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Questa simpatica favoletta ci dice che amore e follia sono sempre insieme! Cosa ne pensiamo?   1 comment


 
 

Una simpaticissima favoletta che
ci rivela una verità che ben verifichiamo
sulla nostra pelle quando…
 
 
 
 



 
 
 
LA FAVOLA DELL’AMORE E DELLA FOLLIA

 
 
 
La Follia decise di invitare i suoi amici a prendere un caffè da lei. 
Dopo il caffè, la Follia propose:
“Si gioca a nascondino?”. 
“Nascondino? Che cos’è?” – domandò la Curiosità. 
“Nascondino è un gioco.
Io conto fino a cento e voi vi nascondete.
Quando avrò terminato di contare, cercherò e
il primo che troverò sarà il prossimo a contare”.
Accettarono tutti ad eccezione della Paura e della Pigrizia.

 

 

 

 
 
 
 
 
“1.. 2.. 3.. – la Follia cominciò a contare.
La Fretta si nascose per prima, dove le capitò.
La Timidezza, timida come sempre, si nascose
in un gruppo d’alberi.
La Gioia corse in mezzo al giardino.
La Tristezza cominciò a piangere, perché non
trovava un angolo adatto per nascondersi.
L’ Invidia si unì al Trionfo e si nascose
accanto a lui dietro un sasso.
La Follia continuava a contare mentre i suoi
amici si nascondevano.
La Disperazione era disperata vedendo che la
Follia era già a novantanove.
CENTO! – gridò la Follia – Comincerò a cercare.”






La prima ad essere trovata fu la Curiosità,
poiché non aveva potuto impedirsi
di uscire per vedere chi sarebbe stato il
primo ad essere scoperto.
Guardando da una parte, la Follia vide il Dubbio
sopra un recinto che non sapeva da quale lato si sarebbe meglio nascosto.
E così di seguito scoprì la Gioia, la Tristezza, la Timidezza.
Quando tutti erano riuniti, la Curiosità
domandò: “Dov’è L’Amore?”.
Nessuno l’aveva visto.
La Follia cominciò a cercarlo.
Cercò in cima ad una montagna, nei fiumi sotto le rocce.
Ma non trovò l’Amore.
Cercando da tutte le parti, la Follia vide un rosaio, prese un pezzo di legno
e cominciò cercare tra i rami, allorché ad un tratto sentì un grido.
Era l’Amore, che gridava perché una spina gli aveva forato un occhio.
La Follia non sapeva che cosa fare. 
Si scusò, implorò l’Amore per avere il suo perdono
e arrivò a promettergli di seguirlo per sempre. 
L’Amore accettò le scuse.



 
 


Ancor oggi, l’Amore è cieco
e la Follia l’accompagna sempre.


 

 

 

 



Eh sì… questa favoletta… ci conferma che…
 
 – non esiste vero amore senza un pizzico di follia… – 
 
 
Ma voi cosa ne pensate? 
 
 
Ciao da Tony Kospan



 
 
 
dal web – impaginaz. t.k.



 
 
 
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Rina Sutzkever


 
 
 

LA PIANTA DELLA PAZIENZA – Una favola simpatica e saggia   Leave a comment




Un suggestivo e saggio racconto che ci parla di una virtù
che ai giorni nostri appare sempre più trascurata
se non addirittura del tutto sconosciuta.

.

.

.




