tra i più grandi scrittori e poeti americani del secolo scorso
e che ancor oggi è letto ed ammirato in tutto il mondo.
E quindi conoscete anche il suo stile assolutamente originale,
anticonformista, dissacrante, controcorrente…
così com’è stata quasi tutta la sua vita.
Ricordiamolo qui con alcune sue poesie ed alcuni aforismi…
che ci consentono di apprezzare la sua verve geniale
anche se a volte davvero esagerata (ho omesso però qui i casi più duri).
POESIE ED AFORISMI
di
Charles Bukowski
(Andernach 16.8.1920 – San Pedro 9.3.1994)
“Scrivo poesie solo per portarmi a letto le ragazze”
A L C U N E P O E S I E
(solo un gustoso assaggio)
Che differenza c’é
tra poesia e prosa?
La poesia dice troppo
in pochissimo tempo,
la prosa dice poco
e ci mette un bel po’.
Seppellitemi
vicino all’ippodromo
così che
possa sentire
l’ebbrezza
della volata finale
Sì sì
quando Dio creò l’amore non ci ha aiutato molto
quando Dio creò i cani non ha aiutato molto i cani
quando Dio creò le piante fu una cosa nella norma
quando Dio creò l’odio ci ha dato una normale cosa utile
quando Dio creò Me creò Me
quando Dio creò la scimmia stava dormendo
quando creò la giraffa era ubriaco
quando creò i narcotici era su di giri
e quando creò il suicidio era a terra
quando creò te distesa a letto
sapeva cosa stava facendo
era ubriaco e su di giri
e creò la montagne e il mare e il fuoco
allo stesso tempo
ha fatto qualche errore
ma quando creò te distesa a letto
fece tutto il suo sacro universo.
Bukowski non sa vestire,
Bukowski non sa parlare,
Bukowski ha paura delle donne,
Bukowski ha lo stomaco in cattivo arnese,
Bukowski é pieno di terrori,
odia i vocabolari,
le monache,
le monete,
gli autobus,
le chiese,
le panchine del parco,
i ragni,
le mosche,
le pulci,
i depravati;
Bukowski non ha fatto la guerra.
Bukowski é vecchio,
Bukowski non fa volare un aquilone da 45 anni;
se Bukowski fosse una scimmia
lo caccerebbero dalla tribù…
ANONIMAMENTE NOI
Alla fine
non ci rimane
che questa vita stupida…
appesa a un filo…
sorniona…
che si prende gioco
delle nostre insicurezze…
e dei timori che ci pervadono…
L’unico atto
che possiamo compiere…
è di amarla
di un amore smisurato.
SPRECARE LA VITA
lamentele inifme e triviali,
costantemente ripetute,
possono far ammattire un santo,
per tacere di un bravo ragazzo
qualunque ( me)
e il peggio è che chi
si lamenta
nemmeno si accorge di farlo
a meno che non glielo dici
e perfino se glielo dici
non ci crede.
e così non si conclude
niente
ed è solo un altro giorno
sprecato,
preso a calci,
mutilato
mentre il Buddha
siede nell´angolo
e sorride.
A L C U N I A F O R I S M I
Godo nel minacciare il sole con una pistola ad acqua.
Certi non diventano mai pazzi… Quanto noiose possono essere le loro vite.
L’anima libera è rara, ma quando la vedi la riconosci, soprattutto perché provi un senso di benessere quando gli sei vicino.
Solo i poveri riescono ad afferrare il senso della vita, i ricchi possono solo tirare a indovinare
Come fai a dire che ami una persona, quando al mondo ci sono migliaia di persone che potresti amare di più, se solo le incontrassi? Il fatto è che non le incontri.
Credo che non viaggerò mai più. Viaggiare non è altro che una seccatura: di problemi ce ne sono sempre più che a sufficienza dove sei.
Non essere giù perchè la tua donna ti ha lasciato: ne troverai un altra e ti lascerà anche quella.
La gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto
Ovviamente è possibile amare un essere umano, se non lo si conosce abbastanza bene.
Detesto i prati perché tutti hanno un prato con l’erba e, quando si tende a fare le cose che fanno tutti gli altri, si diventa tutti gli altri.
.
Ospedali, galere e puttane: sono queste le università della vita. Io ho preso parecchie lauree. Chiamatemi dottore.
.
Le due più grandi invenzioni dell’uomo sono il letto e la bomba atomica: il primo ti tiene lontano dalle noie, la seconda le elimina.
Genio è l’uomo capace di dire cose profonde in modo semplice.
I grandi uomini sono i più soli.
Parlare di morte è come parlare di denaro. Noi non sappiamo né il prezzo né il valore.
La poesia dice troppo in pochissimo tempo, la prosa dice poco e ne impiega troppo.
La mia unica ambizione è quella di non essere nessuno, mi sembra la soluzione più sensata.
Nell’immenso mondo della poesia
non manca alcun genere…
nemmeno quello della trasgressione
che ha come
illustre antesignano il nostro Cecco Angiolieri
(per quel che riguarda l’ultimo millennio).
(Andernach 16 agosto 1920 – San Pedro 9 marzo 1994)
Non possiamo quindi non ricordar oggi
Charles Bukowski poeta e scrittore
mito della letteratura statunitense del 900… (soprattutto riguardo al mondo underground e alla beat generation)
ma i cui dissacranti versi
sono ancor oggi letti in ogni parte del mondo.
CHARLES BUKOWSKI
POETA E SCRITTORE.. RE DELLA TRASGRESSIONE
BREVE BIOGRAFIA… AFORISMI E POESIE
a cura di Tony Kospan
Il successo delle sue opere
nasce da un mix di simpatia, sarcasmo, sberleffi e…
opposte visioni della consueta e spesso banale realtà.
Nella sua vita inseguì sempre un cosciente amore
per la sregolatezza in campo sessuale,
alcoolico, nel gioco (scommesse ippiche)
e nei rapporti interpersonali…
BREVE BIOGRAFIA
Bisogna dire, ad onor del vero, che ha avuto un’infanzia tremenda piena di umiliazioni da parte del padre, vittima della “grande crisi” del ’29, e degli amici d’infanzia… per il suo accento tedesco…
E’ nato infatti in Germania da una tedesca e da un soldato americano che dopo un po’ si trasferirono negli USA con il piccolo… Charles… ma il vero nome era Heinrich Karl Bukowski.
Da giovane ha lavorato presso l’Ufficio postale di Los Angeles ma nel contempo si dedica ad eccessi di ogni genere…
Nel 1959 ha iniziato a scrivere poesie con buon successo.
