Archivio per l'etichetta ‘Benedetto Croce’
L’enigmatica Cappella Sansevero
è uno dei luoghi più visitati di Napoli,
e riscuote notevole interesse e grande curiosità
da oltre duecento anni.
E’ altresì considerata, da un sondaggio fatto
tra tutti coloro che hanno visitato dei musei,
il museo più amato d’Italia ed è pure presente
nella top ten dei musei europei.
LA CAPPELLA ED IL PRINCIPE DI SANSEVERO
ARTE E… MISTERI…
a cura di Tony Kospan
Perché una piccola cappella suscita tanto interesse e tanta curiosità?
Perché visitarla è come fare 2 passi… nel mistero, 2 passi… nella grande arte, 2 passi… nella storia del ‘700 e 2 passi… . nel mondo umano e familiare di un geniale ed enigmatico principe ed alchimista… Raimondo de Sangro, Principe di Sansevero.
.
.

Pur essendo il tema apparentemente semplice, la biografia di un Principe e la descrizione di una piccola cappella, per la notevole complessità e quantità di aspetti artistici, storici, scientifici, alchemici, esoterici… etc… il post dovrà esser diviso in parecchie parti.
Inizieremo dunque col parlare qui, in breve, della vita del Principe per passare poi ad esaminare la Cappella e le sue opere d’arte, le diverse stranissime invenzioni del Principe e ci soffermeremo anche su alcuni suoi contatti con personaggi europei altrettanto noti e misteriosi.
Questa prima parte, che possiamo definire essenzialmente di presentazione e biografica, è forse la meno affascinante ma è assolutamente necessaria per meglio comprender tutto quanto vedremo e conosceremo dopo.
I PARTE
DISSERO DEL PRINCIPE DI SANSEVERO
Ecco cosa scrisse di lui Benedetto Croce:
“Ammazzò sette cardinali e con le loro ossa costruì sette seggiole, mentre con la pelle, opportunamente conciata, ricoprì i sedili”
– Benedetto Croce-Storie e leggende napoletane -.
Per la gente del luogo era invece una specie di stregone ed ancora secoli dopo, al solo nominarlo, molti si facevano il segno della croce.
Wikipedia però lo definisce così… semplicemente
“Raimondo di Sangro (Torremaggiore 30.1.1710 – Napoli 22.3.1771) fu il VII principe di San Severo e studioso napoletano”.
Ma chi era e da dove veniva in verità costui?

LA FAMIGLIA D’ORIGINE DEL PRINCIPE
I conti dei Marsi e di Sangro vantavano, come si può evincere dal loro stemma, una discendenza “borgognona” dallo stesso Carlo Magno.
Inoltre la famiglia dei Sangro era molto legata al potente Ordine Benedettino, ed aveva avuto nei suoi ranghi, oltre ad abati ed altissimi prelati, anche i santi Oderisio, Bernardo e Rosalia e ben 4 Papi erano stati loro parenti.

Innocenzo III (1198-1216), Gregorio IX (1227-1241), Paolo IV Carafa (1555-1559) e Benedetto XIII (1724-1730).
Il padre di Raimondo, Antonio di Sangro, fu personaggio poco limpido, libertino e molto controverso.
Accusato dell’omicidio del padre di una ragazza di Sansevero, che era contrario alla loro relazione, scappò a Vienna dichiarandosi innocente ma, dopo che la Magistratura, forse corrotta, archiviò il caso, tornò e fece uccidere il Sindaco di Sansevero che era stato il suo accusatore.
Scappò di nuovo… stavolta a Roma dove infine prese i voti e si ritirò in un convento.

BIOGRAFIA DEL PRINCIPE RAIMONDO
A causa di un genitore così scapestrato il ragazzo visse un’infanzia un po’ disorientata con i nonni paterni che a 10 anni lo mandarono a studiare dai Gesuiti a Roma dove brillò negli studi ed acquisì una grande cultura di cui poté far sfoggio quando, tornato a Napoli, primeggiò tra i Nobili dell’epoca che erano molto poco inclini al sapere ed alla cultura.
Ma le sue non furono solo conoscenze scolastiche in quanto si estesero anche ad altre discipline ed alle lingue straniere.
Già da studente mostrò le sue capacità inventive.
Infatti quando per uno spettacolo a scuola bisognava smontare presto il palco per consentire un successivo spettacolo equestre superò “primi Ingegneri e valentuomini” creando un palco che “coll’aiuto di alcuni argani e di alcune nascoste rote” spariva in breve tempo.

Tornato all’età di 20 anni a Napoli, divenuta sede principale della famiglia, già con il titolo di VII° Principe di Sansevero per la morte del nonno, sposò per procura la giovanissima cugina Carlotta Gaetani residente nelle Fiandre che conobbe però solo 6 anni dopo a causa delle continue guerre di quegli anni.
Per le sue conoscenze dell’arte militare divenne Colonnello del Reggimento Capitanata e nel 1744 mostrò il suo valore nella Battaglia di Velletri contro gli Austriaci e gli apprezzamenti del Re Carlo di Borbone.

Il Re alla Battaglia di Velletri contro gli Austriaci
Nel frattempo scriveva libri, che editava egli stesso nella tipografia che aveva fatto costruire negli scantinati del suo palazzo, frequentava le migliori Accademie letterarie e culturali dell’epoca ed approfondiva studi, ricerche ed esperimenti in materia chimica ed alchemica.
I suoi libri di chiaro stampo massonico venivano spesso censurati dalle Autorità ecclesiastiche mentre la sua tipografia stampava libri di vario genere che nessuno pensava di pubblicare in Italia.

Nel 1744 il Principe iniziò quello che oggi possiamo definire il suo capolavoro principale e cioè il restauro e la risistemazione della Cappella familiare, oggi nota in tutto il mondo come “Cappella Sansevero” per la qual cosa chiamò i più grandi (e costosi) artisti dell’epoca come vedremo in seguito.
Sempre nel 1744 si iscrisse alla Massoneria ed in breve scalò tutti i gradini della Loggia Napoletana divenendone il Gran Maestro.

Questi sono però anche gli anni in cui, per impulso del Re Carlo III di Borbone, avvengono grandi scoperte archeologiche nelle aree soprattutto di Pompei, Ercolano e Paestum.
Scoperte che per la loro straordinarietà rafforzarono negli adepti della Loggia le loro convinzioni esoteriche.
Ma Re Carlo III, suo amico, nel 1759 fu chiamato a regnare sulla Spagna per la morte del fratello maggiore e lasciò così il Regno delle due Sicilie al giovane ed inesperto Re Ferdinando IV.

Re Carlo III di Borbone
Quest’ultimo, su consiglio del Ministro della Real Casa (e suo nemico), Bernardo Tanucci, lo fece arrestare perché aveva affittato delle stanze del suo palazzo ad una bisca per pagare i debiti contratti con gli artisti e le maestranze che lavoravano per la Cappella.
Dopo qualche mese però, per le sue importanti ed aristocratiche amicizie, fu liberato.

La Cappella in una antica stampa
Allora il Principe, per risolvere una volta per tutte i problemi economici, fece sposare il primogenito con la principessa Gaetana Mirelli di ricca famiglia che gli portò una considerevole dote che, non solo gli consentì di non aver più debiti, ma anche di continuare l’opera di completamento di quella che possiamo definire… la ragione della sua vita.
I suoi ultimi anni li passò, oltre che nella cura della Cappella, suo amato gioiello, anche a studiare, a fare esperimenti ed ad inventare come vedremo più avanti.
Morì nel 1771

FINE DELLA I PARTE
continua…
Fonti: vari siti web e… conoscenza diretta (della cappella eh eh)
Immagini dal web
.
– Copyright: Tony Kospan
PER LE NOVITA’ DEL BLOG
SE.. TI PIACE.. ISCRIVITI
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Il tema, poetico, artistico, musicale e non solo,
che desidero affrontare stavolta
è proprio l’oggetto principale di questo tipo di post.

