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Le “7 OPERE DI MISERICORDIA” del Caravaggio – Storia.. analisi ed eccole tutte.. una per una    1 comment






L’opera, molto nota, ma forse meno di altre dell’artista, appare come un grande abbraccio all’Umanità nonostante essa mostri le tante differenze esistenti nella realtà sociale.

Possiamo dire, con altre parole, che con forza e intensità, essa ci mostra, come se fosse uno specchio, la verità della vita umana con i suoi contrasti infiniti tra ricchi e poveri, sani e malati, sazi e affamati etc.

Ci mostra infatti persone molto dolenti e bisognose ma aiutate e/o assistite da altre di nobile cuore.

Tutto questo il Caravaggio riesce a farlo in un’unica scena!



LA STORIA DEL DIPINTO






Siamo nel 1606 a Napoli.

Sette gentiluomini, uno per ogni opera di carità, decidono di creare un’associazione, il Pio Monte della Misericordia, per aiutare i bisognosi.

Chiedono allora al Caravaggio, che è in città, di dipingere nella sede dell’associazione un’opera che rappresenti significato e temi delle loro attività assistenziali, le 7 Opere di Carità appunto.

Caravaggio non si spaventa minimamente anzi, prendendo spunto dalla realtà delle strade di Napoli, in cui sono mescolati nobili e mendicanti, persone benestanti e tanta varia umanità sofferente rovescia in breve tempo il tutto nel dipinto, con la consueta genialità, la forza, l’intensità e le suggestioni senza fronzoli o tabù secondo il suo inconfondibile stile.
Infatti consegna il dipinto il 9 gennaio 1607.



ESAME DELLE 7 OPERE DI MISERICORDIA








Nel dipinto poi il Caravaggio aggiunge anche riferimenti classici e religiosi, secondo lo stile dell’epoca, come possiamo ora notare esaminando, una per una le 7 opere:

Cimone e Pero*:  La donna che allatta il vecchio attraverso la grata del carcere.*
1 (Dar da mangiare agli affamati) e  2 (Visitare i carcerati)

San Martino: Un gentiluomo con la spada divide il mantello per donarlo al mendicante
3 (Vestire gli ignudi)

– Lo stesso cavaliere opera nei confronti dello storpio raffigurato a sinistra in basso.
4 (Curare gli infermi)

Sansone: l’assetato si serve della mascella d’asino. 
5 (Dar da bere agli assetati)

A questi classici riferimenti il nostro aggiunge riferimenti reali.

– A sinistra, un uomo indica un riparo ad un pellegrino.
6 (Ospitare i pellegrini)

– A destra alcune persone trasportano un cadavere di cui si vedono solo i piedi.
7 (Seppellire i morti)

*(La virtuosa Pero, poiché il padre Cimone è in carcere e condannato a morire per fame, va di nascosto nella prigione per nutrirlo con l’unico mezzo possibile, il latte del proprio seno. 
La storia ha un lieto fine. Un carceriere li scopre e lo comunica al comandante che, commosso, rilascia il vecchio.
– dal racconto dello storico  Valerio Massimo “De Factis Dictisque Memorabilibus – Libro IX”)







BREVE ANALISI DEL DIPINTO


A prima vista notiamo subito l’intreccio di scene e personaggi, il forte contrasto tra luci ed ombre, una evidente esaltazione simbolica delle azioni dei personaggi ed un estremo realismo dei tanti particolari.

L’intento dell’artista è quello di evidenziare il reale contesto umano in cui si mescolano agiatezza e miseria, malattia e cure, peccato e perdono, etc.







Su questo coacervo contrastante la Madonna apre il suo mantello per non lasciar nessuno fuori dalla sua protezione… e dal suo amore.

Anche questo suo dipinto è assolutamente sorprendente in quanto presenta in primo piano la realtà umana e solo come complemento appare la religione, benché posta in alto.







IL DIPINTO E L’ISTITUTO


Benché il dipinto apparisse all’epoca inaudito se ne comprese ben presto la geniale bellezza e dopo 50 anni si decise di costruirgli intorno una chiesa, cosa questa di evidente ed assoluta rarità.

L’opera e l’istituzione erano, e sono ancor oggi, un unicum vivo e funzionante con le stesse modalità di allora.

L’opera infine, con decreto dei reggenti del Pio Monte del 1621, non si potrà mai spostare o essere toccata “avendo riguardo più al pubblico decoro che al privato comodo” dimostrando quindi un grande amore per il bene pubblico, cosa ahimè oggi, purtroppo, quasi impensabile.

