Archivio per l'etichetta ‘Charles Baudelaire’
Walter Crane
Che io possa avere la forza di cambiare
le cose che posso cambiare,
che io possa avere la pazienza di accettare
le cose che non posso cambiare,
che io possa avere soprattutto l’intelligenza
di saperle distinguere.
– Tommaso Moro (Thomas More) –




Walter Crane – La belle dame sans merci
TI ADORO
Charles Baudelaire
T’adoro al pari della volta notturna,
o vaso di tristezza, o grande taciturna!
E tanto più t’amo quanto più mi fuggi,
o bella, e sembri, ornamento delle mie notti,
ironicamente accumulare la distanza
che separa le mie braccia dalle azzurrità infinite.
Mi porto all’attacco, m’arrampico all’assalto
come fa una fila di vermi presso un cadavere e amo,
fiera implacabile e cruda, sino la freddezza
che ti fa più bella ai miei occhi.

Walter Crane – I cavalli di Nettuno



PER LE NOVITA’ DEL SITO
SE… IL BLOG TI PIACE… I S C R I V I T I
Walter Crane
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Care amiche ed amici
stavolta affronteremo un tema
amatissimo dai poeti,
e dagli artisti in genere, fin dall’antichità.

Jean-Marc Nattier – Alleanza tra Amore e Vino
IL VINO
NELLA STORIA.. NELLE POESIE.. NEGLI AFORISMI
NELL’ARTE.. NELLE CANZONI E.. NON SOLO
a cura di Tony Kospan
E’ davvero molto grande il numero delle poesie
dedicate già dai nostri lontani antenati greci e latini
a questa bevanda che rappresenta una delle grandi
scoperte dell’Umanità.
Ecco come già ne parlava Omero circa 4000 anni fa.
IL VINO
Omero
Il vino mi spinge
il vino folle
che fa cantare anche l’uomo più saggio
e lo fa ridere mollemente
e lo costringe a danzare
e tira fuori la parola
che sta meglio non detta.

Michelangelo
Sappiamo ormai da tempo che la medicina
ha riconosciuto al vino notevoli proprietà
salutari se, ovviamente, bevuto con moderazione.
Conosciamo però pure quali sono i pericoli
di un non corretto o eccessivo uso
che vanno dall’ubriachezza… all’alcoolismo…
alla guida pericolosa… etc.
Il suo rapporto con la poesia è stato sempre
molto stretto
e non solo perché il vino
è amato dai poeti… ma anche perché:
Come la poesia, il vino è cultura… cultura millenaria
Come il vino, la poesia per esser sublime… dev’esser genuina
Come la poesia, il vino è vita… sia per chi lo crea che per chi ne gode
Come il vino, la poesia… porta al dialogo… alla conoscenza
Come la poesia, il vino… è capace di colorare la vita
Come il vino, la poesia… ha molto spesso a che fare con l’amore
Come la poesia il vino… fa emergere la verità (In vino veritas)
Tony Kospan
|
Il tema è certamente vastissimo per cui mi fermo qua.
Ma prima di passare alle poesie, come di consueto,
possiamo leggere alcuni aforismi o brevi brani
“illuminanti”
e simpaticissimi… iniziando con 2 brindisi veneziani.
Chi ben beve ben dorme,
chi ben dorme mal no pensa,
chi mal no pensa mal no fa.
Chi mal no fa in Paradiso va.
Ora ben bevè
che el Paradiso avarè…
Brindisi veneziano del XIV sec.
*********************
MIRANDOLINA:
Faccio un brindisi, e me ne vado subito.
Un brindisi che mi ha insegnato mia nonna.
“Viva Bacco, e viva Amore:
L’uno e l’altro ci consola;
Uno passa per la gola,
L’altro va dagli occhi al cuore.
Bevo il vin, cogli occhi poi…
Faccio quel che fate voi.”
Carlo Goldoni – La locandiera
*********************
Io sono bellezza e amore;
io sono amicizia, tuo conforto;
io sono colui che dimentica e perdona.
Io sono lo Spirito del Vino.
William Ernest Henley
*********************
Grande è la fortuna di colui che possiede
una buona bottiglia, un buon libro, un buon amico.