LA PIANTA DELLA PAZIENZA
Favoletta di saggezza






Un uomo duramente provato dalla vita, il quale aveva saputo mantenere sempre integra la sua serenità e il suo coraggio, sentendo avvicinarsi la fine chiamò intorno a sé i figlioli, le nuore, i nipoti e i pronipoti e disse loro:
“Voglio svelarvi un segreto. Venite con me nel frutteto”.
Tutti lo seguirono con curiosità e tenerezza, poiché sapevano quanto il vecchio amasse le piante.
Con le poche forze rimaste e rifiutando ogni aiuto, l’uomo cominciò a zappare in un punto preciso, al centro del verziere.
Apparve un piccolo scrigno.
Il vecchio lo aprì e disse:
“Ecco la pianta più preziosa di tutte, quella che ha dato cibo alla mia vita e di cui tutti voi avete beneficiato”.
Ma lo scrigno era vuoto e la pianticella che l’uomo teneva religiosamente fra le dita era una sua fantasia.
Nonostante tutto nessuno sorrise.
“Prima di morire”, proseguì l’uomo, “voglio dare ad ognuno di voi uno dei suoi inestimabili semi”.
Le mani di tutti si aprirono e finsero di accogliere il dono.
“E’ una pianta che va coltivata con cura, altrimenti s’intristisce e chi la possiede ne è come intossicato e perde vigore.
Affinché le sue radici divengano profonde, bisogna sorriderle;
solo col sorriso le sue foglie diventano larghe e fanno ombra a molti.
Infine, i suoi rami vanno tenuti sollevati da terra;
solo con l’aiuto di molto cielo diventano agili e lievi a tal punto da non farsi nemmeno notare”.
Il vecchio tacque.
Passò molto tempo ma nessuno si mosse.
Il sole stava per tramontare, quando il figlio maggiore rispose per tutti loro:
“Grazie, padre, del tuo bellissimo dono; ma forse non abbiamo capito bene di che pianta si tratti”.
“Sì che lo avete capito.
Mentre mi ascoltavate e mi stavate intorno, ognuno di voi ha già dato vita al piccolo seme che vi ho consegnato.
 
E’ la Pianta della Pazienza“.









TESTO DAL WEB... IMPAG. T.K.







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LA TUA PAGINA D’AMORE PSICHE E SOGNO

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Dolce e simpatica.. proprio come il frutto.. è questa leggenda dell’uva   Leave a comment







Molto bella e simpatica è questa leggenda, di autore anonimo, 
che ci parla di uno dei frutti più dolci ed amati 
e che è anche uno dei simboli dell’autunno…







LA LEGGENDA DELL’UVA



uva%2520nerauva%2520nerauva%2520nerauva%2520nera



Moltissimi anni fa la vite non produceva grappoli d’uva. 
Era una pianta ornamentale, come tante altre.
Al centro di un piccolo orto cresceva una bella vite, di rami e di foglie.
Questa magnifica pianta riceveva in abbondanza la luce del sole e ne traeva un grande beneficio.
I rami della vite si allungavano sempre di più sopra i seminati dell’orticello e li coprivano con la loro ombra.
L’ ortolano si preoccupava: “Anche le piantine hanno bisogno di sole” diceva tra sé “è necessario che io poti la vite”.
In un giorno grigio e nuvoloso, l’ortolano tagliò con energia i rami più lunghi della bella pianta ornamentale e tolse le foglie più grandi dagli altri rami.
La vite pianse e ne soffrì.
Quando scese la sera, un usignolo si posò delicatamente sopra un ramo della vite e cominciò a cantare per confortarla.
Il canto era così dolce, che la pianta provò una sensazione di benessere.
Le sue lacrime si impregnarono di dolcezza e rimasero lì, sui rami, come piccole perle.
La notte lentamente si dileguò.
All’apparire del giorno, il sole avvolse la vita con i suoi rami tenui e tiepidi.
Allora, come per incanto, la pianta sentì scorrere in sé una linfa nuova.
Le sue lacrime, belle come perle, cominciarono a trasformarsi in piccoli frutti: i primi chicchi d’uva.
Un venticello scherzoso passò rapidamente tra i rami della vite e riunì i chicchi d’uva in grappoli, più o meno grandi.
Il sole a poco a poco li maturò.
La vite era diventata una pianta da frutti.
I suoi chicchi, simili a perle, avevano la dolcezza del canto dell’usignolo e il colore dorato del sole. 










Il testo è presente in vari siti web
Impaginazione T. K.