Tony Kospan



MARRONE CHIARO
IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE
Frecce2039





Caravaggio – Autoritratto




CARAVAGGIO – Il San Giovanni Battista di Kansas City – Storia.. immagini ed analisi dell’inusuale dipinto   Leave a comment



Questo è un altro sorprendente dipinto del Caravaggio.
In realtà non è l’unico suo “San Giovanni Battista”, ce ne sono ben altri 7.
Ma parlerò di questo, identificato quale “di Kansas City” perché si trova in quel museo, in quanto presenta alcuni interessanti aspetti.
Vedremo poi perché anche sorprendenti.
Intanto conosciamone la storia in breve.







LA STORIA DEL DIPINTO


Il dipinto fu commissionato al nostro mitico pittore da Ottavio Costa nel 1602 ed era destinato a diventare una pala d’altare di un remoto paesino del ponente ligure.
Ottavio Costa, pur essendo banchiere, però doveva intendersi d’arte se in quel paese mandò solo una copia (attualmente conservata nel Museo di Albenga) e trattenne per sé l’originale nel suo palazzo romano dove rimase fino al XIX secolo.
Dopo se ne persero le tracce ma lo ritroveremo poi nel ‘900 prima in una collezione privata inglese, poi in una galleria antiquaria ed infine sarà acquistato dal  Nelson-Atkins Museum of Fine Art di Kansas City.









IL DIPINTO E LE SUE INCONSUETE CARATTERISTICHE

L’intensità e la forza dei colori, insieme ai loro contrasti, donano al dipinto effetti quasi tridimensionali.
Osservandolo bene poi contiene con evidenza tutti gli elementi classici che si attribuiscono al Santo precursore di Gesù e cioè:
una croce alta fatta con una canna, la pelle di cammello e il mantello rosso ma anche le foglie di quercia (albero della croce).
Tuttavia, se non conoscessimo il titolo, difficilmente potremmo considerarlo di genere religioso proprio in considerazione delle particolari caratteristiche che il pittore dà al Santo e che ora esamineremo.
Caravaggio amò dipingere questo e gli altri suoi “San Giovanni” sempre come un ragazzo o un giovane solo, nel deserto.
Egli si basava sull’affermazione del Vangelo di Luca:
 “il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.”
In precedenza era invece stato sempre rappresentato come un bambino, insieme al cuginetto Gesù, o come un adulto, nell’atto di battezzare il Cristo.



San Giovanni Battista – Tiziano


Tornando ad un esame specifico del dipinto di Kansas City notiamo che non solo è un giovanetto ma è anche molto imbronciato (anzi direi proprio “incazzato”) come lo sono spesso i giovani (e come siamo stati anche noi quando eravamo adolescenti) come si evince dal suo volto oscuro e dal suo sguardo quasi torvo.
I colori intensi e la scarsa luce accentuano poi quel senso di protesta che aleggia con forza nell’aria.
Certo un Santo così corrucciato e con un atteggiamento così duro stonerebbe in una pala d’altare (e difatti restò nel palazzo del banchiere).






In realtà non si può escludere nemmeno che il dipinto possa rappresentare anche l’umore non sereno che in quel periodo poteva avere lo stesso Caravaggio che, come sappiamo, spesso si metteva nei guai per il suo carattere non docile.
In ogni caso il pittore mostra una profonda conoscenza dell’animo umano in generale e delle crisi giovanili in particolare.



Caravaggio – Autoritratto




IL MODELLO

Dalle tracce delle attività preparatorie, rinvenute con i raggi infrarossi, si è accertato che il Caravaggio dipinse dal vero utilizzando la presenza di un modello.
Ma chi è il giovane modello?
Secondo gli storici dell’arte potrebbe essere Cecco, il suo garzone di bottega (e forse suo amante).

Tony Kospan


LOGHI FIRME ORSETTI ORSO TONY


Fonti: vari testi e siti web
Copyright Tony Kospan
Vietata la copia senza indicare blog ed autore del post



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Caravaggio.. genio dell’ombra e della luce – Breve ricordo e le immagini dei suoi massimi capolavori   2 comments


.
.
.
Proviamo a conoscere in breve
Michelangelo Merisi da Caravaggio meglio noto come Caravaggio.

Lo faremo soprattutto guardando i suoi dipinti più noti
ed analizzando la sua mitica arte.

