Archivio per l'etichetta ‘DIPINTO INCONSUETO’
Questo dipinto, di cui ora vi parlerò, è il primo capolavoro di Goya, il suo primo grande ritratto e tra le sue pochissime opere esistenti in Italia!
Ne conosceremo la storia.. i personaggi.. i misteri e ne farò una breve analisi.
Personalmente amo molto i dipinti in cui sono presenti numerosi soggetti perché mi appaiono suggestivi in quanto rappresentano spesso l’unica documentazione di un’epoca, di una società, di un ambiente e di un’atmosfera.
Questo poi, oltre a contenere tutto quanto appena detto, vi aggiunge anche un preciso aspetto storico, ma presenta pure dei lati arcani, quasi divertenti e geniali.
Ma andiamo con ordine.
Il dipinto è LA FAMIGLIA DELL’INFANTE DON LUIS DI BORBONE creato da Goya nel 1783-1784 e conservato presso la Fondazione Magnani-Rocca di Parma.
Goya – Autoritratto giovanile
Francisco José de Goya y Lucientes (Fuendetodos, 30.3.1746 – Bordeaux, 16.04.1828)
STORIA DEL DIPINTO
Siamo nella seconda metà del ‘700, Goya è un pittore non ancora affermato ed il committente Don Luis, è il fratello del Re di Spagna Carlo III.
Don Luis, fratello minore del Re già ad 8 anni era stato nominato arcivescovo di Toledo e poi cardinale ma a 28 anni aveva rinunciato alla carriera ecclesiastica per poter vivere senza freni da grande libertino.
Pur considerato non molto “sveglio”, infatti fin da giovanissimo era andato a caccia di donne e di selvaggina nonché di altri piaceri, approfittando del suo potere regale dato che, a detta di Casanova, era uno degli uomini più brutti della Spagna.
Don Luis e la moglie
A circa 50 anni però aveva deciso di mettere la testa a posto, di tirare i remi in barca e di ritirarsi nel suo Palazzo di Arenas de San Pedro, a 140 km a ovest di Madrid.
Si era sposato, innamorato, con una donna molto più giovane di lui di ben 32 anni, María Teresa de Vallabriga y Rozas, ma di una nobiltà minima che gli aveva fatto perdere, con il decreto (non casuale) del Re “Pragmatica de matrimonios desiguales”, ogni diritto al trono per lui ed i suoi eredi.
Comunque manteneva la possibilità di mantenere una piccola corte nel suo Palazzo insieme ad altri privilegi.
Era però molto svampito e la moglie lo riprendeva pubblicamente e duramente e si vociferava che talvolta lo menasse perfino.
Tuttavia il nostro mostrava anche dei lati positivi dato che da amante dell’arte aveva deciso di avere una piccola corte di pittori, musicisti… etc. per onorare lui e la sua famiglia.
Tra i vari pittori contattati per selezionare il pittore “di corte” la sua scelta era caduta su Goya, pittore promettente ma ancora semisconosciuto e squattrinato.
Lo evinciamo dalle parole di gioia dello stesso Goya alla notizia, consapevole che per lui questo poteva essere, come poi sarà, il primo passo di una grande carriera:
“Sua Altezza mi ha coperto di doni, io ho fatto il suo ritratto, quello della moglie, del figlio e della figlia, con un successo insperato perché altri pittori si erano già misurati, senza riuscirci, in questa impresa”.
Infatti qualche anno dopo ormai noto ed apprezzato, persa la protezione di Don Luis a causa della sua morte, troverà facilmente nuovi committenti.
IL DIPINTO
L’artista dunque riceve alla fine del 1783, quando da Don Luis ha 56 anni (ma ne dimostra tanti di più), l’invito a dipingere tutta la sua famiglia e la sua piccola corte.
Il dipinto, a lungo poco apprezzato, è ora invece considerato il primo vero capolavoro del pittore spagnolo ed è tra i pochissimi conservati in Italia.
Goya per la prima volta dipinge un grande ritratto (248 x 328 cm) con molti personaggi e mette insieme, senza alcuna distinzione, principi e domestici, funzionari ed artisti.
Luigi Magnani, che lo comprò a caro prezzo negli anni ’70 dalla famiglia Ruspoli, era convinto che nascondesse un segreto.
Il gruppo appare in riunione prima di ritirarsi nelle stanze per la notte ma appare immobile come se fosse su di un palcoscenico… il che è evidenziato anche dalle grandi tende alle loro spalle.
Il tutto è poi illuminato da una piccola ed inadeguata candela che accentua un’atmosfera poco allegra anche se con lati tragicomici come la risata del segretario di Donna Maria Teresa (e non solo).
Le uniche 2 persone che appaiono “vive” sono l’anzidetto segretario giulivo e la piccola María Teresa.
Goya ritrae anche se stesso mentre dipinge il gruppo e questo escamotage ci riporta al mitico “Las Meninas” di Velazquez.
Qui però non si vede lo specchio che tuttavia, secondo una corrente interpretazione, il pittore immagina e lascia immaginare che sia di fronte al gruppo.
I PERSONAGGI
Il personaggio principale, Don Luis, non è al centro ma appare di lato e sembra guardare nel vuoto quasi inebetito, mentre sul tavolo ci sono delle carte da gioco (l’asso di denari, il due e il re di bastoni) che indicano un “solitario” il più triste tra i giochi con le carte.
Centrale è invece la moglie che in vestaglia si fa pettinare dal suo parrucchiere.
E’ lei, con lo sguardo ed il portamento, che ci mostra chi sia la personalità forte del gruppo anche se non appare molto interessata alla scena.
Partendo dalla sinistra vediamo prima lo stesso Goya che sta dipingendo il gruppo, poi due cameriere con accanto, vestito di azzurro, il piccolo don Luis María (futuro cardinale) e la piccola María Teresa (futura moglie di Godoy e contessa di Chinchón) che guarda il pittore dipingere.
Dopo il parrucchiere e la moglie di don Luis notiamo in braccio alla bambinaia l’altra figlia, la piccola María Josefa, che diverrà contessa di San Fernando.
Identifichiamo infine i 4 uomini sulla destra tra cui spicca quello che ride apertamente e che buca tutta la scena.
Il primo è don Manuel Moreno responsabile della Segreteria ed accanto a lui, molto elegante, il musicista e violoncellista italiano Luigi Boccherini che faceva parte della piccola corte e che visse a lungo in Spagna.
Gli altri 2, alle loro spalle, sono Francisco del Campo, il segretario particolare (e molto… molto intimo) di donna María Teresa che è l’unico del gruppo a ridere apertamente e don Alejandro de la Cruz, pittore da camera di sua Altezza.
IL SIGNIFICATO
Innanzitutto cosa esprime il dipinto?
Una nobiltà che dopo secoli di potere appare stanca, formale, vuota, ingessata e prossima alla fine.