Questa simpatica favola ci dona una particolare visione della forza dell’amore – Cosa ne pensate?   Leave a comment


 

 



Davvero una bella… simpatica… favola

che ci parla di un aspetto,

in verità controverso, dell’amore

 

La trovai nel web tempo fa

 ma… parliamone solo dopo averla letta.

 

 






 

 LA FAVOLA DELL’AMORE



 

 
 
 


Una donna stava innaffiando il giardino della sua casa quando vide tre vecchietti con i loro anni di esperienza che stavano di fronte al suo giardino.  
Ella non li conosceva e disse:
“Non mi sembra di conoscervi, ma dovrete essere affamati.
Vi prego, entrate in casa così che mangiate qualcosa.” 
 
Essi domandarono: “Non c’è  l’uomo di casa?”   
“No!” – rispose lei- “non è in casa”. – “In tal caso, non possiamo entrare” dissero.
All’imbrunire, quando il marito rincasò, ella gli raccontò tutto ciò che le era capitato. 
“Allora, dì loro che son rientrato e, dunque, invitali pure ad entrare!”
La donna uscì per invitare i tre uomini a casa. “Non possiamo entrare tutti e tre insieme in una casa”,  spiegarono i vecchietti. “
“Perché?”  volle sapere lei.
Uno degli uomini indicò uno dei suoi amici e spiegò:
“Il suo nome è Ricchezza”.
Subito dopo indicò l’altro. “Il suo nome è Successo ed io mi chiamo Amore.
Adesso va’ dentro e decidi con tuo marito quale di noi tre desiderate invitare a casa vostra.”  
La donna entrò n casa e raccontò suo marito tutto ciò he i tre uomini le avevano detto.
 Lui si rallegrò e disse: “Che bello! Se è così, allora invitiamo Ricchezza, che venga, e riempia la nostra casa!”
Sua moglie non era d’accordo:
“Caro, perché non invitiamo Successo?” 
 
La figlia della coppia stava ascoltando dall’altra parte della casa ed entrò di corsa.
“Non sarebbe meglio far entrare
Amore? Così la nostra famiglia sarebbe piena di amore.”
 
“Prendiamo in considerazione il consiglio di nostra figlia”’, disse il marito alla moglie.
“Va’ fuori ed invita Amore perché sia nostro ospite.”

La moglie uscì chiese loro:
“Chi di voi è Amore?
Che venga, per favore, e sia il nostro invitato.” 
Amore si sedette sulla sua sedia e cominciò d avanzare in direzione della casa.
Anche gli altri due si alzarono e lo seguirono.  
Alquanto sorpresa, la signora chiese a Ricchezza e a Successo:
“Io ho invitato solo Amore: perché venite anche voi?”
 
I tre replicarono insieme:
“Se avessi invitato Ricchezza o Successo gli altri due sarebbero rimasti fuori, ma poiché hai invitato Amore, dovunque egli vada, noi andiamo con lui.”

 
 
 
Laddove c’è amore,
c’è anche ricchezza e successo.
 
 
 
 
 
Anthony Van Dyk – Amore e Psiche


Personalmente non è che mi convinca molto questa favola
a meno che non la si voglia interpretare solo come speranza o auspicio
dato che nella realtà
vedo coppie rimaste povere e senza successo amarsi felicemente
e coppie ricche e di successo amarsi solo per modo di dire.

 
 
Cosa ne pensate? 

 
Ciao da Tony Kospan










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Amore e follia sono sempre insieme come ci dice questa simpatica favoletta? Cosa ne pensiamo?   Leave a comment


 
 

Una simpaticissima favoletta che
ci rivela una verità che ben verifichiamo
sulla nostra pelle quando…
 
 
 
 



 
 
 
LA FAVOLA DELL’AMORE E DELLA FOLLIA

 
 
 
La Follia decise di invitare i suoi amici a prendere un caffè da lei. 
Dopo il caffè, la Follia propose:
“Si gioca a nascondino?”. 
“Nascondino? Che cos’è?” – domandò la Curiosità. 
“Nascondino è un gioco.
Io conto fino a cento e voi vi nascondete.
Quando avrò terminato di contare, cercherò e
il primo che troverò sarà il prossimo a contare”.
Accettarono tutti ad eccezione della Paura e della Pigrizia.