.
.
.

(Milano, 29 settembre 1571 – Porto Ercole, 18 luglio 1610) – Autoritratto
.
.
.

E’ uno dei più celebri pittori italiani di tutti i tempi
nonostante sia morto molto giovane.
La sua formazione avvenne tra Milano e Venezia.

.
.
.

Il baro
.
.
.
La maggior parte delle sue opere
fu invece creata a Roma, Napoli, Malta e in Sicilia.
.

Il suo stile pittorico,
lontano dalle mode accademiche del tempo,

ebbe poi grande influenza sulla pittura barocca e non solo.

.
.
.

Bacco
.
.
.

I suoi dipinti con un potente uso della luce
e con l’innovativa idea di dipinger il… vero
analizzano la condizione umana 
sia da un punto di vista fisico che emozionale.
.

Per questo,
ma anche per la sua capacità di vedere le cose
con la massima indipendenza e libertà di pensiero,
la sua arte appariva all’epoca rivoluzionaria.

.
.
.

Concerto di giovani
.
.
.
Asse centrale della sua ispirazione artistica
è per lui la necessità di dare un senso all’esistenza.
.
Al contrario dei pittori della sua epoca 
egli non cerca di portar l’uomo ad esaltare il divino 
bensì tende a cercare il divino 
nella complessità e varietà della realtà umana.

.
.
.

Il suonatore di liuto
.
.
.
Di questa importante tematica della sua arte, e di altre,
ho parlato in modo più approfondito
analizzando la “Madonna dei Pellegrini“,
le “7 opere di misericordia“, “La Natività” 
e “San Giovanni Battista
opere per molti aspetti davvero molto sorprendenti.

Cliccando sui titoli qui su
è possibile leggere le analisi delle opere suelencate.

.
.
.

Narciso

.
.
.

Ammiriamolo ora anche in questo video
che pure ci mostra quanto “rivoluzionaria”
sia stata la sua arte.
.
.
.

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Tony Kospan
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pbsnake3
IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L’ARTE…
 INSIEME
Frecce2039

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Ragazzo con frutta
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Caravaggio.. mago della luce – Breve ricordo del geniale artista ed alcuni dei massimi capolavori   Leave a comment


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Proviamo a conoscere in breve
Michelangelo Merisi da Caravaggio meglio noto come Caravaggio.

Lo faremo soprattutto guardando i suoi dipinti più noti
ed analizzando la sua mitica arte.

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(Milano, 29 settembre 1571 – Porto Ercole, 18 luglio 1610) – Autoritratto
.
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E’ uno dei più celebri pittori italiani di tutti i tempi
nonostante sia morto molto giovane.
La sua formazione avvenne tra Milano e Venezia.

.
.
.

Il baro
.
.
.
La maggior parte delle sue opere
fu invece creata a Roma, Napoli, Malta e in Sicilia.
.

Il suo stile pittorico,
lontano dalle mode accademiche del tempo,

ebbe poi grande influenza sulla pittura barocca e non solo.

.
.
.

Bacco
.
.
.

I suoi dipinti con un potente uso della luce
e con l’innovativa idea di dipinger il… vero
analizzano la condizione umana 
sia da un punto di vista fisico che emozionale.
.

Per questo,
ma anche per la sua capacità di vedere le cose
con la massima indipendenza e libertà di pensiero,
la sua arte appariva all’epoca rivoluzionaria.

.
.
.

Concerto di giovani
.
.
.
Asse centrale della sua ispirazione artistica
è per lui la necessità di dare un senso all’esistenza.
.
Al contrario dei pittori della sua epoca 
egli non cerca di portar l’uomo ad esaltare il divino 
bensì tende a cercare il divino 
nella complessità e varietà della realtà umana.

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Il suonatore di liuto
.
.
.
Di questa importante tematica della sua arte, e di altre,
ho parlato in modo più approfondito
analizzando la “Madonna dei Pellegrini“,
le “7 opere di misericordia“, “La Natività” 
e “San Giovanni Battista
opere per molti aspetti davvero molto sorprendenti.

Cliccando sui titoli qui su
è possibile leggere le analisi delle opere suelencate.

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Narciso

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Ammiriamolo ora anche in questo video
che pure ci mostra quanto “rivoluzionaria”
sia stata la sua arte.
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Tony Kospan
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Ragazzo con frutta
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Le “7 OPERE DI MISERICORDIA” del Caravaggio – Storia.. analisi ed eccole.. una per una    Leave a comment






L’opera, molto nota, ma forse meno di altre dell’artista, appare come un grande abbraccio all’Umanità nonostante essa mostri le tante differenze esistenti nella realtà sociale.

