Il dipinto è anche una notevole testimonianza della gioia di vivere che caratterizzava la Parigi delle Belle Epoque ed il modo di vivere l’arte da parte di questo grandissimo pittore.
La colazione dei canottieri
Questo dipinto è poi considerato il capolavoro di Renoir ed uno dei massimi capolavori dell’Impressionismo.
Pierre Auguste Renoir (Limoges 25.2.1841 – Cagnes-sur-Mer 3.12.1919)
LA STORIA DEL DIPINTO
Aveva vent’anni Renoir quando entrò come allievo nello studio di Gleyre.
Ben presto si rese conto di preferire la vita pulsante negli angoli di strada di Parigi, piuttosto che i calchi di gesso dell’atelier, e al maestro che lo rimproverò “Senza dubbio tu dipingi soltanto per divertirti“, Renoir replicò: “Sicuro, se non mi divertissi, non lo farei. Perché mai l’arte non dovrebbe essere piacevole? Sono già troppe le cose spiacevoli al mondo!”
Fedele alle sue convinzioni, Renoir nei suoi quadri espresse sempre la joie de vivre (la gioia di vivere).
Amò ritrarre i propri amici e le proprie amanti, senza vergognarsi di dipingere quadri spensierati (avversato in ciò dalla critica), esaltando l’aspetto edonistico dell’esistenza, dipingendo stati d’animo di pura felicità, ritraendo un’umanità sorridente e felice, proprio come lo erano le sue modelle che cantavano, leggevano e ricamavano durante le pose ed infine scegliendo sempre soggetti che risvegliassero il suo sentimento di gioia: paesaggi solari, bambini al gioco, bellezze femminili, raduni di amici.
Renoir amò molto rappresentare i divertimenti borghesi tipici delle grandi città, gli svaghi e i divertimenti, quotidiani e festivi dei piccoli e medi borghesi parigini e dei bohémiens, non escludendo quelli all’aperto.
Era affascinato dall’idea di ritrarre un allegro gruppo di amici a pranzo sulla terrazza di un ristorante, idea già realizzata in un precedente quadro, il Moulin de la Galette, ed aveva preparato quadri come Canottieri a Chatou e La colazione in riva al fiume, nonché altri vari abbozzi ma approfondì il tema, ed alla grande, con la Colazione dei canottieri, che iniziò a dipingere nell’estate del 1881.
Un amico, il barone Barbier, un capitano di reggimento dal carattere estroverso che preferiva più i cavalli che i quadri, si offrì di organizzare la riunione, chiamando a raccolta tutti gli amici del pittore, artisti, giornalisti, modelle, e facendo in modo addirittura che le imbarcazioni sullo sfondo avessero una precisa posizione.
Sul posto, Renoir cominciò una serie di studi e schizzi, fino a giungere a dipingere la tavolata di giovani amici convenuti nel ristorante di Alphonse Fournaise a Chatou sulla Senna, vicino alla Grenouillére, luogo molto affollato di domenica, dove, dopo le escursioni in barca, i canottieri erano soliti incontrarsi con le loro ragazze e pranzare sulla terrazza del primo piano che si affacciava sul fiume.
La composizione è nettamente delimitata ai due lati, ma la scena è suddivisa in singole figure dettagliate e in piccoli gruppi collocati al riparo di una tenda da sole, mentre la calda luce del giorno filtra attraverso la veranda.
Sullo sfondo s’intravedono le barche sulla Senna che ricordano all’osservatore che l’allegra combriccola di amici, che ora riposa dopo la colazione, è appena tornata da una gita sul fiume.
I PERSONAGGI DEL DIPINTO
Iniziamo ad identificarli.
Sulla sinistra è raffigurato il proprietario del locale, monsieur Fournaise (2) con cappello e barba rossiccia
e sua figlia, la bella Alphonsine (3) col cappello giallo appoggiata alla balaustra.
Alphonsine ha di fronte un uomo seduto a tavola, con il cappello rotondo che è girato verso di lei.
Si tratta del barone Barbier (4), che si diede da fare per radunare tutti gli amici che appaiono nel ritratto;
L’uomo col cappello a cilindro in fondo, che sta parlando con Jules Laforgue poeta simbolista, è Charles Ephroussi (5 e 8) collezionista d’arte d’origine russa e finanziatore degli impressionisti;
La ragazza che beve è una delle modelle più care a Renoir, Angle (6), della quale si dice che, durante tutto il tempo della posa, chiacchierasse instancabilmente ed alla sua destra s’intravede appena il volto del noto scrittore Guy de Maupassant;
A sinistra qui giù, in piedi, in bombetta, c’è Lestriguez (11), detto l’ipnotizzatore, amico del pittore affascinato dall’occultismo e dall’ipnotismo, ed accanto c’è Paul Lhote (12) “amicissimo” di Renoir e miope come una talpa ma instancabile rubacuori, ed infatti è ritratto mentre amoreggia con l’attrice Jeanne Samary (13);
Intorno alla tavola, sulla quale v’è adagiata una bellissima natura morta, rivelatrice dell’abilità del pittore nel rendere gli effetti di luce, con bottiglie e bicchieri che raccolgono i colori di ciò che li circonda, ci sono a destra, col cappello di paglia, a cavalcioni di una sedia, Gustave Caillebotte (9), artista di talento e ricchissimo di suo, fanatico della barca, che dialoga con l’attrice Ellen Anurie;
Alle loro spalle e chinato verso di loro, c’è Maggiolo (10), giornalista italiano che scrive per il giornale satirico Le Triboulet.