Ce lo dice Goya con quel “tavolino impossibile” dato che ha una sola gamba, con quel lume così piccolo e scadente, con lo sguardo vuoto del fratello del Re e tanti altri piccoli particolari come ad es. le carte da gioco che per i tarocchi significherebbero perdita e cambiamento.
Don Luis morirà qualche anno dopo e la Rivoluzione Francese è molto vicina ed anche se non avrà riflessi diretti sulla Spagna tuttavia provocherà un gran bello scossone.
Tuttavia Goya qui, così come in tutta la sua produzione, dipinge una doppia realtà pur se senza alcun intento satirico né moraleggiante.
La prima realtà è quella che vede con gli occhi… la seconda è quella che da artista percepisce.
I SEGRETI O GLI ENIGMI
Penso che non si sbagliasse il Magnani quando diceva dei segreti del dipinto.
Vediamone alcuni.
Il principale è il tavolino con una gamba sola indicante quasi certamente una situazione ed un ambiente traballante ma che potrebbe avere anche altre spiegazioni.
Soprattutto però è enigmatica la figura del segretario bendato e che se la ride tanto (perché è bendato? perché se la ride?).
Alcuni studiosi hanno intravisto in lui la figura di un popolano che sbeffeggia la poco nobile situazione.
Questa tesi non mi convince molto (in relazione a quanto detto prima sul modus operandi del pittore) e ritengo quindi che il Goya volesse solo “rivelare in modo criptico” qualcosa della regale combriccola che non poteva mostrare chiaramente, ma che lui conosceva bene.
Ma non finiscono qui le stranezze di questo personaggio, se osservate bene, ha anche una mano aperta dietro di sé come per ricevere qualcosa che l’uomo alle sue spalle sta prendendo dal panciotto.
Cosa? Le chiavi della camera di Donna Maria Teresa, una sua lettera, o?
CONCLUSIONE
La Fondazione Magnani-Rocca di Parma merita certo una visita, per ammirare questo dipinto, ma non solo.
FINE
Copyright Tony Kospan
In caso di copia… indicare blog ed autore.
IL TUO GRUPPO D’ARTE E DI ARTISTI
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Lo stile del Caravaggio,
benché risenta dello stile rinascimentale
e si avvicini al nascente barocco,
apparve all’epoca una pittura sconvolgente
per l’estrema ed inconsueta umanità delle figure dipinte.
I critici sono oggi concordi sul fatto che
invece di sublimare il divino
egli amava sublimare l’umano
per portarlo al divino.
Emblematica di questa sua sorprendente visione dell’arte
è certamente l’opera che oggi ripropongo
per le sue inusuali e significative caratteristiche.
LA MADONNA DEI PELLEGRINI DEL CARAVAGGIO
ARTE ATMOSFERE E SEGRETI
a cura di Tony Kospan
Un dipinto che allora diede addirittura scandalo…
Particolare
.
.
Se lo osserviamo con attenzione,
potremo scoprire alcuni aspetti che possono sfuggire
ad un rapido sguardo e capiremo il perché…
Questo dipinto, certamente sorprendente,
è però nel contempo rappresentativo
del modo di sentire e di pensare del Caravaggio.
Milano 29 9 1571 – Porto Ercole 18 7 1610
Una delle principali caratteristiche dell’arte caravaggesca
è quella di dipingere persone ed oggetti
molto noti e molto vicini a quelli che il popolo conosceva.
Madonna dei Pellegrini o di Loreto (partic.)
Il dipinto ad olio su tela, datato intorno al 1605, si trova nella Chiesa dei Pellegrini a pochi passi da Piazza Navona a Roma e presenta, come dicevo su, alcune notevoli curiosità che val la pena conoscere.
Chiesa dei Pellegrini
La prima riguarda la chiesa stessa che nel ‘400 era l’unica in cui erano ammesse le procaci cortigiane dell’epoca come Beatrice Ferrara, Tullia d’Aragona e la Fiammetta amante di Cesare Borgia… che anzi avevano addirittura dei banchi a loro riservati.
Piazza Navona in un’antica stampa
Di tale strana consuetudine è stata ormai cancellata ogni traccia tranne una… appunto la Madonna dei Pellegrini… capolavoro del Caravaggio.
E’ certo poi che la modella che prestò il volto alla Madonna fosse Maddalena Antognetti che secondo alcuni era amante di nobili e cardinali e per altri anche dello stesso Caravaggio e che poserà anche per la Madonna dei Palafrenieri.
Maddalena Antognetti
Il dipinto all’epoca destò grande scandalo come leggiamo in una nota dell’epoca del Baglione “ne fu fatto dai preti e da’ popolani estremo schiamazzo”.
I motivi sono quelli che elenco ora in breve e che possiamo verificare noi stessi con una semplice ma accurata osservazione del dipinto:
GLI ASPETTI SORPRENDENTI DEL DIPINTO
– L’ambientazione poco elegante della scena… La casa appare cadente, con l’intonaco scrostato e la Madonna è sulla porta.
– Il vestito popolano della Madonna che inoltre non appare in trono e non ha corona.
– L’inconsueta grandezza del Bambino… che in verità appare quasi un ragazzino.
– i vestiti molto sdruciti dei pellegrini … e, dulcis in fundo, i loro piedi sporchi e gonfi.

Il tutto è mostrato in bella evidenza ed estremo realismo dal Caravaggio che pertanto mostra di non aver problemi a mostrare il suo spirito indipendente e controcorrente.
UNA PERSONALE CONCLUSIONE
Il capolavoro va visto però come esaltazione e non come critica delle fede come a prima vista si potrebbe pensare.
Ma certo la fede di cui ci vuol parlare il Caravaggio non è quella paludata e formale ma assolutamente interiore e vicina alla vera essenza del Cristianesimo (cosa che appare oggi finalmente tornare in auge anche se con molta difficoltà nonostante l’impegno di Papa Francesco).
L’opera (così come molte altre sue opere), fu quindi frutto di un’intuizione geniale e cioè quella di voler mostrare una sua visione umana e “terrestre” della religione ed auspicare un suo allontanamento dai lussi, dai fasti, dai formalismi e dai trionfalismi allora imperanti.
Informazioni, immagini e spunti da vari siti web
Ciao da Tony Kospan
IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE FIGURATIVA
(PITTURA, SCULTURA, FOTOGRAFIA E CINEMA)
Particolare del Bacco ma in realtà suo autoritratto
.
.
.
.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Lo stile del Caravaggio,
benché risenta dello stile rinascimentale
e si avvicini al nascente barocco,
apparve all’epoca una pittura sconvolgente
per l’estrema ed inconsueta umanità delle figure dipinte.
I critici sono oggi concordi sul fatto che
invece di sublimare il divino
egli amava sublimare l’umano
per portarlo al divino.
Emblematica di questa sua sorprendente visione dell’arte
è certamente l’opera che oggi ripropongo
per le sue inusuali e significative caratteristiche.
LA MADONNA DEI PELLEGRINI DEL CARAVAGGIO
ARTE ATMOSFERE E SEGRETI
a cura di Tony Kospan
Un dipinto che allora diede addirittura scandalo…
Particolare
.
