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IL NONNO – Bellissima e saggia favola dei Fratelli Grimm che ci parla di.. sentimenti scomparsi   3 comments







In un’epoca in cui ormai si mira solo ai soldi come unica divinità,
in cui si pretende dagli altri quello che manco ci si sogna di fare per il prossimo,
ed in cui le persone anziane vengono sempre più spesso abbandonate a se stesse
leggere favole di saggezza come questa spero possa aprire una breccia
nei nostri aridi cuori e farci ritrovare il vero senso dell’umanità
e tornar ad apprezzare i veri valori di cui abbiamo perso ogni traccia.




Anker




IL NONNO ED IL NIPOTE
F.lli Grimm

C’era una volta un uomo molto anziano che camminava a fatica,
le ginocchia gli tremavano, ci vedeva poco
e non aveva più neanche un dente.

Quando sedeva a tavola, reggeva a malapena il cucchiaio
e versava sempre il brodo sulla tovaglia;
spesso gliene colava anche dall’angolo della bocca.

Il figlio e la nuora provavano disgusto,
perciò costringevano il vecchio a sedersi nell’angolo dietro la stufa
e gli davano da mangiare in una brutta ciotola di terracotta.

Il poveretto guardava sconsolato il loro tavolo, con gli occhi lucidi.

Un giorno le sue mani, sempre tremanti,
non riuscirono a reggere la ciotola,
che cadde a terra e andò in pezzi.






La donna lo rimproverò, ma il vecchio non disse nulla e sospirò. 
Allora per pochi soldi gli comprarono una ciotola di legno.


Mentre sedevano in cucina, si accorsero che il figlioletto di 4 anni 
armeggiava per terra con dei pezzetti di terracotta.

“Che cosa stai combinando?” gli domandò il padre.

“Ecco…- rispose il bambino – sto accomodando la ciotola
per farci mangiare te e la mamma quando sarete vecchi”.

I genitori allora si guardarono e scoppiarono in lacrime.

Fecero subito sedere il vecchio nonno al loro tavolo
e da quel giorno lo lasciarono mangiare sempre assieme a loro.

E quando versava il brodo non gli dicevano più nulla.



I Fratelli Grimm



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I Fratelli Grimm





I 2 CAVALLI – La bella e saggia favola di Tolstoj ora forse criticabile dagli animalisti   Leave a comment

.

.




Con le sue favolette… semplici… semplici…

questo grandissimo scrittore

ci dona chiari e concreti esempi di saggezza

anche se in questo caso

l’esito non piacerà agli animalisti.

.

Bisogna però sempre, nel leggere opere del passato,

immedesimarsi nella cultura e nella mentalità dell’epoca

in cui furono scritte.


.

.


 
 
 
 
 

I 2 CAVALLI 
UNA SAGGIA FAVOLETTA FIRMATA…
LEV TOLSTOJ!*





Due cavalli tiravano ognuno il proprio carro.

  
Il primo cavallo non si fermava mai;
ma l’altro sostava di continuo.
  
Allora tutto il carico venne messo sul primo carro.
  
Il cavallo che era dietro e che ormai tirava un carro vuoto,
disse sentenzioso al compagno:
” Vedi? Tu fatichi e sudi!
Ma più ti sforzerai, più ti faranno faticare.”
 
Quando arrivarono a destinazione, il padrone si disse:
” Perché devo mantenere due cavalli!
Mentre uno solo basta a trasportare i miei carichi?

Meglio sarà nutrir bene l’uno, e ammazzare l’altro;
ci guadagnerò almeno la pelle del cavallo ucciso! “

  


E così fece.


 

(Jàsnaja Poljana 9 settembre 18 – Astàpovo 20 novembre 1910)




Lev Tolstoj è stato un grande scrittore, drammaturgo, filosofo,
pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo
 



 



 
 



CIAO DA TONY KOSPAN 
 
 
 
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La bella favoletta “I porcospini” di Schopenhauer ci dona la geniale spiegazione.. dell’empatia   Leave a comment



Ancora una piccola favola,

stavolta firmata da un grande filosofo,

Schopenhauer

e la spiegazione dell’empatia.