Sulla sinistra c’è una giovane donna (carinissima) in posa molto naturale (con cappellino a fiori e che stringe un cagnolino) nella quale si riconosce Aline Charigot (1), che presto sarebbe diventata la moglie di Renoir.
ANALISI DEL DIPINTO
Il quadro, riconosciuto unanimemente come capolavoro di Renoir e dell’Impressionismo, con le figure en plein air, i colori incisivi, vivaci e variati che rendono ben netta l’individuazione dei personaggi, cattura perfettamente l’atmosfera pigra di una domenica francese trascorsa fuori città, ed esprime compiutamente il senso di gioia dell’allegra brigata e dell’animo ben disposto del pittore.
La tela è ambientata sulla terrazza del ristorante La Fournaise, a Chatou, sulle rive della Senna, dove si ritrovavano abitualmente i canottieri.
I parigini vi andavano per le gite domenicali, anche perché la zona era collegata con la città da una delle prime ferrovie costruite in Francia.
La Colazione dei Canottieri è un quadro di grandi dimensioni realizzato pochi anni dopo il Moulin de la Galette e ne rappresenta per molti versi una variazione sul tema.
Rispetto a quest’ultimo, l’individuazione dei singoli personaggi è più netta, i colori più vari e vivaci, la struttura compositiva più chiara, gli effetti della pittura en plein air più accentuati.
La scena evoca lo stato d’animo e l’atmosfera che circonda questi giovani, tutti amici del pittore, immersi in una piacevole conversazione carica di cordiale intimità e resa ancora più accattivante dall’ambiente gradevole.
Gli atteggiamenti aggraziati e vivaci, la naturalezza dei gesti, mostrano tutta l’abilità del pittore nel delineare i personaggi nel loro ambiente.
Il senso di animazione è reso sapientemente dalla prospettiva e dalla disposizione delle figure che in primo piano sfumano delicatamente verso lo sfondo, anche attraverso una sapiente utilizzazione dei rapporti cromatici.
IL COLORE
I colori del dipinto sono molto forti, caldi e lucenti.
La superficie pittorica è costruita con un sofisticato alternarsi di zone lisce, da cui emerge talvolta la preparazione grigio chiaro della tela, con altre in cui si sovrappongono più strati di colore
La tovaglia bianca e le canottiere degli uomini, imprimono una nota luminosa a tutta la composizione, dando corpo alle affermazioni di quanti sostengono che l’uso del bianco fosse una diretta conseguenza del viaggio in Algeria.
LA COMPOSIZIONE
Renoir rappresenta nel dipinto una struttura di tipo classico, divisa in tre linee verticali, delimitate dalle sbarre che sorreggono il tendone non che dal limite del fogliame nell’angolo alto a destra, e da una linea orizzontale che spezza in due il dipinto evidenziando, in primo piano in basso, il tavolo con la natura morta e i due personaggi seduti attorno (Aline col cagnolino e l’uomo seduto su una sedia che la osserva attentamente), in secondo piano in alto, il resto dei personaggi. Il dipinto è, inoltre, costruito su una diagonale maggiore, delineata dalla balaustra, che parte dal basso, a sinistra, fino in alto, a destra, e da una diagonale minore, meno appariscente, che parte dall’alto, a sinistra, fino in basso, a destra.
A sinistra di questa diagonale è rappresentata la natura (le piante) e in profondità si intravede un piccolo brano di paesaggio, a destra, invece, vi sono tutti i personaggi seduti attorno a un tavolo o in piedi a chiacchierare.
L’opera riflette, nell’incisività dell’esecuzione, lo studio condotto da Renoir sulla tecnica dei dipinti a olio di Ingres, una ricerca che porta il pittore impressionista a rivalutare il ruolo del disegno.
Piena di figure, il dipinto, da un lato è una composizione d’insieme e dall’altro è uno studio delle singole forme, accuratamente strutturate.
LA PENNELLATA
La pennellata si sfrangia in tanti piccoli tocchi, fini e precisi, che anticipano il successivo periodo classico di Renoir.