.
Se lo osserviamo con attenzione,
potremo scoprire alcuni aspetti che possono sfuggire
ad un rapido sguardo e capiremo il perché…
Questo dipinto, certamente sorprendente,
è però nel contempo rappresentativo
del modo di sentire e di pensare del Caravaggio.
Milano 29 9 1571 – Porto Ercole 18 7 1610
Una delle principali caratteristiche dell’arte caravaggesca
è quella di dipingere persone ed oggetti
molto noti e molto vicini a quelli che il popolo conosceva.
Madonna dei Pellegrini o di Loreto (partic.)
Il dipinto ad olio su tela, datato intorno al 1605, si trova nella Chiesa dei Pellegrini a pochi passi da Piazza Navona a Roma e presenta, come dicevo su, alcune notevoli curiosità che val la pena conoscere.
Chiesa dei Pellegrini
La prima riguarda la chiesa stessa che nel ‘400 era l’unica in cui erano ammesse le procaci cortigiane dell’epoca come Beatrice Ferrara, Tullia d’Aragona e la Fiammetta amante di Cesare Borgia… che anzi avevano addirittura dei banchi a loro riservati.
Piazza Navona in un’antica stampa
Di tale strana consuetudine è stata ormai cancellata ogni traccia tranne una… appunto la Madonna dei Pellegrini… capolavoro del Caravaggio.
E’ certo poi che la modella che prestò il volto alla Madonna fosse Maddalena Antognetti che secondo alcuni era amante di nobili e cardinali e per altri anche dello stesso Caravaggio e che poserà anche per la Madonna dei Palafrenieri.
Maddalena Antognetti
Il dipinto all’epoca destò grande scandalo come leggiamo in una nota dell’epoca del Baglione “ne fu fatto dai preti e da’ popolani estremo schiamazzo”.
I motivi sono quelli che elenco ora in breve e che possiamo verificare noi stessi con una semplice ma accurata osservazione del dipinto:
GLI ASPETTI SORPRENDENTI DEL DIPINTO
– L’ambientazione poco elegante della scena… La casa appare cadente, con l’intonaco scrostato e la Madonna è sulla porta.
– Il vestito popolano della Madonna che inoltre non appare in trono e non ha corona.
– L’inconsueta grandezza del Bambino… che in verità appare quasi un ragazzino.
– i vestiti molto sdruciti dei pellegrini … e, dulcis in fundo, i loro piedi sporchi e gonfi.

Il tutto è mostrato in bella evidenza ed estremo realismo dal Caravaggio che pertanto mostra di non aver problemi a mostrare il suo spirito indipendente e controcorrente.
UNA PERSONALE CONCLUSIONE
Il capolavoro va visto però come esaltazione e non come critica delle fede come a prima vista si potrebbe pensare.
Ma certo la fede di cui ci vuol parlare il Caravaggio non è quella paludata e formale ma assolutamente interiore e vicina alla vera essenza del Cristianesimo (cosa che appare oggi finalmente tornare in auge anche se con molta difficoltà nonostante l’impegno di Papa Francesco).
L’opera (così come molte altre sue opere), fu quindi frutto di un’intuizione geniale e cioè quella di voler mostrare una sua visione umana e “terrestre” della religione ed auspicare un suo allontanamento dai lussi, dai fasti, dai formalismi e dai trionfalismi allora imperanti.
Informazioni, immagini e spunti da vari siti web
Ciao da Tony Kospan
IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE FIGURATIVA
(PITTURA, SCULTURA, FOTOGRAFIA E CINEMA)
Particolare del Bacco ma in realtà suo autoritratto
.
.
.
.
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Questo dipinto, di cui ora vi parlerò, è il primo capolavoro di Goya, il suo primo grande ritratto e tra le sue pochissime opere esistenti in Italia!
Ne conosceremo la storia.. i personaggi.. i misteri e ne farò una breve analisi.
Personalmente amo molto i dipinti in cui sono presenti numerosi soggetti perché mi appaiono suggestivi in quanto rappresentano spesso l’unica documentazione di un’epoca, di una società, di un ambiente e di un’atmosfera.
Questo poi, oltre a contenere tutto quanto appena detto, vi aggiunge anche un preciso aspetto storico, ma presenta pure dei lati arcani, quasi divertenti e geniali.
Ma andiamo con ordine.
Il dipinto è LA FAMIGLIA DELL’INFANTE DON LUIS DI BORBONE creato da Goya nel 1783-1784 e conservato presso la Fondazione Magnani-Rocca di Parma.
Goya – Autoritratto giovanile
Francisco José de Goya y Lucientes (Fuendetodos, 30.3.1746 – Bordeaux, 16.04.1828)
STORIA DEL DIPINTO
Siamo nella seconda metà del ‘700, Goya è un pittore non ancora affermato ed il committente Don Luis, è il fratello del Re di Spagna Carlo III.
Don Luis, fratello minore del Re già ad 8 anni era stato nominato arcivescovo di Toledo e poi cardinale ma a 28 anni aveva rinunciato alla carriera ecclesiastica per poter vivere senza freni da grande libertino.
Pur considerato non molto “sveglio”, infatti fin da giovanissimo era andato a caccia di donne e di selvaggina nonché di altri piaceri, approfittando del suo potere regale dato che, a detta di Casanova, era uno degli uomini più brutti della Spagna.
Don Luis e la moglie
A circa 50 anni però aveva deciso di mettere la testa a posto, di tirare i remi in barca e di ritirarsi nel suo Palazzo di Arenas de San Pedro, a 140 km a ovest di Madrid.
Si era sposato, innamorato, con una donna molto più giovane di lui di ben 32 anni, María Teresa de Vallabriga y Rozas, ma di una nobiltà minima che gli aveva fatto perdere, con il decreto (non casuale) del Re “Pragmatica de matrimonios desiguales”, ogni diritto al trono per lui ed i suoi eredi.
Comunque manteneva la possibilità di mantenere una piccola corte nel suo Palazzo insieme ad altri privilegi.
Era però molto svampito e la moglie lo riprendeva pubblicamente e duramente e si vociferava che talvolta lo menasse perfino.
Tuttavia il nostro mostrava anche dei lati positivi dato che da amante dell’arte aveva deciso di avere una piccola corte di pittori, musicisti… etc. per onorare lui e la sua famiglia.
Tra i vari pittori contattati per selezionare il pittore “di corte” la sua scelta era caduta su Goya, pittore promettente ma ancora semisconosciuto e squattrinato.
Lo evinciamo dalle parole di gioia dello stesso Goya alla notizia, consapevole che per lui questo poteva essere, come poi sarà, il primo passo di una grande carriera:
“Sua Altezza mi ha coperto di doni, io ho fatto il suo ritratto, quello della moglie, del figlio e della figlia, con un successo insperato perché altri pittori si erano già misurati, senza riuscirci, in questa impresa”.