Nel 1969 conosceva un manager, John Martin, che accortosi delle sue qualità letterarie gli faceva pubbblicare diversi libri che hanno una notevole diffusione…
La sua vita però rimaneva sempre irregolare nonostante il successo e questo lo portava anche ad eccessi pericolosissimi… (alcool, gioco, donne etc.) e perfino a rischiare la pelle…
Lo salverà però negli ultimi anni Linda Lee l’unica tra le sue tante “compagne” che riesce a fargli cambiare, sia il modo di mangiare che di bere…, e quindi anche il modo di vivere…
Di lei lo stesso Charles scrive “Linda era stata mandata dagli dei per salvarmi la vita“
Grazie alle vendite dei suoi libri ed ad alcune trasposizioni cinematografiche ha comunque vissuto gli ultimi anni in serena agiatezza.
Qui di seguito una piccola raccolta di pensieri e poesie
da cui possiamo evincere
la sua personalità sorprendente e controcorrente
ma in cui però possiamo spesso scoprire
l’esistenza di un fondo di verità
QUALCHE SUO AFORISMA
Ospedali, galere e puttane: sono queste le università della vita.
Io ho preso parecchie lauree.
Chiamatemi dottore.
Mostratemi un uomo che abita solo e ha la cucina perpetuamente sporca e,
5 volte su 9, vi mostrerò un uomo eccezionale.
Mostratemi un uomo che abita solo e ha la cucina perpetuamente pulita e,
8 volte su 9, vi mostrerò un uomo detestabile sul piano spirituale.
Ovviamente è possibile amare un essere umano,
se non lo si conosce abbastanza bene.
Eterna risorge sempre la speranza, come un fungo velenoso.
L’anima libera è rara ma quando la vedi la riconosci:
soprattutto perché provi un senso di benessere quando le sei vicino.
QUALCHE SUA POESIA
(TRA LE MENO TRASGRESSIVE…)
2 NEMICI
Due memici per la vita
si sono incontrati
in un sushi bar
Io gli auguro la morte
come lui si augura la mia.
Impugno i bastoncini
sorrido
e prendo un
California roll
TIRA I FILI, MARIONETTA BALLA
Ogni uomo deve capire
che tutto può sparire molto
in fretta:
il gatto, la donna, il lavoro,
la ruota davanti,
il letto, le pareti, la
stanza; tutte le nostre necessità
amore compreso,
poggiano su fondamenta di sabbia,
e ogni causa determinata,
per sconnessa che sia:
la morte di un ragazzo a Hong Kong
o una tormenta a Omaha…
può essere la tua rovina.
Tutte le tue stoviglie che si spaccano
sul pavimento della cucina, la tua ragazza entra
e tu sei là, ubriaco,
in mezzo alla stanza e lei domanda:
“Mio dio, cosa succede?”,
e tu rispondi: “Non so,
non so”…
UNA POESIA E’ UNA CITTA’
una poesia è una città piena di strade e tombini
piena di santi, eroi, mendicanti, pazzi,
piena di banalità e roba da bere,
piena di pioggia e di tuono e di periodi
di siccità, una poesia è una città in guerra,
una poesia è una città che chiede a una pendola perché,
una poesia è una città che brucia,
una poesia è una città sotto le cannonate
le sue sale da barbiere piene di cinici ubriaconi,
una poesia è una città dove Dio cavalca nudo
per le strade come Lady Godiva,
dove i cani latrano di notte, e fanno scappare
la bandiera; una poesia è una città di poeti,
per lo più similissimi tra loro
e invidiosi e pieni di rancore…
una poesia è questa città adesso,
cinquanta miglia dal nulla,
le 9.09 del mattino,
il gusto di liquore e delle sigarette,
né poliziotti né innamorati che passeggiano per le strade,
questa poesia, questa città, che serra le sue porte,
barricata, quasi vuota,
luttuosa senza lacrime, invecchiata senza pietà,
i monti di roccia dura,
l’oceano come una fiamma di lavanda,
una luna priva di grandezza,
una musichetta da finestre rotte…
una poesia è una città, una poesia è una nazione,
una poesia è il mondo…
e ora metto questo sotto vetro
perché lo veda il pazzo direttore,
e la notte è altrove
e signore grigiastre stanno in fila,
un cane segue l’altro fino all’estuario,
le trombe annunciano la forca
mentre piccoli uomini vaneggiano di cose
che non possono fare.
ESAME
ah sì, sono un bravo ragazzo
appena resta poca
carta igienica
tolgo il rotolo
e
ne rimetto uno ben pieno
non vivo
solo
e sono cosciente
che un´improvvisa ricerca nervosa
di quel rotolo
di carta
può mandare in malora
i più teneri umori
o scagliare maledizioni
sulle piastrelle
del bagno
bravi ragazzi come me
servono a qualcosa
in questo mondo difficile
LA MADAMA
3 monelli mi corrono incontro
soffiando nei fischietti
e strillano
sei in arresto!
sei ubriaco!
e cominciano
a picchiarmi sulle gambe
con i loro manganelli di plastica.
uno ha addirittura
il distintivo. un altro ha
le manette ma le braccia sono levate al cielo.
quando entro nel negozio di liquori
piroettano sul marciapiede
come api
chiuse fuori dall’arnia.
compro una bottiglia di whisky
scadente
e
3 stecche di zucchero candito.
ma che, per la bellezza dei testi e delle musiche,
è tuttora vivissimo ed amatissimo.
Era e resta una vera leggenda… del rock.
–
.
Se la mia poesia cerca di arrivare a qualcosa,
è liberare la gente dai modi limitati in cui vede e sente.
– Jim Morrison –
(Melbourne 8 12 1943 – Parigi 3 7 1971)
JIM MORRISON
LA LEGGENDA E LA POESIA DEL ROCK
.
.
Nella sua trasgressione, nella sua ribellione,
l’inquietudine di una intera generazione.
E’ anche considerato il poeta maledetto
della Beat Generation.
.
Quando il mio corpo sarà cenere
il mio nome sarà leggenda
– Jim Morrison –
Avrà sbagliato molto, in vita sua, Jim Morrison, ma non a immaginare cosa sarebbe stato del suo ricordo.
Il cantante e leader dei Doors, quando era ancora in vita, era più di un musicista rock in un’epoca in cui rock era ancora vivo.
Poeta, appassionato di letteratura (dalla beat generation ai poeti maledetti francesi) cinefilo e film maker (alla scuola di cinema dell’Ucla aveva conosciuto l’altro fondatore dei Doors, Ray Manzarek), Morrison al momento della sua fine era già un’icona per una generazione che nel «maledetto» fuggito dalla Florida in California identificava il proprio lato oscuro e inquieto.
I Doors
Il corpo di Jim Morrison ha cominciato a diventare cenere il 3 luglio di 38 anni fa, in un albergo di Parigi.