Molière
*********************
Nessun uomo lo può far ridere,
ma ciò non meraviglia:
non beve vino.
William Shakespeare – Falstaff
Edouard Manet – Chez le Père Lathuille
Tutte le poesie prescelte vanno, a mio parere,
centellinate e gustate come un buon bicchiere di vino
e vi scoprirete oltre all’amore per il nettare degli dei
tanti altri profumi come quelli della passione
(D’annunzio Yeats e Neruda)
o della riflessione
(Li Po e Pascoli) ma anche tanto altro.
Come sempre mi piacerebbe leggere quelle
che sul tema amate voi…
(Viva il vino – Caruso)
IN MEZZO AI FIORI
Li Po *
In mezzo ai fiori, con una coppa di vino
mi trovo a bere solo: non ho compagni.
Alzo la tazza e l’offro alla splendente luna.
Mi rivolgo all’ombra: siamo così in tre.
Poiché la luna non può bere
e l’ombra unicamente segue il mio corpo.
Alla luna m’accompagno, intanto, e all’ombra;
poiché bisogna pur godere: è primavera.
Io canto: la luna mi guarda e pare avanzi.
Io danzo: l’ombra mi si agita in disordine.
Finché in me sono, siamo buoni amici,
quando cado ubriaco, ognuno se ne va.
Una platonica amicizia stabiliamo eterna:
il prossimo incontro lassù nella Via d’Argento.
* Poeta cinese del 700 d. C.
(L’uva fogarina)

Gillis Van Tilborch – A noble family meal
I TRE GRAPPOLI
Giovanni Pascoli
Ha tre, Giacinto, grappoli la vite.
Bevi del primo il limpido piacere;
bevi dell’altro l’oblio breve e mite;
e… più non bere:
ché sonno è il terzo, e con lo sguardo acuto
nel nero sonno vigila, da un canto,
sappi, il dolore; e alto grida un muto
pianto già pianto.
(Vino divino – Rossana Casale)
Jan Vermeer – Giovinetta con bicchiere di vino
CANZONE AL VINO
William Butler Yeats
Il vino raggiunge la bocca
E l’amore raggiunge gli occhi,
Questa è la sola verità
che ci è dato conoscere
Prima di invecchiare e morire.
Sollevo il bicchiere alle labbra,
Ti guardo e sospiro.
(Bottle of red wine)
Helene Beland
CON IL FIOR DE LA BOCCA UMIDA A BERE
Gabriele D’Annunzio
Con il fior de la bocca umida a bere
ella attinge il cristallo. Io lentamente
le verso a stille il vin dolce ed ardente
entro quel rosso fiore de ‘l piacere;
e chinato su lei, muto coppiere,
guardo le forme dilettosamente:
la sua testa d’Ermète adolescente
e la sagliente spira de’l bicchiere.
Or, poi che le pupille a l’amorosa
concordia de le due forme stupende
io solo, io solo, io solo ho dilettate,
godo infranger la coppa preziosa;
e improvviso un desìo vano mi prende
d’infranger le membra bene amate.
(Mascagni.. Cavalleria rusticana – Viva il vino)
ODE AL VINO
Pablo Neruda
Vino color del giorno,
vino color della notte,
vino con piedi di porpora
o sangue di topazio,
vino,
stellato figlio della terra,
vino,
liscio come una spada d`oro,
morbido come un disordinato velluto,
vino inchiocciolato e sospeso,
amoroso,
marino,
non sei mai presente in una sola coppa,
in un canto, in un uomo,
sei corale, gregario,
e, quanto meno, scambievole.
A volte
ti nutri di ricordi mortali,
sulla tua onda
andiamo di tomba in tomba,
tagliapietre del sepolcro gelato,
e piangiamo lacrime passeggere,
ma il tuo bel vestito di primavera
è diverso,
il cuore monta ai rami,
il vento muove il giorno,
nulla rimane nella tua anima immobile.
Il vino
muove la primavera,
cresce come una pianta di allegria,
cadono muri, rocce,
si chiudono gli abissi,
nasce il canto.
Oh, tu, caraffa di vino, nel deserto
con la bella che amo,
disse il vecchio poeta.