Possiamo dire, con altre parole, che con forza e intensità, essa ci mostra, come se fosse uno specchio, la verità della vita umana con i suoi contrasti infiniti tra ricchi e poveri, sani e malati, sazi e affamati etc.

Ci mostra infatti persone molto dolenti e bisognose ma aiutate e/o assistite da altre di nobile cuore.

Tutto questo il Caravaggio riesce a farlo in un’unica scena!



LA STORIA DEL DIPINTO






Siamo nel 1606 a Napoli.

Sette gentiluomini, uno per ogni opera di carità, decidono di creare un’associazione, il Pio Monte della Misericordia, per aiutare i bisognosi.

Chiedono allora al Caravaggio, che è in città, di dipingere nella sede dell’associazione un’opera che rappresenti significato e temi delle loro attività assistenziali, le 7 Opere di Carità appunto.

Caravaggio non si spaventa minimamente anzi, prendendo spunto dalla realtà delle strade di Napoli, in cui sono mescolati nobili e mendicanti, persone benestanti e tanta varia umanità sofferente rovescia in breve tempo il tutto nel dipinto, con la consueta genialità, la forza, l’intensità e le suggestioni senza fronzoli o tabù secondo il suo inconfondibile stile.
Infatti consegna il dipinto il 9 gennaio 1607.



ESAME DELLE 7 OPERE DI MISERICORDIA








Nel dipinto poi il Caravaggio aggiunge anche riferimenti classici e religiosi, secondo lo stile dell’epoca, come possiamo ora notare esaminando, una per una le 7 opere:

Cimone e Pero*:  La donna che allatta il vecchio attraverso la grata del carcere.*
1 (Dar da mangiare agli affamati) e  2 (Visitare i carcerati)

San Martino: Un gentiluomo con la spada divide il mantello per donarlo al mendicante
3 (Vestire gli ignudi)

– Lo stesso cavaliere opera nei confronti dello storpio raffigurato a sinistra in basso.
4 (Curare gli infermi)

Sansone: l’assetato si serve della mascella d’asino. 
5 (Dar da bere agli assetati)

A questi classici riferimenti il nostro aggiunge riferimenti reali.

– A sinistra, un uomo indica un riparo ad un pellegrino.
6 (Ospitare i pellegrini)

– A destra alcune persone trasportano un cadavere di cui si vedono solo i piedi.
7 (Seppellire i morti)

*(La virtuosa Pero, poiché il padre Cimone è in carcere e condannato a morire per fame, va di nascosto nella prigione per nutrirlo con l’unico mezzo possibile, il latte del proprio seno. 
La storia ha un lieto fine. Un carceriere li scopre e lo comunica al comandante che, commosso, rilascia il vecchio.
– dal racconto dello storico  Valerio Massimo “De Factis Dictisque Memorabilibus – Libro IX”)







BREVE ANALISI DEL DIPINTO


A prima vista notiamo subito l’intreccio di scene e personaggi, il forte contrasto tra luci ed ombre, una evidente esaltazione simbolica delle azioni dei personaggi ed un estremo realismo dei tanti particolari.

L’intento dell’artista è quello di evidenziare il reale contesto umano in cui si mescolano agiatezza e miseria, malattia e cure, peccato e perdono, etc.







Su questo coacervo contrastante la Madonna apre il suo mantello per non lasciar nessuno fuori dalla sua protezione… e dal suo amore.

Anche questo suo dipinto è assolutamente sorprendente in quanto presenta in primo piano la realtà umana e solo come complemento appare la religione, benché posta in alto.







IL DIPINTO E L’ISTITUTO


Benché il dipinto apparisse all’epoca inaudito se ne comprese ben presto la geniale bellezza e dopo 50 anni si decise di costruirgli intorno una chiesa, cosa questa di evidente ed assoluta rarità.

L’opera e l’istituzione erano, e sono ancor oggi, un unicum vivo e funzionante con le stesse modalità di allora.

L’opera infine, con decreto dei reggenti del Pio Monte del 1621, non si potrà mai spostare o essere toccata “avendo riguardo più al pubblico decoro che al privato comodo” dimostrando quindi un grande amore per il bene pubblico, cosa ahimè oggi, purtroppo, quasi impensabile.