LA POESIA IN.. POESIA.. ARTE.. MUSICA E NON SOLO (I)
a cura di Tony Kospan
Sì proprio così… stavolta le poesie parleranno di… Poesia
Il grande Montale disse che probabilmente la poesia è nata dalla necessità
di aggiungere un suono vocale al ritmo martellante delle musiche primitive…
Questo lascia immaginare un’origine comune tra musica e poesia…
che nel tempo sono diventate espressioni artistiche del tutto autonome
anche se spesso si rincontrano in quelle che definisco… canzoni-poesie.
Pierre Auguste Renoir
Personalmente sono convintissimo di ciò ed infatti,
la vera poesia contiene, rima o non rima,
una sua intrinseca musicalità.
Tornando alle sue origini, la poesia, partita dagli albori della parola,
è giunta intatta fino ad oggi arricchendosi però sempre più di temi,
modalità espressive, riflessioni e capacità di donare emozioni…
Alcuni significativi aforismi… su di lei..
Se la poesia non viene naturalmente
come le foglie vengono ad un albero,
è meglio che non venga per niente.
John Keats
Ogni poesia è misteriosa; nessuno sa interamente
ciò che gli è stato concesso di scrivere.
Jorge Luis Borges
Vivo nella poesia come le vene vivono del sangue
Antonia Pozzi
La poesia si avvicina alle verità essenziali più della storia.
Platone
La poesia non è un modo di esprimere un’opinione.
è un canto che sale da una ferita sanguinante
o da labbra sorridenti.
Kahlil Gibran
Nella vera poesia le espressioni che suonano più semplici
ci riempiono di sorpresa e di gioia perché rivelano noi a noi stessi
Benedetto Croce
Franz Dvorak
Definire però la poesia con precisione è, a mio parere,
assolutamente impossibile oltre che senza senso,
per la vastità del suo mondo, dei suoi stili, dei suoi modi e dei suoi temi.
La poesia ha poi tante chiavi di lettura… quanti sono i lettori…
poiché ciascuno può cogliere solo quello che la propria esperienza…
la propria cultura e perfino il proprio stato d’animo gli consente.
Jean-Honoré Fragonard
Amo spesso dire, a tal proposito che la poesia, una volta generata,
non è più solo del poeta ma anche del lettore
che la fa sua nel suo cuore.
Infine la poesia ci può anche offrire una chiave
per aprire alla nostra comprensione la serratura complicata
del senso della nostra vita e della vita in generale.
Leggere una poesia, al momento giusto quando si è molto felici
o quando si è veramente tristi, può essere il modo migliore
per interagire con noi stessi e con gli altri…
al di là delle dimensioni di spazio e tempo.
L’argomento è quasi infinito… per cui mi fermo qui
e lascio il testimone proprio a loro… i poeti…
ed in fondo chi meglio di loro può parlarcene?
Come sempre mi piacerebbe leggere quelle che sul tema,
vostre o di altri, colpiscono il vostro cuore…
LA POESIA CHE NON HO SCRITTO
Raymond Carver
Ecco la poesia che volevo scrivere
prima, ma non l’ho scritta
perché ti ho sentita muoverti.
Stavo ripensando
a quella prima mattina a Zrigo.
Quando ci siamo svegliati prima dell’alba.
Per un attimo disorientati. Ma poi siamo
usciti sul balcone che dominava
il fiume e la città vecchia.
E siamo rimasti lì senza parlare.
Nudi. A osservare il cielo schiarirsi.
Cosi’ felici ed emozionati. Come se
fossimo stati messi lì
proprio in quel momento.
POESIA FACILE
Dino Campana
Pace non cerco, guerra non sopporto
tranquillo e solo vo pel mondo in sogno
pieno di canti soffocati. Agogno
la nebbia ed il silenzio in un gran porto.
In un gran porto pien di vele lievi
pronte a salpar per l’orizzonte azzurro
dolci ondulando, mentre che il sussurro
del vento passa con accordi brevi.
E quegli accordi il vento se li porta
lontani sopra il mare sconosciuto.
Sogno. La vita è triste ed io son solo.
O quando o quando in un mattino ardente
l’anima mia si sveglierà nel sole
nel sole eterno, libera e fremente.
Delphin Enjolras
VENNE, DAPPRIMA, PURA
Juan Ramon Jimenez
Venne, dapprima, pura,
vestita d’innocenza.
E l’amai come un bimbo.
Dopo s’andò coprendo
di non so quali vesti.
E presi, senza saperlo, ad odiarla.
Fu infine una regina,
sfarzosa di tesori…
Che ira, quale amarezza insensata!
… Ma ecco, s’andò svestendo.
E io le sorridevo.
Rimase con la tunica
dell’innocenza antica.
Credetti ancora in lei.
E si tolse la tunica,
apparì tutta nuda… Oh poesia
nuda, passione della mia
vita, ora mia per sempre!
TRA CIO’ CHE VEDO E DICO
Octavio Paz
Tra ciò che vedo e dico,
tra ciò che dico e taccio,
tra ciò che taccio e sogno,
tra ciò che sogno e scordo,
la poesia.
Scivola
tra il sì e il no:
dice
ciò che taccio,
tace
ciò che dico,
sogna
ciò che scordo.
Non è un dire:
è un fare.
è un fare
che è un dire.
La poesia
si dice e si ode:
è reale.
E appena dico
è reale,
si dissipa.
è più reale, così?
Idea palpabile,
parola
impalpabile:
la poesia
va e viene
tra ciò che è
e ciò che non è.
Tesse riflessi
e li stesse.
La poesia
semina occhi nella pagina,
semina parole negli occhi.
Gli occhi parlano,
le parole guardano,
gli sguardi pensano.
Udire
i pensieri,
vedere
ciò che diciamo,
toccare
il corpo dell’idea.
Gli occhi
si chiudono,
le parole si aprono.
LA POESIA
Pablo Neruda
Accadde in quell’età… La poesia
venne a cercarmi. Non so da dove
sia uscita, da inverno o fiume.
Non so come né quando,
no, non erano voci, non erano
parole né silenzio,
ma da una strada mi chiamava,
dai rami della notte,
bruscamente fra gli altri,
fra violente fiamme
o ritornando solo,
era lì senza volto
e mi toccava.
Non sapevo che dire, la mia bocca
non sapeva nominare,
i miei occhi erano ciechi,
e qualcosa batteva nel mio cuore,
febbre o ali perdute,
e mi feci da solo,
decifrando
quella bruciatura,
e scrissi la prima riga incerta,
vaga, senza corpo, pura
sciocchezza,
pura saggezza
di chi non sa nulla,
e vidi all’improvviso
il cielo
sgranato
e aperto,
pianeti,
piantagioni palpitanti,
ombra ferita,
crivellata
da frecce, fuoco e fiori,
la notte travolgente, l’universo.
Ed io, minimo essere,
ebbro del grande vuoto
costellato,
a somiglianza, a immagine
del mistero,
mi sentii parte pura
dell’abisso,
ruotai con le stelle,
il mio cuore si sparpagliò nel vento.
George Agnew Reid
Un cordiale saluto a tutte le amiche
ed a tutti gli amici… dell’amica… poesia.
Tony Kospan
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L’enigmatica Cappella Sansevero
è uno dei luoghi più visitati di Napoli,
e riscuote notevole interesse e grande curiosità
da oltre duecento anni.
E’ altresì considerata, da un sondaggio fatto
tra tutti coloro che hanno visitato dei musei,
il museo più amato d’Italia ed è pure presente
nella top ten dei musei europei.
LA CAPPELLA ED IL PRINCIPE DI SANSEVERO
ARTE E… MISTERI…
a cura di Tony Kospan
Perché una piccola cappella suscita tanto interesse e tanta curiosità?
Perché visitarla è come fare 2 passi… nel mistero, 2 passi… nella grande arte, 2 passi… nella storia del ‘700 e 2 passi… . nel mondo umano e familiare di un geniale ed enigmatico principe ed alchimista… Raimondo de Sangro, Principe di Sansevero.
.
.

Pur essendo il tema apparentemente semplice, la biografia di un Principe e la descrizione di una piccola cappella, per la notevole complessità e quantità di aspetti artistici, storici, scientifici, alchemici, esoterici… etc… il post dovrà esser diviso in parecchie parti.
Inizieremo dunque col parlare qui, in breve, della vita del Principe per passare poi ad esaminare la Cappella e le sue opere d’arte, le diverse stranissime invenzioni del Principe e ci soffermeremo anche su alcuni suoi contatti con personaggi europei altrettanto noti e misteriosi.
Questa prima parte, che possiamo definire essenzialmente di presentazione e biografica, è forse la meno affascinante ma è assolutamente necessaria per meglio comprender tutto quanto vedremo e conosceremo dopo.
I PARTE
DISSERO DEL PRINCIPE DI SANSEVERO
Ecco cosa scrisse di lui Benedetto Croce:
“Ammazzò sette cardinali e con le loro ossa costruì sette seggiole, mentre con la pelle, opportunamente conciata, ricoprì i sedili”
– Benedetto Croce-Storie e leggende napoletane -.
Per la gente del luogo era invece una specie di stregone ed ancora secoli dopo, al solo nominarlo, molti si facevano il segno della croce.
Wikipedia però lo definisce così… semplicemente
“Raimondo di Sangro (Torremaggiore 30.1.1710 – Napoli 22.3.1771) fu il VII principe di San Severo e studioso napoletano”.
Ma chi era e da dove veniva in verità costui?

LA FAMIGLIA D’ORIGINE DEL PRINCIPE
I conti dei Marsi e di Sangro vantavano, come si può evincere dal loro stemma, una discendenza “borgognona” dallo stesso Carlo Magno.
Inoltre la famiglia dei Sangro era molto legata al potente Ordine Benedettino, ed aveva avuto nei suoi ranghi, oltre ad abati ed altissimi prelati, anche i santi Oderisio, Bernardo e Rosalia e ben 4 Papi erano stati loro parenti.

Innocenzo III (1198-1216), Gregorio IX (1227-1241), Paolo IV Carafa (1555-1559) e Benedetto XIII (1724-1730).
Il padre di Raimondo, Antonio di Sangro, fu personaggio poco limpido, libertino e molto controverso.
Accusato dell’omicidio del padre di una ragazza di Sansevero, che era contrario alla loro relazione, scappò a Vienna dichiarandosi innocente ma, dopo che la Magistratura, forse corrotta, archiviò il caso, tornò e fece uccidere il Sindaco di Sansevero che era stato il suo accusatore.
Scappò di nuovo… stavolta a Roma dove infine prese i voti e si ritirò in un convento.

