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Vivi la tua vita! – Molto antico e molto saggio è questo canto degli Indiani d’America   1 comment









SAGGEZZA E VERITA’
IN QUESTA RIFLESSIONE DEI NATIVI AMERICANI








Questo antico e poetico canto affascina ancor oggi 

per il profondo messaggio che contiene.











VIVI LA TUA VITA

Capo Tecumseh (1768 – 1813) – Nazione Shawnee –



Vivi la tua vita in maniera tale che la paura della morte

non possa mai entrare nel tuo cuore.

Non attaccare nessuno per la sua religione;

rispetta le idee degli altri, e chiedi che essi rispettino le tue.

Ama la tua vita, migliora la tua vita,

abbellisci le cose che essa ti da.

Cerca di vivere a lungo

e di avere come scopo quello di servire il tuo popolo.

Prepara una nobile canzone di morte per il giorno

in cui ti incamminerai verso la grande separazione.

Rivolgi sempre una parola od un saluto quando incontri un amico,

anche se straniero, in un posto solitario.

Mostra rispetto per tutte le persone e non umiliarti davanti a nessuno.

Quando ti svegli al mattino ringrazia per il cibo e per la gioia della vita.

Se non trovi nessun motivo per ringraziare,

la colpa giace solo in te stesso.

Non abusare di niente e di nessuno,

per farlo cambia le cose sagge in quelle sciocche

e priva lo spirito delle sue visioni.

Quando arriverà il tuo momento di morire,

non essere come quelli i cui cuori sono pieni di paura,

e quando arriverà il loro momento essi piangeranno

e pregheranno per avere un ‘altro poco di tempo per vivere

la loro vita in maniera diversa.

Canta la tua canzone della morte

e muori come un eroe che sta tornando alla casa.”






Tony Kospan


Frecce2039







“La nascita dell’arcobaleno” – Una bella leggenda degli Indiani d’America   Leave a comment




Davvero suggestiva questa storia della nascita
di uno dei fenomeni più affascinanti della natura
diffusa tra le tribù degli Indiani d’America
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COME NACQUE L’ARCOBALENO…
LEGGENDA DEGLI INDIANI D’AMERICA
 
 
 

Un giorno, madre Terra e padre Sole vennero a fare visita a un ragazzo solitario che si chiamava Atsosi Bagani. “Devi prendere moglie” disse la Terra. “Andrai a cercare moglie per un cammino ignoto agli uomini” aggiunse il Sole “Sposerai la maggiore delle sorelle Dobedeklad, Quelle-che-il-sole-non-illumina. Abitano in un pueblo. Gli uccelli le hanno imprigionate nelle tenebre, invidiosi della loro bellezza; tu solo puoi liberarle.


.





.


Per aiutarti, costruirò un passaggio tra la tua capanna e il pueblo e trasformerò le ragazze e te, affinché gli uccelli non vi riconoscano e vi uccidano a beccate. Così, emerse dalla terra un arco gigantesco formato da strisce di colori brillanti; saliva molto in alto nel cielo e scendeva in lontananza sulla terra. Quando Atsosi Bagani si incamminò su questo ponte, fu trasformato in una farfalla, i cui colori si conf ondevano con quelli dell’arcobaleno. Gli uccelli non lo notarono e l’uomo farfalla arrivò sul tetto di una grande casa e scese attraverso un’apertura scura; nella penombra, vide le due sorelle occupate a tessere un magnifico tappeto dai colori dell’arcobaleno, i cui motivi ricordavano i fiumi e le montagne. “Guarda, sorellina – disse la maggiore – una farfalla si è posata in cima alla scala”. La sorella minore, molto eccitata, si precipitò verso la scala e un raggio di sole la sfiorò; la maggiore cercò di trattenerla ma entrambe furono attratte dal potere magico dei raggi solari. Sul tetto, la farfalla si trasformò nel giovane uomo. “Il Sole mi ha mandato a cercarvi, sarete mia moglie e mia sorella”.


.





.


