Archivio per l'etichetta ‘dolcissimo raccontino’
Un dolcissimo raccontino che ci farà bene al cuore…
IL BAMBINO CHE SCRIVEVA SULLA SABBIA
Un bambino, tutti i giorni, si recava in spiaggia e scriveva sulla sabbia: ”Mamma ti amo”;
poi guardava il mare cancellare la scritta e correva via sorridendo.

Un vecchio triste passeggiava tutti i giorni su quel litorale, e lo vedeva giorno dopo giorno scrivere la stessa frase, e guardare felice il mare portagliela via.
Fra sé e sé pensava: “Questi bambini sono così stupidi ed effimeri!”
Un giorno si decise ad avvicinare il bambino, non avrà avuto più di dieci anni e gli chiese:
“Ma che senso ha che tu scriva sulla sabbia che poi il mare te la porta via? Diglielo tu che le vuoi bene.”
Il bambino si alzò, e guardando l’ennesima scritta cancellata dall’acqua salata, disse al vecchio:
“Io non ce l’ho la mamma! Me l’ha portata via Dio come fa il mare con le mie scritte.
Eppure torno qui, ogni giorno, a ricordare alla mamma e a Dio che non si può cancellare l’amore di un figlio per la propria madre”.
Il vecchio s’inginocchiò, e con le lacrime agli occhi scrisse:
“Nora. Ti amo!”, era il nome della moglie appena morta.
Poi, prese il bimbo per mano e assieme guardarono la scritta sparire.
Alessandro Bon
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Questo commovente racconto apre una piccola finestra sul complesso animo di Kafka ed è probabilmente opera di un suo grande ammiratore.
Il testo, semplice, carino e suggestivo può insegnare il vero senso dell’amore ai bambini (e non solo) e soprattutto ci dice una grande verità a cui spesso non facciamo caso.
L’amore, se sincero, nel tempo certo si trasforma, ma resta comunque sempre presente in questa o in altra vita!
KAFKA E LA BAMBINA
O
(KAFKA E LA BAMBOLA VIAGGIATRICE)
A 40 anni Franz Kafka che non si era mai sposato e non aveva figli, passeggiava per il parco di Berlino quando incontrò una bambina che piangeva perché aveva perso la sua bambola preferita.
Lei e Kafka cercarono la bambola senza successo.
Kafka le disse di incontrarlo lì il giorno dopo e loro sarebbero tornati a cercarla.
Il giorno dopo, quando non avevano ancora trovato la bambola, Kafka diede alla bambina una lettera ” scritta ” dalla bambola che diceva:
” per favore non piangere. Ho fatto un viaggio per vedere il mondo. Ti scriverò delle mie avventure.”
Così iniziò una storia d’amicizia che proseguì fino alla fine della breve vita di Kafka.
Durante i loro incontri Kafka leggeva le lettere della bambola accuratamente scritte con avventure e conversazioni che la bambina trovava adorabili.
Infine, Kafka le riportò la bambola (ne comprò una) che era tornata a Berlino.
“Non assomiglia affatto alla mia bambola”, disse la bambina.
Kafka le consegnò allora un’altra lettera in cui la bambola scriveva: “i miei viaggi, mi hanno cambiato.”
La bambina abbracciò la nuova bambola e la portò tutta felice a casa.
Un anno dopo Kafka morì.
Molti anni dopo, la bambina oramai adulta trovò una letterina dentro la bambola.
Nella minuscola lettera firmata da Kafka c‘era scritto:
”tutto ciò che ami probabilmente andrà perduto, ma alla fine l’amore tornerà in un altro modo.”
Kafka (Praga 03.07.1883 – Kierling 03.06.1924)
Testo, di autore non noto, presente in molti siti web dove viene sempre presentato come storia vera.
Impaginazione, presentazione e note T. K.
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IL BAMBINO CHE SCRIVEVA SULLA SABBIA
Un bambino, tutti i giorni, si recava in spiaggia e scriveva sulla sabbia: ”Mamma ti amo”;
poi guardava il mare cancellare la scritta e correva via sorridendo.