BIOGRAFIA DEL PRINCIPE RAIMONDO
A causa di un genitore così scapestrato il ragazzo visse un’infanzia un po’ disorientata con i nonni paterni che a 10 anni lo mandarono a studiare dai Gesuiti a Roma dove brillò negli studi ed acquisì una grande cultura di cui poté far sfoggio quando, tornato a Napoli, primeggiò tra i Nobili dell’epoca che erano molto poco inclini al sapere ed alla cultura.
Ma le sue non furono solo conoscenze scolastiche in quanto si estesero anche ad altre discipline ed alle lingue straniere.
Già da studente mostrò le sue capacità inventive.
Infatti quando per uno spettacolo a scuola bisognava smontare presto il palco per consentire un successivo spettacolo equestre superò “primi Ingegneri e valentuomini” creando un palco che “coll’aiuto di alcuni argani e di alcune nascoste rote” spariva in breve tempo.

Tornato all’età di 20 anni a Napoli, divenuta sede principale della famiglia, già con il titolo di VII° Principe di Sansevero per la morte del nonno, sposò per procura la giovanissima cugina Carlotta Gaetani residente nelle Fiandre che conobbe però solo 6 anni dopo a causa delle continue guerre di quegli anni.
Per le sue conoscenze dell’arte militare divenne Colonnello del Reggimento Capitanata e nel 1744 mostrò il suo valore nella Battaglia di Velletri contro gli Austriaci e gli apprezzamenti del Re Carlo di Borbone.

Il Re alla Battaglia di Velletri contro gli Austriaci
Nel frattempo scriveva libri, che editava egli stesso nella tipografia che aveva fatto costruire negli scantinati del suo palazzo, frequentava le migliori Accademie letterarie e culturali dell’epoca ed approfondiva studi, ricerche ed esperimenti in materia chimica ed alchemica.
I suoi libri di chiaro stampo massonico venivano spesso censurati dalle Autorità ecclesiastiche mentre la sua tipografia stampava libri di vario genere che nessuno pensava di pubblicare in Italia.

Nel 1744 il Principe iniziò quello che oggi possiamo definire il suo capolavoro principale e cioè il restauro e la risistemazione della Cappella familiare, oggi nota in tutto il mondo come “Cappella Sansevero” per la qual cosa chiamò i più grandi (e costosi) artisti dell’epoca come vedremo in seguito.
Sempre nel 1744 si iscrisse alla Massoneria ed in breve scalò tutti i gradini della Loggia Napoletana divenendone il Gran Maestro.

Questi sono però anche gli anni in cui, per impulso del Re Carlo III di Borbone, avvengono grandi scoperte archeologiche nelle aree soprattutto di Pompei, Ercolano e Paestum.
Scoperte che per la loro straordinarietà rafforzarono negli adepti della Loggia le loro convinzioni esoteriche.
Ma Re Carlo III, suo amico, nel 1759 fu chiamato a regnare sulla Spagna per la morte del fratello maggiore e lasciò così il Regno delle due Sicilie al giovane ed inesperto Re Ferdinando IV.

Re Carlo III di Borbone
Quest’ultimo, su consiglio del Ministro della Real Casa (e suo nemico), Bernardo Tanucci, lo fece arrestare perché aveva affittato delle stanze del suo palazzo ad una bisca per pagare i debiti contratti con gli artisti e le maestranze che lavoravano per la Cappella.
Dopo qualche mese però, per le sue importanti ed aristocratiche amicizie, fu liberato.

La Cappella in una antica stampa
Allora il Principe, per risolvere una volta per tutte i problemi economici, fece sposare il primogenito con la principessa Gaetana Mirelli di ricca famiglia che gli portò una considerevole dote che, non solo gli consentì di non aver più debiti, ma anche di continuare l’opera di completamento di quella che possiamo definire… la ragione della sua vita.
I suoi ultimi anni li passò, oltre che nella cura della Cappella, suo amato gioiello, anche a studiare, a fare esperimenti ed ad inventare come vedremo più avanti.
Morì nel 1771

FINE DELLA I PARTE
continua…
Fonti: vari siti web e… conoscenza diretta (della cappella eh eh)
Immagini dal web
.
– Copyright: Tony Kospan
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Il tema, poetico, artistico, musicale e non solo,
che desidero affrontare stavolta
è proprio l’oggetto principale di questo tipo di post.

LA POESIA IN.. POESIA.. ARTE.. MUSICA E NON SOLO (I)
a cura di Tony Kospan
Sì proprio così… stavolta le poesie parleranno di… Poesia
Il grande Montale disse che probabilmente la poesia è nata dalla necessità
di aggiungere un suono vocale al ritmo martellante delle musiche primitive…
Questo lascia immaginare un’origine comune tra musica e poesia…
che nel tempo sono diventate espressioni artistiche del tutto autonome
anche se spesso si rincontrano in quelle che definisco… canzoni-poesie.
Pierre Auguste Renoir
Personalmente sono convintissimo di ciò ed infatti,
la vera poesia contiene, rima o non rima,
una sua intrinseca musicalità.
Tornando alle sue origini, la poesia, partita dagli albori della parola,
è giunta intatta fino ad oggi arricchendosi però sempre più di temi,
modalità espressive, riflessioni e capacità di donare emozioni…
Alcuni significativi aforismi… su di lei..
Se la poesia non viene naturalmente
come le foglie vengono ad un albero,
è meglio che non venga per niente.
John Keats
Ogni poesia è misteriosa; nessuno sa interamente
ciò che gli è stato concesso di scrivere.
Jorge Luis Borges
Vivo nella poesia come le vene vivono del sangue
Antonia Pozzi
La poesia si avvicina alle verità essenziali più della storia.
Platone
La poesia non è un modo di esprimere un’opinione.
è un canto che sale da una ferita sanguinante
o da labbra sorridenti.
Kahlil Gibran
Nella vera poesia le espressioni che suonano più semplici
ci riempiono di sorpresa e di gioia perché rivelano noi a noi stessi
Benedetto Croce
Franz Dvorak
Definire però la poesia con precisione è, a mio parere,
assolutamente impossibile oltre che senza senso,
per la vastità del suo mondo, dei suoi stili, dei suoi modi e dei suoi temi.
La poesia ha poi tante chiavi di lettura… quanti sono i lettori…
poiché ciascuno può cogliere solo quello che la propria esperienza…
la propria cultura e perfino il proprio stato d’animo gli consente.
Jean-Honoré Fragonard
Amo spesso dire, a tal proposito che la poesia, una volta generata,
non è più solo del poeta ma anche del lettore
che la fa sua nel suo cuore.
Infine la poesia ci può anche offrire una chiave
per aprire alla nostra comprensione la serratura complicata
del senso della nostra vita e della vita in generale.
Leggere una poesia, al momento giusto quando si è molto felici
o quando si è veramente tristi, può essere il modo migliore
per interagire con noi stessi e con gli altri…
al di là delle dimensioni di spazio e tempo.
L’argomento è quasi infinito… per cui mi fermo qui
e lascio il testimone proprio a loro… i poeti…
ed in fondo chi meglio di loro può parlarcene?
Come sempre mi piacerebbe leggere quelle che sul tema,
vostre o di altri, colpiscono il vostro cuore…
LA POESIA CHE NON HO SCRITTO
Raymond Carver
Ecco la poesia che volevo scrivere
prima, ma non l’ho scritta
perché ti ho sentita muoverti.
Stavo ripensando
a quella prima mattina a Zrigo.
Quando ci siamo svegliati prima dell’alba.
Per un attimo disorientati. Ma poi siamo
usciti sul balcone che dominava
il fiume e la città vecchia.
E siamo rimasti lì senza parlare.
Nudi. A osservare il cielo schiarirsi.
Cosi’ felici ed emozionati. Come se
fossimo stati messi lì
proprio in quel momento.
POESIA FACILE
Dino Campana
Pace non cerco, guerra non sopporto
tranquillo e solo vo pel mondo in sogno
pieno di canti soffocati. Agogno
la nebbia ed il silenzio in un gran porto.
In un gran porto pien di vele lievi
pronte a salpar per l’orizzonte azzurro
dolci ondulando, mentre che il sussurro
del vento passa con accordi brevi.
E quegli accordi il vento se li porta
lontani sopra il mare sconosciuto.
Sogno. La vita è triste ed io son solo.
O quando o quando in un mattino ardente
l’anima mia si sveglierà nel sole
nel sole eterno, libera e fremente.
Delphin Enjolras
VENNE, DAPPRIMA, PURA
Juan Ramon Jimenez
Venne, dapprima, pura,
vestita d’innocenza.
E l’amai come un bimbo.
Dopo s’andò coprendo
di non so quali vesti.
E presi, senza saperlo, ad odiarla.
Fu infine una regina,
sfarzosa di tesori…
Che ira, quale amarezza insensata!
… Ma ecco, s’andò svestendo.
E io le sorridevo.
Rimase con la tunica
dell’innocenza antica.
Credetti ancora in lei.
E si tolse la tunica,
apparì tutta nuda… Oh poesia
nuda, passione della mia
vita, ora mia per sempre!
TRA CIO’ CHE VEDO E DICO
Octavio Paz
Tra ciò che vedo e dico,
tra ciò che dico e taccio,
tra ciò che taccio e sogno,
tra ciò che sogno e scordo,
la poesia.
Scivola
tra il sì e il no:
dice
ciò che taccio,
tace
ciò che dico,
sogna
ciò che scordo.
Non è un dire:
è un fare.
è un fare
che è un dire.
La poesia
si dice e si ode:
è reale.
E appena dico
è reale,
si dissipa.
è più reale, così?
Idea palpabile,
parola
impalpabile:
la poesia
va e viene
tra ciò che è
e ciò che non è.
Tesse riflessi
e li stesse.
La poesia
semina occhi nella pagina,
semina parole negli occhi.
Gli occhi parlano,
le parole guardano,
gli sguardi pensano.
Udire
i pensieri,
vedere
ciò che diciamo,
toccare
il corpo dell’idea.
Gli occhi
si chiudono,
le parole si aprono.
LA POESIA
Pablo Neruda
Accadde in quell’età… La poesia
venne a cercarmi. Non so da dove
sia uscita, da inverno o fiume.
Non so come né quando,
no, non erano voci, non erano
parole né silenzio,
ma da una strada mi chiamava,
dai rami della notte,
bruscamente fra gli altri,
fra violente fiamme
o ritornando solo,
era lì senza volto
e mi toccava.
Non sapevo che dire, la mia bocca
non sapeva nominare,
i miei occhi erano ciechi,
e qualcosa batteva nel mio cuore,
febbre o ali perdute,
e mi feci da solo,
decifrando
quella bruciatura,
e scrissi la prima riga incerta,
vaga, senza corpo, pura
sciocchezza,
pura saggezza
di chi non sa nulla,
e vidi all’improvviso
il cielo
sgranato
e aperto,
pianeti,
piantagioni palpitanti,
ombra ferita,
crivellata
da frecce, fuoco e fiori,
la notte travolgente, l’universo.
Ed io, minimo essere,
ebbro del grande vuoto
costellato,
a somiglianza, a immagine
del mistero,
mi sentii parte pura
dell’abisso,
ruotai con le stelle,
il mio cuore si sparpagliò nel vento.
George Agnew Reid
Un cordiale saluto a tutte le amiche
ed a tutti gli amici… dell’amica… poesia.
Tony Kospan
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è uno dei luoghi più visitati di Napoli,
e riscuote notevole interesse e grande curiosità
da oltre duecento anni.
E' altresì considerata, da un sondaggio fatto
tra tutti coloro che hanno visitato dei musei,
il museo più amato d'Italia ed è pure presente
nella top ten dei musei europei.
LA CAPPELLA ED IL PRINCIPE DI SANSEVERO
ARTE E… MISTERI…
a cura di Tony Kospan
Perché una piccola cappella suscita tanto interesse e tanta curiosità?
Perché visitarla è come fare 2 passi… nel mistero, 2 passi… nella grande arte, 2 passi… nella storia del '700 e 2 passi… . nel mondo umano e familiare di un geniale ed enigmatico principe ed alchimista… Raimondo de Sangro, Principe di Sansevero.
.
.

