’amore.
Nel ’38 recitò in “Chi è più felice di me?” sempre con Tito Schipa e la stessa regia di Brignonee poi in “Hanno rapito un uomo” con Vittorio de Sica.

 
 



Tito Schipa


 
 
 
Il successo di “Vivere” la rese famosa anche in America e nel 1939 fu scritturata dalla famosissima casa di produzione cinematografica Metro Goldwyn Mayer.
Lì fu subito amata ed ammirata… ma ormai sopraggiungevano gli anni della guerra che la costrinsero a tornare in Italia.
senza nemmeno riuscire a partecipare ad un film.
Tornata a Torino sotto i bombardamenti iniziò, in quegli anni drammatici, una bella storia d’amore con il conte Guidi di Romena che però mori poco dopo in un incidente aereo.

 
 
 
 



 
 
 

 
 
Visse quindi davvero momenti difficili e le furono vicini soprattutto Vittorio De Sica e Giuditta Rissone.
Le cose migliorarono con la chiamata a recitare nel 1942 in alcuni film di genere melò (melodrammatici) dove il mattattore era Amedeo Nazzari con cui ebbe una breve storia e soprattutto con la partecipazione al film “Campo de’ Fiori” (1943).
Qui ebbe rapporti difficili con Anna Magnani e conobbe Aldo Fabrizi, Peppino De Filippo ed il regista Mario Bonnard.


 
 



Amedeo Nazzari

 
 
 
Giungiamo agli ultimi anni di guerra e di nuovo il dramma la colpisce duramente… perdendo 2 fratelli… uno caduto da partigiano e l’altro martire di Cefalonia quando si rifiutò, con tutti gli ufficiali e soldati italiani presenti sull’isola greca di continuare la guerra (che per l’Italia era terminata) accanto ai tedeschi.

 
 
 
 

 
 
 


Un po’ di sollievo le giunse dall’ospitalità offertale nella clinica di lusso torinese “Sanatrix” .
Lì conobbe il proprietario Armando Ceratto che sposò.
Il dopoguerra la vede al centro di alterne vicende personal, belle come la nascita della figlia Marina, ma anche brutte come il fallimento del marito.


 
 
 




Caterina Boratto nel film “Giulietta degli spiriti” di Fellini
 
 
 
 
 
Una ripresa vera e propria in campo artistico avviene grazie alla chiamata di Fellini in Otto e mezzo (1963) e Giulietta degli spiriti (1965). .. ed altre importanti partecipazioni come “Io, io, io… e gli altri ” nel 1965 di Alessandro Blasetti con Franca Valeri, “Ardenne ’44: un inferno” nel 1969 e il controverso “Salò o le 120 giornate di Sodoma” nel 1975 di Pier Paolo Pasolini.







 
Negli anni successivi quando sembra ormai finita la sua carriera d’artista eccola di nuovo tornare in auge negli anni anni ’90 con il divertente serial televisivo “Villa Arzilla”.
 
 
 




 
 
 
 
 
La sua vita, come abbiamo visto, appare densa sia di gioie che di dolori… ma in ogni caso ha certamente lasciato un segno nella storia del cinema.






Apparentemente altera e distaccata, ma in realtà timida, ribelle e sognante aveva una bellezza aristocratica… e un po’ malinconica,  ed anche “statuaria” come possiamo vedere ed ammirare nelle foto… ed in questo video tributo.
 
 
 
 
 



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Caterina Boratto
è stata una delle più belle ed affascinanti donne del nostro Cinema
e grande diva, negli anni 30, all’epoca dei cd. “telefoni bianchi”.

 
 
 
 
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CATERINA BORATTO
BELLEZZA… CINEMA E… STORIA
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DAI TELEFONI BIANCHI A VILLA ARZILLA
– Durante la guerra perse il fidanzato e 2 fratelli –
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Era nata a Torino il 15 marzo 1915… e lì già giovanissima, al liceo musicale, si fece subito notare per le innate doti di fascino e classe.
Su segnalazione dell’attrice Evelina Paoli, nel 1937, le fu assegnata la parte principale nel film VIVERE.. dove recitava il celebre tenore Tito Schipa… entrando dunque nel mondo della celluloide dalla porta principale.
Scoppiò lì sul set, tra lei e Schipa, subito il classico… colpo di fulmine… ed ebbero una storia d’amore.
Nel ’38 recitò in “Chi è più felice di me?” sempre con Tito Schipa e la stessa regia di Brignonee poi in “Hanno rapito un uomo” con Vittorio de Sica.