Che la brocca di vino
al bacio dell`amore aggiunga il suo bacio
Amor mio, d`improvviso
il tuo fianco
è la curva colma della coppa
il tuo petto è il grappolo,
la luce dell`alcol la tua chioma,
le uve i tuoi capezzoli,
il tuo ombelico sigillo puro
impresso sul tuo ventre di anfora,
e il tuo amore la cascata
di vino inestinguibile,
la chiarità che cade sui miei sensi,
lo splendore terrestre della vita.
Ma non soltanto amore,
bacio bruciante
e cuore bruciato,
tu sei, vino di vita,
ma amicizia degli esseri,
trasparenza,
coro di disciplina,
abbondanza di fiori.
Amo sulla tavola,
quando si conversa,
la luce di una bottiglia
di intelligente vino.
Lo bevano;
ricordino in ogni goccia d`oro
o coppa di topazio
o cucchiaio di porpora
che l`autunno lavorò
fino a riempire di vino le anfore,
e impari l`uomo oscuro,
nel cerimoniale del suo lavoro,
e ricordare la terra e i suoi doveri,
a diffondere il cantico del frutto.

Un saluto infine a voi tutti
brindando con un buon vino spumante.
Tony Kospan
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Edwin Georgi
Come tutti i veri valori,
l’amore non si può acquistare.
Il piacere si può acquistare,
l’amore no.
– H. Hesse –
Edwin Georgi
SEI LIBERO
Baudelaire
Sei libero
davanti al sole del giorno
e libero
davanti alle stelle della notte
e sei libero quando non vi è sole,
né luna né stelle.
Sei libero
anche quando chiudi gli occhi
su tutte le cose.
Ma sei schiavo di colui che ami,
perché lo ami.
E schiavo è colui che ti ama,
perché ti ama.
Edwin Georgi
da Orso Tony
Edwin Georgi
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Un poeta considerato oggi un autore classico
della letteratura mondiale…,
ma che ebbe una vita, sia reale che letteraria,
molto travagliata come potremo ora leggere…
.
.

E’ universalmente definito poeta “maledetto”
in quanto simbolo della difficoltà del vivere
per una continua lotta interiore tra luce e tenebre.
Riuscì però a cogliere in modo magistrale
la complessità del proprio IO…
che poi, se davvero vogliamo guardarci dentro,
non è poi tanto dissimile dal nostro…
OMAGGIO A BAUDELAIRE
a cura di Tony Kospan
Parigi 9 aprile 1821 – Parigi 31 agosto 1867
Diventato molto presto orfano di padre ebbe
un’infanzia difficile a causa dei complicatissimi rapporti
col patrigno e, non volendo iniziare la classica
vita borghese, si rifugiò in quella “bohemienne” e sregolata del Quartiere Latino parigino.
La sua vita fu breve ma intensa e tempestosa…
tra tentativi di suicidio, amori sregolati, alcool e droghe.
Fu però anche nel contempo molto attiva negli ambienti
culturali parigini, soprattutto simbolisti,
dove ebbe modo di confrontarsi con gli altri grandi
letterati, artisti e intellettuali del vivace ‘800 francese.
Henri Fantin-Latour – Hommage à Delacroix
(Qui è con altri grandi artisti dell’epoca)
Prova evidente della sua attiva presenza
nel mondo culturale parigino è questo dipinto qui su
di Henri Fantin-Latour “Hommage à Delacroix”
in cui lo riconosciamo (ultimo a destra in basso),
tra personaggi come lo stesso Henri Fantin-Latour,
Édouard Manet, Félix Bracquemond ed altri.
Il suo libro di poesie più famoso
ed in un certo senso “rivoluzionario” è
LES FLEURS DU MAL – I FIORI DEL MALE
del 1857 (per il quale subì condanna e censura).
Courbet – Ritratto di Baudelaire
.
.
Abbiamo visto che frequentava i grandi artisti
del suo tempo ma amava davvero molto l’arte
al punto di scrivere anche dei libri in materia
come “Curiosità estetiche” del 1868
e “L’arte romantica” 1868-1870
in cui manifestò il suo pensiero.
Le sue stelle comete, anche in questo campo,
erano il romanticismo ed il simbolismo.
