Archivio per l'etichetta ‘FAVOLA D'AUTORE’
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Con le sue favolette… semplici… semplici…
questo grandissimo scrittore
ci dona chiari e concreti esempi di saggezza
anche se in questo caso
l’esito non piacerà agli animalisti.
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Bisogna però sempre, nel leggere opere del passato,
immedesimarsi nella cultura e nella mentalità dell’epoca
in cui furono scritte.
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I 2 CAVALLI
UNA SAGGIA FAVOLETTA FIRMATA…
LEV TOLSTOJ!*
Due cavalli tiravano ognuno il proprio carro.
Il primo cavallo non si fermava mai;
ma l’altro sostava di continuo.
Allora tutto il carico venne messo sul primo carro.
Il cavallo che era dietro e che ormai tirava un carro vuoto,
disse sentenzioso al compagno:
” Vedi? Tu fatichi e sudi!
Ma più ti sforzerai, più ti faranno faticare.”
Quando arrivarono a destinazione, il padrone si disse:
” Perché devo mantenere due cavalli!
Mentre uno solo basta a trasportare i miei carichi?
Meglio sarà nutrir bene l’uno, e ammazzare l’altro;
ci guadagnerò almeno la pelle del cavallo ucciso! “
E così fece.
(Jàsnaja Poljana 9 settembre 18 – Astàpovo 20 novembre 1910)
Lev Tolstoj è stato un grande scrittore, drammaturgo, filosofo,
pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo
CIAO DA TONY KOSPAN
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Ancora una piccola favola,
stavolta firmata da un grande filosofo,
Schopenhauer
e la spiegazione dell’empatia.

I PORCOSPINI
In una fredda giornata d’inverno
un gruppo di porcospini si rifugia in una grotta
e per proteggersi dal freddo si stringono vicini.
Ben presto però sentono le spine reciproche
e il dolore li costringe ad allontanarsi l’uno dall’altro.
Quando poi il bisogno di riscaldarsi
li porta di nuovo ad avvicinarsi
si pungono di nuovo.
Ripetono più volte questi tentativi,
sballottati avanti e indietro tra due mali,
finché non trovano quella moderata distanza reciproca
che rappresenta la migliore posizione,
quella giusta distanza che consente loro di scaldarsi
e nello stesso tempo di non farsi del male reciprocamente.

Questa, in realtà, è molto di più di una favola,
è infatti una magnifica, direi perfetta descrizione
dell’EMPATIA.

Ma cos’è l’empatia?
Ce lo spiega molto bene il brano che segue
che ci consente di approfondire la conoscenza
di quest’aspetto della nostra personalità
che molti confondono con la simpatia. N.T.K.

L’EMPATIA
Ecco il segreto dell’empatia, quella capacità di “sentire l’altro”, di cui tutti noi, seppure a diverso titolo siamo dotati per natura.
L’empatia è ciò che permette agli uomini di riconoscersi a vicenda dal semplice incontro di uno sguardo, di percepire i bisogni dell’altro come altrettanto importanti quanto i propri, entrando in contatto con il suo mondo interiore e le sue emozioni.
E se pensiamo a quanto contano le emozioni nel processo comunicativo possiamo ben capire perché l’empatia sia ritenuta una dote fondamentale per chi vuole essere un buon comunicatore, ma più in generale per chi vuole vivere felicemente qualsiasi tipo di rapporto (di coppia, di amicizia, di lavoro).
L’uomo è per natura un animale sociale; pertanto non può vivere senza relazionarsi con gli altri, ma, come suggerisce il racconto di Schopenhauer, il segreto sta nel trovare la giusta distanza che ci permette di percepire le emozioni dell’altro senza identificarci con esse.
Alcune persone pensano che il modo migliore per stare vicino a chi amano sia provare le stesse emozioni a tal punto da vivere quasi in simbiosi e se l’altro soffre si sentono quasi in dovere di soffrire esattamente come lui.

La vera empatia non richiede un simile sacrificio, che spesso è anche controproducente.
Lo sanno bene tutti coloro che svolgono professioni d’aiuto, medici, infermieri, psicologi per i quali è importante possedere una buona dose di empatia.
Se questi si facessero completamente carico delle problematiche degli altri non riuscirebbero ad essere loro d’aiuto perché sarebbe come pretendere di salvare chi è caduto nelle sabbie mobili gettandosi a pesce dentro di esse.
La vera empatia può essere dunque riassunta nella formula “vicini, ma non troppo”.

Dal libro “Leader di te stesso” di Roberto Re

Ciao da Tony Kospan
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Sagge sì…
ma anche molto simpatiche le favolette
del grande scrittore russo.
Stavolta ci parla di qualcosa
che quasi certamente sarà capitata anche a voi.
Ci sono persone che si danno molte arie
e si pavoneggiano a più non posso
mostrandosi per quel che non sono…
ma prima o poi commettono qualche errore
e vengono smascherate… (T.K.)
L’ASINO
Leone Tolstoj
Un asino si mise addosso la pelle di un leone e andava attorno
seminando il terrore fra tutte le bestie.
Vide una volpe e volle provarsi a far paura anche a lei.
Ma quella, che per caso aveva già sentito la sua voce un’altra volta, gli disse:
– Sta pur sicuro che, se non ti avessi mai sentito ragliare,
avresti fatto paura anche a me -.
Cosi ci sono degli ignoranti che, grazie alle loro fastose apparenze,
sembrerebbero persone importanti, se la smania di parlare non li tradisse.
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ma anche molto simpatiche le favolette
del grande scrittore russo.
Stavolta ci parla di qualcosa
che quasi certamente sarà capitata anche a voi.
Ci sono persone che si danno molte arie
e si pavoneggiano a più non posso
mostrandosi per quel che non sono…
ma prima o poi commettono qualche errore
e vengono smascherate… (T.K.)
L’ASINO
Leone Tolstoj
Un asino si mise addosso la pelle di un leone e andava attorno
seminando il terrore fra tutte le bestie.
Vide una volpe e volle provarsi a far paura anche a lei.
Ma quella, che per caso aveva già sentito la sua voce un’altra volta, gli disse:
– Sta pur sicuro che, se non ti avessi mai sentito ragliare,
avresti fatto paura anche a me -.
Cosi ci sono degli ignoranti che, grazie alle loro fastose apparenze,
sembrerebbero persone importanti, se la smania di parlare non li tradisse.
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Con le sue favolette… semplici… semplici…
questo grandissimo scrittore
ci dona chiari e concreti esempi di saggezza
anche se in questo caso
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Bisogna però sempre, nel leggere opere del passato,
immedesimarsi nella cultura e nella mentalità dell’epoca
in cui furono scritte.
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I 2 CAVALLI
UNA SAGGIA FAVOLETTA FIRMATA…
LEV TOLSTOJ!*
Due cavalli tiravano ognuno il proprio carro.
Il primo cavallo non si fermava mai;
ma l’altro sostava di continuo.
Allora tutto il carico venne messo sul primo carro.
Il cavallo che era dietro e che ormai tirava un carro vuoto,
disse sentenzioso al compagno:
” Vedi? Tu fatichi e sudi!
Ma più ti sforzerai, più ti faranno faticare.”
Quando arrivarono a destinazione, il padrone si disse:
” Perché devo mantenere due cavalli!
Mentre uno solo basta a trasportare i miei carichi?
Meglio sarà nutrir bene l’uno, e ammazzare l’altro;
ci guadagnerò almeno la pelle del cavallo ucciso! “
E così fece…
(Jàsnaja Poljana 9 settembre 18 – Astàpovo 20 novembre 1910)
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