Infatti qualche anno dopo ormai noto ed apprezzato, persa la protezione di Don Luis a causa della sua morte, troverà facilmente nuovi committenti.
IL DIPINTO
L’artista dunque riceve alla fine del 1783, quando da Don Luis ha 56 anni (ma ne dimostra tanti di più), l’invito a dipingere tutta la sua famiglia e la sua piccola corte.
Il dipinto, a lungo poco apprezzato, è ora invece considerato il primo vero capolavoro del pittore spagnolo ed è tra i pochissimi conservati in Italia.
Goya per la prima volta dipinge un grande ritratto (248 x 328 cm) con molti personaggi e mette insieme, senza alcuna distinzione, principi e domestici, funzionari ed artisti.
Luigi Magnani, che lo comprò a caro prezzo negli anni ’70 dalla famiglia Ruspoli, era convinto che nascondesse un segreto.
Il gruppo appare in riunione prima di ritirarsi nelle stanze per la notte ma appare immobile come se fosse su di un palcoscenico… il che è evidenziato anche dalle grandi tende alle loro spalle.
Il tutto è poi illuminato da una piccola ed inadeguata candela che accentua un’atmosfera poco allegra anche se con lati tragicomici come la risata del segretario di Donna Maria Teresa (e non solo).
Le uniche 2 persone che appaiono “vive” sono l’anzidetto segretario giulivo e la piccola María Teresa.
Goya ritrae anche se stesso mentre dipinge il gruppo e questo escamotage ci riporta al mitico “Las Meninas” di Velazquez.
Qui però non si vede lo specchio che tuttavia, secondo una corrente interpretazione, il pittore immagina e lascia immaginare che sia di fronte al gruppo.
I PERSONAGGI
Il personaggio principale, Don Luis, non è al centro ma appare di lato e sembra guardare nel vuoto quasi inebetito, mentre sul tavolo ci sono delle carte da gioco (l’asso di denari, il due e il re di bastoni) che indicano un “solitario” il più triste tra i giochi con le carte.
Centrale è invece la moglie che in vestaglia si fa pettinare dal suo parrucchiere.
E’ lei, con lo sguardo ed il portamento, che ci mostra chi sia la personalità forte del gruppo anche se non appare molto interessata alla scena.
Partendo dalla sinistra vediamo prima lo stesso Goya che sta dipingendo il gruppo, poi due cameriere con accanto, vestito di azzurro, il piccolo don Luis María (futuro cardinale) e la piccola María Teresa (futura moglie di Godoy e contessa di Chinchón) che guarda il pittore dipingere.
Dopo il parrucchiere e la moglie di don Luis notiamo in braccio alla bambinaia l’altra figlia, la piccola María Josefa, che diverrà contessa di San Fernando.
Identifichiamo infine i 4 uomini sulla destra tra cui spicca quello che ride apertamente e che buca tutta la scena.
Il primo è don Manuel Moreno responsabile della Segreteria ed accanto a lui, molto elegante, il musicista e violoncellista italiano Luigi Boccherini che faceva parte della piccola corte e che visse a lungo in Spagna.
Gli altri 2, alle loro spalle, sono Francisco del Campo, il segretario particolare (e molto… molto intimo) di donna María Teresa che è l’unico del gruppo a ridere apertamente e don Alejandro de la Cruz, pittore da camera di sua Altezza.
IL SIGNIFICATO
Innanzitutto cosa esprime il dipinto?
Una nobiltà che dopo secoli di potere appare stanca, formale, vuota, ingessata e prossima alla fine.
Ce lo dice Goya con quel “tavolino impossibile” dato che ha una sola gamba, con quel lume così piccolo e scadente, con lo sguardo vuoto del fratello del Re e tanti altri piccoli particolari come ad es. le carte da gioco che per i tarocchi significherebbero perdita e cambiamento.
Don Luis morirà qualche anno dopo e la Rivoluzione Francese è molto vicina ed anche se non avrà riflessi diretti sulla Spagna tuttavia provocherà un gran bello scossone.
Tuttavia Goya qui, così come in tutta la sua produzione, dipinge una doppia realtà pur se senza alcun intento satirico né moraleggiante.
La prima realtà è quella che vede con gli occhi… la seconda è quella che da artista percepisce.
I SEGRETI O GLI ENIGMI
Penso che non si sbagliasse il Magnani quando diceva dei segreti del dipinto.
Vediamone alcuni.
Il principale è il tavolino con una gamba sola indicante quasi certamente una situazione ed un ambiente traballante ma che potrebbe avere anche altre spiegazioni.
Soprattutto però è enigmatica la figura del segretario bendato e che se la ride tanto (perché è bendato? perché se la ride?).
Alcuni studiosi hanno intravisto in lui la figura di un popolano che sbeffeggia la poco nobile situazione.
Questa tesi non mi convince molto (in relazione a quanto detto prima sul modus operandi del pittore) e ritengo quindi che il Goya volesse solo “rivelare in modo criptico” qualcosa della regale combriccola che non poteva mostrare chiaramente, ma che lui conosceva bene.
Ma non finiscono qui le stranezze di questo personaggio, se osservate bene, ha anche una mano aperta dietro di sé come per ricevere qualcosa che l’uomo alle sue spalle sta prendendo dal panciotto.
Cosa? Le chiavi della camera di Donna Maria Teresa, una sua lettera, o?
CONCLUSIONE
La Fondazione Magnani-Rocca di Parma merita certo una visita, per ammirare questo dipinto, ma non solo.
FINE
Copyright Tony Kospan
In caso di copia… indicare blog ed autore.
IL TUO GRUPPO D’ARTE E DI ARTISTI
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Lo stile del Caravaggio,
benché risenta dello stile rinascimentale
e si avvicini al nascente barocco,
apparve all’epoca una pittura sconvolgente
per l’estrema ed inconsueta umanità delle figure dipinte.
I critici sono oggi concordi sul fatto che
invece di sublimare il divino
egli amava sublimare l’umano
per portarlo al divino.
Emblematica di questa sua sorprendente visione dell’arte
è certamente l’opera che oggi ripropongo
per le sue inusuali e significative caratteristiche.
LA MADONNA DEI PELLEGRINI DEL CARAVAGGIO
ARTE ATMOSFERE E SEGRETI
a cura di Tony Kospan
Un dipinto che allora diede addirittura scandalo…
Particolare
.
.
Se lo osserviamo con attenzione,
potremo scoprire alcuni aspetti che possono sfuggire
ad un rapido sguardo e capiremo il perché…
Questo dipinto, certamente sorprendente,
è però nel contempo rappresentativo
del modo di sentire e di pensare del Caravaggio.
Milano 29 9 1571 – Porto Ercole 18 7 1610
Una delle principali caratteristiche dell’arte caravaggesca
è quella di dipingere persone ed oggetti
molto noti e molto vicini a quelli che il popolo conosceva.
Madonna dei Pellegrini o di Loreto (partic.)