Gli uccelli li videro e si precipitarono su di loro con gridi stridenti; ma il Sole vegliava e trasformava i giovani in delicate farfalle, gli uccelli non riuscirono a trovare i fuggitivi. Atsosi Bagani ritornò alla sua capanna e il Sole e la Terra assistettero al matrimonio. Il giovane continuò a cacciare, mentre le due sorelle tessevano meravigliosi tappeti. Nella piccola capanna illuminata dal sole, però, le due ragazze avevano nostalgia della loro vecchia casa buia. Vedendole tristi, il Sole disse loro: “Se lo desiderate tanto, potrete rivedere la vostra cupa dimora; ma adesso gli uccelli sono diventati diffidenti e dovete difendervi”. Così prima di trasformarle in farfalle, diede a ciascuna due grossi chicchi di grandine.     



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Quando gli uccelli le attaccarono, la sorella maggiore scagliò contro di loro il primo chicco, che si tramutò in una grossa nube nera che avvolse gli uccelli. Le ragazze-farfalle proseguirono il volo, ma presto gli uccelli le raggiunsero; dovettero lanciare il secondo chicco di grandine, che si trasformò in una pioggia scrosciante, poi il terzo, che si ruppe in migliaia di piccoli chicchi. Ma la grandine finì e gli uccelli ripresero l’inseguimento; il pueblo era in vista, ma le farfalle non erano abbastanza veloci. Dovettero quindi lanciare l’ultimo chicco, che infiammò il cielo di lampi e tuoni.


.





.


Gli uccelli scapparono spaventati e le ragazze furono salve.             


Le sorelle tornarono da Atsosi Bagani, ma ogni volta che sentivano nostalgia visitavano la loro vecchia casa.   


Così, dopo ogni temporale, si forma un arcobaleno tra il pueblo e la capanna del giovane, che riconcilia il mondo delle tenebre con il regno del Sole.


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Ciao da Orso Tony della tribù


degli Orsi… Sognanti…


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stelline color rsstelline color rsstelline color rsstelline color rsstelline color rs
IL MONDO DI ORSOSOGNANTE LA TUA PAGINA FB!
Frecce (174)


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Vivi la tua vita! – E’ molto antico questo canto di saggezza degli Indiani d’America   1 comment









SAGGEZZA E VERITA’
IN QUESTA RIFLESSIONE DEI NATIVI AMERICANI








Questo antico e poetico canto affascina ancor oggi 

per il profondo messaggio che contiene.











VIVI LA TUA VITA

Capo Tecumseh (1768 – 1813) – Nazione Shawnee –



Vivi la tua vita in maniera tale che la paura della morte

non possa mai entrare nel tuo cuore.

Non attaccare nessuno per la sua religione;

rispetta le idee degli altri, e chiedi che essi rispettino le tue.

Ama la tua vita, migliora la tua vita,

abbellisci le cose che essa ti da.

Cerca di vivere a lungo

e di avere come scopo quello di servire il tuo popolo.

Prepara una nobile canzone di morte per il giorno

in cui ti incamminerai verso la grande separazione.

Rivolgi sempre una parola od un saluto quando incontri un amico,

anche se straniero, in un posto solitario.

Mostra rispetto per tutte le persone e non umiliarti davanti a nessuno.

Quando ti svegli al mattino ringrazia per il cibo e per la gioia della vita.

Se non trovi nessun motivo per ringraziare,

la colpa giace solo in te stesso.

Non abusare di niente e di nessuno,

per farlo cambia le cose sagge in quelle sciocche

e priva lo spirito delle sue visioni.

Quando arriverà il tuo momento di morire,

non essere come quelli i cui cuori sono pieni di paura,

e quando arriverà il loro momento essi piangeranno

e pregheranno per avere un ‘altro poco di tempo per vivere

la loro vita in maniera diversa.

Canta la tua canzone della morte

e muori come un eroe che sta tornando alla casa.”






Tony Kospan


Frecce2039







“La nascita dell’arcobaleno” – Ecco come appare in questa bella leggenda degli Indiani d’America   2 comments




Davvero suggestiva questa storia della nascita
di uno dei fenomeni più affascinanti della natura
diffusa tra le tribù degli Indiani d’America
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COME NACQUE L’ARCOBALENO…
LEGGENDA DEGLI INDIANI D’AMERICA
 
 
 

Un giorno, madre Terra e padre Sole vennero a fare visita a un ragazzo solitario che si chiamava Atsosi Bagani. “Devi prendere moglie” disse la Terra. “Andrai a cercare moglie per un cammino ignoto agli uomini” aggiunse il Sole “Sposerai la maggiore delle sorelle Dobedeklad, Quelle-che-il-sole-non-illumina. Abitano in un pueblo. Gli uccelli le hanno imprigionate nelle tenebre, invidiosi della loro bellezza; tu solo puoi liberarle.