Tony Kospan
F I N E
Fonti… vari siti web
Elaborazione delle immagini, coordinamento e impaginazione Orso Tony – Tony Kospan
Renoir è stato uno dei massimi esponenti dell’Impressionismo.
Per Renoir la pittura deve esprimere
la gioia di partecipare al mondo che ci circonda
ed esaltarne soprattutto le bellezze.
Egli sente fortemente la necessità di imprimere sulla tela
le belle emozioni e le dolci sensazioni che vive o cerca di vivere nella società.
esaltando le armonie di tutto ciò che vede e gli piace.
Tutto quanto esiste… persone, paesaggi, ambienti, oggetti etc.
può esser bello e quel che è bello, per Renoir, merita di essere dipinto.
Come trasmette questo suo amore per la gioia di vivere nella sua pittura?
Soprattutto con il colore.
Mi fa piacere ora rendergli omaggio
con questo mio post dedicato ad uno dei suoi massimi capolavori.
Renoir – Autoritratto
Prima di pssare ora all’esame di quello che è considerato
uno dei suoi massimi capolavori
ammiriamo altri suoi dipinti che, come dicevo, hanno la capacità
di trasmettere la sua irresistibile gioia di vivere.
ALCUNE SUE OPERE
.
.
.
.
.
.
.
LA COLAZIONE DEI CANOTTIERI
MITICO DIPINTO DI RENOIR
a cura di Tony Kospan
Il dipinto è anche una notevole testimonianza
della gioia di vivere che caratterizzava la Parigi delle Belle Epoque
oltre all’arte sublime di questo grandissimo pittore.
La colazione dei canottieri
Questo dipinto è considerato il capolavoro di Renoir
ed uno dei massimi capolavori dell’Impressionismo.
Pierre Auguste Renoir (Limoges 25.2.1841 – Cagnes-sur-Mer 3.12.1919)
LA STORIA DEL DIPINTO
Aveva vent’anni Renoir quando entrò come allievo nello studio di Gleyre; ben presto si rese conto di preferire la vita pulsante negli angoli di strada di Parigi, piuttosto che i calchi di gesso dell’atelier, e al maestro che lo rimproverò, Senza dubbio tu dipingi soltanto per divertirti, Renoir replicò: Sicuro, se non mi divertissi, non lo farei. Perché mai l’arte non dovrebbe essere piacevole? Sono già troppe le cose spiacevoli al mondo!
Fedele alle sue convinzioni, Renoir nei suoi quadri espresse sempre la joie de vivre, il sentimento gioioso della vita, amò ritrarre i propri amici e le proprie amanti, senza vergognarsi di dipingere quadri spensierati (avversato in ciò dalla critica), esaltando l’aspetto edonistico dell’esistenza, dipingendo in una stato d’animo di pura felicità, ritraendo un’umanità sorridente e felice, proprio come lo erano le sue modelle che cantavano, leggevano e ricamavano durante le pose, scegliendo sempre soggetti che risvegliassero il suo sentimento di gioia: paesaggi solari, bambini al gioco, bellezze femminili, raduni di amici.
Renoir amò molto rappresentare i divertimenti borghesi tipici delle grandi città, già espressi nella grafica francese, infatti, molti illustratori del tempo raffiguravano le attività della gente mondana, gli svaghi e i divertimenti, quotidiani e festivi, dei piccoli e medi borghesi parigini e dei bohémiens; poco svolto era, invece, il tema dello svago all’aperto, che il pittore affrontò spesso.
Affascinato dall’idea di ritrarre un allegro gruppo di amici a pranzo sulla terrazza del ristorante, idea già realizzata in un precedente quadro, il Moulin de la Galette, dipingendo figure umane insieme ad un campo libero illuminato dal sole, preparato da quadri come Canottieri a Chatou e La colazione in riva al fiume, e da abbozzi, approfondì il tema con la Colazione dei canottieri, iniziando a dipingere il quadro nell’estate del 1881.
Un amico, il barone Barbier, un capitano di reggimento dal carattere estroverso che preferiva più i cavalli che i quadri, si offrì di organizzare la riunione, chiamando a raccolta tutti gli amici del pittore, artisti, giornalisti, modelle, e facendo in modo addirittura che le imbarcazioni sullo sfondo avessero una precisa posizione.
Sul posto, Renoir cominciò una serie di studi e schizzi, fino a giungere a dipingere la tavolata di giovani amici convenuti nel ristorante di Alphonse Fournaise a Chatou sulla Senna, vicino alla Grenouillére, luogo molto affollato di domenica, dove, dopo le escursioni in barca, i canottieri erano soliti incontrarsi con le loro ragazze e pranzare sulla terrazza del primo piano che affacciava sul fiume.