Il dipinto ad olio su tela, datato intorno al 1605, si trova nella Chiesa dei Pellegrini a pochi passi da Piazza Navona a Roma e presenta, come dicevo su, alcune notevoli curiosità che val la pena conoscere.
Chiesa dei Pellegrini
La prima riguarda la chiesa stessa che nel ‘400 era l’unica in cui erano ammesse le procaci cortigiane dell’epoca come Beatrice Ferrara, Tullia d’Aragona e la Fiammetta amante di Cesare Borgia… che anzi avevano addirittura dei banchi a loro riservati.
Piazza Navona in un’antica stampa
Di tale strana consuetudine è stata ormai cancellata ogni traccia tranne una… appunto la Madonna dei Pellegrini… capolavoro del Caravaggio.
E’ certo poi che la modella che prestò il volto alla Madonna fosse Maddalena Antognetti che secondo alcuni era amante di nobili e cardinali e per altri anche dello stesso Caravaggio e che poserà anche per la Madonna dei Palafrenieri.
Maddalena Antognetti
Il dipinto all’epoca destò grande scandalo come leggiamo in una nota dell’epoca del Baglione “ne fu fatto dai preti e da’ popolani estremo schiamazzo”.
I motivi sono quelli che elenco ora in breve e che possiamo verificare noi stessi con una semplice ma accurata osservazione del dipinto:
GLI ASPETTI SORPRENDENTI DEL DIPINTO
– L’ambientazione poco elegante della scena… La casa appare cadente, con l’intonaco scrostato e la Madonna è sulla porta.
– Il vestito popolano della Madonna che inoltre non appare in trono e non ha corona.
– L’inconsueta grandezza del Bambino… che in verità appare quasi un ragazzino.
– i vestiti molto sdruciti dei pellegrini … e, dulcis in fundo, i loro piedi sporchi e gonfi.

Il tutto è mostrato in bella evidenza ed estremo realismo dal Caravaggio che pertanto mostra di non aver problemi a mostrare il suo spirito indipendente e controcorrente.
UNA PERSONALE CONCLUSIONE
Il capolavoro va visto però come esaltazione e non come critica delle fede come a prima vista si potrebbe pensare.
Ma certo la fede di cui ci vuol parlare il Caravaggio non è quella paludata e formale ma assolutamente interiore e vicina alla vera essenza del Cristianesimo (cosa che appare oggi finalmente tornare in auge anche se con molta difficoltà nonostante l’impegno di Papa Francesco).
L’opera (così come molte altre sue opere), fu quindi frutto di un’intuizione geniale e cioè quella di voler mostrare una sua visione umana e “terrestre” della religione ed auspicare un suo allontanamento dai lussi, dai fasti, dai formalismi e dai trionfalismi allora imperanti.
Informazioni, immagini e spunti da vari siti web
Ciao da Tony Kospan
IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE FIGURATIVA
(PITTURA, SCULTURA, FOTOGRAFIA E CINEMA)
Particolare del Bacco ma in realtà suo autoritratto
.
.
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Questo dipinto, di cui ora vi parlerò, è il primo capolavoro di Goya, il suo primo grande ritratto e tra le sue pochissime opere esistenti in Italia!
Ne conosceremo la storia.. i personaggi.. i misteri e ne farò una breve analisi.
Personalmente amo molto i dipinti in cui sono presenti numerosi soggetti perché mi appaiono suggestivi in quanto rappresentano spesso l’unica documentazione di un’epoca, di una società, di un ambiente e di un’atmosfera.
Questo poi, oltre a contenere tutto quanto appena detto, vi aggiunge anche un preciso aspetto storico, ma presenta pure dei lati arcani, quasi divertenti e geniali.
Ma andiamo con ordine.
Il dipinto è LA FAMIGLIA DELL’INFANTE DON LUIS DI BORBONE creato da Goya nel 1783-1784 e conservato presso la Fondazione Magnani-Rocca di Parma.
Goya – Autoritratto giovanile
Francisco José de Goya y Lucientes (Fuendetodos, 30.3.1746 – Bordeaux, 16.04.1828)
STORIA DEL DIPINTO
Siamo nella seconda metà del ‘700, Goya è un pittore non ancora affermato ed il committente Don Luis, è il fratello del Re di Spagna Carlo III.
Don Luis, fratello minore del Re già ad 8 anni era stato nominato arcivescovo di Toledo e poi cardinale ma a 28 anni aveva rinunciato alla carriera ecclesiastica per poter vivere senza freni da grande libertino.
Pur considerato non molto “sveglio”, infatti fin da giovanissimo era andato a caccia di donne e di selvaggina nonché di altri piaceri, approfittando del suo potere regale dato che, a detta di Casanova, era uno degli uomini più brutti della Spagna.
Don Luis e la moglie
A circa 50 anni però aveva deciso di mettere la testa a posto, di tirare i remi in barca e di ritirarsi nel suo Palazzo di Arenas de San Pedro, a 140 km a ovest di Madrid.
Si era sposato, innamorato, con una donna molto più giovane di lui di ben 32 anni, María Teresa de Vallabriga y Rozas, ma di una nobiltà minima che gli aveva fatto perdere, con il decreto (non casuale) del Re “Pragmatica de matrimonios desiguales”, ogni diritto al trono per lui ed i suoi eredi.
Comunque manteneva la possibilità di mantenere una piccola corte nel suo Palazzo insieme ad altri privilegi.
Era però molto svampito e la moglie lo riprendeva pubblicamente e duramente e si vociferava che talvolta lo menasse perfino.
Tuttavia il nostro mostrava anche dei lati positivi dato che da amante dell’arte aveva deciso di avere una piccola corte di pittori, musicisti… etc. per onorare lui e la sua famiglia.
Tra i vari pittori contattati per selezionare il pittore “di corte” la sua scelta era caduta su Goya, pittore promettente ma ancora semisconosciuto e squattrinato.
Lo evinciamo dalle parole di gioia dello stesso Goya alla notizia, consapevole che per lui questo poteva essere, come poi sarà, il primo passo di una grande carriera:
“Sua Altezza mi ha coperto di doni, io ho fatto il suo ritratto, quello della moglie, del figlio e della figlia, con un successo insperato perché altri pittori si erano già misurati, senza riuscirci, in questa impresa”.
Infatti qualche anno dopo ormai noto ed apprezzato, persa la protezione di Don Luis a causa della sua morte, troverà facilmente nuovi committenti.
IL DIPINTO
L’artista dunque riceve alla fine del 1783, quando da Don Luis ha 56 anni (ma ne dimostra tanti di più), l’invito a dipingere tutta la sua famiglia e la sua piccola corte.
Il dipinto, a lungo poco apprezzato, è ora invece considerato il primo vero capolavoro del pittore spagnolo ed è tra i pochissimi conservati in Italia.
Goya per la prima volta dipinge un grande ritratto (248 x 328 cm) con molti personaggi e mette insieme, senza alcuna distinzione, principi e domestici, funzionari ed artisti.