 
 



Tito Schipa


 
 
 
Il successo di “Vivere” la rese famosa anche in America e nel 1939 fu scritturata dalla famosissima casa di produzione cinematografica Metro Goldwyn Mayer.
Lì fu subito amata ed ammirata… ma ormai sopraggiungevano gli anni della guerra che la costrinsero a tornare in Italia.
senza nemmeno riuscire a partecipare ad un film.
Tornata a Torino sotto i bombardamenti iniziò, in quegli anni drammatici, una bella storia d’amore con il conte Guidi di Romena che però mori poco dopo in un incidente aereo.

 
 
 
 



 
 
 

 
 
Visse quindi davvero momenti difficili e le furono vicini soprattutto Vittorio De Sica e Giuditta Rissone.
Le cose migliorarono con la chiamata a recitare nel 1942 in alcuni film di genere melò (melodrammatici) dove il mattattore era Amedeo Nazzari con cui ebbe una breve storia e soprattutto con la partecipazione al film “Campo de’ Fiori” (1943).
Qui ebbe rapporti difficili con Anna Magnani e conobbe Aldo Fabrizi, Peppino De Filippo ed il regista Mario Bonnard.


 
 



Amedeo Nazzari

 
 
 
Giungiamo agli ultimi anni di guerra e di nuovo il dramma la colpisce duramente… perdendo 2 fratelli… uno caduto da partigiano e l’altro martire di Cefalonia quando si rifiutò, con tutti gli ufficiali e soldati italiani presenti sull’isola greca di continuare la guerra (che per l’Italia era terminata) accanto ai tedeschi.

 
 
 
 

 
 
 


Un po’ di sollievo le giunse dall’ospitalità offertale nella clinica di lusso torinese “Sanatrix” .
Lì conobbe il proprietario Armando Ceratto che sposò.
Il dopoguerra la vede al centro di alterne vicende personal, belle come la nascita della figlia Marina, ma anche brutte come il fallimento del marito.


 
 
 




Caterina Boratto nel film “Giulietta degli spiriti” di Fellini
 
 
 
 
 
Una ripresa vera e propria in campo artistico avviene grazie alla chiamata di Fellini in Otto e mezzo (1963) e Giulietta degli spiriti (1965). .. ed altre importanti partecipazioni come “Io, io, io… e gli altri ” nel 1965 di Alessandro Blasetti con Franca Valeri, “Ardenne ’44: un inferno” nel 1969 e il controverso “Salò o le 120 giornate di Sodoma” nel 1975 di Pier Paolo Pasolini.







 
Negli anni successivi quando sembra ormai finita la sua carriera d’artista eccola di nuovo tornare in auge negli anni anni ’90 con il divertente serial televisivo “Villa Arzilla”.
 
 
 




 
 
 
 
 
La sua vita, come abbiamo visto, appare densa sia di gioie che di dolori… ma in ogni caso ha certamente lasciato un segno nella storia del cinema.






Apparentemente altera e distaccata, ma in realtà timida, ribelle e sognante aveva una bellezza aristocratica… e un po’ malinconica,  ed anche “statuaria” come possiamo vedere ed ammirare nelle foto… ed in questo video tributo.
 