La composizione è nettamente delimitata ai due lati, ma la scena è suddivisa in singole figure dettagliate e in piccoli gruppi collocati al riparo di una tenda da sole, mentre la calda luce del giorno filtra attraverso la veranda. Sullo sfondo s’intravedono le barche sulla Senna che ricordano all’osservatore che l’allegra combriccola di amici, che ora riposa dopo la colazione, è appena tornata da una gita sul fiume.
I PERSONAGGI DEL DIPINTO
Iniziamo ad identificarli.
Sulla sinistra è raffigurato il proprietario del locale, monsieur Fournaise (2) con cappello e barba rossiccia
e sua figlia, la bella Alphonsine (3) col cappello giallo appoggiata alla balaustra.
Alphonsine ha di fronte un uomo seduto a tavola, con il cappello rotondo che è girato verso di lei.
Si tratta del barone Barbier (4), che si diede da fare per radunare tutti gli amici che appaiono nel ritratto;
L’uomo col cappello a cilindro in fondo, che sta parlando con Jules Laforgue poeta simbolista, è Charles Ephroussi (5 e 8) collezionista d’arte d’origine russa e finanziatore degli impressionisti;
La ragazza che beve è una delle modelle più care a Renoir, Angle (6), della quale si dice che, durante tutto il tempo della posa, chiacchierasse instancabilmente ed alla sua destra s’intravede appena il volto dello scrittore Guy de Maupassant;
A sinistra qui giù, in piedi, in bombetta, c’è Lestriguez (11), detto l’ipnotizzatore, un amico del pittore affascinato dall’occultismo e dall’ipnotismo, accanto a Paul Lhote (12) “amicissimo” di Renoir e miope come una talpa ma instancabile rubacuori, ed infatti è ritratto mentre amoreggia con l’attrice Jeanne Samary (13);
Intorno alla tavola, sulla quale sono adagiati una bellissima natura morta, rivelatrice dell’abilità del pittore nel rendere gli effetti di luce, e bottiglie e bicchieri, che raccolgono i colori di ciò che li circonda, ci sono a destra, col cappello di paglia, a cavalcioni di una sedia, Gustave Caillebotte (9), artista di talento e ricchissimo di suo, fanatico della barca, che dialoga con l’attrice Ellen Anurie;
Alle loro spalle e chinato verso di loro, c’è Maggiolo (10).
E’ un giornalista italiano che scrive per il giornale satirico Le Triboulet.
Sulla sinistra c’è una giovane donna (carinissima) in posa molto naturale (con cappellino a fiori e che stringe un cagnolino) nella quale si riconosce Aline Charigot (1), che presto sarebbe diventata la moglie di Renoir.
ANALISI DEL DIPINTO
Il quadro, uno dei più famosi di Renoir, considerato un capolavoro dell’Impressionismo, con le figure en plein air, i colori incisivi, vivaci e variati che rendono ben netta l’individuazione dei personaggi, cattura perfettamente l’atmosfera pigra di una domenica francese trascorsa fuori città, ed esprime compiutamente il senso di gioia dell’allegra brigata e dell’animo ben disposto del pittore.
La tela è ambientata sulla terrazza del ristorante La Fournaise, a Chatou, sulle rive della Senna, dove si ritrovavano abitualmente i canottieri. I parigini vi andavano per le gite domenicali, anche perché la zona era collegata con la città da una delle prime ferrovie costruite in Francia.
La Colazione dei Canottieri è un quadro di grandi dimensioni realizzato pochi anni dopo del Moulin de la Galette e ne rappresenta per molti versi una variazione sul tema. Rispetto a quest’ultimo, l’individuazione dei singoli personaggi è più netta, i colori più vari e vivaci, la struttura compositiva più chiara, gli effetti della pittura en plein air più accentuati.
La scena evoca lo stato d’animo, l’atmosfera che circonda questi giovani, tutti amici del pittore, immersi in una piacevole conversazione carica di cordiale intimità e resa ancora più accattivante dall’ambiente gradevole. Gli atteggiamenti aggraziati e vivaci, la naturalezza dei gesti, mostrano tutta l’abilità del pittore nel delineare i personaggi nel loro ambiente.
Il senso di animazione è reso sapientemente dalla prospettiva e dalla disposizione delle figure che in primo piano sfumano delicatamente verso lo sfondo, anche attraverso una sapiente utilizzazione dei rapporti cromatici.
IL COLORE
I colori del dipinto sono molto forti, caldi e lucenti. La superficie pittorica è costruita con un sofisticato alternarsi di zone lisce, da cui emerge talvolta la preparazione grigio chiaro della tela, con altre in cui si sovrappongono più strati di colore
La tovaglia bianca e le canottiere degli uomini, imprimono una nota luminosa a tutta la composizione, dando corpo alle affermazioni di quanti sostengono che l’uso del bianco fosse una diretta conseguenza del viaggio in Algeria.