Luigi Magnani, che lo comprò a caro prezzo negli anni ’70 dalla famiglia Ruspoli, era convinto che nascondesse un segreto.
Il gruppo appare in riunione prima di ritirarsi nelle stanze per la notte ma appare immobile come se fosse su di un palcoscenico… il che è evidenziato anche dalle grandi tende alle loro spalle.
Il tutto è poi illuminato da una piccola ed inadeguata candela che accentua un’atmosfera poco allegra anche se con lati tragicomici come la risata del segretario di Donna Maria Teresa (e non solo).
Le uniche 2 persone che appaiono “vive” sono l’anzidetto segretario giulivo e la piccola María Teresa.
Goya ritrae anche se stesso mentre dipinge il gruppo e questo escamotage ci riporta al mitico “Las Meninas” di Velazquez.
Qui però non si vede lo specchio che tuttavia, secondo una corrente interpretazione, il pittore immagina e lascia immaginare che sia di fronte al gruppo.
I PERSONAGGI
Il personaggio principale, Don Luis, non è al centro ma appare di lato e sembra guardare nel vuoto quasi inebetito, mentre sul tavolo ci sono delle carte da gioco (l’asso di denari, il due e il re di bastoni) che indicano un “solitario” il più triste tra i giochi con le carte.
Centrale è invece la moglie che in vestaglia si fa pettinare dal suo parrucchiere.
E’ lei, con lo sguardo ed il portamento, che ci mostra chi sia la personalità forte del gruppo anche se non appare molto interessata alla scena.
Partendo dalla sinistra vediamo prima lo stesso Goya che sta dipingendo il gruppo, poi due cameriere con accanto, vestito di azzurro, il piccolo don Luis María (futuro cardinale) e la piccola María Teresa (futura moglie di Godoy e contessa di Chinchón) che guarda il pittore dipingere.
Dopo il parrucchiere e la moglie di don Luis notiamo in braccio alla bambinaia l’altra figlia, la piccola María Josefa, che diverrà contessa di San Fernando.
Identifichiamo infine i 4 uomini sulla destra tra cui spicca quello che ride apertamente e che buca tutta la scena.
Il primo è don Manuel Moreno responsabile della Segreteria ed accanto a lui, molto elegante, il musicista e violoncellista italiano Luigi Boccherini che faceva parte della piccola corte e che visse a lungo in Spagna.
Gli altri 2, alle loro spalle, sono Francisco del Campo, il segretario particolare (e molto… molto intimo) di donna María Teresa che è l’unico del gruppo a ridere apertamente e don Alejandro de la Cruz, pittore da camera di sua Altezza.
IL SIGNIFICATO
Innanzitutto cosa esprime il dipinto?
Una nobiltà che dopo secoli di potere appare stanca, formale, vuota, ingessata e prossima alla fine.
Ce lo dice Goya con quel “tavolino impossibile” dato che ha una sola gamba, con quel lume così piccolo e scadente, con lo sguardo vuoto del fratello del Re e tanti altri piccoli particolari come ad es. le carte da gioco che per i tarocchi significherebbero perdita e cambiamento.
Don Luis morirà qualche anno dopo e la Rivoluzione Francese è molto vicina ed anche se non avrà riflessi diretti sulla Spagna tuttavia provocherà un gran bello scossone.
Tuttavia Goya qui, così come in tutta la sua produzione, dipinge una doppia realtà pur se senza alcun intento satirico né moraleggiante.
La prima realtà è quella che vede con gli occhi… la seconda è quella che da artista percepisce.
I SEGRETI O GLI ENIGMI
Penso che non si sbagliasse il Magnani quando diceva dei segreti del dipinto.
Vediamone alcuni.
Il principale è il tavolino con una gamba sola indicante quasi certamente una situazione ed un ambiente traballante ma che potrebbe avere anche altre spiegazioni.
Soprattutto però è enigmatica la figura del segretario bendato e che se la ride tanto (perché è bendato? perché se la ride?).
Alcuni studiosi hanno intravisto in lui la figura di un popolano che sbeffeggia la poco nobile situazione.
Questa tesi non mi convince molto (in relazione a quanto detto prima sul modus operandi del pittore) e ritengo quindi che il Goya volesse solo “rivelare in modo criptico” qualcosa della regale combriccola che non poteva mostrare chiaramente, ma che lui conosceva bene.
Ma non finiscono qui le stranezze di questo personaggio, se osservate bene, ha anche una mano aperta dietro di sé come per ricevere qualcosa che l’uomo alle sue spalle sta prendendo dal panciotto.
Cosa? Le chiavi della camera di Donna Maria Teresa, una sua lettera, o?
CONCLUSIONE
La Fondazione Magnani-Rocca di Parma merita certo una visita, per ammirare questo dipinto, ma non solo.
FINE
Copyright Tony Kospan
In caso di copia… indicare blog ed autore.
IL TUO GRUPPO D’ARTE E DI ARTISTI
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Lo stile del Caravaggio,
benché risenta dello stile rinascimentale
e si avvicini al nascente barocco,
apparve all’epoca una pittura sconvolgente
per l’estrema ed inconsueta umanità delle figure dipinte.
I critici sono oggi concordi sul fatto che
invece di sublimare il divino
egli amava sublimare l’umano
per portarlo al divino.
Emblematica di questa sua sorprendente visione dell’arte
è certamente l’opera che oggi ripropongo
per le sue inusuali e significative caratteristiche.
LA MADONNA DEI PELLEGRINI DEL CARAVAGGIO
ARTE ATMOSFERE E SEGRETI
a cura di Tony Kospan
Un dipinto che allora diede addirittura scandalo…
Particolare
.
.
Se lo osserviamo con attenzione,
potremo scoprire alcuni aspetti che possono sfuggire
ad un rapido sguardo e capiremo il perché…
Questo dipinto, certamente sorprendente,
è però nel contempo rappresentativo
del modo di sentire e di pensare del Caravaggio.
Milano 29 9 1571 – Porto Ercole 18 7 1610
Una delle principali caratteristiche dell’arte caravaggesca
è quella di dipingere persone ed oggetti
molto noti e molto vicini a quelli che il popolo conosceva.
Madonna dei Pellegrini o di Loreto (partic.)
Il dipinto ad olio su tela, datato intorno al 1605, si trova nella Chiesa dei Pellegrini a pochi passi da Piazza Navona a Roma e presenta, come dicevo su, alcune notevoli curiosità che val la pena conoscere.
Chiesa dei Pellegrini
La prima riguarda la chiesa stessa che nel ‘400 era l’unica in cui erano ammesse le procaci cortigiane dell’epoca come Beatrice Ferrara, Tullia d’Aragona e la Fiammetta amante di Cesare Borgia… che anzi avevano addirittura dei banchi a loro riservati.
Piazza Navona in un’antica stampa
Di tale strana consuetudine è stata ormai cancellata ogni traccia tranne una… appunto la Madonna dei Pellegrini… capolavoro del Caravaggio.