 
 
 
 



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Mercoledì sera in poesia “Se solamente” Neruda – arte E. Sonrel – canzone “Infiniti noi” Pooh   Leave a comment

 

 

 

 

Elisabeth Sonrel

 

 

 


 
 
 
Il ballo è un ricamo… 
è un volo 
è come intravedere l’armonia delle stelle 
è una dichiarazione d’amore 
Il ballo è un inno alla vita. 
La voce della Luna – Fellini






12309848
 

    

 

   (Infiniti noi – Pooh)

Elisabeth Sonrel

 
 
 
 
SE SOLAMENTE
Pablo Neruda
 
 
Se solamente mi toccassi il cuore,
se solamente mettessi la tua bocca sul mio cuore,
la tua bocca sottile, i tuoi denti,
e mettessi la tua lingua come una freccia rossa
là dove il mio cuore polveroso martella,
se soffiassi nel mio cuore, vicino al mare,
piangendo,
suonerebbe con  rumore scuro,
con suono di ruote di treno assonnate,
come acque vacilllanti,
come l’autunno in foglie,
come sangue,
con un rumore di fiamme umide che bruciano il cielo,
suonando come sogni o rami o piogge
e sirene di un porto triste,
se tu soffiassi nel mio cuore vicino al mare,
come un fantasma bianco,
al bordo della schiuma,
in mezzo al vento,
come un fantasma scatenato,
in riva al mare,
piangendo…
 
 
 
 

Elisabeth Sonrel

 

 

barrafiorita
 

 
 
 

 
a tutti da Orso Tony


           

 

 

 

Elisabeth Sonrel


 
 
 
 

Caterina Boratto.. attrice torinese di grande bellezza – Una vita tra cinema e storia dai “Telefoni Bianchi” a “Villa Arzilla”   Leave a comment

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Era nata a Torino il 15 marzo 1915… e lì già giovanissima, al liceo musicale, si fece subito notare per le innate doti di fascino e classe.
Su segnalazione dell’attrice Evelina Paoli, nel 1937, le fu assegnata la parte principale nel film VIVERE.. dove recitava il celebre tenore Tito Schipa… entrando dunque nel mondo della celluloide dalla porta principale.
Scoppiò lì sul set, tra lei e Schipa, subito il classico… colpo di fulmine… ed ebbero una storia d’amore.
Nel ’38 recitò in “Chi è più felice di me?” sempre con Tito Schipa e la stessa regia di Brignonee poi in “Hanno rapito un uomo” con Vittorio de Sica.

 
 



Tito Schipa


 
 
 
Il successo di “Vivere” la rese famosa anche in America e nel 1939 fu scritturata dalla famosissima casa di produzione cinematografica Metro Goldwyn Mayer.
Lì fu subito amata ed ammirata… ma ormai sopraggiungevano gli anni della guerra che la costrinsero a tornare in Italia.
senza nemmeno riuscire a partecipare ad un film.
Tornata a Torino sotto i bombardamenti iniziò, in quegli anni drammatici, una bella storia d’amore con il conte Guidi di Romena che però mori poco dopo in un incidente aereo.

 
 
 
 



 
 
 

 
 
Visse quindi davvero momenti difficili e le furono vicini soprattutto Vittorio De Sica e Giuditta Rissone.
Le cose migliorarono con la chiamata a recitare nel 1942 in alcuni film di genere melò (melodrammatici) dove il mattattore era Amedeo Nazzari con cui ebbe una breve storia e soprattutto con la partecipazione al film “Campo de’ Fiori” (1943).
Qui ebbe rapporti difficili con Anna Magnani e conobbe Aldo Fabrizi, Peppino De Filippo ed il regista Mario Bonnard.


 
 



Amedeo Nazzari

 
 
 
Giungiamo agli ultimi anni di guerra e di nuovo il dramma la colpisce duramente… perdendo 2 fratelli… uno caduto da partigiano e l’altro martire di Cefalonia quando si rifiutò, con tutti gli ufficiali e soldati italiani presenti sull’isola greca di continuare la guerra (che per l’Italia era terminata) accanto ai tedeschi.

 
 
 
 

 
 
 


Un po’ di sollievo le giunse dall’ospitalità offertale nella clinica di lusso torinese “Sanatrix” .
Lì conobbe il proprietario Armando Ceratto che sposò.
Il dopoguerra la vede al centro di alterne vicende personal, belle come la nascita della figlia Marina, ma anche brutte come il fallimento del marito.