La sua morte, con cause rimaste oscure, coincide con l’inizio della leggenda.
Anzi, delle leggende, compresa quella che lo vuole ancora vivo, sotto falso nome, dopo aver organizzato la macabra messinscena per sottrarsi alla pressione della popolarità e ritirarsi a scrivere poesie.
E’ una vecchia storia: non ci si rassegna facilmente a perdere certi simboli universali.
Del resto, se «Elvis è vivo» (e qualcuno che giura di averlo visto si troverà sempre), perché Morrison non dovrebbe esserlo?
Jacques Rochard, un grafico francese che dice di averlo incontrato a Parigi nel 1980, ha scritto addirittura un libro per farlo sapere al mondo.
Lumini, candele e fiori: una cornice che forse non si sarebbe attesa un artista sempre inquieto e insoddisfatto, per il quale la trasgressione era una forma di espressione contro la cultura dominante (gli pesò il processo per i fatti di Miami, quando si spogliò in concerto).
Quanto agli stupefacenti, non sarebbe nemmeno un particolare da citare, tanto era diffuso in quel periodo tra tutti i musicisti e gli artisti, in particolare nell’area californiana.
A Parigi Morrison cercava una nuova vita.
Era arrivato il 12 marzo del ’71, appena terminata l’incisione di LA WOMAN, l’ultimo album dei Doors.
E mentre la mente musicale del gruppo, Ray Manzarek, era ancora impegnato nei missaggi, Jim e Pamela (la sua “compagna cosmica” cominciava la loro ricerca di nuove contaminazioni europee.
Via la barba, una vita da turista colto, frequentazioni con intellettuali come l’amica regista Agnès Varda, giornate ai cafè e ai musei, serate di cinema e conversazioni.
Tutto potrebbe andare al meglio: la sua raccolta di poesie “The Lords And The New Creatures” è un successo, “La Woman”, appena uscito, pure.
Ma quando arriva l’estate a Parigi, il suo umore è cambiato e l’entusiasmo ha lasciato il posto alla depressione e all’isolamento.
Muore a 27 anni il 3 luglio del 1971.
Pochi mesi prima, tra settembre e ottobre del 1970, se ne erano giù andati altri compagni di viaggio: Jimi Hendrix e, subito dopo, Janis Joplin.
Circostanze simili e vite, anche le loro, all’estremo.
The Doors – Light My Fire
Poche persone per l’addio di Morrison: la notizia non fa immediatamente il giro del mondo come sarebbe successo poi per Elvis e come accadrà, nove anni dopo, per Lennon.
Ma i fan, in fondo, sapevano già, fin dall’inizio. Rimettono sul piatto il lp The Doors, uscito nel 1967, già premonitore nelle liriche di una canzone di Morrison:
This is the end, beautiful friend. This is the end, my only friend…
Il referto parla di un edema polmonare nella notte, probabilmente causato dall’effetto combinato di eroina e alcol.
tra i più grandi scrittori e poeti americani del secolo scorso
e che ancor oggi è letto ed ammirato in tutto il mondo.
E quindi conoscete anche il suo stile assolutamente originale,
anticonformista, dissacrante, controcorrente…
così com’è stata quasi tutta la sua vita.
Ricordiamolo qui con alcune sue poesie ed alcuni aforismi…
che ci consentono di apprezzare la sua verve geniale
anche se a volte davvero esagerata (ho omesso però qui i casi più duri).
POESIE ED AFORISMI
di
Charles Bukowski
(Andernach 16.8.1920 – San Pedro 9.3.1994)
“Scrivo poesie solo per portarmi a letto le ragazze”
A L C U N E P O E S I E
(solo un gustoso assaggio)
Che differenza c’é
tra poesia e prosa?
La poesia dice troppo
in pochissimo tempo,
la prosa dice poco
e ci mette un bel po’.
Seppellitemi
vicino all’ippodromo
così che
possa sentire
l’ebbrezza
della volata finale
Sì sì
quando Dio creò l’amore non ci ha aiutato molto
quando Dio creò i cani non ha aiutato molto i cani
quando Dio creò le piante fu una cosa nella norma
quando Dio creò l’odio ci ha dato una normale cosa utile
quando Dio creò Me creò Me
quando Dio creò la scimmia stava dormendo
quando creò la giraffa era ubriaco
quando creò i narcotici era su di giri
e quando creò il suicidio era a terra
quando creò te distesa a letto
sapeva cosa stava facendo
era ubriaco e su di giri
e creò la montagne e il mare e il fuoco
allo stesso tempo
ha fatto qualche errore
ma quando creò te distesa a letto
fece tutto il suo sacro universo.
Bukowski non sa vestire,
Bukowski non sa parlare,
Bukowski ha paura delle donne,
Bukowski ha lo stomaco in cattivo arnese,
Bukowski é pieno di terrori,
odia i vocabolari,
le monache,
le monete,
gli autobus,
le chiese,
le panchine del parco,
i ragni,
le mosche,
le pulci,
i depravati;
Bukowski non ha fatto la guerra.
Bukowski é vecchio,
Bukowski non fa volare un aquilone da 45 anni;
se Bukowski fosse una scimmia
lo caccerebbero dalla tribù…
ANONIMAMENTE NOI
Alla fine
non ci rimane
che questa vita stupida…
appesa a un filo…
sorniona…
che si prende gioco
delle nostre insicurezze…
e dei timori che ci pervadono…
L’unico atto
che possiamo compiere…
è di amarla
di un amore smisurato.
SPRECARE LA VITA
lamentele inifme e triviali,
costantemente ripetute,
possono far ammattire un santo,
per tacere di un bravo ragazzo
qualunque ( me)
e il peggio è che chi
si lamenta
nemmeno si accorge di farlo
a meno che non glielo dici
e perfino se glielo dici
non ci crede.
e così non si conclude
niente
ed è solo un altro giorno
sprecato,
preso a calci,
mutilato
mentre il Buddha
siede nell´angolo
e sorride.
A L C U N I A F O R I S M I
Godo nel minacciare il sole con una pistola ad acqua.
Certi non diventano mai pazzi… Quanto noiose possono essere le loro vite.
L’anima libera è rara, ma quando la vedi la riconosci, soprattutto perché provi un senso di benessere quando gli sei vicino.
Solo i poveri riescono ad afferrare il senso della vita, i ricchi possono solo tirare a indovinare
Come fai a dire che ami una persona, quando al mondo ci sono migliaia di persone che potresti amare di più, se solo le incontrassi? Il fatto è che non le incontri.
Credo che non viaggerò mai più. Viaggiare non è altro che una seccatura: di problemi ce ne sono sempre più che a sufficienza dove sei.
Non essere giù perchè la tua donna ti ha lasciato: ne troverai un altra e ti lascerà anche quella.
La gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto
Ovviamente è possibile amare un essere umano, se non lo si conosce abbastanza bene.
Detesto i prati perché tutti hanno un prato con l’erba e, quando si tende a fare le cose che fanno tutti gli altri, si diventa tutti gli altri.
.
Ospedali, galere e puttane: sono queste le università della vita. Io ho preso parecchie lauree. Chiamatemi dottore.
.
Le due più grandi invenzioni dell’uomo sono il letto e la bomba atomica: il primo ti tiene lontano dalle noie, la seconda le elimina.
Genio è l’uomo capace di dire cose profonde in modo semplice.
I grandi uomini sono i più soli.
Parlare di morte è come parlare di denaro. Noi non sappiamo né il prezzo né il valore.
La poesia dice troppo in pochissimo tempo, la prosa dice poco e ne impiega troppo.
La mia unica ambizione è quella di non essere nessuno, mi sembra la soluzione più sensata.
Nell’immenso mondo della poesia
non manca alcun genere…
nemmeno quello della trasgressione
che ha come
illustre antesignano il nostro Cecco Angiolieri
(per quel che riguarda l’ultimo millennio).
(Andernach 16 agosto 1920 – San Pedro 9 marzo 1994)
Non possiamo quindi non ricordar oggi
Charles Bukowski poeta e scrittore
mito della letteratura statunitense del 900… (soprattutto riguardo al mondo underground e alla beat generation)
ma i cui dissacranti versi
sono ancor oggi letti in ogni parte del mondo.
CHARLES BUKOWSKI
POETA E SCRITTORE.. RE DELLA TRASGRESSIONE
BREVE BIOGRAFIA… AFORISMI E POESIE
a cura di Tony Kospan
Il successo delle sue opere
nasce da un mix di simpatia, sarcasmo, sberleffi e…
opposte visioni della consueta e spesso banale realtà.
Nella sua vita inseguì sempre un cosciente amore
per la sregolatezza in campo sessuale,
alcoolico, nel gioco (scommesse ippiche)
e nei rapporti interpersonali…
BREVE BIOGRAFIA
Bisogna dire, ad onor del vero, che ha avuto un’infanzia tremenda piena di umiliazioni da parte del padre, vittima della “grande crisi” del ’29, e degli amici d’infanzia… per il suo accento tedesco…
E’ nato infatti in Germania da una tedesca e da un soldato americano che dopo un po’ si trasferirono negli USA con il piccolo… Charles… ma il vero nome era Heinrich Karl Bukowski.
Da giovane ha lavorato presso l’Ufficio postale di Los Angeles ma nel contempo si dedica ad eccessi di ogni genere…
Nel 1959 ha iniziato a scrivere poesie con buon successo.
Nel 1969 conosceva un manager, John Martin, che accortosi delle sue qualità letterarie gli faceva pubbblicare diversi libri che hanno una notevole diffusione…
La sua vita però rimaneva sempre irregolare nonostante il successo e questo lo portava anche ad eccessi pericolosissimi… (alcool, gioco, donne etc.) e perfino a rischiare la pelle…
Lo salverà però negli ultimi anni Linda Lee l’unica tra le sue tante “compagne” che riesce a fargli cambiare, sia il modo di mangiare che di bere…, e quindi anche il modo di vivere…
Di lei lo stesso Charles scrive “Linda era stata mandata dagli dei per salvarmi la vita“
Grazie alle vendite dei suoi libri ed ad alcune trasposizioni cinematografiche ha comunque vissuto gli ultimi anni in serena agiatezza.
Qui di seguito una piccola raccolta di pensieri e poesie
da cui possiamo evincere
la sua personalità sorprendente e controcorrente
ma in cui però possiamo spesso scoprire
l’esistenza di un fondo di verità
QUALCHE SUO AFORISMA
Ospedali, galere e puttane: sono queste le università della vita.
Io ho preso parecchie lauree.
Chiamatemi dottore.
Mostratemi un uomo che abita solo e ha la cucina perpetuamente sporca e,
5 volte su 9, vi mostrerò un uomo eccezionale.
Mostratemi un uomo che abita solo e ha la cucina perpetuamente pulita e,
8 volte su 9, vi mostrerò un uomo detestabile sul piano spirituale.
Ovviamente è possibile amare un essere umano,
se non lo si conosce abbastanza bene.
Eterna risorge sempre la speranza, come un fungo velenoso.
L’anima libera è rara ma quando la vedi la riconosci:
soprattutto perché provi un senso di benessere quando le sei vicino.
QUALCHE SUA POESIA
(TRA LE MENO TRASGRESSIVE…)
2 NEMICI
Due memici per la vita
si sono incontrati
in un sushi bar
Io gli auguro la morte
come lui si augura la mia.
Impugno i bastoncini
sorrido
e prendo un
California roll
TIRA I FILI, MARIONETTA BALLA
Ogni uomo deve capire
che tutto può sparire molto
in fretta:
il gatto, la donna, il lavoro,
la ruota davanti,
il letto, le pareti, la
stanza; tutte le nostre necessità
amore compreso,
poggiano su fondamenta di sabbia,
e ogni causa determinata,
per sconnessa che sia:
la morte di un ragazzo a Hong Kong
o una tormenta a Omaha…
può essere la tua rovina.
Tutte le tue stoviglie che si spaccano
sul pavimento della cucina, la tua ragazza entra
e tu sei là, ubriaco,
in mezzo alla stanza e lei domanda:
“Mio dio, cosa succede?”,
e tu rispondi: “Non so,
non so”…
UNA POESIA E’ UNA CITTA’
una poesia è una città piena di strade e tombini
piena di santi, eroi, mendicanti, pazzi,
piena di banalità e roba da bere,
piena di pioggia e di tuono e di periodi
di siccità, una poesia è una città in guerra,
una poesia è una città che chiede a una pendola perché,
una poesia è una città che brucia,
una poesia è una città sotto le cannonate
le sue sale da barbiere piene di cinici ubriaconi,
una poesia è una città dove Dio cavalca nudo
per le strade come Lady Godiva,
dove i cani latrano di notte, e fanno scappare
la bandiera; una poesia è una città di poeti,
per lo più similissimi tra loro
e invidiosi e pieni di rancore…
una poesia è questa città adesso,
cinquanta miglia dal nulla,
le 9.09 del mattino,
il gusto di liquore e delle sigarette,
né poliziotti né innamorati che passeggiano per le strade,
questa poesia, questa città, che serra le sue porte,
barricata, quasi vuota,
luttuosa senza lacrime, invecchiata senza pietà,
i monti di roccia dura,
l’oceano come una fiamma di lavanda,
una luna priva di grandezza,
una musichetta da finestre rotte…
una poesia è una città, una poesia è una nazione,
una poesia è il mondo…
e ora metto questo sotto vetro
perché lo veda il pazzo direttore,
e la notte è altrove
e signore grigiastre stanno in fila,
un cane segue l’altro fino all’estuario,
le trombe annunciano la forca
mentre piccoli uomini vaneggiano di cose
che non possono fare.