E’ certo poi che la modella che prestò il volto alla Madonna fosse Maddalena Antognetti che secondo alcuni era amante di nobili e cardinali e per altri anche dello stesso Caravaggio e che poserà anche per la Madonna dei Palafrenieri.
Maddalena Antognetti
Il dipinto all’epoca destò grande scandalo come leggiamo in una nota dell’epoca del Baglione “ne fu fatto dai preti e da’ popolani estremo schiamazzo”.
I motivi sono quelli che elenco ora in breve e che possiamo verificare noi stessi con una semplice ma accurata osservazione del dipinto:
GLI ASPETTI SORPRENDENTI DEL DIPINTO
– L’ambientazione poco elegante della scena… La casa appare cadente, con l’intonaco scrostato e la Madonna è sulla porta.
– Il vestito popolano della Madonna che inoltre non appare in trono e non ha corona.
– L’inconsueta grandezza del Bambino… che in verità appare quasi un ragazzino.
– i vestiti molto sdruciti dei pellegrini … e, dulcis in fundo, i loro piedi sporchi e gonfi.

Il tutto è mostrato in bella evidenza ed estremo realismo dal Caravaggio che pertanto mostra di non aver problemi a mostrare il suo spirito indipendente e controcorrente.
UNA PERSONALE CONCLUSIONE
Il capolavoro va visto però come esaltazione e non come critica delle fede come a prima vista si potrebbe pensare.
Ma certo la fede di cui ci vuol parlare il Caravaggio non è quella paludata e formale ma assolutamente interiore e vicina alla vera essenza del Cristianesimo (cosa che appare oggi finalmente tornare in auge anche se con molta difficoltà nonostante l’impegno di Papa Francesco).
L’opera (così come molte altre sue opere), fu quindi frutto di un’intuizione geniale e cioè quella di voler mostrare una sua visione umana e “terrestre” della religione ed auspicare un suo allontanamento dai lussi, dai fasti, dai formalismi e dai trionfalismi allora imperanti.
Informazioni, immagini e spunti da vari siti web
Ciao da Tony Kospan
IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE FIGURATIVA
(PITTURA, SCULTURA, FOTOGRAFIA E CINEMA)
Particolare del Bacco ma in realtà suo autoritratto
.
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Particolare del Bacco ma in realtà suo autoritratto
Lo stile del Caravaggio, benché rinascimentale e pre-barocco,
apparve all’epoca una pittura sconvolgente
per l’estrema ed inconsueta umanità delle figure dipinte.
I critici sono oggi concordi sul fatto che
invece di sublimare il divino
egli amava sublimare l’umano…
per portarlo al divino…
Emblematica di questa sua sorprendente visione dell’arte
è certamente l’opera che oggi ripropongo…
per le sue inusuali e significative caratteristiche.
LA MADONNA DEI PELLEGRINI DEL CARAVAGGIO
ARTE ATMOSFERE E SEGRETI
a cura di Tony Kospan
Un dipinto che allora diede addirittura scandalo…
Particolare
.
.
Se lo osserviamo con attenzione,
potremo scoprire alcuni aspetti che possono sfuggire
ad un rapido sguardo e capiremo il perché…
Questo dipinto, certamente sorprendente,
è però nel contempo rappresentativo
del modo di sentire e di pensare del Caravaggio.
Milano 29 9 1571 – Porto Ercole 18 7 1610
Una delle principali caratteristiche dell’arte caravaggesca
è quella di dipingere persone ed oggetti
molto noti e molto vicini a quelli che il popolo conosceva…
Madonna dei Pellegrini o di Loreto (partic.)
Il dipinto ad olio su tela, datato intorno al 1605, si trova nella Chiesa dei Pellegrini a pochi passi da Piazza Navona a Roma e presenta, come dicevo su, alcune notevoli curiosità che val la pena conoscere.
Chiesa dei Pellegrini
La prima riguarda la chiesa stessa che nel ‘400 era l’unica in cui erano ammesse le procaci cortigiane dell’epoca come Beatrice Ferrara, Tullia d’Aragona e la Fiammetta amante di Cesare Borgia… che anzi avevano addirittura dei banchi a loro riservati.
Piazza Navona in un’antica stampa
Di tale strana consuetudine è stata ormai cancellata ogni traccia tranne una… appunto la Madonna dei Pellegrini… capolavoro del Caravaggio.
E’ certo poi che la modella che prestò il volto alla Madonna fosse Maddalena Antognetti che secondo alcuni era amante di nobili e cardinali e per altri anche dello stesso Caravaggio e che poserà anche per la Madonna dei Palafrenieri.
Maddalena Antognetti
Il dipinto all’epoca destò grande scandalo come leggiamo in una nota dell’epoca del Baglione “ne fu fatto dai preti e da’ popolani estremo schiamazzo”.
I motivi sono quelli che elenco ora in breve e che possiamo verificare noi stessi con una semplice ma accurata osservazione del dipinto:
GLI ASPETTI SORPRENDENTI DEL DIPINTO
– L’ambientazione poco elegante della scena… La casa appare cadente, con l’intonaco scrostato e la Madonna è sulla porta.
– Il vestito popolano della Madonna che inoltre non appare in trono e non ha corona.
– L’inconsueta grandezza del Bambino… che in verità appare quasi un ragazzino…
– i vestiti molto sdruciti dei pellegrini … e, dulcis in fundo, i loro piedi sporchi e gonfi…

Il tutto è mostrato in bella evidenza ed estremo realismo dal Caravaggio che pertanto mostra di non aver problemi a mostrare il suo spirito indipendente e controcorrente…
UNA PERSONALE CONCLUSIONE
Il capolavoro va visto però come esaltazione e non come critica delle fede… come a prima vista si potrebbe pensare…
Ma certo la fede di cui ci vuol parlare il Caravaggio non è quella paludata e formale ma assolutamente interiore e vicina alla vera essenza del Cristianesimo (cosa che appare oggi finalmente tornare in auge anche se con molta difficoltà nonostante l’impegno di Papa Francesco).
L’opera fu quindi frutto di un’intuizione geniale cioè quella di voler rappresentare, con la sua arte, una sua visione umana e “terrestre” della religione ed auspicare che essa si allontanasse dai lussi… dai formalismi e dai trionfalismi allora imperanti.
Informazioni immagini e spunti da vari siti web
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Particolare del Bacco ma in realtà suo autoritratto
Lo stile del Caravaggio, benché rinascimentale e pre-barocco,
apparve all’epoca una pittura sconvolgente
per l’estrema ed inconsueta umanità delle figure dipinte.
I critici sono oggi concordi sul fatto che
invece di sublimare il divino
egli amava sublimare l’umano…
per portarlo al divino…
Emblematica di questa sua sorprendente visione dell’arte
è certamente l’opera che oggi ripropongo…
per le sue inusuali e significative caratteristiche.