Pur essendo il tema apparentemente semplice, la biografia di un Principe e la descrizione di una piccola cappella, per la notevole complessità e quantità di aspetti artistici, storici, scientifici, alchemici, esoterici… etc… il post dovrà esser diviso in parecchie parti.
Inizieremo ordunque col parlare qui, in breve, della vita del Principe per passare poi ad esaminare la Cappella e le sue opere d'arte, le diverse stranissime invenzioni del Principe e ci soffermeremo anche su alcuni suoi contatti con personaggi altrettanto noti e misteriosi.
Questa prima parte, che possiamo definire essenzialmente di presentazione e biografica, è forse la meno affascinante ma è assolutamente necessaria per meglio comprender tutto quanto vedremo e conosceremo dopo…
I PARTE
DISSERO DEL PRINCIPE DI SANSEVERO
Ecco cosa scrisse di lui Benedetto Croce:
“Ammazzò sette cardinali e con le loro ossa costruì sette seggiole, mentre con la pelle, opportunamente conciata, ricoprì i sedili”
– Benedetto Croce-Storie e leggende napoletane -.
Per la gente del luogo era invece una specie di stregone ed ancora secoli dopo, al solo nominarlo, molti si facevano il segno della croce.
Wikipedia però lo definisce così… semplicemente
“Raimondo di Sangro (Torremaggiore 30.1.1710 – Napoli 22.3.1771) fu il VII principe di San Severo e studioso napoletano”.
Ma chi era e da dove veniva in verità costui?

LA FAMIGLIA D'ORIGINE DEL PRINCIPE
I conti dei Marsi e di Sangro vantavano, come si può evincere dal loro stemma, una discendenza “borgognona” dallo stesso Carlo Magno.
Inoltre la famiglia dei Sangro era molto legata al potente Ordine Benedettino, ed aveva avuto nei suoi ranghi, oltre ad abati ed altissimi prelati, anche i santi Oderisio, Bernardo e Rosalia e ben 4 Papi erano stati loro parenti.

Innocenzo III (1198-1216), Gregorio IX (1227-1241), Paolo IV Carafa (1555-1559) e Benedetto XIII (1724-1730).
Il padre di Raimondo, Antonio di Sangro, fu personaggio poco limpido, libertino e molto controverso.
Accusato dell'omicidio del padre di una ragazza di Sansevero, che era contrario alla loro relazione, scappò a Vienna dichiarandosi innocente ma, dopo che la Magistratura, forse corrotta, archiviò il caso, tornò e fece uccidere il Sindaco di Sansevero che era stato il suo accusatore.
Scappò di nuovo… stavolta a Roma dove infine prese i voti e si ritirò in un convento.

BIOGRAFIA DEL PRINCIPE RAIMONDO
A causa di un genitore così scapestrato il ragazzo visse un'infanzia un po' disorientata con i nonni paterni che a 10 anni lo mandarono a studiare dai Gesuiti a Roma dove brillò negli studi ed acquisì una grande cultura di cui poté far sfoggio quando, tornato a Napoli, primeggiò tra i Nobili dell'epoca che erano molto poco inclini al sapere ed alla cultura.
Ma le sue non furono solo conoscenze scolastiche in quanto si estesero anche ad altre discipline ed alle lingue straniere.
Già da studente mostrò le sue capacità inventive. Infatti quando per uno spettacolo a scuola bisognava smontare presto il palco per consentire un successivo spettacolo equestre superò “primi Ingegneri e valentuomini” creando un palco che “coll'aiuto di alcuni argani e di alcune nascoste rote” spariva in breve tempo.

Tornato all'età di 20 anni a Napoli, divenuta sede principale della famiglia, già con il titolo di VII° Principe di Sansevero, per la morte del nonno, sposò per procura la giovanissima cugina Carlotta Gaetani residente nelle Fiandre che conobbe però solo 6 anni dopo a causa delle continue guerre di quegli anni.
Per le sue conoscenze dell'arte militare divenne Colonnello del Reggimento Capitanata e nel 1744 mostrò il suo valore nella Battaglia di Velletri contro gli Austriaci e gli apprezzamenti del Re Carlo di Borbone.

Il Re alla Battaglia di Velletri contro gli Austriaci
Nel frattempo scriveva libri, che editava egli stesso nella tipografia che aveva fatto costruire negli scantinati del suo palazzo, frequentava le migliori Accademie letterarie e culturali dell'epoca ed approfondiva studi, ricerche ed esperimenti in materia chimica ed alchemica.
I suoi libri di chiaro stampo massonico venivano spesso censurati dalle Autorità ecclesiastiche mentre la sua tipografia stampava libri di vario genere che nessuno pensava di pubblicare in Italia.

Nel 1744 il Principe iniziò quello che oggi possiamo definire il suo capolavoro principale e cioè il restauro e la risistemazione della Cappella familiare, oggi nota in tutto il mondo come “Cappella Sansevero” per la qual cosa chiamò i più grandi (e costosi) artisti dell'epoca come vedremo in seguito.
Sempre nel 1744 si iscrisse alla Massoneria ed in breve scalò tutti i gradini della Loggia Napoletana divenendone il Gran Maestro.

Questi sono però anche gli anni un cui, per impulso del Re Carlo III di Borbone, avvengono grandi scoperte archeologiche nelle aree soprattutto di Pompei, Ercolano e Paestum.
Scoperte che per la loro straordinarietà rafforzarono negli adepti della Loggia le loro convinzioni esoteriche.
Ma Re Carlo III, suo amico, nel 1759 fu chiamato a regnare sulla Spagna per la morte del fratello maggiore e lasciò così il Regno delle due Sicilie al giovane ed inesperto Re Ferdinando IV.

Re Carlo III di Borbone
Quest'ultimo, su consiglio del Ministro della Real Casa (e suo nemico), Bernardo Tanucci, lo fece arrestare perché aveva affittato delle stanze del suo palazzo ad una bisca per pagare i debiti contratti con gli artisti e le maestranze che lavoravano per la Cappella.
Dopo qualche mese però per le sue importanti ed aristocratiche amicizie fu liberato.