Un vecchio triste passeggiava tutti i giorni su quel litorale, e lo vedeva giorno dopo giorno scrivere la stessa frase, e guardare felice il mare portagliela via.
Fra sé e sé pensava: “Questi bambini sono così stupidi ed effimeri!”
Un giorno si decise ad avvicinare il bambino, non avrà avuto più di dieci anni e gli chiese:
“Ma che senso ha che tu scriva sulla sabbia che poi il mare te la porta via? Diglielo tu che le vuoi bene.”
Il bambino si alzò, e guardando l’ennesima scritta cancellata dall’acqua salata, disse al vecchio:
“Io non ce l’ho la mamma! Me l’ha portata via Dio come fa il mare con le mie scritte.
Eppure torno qui, ogni giorno, a ricordare alla mamma e a Dio che non si può cancellare l’amore di un figlio per la propria madre”.
Il vecchio s’inginocchiò, e con le lacrime agli occhi scrisse:
“Nora. Ti amo!”, era il nome della moglie appena morta.
Poi, prese il bimbo per mano e assieme guardarono la scritta sparire.
Alessandro Bon
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Questo commovente racconto apre una piccola finestra sul complesso animo di Kafka ed è probabilmente opera di un suo grande ammiratore.
Il testo, semplice, carino e suggestivo può insegnare il vero senso dell’amore ai bambini (e non solo) e soprattutto ci dice una grande verità a cui spesso non facciamo caso.
L’amore, se sincero, nel tempo certo si trasforma, ma resta comunque sempre presente in questa o in altra vita!
KAFKA E LA BAMBINA
O
(KAFKA E LA BAMBOLA VIAGGIATRICE)
A 40 anni Franz Kafka che non si era mai sposato e non aveva figli, passeggiava per il parco di Berlino quando incontrò una bambina che piangeva perché aveva perso la sua bambola preferita.
Lei e Kafka cercarono la bambola senza successo.
Kafka le disse di incontrarlo lì il giorno dopo e loro sarebbero tornati a cercarla.
Il giorno dopo, quando non avevano ancora trovato la bambola, Kafka diede alla bambina una lettera ” scritta ” dalla bambola che diceva:
” per favore non piangere. Ho fatto un viaggio per vedere il mondo. Ti scriverò delle mie avventure.”
Così iniziò una storia d’amicizia che proseguì fino alla fine della breve vita di Kafka.
Durante i loro incontri Kafka leggeva le lettere della bambola accuratamente scritte con avventure e conversazioni che la bambina trovava adorabili.
Infine, Kafka le riportò la bambola (ne comprò una) che era tornata a Berlino.
“Non assomiglia affatto alla mia bambola”, disse la bambina.
Kafka le consegnò allora un’altra lettera in cui la bambola scriveva: “i miei viaggi, mi hanno cambiato.”
La bambina abbracciò la nuova bambola e la portò tutta felice a casa.
Un anno dopo Kafka morì.
Molti anni dopo, la bambina oramai adulta trovò una letterina dentro la bambola.
Nella minuscola lettera firmata da Kafka c‘era scritto:
”tutto ciò che ami probabilmente andrà perduto, ma alla fine l’amore tornerà in un altro modo.”
Kafka (Praga 03.07.1883 – Kierling 03.06.1924)
Testo, di autore non noto, presente in molti siti web dove viene sempre presentato come storia vera.
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IL BAMBINO CHE SCRIVEVA SULLA SABBIA
Un bambino, tutti i giorni, si recava in spiaggia e scriveva sulla sabbia: ”Mamma ti amo”;
poi guardava il mare cancellare la scritta e correva via sorridendo.

Un vecchio triste passeggiava tutti i giorni su quel litorale, e lo vedeva giorno dopo giorno scrivere la stessa frase, e guardare felice il mare portagliela via.
Fra sé e sé pensava: “Questi bambini sono così stupidi ed effimeri!”
Un giorno si decise ad avvicinare il bambino, non avrà avuto più di dieci anni e gli chiese:
“Ma che senso ha che tu scriva sulla sabbia che poi il mare te la porta via? Diglielo tu che le vuoi bene.”
Il bambino si alzò, e guardando l’ennesima scritta cancellata dall’acqua salata, disse al vecchio:
“Io non ce l’ho la mamma! Me l’ha portata via Dio come fa il mare con le mie scritte.
Eppure torno qui, ogni giorno, a ricordare alla mamma e a Dio che non si può cancellare l’amore di un figlio per la propria madre”.
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“Nora. Ti amo!”, era il nome della moglie appena morta.
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L’amore, se sincero, nel tempo certo si trasforma, ma resta comunque sempre presente in questa o in altra vita!
KAFKA E LA BAMBINA
O
(KAFKA E LA BAMBOLA VIAGGIATRICE)
A 40 anni Franz Kafka che non si era mai sposato e non aveva figli, passeggiava per il parco di Berlino quando incontrò una bambina che piangeva perché aveva perso la sua bambola preferita.
Lei e Kafka cercarono la bambola senza successo.
Kafka le disse di incontrarlo lì il giorno dopo e loro sarebbero tornati a cercarla.
Il giorno dopo, quando non avevano ancora trovato la bambola, Kafka diede alla bambina una lettera ” scritta ” dalla bambola che diceva:
” per favore non piangere. Ho fatto un viaggio per vedere il mondo. Ti scriverò delle mie avventure.”
Così iniziò una storia d’amicizia che proseguì fino alla fine della breve vita di Kafka.
Durante i loro incontri Kafka leggeva le lettere della bambola accuratamente scritte con avventure e conversazioni che la bambina trovava adorabili.
Infine, Kafka le riportò la bambola (ne comprò una) che era tornata a Berlino.
“Non assomiglia affatto alla mia bambola”, disse la bambina.
Kafka le consegnò allora un’altra lettera in cui la bambola scriveva: “i miei viaggi, mi hanno cambiato.”
La bambina abbracciò la nuova bambola e la portò tutta felice a casa.
Un anno dopo Kafka morì.
Molti anni dopo, la bambina oramai adulta trovò una letterina dentro la bambola.
Nella minuscola lettera firmata da Kafka c‘era scritto:
”tutto ciò che ami probabilmente andrà perduto, ma alla fine l’amore tornerà in un altro modo.”
Kafka (Praga 03.07.1883 – Kierling 03.06.1924)
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Un vecchio triste passeggiava tutti i giorni su quel litorale, e lo vedeva giorno dopo giorno scrivere la stessa frase, e guardare felice il mare portagliela via.
Fra sé e sé pensava: “Questi bambini sono così stupidi ed effimeri!”
Un giorno si decise ad avvicinare il bambino, non avrà avuto più di dieci anni e gli chiese:
“Ma che senso ha che tu scriva sulla sabbia che poi il mare te la porta via? Diglielo tu che le vuoi bene.”
Il bambino si alzò, e guardando l’ennesima scritta cancellata dall’acqua salata, disse al vecchio:
“Io non ce l’ho la mamma! Me l’ha portata via Dio come fa il mare con le mie scritte.
Eppure torno qui, ogni giorno, a ricordare alla mamma e a Dio che non si può cancellare l’amore di un figlio per la propria madre”.
Il vecchio s’inginocchiò, e con le lacrime agli occhi scrisse:
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