 

 

 

 
 
 
 
 
“1.. 2.. 3.. – la Follia cominciò a contare.
La Fretta si nascose per prima, dove le capitò.
La Timidezza, timida come sempre, si nascose
in un gruppo d’alberi.
La Gioia corse in mezzo al giardino.
La Tristezza cominciò a piangere, perché non
trovava un angolo adatto per nascondersi.
L’ Invidia si unì al Trionfo e si nascose
accanto a lui dietro un sasso.
La Follia continuava a contare mentre i suoi
amici si nascondevano.
La Disperazione era disperata vedendo che la
Follia era già a novantanove.
CENTO! – gridò la Follia – Comincerò a cercare.”






La prima ad essere trovata fu la Curiosità,
poiché non aveva potuto impedirsi
di uscire per vedere chi sarebbe stato il
primo ad essere scoperto.
Guardando da una parte, la Follia vide il Dubbio
sopra un recinto che non sapeva da quale lato si sarebbe meglio nascosto.
E così di seguito scoprì la Gioia, la Tristezza, la Timidezza.
Quando tutti erano riuniti, la Curiosità
domandò: “Dov’è L’Amore?”.
Nessuno l’aveva visto.
La Follia cominciò a cercarlo.
Cercò in cima ad una montagna, nei fiumi sotto le rocce.
Ma non trovò l’Amore.
Cercando da tutte le parti, la Follia vide un rosaio, prese un pezzo di legno
e cominciò cercare tra i rami, allorché ad un tratto sentì un grido.
Era l’Amore, che gridava perché una spina gli aveva forato un occhio.
La Follia non sapeva che cosa fare. 
Si scusò, implorò l’Amore per avere il suo perdono
e arrivò a promettergli di seguirlo per sempre. 
L’Amore accettò le scuse.



 
 


Ancor oggi, l’Amore è cieco
e la Follia l’accompagna sempre.


 

 

 

 



Eh sì… questa favoletta… ci conferma che…
 
 – non esiste vero amore senza un pizzico di follia… – 
 
 
Ma voi cosa ne pensate? 
 
 
Ciao da Tony Kospan



 
 
 
dal web – impaginaz. t.k.



 
 
 
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DOLCE E SIMPATICA COME IL FRUTTO E’ QUESTA LEGGENDA.. DELL’UVA   Leave a comment







Molto bella e simpatica è questa leggenda, di autore anonimo, 
che ci parla di uno dei frutti più dolci ed amati 
e che è anche uno dei simboli dell’autunno…







LA LEGGENDA DELL’UVA



uva%2520nerauva%2520nerauva%2520nerauva%2520nera



Moltissimi anni fa la vite non produceva grappoli d’uva. 
Era una pianta ornamentale, come tante altre.
Al centro di un piccolo orto cresceva una bella vite, di rami e di foglie.
Questa magnifica pianta riceveva in abbondanza la luce del sole e ne traeva un grande beneficio.
I rami della vite si allungavano sempre di più sopra i seminati dell’orticello e li coprivano con la loro ombra.
L’ ortolano si preoccupava: “Anche le piantine hanno bisogno di sole” diceva tra sé “è necessario che io poti la vite”.
In un giorno grigio e nuvoloso, l’ortolano tagliò con energia i rami più lunghi della bella pianta ornamentale e tolse le foglie più grandi dagli altri rami.
La vite pianse e ne soffrì.
Quando scese la sera, un usignolo si posò delicatamente sopra un ramo della vite e cominciò a cantare per confortarla.
Il canto era così dolce, che la pianta provò una sensazione di benessere.
Le sue lacrime si impregnarono di dolcezza e rimasero lì, sui rami, come piccole perle.
La notte lentamente si dileguò.
All’apparire del giorno, il sole avvolse la vita con i suoi rami tenui e tiepidi.
Allora, come per incanto, la pianta sentì scorrere in sé una linfa nuova.
Le sue lacrime, belle come perle, cominciarono a trasformarsi in piccoli frutti: i primi chicchi d’uva.
Un venticello scherzoso passò rapidamente tra i rami della vite e riunì i chicchi d’uva in grappoli, più o meno grandi.
Il sole a poco a poco li maturò.
La vite era diventata una pianta da frutti.
I suoi chicchi, simili a perle, avevano la dolcezza del canto dell’usignolo e il colore dorato del sole. 










