Rachmaninoff è considerato l’ultimo dei grandi compositori romantici.
Ma è stato anche pianista e direttore d’orchestra di fama mondiale.
Dopo la rivoluzione russa divenne cittadino americano ma ebbe sempre nostalgia per la madre patria.
Ha creato un linguaggio musicale nuovo ricco di espressività e di colorate tonalità.
Come pianista poi è stato un autentico “padrone” dello strumento da cui ricavava stupende melodie.
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Magritte è stato invece un pittore belga considerato tra i più grandi artisti surrealisti del 20° secolo.
Leggiamo questo breve brano trovato tempo fa nel web che ci parla del suo inconsueto modo di dipingere.
– Magritte non amava dipingere.
Non mancano gli aneddoti e le testimonianze dirette che confermano il suo atteggiamento distaccato rispetto al “fare pittura“.
Ma ne sono buona testimonianza le opere stesse che rifiutano ogni “cedimento” pittorico, tese a sviluppare in immagine la fragranza dell’idea, unica protagonista dei suoi lavori.
Gli amanti
Il suo è un dipingere freddo, levigato, meticoloso ma senza palpiti di pennello, senza sorprese di tocchi, di gesti, d’inebrianti incidenti di percorso.
Tuttavia, e paradossalmente, la sua prassi si colloca nel cuore della pittura, vale a dire nella centralità dialettica dello sguardo, del vedere e in sintesi della visione.
Il problema della visione come territorio orgogliosamente presidiato dall’arte moderna e rivendicato in quanto specificità conoscitiva inalienabile e paritetica rispetto all’attività scientifica, fìlosofìca e tecnologica che sembrava esaurire ogni possibile funzione conoscitiva, aveva negli anni Venti attraversato circa un secolo di travagliate e però trionfanti esperienze.
(dal web)
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Amo Magritte proprio per questo,
cioè non tanto per le sue capacità tecnico-artistiche,
quanto per l’idea… la fantasia incredibile…
oggi si direbbe “messaggio”
che egli ci trasmette in modo chiaro… anche se surreale.
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Il collegamento arte-musica stavolta mi è stato facilitato
dall’aver trovato questo video che accosta anch’esso
una bella serie di dipinti di Magritte alla musica di Rachmaninoff.
Buon ascolto… e buona visione (o viceversa)
se vi fa piacere.
Ciao da Orso Tony
IL GRUPPO DI CHI AMA LA STORIA ED I RICORDI (NO POLITICA)
Rembrandt – Il ponte di pietra – 1638 – Rijksmuseum – Amsterdam
Questo quadro è uno dei pochi paesaggi della produzione di Rembrandt. è da notare la grande abilità dell’artista di cogliere soprattutto gli effetti atmosferici, caricando l’immagine di una valenza sentimentale che sembra quasi anticipare la pittura romantica del XIX secolo.
Se confrontiamo questo paesaggio con uno di Poussin, si comprende facilmente come Rembrandt si ponga su un piano molto diverso.
Nel pittore francese l’immagine è organizzata con l’intento di permettere allo sguardo di cogliere più elementi che compongono un insieme di grande spettacolarità.
L’immagine tuttavia colpisce soprattutto l’intelletto di chi guarda. Il paesaggio di Rembrandt è invece diretto alla nostra sensibilità, per farci sentire quella particolare sensazione di trovarsi in un luogo anonimo ma carico di luce, aria, umidità, odori, e così via.
Vivaldi – Inverno
Rembrandt – Hendrickje che si bagna in un fiume – 1654 – National Gallery – Londra
In questo straordinario dipinto, Rembrandt raffigura la moglie Hendrickje che si sta bagnando in un fiume.
Il quadro è straordinario per molti aspetti.
Innanzitutto per un realismo che concede poco a quel decoro bozzettistico molto apprezzato dal pubblico del tempo.
Questa fu infatti una delle cause del venir meno del successo di Rembrandt negli anni successivi, incompreso nella sua eccezionale arte troppo moderna per quei tempi.
Ma straordinaria è anche la tecnica: Rembrandt era un eccezionale disegnatore, e questa sua propensione lo portava a capire l’essenziale dell’immagine e riempire il resto solo con contrasti luminosi.
Anche qui procede in questa maniera.
La figura della donna è soprattutto disegnata, scarna com’è di colori ed effetti cromatici. Intorno, invece, per poter meglio evidenziare la figura, lo sfondo è così scuro che si fa quasi fatica ad immaginare che siamo all’aria aperta.
