Archivio per l'etichetta ‘bel raccontino’

Una storiella simpatica ma
soprattutto piena di saggezza…
PARADISO ED INFERNO
– LA VERA DIFFERENZA –
Un uomo parlava con il Signore riguardo a paradiso e inferno.
Il Signore disse all'uomo:
“Vieni, ti mostrerò l'inferno”…
Entrarono in una stanza in cui un gruppo di persone sedeva attorno ad una grande pentola di stufato.
Tutti erano denutriti, disperati e affamati.
Ognuno teneva in mano un cucchiaio che raggiungeva la pentola, ma il cucchiaio aveva un manico tanto più lungo delle loro braccia che non poteva essere usato per portare alla bocca lo stufato. La sofferenza era terribile.
“Vieni, adesso ti faccio vedere il paradiso”, disse il Signore dopo un po'.
Entrarono in un'altra stanza, identica alla prima, tutto era uguale: la stessa pentola di stufato e gli stessi cucchiai a manico lungo.
Ma lì tutti erano felici e ben nutriti.
“Non capisco”, disse l'uomo.
“Perché sono felici qui se nell'altra stanza erano disperati e tutto era uguale?”
Il Signore sorrise. “Ah, è semplice”, disse.
“Qui hanno imparato a darsi da mangiare l'un l'altro”.
Meditiamo amici, meditiamo…

Ciao da Tony Kospan


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CHE PUO' RALLEGRAR IL NOSTRO CUORE…
E CONSIGLIARCI DI VEDER LE COSE
ANCHE DA UN ALTRO PUNTO DI VISTA
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IL POZZO E LA POZZANGHERA
Stefano Lovecchio
.
Un giorno una pozzanghera disse al pozzo vicino a sé:
“Che vita insignificante la mia!
Nessuno si accorge di me se non che qualche uccellino ogni tanto, per bere un po’ d’acqua.
Tu invece sei ben conosciuto e vengono a te da lontano, ti hanno dato persino un nome”.
Il pozzo le rispose:
“Cara amica mia, è vero che vengono da lontano e che mi hanno dato un nome, ma non vengono per me, vengono tutti a prendere l’acqua che la terra mi dona e se ne vanno felici per l’acqua che possono prendere.
Ma a me va bene così, perché in ogni caso li vedo andar via contenti.
Ma anche tu non devi lamentarti, perché è vero che non hai un nome ma quando la tua acqua è calma, riflette lo stupendo azzurro del cielo sulla terra, mentre la mia acqua non ha che buio attorno a sé.
Pensaci amica mia, ciò che conta sia per me che per te, è permettere all’acqua che ci viene donata di dissetare chi ne ha bisogno.
Tu cara amica, disseti chi non sa più guardare il cielo“.
.

Orso Tony

POESIA E CULTURA VARIA
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Stefano Lovecchio
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Un giorno una pozzanghera disse al pozzo vicino a sé:
“Che vita insignificante la mia!
Nessuno si accorge di me se non che qualche uccellino ogni tanto, per bere un po’ d’acqua.
Tu invece sei ben conosciuto e vengono a te da lontano, ti hanno dato persino un nome”.
Il pozzo le rispose:
“Cara amica mia, è vero che vengono da lontano e che mi hanno dato un nome, ma non vengono per me, vengono tutti a prendere l’acqua che la terra mi dona e se ne vanno felici per l’acqua che possono prendere.
Ma a me va bene così, perché in ogni caso li vedo andar via contenti.
Ma anche tu non devi lamentarti, perché è vero che non hai un nome ma quando la tua acqua è calma, riflette lo stupendo azzurro del cielo sulla terra, mentre la mia acqua non ha che buio attorno a sé.
Pensaci amica mia, ciò che conta sia per me che per te, è permettere all’acqua che ci viene donata di dissetare chi ne ha bisogno.
Tu cara amica, disseti chi non sa più guardare il cielo“.
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Entrarono in una stanza in cui un gruppo di persone sedeva attorno ad una grande pentola di stufato.
Tutti erano denutriti, disperati e affamati.
Ognuno teneva in mano un cucchiaio che raggiungeva la pentola, ma il cucchiaio aveva un manico tanto più lungo delle loro braccia che non poteva essere usato per portare alla bocca lo stufato. La sofferenza era terribile.
“Vieni, adesso ti faccio vedere il paradiso”, disse il Signore dopo un po'.
Entrarono in un'altra stanza, identica alla prima, tutto era uguale: la stessa pentola di stufato e gli stessi cucchiai a manico lungo.
Ma lì tutti erano felici e ben nutriti.
“Non capisco”, disse l'uomo.
“Perché sono felici qui se nell'altra stanza erano disperati e tutto era uguale?”
Il Signore sorrise. “Ah, è semplice”, disse.
“Qui hanno imparato a darsi da mangiare l'un l'altro”.
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Ma a me va bene così, perché in ogni caso li vedo andar via contenti.
Ma anche tu non devi lamentarti, perché è vero che non hai un nome ma quando la tua acqua è calma, riflette lo stupendo azzurro del cielo sulla terra, mentre la mia acqua non ha che buio attorno a sé.
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Tu cara amica, disseti chi non sa più guardare il cielo“.
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