LA COMPOSIZIONE
Renoir rappresenta nel dipinto una struttura di tipo classico, divisa in tre linee verticali, delimitate dalle sbarre che sorreggono il tendone non che dal limite del fogliame nell’angolo alto a destra, e da una linea orizzontale che spezza in due il dipinto evidenziando, in primo piano in basso, il tavolo con la natura morta e i due personaggi seduti attorno (Aline col cagnolino e l’uomo seduto su una sedia che la osserva attentamente), in secondo piano in alto, il resto dei personaggi. Il dipinto è, inoltre, costruito su una diagonale maggiore, delineata dalla balaustra, che parte dal basso, a sinistra, fino in alto, a destra, e da una diagonale minore, meno appariscente, che parte dall’alto, a sinistra, fino in basso, a destra. A sinistra di questa diagonale è rappresentata la natura (le piante) e in profondità si intravede un piccolo brano di paesaggio, a destra, invece, vi sono tutti i personaggi seduti attorno a un tavolo o in piedi a chiacchierare.
L’opera riflette, nell’incisività dell’esecuzione, lo studio condotto da Renoir sulla tecnica dei dipinti a olio di Ingres, una ricerca che porta il pittore impressionista a rivalutare il ruolo del disegno.
Piena di figure, il dipinto, da un lato è una composizione d’insieme e dall’altro è uno studio delle singole forme, accuratamente strutturate.
LA PENNELLATA
La pennellata si sfrangia in tanti piccoli tocchi, fini e precisi, che anticipano il successivo periodo classico di Renoir.
F I N E
Fonti… vari siti web –
Elaborazione di molte immagini, coordinamento e impaginazione dell’Orso
Renoir è stato uno dei massimi esponenti dell’Impressionismo.
Per Renoir la pittura deve esprimere
la gioia di partecipare al mondo che ci circonda
ed esaltarne soprattutto le bellezze.
Egli sente fortemente la necessità di imprimere sulla tela
le belle emozioni e le dolci sensazioni che vive o cerca di vivere nella società.
esaltando le armonie di tutto ciò che vede e gli piace.
Tutto quanto esiste… persone, paesaggi, ambienti, oggetti etc.
può esser bello e quel che è bello, per Renoir, merita di essere dipinto.
Come trasmette questo suo amore per la gioia di vivere nella sua pittura?
Soprattutto con il colore.
Mi fa piacere ora rendergli omaggio
con questo mio post dedicato ad uno dei suoi massimi capolavori.
Renoir – Autoritratto
Prima di pssare ora all’esame di quello che è considerato
uno dei suoi massimi capolavori
ammiriamo altri suoi dipinti che, come dicevo, hanno la capacità
di trasmettere la sua irresistibile gioia di vivere.
ALCUNE SUE OPERE
.
.
.
.
.
.
.
LA COLAZIONE DEI CANOTTIERI
MITICO DIPINTO DI RENOIR
a cura di Tony Kospan
Il dipinto è anche una notevole testimonianza
della gioia di vivere che caratterizzava la Parigi delle Belle Epoque
oltre all’arte sublime di questo grandissimo pittore.
La colazione dei canottieri
Questo dipinto è considerato il capolavoro di Renoir
ed uno dei massimi capolavori dell’Impressionismo.
Pierre Auguste Renoir (Limoges 25.2.1841 – Cagnes-sur-Mer 3.12.1919)
LA STORIA DEL DIPINTO
Aveva vent’anni Renoir quando entrò come allievo nello studio di Gleyre; ben presto si rese conto di preferire la vita pulsante negli angoli di strada di Parigi, piuttosto che i calchi di gesso dell’atelier, e al maestro che lo rimproverò, Senza dubbio tu dipingi soltanto per divertirti, Renoir replicò: Sicuro, se non mi divertissi, non lo farei. Perché mai l’arte non dovrebbe essere piacevole? Sono già troppe le cose spiacevoli al mondo!
Fedele alle sue convinzioni, Renoir nei suoi quadri espresse sempre la joie de vivre, il sentimento gioioso della vita, amò ritrarre i propri amici e le proprie amanti, senza vergognarsi di dipingere quadri spensierati (avversato in ciò dalla critica), esaltando l’aspetto edonistico dell’esistenza, dipingendo in una stato d’animo di pura felicità, ritraendo un’umanità sorridente e felice, proprio come lo erano le sue modelle che cantavano, leggevano e ricamavano durante le pose, scegliendo sempre soggetti che risvegliassero il suo sentimento di gioia: paesaggi solari, bambini al gioco, bellezze femminili, raduni di amici.
Renoir amò molto rappresentare i divertimenti borghesi tipici delle grandi città, già espressi nella grafica francese, infatti, molti illustratori del tempo raffiguravano le attività della gente mondana, gli svaghi e i divertimenti, quotidiani e festivi, dei piccoli e medi borghesi parigini e dei bohémiens; poco svolto era, invece, il tema dello svago all’aperto, che il pittore affrontò spesso.