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Davvero una bella… simpatica… favola.

 

La trovai nel web tempo fa… 

 ma… parliamone solo dopo averla letta.

 

 






 

 


LA FAVOLA DELL’AMORE


 

 
 
 


Una donna stava innaffiando il giardino della sua casa quando vide tre vecchietti con i loro anni di esperienza che stavano di fronte al suo giardino.  
Ella non li conosceva e disse:
“Non mi sembra di conoscervi, ma dovrete essere affamati.
Vi prego, entrate in casa così che mangiate qualcosa.” 
 
Essi domandarono: “Non c’è  l’uomo di casa?”   
“No!” – rispose lei- “non è in casa”. – “In tal caso, non possiamo entrare” dissero.
All’imbrunire, quando il marito rincasò, ella gli raccontò tutto ciò che le era capitato. 
“Allora, dì loro che son rientrato e, dunque, invitali pure ad entrare!”
La donna uscì per invitare i tre uomini a casa. “Non possiamo entrare tutti e tre insieme in una casa”,  spiegarono i vecchietti. “
“Perché?”  volle sapere lei.
Uno degli uomini indicò uno dei suoi amici e spiegò:
“Il suo nome è Ricchezza”.
Subito dopo indicò l’altro. “Il suo nome è Successo ed io mi chiamo Amore.
Adesso va’ dentro e decidi con tuo marito quale di noi tre desiderate invitare a casa vostra.”  
La donna entrò n casa e raccontò suo marito tutto ciò he i tre uomini le avevano detto.
 Lui si rallegrò e disse: “Che bello! Se è così, allora invitiamo Ricchezza, che venga, e riempia la nostra casa!”
Sua moglie non era d’accordo:
“Caro, perché non invitiamo Successo?” 
 
La figlia della coppia stava ascoltando dall’altra parte della casa ed entrò di corsa.
“Non sarebbe meglio far entrare
Amore? Così la nostra famiglia sarebbe piena di amore.”
 
“Prendiamo in considerazione il consiglio di nostra figlia”’, disse il marito alla moglie.
“Va’ fuori ed invita Amore perché sia nostro ospite.”

La moglie uscì chiese loro:
“Chi di voi è Amore?
Che venga, per favore, e sia il nostro invitato.” 
Amore si sedette sulla sua sedia e cominciò d avanzare in direzione della casa.
Anche gli altri due si alzarono e lo seguirono.  
Alquanto sorpresa, la signora chiese a Ricchezza e a Successo:
“Io ho invitato solo Amore: perché venite anche voi?”
 
I tre replicarono insieme:
“Se avessi invitato Ricchezza o Successo gli altri due sarebbero rimasti fuori, ma poiché hai invitato Amore, dovunque egli vada, noi andiamo con lui.”

 
 
 
Laddove c’è amore,


c’è anche ricchezza e successo.
 
 
 
 
 
Anthony Van Dyk – Amore e Psiche



Personalmente non è che mi convinca molto questa favola…

a meno che non la si voglia interpretare come speranza o auspicio
dato che nella realtà
vedo coppie rimaste povere e senza successo amarsi felicemente
e coppie ricche e di successo amarsi solo per modo di dire.