ESAME
ah sì, sono un bravo ragazzo
appena resta poca
carta igienica
tolgo il rotolo
e
ne rimetto uno ben pieno
non vivo
solo
e sono cosciente
che un´improvvisa ricerca nervosa
di quel rotolo
di carta
può mandare in malora
i più teneri umori
o scagliare maledizioni
sulle piastrelle
del bagno
bravi ragazzi come me
servono a qualcosa
in questo mondo difficile
LA MADAMA
3 monelli mi corrono incontro
soffiando nei fischietti
e strillano
sei in arresto!
sei ubriaco!
e cominciano
a picchiarmi sulle gambe
con i loro manganelli di plastica.
uno ha addirittura
il distintivo. un altro ha
le manette ma le braccia sono levate al cielo.
quando entro nel negozio di liquori
piroettano sul marciapiede
come api
chiuse fuori dall’arnia.
compro una bottiglia di whisky
scadente
e
3 stecche di zucchero candito.
ma che, per la bellezza dei testi e delle musiche,
è tuttora vivissimo ed amatissimo.
Era e resta una vera leggenda… del rock.
–
.
Se la mia poesia cerca di arrivare a qualcosa,
è liberare la gente dai modi limitati in cui vede e sente.
– Jim Morrison –
(Melbourne 8 12 1943 – Parigi 3 7 1971)
JIM MORRISON
LA LEGGENDA E LA POESIA DEL ROCK
.
.
Nella sua trasgressione, nella sua ribellione,
l’inquietudine di una intera generazione.
E’ anche considerato il poeta maledetto
della Beat Generation.
.
Quando il mio corpo sarà cenere
il mio nome sarà leggenda
– Jim Morrison –
Avrà sbagliato molto, in vita sua, Jim Morrison, ma non a immaginare cosa sarebbe stato del suo ricordo.
Il cantante e leader dei Doors, quando era ancora in vita, era più di un musicista rock in un’epoca in cui rock era ancora vivo.
Poeta, appassionato di letteratura (dalla beat generation ai poeti maledetti francesi) cinefilo e film maker (alla scuola di cinema dell’Ucla aveva conosciuto l’altro fondatore dei Doors, Ray Manzarek), Morrison al momento della sua fine era già un’icona per una generazione che nel «maledetto» fuggito dalla Florida in California identificava il proprio lato oscuro e inquieto.
I Doors
Il corpo di Jim Morrison ha cominciato a diventare cenere il 3 luglio di 38 anni fa, in un albergo di Parigi.
La sua morte, con cause rimaste oscure, coincide con l’inizio della leggenda.
Anzi, delle leggende, compresa quella che lo vuole ancora vivo, sotto falso nome, dopo aver organizzato la macabra messinscena per sottrarsi alla pressione della popolarità e ritirarsi a scrivere poesie.
E’ una vecchia storia: non ci si rassegna facilmente a perdere certi simboli universali.
Del resto, se «Elvis è vivo» (e qualcuno che giura di averlo visto si troverà sempre), perché Morrison non dovrebbe esserlo?
Jacques Rochard, un grafico francese che dice di averlo incontrato a Parigi nel 1980, ha scritto addirittura un libro per farlo sapere al mondo.
Lumini, candele e fiori: una cornice che forse non si sarebbe attesa un artista sempre inquieto e insoddisfatto, per il quale la trasgressione era una forma di espressione contro la cultura dominante (gli pesò il processo per i fatti di Miami, quando si spogliò in concerto).
Quanto agli stupefacenti, non sarebbe nemmeno un particolare da citare, tanto era diffuso in quel periodo tra tutti i musicisti e gli artisti, in particolare nell’area californiana.
A Parigi Morrison cercava una nuova vita.
Era arrivato il 12 marzo del ’71, appena terminata l’incisione di LA WOMAN, l’ultimo album dei Doors.
E mentre la mente musicale del gruppo, Ray Manzarek, era ancora impegnato nei missaggi, Jim e Pamela (la sua “compagna cosmica” cominciava la loro ricerca di nuove contaminazioni europee.
Via la barba, una vita da turista colto, frequentazioni con intellettuali come l’amica regista Agnès Varda, giornate ai cafè e ai musei, serate di cinema e conversazioni.
Tutto potrebbe andare al meglio: la sua raccolta di poesie “The Lords And The New Creatures” è un successo, “La Woman”, appena uscito, pure.
Ma quando arriva l’estate a Parigi, il suo umore è cambiato e l’entusiasmo ha lasciato il posto alla depressione e all’isolamento.
Muore a 27 anni il 3 luglio del 1971.
Pochi mesi prima, tra settembre e ottobre del 1970, se ne erano giù andati altri compagni di viaggio: Jimi Hendrix e, subito dopo, Janis Joplin.
Circostanze simili e vite, anche le loro, all’estremo.
The Doors – Light My Fire
Poche persone per l’addio di Morrison: la notizia non fa immediatamente il giro del mondo come sarebbe successo poi per Elvis e come accadrà, nove anni dopo, per Lennon.
Ma i fan, in fondo, sapevano già, fin dall’inizio. Rimettono sul piatto il lp The Doors, uscito nel 1967, già premonitore nelle liriche di una canzone di Morrison:
This is the end, beautiful friend. This is the end, my only friend…
Il referto parla di un edema polmonare nella notte, probabilmente causato dall’effetto combinato di eroina e alcol.
tra i più grandi scrittori e poeti americani del secolo scorso
e che ancor oggi è letto ed ammirato in tutto il mondo.
E quindi conoscete anche il suo stile assolutamente originale,
anticonformista, dissacrante, controcorrente…
così com’è stata quasi tutta la sua vita.
Ricordiamolo qui con alcune sue poesie ed alcuni aforismi…
che ci consentono di apprezzare la sua verve geniale
anche se a volte davvero esagerata (ho omesso però qui i casi più duri).
POESIE ED AFORISMI
di
Charles Bukowski
(Andernach 16.8.1920 – San Pedro 9.3.1994)
“Scrivo poesie solo per portarmi a letto le ragazze”
A L C U N E P O E S I E
(solo un gustoso assaggio)
Che differenza c’é
tra poesia e prosa?
La poesia dice troppo
in pochissimo tempo,
la prosa dice poco
e ci mette un bel po’.