Caspar David Friedrich (Romanticismo)
Tuttavia i suoi versi parlavano di qualsiasi aspetto
della vita reale
(ad esempio delle nascenti industrie
con l’immagine di «fiumi di carbone salgono in cielo).
Con la sua ultima opera – Spleen di Parigi –
sperimentò poi anche la poesia… in prosa.
.
Morì nel 1867 a soli 46 anni
dopo una paralisi ed un tremenda agonia.
Fu sepolto in forma anonima nella tomba di famiglia…
e solo nel 1949 la Corte di Cassazione Francese
ha finalmente riabilitato le sue opere e la sua memoria.
La sua opera che ancor oggi risplende
d’immensa luce propria è certo…
I FIORI DEL MALE.
.
,
,
Quest’opera è talmente bella
che Carlo Dossi, dopo averla letta,
si convinse a non scriver più poesie!
Prima di passare alla sua più nota e più bella poesia
leggiamone un’altra che invece lascia trapelare
la sua visione del conflitto
tra la dura realtà umana ed il sogno.
.
.
.
Manet – Jeanne Duval (il grande amore di Baudelaire)
TI ADORO
T’adoro al pari della volta notturna,
o vaso di tristezza, o grande taciturna!
E tanto più t’amo quanto più mi fuggi,
o bella, e sembri, ornamento delle mie notti,
ironicamente accumulare la distanza
che separa le mie braccia dalle azzurrità infinite.
Mi porto all’attacco, m’arrampico all’assalto
come fa una fila di vermi presso un cadavere e amo,
fiera implacabile e cruda, sino la freddezza
che ti fa più bella ai miei occhi.
.
Baudelaire dipinto da Emile Deroy – 1844
Ascoltiamo ora in questo video la poesia “Albatros“,
davvero fantasticamente profonda,
in cui simbolicamente è tratteggiata
proprio la figura del Poeta,
spesso schernita e criticata dalla cd. “Società per bene“,
che non ne comprende la grandezza
proprio perché è troppo più avanti
rispetto alla banalità del pensiero corrente.
E, se ci va, ora leggiamola anche,
per coglierne meglio
ogni piccola.. grande… sfumatura.
L’ALBATRO
Spesso, per divertirsi, le ciurme
catturano degli albatri, grandi uccelli marini,
che seguono, compagni di viaggio pigri,
il veliero che scivola sugli amari abissi.
E li hanno appena deposti sul ponte,
che questi re dell’azzurro, impotenti e vergognosi,
abbandonano malinconicamente le grandi ali candide
come remi ai loro fianchi.
Questo alato viaggiatore, com’è goffo e leggero!
Lui, poco fa così bello, com’è comico e brutto!
Qualcuno gli stuzzica il becco con la pipa,
un altro scimmiotta, zoppicando, l’infermo che volava!
Il poeta è come il principe delle nuvole
che abituato alla tempesta ride dell’arciere;
esiliato sulla terra fra gli scherni,
non riesce a camminare per le sue ali di gigante.
CIAO DA TONY KOSPAN
UN MODO DIVERSO DI VIVER LA POESIA E LA CULTURA
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Il sogno è il teatro dove il sognatore è allo stesso tempo
la scena, l’attore, il suggeritore, il direttore di scena,
il manager, l’autore, il pubblico e il critico.
– Carl Gustav Jung –
Dato il caldo prendiamoci un bel gelato alla frutta
ci farà bene e ci tirerà su.
Posso offrirvelo solo virtualmente ahimè
ma voi prendetelo realmente… se vi va.
Federico Andreotti
FRAMMENTI
Hermann Hesse
Ma la cosa migliore non furono quei baci
e neppure le passeggiate serali,
o i nostri segreti.
La cosa migliore era la forza che quell’Amore mi dava,
la forza lieta di vivere e di lottare per lei,
di camminare sull’acqua e sul fuoco.
Potersi buttare, per un istante,
poter sacrificare degli anni
per il sorriso di una donna:
questa sì che è felicità,
e io non l’ho perduta.
Federico Andreotti – Corteggiamento
.
.
.
.
da Orso Tony
Federico Andreotti – Corteggiamento
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.
.
.