I PORCOSPINI


In una fredda giornata d’inverno

un gruppo di porcospini si rifugia in una grotta

e per proteggersi dal freddo si stringono vicini.


Ben presto però sentono le spine reciproche

e il dolore li costringe ad allontanarsi l’uno dall’altro.


Quando poi il bisogno di riscaldarsi

li porta di nuovo ad avvicinarsi

si pungono di nuovo.


Ripetono più volte questi tentativi,

sballottati avanti e indietro tra due mali,

finché non trovano quella moderata distanza reciproca

che rappresenta la migliore posizione,

quella giusta distanza che consente loro di scaldarsi

e nello stesso tempo di non farsi del male reciprocamente.







Questa, in realtà, è molto di più di una favola,

è infatti una magnifica, direi perfetta descrizione

dell’EMPATIA.







Ma cos’è l’empatia?


Ce lo spiega molto bene il brano che segue

che ci consente di approfondire la conoscenza

di quest’aspetto della nostra personalità

che molti confondono con la simpatia. N.T.K.






L’EMPATIA




Ecco il segreto dell’empatia, quella capacità di “sentire l’altro”, di cui tutti noi, seppure a diverso titolo siamo dotati per natura.


L’empatia è ciò che permette agli uomini di riconoscersi a vicenda dal semplice incontro di uno sguardo, di percepire i bisogni dell’altro come altrettanto importanti quanto i propri, entrando in contatto con il suo mondo interiore e le sue emozioni.


E se pensiamo a quanto contano le emozioni nel processo comunicativo possiamo ben capire perché l’empatia sia ritenuta una dote fondamentale per chi vuole essere un buon comunicatore, ma più in generale per chi vuole vivere felicemente qualsiasi tipo di rapporto (di coppia, di amicizia, di lavoro).


L’uomo è per natura un animale sociale; pertanto non può vivere senza relazionarsi con gli altri, ma, come suggerisce il racconto di Schopenhauer, il segreto sta nel trovare la giusta distanza che ci permette di percepire le emozioni dell’altro senza identificarci con esse.


Alcune persone pensano che il modo migliore per stare vicino a chi amano sia provare le stesse emozioni a tal punto da vivere quasi in simbiosi e se l’altro soffre si sentono quasi in dovere di soffrire esattamente come lui.









La vera empatia non richiede un simile sacrificio, che spesso è anche controproducente.


Lo sanno bene tutti coloro che svolgono professioni d’aiuto, medici, infermieri, psicologi per i quali è importante possedere una buona dose di empatia.


Se questi si facessero completamente carico delle problematiche degli altri non riuscirebbero ad essere loro d’aiuto perché sarebbe come pretendere di salvare chi è caduto nelle sabbie mobili gettandosi a pesce dentro di esse.


La vera empatia può essere dunque riassunta nella formula “vicini, ma non troppo”.





Dal libro “Leader di te stesso” di Roberto Re






Ciao da Tony Kospan




uva
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Il nonno dei Fratelli Grimm – Bellissima e saggia favola (Ovvero… sentimenti scomparsi)   Leave a comment







In un’epoca in cui ormai si mira solo ai soldi come unica divinità,
in cui si pretende dagli altri quello che manco ci si sogna di fare per il prossimo,
ed in cui le persone anziane vengono sempre più spesso abbandonate a se stesse
leggere favole di saggezza come questa spero possa aprire una breccia
nei nostri aridi cuori e farci ritrovare il vero senso dell’umanità
e tornar ad apprezzare i veri valori di cui abbiamo perso ogni traccia.




Anker




IL NONNO ED IL NIPOTE
F.lli Grimm

C’era una volta un uomo molto anziano che camminava a fatica,
le ginocchia gli tremavano, ci vedeva poco
e non aveva più neanche un dente.

Quando sedeva a tavola, reggeva a malapena il cucchiaio
e versava sempre il brodo sulla tovaglia;
spesso gliene colava anche dall’angolo della bocca.