Tony Kospan



MARRONE CHIARO
IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE
Frecce2039





Caravaggio – Autoritratto




LE “7 OPERE DI MISERICORDIA” DEL CARAVAGGIO – Storia… analisi ed esaminiamole una per una         Leave a comment






L’opera, molto nota, ma forse meno di altre dell’artista, appare come un grande abbraccio all’Umanità nonostante essa mostri le tante differenze esistenti nella realtà sociale.

Possiamo dire, con altre parole, che con forza e intensità, essa ci mostra, come se fosse uno specchio, la verità della vita umana con i suoi contrasti infiniti tra ricchi e poveri, sani e malati, sazi e affamati etc.

Ci mostra infatti persone molto dolenti e bisognose ma aiutate e/o assistite da altre di nobile cuore.

Tutto questo il Caravaggio riesce a farlo in un’unica scena!



LA STORIA DEL DIPINTO






Siamo nel 1606 a Napoli.

Sette gentiluomini, uno per ogni opera di carità, decidono di creare un’associazione, il Pio Monte della Misericordia, per aiutare i bisognosi.

Chiedono allora al Caravaggio, che è in città, di dipingere nella sede dell’associazione un’opera che rappresenti significato e temi delle loro attività assistenziali, le 7 Opere di Carità appunto.

Caravaggio non si spaventa minimamente anzi, prendendo spunto dalla realtà delle strade di Napoli, in cui sono mescolati nobili e mendicanti, persone benestanti e tanta varia umanità sofferente rovescia in breve tempo il tutto nel dipinto, con la consueta genialità, la forza, l’intensità e le suggestioni senza fronzoli o tabù secondo il suo inconfondibile stile.
Infatti consegna il dipinto il 9 gennaio 1607.



ESAME DELLE 7 OPERE DI MISERICORDIA








Nel dipinto poi il Caravaggio aggiunge anche riferimenti classici e religiosi, secondo lo stile dell’epoca, come possiamo ora notare esaminando, una per una le 7 opere:

Cimone e Pero*:  La donna che allatta il vecchio attraverso la grata del carcere.*
1 (Dar da mangiare agli affamati) e  2 (Visitare i carcerati)

San Martino: Un gentiluomo con la spada divide il mantello per donarlo al mendicante
3 (Vestire gli ignudi)

– Lo stesso cavaliere opera nei confronti dello storpio raffigurato a sinistra in basso.
4 (Curare gli infermi)

Sansone: l’assetato si serve della mascella d’asino. 
5 (Dar da bere agli assetati)

A questi classici riferimenti il nostro aggiunge riferimenti reali.

– A sinistra, un uomo indica un riparo ad un pellegrino.
6 (Ospitare i pellegrini)

– A destra alcune persone trasportano un cadavere di cui si vedono solo i piedi.
7 (Seppellire i morti)

*(La virtuosa Pero, poiché il padre Cimone è in carcere e condannato a morire per fame, va di nascosto nella prigione per nutrirlo con l’unico mezzo possibile, il latte del proprio seno. 
La storia ha un lieto fine. Un carceriere li scopre e lo comunica al comandante che, commosso, rilascia il vecchio.
– dal racconto dello storico  Valerio Massimo “De Factis Dictisque Memorabilibus – Libro IX”)







BREVE ANALISI DEL DIPINTO


A prima vista notiamo subito l’intreccio di scene e personaggi, il forte contrasto tra luci ed ombre, una evidente esaltazione simbolica delle azioni dei personaggi ed un estremo realismo dei tanti particolari.

L’intento dell’artista è quello di evidenziare il reale contesto umano in cui si mescolano agiatezza e miseria, malattia e cure, peccato e perdono, etc.







Su questo coacervo contrastante la Madonna apre il suo mantello per non lasciar nessuno fuori dalla sua protezione… e dal suo amore.

Anche questo suo dipinto è assolutamente sorprendente in quanto presenta in primo piano la realtà umana e solo come complemento appare la religione, benché posta in alto.







IL DIPINTO E L’ISTITUTO


Benché il dipinto apparisse all’epoca inaudito se ne comprese ben presto la geniale bellezza e dopo 50 anni si decise di costruirgli intorno una chiesa, cosa questa di evidente ed assoluta rarità.

L’opera e l’istituzione erano, e sono ancor oggi, un unicum vivo e funzionante con le stesse modalità di allora.