In pratica l’angolo visivo è molto ristretto, così che si intravede un angolo protetto dall’ombra di alberi che giungono fino alla riva del fiume, mentre su una roccia si vede la veste che la donna si è tolta, per restare solo in camicia.
Straordinaria, infine, è anche la resa veristica dell’acqua e dei riflessi che raggiunge una perfezione che solo Rembrandt poteva ottenere.
Questa seconda opera mi appare
davvero incredibile ed affascinante per il suo moderno realismo…
all’epoca assolutamente impensabile… (N.T.K.)
F I N E
Testo Francesco Morante (dal web) – Impaginaz. note e mini modifiche T.K.
Questi 2 mitici artisti della pittura e della musica
ARCIMBOLDO E VIVALDI
hanno reso omaggio a questa stagione
secondo il loro geniale ed originale stile.
Dunque ascolteremo la mitica musica dell’artista veneziano
e vedremo i dipinti di Arcimboldo (ma anche di altri artisti)
dedicati all’autunno.
Arcimboldo – Autunno (partic.)
L’AUTUNNO
con Vivaldi, Arcimboldo ed altri pittori
Arcimboldo
Ora che siamo nel cuore di questa stagione
omaggiamola con l’arte e la musica classiche.
Le opere di questi due grandi artisti italiani sul tema autunno
sono famosissime ed amate
perché capaci di rappresentarlo alla grande.
Arcimboldo – L’autunno
Vivaldi per creare la sua mitica musica,
un concerto in Fa maggiore per violino, archi e cembalo,
si ispirò al sonetto
che ora possiamo leggere qui giù ma di autore non noto.
Svetlana Valueva
L’AUTUNNO – SONETTO
Celebra il Villanel con balli e canti
Del felice raccolto il bel piacere
E del liquor di Bacco accesi tanti
Finiscono col sonno il lor godere.
Fa’ ch’ogn’uno tralasci e balli e canti
L’aria che temperata dà piacere,
E la Stagion ch’inventa tanti e tanti
D’un dolcissimo sonno al bel godere.
I cacciator alla nov’alba a caccia
Con corni, schioppi, e cani escono fuore.
Fugge la belva, e seguono la traccia
Già sbigottita, e lassa al gran rumore
De’ schioppi e cani, ferita minaccia
Languida di fuggir, ma oppressa muore.
Vivaldi riproduce in modo ineguagliabile
i sintomi dell’ebbrezza provocata dal vino
mentre nel movimento centrale,
dal titolo i “Dormienti ubriachi”,
si gode il clima trasognato e tranquillo del dopo festa.
Infine il 3° movimento
descrive i ritmi concitati della caccia.
A. E. Paoletti
Nel bel video che segue, suggestive immagini autunnali
sono unite
ad una delle più belle musiche classiche
di sempre.
Ascoltiamo e… vediamo.
L’autunno – Arcimboldo (partic.)
Ciao dall’Orso… autunnale
IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE FIGURATIVA
(PITTURA, SCULTURA, FOTOGRAFIA E CINEMA)
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Arcimboldo – Rodolfo II in veste di Vertunno… dio delle stagioni (part.)
Il Canaletto non solo è stato un grande artista del ‘700
ma anche un eccezionale innovatore
dell’arte figurativa del paesaggio.
L’innovazione è caratterizzata dall’utilizzo
di schemi pittorici molto più precisi e scientifici
risentendo molto, in questo,
dell’allora trionfante atmosfera illuministica.
Giovanni Antonio Canal
(Mestre 17.10.1697 – Venezia 19.4.1768)
I suoi dipinti brillano ancor oggi
non solo per l’estrema precisione dei dettagli
ma anche per gli splendidi contrasti tra luci ed ombre.
Spesso i suoi dipinti presentano poi colori scuri e carichi
per descrivere atmosfere umide, piovose o grigie.
Bacino di S. Marco – Venezia
La considerazione della sua arte da parte dei critici
ha avuto nel tempo notevoli alti e bassi
ma alla sua epoca era molto apprezzata e ricercata.
Il Tamigi e la City
Le sue opere sono state soprattutto dedicate
alla sua mitica città
ma v’è stato anche un lungo periodo, di circa 10 anni,
che possiamo definire inglese.
Tomaso Giovanni Albinoni (Venezia 8.6.1671 – Venezia 17.1.1750)
Oggi è ricordato comunque soprattutto
come un grande cantore di Venezia col pennello
così come il concittadino e contemporaneo Albinoni
lo è stato con la musica.
Molo Riva degli Schiavoni
In questo bellissimo video che segue potremo ascoltare