Il figlio e la nuora provavano disgusto,
perciò costringevano il vecchio a sedersi nell’angolo dietro la stufa
e gli davano da mangiare in una brutta ciotola di terracotta.

Il poveretto guardava sconsolato il loro tavolo, con gli occhi lucidi.

Un giorno le sue mani, sempre tremanti,
non riuscirono a reggere la ciotola,
che cadde a terra e andò in pezzi.






La donna lo rimproverò, ma il vecchio non disse nulla e sospirò. 
Allora per pochi soldi gli comprarono una ciotola di legno.


Mentre sedevano in cucina, si accorsero che il figlioletto di 4 anni 
armeggiava per terra con dei pezzetti di terracotta.

“Che cosa stai combinando?” gli domandò il padre.

“Ecco…- rispose il bambino – sto accomodando la ciotola
per farci mangiare te e la mamma quando sarete vecchi”.

I genitori allora si guardarono e scoppiarono in lacrime.

Fecero subito sedere il vecchio nonno al loro tavolo
e da quel giorno lo lasciarono mangiare sempre assieme a loro.

E quando versava il brodo non gli dicevano più nulla.



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Con la bella favoletta “I porcospini” Schopenhauer ci dona una geniale spiegazione dell’empatia   Leave a comment



Ancora una piccola favola…

ma stavolta firmata da un grande filosofo…

Schopenhauer

e la spiegazione dell’empatia







I PORCOSPINI


In una fredda giornata d’inverno

un gruppo di porcospini si rifugia in una grotta

e per proteggersi dal freddo si stringono vicini.


Ben presto però sentono le spine reciproche

e il dolore li costringe ad allontanarsi l’uno dall’altro.


Quando poi il bisogno di riscaldarsi

li porta di nuovo ad avvicinarsi

si pungono di nuovo.


Ripetono più volte questi tentativi,

sballottati avanti e indietro tra due mali,

finché non trovano quella moderata distanza reciproca

che rappresenta la migliore posizione,

quella giusta distanza che consente loro di scaldarsi

e nello stesso tempo di non farsi del male reciprocamente.






Questa, in realtà, è molto di più di una favola…,

è infatti una magnifica… perfetta descrizione

dell’EMPATIA.







Ma cos’è l’empatia?


Ce lo spiega molto bene il brano che segue

che ci consente di approfondire la conoscenza

di quest’aspetto della nostra personalità

che molti confondono con la simpatia. N.T.K.






L’EMPATIA




Ecco il segreto dell’empatia, quella capacità di “sentire l’altro”, di cui tutti noi, seppure a diverso titolo siamo dotati per natura.


L’empatia è ciò che permette agli uomini di riconoscersi a vicenda dal semplice incontro di uno sguardo, di percepire i bisogni dell’altro come altrettanto importanti quanto i propri, entrando in contatto con il suo mondo interiore e le sue emozioni.


E se pensiamo a quanto contano le emozioni nel processo comunicativo possiamo ben capire perché l’empatia sia ritenuta una dote fondamentale per chi vuole essere un buon comunicatore, ma più in generale per chi vuole vivere felicemente qualsiasi tipo di rapporto (di coppia, di amicizia, di lavoro).


L’uomo è per natura un animale sociale; pertanto non può vivere senza relazionarsi con gli altri, ma, come suggerisce il racconto di Schopenhauer, il segreto sta nel trovare la giusta distanza che ci permette di percepire le emozioni dell’altro senza identificarci con esse.


Alcune persone pensano che il modo migliore per stare vicino a chi amano sia provare le stesse emozioni a tal punto da vivere quasi in simbiosi e se l’altro soffre si sentono quasi in dovere di soffrire esattamente come lui.









La vera empatia non richiede un simile sacrificio, che spesso è anche controproducente.


Lo sanno bene tutti coloro che svolgono professioni d’aiuto, medici, infermieri, psicologi per i quali è importante possedere una buona dose di empatia.