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Per aiutarti, costruirò un passaggio tra la tua capanna e il pueblo e trasformerò le ragazze e te, affinché gli uccelli non vi riconoscano e vi uccidano a beccate. Così, emerse dalla terra un arco gigantesco formato da strisce di colori brillanti; saliva molto in alto nel cielo e scendeva in lontananza sulla terra. Quando Atsosi Bagani si incamminò su questo ponte, fu trasformato in una farfalla, i cui colori si conf ondevano con quelli dell’arcobaleno. Gli uccelli non lo notarono e l’uomo farfalla arrivò sul tetto di una grande casa e scese attraverso un’apertura scura; nella penombra, vide le due sorelle occupate a tessere un magnifico tappeto dai colori dell’arcobaleno, i cui motivi ricordavano i fiumi e le montagne. “Guarda, sorellina – disse la maggiore – una farfalla si è posata in cima alla scala”. La sorella minore, molto eccitata, si precipitò verso la scala e un raggio di sole la sfiorò; la maggiore cercò di trattenerla ma entrambe furono attratte dal potere magico dei raggi solari. Sul tetto, la farfalla si trasformò nel giovane uomo. “Il Sole mi ha mandato a cercarvi, sarete mia moglie e mia sorella”.


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Gli uccelli li videro e si precipitarono su di loro con gridi stridenti; ma il Sole vegliava e trasformava i giovani in delicate farfalle, gli uccelli non riuscirono a trovare i fuggitivi. Atsosi Bagani ritornò alla sua capanna e il Sole e la Terra assistettero al matrimonio. Il giovane continuò a cacciare, mentre le due sorelle tessevano meravigliosi tappeti. Nella piccola capanna illuminata dal sole, però, le due ragazze avevano nostalgia della loro vecchia casa buia. Vedendole tristi, il Sole disse loro: “Se lo desiderate tanto, potrete rivedere la vostra cupa dimora; ma adesso gli uccelli sono diventati diffidenti e dovete difendervi”. Così prima di trasformarle in farfalle, diede a ciascuna due grossi chicchi di grandine.     



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Quando gli uccelli le attaccarono, la sorella maggiore scagliò contro di loro il primo chicco, che si tramutò in una grossa nube nera che avvolse gli uccelli. Le ragazze-farfalle proseguirono il volo, ma presto gli uccelli le raggiunsero; dovettero lanciare il secondo chicco di grandine, che si trasformò in una pioggia scrosciante, poi il terzo, che si ruppe in migliaia di piccoli chicchi. Ma la grandine finì e gli uccelli ripresero l’inseguimento; il pueblo era in vista, ma le farfalle non erano abbastanza veloci. Dovettero quindi lanciare l’ultimo chicco, che infiammò il cielo di lampi e tuoni.


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Gli uccelli scapparono spaventati e le ragazze furono salve.             


Le sorelle tornarono da Atsosi Bagani, ma ogni volta che sentivano nostalgia visitavano la loro vecchia casa.   


Così, dopo ogni temporale, si forma un arcobaleno tra il pueblo e la capanna del giovane, che riconcilia il mondo delle tenebre con il regno del Sole.


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Ciao da Orso Tony della tribù


degli Orsi… Sognanti…


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Davvero suggestiva questa storia della nascita
di uno dei fenomeni più affascinanti della natura
diffusa tra le tribù degli Indiani d’America
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COME NACQUE L’ARCOBALENO…
LEGGENDA DEGLI INDIANI D’AMERICA
 
 
 

Un giorno, madre Terra e padre Sole vennero a fare visita a un ragazzo solitario che si chiamava Atsosi Bagani. “Devi prendere moglie” disse la Terra. “Andrai a cercare moglie per un cammino ignoto agli uomini” aggiunse il Sole “Sposerai la maggiore delle sorelle Dobedeklad, Quelle-che-il-sole-non-illumina. Abitano in un pueblo. Gli uccelli le hanno imprigionate nelle tenebre, invidiosi della loro bellezza; tu solo puoi liberarle.