 
 
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DOLCE E SIMPATICA COME IL FRUTTO.. QUESTA LEGGENDA.. DELL’UVA   2 comments







Molto bella e simpatica è questa leggenda, di autore anonimo, 
che ci parla di uno dei frutti più dolci ed amati 
e che è anche uno dei simboli dell’autunno…







LA LEGGENDA DELL’UVA



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Moltissimi anni fa la vite non produceva grappoli d’uva. 
Era una pianta ornamentale, come tante altre.
Al centro di un piccolo orto cresceva una bella vite, di rami e di foglie.
Questa magnifica pianta riceveva in abbondanza la luce del sole e ne traeva un grande beneficio.
I rami della vite si allungavano sempre di più sopra i seminati dell’orticello e li coprivano con la loro ombra.
L’ ortolano si preoccupava: “Anche le piantine hanno bisogno di sole” diceva tra sé “è necessario che io poti la vite”.
In un giorno grigio e nuvoloso, l’ortolano tagliò con energia i rami più lunghi della bella pianta ornamentale e tolse le foglie più grandi dagli altri rami.
La vite pianse e ne soffrì.
Quando scese la sera, un usignolo si posò delicatamente sopra un ramo della vite e cominciò a cantare per confortarla.
Il canto era così dolce, che la pianta provò una sensazione di benessere.
Le sue lacrime si impregnarono di dolcezza e rimasero lì, sui rami, come piccole perle.
La notte lentamente si dileguò.
All’apparire del giorno, il sole avvolse la vita con i suoi rami tenui e tiepidi.
Allora, come per incanto, la pianta sentì scorrere in sé una linfa nuova.
Le sue lacrime, belle come perle, cominciarono a trasformarsi in piccoli frutti: i primi chicchi d’uva.
Un venticello scherzoso passò rapidamente tra i rami della vite e riunì i chicchi d’uva in grappoli, più o meno grandi.
Il sole a poco a poco li maturò.
La vite era diventata una pianta da frutti.
I suoi chicchi, simili a perle, avevano la dolcezza del canto dell’usignolo e il colore dorato del sole. 










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Davvero una bella… simpatica… favola.

 

La trovai nel web tempo fa… 

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LA FAVOLA DELL’AMORE


 

 
 
 


Una donna stava innaffiando il giardino della sua casa quando vide tre vecchietti con i loro anni di esperienza che stavano di fronte al suo giardino.  
Ella non li conosceva e disse:
“Non mi sembra di conoscervi, ma dovrete essere affamati.
Vi prego, entrate in casa così che mangiate qualcosa.” 
 
Essi domandarono: “Non c’è  l’uomo di casa?”   
“No!” – rispose lei- “non è in casa”. – “In tal caso, non possiamo entrare” dissero.
All’imbrunire, quando il marito rincasò, ella gli raccontò tutto ciò che le era capitato. 
“Allora, dì loro che son rientrato e, dunque, invitali pure ad entrare!”
La donna uscì per invitare i tre uomini a casa. “Non possiamo entrare tutti e tre insieme in una casa”,  spiegarono i vecchietti. “
“Perché?”  volle sapere lei.
Uno degli uomini indicò uno dei suoi amici e spiegò:
“Il suo nome è Ricchezza”.
Subito dopo indicò l’altro. “Il suo nome è Successo ed io mi chiamo Amore.
Adesso va’ dentro e decidi con tuo marito quale di noi tre desiderate invitare a casa vostra.”  
La donna entrò n casa e raccontò suo marito tutto ciò he i tre uomini le avevano detto.
 Lui si rallegrò e disse: “Che bello! Se è così, allora invitiamo Ricchezza, che venga, e riempia la nostra casa!”
Sua moglie non era d’accordo:
“Caro, perché non invitiamo Successo?” 
 
La figlia della coppia stava ascoltando dall’altra parte della casa ed entrò di corsa.
“Non sarebbe meglio far entrare
Amore? Così la nostra famiglia sarebbe piena di amore.”
 
“Prendiamo in considerazione il consiglio di nostra figlia”’, disse il marito alla moglie.
“Va’ fuori ed invita Amore perché sia nostro ospite.”

La moglie uscì chiese loro:
“Chi di voi è Amore?
Che venga, per favore, e sia il nostro invitato.” 
Amore si sedette sulla sua sedia e cominciò d avanzare in direzione della casa.
Anche gli altri due si alzarono e lo seguirono.  
Alquanto sorpresa, la signora chiese a Ricchezza e a Successo:
“Io ho invitato solo Amore: perché venite anche voi?”
 