Se questi si facessero completamente carico delle problematiche degli altri non riuscirebbero ad essere loro d’aiuto perché sarebbe come pretendere di salvare chi è caduto nelle sabbie mobili gettandosi a pesce dentro di esse.


La vera empatia può essere dunque riassunta nella formula “vicini, ma non troppo”.





Dal libro “Leader di te stesso” di Roberto Re






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Il nonno dei Fratelli Grimm – Bellissima favola di saggezza (Ovvero… sentimenti scomparsi)   4 comments




I Fratelli Grimm



In un’epoca in cui ormai si mira solo ai soldi come unica divinità,
in cui si pretende dagli altri quello che manco ci si sogna di fare per il prossimo,
ed in cui le persone anziane vengono sempre più spesso abbandonate a se stesse
leggere favole di saggezza come questa spero possa aprire una breccia
nei nostri aridi cuori e farci ritrovare il vero senso dell’umanità
e tornar ad apprezzare i veri valori di cui abbiamo perso ogni traccia.




Anker




IL NONNO ED IL NIPOTE
F.lli Grimm

C’era una volta un uomo molto anziano che camminava a fatica,
le ginocchia gli tremavano, ci vedeva poco
e non aveva più neanche un dente.

Quando sedeva a tavola, reggeva a malapena il cucchiaio
e versava sempre il brodo sulla tovaglia;
spesso gliene colava anche dall’angolo della bocca.

Il figlio e la nuora provavano disgusto,
perciò costringevano il vecchio a sedersi nell’angolo dietro la stufa
e gli davano da mangiare in una brutta ciotola di terracotta.

Il poveretto guardava sconsolato il loro tavolo, con gli occhi lucidi.

Un giorno le sue mani, sempre tremanti,
non riuscirono a reggere la ciotola,
che cadde a terra e andò in pezzi.






La donna lo rimproverò, ma il vecchio non disse nulla e sospirò.

Allora per pochi soldi gli comprarono una ciotola di legno.


Mentre sedevano in cucina, si accorsero che il figlioletto di 4 anni
armeggiava per terra con dei pezzetti di terracotta.

“Che cosa stai combinando?” gli domandò il padre.

“Ecco…- rispose il bambino – sto accomodando la ciotola
per farci mangiare te e la mamma quando sarete vecchi”.

I genitori allora si guardarono e scoppiarono in lacrime.

Fecero subito sedere il vecchio nonno al loro tavolo
e da quel giorno lo lasciarono mangiare sempre assieme a loro.

E quando versava il brodo non gli dicevano più nulla.



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I 2 CAVALLI – Bella e saggia favola… firmata… Tolstoj   Leave a comment

.

.




Con le sue favolette… semplici… semplici…

questo grandissimo scrittore

ci dona chiari e concreti esempi di saggezza

anche se in questo caso

l'esito non piacerà agli animalisti.

.

Bisogna però sempre, nel leggere opere del passato,

immedesimarsi nella cultura e nella mentalità dell'epoca

in cui furono scritte.


.

.


 
 
 
 
 

I 2 CAVALLI 
UNA SAGGIA FAVOLETTA FIRMATA…
LEV TOLSTOJ!*

 





Due cavalli tiravano ognuno il proprio carro.

  
Il primo cavallo non si fermava mai;
ma l’altro sostava di continuo.
  
Allora tutto il carico venne messo sul primo carro.
  
Il cavallo che era dietro e che ormai tirava un carro vuoto,
disse sentenzioso al compagno:
” Vedi? Tu fatichi e sudi!
Ma più ti sforzerai, più ti faranno faticare.”
 
Quando arrivarono a destinazione, il padrone si disse:
” Perché devo mantenere due cavalli!
Mentre uno solo basta a trasportare i miei carichi?