LA MADONNA DEI PELLEGRINI DEL CARAVAGGIO
ARTE ATMOSFERE E SEGRETI
a cura di Tony Kospan
Un dipinto che allora diede addirittura scandalo…
Particolare
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Se lo osserviamo con attenzione,
potremo scoprire alcuni aspetti che possono sfuggire
ad un rapido sguardo e capiremo il perché…
Questo dipinto, certamente sorprendente,
è però nel contempo rappresentativo
del modo di sentire e di pensare del Caravaggio.
Milano 29 9 1571 – Porto Ercole 18 7 1610
Una delle principali caratteristiche dell’arte caravaggesca
è quella di dipingere persone ed oggetti
molto noti e molto vicini a quelli che il popolo conosceva…
Madonna dei Pellegrini o di Loreto (partic.)
Il dipinto ad olio su tela, datato intorno al 1605, si trova nella Chiesa dei Pellegrini a pochi passi da Piazza Navona a Roma e presenta, come dicevo su, alcune notevoli curiosità che val la pena conoscere.
Chiesa dei Pellegrini
La prima riguarda la chiesa stessa che nel ‘400 era l’unica in cui erano ammesse le procaci cortigiane dell’epoca come Beatrice Ferrara, Tullia d’Aragona e la Fiammetta amante di Cesare Borgia… che anzi avevano addirittura dei banchi a loro riservati.
Piazza Navona in un’antica stampa
Di tale strana consuetudine è stata ormai cancellata ogni traccia tranne una… appunto la Madonna dei Pellegrini… capolavoro del Caravaggio.
E’ certo poi che la modella che prestò il volto alla Madonna fosse Maddalena Antognetti che secondo alcuni era amante di nobili e cardinali e per altri anche dello stesso Caravaggio e che poserà anche per la Madonna dei Palafrenieri.
Maddalena Antognetti
Il dipinto all’epoca destò grande scandalo come leggiamo in una nota dell’epoca del Baglione “ne fu fatto dai preti e da’ popolani estremo schiamazzo”.
I motivi sono quelli che elenco ora in breve e che possiamo verificare noi stessi con una semplice ma accurata osservazione del dipinto:
GLI ASPETTI SORPRENDENTI DEL DIPINTO
– L’ambientazione poco elegante della scena… La casa appare cadente, con l’intonaco scrostato e la Madonna è sulla porta.
– Il vestito popolano della Madonna che inoltre non appare in trono e non ha corona.
– L’inconsueta grandezza del Bambino… che in verità appare quasi un ragazzino…
– i vestiti molto sdruciti dei pellegrini … e, dulcis in fundo, i loro piedi sporchi e gonfi…

Il tutto è mostrato in bella evidenza ed estremo realismo dal Caravaggio che pertanto mostra di non aver problemi a mostrare il suo spirito indipendente e controcorrente…
UNA PERSONALE CONCLUSIONE
Il capolavoro va visto però come esaltazione e non come critica delle fede… come a prima vista si potrebbe pensare…
Ma certo la fede di cui ci vuol parlare il Caravaggio non è quella paludata e formale ma assolutamente interiore e vicina alla vera essenza del Cristianesimo (cosa che appare oggi finalmente tornare in auge anche se con molta difficoltà nonostante l’impegno di Papa Francesco).
L’opera fu quindi frutto di un’intuizione geniale cioè quella di voler rappresentare, con la sua arte, una sua visione umana e “terrestre” della religione ed auspicare che essa si allontanasse dai lussi… dai formalismi e dai trionfalismi allora imperanti.
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benché risenta dello stile rinascimentale
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apparve all’epoca una pittura sconvolgente
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I critici sono oggi concordi sul fatto che
invece di sublimare il divino
egli amava sublimare l’umano
per portarlo al divino.
Emblematica di questa sua sorprendente visione dell’arte
è certamente l’opera che oggi ripropongo
per le sue inusuali e significative caratteristiche.
LA MADONNA DEI PELLEGRINI DEL CARAVAGGIO
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Un dipinto che allora diede addirittura scandalo…
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Se lo osserviamo con attenzione,
potremo scoprire alcuni aspetti che possono sfuggire
ad un rapido sguardo e capiremo il perché…
Questo dipinto, certamente sorprendente,
è però nel contempo rappresentativo
del modo di sentire e di pensare del Caravaggio.
Milano 29 9 1571 – Porto Ercole 18 7 1610
Una delle principali caratteristiche dell’arte caravaggesca
è quella di dipingere persone ed oggetti
molto noti e molto vicini a quelli che il popolo conosceva.
Madonna dei Pellegrini o di Loreto (partic.)
Il dipinto ad olio su tela, datato intorno al 1605, si trova nella Chiesa dei Pellegrini a pochi passi da Piazza Navona a Roma e presenta, come dicevo su, alcune notevoli curiosità che val la pena conoscere.
Chiesa dei Pellegrini
La prima riguarda la chiesa stessa che nel ‘400 era l’unica in cui erano ammesse le procaci cortigiane dell’epoca come Beatrice Ferrara, Tullia d’Aragona e la Fiammetta amante di Cesare Borgia… che anzi avevano addirittura dei banchi a loro riservati.
Piazza Navona in un’antica stampa
Di tale strana consuetudine è stata ormai cancellata ogni traccia tranne una… appunto la Madonna dei Pellegrini… capolavoro del Caravaggio.
E’ certo poi che la modella che prestò il volto alla Madonna fosse Maddalena Antognetti che secondo alcuni era amante di nobili e cardinali e per altri anche dello stesso Caravaggio e che poserà anche per la Madonna dei Palafrenieri.
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I motivi sono quelli che elenco ora in breve e che possiamo verificare noi stessi con una semplice ma accurata osservazione del dipinto:
GLI ASPETTI SORPRENDENTI DEL DIPINTO
– L’ambientazione poco elegante della scena… La casa appare cadente, con l’intonaco scrostato e la Madonna è sulla porta.
– Il vestito popolano della Madonna che inoltre non appare in trono e non ha corona.
– L’inconsueta grandezza del Bambino… che in verità appare quasi un ragazzino.
– i vestiti molto sdruciti dei pellegrini … e, dulcis in fundo, i loro piedi sporchi e gonfi.

Il tutto è mostrato in bella evidenza ed estremo realismo dal Caravaggio che pertanto mostra di non aver problemi a mostrare il suo spirito indipendente e controcorrente.
UNA PERSONALE CONCLUSIONE
Il capolavoro va visto però come esaltazione e non come critica delle fede come a prima vista si potrebbe pensare.
Ma certo la fede di cui ci vuol parlare il Caravaggio non è quella paludata e formale ma assolutamente interiore e vicina alla vera essenza del Cristianesimo (cosa che appare oggi finalmente tornare in auge anche se con molta difficoltà nonostante l’impegno di Papa Francesco).
L’opera (così come molte altre sue opere), fu quindi frutto di un’intuizione geniale e cioè quella di voler mostrare una sua visione umana e “terrestre” della religione ed auspicare un suo allontanamento dai lussi, dai fasti, dai formalismi e dai trionfalismi allora imperanti.
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