Jean-Auguste-Dominique Ingres – Ritratto di Fulong
Regole per essere felici:
qualcosa da fare,
qualcuno da amare,
qualcosa in cui sperare.
– I. Kant –
Jean-Auguste-Dominique Ingres – Madame Moitessier
TI ADORO
Charles Baudelaire
T’adoro al pari della volta notturna,
o vaso di tristezza, o grande taciturna!
E tanto più t’amo quanto più mi fuggi, o bella,
e sembri, ornamento delle mie notti,
ironicamente accumulare
la distanza che separa le mie braccia
dalle azzurrità infinite.
Mi porto all’attacco,
m’arrampico all’assalto
come fa una fila di vermi presso un cadavere
e amo,
fiera implacabile e cruda,
sino la freddezza che ti fa più bella ai miei occhi.
Jean-Auguste-Dominique Ingres – L’odalisca
(ABBA – MAMMA MIA)
IL GRUPPO IN CUI VIVER L’ARTE…
INSIEME
Jean-Auguste-Dominique Ingres – La contessa Haussonville – 1845
La posa, lo sguardo, il vestito… un insieme di sogno
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Quella che ora leggeremo è una bellissima ed appassionata lettera d’amore
inviata dal mitico poeta “maledetto” Baudelaire all’amata Jeanne Duval.
Il loro fu un amore tormentato, ma grandissimo e passionale, se il poeta,
che l’amò per circa 20 anni (con interruzioni) fin dal suo arrivo a Parigi,
le dedicò ben 18 liriche.
La Duval, nativa di Haiti e che vediamo qui, sia in alcuni dipinti che in foto,
era nota all’epoca come ballerina ed attrice
ma anche per esser la donna del grande poeta francese dell’800.
Le origini esotiche, un fascino diabolico e misterioso ed una grande sensualità
stregarono completamente il poeta che di lei cantò ogni aspetto
soffermandosi spesso sul profumo del suo corpo e del suo seno.
Jeanne è qui in una rara foto e in un dipinto di Manet
“Quando, a occhi chiusi, una calda sera d’autunno,
respiro il profumo del tuo seno ardente,
vedo scorrere rive felici che abbagliano
i fuochi di un sole monotono;
una pigra isola in cui la natura
esprime alberi bizzarri e frutti saporosi…”
Questo amore così totalizzante
portò il poeta a confliggere con la madre
che non vedeva di buon occhio questo legame
che per lui però era l’amore della vita.
Il suo era un sentimento sovrumano
e lo cantò senza posa nelle sue poesie
definendo l’amata, per le dolcissime curve e la sua sensualità,
perfino come “serpente che danza”
come possiamo leggere in questi altri versi.
“Quando cammini con quella cadenza,
bella d`abbandono,
fai pensare a un serpente che danza
in cima ad un bastone”
Ma veniamo alla lettera, tratta da “Un emisfero nella tua chioma“
in cui il sentimento del poeta appare scoperto, senza limiti e senza remore.
DA BAUDELAIRE A JEANNE DUVAL
Lasciami respirare a lungo, a lungo, l’odore dei tuoi capelli, affondarvi tutta la faccia, come un assetato nell’acqua di una sorgente, e agitarli con la mano come un fazzoletto odoroso, er scuotere dei ricordi nell’aria.
Se tu sapessi tutto quello che vedo!
tutto quello che sento!
tutto quello che intendo nei tuoi capelli!
La mia anima viaggia sul profumo come l’anima degli altri viaggia sulla musica.
I tuoi capelli contengono tutto un sogno, pieno di vele e di alberature:
contengono grandi mari, i cui monsoni mi portano verso climi incantevoli, dove lo spazio è più bello e più profondo, dove l’atmosfera è profumata dai frutti. dalle foglie e dalla pelle umana.
Nell’oceano della tua capigliatura, intravedo un porto brulicante di canti malinconici, di uomini vigorosi di ogni nazione e di navi di ogni forma, che intagliano le loro architetture fini e complicate su un cielo immenso dove si abbandona il calore eterno.
Nelle carezze della tua capigliatura, io ritrovo i languori delle lunghe ore passate su un divano, nella camera di una bella nave, cullate dal rullio impercettibile del porto, tra i vasi da fiori e gli orcioli che rinfrescano.