 
 
 




Caterina Boratto nel film “Giulietta degli spiriti” di Fellini
 
 
 
 
 
Una ripresa vera e propria in campo artistico avviene grazie alla chiamata di Fellini in Otto e mezzo (1963) e Giulietta degli spiriti (1965). .. ed altre importanti partecipazioni come “Io, io, io… e gli altri ” nel 1965 di Alessandro Blasetti con Franca Valeri, “Ardenne ’44: un inferno” nel 1969 e il controverso “Salò o le 120 giornate di Sodoma” nel 1975 di Pier Paolo Pasolini.







 
Negli anni successivi quando sembra ormai finita la sua carriera d’artista eccola di nuovo tornare in auge negli anni anni ’90 con il divertente serial televisivo “Villa Arzilla”.
 
 
 




 
 
 
 
 
La sua vita, come abbiamo visto, appare densa sia di gioie che di dolori… ma in ogni caso ha certamente lasciato un segno nella storia del cinema.






Apparentemente altera e distaccata, ma in realtà timida, ribelle e sognante aveva una bellezza aristocratica… e un po’ malinconica,  ed anche “statuaria” come possiamo vedere ed ammirare nelle foto… ed in questo video tributo.
 
 
 
 
 



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Era nata a Torino il 15 marzo 1915… e lì già giovanissima, al liceo musicale, si fece subito notare per le innate doti di fascino e classe.
Su segnalazione dell’attrice Evelina Paoli, nel 1937, le fu assegnata la parte principale nel film VIVERE.. dove recitava il celebre tenore Tito Schipa… entrando dunque nel mondo della celluloide dalla porta principale.
Scoppiò lì sul set, tra lei e Schipa, subito il classico… colpo di fulmine… ed ebbero una storia d’amore.
Nel ’38 recitò in “Chi è più felice di me?” sempre con Tito Schipa e la stessa regia di Brignonee poi in “Hanno rapito un uomo” con Vittorio de Sica.

 
 



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Lì fu subito amata ed ammirata… ma ormai sopraggiungevano gli anni della guerra che la costrinsero a tornare in Italia.
senza nemmeno riuscire a partecipare ad un film.
Tornata a Torino sotto i bombardamenti iniziò, in quegli anni drammatici, una bella storia d’amore con il conte Guidi di Romena che però mori poco dopo in un incidente aereo.

 
 
 
 



 
 
 

 
 
Visse quindi davvero momenti difficili e le furono vicini soprattutto Vittorio De Sica e Giuditta Rissone.
Le cose migliorarono con la chiamata a recitare nel 1942 in alcuni film di genere melò (melodrammatici) dove il mattattore era Amedeo Nazzari con cui ebbe una breve storia e soprattutto con la partecipazione al film “Campo de’ Fiori” (1943).
Qui ebbe rapporti difficili con Anna Magnani e conobbe Aldo Fabrizi, Peppino De Filippo ed il regista Mario Bonnard.


 
 



Amedeo Nazzari

 
 
 
Giungiamo agli ultimi anni di guerra e di nuovo il dramma la colpisce duramente… perdendo 2 fratelli… uno caduto da partigiano e l’altro martire di Cefalonia quando si rifiutò, con tutti gli ufficiali e soldati italiani presenti sull’isola greca di continuare la guerra (che per l’Italia era terminata) accanto ai tedeschi.

 
 
 
 

 
 
 


Un po’ di sollievo le giunse dall’ospitalità offertale nella clinica di lusso torinese “Sanatrix” .
Lì conobbe il proprietario Armando Ceratto che sposò.
Il dopoguerra la vede al centro di alterne vicende personal, belle come la nascita della figlia Marina, ma anche brutte come il fallimento del marito.


 
 
 




Caterina Boratto nel film “Giulietta degli spiriti” di Fellini
 
 
 
 
 
Una ripresa vera e propria in campo artistico avviene grazie alla chiamata di Fellini in Otto e mezzo (1963) e Giulietta degli spiriti (1965). .. ed altre importanti partecipazioni come “Io, io, io… e gli altri ” nel 1965 di Alessandro Blasetti con Franca Valeri, “Ardenne ’44: un inferno” nel 1969 e il controverso “Salò o le 120 giornate di Sodoma” nel 1975 di Pier Paolo Pasolini.







 
Negli anni successivi quando sembra ormai finita la sua carriera d’artista eccola di nuovo tornare in auge negli anni anni ’90 con il divertente serial televisivo “Villa Arzilla”.
 