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Per aiutarti, costruirò un passaggio tra la tua capanna e il pueblo e trasformerò le ragazze e te, affinché gli uccelli non vi riconoscano e vi uccidano a beccate. Così, emerse dalla terra un arco gigantesco formato da strisce di colori brillanti; saliva molto in alto nel cielo e scendeva in lontananza sulla terra. Quando Atsosi Bagani si incamminò su questo ponte, fu trasformato in una farfalla, i cui colori si conf ondevano con quelli dell’arcobaleno. Gli uccelli non lo notarono e l’uomo farfalla arrivò sul tetto di una grande casa e scese attraverso un’apertura scura; nella penombra, vide le due sorelle occupate a tessere un magnifico tappeto dai colori dell’arcobaleno, i cui motivi ricordavano i fiumi e le montagne. “Guarda, sorellina – disse la maggiore – una farfalla si è posata in cima alla scala”. La sorella minore, molto eccitata, si precipitò verso la scala e un raggio di sole la sfiorò; la maggiore cercò di trattenerla ma entrambe furono attratte dal potere magico dei raggi solari. Sul tetto, la farfalla si trasformò nel giovane uomo. “Il Sole mi ha mandato a cercarvi, sarete mia moglie e mia sorella”.


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Gli uccelli li videro e si precipitarono su di loro con gridi stridenti; ma il Sole vegliava e trasformava i giovani in delicate farfalle, gli uccelli non riuscirono a trovare i fuggitivi. Atsosi Bagani ritornò alla sua capanna e il Sole e la Terra assistettero al matrimonio. Il giovane continuò a cacciare, mentre le due sorelle tessevano meravigliosi tappeti. Nella piccola capanna illuminata dal sole, però, le due ragazze avevano nostalgia della loro vecchia casa buia. Vedendole tristi, il Sole disse loro: “Se lo desiderate tanto, potrete rivedere la vostra cupa dimora; ma adesso gli uccelli sono diventati diffidenti e dovete difendervi”. Così prima di trasformarle in farfalle, diede a ciascuna due grossi chicchi di grandine.     



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Quando gli uccelli le attaccarono, la sorella maggiore scagliò contro di loro il primo chicco, che si tramutò in una grossa nube nera che avvolse gli uccelli. Le ragazze-farfalle proseguirono il volo, ma presto gli uccelli le raggiunsero; dovettero lanciare il secondo chicco di grandine, che si trasformò in una pioggia scrosciante, poi il terzo, che si ruppe in migliaia di piccoli chicchi. Ma la grandine finì e gli uccelli ripresero l’inseguimento; il pueblo era in vista, ma le farfalle non erano abbastanza veloci. Dovettero quindi lanciare l’ultimo chicco, che infiammò il cielo di lampi e tuoni.


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Gli uccelli scapparono spaventati e le ragazze furono salve.             


Le sorelle tornarono da Atsosi Bagani, ma ogni volta che sentivano nostalgia visitavano la loro vecchia casa.   


Così, dopo ogni temporale, si forma un arcobaleno tra il pueblo e la capanna del giovane, che riconcilia il mondo delle tenebre con il regno del Sole.


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Ciao da Orso Tony della tribù


degli Orsi… Sognanti…


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Vivi la tua vita! – Antichissimo e saggio canto degli Indiani d’America   Leave a comment









SAGGEZZA E VERITA’… 
IN QUESTA RIFLESSIONE DEI NATIVI AMERICANI








Questo antico poetico canto affascina ancor oggi 

per il profondo messaggio che contiene.











VIVI LA TUA VITA

Capo Tecumseh (1768 – 1813) – Nazione Shawnee –



Vivi la tua vita in maniera tale che la paura della morte

non possa mai entrare nel tuo cuore.

Non attaccare nessuno per la sua religione;

rispetta le idee degli altri, e chiedi che essi rispettino le tue.

Ama la tua vita, migliora la tua vita,

abbellisci le cose che essa ti da.

Cerca di vivere a lungo

e di avere come scopo quello di servire il tuo popolo.

Prepara una nobile canzone di morte per il giorno

in cui ti incamminerai verso la grande separazione.

Rivolgi sempre una parola od un saluto quando incontri un amico,

anche se straniero, in un posto solitario.

Mostra rispetto per tutte le persone e non umiliarti davanti a nessuno.

Quando ti svegli al mattino ringrazia per il cibo e per la gioia della vita.