Nell’ardente focolare della tua capigliatura, respiro l’odore del tabacco:
confuso nella notte della tua capigliatura, vedo risplendere l’infinito dell’azzurro tropicale;
sulle rive lanuginose della tua capigliatura, mi inebrio degli odori combinati del catrame, del muschio e dell’olio di cocco.
Lasciami mordere a lungo le tue trecce pesanti e nere.
Quando mordicchio i tuoi capelli elastici e ribelli, mi sembra di mangiare dei ricordi.
Charles Baudelaire
Jeanne qui è disegnata dallo stesso Baudelaire
Pochi anni dopo la scomparsa di Baudelaire anche Jeanne si eclissò
e, benché la storiografia ufficiale la ritiene morta prima di Baudelaire,
il suo vecchio amante (prima di conoscere il poeta) e noto fotografo Nadar
racconta di averla incontrata nel 1870 mentre camminava per strada
trascinandosi con le stampelle.
Ormai non era più quella che
“anche quando cammina si direbbe che danzi“
Tony Kospan
FINE
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Un poeta considerato oggi un autore classico
della letteratura mondiale…,
ma che ebbe una vita, sia reale che letteraria,
molto travagliata come potremo ora leggere…
.
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E’ universalmente definito poeta “maledetto”
in quanto simbolo della difficoltà del vivere
per una continua lotta interiore tra luce e tenebre.
Riuscì però a cogliere in modo magistrale
la complessità del proprio IO…
che poi, se davvero vogliamo guardarci dentro,
non è poi tanto dissimile dal nostro.
OMAGGIO A BAUDELAIRE
a cura di Tony Kospan
Parigi 9 aprile 1821 – Parigi 31 agosto 1867
Diventato molto presto orfano di padre ebbe
un’infanzia difficile a causa dei complicatissimi rapporti
col patrigno e, non volendo iniziare la classica
vita borghese, si rifugiò in quella “bohemienne” e sregolata del Quartiere Latino parigino.
La sua vita fu breve ma intensa e tempestosa…
tra tentativi di suicidio, amori sregolati, alcool e droghe.
Fu però anche nel contempo molto attiva negli ambienti
culturali parigini, soprattutto simbolisti,
dove ebbe modo di confrontarsi con gli altri grandi
letterati, artisti e intellettuali del vivace ‘800 francese.
Henri Fantin-Latour – Hommage à Delacroix
(Qui è con altri grandi artisti dell’epoca)
Prova evidente della sua attiva presenza
nel mondo culturale parigino è questo dipinto qui su
di Henri Fantin-Latour “Hommage à Delacroix”
in cui lo riconosciamo (ultimo a destra in basso),
tra personaggi come lo stesso Henri Fantin-Latour,
Édouard Manet, Félix Bracquemond ed altri.
Il suo libro di poesie più famoso
ed in un certo senso “rivoluzionario” è
LES FLEURS DU MAL – I FIORI DEL MALE
del 1857 (per il quale subì condanna e censura).
Courbet – Ritratto di Baudelaire
.
.
Abbiamo visto che frequentava i grandi artisti
del suo tempo ma amava davvero molto l’arte
al punto di scrivere anche dei libri in materia
come “Curiosità estetiche” del 1868
e “L’arte romantica” 1868-1870
in cui manifestò il suo pensiero.
Le sue stelle comete, anche in questo campo,
erano il romanticismo ed il simbolismo.
Caspar David Friedrich (Romanticismo)
Tuttavia i suoi versi parlavano di qualsiasi aspetto
della vita reale
(ad esempio delle nascenti industrie
con l’immagine di «fiumi di carbone salgono in cielo).
Con la sua ultima opera – Spleen di Parigi –
sperimentò poi anche la poesia… in prosa.
.
Morì nel 1867 a soli 46 anni
dopo una paralisi ed un tremenda agonia.
Fu sepolto in forma anonima nella tomba di famiglia…
e solo nel 1949 la Corte di Cassazione Francese
ha finalmente riabilitato le sue opere e la sua memoria.
La sua opera che ancor oggi risplende
d’immensa luce propria è certo…
I FIORI DEL MALE.
.
,
,
Quest’opera è talmente bella
che Carlo Dossi, dopo averla letta,
si convinse a non scriver più poesie!