 
 




 
 
 
 
 
La sua vita, come abbiamo visto, appare densa sia di gioie che di dolori… ma in ogni caso ha certamente lasciato un segno nella storia del cinema.






Apparentemente altera e distaccata, ma in realtà timida, ribelle e sognante aveva una bellezza aristocratica… e un po’ malinconica,  ed anche “statuaria” come possiamo vedere ed ammirare nelle foto… ed in questo video tributo.
 
 
 
 
 



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Il ballo è un ricamo… 
è un volo 
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SE SOLAMENTE
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se solamente mettessi la tua bocca sul mio cuore,
la tua bocca sottile, i tuoi denti,
e mettessi la tua lingua come una freccia rossa
là dove il mio cuore polveroso martella,
se soffiassi nel mio cuore, vicino al mare,
piangendo,
suonerebbe con  rumore scuro,
con suono di ruote di treno assonnate,
come acque vacilllanti,
come l’autunno in foglie,
come sangue,
con un rumore di fiamme umide che bruciano il cielo,
suonando come sogni o rami o piogge
e sirene di un porto triste,
se tu soffiassi nel mio cuore vicino al mare,
come un fantasma bianco,
al bordo della schiuma,
in mezzo al vento,
come un fantasma scatenato,
in riva al mare,
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Era nata a Torino il 15 marzo 1915… e lì già giovanissima, al liceo musicale, si fece subito notare per le innate doti di fascino e classe.
Su segnalazione dell’attrice Evelina Paoli, nel 1937, le fu assegnata la parte principale nel film VIVERE.. dove recitava il celebre tenore Tito Schipa… entrando dunque nel mondo della celluloide dalla porta principale.
Scoppiò lì sul set, tra lei e Schipa, subito il classico… colpo di fulmine… ed ebbero una storia d’amore.
Nel ’38 recitò in “Chi è più felice di me?” sempre con Tito Schipa e la stessa regia di Brignonee poi in “Hanno rapito un uomo” con Vittorio de Sica.

 
 



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Era nata a Torino il 15 marzo 1915… e lì già giovanissima, al liceo musicale, si fece subito notare per le innate doti di fascino e classe.
Su segnalazione dell'attrice Evelina Paoli, nel 1937, le fu assegnata la parte principale nel film VIVERE.. dove recitava il celebre tenore Tito Schipa… entrando dunque nel mondo della celluloide dalla porta principale.
Scoppiò lì sul set, tra lei e Schipa, subito il classico… colpo di fulmine… ed ebbero una storia d'amore.
Nel '38 recitò in “Chi è più felice di me?” sempre con Tito Schipa e la stessa regia di Brignonee poi in “Hanno rapito un uomo” con Vittorio de Sica.

 
 



Tito Schipa


 
 
 
Il successo di “Vivere” la rese famosa anche in America e nel 1939 fu scritturata dalla famosissima casa di produzione cinematografica Metro Goldwyn Mayer.
Lì fu subito amata ed ammirata… ma ormai sopraggiungevano gli anni della guerra che la costrinsero a tornare in Italia.
senza nemmeno riuscire a partecipare ad un film.
Tornata a Torino sotto i bombardamenti iniziò, in quegli anni drammatici, una bella storia d'amore con il conte Guidi di Romena che però mori poco dopo in un incidente aereo.

 
 
 
 



 
 
 

 
 
Visse quindi davvero momenti difficili e le furono vicini soprattutto Vittorio De Sica e Giuditta Rissone.
Le cose migliorarono con la chiamata a recitare nel 1942 in alcuni film di genere melò (melodrammatici) dove il mattattore era Amedeo Nazzari con cui ebbe una breve storia e soprattutto con la partecipazione al film “Campo de' Fiori” (1943).
Qui ebbe rapporti difficili con Anna Magnani e conobbe Aldo Fabrizi, Peppino De Filippo ed il regista Mario Bonnard.


 
 



Amedeo Nazzari

 
 
 
Giungiamo agli ultimi anni di guerra e di nuovo il dramma la colpisce duramente… perdendo 2 fratelli… uno caduto da partigiano e l'altro martire di Cefalonia quando si rifiutò, con tutti gli ufficiali e soldati italiani presenti sull'isola greca…, di continuare la guerra (che per l'Italia era terminata) accanto ai tedeschi.