Meglio sarà nutrir bene l’uno, e ammazzare l’altro;
ci guadagnerò almeno la pelle del cavallo ucciso! “

  


E così fece…


 

(Jàsnaja Poljana 9 settembre 18 – Astàpovo 20 novembre 1910)




Lev Tolstoj è stato un grande scrittore, drammaturgo, filosofo,
pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo
 



 



 
 



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L’ASINO ED IL LEONE – SAGGIA FAVOLETTA DEL GRANDE SCRITTORE RUSSO… TOLSTOJ   Leave a comment








Sagge sì…
ma anche molto simpatiche le favolette
del grande scrittore russo.

Stavolta ci parla di qualcosa
che quasi certamente sarà capitata anche a voi.








Ci sono persone che si danno molte arie
e si pavoneggiano a più non posso
mostrandosi per quel che non sono…
ma prima o poi commettono qualche errore
e vengono smascherate… (T.K.)









L'ASINO


 Leone Tolstoj




Un asino si mise addosso la pelle di un leone e andava attorno
seminando il terrore fra tutte le bestie.

Vide una volpe e volle provarsi a far paura anche a lei.

Ma quella, che per caso aveva già sentito la sua voce un'altra volta, gli disse:
 – Sta pur sicuro che, se non ti avessi mai sentito ragliare,
avresti fatto paura anche a me -.

 Cosi ci sono degli ignoranti che, grazie alle loro fastose apparenze,
sembrerebbero persone importanti, se la smania di parlare non li tradisse.










I 2 CAVALLI – Bella e saggia favola… d’un grandissimo scrittore   1 comment

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Con le sue favolette… semplici… semplici…

questo grandissimo scrittore

ci dona chiari e concreti esempi di saggezza

anche se in questo caso

l'esito non piacerà agli animalisti.

.

Bisogna però sempre, nel leggere opere del passato,

immedesimarsi nella cultura e nella mentalità dell'epoca

in cui furono scritte.


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UNA SAGGIA FAVOLETTA FIRMATA…
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Due cavalli tiravano ognuno il proprio carro.

  
Il primo cavallo non si fermava mai;
ma l’altro sostava di continuo.
  
Allora tutto il carico venne messo sul primo carro.
  
Il cavallo che era dietro e che ormai tirava un carro vuoto,
disse sentenzioso al compagno:
” Vedi? Tu fatichi e sudi!
Ma più ti sforzerai, più ti faranno faticare.”
 
Quando arrivarono a destinazione, il padrone si disse:
” Perché devo mantenere due cavalli!
Mentre uno solo basta a trasportare i miei carichi?

Meglio sarà nutrir bene l’uno, e ammazzare l’altro;
ci guadagnerò almeno la pelle del cavallo ucciso! “

  


E così fece…


 

(Jàsnaja Poljana 9 settembre 18 – Astàpovo 20 novembre 1910)




Lev Tolstoj è stato un grande scrittore, drammaturgo, filosofo,
pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo
 



 



 
 



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ci dona chiari e concreti esempi di saggezza

anche se in questo caso

l'esito non piacerà agli animalisti.

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Bisogna però sempre, nel leggere opere del passato,

immedesimarsi nella cultura e nella mentalità dell'epoca

in cui furono scritte.


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LEV TOLSTOJ!*

 
 
 






 

 

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Due cavalli tiravano ognuno il proprio carro.

  
Il primo cavallo non si fermava mai;
ma l’altro sostava di continuo.
  
Allora tutto il carico venne messo sul primo carro.
  
Il cavallo che era dietro e che ormai tirava un carro vuoto,
disse sentenzioso al compagno:
” Vedi? Tu fatichi e sudi!
Ma più ti sforzerai, più ti faranno faticare.”
 
Quando arrivarono a destinazione, il padrone si disse:
” Perché devo mantenere due cavalli!
Mentre uno solo basta a trasportare i miei carichi?

Meglio sarà nutrir bene l’uno, e ammazzare l’altro;
ci guadagnerò almeno la pelle del cavallo ucciso! “


  


E così fece… 


 

(Jàsnaja Poljana 9 settembre 18 – Astàpovo 20 novembre 1910)



Lev Tolstoj è stato un grande scrittore, drammaturgo, filosofo,
pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo
 



 



  
 
 
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