Affascinato dall’idea di ritrarre un allegro gruppo di amici a pranzo sulla terrazza del ristorante, idea già realizzata in un precedente quadro, il Moulin de la Galette, dipingendo figure umane insieme ad un campo libero illuminato dal sole, preparato da quadri come Canottieri a Chatou e La colazione in riva al fiume, e da abbozzi, approfondì il tema con la Colazione dei canottieri, iniziando a dipingere il quadro nell’estate del 1881.
Un amico, il barone Barbier, un capitano di reggimento dal carattere estroverso che preferiva più i cavalli che i quadri, si offrì di organizzare la riunione, chiamando a raccolta tutti gli amici del pittore, artisti, giornalisti, modelle, e facendo in modo addirittura che le imbarcazioni sullo sfondo avessero una precisa posizione.
Sul posto, Renoir cominciò una serie di studi e schizzi, fino a giungere a dipingere la tavolata di giovani amici convenuti nel ristorante di Alphonse Fournaise a Chatou sulla Senna, vicino alla Grenouillére, luogo molto affollato di domenica, dove, dopo le escursioni in barca, i canottieri erano soliti incontrarsi con le loro ragazze e pranzare sulla terrazza del primo piano che affacciava sul fiume.
La composizione è nettamente delimitata ai due lati, ma la scena è suddivisa in singole figure dettagliate e in piccoli gruppi collocati al riparo di una tenda da sole, mentre la calda luce del giorno filtra attraverso la veranda. Sullo sfondo s’intravedono le barche sulla Senna che ricordano all’osservatore che l’allegra combriccola di amici, che ora riposa dopo la colazione, è appena tornata da una gita sul fiume.
I PERSONAGGI DEL DIPINTO
Iniziamo ad identificarli.
Sulla sinistra è raffigurato il proprietario del locale, monsieur Fournaise (2) con cappello e barba rossiccia
e sua figlia, la bella Alphonsine (3) col cappello giallo appoggiata alla balaustra.
Alphonsine ha di fronte un uomo seduto a tavola, con il cappello rotondo che è girato verso di lei.
Si tratta del barone Barbier (4), che si diede da fare per radunare tutti gli amici che appaiono nel ritratto;
L’uomo col cappello a cilindro in fondo, che sta parlando con Jules Laforgue poeta simbolista, è Charles Ephroussi (5 e 8) collezionista d’arte d’origine russa e finanziatore degli impressionisti;
La ragazza che beve è una delle modelle più care a Renoir, Angle (6), della quale si dice che, durante tutto il tempo della posa, chiacchierasse instancabilmente ed alla sua destra s’intravede appena il volto dello scrittore Guy de Maupassant;
A sinistra qui giù, in piedi, in bombetta, c’è Lestriguez (11), detto l’ipnotizzatore, un amico del pittore affascinato dall’occultismo e dall’ipnotismo, accanto a Paul Lhote (12) “amicissimo” di Renoir e miope come una talpa ma instancabile rubacuori, ed infatti è ritratto mentre amoreggia con l’attrice Jeanne Samary (13);
Intorno alla tavola, sulla quale sono adagiati una bellissima natura morta, rivelatrice dell’abilità del pittore nel rendere gli effetti di luce, e bottiglie e bicchieri, che raccolgono i colori di ciò che li circonda, ci sono a destra, col cappello di paglia, a cavalcioni di una sedia, Gustave Caillebotte (9), artista di talento e ricchissimo di suo, fanatico della barca, che dialoga con l’attrice Ellen Anurie;
Alle loro spalle e chinato verso di loro, c’è Maggiolo (10).
E’ un giornalista italiano che scrive per il giornale satirico Le Triboulet.
Sulla sinistra c’è una giovane donna (carinissima) in posa molto naturale (con cappellino a fiori e che stringe un cagnolino) nella quale si riconosce Aline Charigot (1), che presto sarebbe diventata la moglie di Renoir.
ANALISI DEL DIPINTO
Il quadro, uno dei più famosi di Renoir, considerato un capolavoro dell’Impressionismo, con le figure en plein air, i colori incisivi, vivaci e variati che rendono ben netta l’individuazione dei personaggi, cattura perfettamente l’atmosfera pigra di una domenica francese trascorsa fuori città, ed esprime compiutamente il senso di gioia dell’allegra brigata e dell’animo ben disposto del pittore.
La tela è ambientata sulla terrazza del ristorante La Fournaise, a Chatou, sulle rive della Senna, dove si ritrovavano abitualmente i canottieri. I parigini vi andavano per le gite domenicali, anche perché la zona era collegata con la città da una delle prime ferrovie costruite in Francia.