Seppellitemi
vicino all’ippodromo
così che
possa sentire
l’ebbrezza
della volata finale
Sì sì
quando Dio creò l’amore non ci ha aiutato molto
quando Dio creò i cani non ha aiutato molto i cani
quando Dio creò le piante fu una cosa nella norma
quando Dio creò l’odio ci ha dato una normale cosa utile
quando Dio creò Me creò Me
quando Dio creò la scimmia stava dormendo
quando creò la giraffa era ubriaco
quando creò i narcotici era su di giri
e quando creò il suicidio era a terra
quando creò te distesa a letto
sapeva cosa stava facendo
era ubriaco e su di giri
e creò la montagne e il mare e il fuoco
allo stesso tempo
ha fatto qualche errore
ma quando creò te distesa a letto
fece tutto il suo sacro universo.
Bukowski non sa vestire,
Bukowski non sa parlare,
Bukowski ha paura delle donne,
Bukowski ha lo stomaco in cattivo arnese,
Bukowski é pieno di terrori,
odia i vocabolari,
le monache,
le monete,
gli autobus,
le chiese,
le panchine del parco,
i ragni,
le mosche,
le pulci,
i depravati;
Bukowski non ha fatto la guerra.
Bukowski é vecchio,
Bukowski non fa volare un aquilone da 45 anni;
se Bukowski fosse una scimmia
lo caccerebbero dalla tribù…
ANONIMAMENTE NOI
Alla fine
non ci rimane
che questa vita stupida…
appesa a un filo…
sorniona…
che si prende gioco
delle nostre insicurezze…
e dei timori che ci pervadono…
L’unico atto
che possiamo compiere…
è di amarla
di un amore smisurato.
SPRECARE LA VITA
lamentele inifme e triviali,
costantemente ripetute,
possono far ammattire un santo,
per tacere di un bravo ragazzo
qualunque ( me)
e il peggio è che chi
si lamenta
nemmeno si accorge di farlo
a meno che non glielo dici
e perfino se glielo dici
non ci crede.
e così non si conclude
niente
ed è solo un altro giorno
sprecato,
preso a calci,
mutilato
mentre il Buddha
siede nell´angolo
e sorride.
A L C U N I A F O R I S M I
Godo nel minacciare il sole con una pistola ad acqua.
Certi non diventano mai pazzi… Quanto noiose possono essere le loro vite.
L’anima libera è rara, ma quando la vedi la riconosci, soprattutto perché provi un senso di benessere quando gli sei vicino.
Solo i poveri riescono ad afferrare il senso della vita, i ricchi possono solo tirare a indovinare
Come fai a dire che ami una persona, quando al mondo ci sono migliaia di persone che potresti amare di più, se solo le incontrassi? Il fatto è che non le incontri.
Credo che non viaggerò mai più. Viaggiare non è altro che una seccatura: di problemi ce ne sono sempre più che a sufficienza dove sei.
Non essere giù perchè la tua donna ti ha lasciato: ne troverai un altra e ti lascerà anche quella.
La gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto
Ovviamente è possibile amare un essere umano, se non lo si conosce abbastanza bene.
Detesto i prati perché tutti hanno un prato con l’erba e, quando si tende a fare le cose che fanno tutti gli altri, si diventa tutti gli altri.
.
Ospedali, galere e puttane: sono queste le università della vita. Io ho preso parecchie lauree. Chiamatemi dottore.
.
Le due più grandi invenzioni dell’uomo sono il letto e la bomba atomica: il primo ti tiene lontano dalle noie, la seconda le elimina.
Genio è l’uomo capace di dire cose profonde in modo semplice.
I grandi uomini sono i più soli.
Parlare di morte è come parlare di denaro. Noi non sappiamo né il prezzo né il valore.
La poesia dice troppo in pochissimo tempo, la prosa dice poco e ne impiega troppo.
La mia unica ambizione è quella di non essere nessuno, mi sembra la soluzione più sensata.
Nell’immenso mondo della poesia
non manca alcun genere…
nemmeno quello della trasgressione
che ha come
illustre antesignano il nostro Cecco Angiolieri
(per quel che riguarda l’ultimo millennio).
(Andernach 16 agosto 1920 – San Pedro 9 marzo 1994)
Non possiamo quindi non ricordar oggi
Charles Bukowski poeta e scrittore
mito della letteratura statunitense del 900… (soprattutto riguardo al mondo underground e alla beat generation)
ma i cui dissacranti versi
sono ancor oggi letti in ogni parte del mondo.
CHARLES BUKOWSKI
POETA E SCRITTORE.. RE DELLA TRASGRESSIONE
BREVE BIOGRAFIA… AFORISMI E POESIE
a cura di Tony Kospan
Il successo delle sue opere
nasce da un mix di simpatia, sarcasmo, sberleffi e…
opposte visioni della consueta e spesso banale realtà.
Nella sua vita inseguì sempre un cosciente amore
per la sregolatezza in campo sessuale,
alcoolico, nel gioco (scommesse ippiche)
e nei rapporti interpersonali…
BREVE BIOGRAFIA
Bisogna dire, ad onor del vero, che ha avuto un’infanzia tremenda piena di umiliazioni da parte del padre, vittima della “grande crisi” del ’29, e degli amici d’infanzia… per il suo accento tedesco…
E’ nato infatti in Germania da una tedesca e da un soldato americano che dopo un po’ si trasferirono negli USA con il piccolo… Charles… ma il vero nome era Heinrich Karl Bukowski.
Da giovane ha lavorato presso l’Ufficio postale di Los Angeles ma nel contempo si dedica ad eccessi di ogni genere…
Nel 1959 ha iniziato a scrivere poesie con buon successo.
Nel 1969 conosceva un manager, John Martin, che accortosi delle sue qualità letterarie gli faceva pubbblicare diversi libri che hanno una notevole diffusione…
La sua vita però rimaneva sempre irregolare nonostante il successo e questo lo portava anche ad eccessi pericolosissimi… (alcool, gioco, donne etc.) e perfino a rischiare la pelle…
Lo salverà però negli ultimi anni Linda Lee l’unica tra le sue tante “compagne” che riesce a fargli cambiare, sia il modo di mangiare che di bere…, e quindi anche il modo di vivere…
Di lei lo stesso Charles scrive “Linda era stata mandata dagli dei per salvarmi la vita“
Grazie alle vendite dei suoi libri ed ad alcune trasposizioni cinematografiche ha comunque vissuto gli ultimi anni in serena agiatezza.
Qui di seguito una piccola raccolta di pensieri e poesie
da cui possiamo evincere
la sua personalità sorprendente e controcorrente
ma in cui però possiamo spesso scoprire
l’esistenza di un fondo di verità
QUALCHE SUO AFORISMA
Ospedali, galere e puttane: sono queste le università della vita.