La Cappella in una antica stampa
Allora il Principe, per risolvere una volta per tutte i problemi economici, fece sposare il primogenito con la principessa Gaetana Mirelli di ricca famiglia che gli portò una considerevole dote che, non solo gli consentì di non aver più debiti, ma anche di continuare l'opera di completamento di quella che possiamo definire… la ragione della sua vita….
I suoi ultimi anni li passò, oltre che nella cura della Cappella, suo amato gioiello, anche a studiare, a fare esperimenti ed ad inventare come vedremo più avanti.
Morì nel 1771

FINE DELLA I PARTE
continua…
Fonti:
vari siti web e conoscenza diretta (della cappella eh eh)
Immagini dal web
– Copyright: Tony Kospan
PER LE NOVITA' DEL BLOG
Mi piace:
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Il tema, poetico, artistico, musicale e non solo,
che desidero affrontare stavolta
è proprio l’oggetto principale di questo tipo di post.

LA POESIA IN.. POESIA.. ARTE.. MUSICA E NON SOLO (I)
a cura di Tony Kospan
Sì proprio così… stavolta le poesie parleranno di… Poesia
Il grande Montale disse che probabilmente la poesia è nata dalla necessità
di aggiungere un suono vocale al ritmo martellante delle musiche primitive…
Questo lascia immaginare un’origine comune tra musica e poesia…
che nel tempo sono diventate espressioni artistiche del tutto autonome
anche se spesso si rincontrano in quelle che definisco… canzoni-poesie.
Pierre Auguste Renoir
Personalmente sono convintissimo di ciò ed infatti,
la vera poesia contiene, rima o non rima,
una sua intrinseca musicalità.
Tornando alle sue origini, la poesia, partita dagli albori della parola,
è giunta intatta fino ad oggi arricchendosi però sempre più di temi,
modalità espressive, riflessioni e capacità di donare emozioni…
Alcuni significativi aforismi… su di lei..
Se la poesia non viene naturalmente
come le foglie vengono ad un albero,
è meglio che non venga per niente.
John Keats
Ogni poesia è misteriosa; nessuno sa interamente
ciò che gli è stato concesso di scrivere.
Jorge Luis Borges
Vivo nella poesia come le vene vivono del sangue
Antonia Pozzi
La poesia si avvicina alle verità essenziali più della storia.
Platone
La poesia non è un modo di esprimere un’opinione.
è un canto che sale da una ferita sanguinante
o da labbra sorridenti.
Kahlil Gibran
Nella vera poesia le espressioni che suonano più semplici
ci riempiono di sorpresa e di gioia perché rivelano noi a noi stessi
Benedetto Croce
Franz Dvorak
Definire però la poesia con precisione è, a mio parere,
assolutamente impossibile oltre che senza senso,
per la vastità del suo mondo, dei suoi stili, dei suoi modi e dei suoi temi.
La poesia ha poi tante chiavi di lettura… quanti sono i lettori…
poiché ciascuno può cogliere solo quello che la propria esperienza…
la propria cultura e perfino il proprio stato d’animo gli consente.
Jean-Honoré Fragonard
Amo spesso dire, a tal proposito che la poesia, una volta generata,
non è più solo del poeta ma anche del lettore
che la fa sua nel suo cuore.
Infine la poesia ci può anche offrire una chiave
per aprire alla nostra comprensione la serratura complicata
del senso della nostra vita e della vita in generale.
Leggere una poesia, al momento giusto quando si è molto felici
o quando si è veramente tristi, può essere il modo migliore
per interagire con noi stessi e con gli altri…
al di là delle dimensioni di spazio e tempo.
L’argomento è quasi infinito… per cui mi fermo qui
e lascio il testimone proprio a loro… i poeti…
ed in fondo chi meglio di loro può parlarcene?
Come sempre mi piacerebbe leggere quelle che sul tema,
vostre o di altri, colpiscono il vostro cuore…
LA POESIA CHE NON HO SCRITTO
Raymond Carver
Ecco la poesia che volevo scrivere
prima, ma non l’ho scritta
perché ti ho sentita muoverti.
Stavo ripensando
a quella prima mattina a Zrigo.
Quando ci siamo svegliati prima dell’alba.
Per un attimo disorientati. Ma poi siamo
usciti sul balcone che dominava
il fiume e la città vecchia.
E siamo rimasti lì senza parlare.
Nudi. A osservare il cielo schiarirsi.
Cosi’ felici ed emozionati. Come se
fossimo stati messi lì
proprio in quel momento.
POESIA FACILE
Dino Campana
Pace non cerco, guerra non sopporto
tranquillo e solo vo pel mondo in sogno
pieno di canti soffocati. Agogno
la nebbia ed il silenzio in un gran porto.
In un gran porto pien di vele lievi
pronte a salpar per l’orizzonte azzurro
dolci ondulando, mentre che il sussurro
del vento passa con accordi brevi.
E quegli accordi il vento se li porta
lontani sopra il mare sconosciuto.
Sogno. La vita è triste ed io son solo.
O quando o quando in un mattino ardente
l’anima mia si sveglierà nel sole
nel sole eterno, libera e fremente.
Delphin Enjolras
VENNE, DAPPRIMA, PURA
Juan Ramon Jimenez
Venne, dapprima, pura,
vestita d’innocenza.
E l’amai come un bimbo.
Dopo s’andò coprendo
di non so quali vesti.
E presi, senza saperlo, ad odiarla.
Fu infine una regina,
sfarzosa di tesori…
Che ira, quale amarezza insensata!
… Ma ecco, s’andò svestendo.
E io le sorridevo.
Rimase con la tunica
dell’innocenza antica.
Credetti ancora in lei.
E si tolse la tunica,
apparì tutta nuda… Oh poesia
nuda, passione della mia
vita, ora mia per sempre!
TRA CIO’ CHE VEDO E DICO
Octavio Paz
Tra ciò che vedo e dico,
tra ciò che dico e taccio,
tra ciò che taccio e sogno,
tra ciò che sogno e scordo,
la poesia.
Scivola
tra il sì e il no:
dice
ciò che taccio,
tace
ciò che dico,
sogna
ciò che scordo.
Non è un dire:
è un fare.
è un fare
che è un dire.
La poesia
si dice e si ode:
è reale.
E appena dico
è reale,
si dissipa.
è più reale, così?
Idea palpabile,
parola
impalpabile:
la poesia
va e viene
tra ciò che è
e ciò che non è.
Tesse riflessi
e li stesse.
La poesia
semina occhi nella pagina,
semina parole negli occhi.
Gli occhi parlano,
le parole guardano,
gli sguardi pensano.
Udire
i pensieri,
vedere
ciò che diciamo,
toccare
il corpo dell’idea.
Gli occhi
si chiudono,
le parole si aprono.
LA POESIA
Pablo Neruda
Accadde in quell’età… La poesia
venne a cercarmi. Non so da dove
sia uscita, da inverno o fiume.
Non so come né quando,
no, non erano voci, non erano
parole né silenzio,
ma da una strada mi chiamava,
dai rami della notte,
bruscamente fra gli altri,
fra violente fiamme
o ritornando solo,
era lì senza volto
e mi toccava.
Non sapevo che dire, la mia bocca
non sapeva nominare,
i miei occhi erano ciechi,
e qualcosa batteva nel mio cuore,
febbre o ali perdute,
e mi feci da solo,
decifrando
quella bruciatura,
e scrissi la prima riga incerta,
vaga, senza corpo, pura
sciocchezza,
pura saggezza
di chi non sa nulla,
e vidi all’improvviso
il cielo
sgranato
e aperto,
pianeti,
piantagioni palpitanti,
ombra ferita,
crivellata
da frecce, fuoco e fiori,
la notte travolgente, l’universo.
Ed io, minimo essere,
ebbro del grande vuoto
costellato,
a somiglianza, a immagine
del mistero,
mi sentii parte pura
dell’abisso,
ruotai con le stelle,
il mio cuore si sparpagliò nel vento.
George Agnew Reid
Un cordiale saluto a tutte le amiche
ed a tutti gli amici… dell’amica… poesia.
Tony Kospan
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L’enigmatica Cappella Sansevero
è uno dei luoghi più visitati di Napoli,
e riscuote notevole interesse e grande curiosità
da oltre duecento anni.
E’ altresì considerata, da un sondaggio fatto
tra tutti coloro che hanno visitato dei musei,
il museo più amato d’Italia ed è pure presente
nella top ten dei musei europei.
LA CAPPELLA ED IL PRINCIPE DI SANSEVERO
ARTE E… MISTERI…
a cura di Tony Kospan
Perché una piccola cappella suscita tanto interesse e tanta curiosità?
Perché visitarla è come fare 2 passi… nel mistero, 2 passi… nella grande arte, 2 passi… nella storia del ‘700 e 2 passi… . nel mondo umano e familiare di un geniale ed enigmatico principe ed alchimista… Raimondo de Sangro, Principe di Sansevero.
.
.

Pur essendo il tema apparentemente semplice, la biografia di un Principe e la descrizione di una piccola cappella, per la notevole complessità e quantità di aspetti artistici, storici, scientifici, alchemici, esoterici… etc… il post dovrà esser diviso in parecchie parti.
Inizieremo dunque col parlare qui, in breve, della vita del Principe per passare poi ad esaminare la Cappella e le sue opere d’arte, le diverse stranissime invenzioni del Principe e ci soffermeremo anche su alcuni suoi contatti con personaggi europei altrettanto noti e misteriosi.
Questa prima parte, che possiamo definire essenzialmente di presentazione e biografica, è forse la meno affascinante ma è assolutamente necessaria per meglio comprender tutto quanto vedremo e conosceremo dopo.
I PARTE
DISSERO DEL PRINCIPE DI SANSEVERO
Ecco cosa scrisse di lui Benedetto Croce:
“Ammazzò sette cardinali e con le loro ossa costruì sette seggiole, mentre con la pelle, opportunamente conciata, ricoprì i sedili”
– Benedetto Croce-Storie e leggende napoletane -.
Per la gente del luogo era invece una specie di stregone ed ancora secoli dopo, al solo nominarlo, molti si facevano il segno della croce.
Wikipedia però lo definisce così… semplicemente
“Raimondo di Sangro (Torremaggiore 30.1.1710 – Napoli 22.3.1771) fu il VII principe di San Severo e studioso napoletano”.
Ma chi era e da dove veniva in verità costui?