I tre replicarono insieme:
“Se avessi invitato Ricchezza o Successo gli altri due sarebbero rimasti fuori, ma poiché hai invitato Amore, dovunque egli vada, noi andiamo con lui.”

 
 
 
Laddove c’è amore,

c’è anche ricchezza e successo.
 
 
 
 
 
Anthony Van Dyk – Amore e Psiche



Personalmente non è che mi convinca molto questa favola…

a meno che non la si voglia interpretare come speranza o auspicio
dato che nella realtà
vedo coppie rimaste povere e senza successo amarsi felicemente
e coppie ricche e di successo amarsi solo per modo di dire.

 
 
Cosa ne pensate?

 
 
 
Ciao da Tony Kospan










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Davvero una bella… simpatica… favola.

 

La trovai nel web tempo fa… 

 ma… parliamone solo dopo averla letta.

 

 





 

 


LA FAVOLA DELL’AMORE


 

 
 
 


Una donna stava innaffiando il giardino della sua casa quando vide tre vecchietti con i loro anni di esperienza che stavano di fronte al suo giardino.  
Ella non li conosceva e disse:
“Non mi sembra di conoscervi, ma dovrete essere affamati.
Vi prego, entrate in casa così che mangiate qualcosa.” 
 
Essi domandarono: “Non c’è  l’uomo di casa?”   
“No!” – rispose lei- “non è in casa”. – “In tal caso, non possiamo entrare” dissero.
All’imbrunire, quando il marito rincasò, ella gli raccontò tutto ciò che le era capitato. 
“Allora, dì loro che son rientrato e, dunque, invitali pure ad entrare!”
La donna uscì per invitare i tre uomini a casa. “Non possiamo entrare tutti e tre insieme in una casa”,  spiegarono i vecchietti. “
“Perché?”  volle sapere lei.
Uno degli uomini indicò uno dei suoi amici e spiegò:
“Il suo nome è Ricchezza”.
Subito dopo indicò l’altro. “Il suo nome è Successo ed io mi chiamo Amore.
Adesso va’ dentro e decidi con tuo marito quale di noi tre desiderate invitare a casa vostra.”  
La donna entrò n casa e raccontò suo marito tutto ciò he i tre uomini le avevano detto.
 Lui si rallegrò e disse: “Che bello! Se è così, allora invitiamo Ricchezza, che venga, e riempia la nostra casa!”
Sua moglie non era d’accordo:
“Caro, perché non invitiamo Successo?” 
 
La figlia della coppia stava ascoltando dall’altra parte della casa ed entrò di corsa.
“Non sarebbe meglio far entrare
Amore? Così la nostra famiglia sarebbe piena di amore.”
 
“Prendiamo in considerazione il consiglio di nostra figlia”’, disse il marito alla moglie.
“Va’ fuori ed invita Amore perché sia nostro ospite.”

La moglie uscì chiese loro:
“Chi di voi è Amore?
Che venga, per favore, e sia il nostro invitato.” 
Amore si sedette sulla sua sedia e cominciò d avanzare in direzione della casa.
Anche gli altri due si alzarono e lo seguirono.  
Alquanto sorpresa, la signora chiese a Ricchezza e a Successo:
“Io ho invitato solo Amore: perché venite anche voi?”
 
I tre replicarono insieme:
“Se avessi invitato Ricchezza o Successo gli altri due sarebbero rimasti fuori, ma poiché hai invitato Amore, dovunque egli vada, noi andiamo con lui.”

 
 
 
Laddove c’è amore,

c’è anche ricchezza e successo.
 
 
 
 
 
Anthony Van Dyk – Amore e Psiche



Personalmente non è che mi convinca molto questa favola…

a meno che non la si voglia interpretare come speranza o auspicio
dato che nella realtà
vedo coppie rimaste povere e senza successo amarsi felicemente
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