L’opera infine, con decreto dei reggenti del Pio Monte del 1621, non si potrà mai spostare o essere toccata “avendo riguardo più al pubblico decoro che al privato comodo” dimostrando quindi un grande amore per il bene pubblico, cosa ahimè oggi, purtroppo, quasi impensabile.

Tony Kospan



MARRONE CHIARO
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Caravaggio – Autoritratto




CARAVAGGIO – Il San Giovanni Battista di Kansas City – Storia ed analisi dell’inconsueto dipinto   5 comments



Questo è un altro sorprendente dipinto del Caravaggio.
In realtà non è l’unico suo “San Giovanni Battista”, ce ne sono ben altri 7.
Ma parlerò di questo, identificato quale “di Kansas City” perché si trova in quel museo, in quanto presenta alcuni interessanti aspetti.
Vedremo poi perché anche sorprendenti.
Intanto conosciamone la storia in breve.







LA STORIA DEL DIPINTO


Il dipinto fu commissionato al nostro mitico pittore da Ottavio Costa nel 1602 ed era destinato a diventare una pala d’altare di un remoto paesino del ponente ligure.
Ottavio Costa, pur essendo banchiere, però doveva intendersi d’arte se in quel paese mandò solo una copia (attualmente conservata nel Museo di Albenga) e trattenne per sé l’originale nel suo palazzo romano dove rimase fino al XIX secolo.
Dopo se ne persero le tracce ma lo ritroveremo poi nel ‘900 prima in una collezione privata inglese, poi in una galleria antiquaria ed infine sarà acquistato dal  Nelson-Atkins Museum of Fine Art di Kansas City.









IL DIPINTO E LE SUE INCONSUETE CARATTERISTICHE

L’intensità e la forza dei colori, insieme ai loro contrasti, donano al dipinto effetti quasi tridimensionali.
Osservandolo bene poi contiene con evidenza tutti gli elementi classici che si attribuiscono al Santo precursore di Gesù e cioè:
una croce alta fatta con una canna, la pelle di cammello e il mantello rosso ma anche le foglie di quercia (albero della croce).
Tuttavia, se non conoscessimo il titolo, difficilmente potremmo considerarlo di genere religioso proprio in considerazione delle particolari caratteristiche che il pittore dà al Santo e che ora esamineremo.
Caravaggio amò dipingere questo e gli altri suoi “San Giovanni” sempre come un ragazzo o un giovane solo, nel deserto.
Egli si basava sull’affermazione del Vangelo di Luca:
 “il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.”
In precedenza era invece stato sempre rappresentato come un bambino, insieme al cuginetto Gesù, o come un adulto, nell’atto di battezzare il Cristo.



San Giovanni Battista – Tiziano


Tornando ad un esame specifico del dipinto di Kansas City notiamo che non solo è un giovanetto ma è anche molto imbronciato (anzi direi proprio “incazzato”) come lo sono spesso i giovani (e come siamo stati anche noi quando eravamo adolescenti) come si evince dal suo volto oscuro e dal suo sguardo quasi torvo.
I colori intensi e la scarsa luce accentuano poi quel senso di protesta che aleggia con forza nell’aria.
Certo un Santo così corrucciato e con un atteggiamento così duro stonerebbe in una pala d’altare (e difatti restò nel palazzo del banchiere).






In realtà non si può escludere nemmeno che il dipinto possa rappresentare anche l’umore non sereno che in quel periodo poteva avere lo stesso Caravaggio che, come sappiamo, spesso si metteva nei guai per il suo carattere non docile.
In ogni caso il pittore mostra una profonda conoscenza dell’animo umano in generale e delle crisi giovanili in particolare.



Caravaggio – Autoritratto




IL MODELLO

Dalle tracce delle attività preparatorie, rinvenute con i raggi infrarossi, si è accertato che il Caravaggio dipinse dal vero utilizzando la presenza di un modello.
Ma chi è il giovane modello?
Secondo gli storici dell’arte potrebbe essere Cecco, il suo garzone di bottega (e forse suo amante).

Tony Kospan


LOGHI FIRME ORSETTI ORSO TONY


Fonti: vari testi e siti web
Copyright Tony Kospan
Vietata la copia senza indicare blog ed autore del post



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Caravaggio.. genio della luce – Breve ricordo del grande artista e le immagini dei suoi massimi capolavori   Leave a comment


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.
Proviamo a conoscere in breve
Michelangelo Merisi da Caravaggio meglio noto come Caravaggio.