LA FAMIGLIA D’ORIGINE DEL PRINCIPE
I conti dei Marsi e di Sangro vantavano, come si può evincere dal loro stemma, una discendenza “borgognona” dallo stesso Carlo Magno.
Inoltre la famiglia dei Sangro era molto legata al potente Ordine Benedettino, ed aveva avuto nei suoi ranghi, oltre ad abati ed altissimi prelati, anche i santi Oderisio, Bernardo e Rosalia e ben 4 Papi erano stati loro parenti.

Innocenzo III (1198-1216), Gregorio IX (1227-1241), Paolo IV Carafa (1555-1559) e Benedetto XIII (1724-1730).
Il padre di Raimondo, Antonio di Sangro, fu personaggio poco limpido, libertino e molto controverso.
Accusato dell’omicidio del padre di una ragazza di Sansevero, che era contrario alla loro relazione, scappò a Vienna dichiarandosi innocente ma, dopo che la Magistratura, forse corrotta, archiviò il caso, tornò e fece uccidere il Sindaco di Sansevero che era stato il suo accusatore.
Scappò di nuovo… stavolta a Roma dove infine prese i voti e si ritirò in un convento.

BIOGRAFIA DEL PRINCIPE RAIMONDO
A causa di un genitore così scapestrato il ragazzo visse un’infanzia un po’ disorientata con i nonni paterni che a 10 anni lo mandarono a studiare dai Gesuiti a Roma dove brillò negli studi ed acquisì una grande cultura di cui poté far sfoggio quando, tornato a Napoli, primeggiò tra i Nobili dell’epoca che erano molto poco inclini al sapere ed alla cultura.
Ma le sue non furono solo conoscenze scolastiche in quanto si estesero anche ad altre discipline ed alle lingue straniere.
Già da studente mostrò le sue capacità inventive.
Infatti quando per uno spettacolo a scuola bisognava smontare presto il palco per consentire un successivo spettacolo equestre superò “primi Ingegneri e valentuomini” creando un palco che “coll’aiuto di alcuni argani e di alcune nascoste rote” spariva in breve tempo.

Tornato all’età di 20 anni a Napoli, divenuta sede principale della famiglia, già con il titolo di VII° Principe di Sansevero per la morte del nonno, sposò per procura la giovanissima cugina Carlotta Gaetani residente nelle Fiandre che conobbe però solo 6 anni dopo a causa delle continue guerre di quegli anni.
Per le sue conoscenze dell’arte militare divenne Colonnello del Reggimento Capitanata e nel 1744 mostrò il suo valore nella Battaglia di Velletri contro gli Austriaci e gli apprezzamenti del Re Carlo di Borbone.

Il Re alla Battaglia di Velletri contro gli Austriaci
Nel frattempo scriveva libri, che editava egli stesso nella tipografia che aveva fatto costruire negli scantinati del suo palazzo, frequentava le migliori Accademie letterarie e culturali dell’epoca ed approfondiva studi, ricerche ed esperimenti in materia chimica ed alchemica.
I suoi libri di chiaro stampo massonico venivano spesso censurati dalle Autorità ecclesiastiche mentre la sua tipografia stampava libri di vario genere che nessuno pensava di pubblicare in Italia.

Nel 1744 il Principe iniziò quello che oggi possiamo definire il suo capolavoro principale e cioè il restauro e la risistemazione della Cappella familiare, oggi nota in tutto il mondo come “Cappella Sansevero” per la qual cosa chiamò i più grandi (e costosi) artisti dell’epoca come vedremo in seguito.
Sempre nel 1744 si iscrisse alla Massoneria ed in breve scalò tutti i gradini della Loggia Napoletana divenendone il Gran Maestro.

Questi sono però anche gli anni in cui, per impulso del Re Carlo III di Borbone, avvengono grandi scoperte archeologiche nelle aree soprattutto di Pompei, Ercolano e Paestum.
Scoperte che per la loro straordinarietà rafforzarono negli adepti della Loggia le loro convinzioni esoteriche.
Ma Re Carlo III, suo amico, nel 1759 fu chiamato a regnare sulla Spagna per la morte del fratello maggiore e lasciò così il Regno delle due Sicilie al giovane ed inesperto Re Ferdinando IV.

Re Carlo III di Borbone
Quest’ultimo, su consiglio del Ministro della Real Casa (e suo nemico), Bernardo Tanucci, lo fece arrestare perché aveva affittato delle stanze del suo palazzo ad una bisca per pagare i debiti contratti con gli artisti e le maestranze che lavoravano per la Cappella.
Dopo qualche mese però, per le sue importanti ed aristocratiche amicizie, fu liberato.

La Cappella in una antica stampa
Allora il Principe, per risolvere una volta per tutte i problemi economici, fece sposare il primogenito con la principessa Gaetana Mirelli di ricca famiglia che gli portò una considerevole dote che, non solo gli consentì di non aver più debiti, ma anche di continuare l’opera di completamento di quella che possiamo definire… la ragione della sua vita.
I suoi ultimi anni li passò, oltre che nella cura della Cappella, suo amato gioiello, anche a studiare, a fare esperimenti ed ad inventare come vedremo più avanti.
Morì nel 1771

FINE DELLA I PARTE
continua…
Fonti: vari siti web e… conoscenza diretta (della cappella eh eh)
Immagini dal web
.
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che desidero affrontare stavolta
è proprio l’oggetto principale di questo tipo di post.