La Colazione dei Canottieri è un quadro di grandi dimensioni realizzato pochi anni dopo del Moulin de la Galette e ne rappresenta per molti versi una variazione sul tema. Rispetto a quest’ultimo, l’individuazione dei singoli personaggi è più netta, i colori più vari e vivaci, la struttura compositiva più chiara, gli effetti della pittura en plein air più accentuati.
La scena evoca lo stato d’animo, l’atmosfera che circonda questi giovani, tutti amici del pittore, immersi in una piacevole conversazione carica di cordiale intimità e resa ancora più accattivante dall’ambiente gradevole. Gli atteggiamenti aggraziati e vivaci, la naturalezza dei gesti, mostrano tutta l’abilità del pittore nel delineare i personaggi nel loro ambiente.
Il senso di animazione è reso sapientemente dalla prospettiva e dalla disposizione delle figure che in primo piano sfumano delicatamente verso lo sfondo, anche attraverso una sapiente utilizzazione dei rapporti cromatici.
IL COLORE
I colori del dipinto sono molto forti, caldi e lucenti. La superficie pittorica è costruita con un sofisticato alternarsi di zone lisce, da cui emerge talvolta la preparazione grigio chiaro della tela, con altre in cui si sovrappongono più strati di colore
La tovaglia bianca e le canottiere degli uomini, imprimono una nota luminosa a tutta la composizione, dando corpo alle affermazioni di quanti sostengono che l’uso del bianco fosse una diretta conseguenza del viaggio in Algeria.
LA COMPOSIZIONE
Renoir rappresenta nel dipinto una struttura di tipo classico, divisa in tre linee verticali, delimitate dalle sbarre che sorreggono il tendone non che dal limite del fogliame nell’angolo alto a destra, e da una linea orizzontale che spezza in due il dipinto evidenziando, in primo piano in basso, il tavolo con la natura morta e i due personaggi seduti attorno (Aline col cagnolino e l’uomo seduto su una sedia che la osserva attentamente), in secondo piano in alto, il resto dei personaggi. Il dipinto è, inoltre, costruito su una diagonale maggiore, delineata dalla balaustra, che parte dal basso, a sinistra, fino in alto, a destra, e da una diagonale minore, meno appariscente, che parte dall’alto, a sinistra, fino in basso, a destra. A sinistra di questa diagonale è rappresentata la natura (le piante) e in profondità si intravede un piccolo brano di paesaggio, a destra, invece, vi sono tutti i personaggi seduti attorno a un tavolo o in piedi a chiacchierare.
L’opera riflette, nell’incisività dell’esecuzione, lo studio condotto da Renoir sulla tecnica dei dipinti a olio di Ingres, una ricerca che porta il pittore impressionista a rivalutare il ruolo del disegno.
Piena di figure, il dipinto, da un lato è una composizione d’insieme e dall’altro è uno studio delle singole forme, accuratamente strutturate.
LA PENNELLATA
La pennellata si sfrangia in tanti piccoli tocchi, fini e precisi, che anticipano il successivo periodo classico di Renoir.
F I N E
Fonti… vari siti web –
Elaborazione di molte immagini, coordinamento e impaginazione dell’Orso
Stavolta, nell’ambito delle musiche ed atmosfere d’un tempo,
non parleremo di canzoni ma dell’operetta in generale
e di un’operetta in particolare…
BREVE STORIA DELL’OPERETTA
E
IL PAESE DEI CAMPANELLI
(STORIA TRAMA… E VIDEO)
a cura di Tony Kospan
LA STORIA DELL’ OPERETTA
L’operetta, come sapete,
è uno spettacolo d’argomento giocoso o sentimentale
ed in particolare la si può definire
una commedia in parte recitata e in parte cantata che,
per l’importanza delle parti musicali,
viene in genere considerata come una filiazione
del teatro musicale e, in particolare,
dell’opera comiquefrancese.
La massima popolarità ebbe inizio con la Belle Époque
e durò fino agli anni ’30
Di essa ci restano oggi solo sognanti ricordi…
di quelle che la TV trasmetteva negli anni ’50 e ’60
e che possiamo rivivere attraverso
alcune brillanti ripresentazioni
in tanti teatri italiani.
LA STORIA DEL… PAESE DEI CAMPANELLI
Questa operetta fu scritta
da Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato.
Composta nel 1923 andò in scena il 23 novembre
di quello stesso anno al Teatro Lirico di Milano.
Ma veniamo ad una breve sintesi della trama…
prima di vedere il video con alcune scene.
.
.
LA TRAMA
In una immaginaria isoletta olandese esiste il Paese dei Campanelli dove sopra ad ogni casa c’è un piccolo campanile che custodisce un campanello.
Secondo la leggenda, questi campanelli suonano ogni volta che una donna tradisce il marito : ma ciò non è mai accaduto, perché nel paese regna da tempo la tranquillità.