 
 
 
 

 
 
 


Un po' di sollievo le giunse dall'ospitalità offertale nella clinica di lusso torinese “Sanatrix” .
Lì conobbe il proprietario Armando Ceratto che sposò.
Il dopoguerra la vede al centro di alterne vicende personali… belle come la nascita della figlia Marina… ma anche brutte come il fallimento del marito.

 
 
 




 
 
 
 
 
Una ripresa vera e propria in campo artistico avviene grazie alla chiamata di Fellini in Otto e mezzo (1963) e Giulietta degli spiriti (1965). .. ed altre importanti partecipazioni come “Io, io, io… e gli altri ” nel 1965 di Alessandro Blasetti con Franca Valeri, “Ardenne '44: un inferno” nel 1969 e il controverso “Salò o le 120 giornate di Sodoma” nel 1975 di Pier Paolo Pasolini.







 
Negli anni successivi quando sembra ormai finita la sua carriera d'artista eccola di nuovo tornare in auge negli anni anni '90 con il divertente serial televisivo “Villa Arzilla”.
 
 
 




 
 
 
 
 
La sua vita, come abbiamo visto, appare densa sia di gioie che di dolori… ma in ogni caso ha certamente lasciato un segno nella storia del cinema.





Apparentemente altera e distaccata, ma in realtà timida, ribelle e sognante aveva una bellezza aristocratica… e un po' malinconica,  ed anche “statuaria” come possiamo vedere ed ammirare nelle foto… ed in questo video tributo.
 
 
 
 
 



 
 
 
 
 
 
 
 
Tony Kospan

 
 
 
Tutti i diritti riservati – Tony Kospan
 
 
 
 
 

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Felice mercoledì sera in poesia con “Se solamente” Neruda – arte E. Sonrel – canzone “Infiniti noi”   4 comments

 

 

 

 

Elisabeth Sonrel

 

 

 


 
 
 
Il ballo è un ricamo… è un volo
è come intravedere l’armonia delle stelle
è una dichiarazione d’amore
Il ballo è un inno alla vita.
La voce della Luna – Fellini






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   (Infiniti noi – Pooh)

Elisabeth Sonrel

 
 
 
 
SE SOLAMENTE
Pablo Neruda
 
 
Se solamente mi toccassi il cuore,
se solamente mettessi la tua bocca sul mio cuore,
la tua bocca sottile, i tuoi denti,
e mettessi la tua lingua come una freccia rossa
là dove il mio cuore polveroso martella,
se soffiassi nel mio cuore, vicino al mare,
piangendo,
suonerebbe con  rumore scuro,
con suono di ruote di treno assonnate,
come acque vacilllanti,
come l’autunno in foglie,
come sangue,
con un rumore di fiamme umide che bruciano il cielo,
suonando come sogni o rami o piogge
e sirene di un porto triste,
se tu soffiassi nel mio cuore vicino al mare,
come un fantasma bianco,
al bordo della schiuma,
in mezzo al vento,
come un fantasma scatenato,
in riva al mare,
piangendo…
 
 
 
 

Elisabeth Sonrel

 

 

 

 
 
 

 
a tutti da Orso Tony


           

 

 

 

Elisabeth Sonrel


 
 
 
 

Caterina Boratto – L’attrice torinese di grande bellezza tra cinema e storia.. dai Telefoni Bianchi a Villa Arzilla   Leave a comment

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Caterina Boratto nel film “Giulietta degli spiriti” di Fellini
 
 

Moltissimi non sapranno nemmeno chi sia il personaggio
di cui ora parlerò…
eppure
Caterina Boratto
è stata una delle più belle ed affascinanti donne del nostro Cinema…
e grande diva negli anni 30… all’epoca dei… “telefoni bianchi”.

 
 
 
 
(Torino 15 3 1915 – Roma 14 9 2010)
 
 


CATERINA BORATTO
BELLEZZA… CINEMA E… STORIA
a cura di Tony Kospan
.
.