Lo faremo soprattutto guardando i suoi dipinti più noti
ed analizzando la sua mitica arte.

.
.
.

(Milano, 29 settembre 1571 – Porto Ercole, 18 luglio 1610) – Autoritratto
.
.
.

E’ uno dei più celebri pittori italiani di tutti i tempi
nonostante sia morto molto giovane.
La sua formazione avvenne tra Milano e Venezia.

.
.
.

Il baro
.
.
.
La maggior parte delle sue opere
fu invece creata a Roma, Napoli, Malta e in Sicilia.
.

Il suo stile pittorico,
lontano dalle mode accademiche del tempo,

ebbe poi grande influenza sulla pittura barocca e non solo.

.
.
.

Bacco
.
.
.

I suoi dipinti con un potente uso della luce
e con l’innovativa idea di dipinger il… vero
analizzano la condizione umana 
sia da un punto di vista fisico che emozionale.
.

Per questo,
ma anche per la sua capacità di vedere le cose
con la massima indipendenza e libertà di pensiero,
la sua arte appariva all’epoca rivoluzionaria.

.
.
.

Concerto di giovani
.
.
.
Asse centrale della sua ispirazione artistica
è per lui la necessità di dare un senso all’esistenza.
.
Al contrario dei pittori della sua epoca 
egli non cerca di portar l’uomo ad esaltare il divino 
bensì tende a cercare il divino 
nella complessità e varietà della realtà umana.

.
.
.

Il suonatore di liuto
.
.
.
Di questa importante tematica della sua arte, e di altre,
ho parlato in modo più approfondito
analizzando la “Madonna dei Pellegrini“,
le “7 opere di misericordia“, “La Natività” 
e “San Giovanni Battista
opere per molti aspetti davvero molto sorprendenti.

Cliccando sui titoli qui su
è possibile leggere le analisi delle opere suelencate.

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Narciso

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Ammiriamolo ora anche in questo video
che pure ci mostra quanto “rivoluzionaria”
sia stata la sua arte.
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Tony Kospan
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IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L’ARTE…
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Ragazzo con frutta
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Caravaggio.. mago della luce – Breve ricordo del geniale artista e le immagini dei suoi massimi capolavori   Leave a comment


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Proviamo a conoscere in breve
Michelangelo Merisi da Caravaggio meglio noto come Caravaggio.

Lo faremo soprattutto guardando i suoi dipinti più noti
ed analizzando la sua mitica arte.

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(Milano, 29 settembre 1571 – Porto Ercole, 18 luglio 1610) – Autoritratto
.
.
.

E’ uno dei più celebri pittori italiani di tutti i tempi
nonostante sia morto molto giovane.
La sua formazione avvenne tra Milano e Venezia.

.
.
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Il baro
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.
La maggior parte delle sue opere
fu invece creata a Roma, Napoli, Malta e in Sicilia.
.

Il suo stile pittorico,
lontano dalle mode accademiche del tempo,

ebbe poi grande influenza sulla pittura barocca e non solo.

.
.
.

Bacco
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.
.

I suoi dipinti con un potente uso della luce
e con l’innovativa idea di dipinger il… vero
analizzano la condizione umana 
sia da un punto di vista fisico che emozionale.
.

Per questo,
ma anche per la sua capacità di vedere le cose
con la massima indipendenza e libertà di pensiero,
la sua arte appariva all’epoca rivoluzionaria.

.
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Concerto di giovani
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.
Asse centrale della sua ispirazione artistica
è per lui la necessità di dare un senso all’esistenza.
.
Al contrario dei pittori della sua epoca 
egli non cerca di portar l’uomo ad esaltare il divino 
bensì tende a cercare il divino 
nella complessità e varietà della realtà umana.

.
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Il suonatore di liuto
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.
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Di questa importante tematica della sua arte, e di altre,
ho parlato in modo più approfondito
analizzando la “Madonna dei Pellegrini“,
le “7 opere di misericordia“, “La Natività” 
e “San Giovanni Battista
opere per molti aspetti davvero molto sorprendenti.

Cliccando sui titoli qui su
è possibile leggere le analisi delle opere suelencate.

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Narciso

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Ammiriamolo ora anche in questo video
che pure ci mostra quanto “rivoluzionaria”
sia stata la sua arte.
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Tony Kospan
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IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L’ARTE…
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Ragazzo con frutta
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CARAVAGGIO – STORIA E ANALISI DELLE “7 OPERE DI MISERICORDIA” ESAMINANDOLE UNA PER UNA   Leave a comment






L’opera, molto nota, ma forse meno di altre dell’artista, appare come un grande abbraccio all’Umanità nonostante mostri le tante differenze esistenti nella realtà sociale.