Se non trovi nessun motivo per ringraziare,

la colpa giace solo in te stesso.

Non abusare di niente e di nessuno,

per farlo cambia le cose sagge in quelle sciocche

e priva lo spirito delle sue visioni.

Quando arriverà il tuo momento di morire,

non essere come quelli i cui cuori sono pieni di paura,

e quando arriverà il loro momento essi piangeranno

e pregheranno per avere un ‘altro poco di tempo per vivere

la loro vita in maniera diversa.

Canta la tua canzone della morte

e muori come un eroe che sta tornando alla casa.”






Tony Kospan










Vivi la tua vita – Antichissimo e saggio canto degli Indiani d’America   Leave a comment









SAGGEZZA E VERITA’… 
IN QUESTA RIFLESSIONE DEI NATIVI AMERICANI








Questo antico poetico canto affascina ancor oggi 

per il profondo messaggio che contiene.











VIVI LA TUA VITA

Capo Tecumseh (1768 – 1813) – Nazione Shawnee –



Vivi la tua vita in maniera tale che la paura della morte

non possa mai entrare nel tuo cuore.

Non attaccare nessuno per la sua religione;

rispetta le idee degli altri, e chiedi che essi rispettino le tue.

Ama la tua vita, migliora la tua vita,

abbellisci le cose che essa ti da.

Cerca di vivere a lungo

e di avere come scopo quello di servire il tuo popolo.

Prepara una nobile canzone di morte per il giorno

in cui ti incamminerai verso la grande separazione.

Rivolgi sempre una parola od un saluto quando incontri un amico,

anche se straniero, in un posto solitario.

Mostra rispetto per tutte le persone e non umiliarti davanti a nessuno.

Quando ti svegli al mattino ringrazia per il cibo e per la gioia della vita.

Se non trovi nessun motivo per ringraziare,

la colpa giace solo in te stesso.

Non abusare di niente e di nessuno,

per farlo cambia le cose sagge in quelle sciocche

e priva lo spirito delle sue visioni.

Quando arriverà il tuo momento di morire,

non essere come quelli i cui cuori sono pieni di paura,

e quando arriverà il loro momento essi piangeranno

e pregheranno per avere un ‘altro poco di tempo per vivere

la loro vita in maniera diversa.

Canta la tua canzone della morte

e muori come un eroe che sta tornando alla casa.”






Tony Kospan










Vivi la tua vita – Antico saggio poetico canto degli Indiani d’America   3 comments

      

 

SAGGEZZA E VERITA'… IN QUESTA RIFLESSIONE

DEI NATIVI AMERICANI



 

  

Questo antico poetico canto affascina

per il profondo messaggio che contiene.

 

 

 

 

 

 

 

 

VIVI LA TUA VITA

Capo Tecumseh (1768 – 1813)

– Nazione Shawnee –
 

 

Vivi la tua vita in maniera tale che la paura della morte

non possa mai entrare nel tuo cuore.

Non attaccare nessuno per la sua religione;

rispetta le idee degli altri, e chiedi che essi rispettino le tue.

Ama la tua vita, migliora la tua vita,

abbellisci le cose che essa ti da.

Cerca di vivere a lungo

e di avere come scopo quello di servire il tuo popolo.

Prepara una nobile canzone di morte per il giorno

in cui ti incamminerai verso la grande separazione.

Rivolgi sempre una parola od un saluto quando incontri un amico,

anche se straniero, in un posto solitario.

Mostra rispetto per tutte le persone e non umiliarti davanti a nessuno.

Quando ti svegli al mattino ringrazia per il cibo e per la gioia della vita.

Se non trovi nessun motivo per ringraziare,

la colpa giace solo in te stesso.

Non abusare di niente e di nessuno,

per farlo cambia le cose sagge in quelle sciocche

e priva lo spirito delle sue visioni.

Quando arriverà il tuo momento di morire,

non essere come quelli i cui cuori sono pieni di paura,

e quando arriverà il loro momento essi piangeranno

e pregheranno per avere un ‘altro poco di tempo per vivere

la loro vita in maniera diversa.

Canta la tua canzone della morte

e muori come un eroe che sta tornando alla casa.” 




 

 

 

 

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

P O E S I E ?
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UN MODO DIVERSO DI VIVERLE… 
ORSO TONY
 

 

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