A seminare il disordine arriva una nave di militari, costretta all’attracco da un’avaria.
I marinai scendono a terra e subito cominciano a corteggiare le graziose donne del paese e, com’è facile prevedere, accade l’inevitabile: il comandante Hans fa suonare i campanelli con Nela, moglie di Basilio, il marinaio Tom con la bella Bombon, consorte di Tarquinio ed il buffo La Gaffe, per un imperdonabile errore, con Pomerania, la donna più brutta del paese, sposa del borgomastro Attanasio.
Ma La Gaffe, il cui nome dice tutto sulle sue caratteristiche, continua a fare “gaffes”:
la prima è quella di rivelare a Nela che Hans è già sposato; la seconda, e decisiva, è di far arrivare in paese, per un malaccorto scambio di telegrammi, tutte le mogli dei marinai, a cominciare da Ethel, la signora del comandante.
E la storia si ripete, ma questa volta a far suonare i campanelli sono le mogli dei cadetti con i pescatori Attanasio, Basilio e Tarquinio.
Dopo questa specie di pareggio, i marinai ripartono con le loro mogli e Bombon, una donna con un “passato”, non se la prende tanto.
Sa bene, infatti, che non bisogna cedere all’amore dei marinai… magari le resterà solo il ricordo di una vorticosa “giava” ballata con La Gaffe mentre a Pomerania resterà il ricordo di essere “piaciuta”.
La più disperata è Nela ma ben presto dimenticherà Hans e tornerà ad amare il suo noioso, ma buono, marito.
Tutto come prima, dunque, ma c’è da giurare che i campanelli non suoneranno più?
Toulouse-Lautrec è stato uno degli artisti più importanti
della scintillante e sognante Parigi di fine ‘800
di cui ha “narrato”, con calore e verità, vizi e virtù.
BREVE BIOGRAFIA
Henri Marie Raymond de Toulouse-Lautrec nacque in una nobile famiglia discendente addirittura da Carlo Magno.
Fin da piccolo fu sofferente di una malattia alle ossa che ne impedì la crescita in altezza e gli rese la testa molto grande rispetto al corpo in cui soprattutto le gambe restarono molto piccole.
Albi 24.11.1864 – Saint-André-du-Bois 9.9.1901
Per questo fece gli studi nella casa paterna, da dove in pratica usciva raramente, dedicandosi fin da piccolo alla pittura.
Visto questo suo interesse fu inviato a studiare pittura presso studi di alcuni noti pittori.
A 19 anni aprì il suo primo atelier a Montmartre (Parigi) noto per esser il quartiere degli artisti e dei bohemiens.
Fu proprio questo mondo fatto di caffè, bordelli e bistrot, che ha creato il mito della Belle Époque, ad ispirare la massima parte dei suoi dipinti.
Fece una vita economicamente disordinata, e quasi sempre in compagnia dell’alcool (e non solo), ma ci tenne sempre a differenziare i propri guadagni di pittore dall’appannaggio familiare.
Pur disponendo di notevoli risorse economiche egli amava frequentare gli ambienti più poveri e diseredati alloggiando spesso nei bordelli dove amava dipingere le prostitute nei loro atteggiamenti più spregiudicati.
Le sue opere, con il loro calore… i loro colori… ma anche con la loro verità, mostrano una forte vicinanza umana ai soggetti dipinti.
Nel 1893 la sua prima mostra ebbe subito successo e piacque anche ai critici.
Da quel momento in poi pian piano divenne ben presto un notevole punto di riferimento nel mondo artistico parigino.
Tuttavia, nonostante i successi artistici delle sue opere, rimase sempre schiavo dell’alcoolismo.
Morì a soli 36 anni a seguito di complicazioni causate dalla sifilide in un corpo già debilitato.
Al Moulin Rouge con autoritratto
SINTETICA ANALISI DELLA SUA ARTE
All’inizio le sue opere presentano caratteristiche simili a quelle degli impressionisti ed in questo molta influenza ebbero soprattutto Edgar Degas ma anche Cézanne, Renoir e Manet.
Egli poi però ben presto inizierà a tener sempre differenziata la figura umana dall’ambiente di sfondo nei suoi dipinti e proprio per questo è definito un post-impressionista.
Infatti egli stesso affermava:
“Non esiste che la figura, il paesaggio è nulla, non dovrebbe che essere un accessorio.
Il paesaggio dovrebbe essere usato solo per rendere più intelligibile il carattere della figura.”
Bevitori di assenzio
Possiamo dunque dire che per lui viene prima di ogni altra cosa la persona e molte persone, da lui dipinte, sono divenute poi, grazie a lui, immortali.
Egli usava diversi supporti per le sue opere ed è infatti considerato anche uno dei più geniali autori di manifesti e stampe dei suoi tempi.