Possiamo dire, con altre parole, che con forza e intensità, essa ci mostra, come se fosse uno specchio, la verità della vita umana con i suoi contrasti infiniti tra ricchi e poveri, sani e malati, sazi e affamati etc.

Ci mostra infatti persone molto dolenti e bisognose aiutate e/o assistite da altre di nobile cuore.

Tutto questo il Caravaggio riesce a farlo in un’unica scena!



LA STORIA DEL DIPINTO






Siamo nel 1606 a Napoli.

Sette gentiluomini, uno per ogni opera di carità, decidono di creare un’associazione, il Pio Monte della Misericordia, per aiutare i bisognosi.

Chiedono allora al Caravaggio, che è in città, di dipingere nella sede dell’associazione un’opera che rappresenti significato e temi delle loro attività assistenziali, le 7 Opere di Carità appunto.

Caravaggio non si spaventa minimamente anzi, prendendo spunto dalla realtà delle strade di Napoli, in cui sono mescolati nobili e mendicanti, persone benestanti e tanta varia umanità sofferente rovescia il tutto nel dipinto con la forza, l’intensità e le suggestioni senza fronzoli o tabù secondo il suo inconfondibile stile e consegna il dipinto il 9 gennaio 1607.



LE 7 OPERE DI MISERICORDIA NEL DIPINTO








A quanto appena detto Caravaggio aggiunge anche riferimenti antichi e religiosi, secondo lo stile dell’epoca, come possiamo notare esaminando, una per una le 7 opere:

Cimone e Pero*:  La donna che allatta il vecchio attraverso la grata del carcere.*
1 (Dar da mangiare agli affamati) e 2 (Visitare i carcerati)

San Martino: Un gentiluomo con la spada divide il mantello per donarlo al mendicante
3 (Vestire gli ignudi)

– Lo stesso cavaliere opera nei confronti dello storpio raffigurato a sinistra in basso.
4 (Curare gli infermi)

Sansone: l’assetato si serve della mascella d’asino. 
5 (Dar da bere agli assetati)

A questi classici riferimenti il nostro aggiunge riferimenti reali.

– A sinistra, un uomo indica un riparo ad un pellegrino.
6 (Ospitare i pellegrini)

– A destra alcune persone trasportano un cadavere di cui si vedono solo i piedi.
7 (Seppellire i morti)

*(La virtuosa Pero, poiché il padre Cimone è in carcere e condannato a morire per fame, va di nascosto nella prigione per nutrirlo con l’unico mezzo possibile, il latte del proprio seno. 
La storia ha un lieto fine. Un carceriere li scopre e lo comunica al comandante che, commosso, rilascia il vecchio.
– dal racconto dello storico  Valerio Massimo “De Factis Dictisque Memorabilibus – Libro IX”)







BREVE ANALISI DEL DIPINTO


A prima vista notiamo subito l’intreccio di scene e personaggi, il forte contrasto tra luci ed ombre, una evidente esaltazione simbolica delle azioni dei personaggi ed un estremo realismo dei tanti particolari.

L’intento dell’artista è quello di evidenziare il reale contesto umano in cui si mescolano agiatezza e miseria, malattia e cure, peccato e perdono, etc.







Su questo coacervo contrastante la Madonna apre il suo mantello per non lasciar nessuno fuori dalla sua protezione… e dal suo amore.

Anche questo suo dipinto è assolutamente sorprendente in quanto presenta in primo piano la realtà umana e solo come complemento appare la religione, benché posta in alto.







IL DIPINTO E L’ISTITUTO


Benché il dipinto apparisse all’epoca inaudito se ne comprese ben presto la geniale bellezza e dopo 50 anni si decise di costruirgli intorno una chiesa, cosa questa di evidente ed assoluta rarità.

L’opera e l’istituzione erano, e sono ancor oggi, un unicum vivo e funzionante con le stesse modalità di allora.

L’opera infine, con decreto dei reggenti del Pio Monte del 1621, non si potrà mai spostare o essere toccata “avendo riguardo più al pubblico decoro che al privato comodo” dimostrando quindi un grande amore per il bene pubblico, cosa oggi purtroppo quasi impensabile.

Tony Kospan



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Caravaggio – Autoritratto




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