Io ho preso parecchie lauree.
Chiamatemi dottore.
Mostratemi un uomo che abita solo e ha la cucina perpetuamente sporca e,
5 volte su 9, vi mostrerò un uomo eccezionale.
Mostratemi un uomo che abita solo e ha la cucina perpetuamente pulita e,
8 volte su 9, vi mostrerò un uomo detestabile sul piano spirituale.
Ovviamente è possibile amare un essere umano,
se non lo si conosce abbastanza bene.
Eterna risorge sempre la speranza, come un fungo velenoso.
L’anima libera è rara ma quando la vedi la riconosci:
soprattutto perché provi un senso di benessere quando le sei vicino.
QUALCHE SUA POESIA
(TRA LE MENO TRASGRESSIVE…)
2 NEMICI
Due memici per la vita
si sono incontrati
in un sushi bar
Io gli auguro la morte
come lui si augura la mia.
Impugno i bastoncini
sorrido
e prendo un
California roll
TIRA I FILI, MARIONETTA BALLA
Ogni uomo deve capire
che tutto può sparire molto
in fretta:
il gatto, la donna, il lavoro,
la ruota davanti,
il letto, le pareti, la
stanza; tutte le nostre necessità
amore compreso,
poggiano su fondamenta di sabbia,
e ogni causa determinata,
per sconnessa che sia:
la morte di un ragazzo a Hong Kong
o una tormenta a Omaha…
può essere la tua rovina.
Tutte le tue stoviglie che si spaccano
sul pavimento della cucina, la tua ragazza entra
e tu sei là, ubriaco,
in mezzo alla stanza e lei domanda:
“Mio dio, cosa succede?”,
e tu rispondi: “Non so,
non so”…
UNA POESIA E’ UNA CITTA’
una poesia è una città piena di strade e tombini
piena di santi, eroi, mendicanti, pazzi,
piena di banalità e roba da bere,
piena di pioggia e di tuono e di periodi
di siccità, una poesia è una città in guerra,
una poesia è una città che chiede a una pendola perché,
una poesia è una città che brucia,
una poesia è una città sotto le cannonate
le sue sale da barbiere piene di cinici ubriaconi,
una poesia è una città dove Dio cavalca nudo
per le strade come Lady Godiva,
dove i cani latrano di notte, e fanno scappare
la bandiera; una poesia è una città di poeti,
per lo più similissimi tra loro
e invidiosi e pieni di rancore…
una poesia è questa città adesso,
cinquanta miglia dal nulla,
le 9.09 del mattino,
il gusto di liquore e delle sigarette,
né poliziotti né innamorati che passeggiano per le strade,
questa poesia, questa città, che serra le sue porte,
barricata, quasi vuota,
luttuosa senza lacrime, invecchiata senza pietà,
i monti di roccia dura,
l’oceano come una fiamma di lavanda,
una luna priva di grandezza,
una musichetta da finestre rotte…
una poesia è una città, una poesia è una nazione,
una poesia è il mondo…
e ora metto questo sotto vetro
perché lo veda il pazzo direttore,
e la notte è altrove
e signore grigiastre stanno in fila,
un cane segue l’altro fino all’estuario,
le trombe annunciano la forca
mentre piccoli uomini vaneggiano di cose
che non possono fare.
ESAME
ah sì, sono un bravo ragazzo
appena resta poca
carta igienica
tolgo il rotolo
e
ne rimetto uno ben pieno
non vivo
solo
e sono cosciente
che un´improvvisa ricerca nervosa
di quel rotolo
di carta
può mandare in malora
i più teneri umori
o scagliare maledizioni
sulle piastrelle
del bagno
bravi ragazzi come me
servono a qualcosa
in questo mondo difficile
LA MADAMA
3 monelli mi corrono incontro
soffiando nei fischietti
e strillano
sei in arresto!
sei ubriaco!
e cominciano
a picchiarmi sulle gambe
con i loro manganelli di plastica.
uno ha addirittura
il distintivo. un altro ha
le manette ma le braccia sono levate al cielo.
quando entro nel negozio di liquori
piroettano sul marciapiede
come api
chiuse fuori dall’arnia.
compro una bottiglia di whisky
scadente
e
3 stecche di zucchero candito.
ma che, per la bellezza dei testi e delle musiche,
è tuttora vivissimo ed amatissimo.
Era e resta una vera leggenda… del rock.
–
.
Se la mia poesia cerca di arrivare a qualcosa,
è liberare la gente dai modi limitati in cui vede e sente.
– Jim Morrison –
(Melbourne 8 12 1943 – Parigi 3 7 1971)
JIM MORRISON
LA LEGGENDA E LA POESIA DEL ROCK
.
.
Nella sua trasgressione, nella sua ribellione,
l’inquietudine di una intera generazione.
E’ anche considerato il poeta maledetto
della Beat Generation.
.
Quando il mio corpo sarà cenere
il mio nome sarà leggenda
– Jim Morrison –
Avrà sbagliato molto, in vita sua, Jim Morrison, ma non a immaginare cosa sarebbe stato del suo ricordo.
Il cantante e leader dei Doors, quando era ancora in vita, era più di un musicista rock in un’epoca in cui rock era ancora vivo.
Poeta, appassionato di letteratura (dalla beat generation ai poeti maledetti francesi) cinefilo e film maker (alla scuola di cinema dell’Ucla aveva conosciuto l’altro fondatore dei Doors, Ray Manzarek), Morrison al momento della sua fine era già un’icona per una generazione che nel «maledetto» fuggito dalla Florida in California identificava il proprio lato oscuro e inquieto.
I Doors
Il corpo di Jim Morrison ha cominciato a diventare cenere il 3 luglio di 38 anni fa, in un albergo di Parigi.
La sua morte, con cause rimaste oscure, coincide con l’inizio della leggenda.
Anzi, delle leggende, compresa quella che lo vuole ancora vivo, sotto falso nome, dopo aver organizzato la macabra messinscena per sottrarsi alla pressione della popolarità e ritirarsi a scrivere poesie.
E’ una vecchia storia: non ci si rassegna facilmente a perdere certi simboli universali.
Del resto, se «Elvis è vivo» (e qualcuno che giura di averlo visto si troverà sempre), perché Morrison non dovrebbe esserlo?
Jacques Rochard, un grafico francese che dice di averlo incontrato a Parigi nel 1980, ha scritto addirittura un libro per farlo sapere al mondo.
Lumini, candele e fiori: una cornice che forse non si sarebbe attesa un artista sempre inquieto e insoddisfatto, per il quale la trasgressione era una forma di espressione contro la cultura dominante (gli pesò il processo per i fatti di Miami, quando si spogliò in concerto).