Prima di passare alla sua più nota e più bella poesia
leggiamone un’altra che invece lascia trapelare
la sua visione del conflitto
tra la dura realtà umana ed il sogno.
.
.
.
Manet – Jeanne Duval (il grande amore di Baudelaire)
TI ADORO
T’adoro al pari della volta notturna,
o vaso di tristezza, o grande taciturna!
E tanto più t’amo quanto più mi fuggi,
o bella, e sembri, ornamento delle mie notti,
ironicamente accumulare la distanza
che separa le mie braccia dalle azzurrità infinite.
Mi porto all’attacco, m’arrampico all’assalto
come fa una fila di vermi presso un cadavere e amo,
fiera implacabile e cruda, sino la freddezza
che ti fa più bella ai miei occhi.
.
Baudelaire dipinto da Emile Deroy – 1844
Ascoltiamo ora in questo video la poesia “Albatros“,
davvero fantasticamente profonda,
in cui simbolicamente è tratteggiata
proprio la figura del Poeta,
spesso schernita e criticata dalla cd. “Società per bene“,
che non ne comprende la grandezza
proprio perché è troppo più avanti
rispetto alla banalità del pensiero corrente.
E, se ci va, ora leggiamola anche,
per coglierne meglio
ogni piccola.. grande… sfumatura.
L’ALBATRO
Spesso, per divertirsi, le ciurme
catturano degli albatri, grandi uccelli marini,
che seguono, compagni di viaggio pigri,
il veliero che scivola sugli amari abissi.
E li hanno appena deposti sul ponte,
che questi re dell’azzurro, impotenti e vergognosi,
abbandonano malinconicamente le grandi ali candide
come remi ai loro fianchi.
Questo alato viaggiatore, com’è goffo e leggero!
Lui, poco fa così bello, com’è comico e brutto!
Qualcuno gli stuzzica il becco con la pipa,
un altro scimmiotta, zoppicando, l’infermo che volava!
Il poeta è come il principe delle nuvole
che abituato alla tempesta ride dell’arciere;
esiliato sulla terra fra gli scherni,
non riesce a camminare per le sue ali di gigante.
CIAO DA TONY KOSPAN
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Jean Auguste Dominique Ingres – Ritratto di Fulong
La musica è la lingua dello spirito.
La sua segreta corrente vibra tra il cuore
di chi canta (o suona) e l’anima di chi ascolta.
– Gibran –
Jean Auguste Dominique Ingres – Madame Moitessier
LA MUSICA
Charles Baudelaire
Spesso la musica mi prende come il mare.
Sotto una volta di nebbia
o in un vasto cielo
alzo la vela verso la mia pallida stella.
Petto in fuori e polmoni pieni
come una barca m’inerpico sui cavalloni
che la notte mi nasconde;
sento vibrare in me tutte le passioni
d’un vascello sofferente;
il forte vento,
la tempesta ed i suoi moti convulsi
sull’immenso abisso mi cullano.
Altre volte, calma piatta,
grande specchio della mia disperazione!
(trad. t.k.)
Jean Auguste Dominique Ingres – La grande odalisca – 1814

(Paul Anka – Diana)
Jean Auguste Dominique Ingres – Vicomtesse Othenin D’haussonville – 1845
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Che io possa avere la forza di cambiare
le cose che posso cambiare,
che io possa avere la pazienza di accettare
le cose che non posso cambiare,
che io possa avere soprattutto l’intelligenza
di saperle distinguere.
Tommaso Moro (Thomas More)





Walter Crane – La belle dame sans merci
TI ADORO
Charles Baudelaire
T’adoro al pari della volta notturna,
o vaso di tristezza, o grande taciturna!
E tanto più t’amo quanto più mi fuggi,
o bella, e sembri, ornamento delle mie notti,
ironicamente accumulare la distanza
che separa le mie braccia dalle azzurrità infinite.
Mi porto all’attacco, m’arrampico all’assalto
come fa una fila di vermi presso un cadavere e amo,
fiera implacabile e cruda, sino la freddezza
che ti fa più bella ai miei occhi.

Walter Crane – I cavalli di Nettuno


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