LA POESIA IN.. POESIA.. ARTE.. MUSICA E NON SOLO (I)
a cura di Tony Kospan
Sì proprio così… stavolta le poesie parleranno di… Poesia
Il grande Montale disse che probabilmente la poesia è nata dalla necessità
di aggiungere un suono vocale al ritmo martellante delle musiche primitive…
Questo lascia immaginare un’origine comune tra musica e poesia…
che nel tempo sono diventate espressioni artistiche del tutto autonome
anche se spesso si rincontrano in quelle che definisco… canzoni-poesie.
Pierre Auguste Renoir
Personalmente sono convintissimo di ciò ed infatti,
la vera poesia contiene, rima o non rima,
una sua intrinseca musicalità.
Tornando alle sue origini, la poesia, partita dagli albori della parola,
è giunta intatta fino ad oggi arricchendosi però sempre più di temi,
modalità espressive, riflessioni e capacità di donare emozioni…
Alcuni significativi aforismi… su di lei..
Se la poesia non viene naturalmente
come le foglie vengono ad un albero,
è meglio che non venga per niente.
John Keats
Ogni poesia è misteriosa; nessuno sa interamente
ciò che gli è stato concesso di scrivere.
Jorge Luis Borges
Vivo nella poesia come le vene vivono del sangue
Antonia Pozzi
La poesia si avvicina alle verità essenziali più della storia.
Platone
La poesia non è un modo di esprimere un’opinione.
è un canto che sale da una ferita sanguinante
o da labbra sorridenti.
Kahlil Gibran
Nella vera poesia le espressioni che suonano più semplici
ci riempiono di sorpresa e di gioia perché rivelano noi a noi stessi
Benedetto Croce
Franz Dvorak
Definire però la poesia con precisione è, a mio parere,
assolutamente impossibile oltre che senza senso,
per la vastità del suo mondo, dei suoi stili, dei suoi modi e dei suoi temi.
La poesia ha poi tante chiavi di lettura… quanti sono i lettori…
poiché ciascuno può cogliere solo quello che la propria esperienza…
la propria cultura e perfino il proprio stato d’animo gli consente.
Jean-Honoré Fragonard
Amo spesso dire, a tal proposito che la poesia, una volta generata,
non è più solo del poeta ma anche del lettore
che la fa sua nel suo cuore.
Infine la poesia ci può anche offrire una chiave
per aprire alla nostra comprensione la serratura complicata
del senso della nostra vita e della vita in generale.
Leggere una poesia, al momento giusto quando si è molto felici
o quando si è veramente tristi, può essere il modo migliore
per interagire con noi stessi e con gli altri…
al di là delle dimensioni di spazio e tempo.
L’argomento è quasi infinito… per cui mi fermo qui
e lascio il testimone proprio a loro… i poeti…
ed in fondo chi meglio di loro può parlarcene?
Come sempre mi piacerebbe leggere quelle che sul tema,
vostre o di altri, colpiscono il vostro cuore…
LA POESIA CHE NON HO SCRITTO
Raymond Carver
Ecco la poesia che volevo scrivere
prima, ma non l’ho scritta
perché ti ho sentita muoverti.
Stavo ripensando
a quella prima mattina a Zrigo.
Quando ci siamo svegliati prima dell’alba.
Per un attimo disorientati. Ma poi siamo
usciti sul balcone che dominava
il fiume e la città vecchia.
E siamo rimasti lì senza parlare.
Nudi. A osservare il cielo schiarirsi.
Cosi’ felici ed emozionati. Come se
fossimo stati messi lì
proprio in quel momento.
POESIA FACILE
Dino Campana
Pace non cerco, guerra non sopporto
tranquillo e solo vo pel mondo in sogno
pieno di canti soffocati. Agogno
la nebbia ed il silenzio in un gran porto.
In un gran porto pien di vele lievi
pronte a salpar per l’orizzonte azzurro
dolci ondulando, mentre che il sussurro
del vento passa con accordi brevi.
E quegli accordi il vento se li porta
lontani sopra il mare sconosciuto.
Sogno. La vita è triste ed io son solo.
O quando o quando in un mattino ardente
l’anima mia si sveglierà nel sole
nel sole eterno, libera e fremente.
Delphin Enjolras
VENNE, DAPPRIMA, PURA
Juan Ramon Jimenez
Venne, dapprima, pura,
vestita d’innocenza.
E l’amai come un bimbo.
Dopo s’andò coprendo
di non so quali vesti.
E presi, senza saperlo, ad odiarla.
Fu infine una regina,
sfarzosa di tesori…
Che ira, quale amarezza insensata!
… Ma ecco, s’andò svestendo.
E io le sorridevo.
Rimase con la tunica
dell’innocenza antica.
Credetti ancora in lei.
E si tolse la tunica,
apparì tutta nuda… Oh poesia
nuda, passione della mia
vita, ora mia per sempre!
TRA CIO’ CHE VEDO E DICO
Octavio Paz
Tra ciò che vedo e dico,
tra ciò che dico e taccio,
tra ciò che taccio e sogno,
tra ciò che sogno e scordo,
la poesia.
Scivola
tra il sì e il no:
dice
ciò che taccio,
tace
ciò che dico,
sogna
ciò che scordo.
Non è un dire:
è un fare.
è un fare
che è un dire.
La poesia
si dice e si ode:
è reale.
E appena dico
è reale,
si dissipa.
è più reale, così?
Idea palpabile,
parola
impalpabile:
la poesia
va e viene
tra ciò che è
e ciò che non è.
Tesse riflessi
e li stesse.
La poesia
semina occhi nella pagina,
semina parole negli occhi.
Gli occhi parlano,
le parole guardano,
gli sguardi pensano.
Udire
i pensieri,
vedere
ciò che diciamo,
toccare
il corpo dell’idea.
Gli occhi
si chiudono,
le parole si aprono.
LA POESIA
Pablo Neruda
Accadde in quell’età… La poesia
venne a cercarmi. Non so da dove
sia uscita, da inverno o fiume.
Non so come né quando,
no, non erano voci, non erano
parole né silenzio,
ma da una strada mi chiamava,
dai rami della notte,
bruscamente fra gli altri,
fra violente fiamme
o ritornando solo,
era lì senza volto
e mi toccava.
Non sapevo che dire, la mia bocca
non sapeva nominare,
i miei occhi erano ciechi,
e qualcosa batteva nel mio cuore,
febbre o ali perdute,
e mi feci da solo,
decifrando
quella bruciatura,
e scrissi la prima riga incerta,
vaga, senza corpo, pura
sciocchezza,
pura saggezza
di chi non sa nulla,
e vidi all’improvviso
il cielo
sgranato
e aperto,
pianeti,
piantagioni palpitanti,
ombra ferita,
crivellata
da frecce, fuoco e fiori,
la notte travolgente, l’universo.
Ed io, minimo essere,
ebbro del grande vuoto
costellato,
a somiglianza, a immagine
del mistero,
mi sentii parte pura
dell’abisso,
ruotai con le stelle,
il mio cuore si sparpagliò nel vento.
George Agnew Reid
Un cordiale saluto a tutte le amiche
ed a tutti gli amici… dell’amica… poesia.
Tony Kospan
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che desidero affrontare stavolta
è proprio l’oggetto principale di questo tipo di post.

LA POESIA IN.. POESIA.. ARTE.. MUSICA E NON SOLO (I)
a cura di Tony Kospan
Sì proprio così… stavolta le poesie parleranno di… Poesia
Il grande Montale disse che probabilmente la poesia è nata dalla necessità
di aggiungere un suono vocale al ritmo martellante delle musiche primitive…
Questo lascia immaginare un’origine comune tra musica e poesia…
che nel tempo sono diventate espressioni artistiche del tutto autonome
anche se spesso si rincontrano in quelle che definisco… canzoni-poesie.
Pierre Auguste Renoir
Personalmente sono convintissimo di ciò ed infatti,
la vera poesia contiene, rima o non rima,
una sua intrinseca musicalità.
Tornando alle sue origini, la poesia, partita dagli albori della parola,
è giunta intatta fino ad oggi arricchendosi però sempre più di temi,
modalità espressive, riflessioni e capacità di donare emozioni…
Alcuni significativi aforismi… su di lei..
Se la poesia non viene naturalmente
come le foglie vengono ad un albero,
è meglio che non venga per niente.
John Keats
Ogni poesia è misteriosa; nessuno sa interamente
ciò che gli è stato concesso di scrivere.
Jorge Luis Borges
Vivo nella poesia come le vene vivono del sangue
Antonia Pozzi
La poesia si avvicina alle verità essenziali più della storia.
Platone
La poesia non è un modo di esprimere un’opinione.
è un canto che sale da una ferita sanguinante
o da labbra sorridenti.
Kahlil Gibran
Nella vera poesia le espressioni che suonano più semplici
ci riempiono di sorpresa e di gioia perché rivelano noi a noi stessi
Benedetto Croce
Franz Dvorak
Definire però la poesia con precisione è, a mio parere,
assolutamente impossibile oltre che senza senso,
per la vastità del suo mondo, dei suoi stili, dei suoi modi e dei suoi temi.
La poesia ha poi tante chiavi di lettura… quanti sono i lettori…
poiché ciascuno può cogliere solo quello che la propria esperienza…
la propria cultura e perfino il proprio stato d’animo gli consente.
Jean-Honoré Fragonard
Amo spesso dire, a tal proposito che la poesia, una volta generata,
non è più solo del poeta ma anche del lettore
che la fa sua nel suo cuore.
Infine la poesia ci può anche offrire una chiave
per aprire alla nostra comprensione la serratura complicata
del senso della nostra vita e della vita in generale.
Leggere una poesia, al momento giusto quando si è molto felici
o quando si è veramente tristi, può essere il modo migliore
per interagire con noi stessi e con gli altri…
al di là delle dimensioni di spazio e tempo.
L’argomento è quasi infinito… per cui mi fermo qui
e lascio il testimone proprio a loro… i poeti…
ed in fondo chi meglio di loro può parlarcene?
Come sempre mi piacerebbe leggere quelle che sul tema,
vostre o di altri, colpiscono il vostro cuore…
LA POESIA CHE NON HO SCRITTO
Raymond Carver
Ecco la poesia che volevo scrivere
prima, ma non l’ho scritta
perché ti ho sentita muoverti.
Stavo ripensando
a quella prima mattina a Zrigo.
Quando ci siamo svegliati prima dell’alba.
Per un attimo disorientati. Ma poi siamo
usciti sul balcone che dominava
il fiume e la città vecchia.
E siamo rimasti lì senza parlare.
Nudi. A osservare il cielo schiarirsi.
Cosi’ felici ed emozionati. Come se
fossimo stati messi lì
proprio in quel momento.
POESIA FACILE
Dino Campana
Pace non cerco, guerra non sopporto
tranquillo e solo vo pel mondo in sogno
pieno di canti soffocati. Agogno
la nebbia ed il silenzio in un gran porto.
In un gran porto pien di vele lievi
pronte a salpar per l’orizzonte azzurro
dolci ondulando, mentre che il sussurro
del vento passa con accordi brevi.
E quegli accordi il vento se li porta
lontani sopra il mare sconosciuto.
Sogno. La vita è triste ed io son solo.
O quando o quando in un mattino ardente
l’anima mia si sveglierà nel sole
nel sole eterno, libera e fremente.
Delphin Enjolras
VENNE, DAPPRIMA, PURA
Juan Ramon Jimenez
Venne, dapprima, pura,
vestita d’innocenza.
E l’amai come un bimbo.
Dopo s’andò coprendo
di non so quali vesti.
E presi, senza saperlo, ad odiarla.
Fu infine una regina,
sfarzosa di tesori…
Che ira, quale amarezza insensata!
… Ma ecco, s’andò svestendo.
E io le sorridevo.
Rimase con la tunica
dell’innocenza antica.
Credetti ancora in lei.
E si tolse la tunica,
apparì tutta nuda… Oh poesia
nuda, passione della mia
vita, ora mia per sempre!
TRA CIO’ CHE VEDO E DICO
Octavio Paz
Tra ciò che vedo e dico,
tra ciò che dico e taccio,
tra ciò che taccio e sogno,
tra ciò che sogno e scordo,
la poesia.
Scivola
tra il sì e il no:
dice
ciò che taccio,
tace
ciò che dico,
sogna
ciò che scordo.
Non è un dire:
è un fare.
è un fare
che è un dire.
La poesia
si dice e si ode:
è reale.
E appena dico
è reale,
si dissipa.
è più reale, così?
Idea palpabile,
parola
impalpabile:
la poesia
va e viene
tra ciò che è
e ciò che non è.
Tesse riflessi
e li stesse.
La poesia
semina occhi nella pagina,
semina parole negli occhi.
Gli occhi parlano,
le parole guardano,
gli sguardi pensano.
Udire
i pensieri,
vedere
ciò che diciamo,
toccare
il corpo dell’idea.
Gli occhi
si chiudono,
le parole si aprono.
LA POESIA
Pablo Neruda
Accadde in quell’età… La poesia
venne a cercarmi. Non so da dove
sia uscita, da inverno o fiume.
Non so come né quando,
no, non erano voci, non erano
parole né silenzio,
ma da una strada mi chiamava,
dai rami della notte,
bruscamente fra gli altri,
fra violente fiamme
o ritornando solo,
era lì senza volto
e mi toccava.
Non sapevo che dire, la mia bocca
non sapeva nominare,
i miei occhi erano ciechi,
e qualcosa batteva nel mio cuore,
febbre o ali perdute,
e mi feci da solo,
decifrando
quella bruciatura,
e scrissi la prima riga incerta,
vaga, senza corpo, pura
sciocchezza,
pura saggezza
di chi non sa nulla,
e vidi all’improvviso
il cielo
sgranato
e aperto,
pianeti,
piantagioni palpitanti,
ombra ferita,
crivellata
da frecce, fuoco e fiori,
la notte travolgente, l’universo.
Ed io, minimo essere,
ebbro del grande vuoto
costellato,
a somiglianza, a immagine
del mistero,
mi sentii parte pura
dell’abisso,
ruotai con le stelle,
il mio cuore si sparpagliò nel vento.
George Agnew Reid
Un cordiale saluto a tutte le amiche
ed a tutti gli amici… dell’amica… poesia.
Tony Kospan
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L'enigmatica Cappella Sansevero
è uno dei luoghi più visitati di Napoli,
e riscuote notevole interesse e grande curiosità
da oltre duecento anni.
E' altresì considerata, da un sondaggio fatto
tra tutti coloro che hanno visitato dei musei,
il museo più amato d'Italia ed è pure presente
nella top ten dei musei europei.
LA CAPPELLA ED IL PRINCIPE DI SANSEVERO
ARTE E… MISTERI…
a cura di Tony Kospan
Perché una piccola cappella suscita tanto interesse e tanta curiosità?
Perché visitarla è come fare 2 passi… nel mistero, 2 passi… nella grande arte, 2 passi… nella storia del '700 e 2 passi… . nel mondo umano e familiare di un geniale ed enigmatico principe ed alchimista… Raimondo de Sangro, Principe di Sansevero.
.
.