Quanto agli stupefacenti, non sarebbe nemmeno un particolare da citare, tanto era diffuso in quel periodo tra tutti i musicisti e gli artisti, in particolare nell’area californiana.
A Parigi Morrison cercava una nuova vita.
Era arrivato il 12 marzo del ’71, appena terminata l’incisione di LA WOMAN, l’ultimo album dei Doors.
E mentre la mente musicale del gruppo, Ray Manzarek, era ancora impegnato nei missaggi, Jim e Pamela (la sua “compagna cosmica” cominciava la loro ricerca di nuove contaminazioni europee.
Via la barba, una vita da turista colto, frequentazioni con intellettuali come l’amica regista Agnès Varda, giornate ai cafè e ai musei, serate di cinema e conversazioni.
Tutto potrebbe andare al meglio: la sua raccolta di poesie “The Lords And The New Creatures” è un successo, “La Woman”, appena uscito, pure.
Ma quando arriva l’estate a Parigi, il suo umore è cambiato e l’entusiasmo ha lasciato il posto alla depressione e all’isolamento.
Muore a 27 anni il 3 luglio del 1971.
Pochi mesi prima, tra settembre e ottobre del 1970, se ne erano giù andati altri compagni di viaggio: Jimi Hendrix e, subito dopo, Janis Joplin.
Circostanze simili e vite, anche le loro, all’estremo.
The Doors – Light My Fire
Poche persone per l’addio di Morrison: la notizia non fa immediatamente il giro del mondo come sarebbe successo poi per Elvis e come accadrà, nove anni dopo, per Lennon.
Ma i fan, in fondo, sapevano già, fin dall’inizio. Rimettono sul piatto il lp The Doors, uscito nel 1967, già premonitore nelle liriche di una canzone di Morrison:
This is the end, beautiful friend. This is the end, my only friend…
Il referto parla di un edema polmonare nella notte, probabilmente causato dall’effetto combinato di eroina e alcol.
tra i più grandi scrittori e poeti americani del secolo scorso
e che ancor oggi è letto ed ammirato in tutto il mondo.
E quindi conoscete anche il suo stile assolutamente originale,
anticonformista, dissacrante, controcorrente…
così com’è stata quasi tutta la sua vita.
Ricordiamolo qui con alcune sue poesie ed alcuni aforismi…
che ci consentono di apprezzare la sua verve geniale
anche se a volte davvero esagerata (ho omesso però qui i casi più duri).
POESIE ED AFORISMI
di
Charles Bukowski
(Andernach 16.8.1920 – San Pedro 9.3.1994)
“Scrivo poesie solo per portarmi a letto le ragazze”
A L C U N E P O E S I E
(solo un gustoso assaggio)
Che differenza c’é
tra poesia e prosa?
La poesia dice troppo
in pochissimo tempo,
la prosa dice poco
e ci mette un bel po’.
Seppellitemi
vicino all’ippodromo
così che
possa sentire
l’ebbrezza
della volata finale
Sì sì
quando Dio creò l’amore non ci ha aiutato molto
quando Dio creò i cani non ha aiutato molto i cani
quando Dio creò le piante fu una cosa nella norma
quando Dio creò l’odio ci ha dato una normale cosa utile
quando Dio creò Me creò Me
quando Dio creò la scimmia stava dormendo
quando creò la giraffa era ubriaco
quando creò i narcotici era su di giri
e quando creò il suicidio era a terra
quando creò te distesa a letto
sapeva cosa stava facendo
era ubriaco e su di giri
e creò la montagne e il mare e il fuoco
allo stesso tempo
ha fatto qualche errore
ma quando creò te distesa a letto
fece tutto il suo sacro universo.
Bukowski non sa vestire,
Bukowski non sa parlare,
Bukowski ha paura delle donne,
Bukowski ha lo stomaco in cattivo arnese,
Bukowski é pieno di terrori,
odia i vocabolari,
le monache,
le monete,
gli autobus,
le chiese,
le panchine del parco,
i ragni,
le mosche,
le pulci,
i depravati;
Bukowski non ha fatto la guerra.
Bukowski é vecchio,
Bukowski non fa volare un aquilone da 45 anni;
se Bukowski fosse una scimmia
lo caccerebbero dalla tribù…
ANONIMAMENTE NOI
Alla fine
non ci rimane
che questa vita stupida…
appesa a un filo…
sorniona…
che si prende gioco
delle nostre insicurezze…
e dei timori che ci pervadono…
L’unico atto
che possiamo compiere…
è di amarla
di un amore smisurato.
SPRECARE LA VITA
lamentele inifme e triviali,
costantemente ripetute,
possono far ammattire un santo,
per tacere di un bravo ragazzo
qualunque ( me)
e il peggio è che chi
si lamenta
nemmeno si accorge di farlo
a meno che non glielo dici
e perfino se glielo dici
non ci crede.
e così non si conclude
niente
ed è solo un altro giorno
sprecato,
preso a calci,
mutilato
mentre il Buddha
siede nell´angolo
e sorride.
A L C U N I A F O R I S M I
Godo nel minacciare il sole con una pistola ad acqua.
Certi non diventano mai pazzi… Quanto noiose possono essere le loro vite.
L’anima libera è rara, ma quando la vedi la riconosci, soprattutto perché provi un senso di benessere quando gli sei vicino.
Solo i poveri riescono ad afferrare il senso della vita, i ricchi possono solo tirare a indovinare
Come fai a dire che ami una persona, quando al mondo ci sono migliaia di persone che potresti amare di più, se solo le incontrassi? Il fatto è che non le incontri.
Credo che non viaggerò mai più. Viaggiare non è altro che una seccatura: di problemi ce ne sono sempre più che a sufficienza dove sei.
Non essere giù perchè la tua donna ti ha lasciato: ne troverai un altra e ti lascerà anche quella.
La gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto
Ovviamente è possibile amare un essere umano, se non lo si conosce abbastanza bene.
Detesto i prati perché tutti hanno un prato con l’erba e, quando si tende a fare le cose che fanno tutti gli altri, si diventa tutti gli altri.
.
Ospedali, galere e puttane: sono queste le università della vita. Io ho preso parecchie lauree. Chiamatemi dottore.
.
Le due più grandi invenzioni dell’uomo sono il letto e la bomba atomica: il primo ti tiene lontano dalle noie, la seconda le elimina.
Genio è l’uomo capace di dire cose profonde in modo semplice.
I grandi uomini sono i più soli.
Parlare di morte è come parlare di denaro. Noi non sappiamo né il prezzo né il valore.
La poesia dice troppo in pochissimo tempo, la prosa dice poco e ne impiega troppo.
La mia unica ambizione è quella di non essere nessuno, mi sembra la soluzione più sensata.