 
 
 

DAI TELEFONI BIANCHI A VILLA ARZILLA
– Durante la guerra perse il fidanzato e 2 fratelli –
.
.
.
Era nata a Torino il 15 marzo 1915… e lì già giovanissima, al liceo musicale, si fece subito notare per le innate doti di fascino e classe.
Su segnalazione dell’attrice Evelina Paoli, nel 1937, le fu assegnata la parte principale nel film VIVERE.. dove recitava il celebre tenore Tito Schipa… entrando dunque nel mondo della celluloide dalla porta principale.
Scoppiò lì sul set, tra lei e Schipa, subito il classico… colpo di fulmine… ed ebbero una storia d’amore.
Nel ’38 recitò in “Chi è più felice di me?” sempre con Tito Schipa e la stessa regia di Brignonee poi in “Hanno rapito un uomo” con Vittorio de Sica.

 
 



Tito Schipa


 
 
 
Il successo di “Vivere” la rese famosa anche in America e nel 1939 fu scritturata dalla famosissima casa di produzione cinematografica Metro Goldwyn Mayer.
Lì fu subito amata ed ammirata… ma ormai sopraggiungevano gli anni della guerra che la costrinsero a tornare in Italia.
senza nemmeno riuscire a partecipare ad un film.
Tornata a Torino sotto i bombardamenti iniziò, in quegli anni drammatici, una bella storia d’amore con il conte Guidi di Romena che però mori poco dopo in un incidente aereo.

 
 
 
 



 
 
 

 
 
Visse quindi davvero momenti difficili e le furono vicini soprattutto Vittorio De Sica e Giuditta Rissone.
Le cose migliorarono con la chiamata a recitare nel 1942 in alcuni film di genere melò (melodrammatici) dove il mattattore era Amedeo Nazzari con cui ebbe una breve storia e soprattutto con la partecipazione al film “Campo de’ Fiori” (1943).
Qui ebbe rapporti difficili con Anna Magnani e conobbe Aldo Fabrizi, Peppino De Filippo ed il regista Mario Bonnard.


 
 



Amedeo Nazzari

 
 
 
Giungiamo agli ultimi anni di guerra e di nuovo il dramma la colpisce duramente… perdendo 2 fratelli… uno caduto da partigiano e l’altro martire di Cefalonia quando si rifiutò, con tutti gli ufficiali e soldati italiani presenti sull’isola greca…, di continuare la guerra (che per l’Italia era terminata) accanto ai tedeschi.

 
 
 
 

 
 
 


Un po’ di sollievo le giunse dall’ospitalità offertale nella clinica di lusso torinese “Sanatrix” .
Lì conobbe il proprietario Armando Ceratto che sposò.
Il dopoguerra la vede al centro di alterne vicende personali… belle come la nascita della figlia Marina… ma anche brutte come il fallimento del marito.

 
 
 




 
 
 
 
 
Una ripresa vera e propria in campo artistico avviene grazie alla chiamata di Fellini in Otto e mezzo (1963) e Giulietta degli spiriti (1965). .. ed altre importanti partecipazioni come “Io, io, io… e gli altri ” nel 1965 di Alessandro Blasetti con Franca Valeri, “Ardenne ’44: un inferno” nel 1969 e il controverso “Salò o le 120 giornate di Sodoma” nel 1975 di Pier Paolo Pasolini.







 
Negli anni successivi quando sembra ormai finita la sua carriera d’artista eccola di nuovo tornare in auge negli anni anni ’90 con il divertente serial televisivo “Villa Arzilla”.
 
 
 




 
 
 
 
 
La sua vita, come abbiamo visto, appare densa sia di gioie che di dolori… ma in ogni caso ha certamente lasciato un segno nella storia del cinema.





Apparentemente altera e distaccata, ma in realtà timida, ribelle e sognante aveva una bellezza aristocratica… e un po’ malinconica,  ed anche “statuaria” come possiamo vedere ed ammirare nelle foto… ed in questo video tributo.
 
 
 
 
 



 
 
 
 
 
 
 
 
Tony Kospan

 
 
 
Tutti i diritti riservati – Tony Kospan
 
 
 
 
 

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