Pur essendo il tema apparentemente semplice, la biografia di un Principe e la descrizione di una piccola cappella, per la notevole complessità e quantità di aspetti artistici, storici, scientifici, alchemici, esoterici… etc… il post dovrà esser diviso in parecchie parti.
Inizieremo ordunque col parlare qui, in breve, della vita del Principe per passare poi ad esaminare la Cappella e le sue opere d'arte, le diverse stranissime invenzioni del Principe e ci soffermeremo anche su alcuni suoi contatti con personaggi altrettanto noti e misteriosi.
Questa prima parte, che possiamo definire essenzialmente di presentazione e biografica, è forse la meno affascinante ma è assolutamente necessaria per meglio comprender tutto quanto vedremo e conosceremo dopo…
I PARTE
DISSERO DEL PRINCIPE DI SANSEVERO
Ecco cosa scrisse di lui Benedetto Croce:
“Ammazzò sette cardinali e con le loro ossa costruì sette seggiole, mentre con la pelle, opportunamente conciata, ricoprì i sedili”
– Benedetto Croce-Storie e leggende napoletane -.
Per la gente del luogo era invece una specie di stregone ed ancora secoli dopo, al solo nominarlo, molti si facevano il segno della croce.
Wikipedia però lo definisce così… semplicemente
“Raimondo di Sangro (Torremaggiore 30.1.1710 – Napoli 22.3.1771) fu il VII principe di San Severo e studioso napoletano”.
Ma chi era e da dove veniva in verità costui?

LA FAMIGLIA D'ORIGINE DEL PRINCIPE
I conti dei Marsi e di Sangro vantavano, come si può evincere dal loro stemma, una discendenza “borgognona” dallo stesso Carlo Magno.
Inoltre la famiglia dei Sangro era molto legata al potente Ordine Benedettino, ed aveva avuto nei suoi ranghi, oltre ad abati ed altissimi prelati, anche i santi Oderisio, Bernardo e Rosalia e ben 4 Papi erano stati loro parenti.

Innocenzo III (1198-1216), Gregorio IX (1227-1241), Paolo IV Carafa (1555-1559) e Benedetto XIII (1724-1730).
Il padre di Raimondo, Antonio di Sangro, fu personaggio poco limpido, libertino e molto controverso.
Accusato dell'omicidio del padre di una ragazza di Sansevero, che era contrario alla loro relazione, scappò a Vienna dichiarandosi innocente ma, dopo che la Magistratura, forse corrotta, archiviò il caso, tornò e fece uccidere il Sindaco di Sansevero che era stato il suo accusatore.
Scappò di nuovo… stavolta a Roma dove infine prese i voti e si ritirò in un convento.

BIOGRAFIA DEL PRINCIPE RAIMONDO
A causa di un genitore così scapestrato il ragazzo visse un'infanzia un po' disorientata con i nonni paterni che a 10 anni lo mandarono a studiare dai Gesuiti a Roma dove brillò negli studi ed acquisì una grande cultura di cui poté far sfoggio quando, tornato a Napoli, primeggiò tra i Nobili dell'epoca che erano molto poco inclini al sapere ed alla cultura.
Ma le sue non furono solo conoscenze scolastiche in quanto si estesero anche ad altre discipline ed alle lingue straniere.
Già da studente mostrò le sue capacità inventive. Infatti quando per uno spettacolo a scuola bisognava smontare presto il palco per consentire un successivo spettacolo equestre superò “primi Ingegneri e valentuomini” creando un palco che “coll'aiuto di alcuni argani e di alcune nascoste rote” spariva in breve tempo.

Tornato all'età di 20 anni a Napoli, divenuta sede principale della famiglia, già con il titolo di VII° Principe di Sansevero, per la morte del nonno, sposò per procura la giovanissima cugina Carlotta Gaetani residente nelle Fiandre che conobbe però solo 6 anni dopo a causa delle continue guerre di quegli anni.
Per le sue conoscenze dell'arte militare divenne Colonnello del Reggimento Capitanata e nel 1744 mostrò il suo valore nella Battaglia di Velletri contro gli Austriaci e gli apprezzamenti del Re Carlo di Borbone.

Il Re alla Battaglia di Velletri contro gli Austriaci
Nel frattempo scriveva libri, che editava egli stesso nella tipografia che aveva fatto costruire negli scantinati del suo palazzo, frequentava le migliori Accademie letterarie e culturali dell'epoca ed approfondiva studi, ricerche ed esperimenti in materia chimica ed alchemica.
I suoi libri di chiaro stampo massonico venivano spesso censurati dalle Autorità ecclesiastiche mentre la sua tipografia stampava libri di vario genere che nessuno pensava di pubblicare in Italia.

Nel 1744 il Principe iniziò quello che oggi possiamo definire il suo capolavoro principale e cioè il restauro e la risistemazione della Cappella familiare, oggi nota in tutto il mondo come “Cappella Sansevero” per la qual cosa chiamò i più grandi (e costosi) artisti dell'epoca come vedremo in seguito.
Sempre nel 1744 si iscrisse alla Massoneria ed in breve scalò tutti i gradini della Loggia Napoletana divenendone il Gran Maestro.

Questi sono però anche gli anni un cui, per impulso del Re Carlo III di Borbone, avvengono grandi scoperte archeologiche nelle aree soprattutto di Pompei, Ercolano e Paestum.
Scoperte che per la loro straordinarietà rafforzarono negli adepti della Loggia le loro convinzioni esoteriche.
Ma Re Carlo III, suo amico, nel 1759 fu chiamato a regnare sulla Spagna per la morte del fratello maggiore e lasciò così il Regno delle due Sicilie al giovane ed inesperto Re Ferdinando IV.

Re Carlo III di Borbone
Quest'ultimo, su consiglio del Ministro della Real Casa (e suo nemico), Bernardo Tanucci, lo fece arrestare perché aveva affittato delle stanze del suo palazzo ad una bisca per pagare i debiti contratti con gli artisti e le maestranze che lavoravano per la Cappella.
Dopo qualche mese però per le sue importanti ed aristocratiche amicizie fu liberato.

La Cappella in una antica stampa
Allora il Principe, per risolvere una volta per tutte i problemi economici, fece sposare il primogenito con la principessa Gaetana Mirelli di ricca famiglia che gli portò una considerevole dote che, non solo gli consentì di non aver più debiti, ma anche di continuare l'opera di completamento di quella che possiamo definire… la ragione della sua vita….
I suoi ultimi anni li passò, oltre che nella cura della Cappella, suo amato gioiello, anche a studiare, a fare esperimenti ed ad inventare come vedremo più avanti.
Morì nel 1771

FINE DELLA I PARTE
continua…
Fonti:
vari siti web e conoscenza diretta (della cappella eh eh)
Immagini dal web
– Copyright: Tony Kospan
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