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“Festa in un giardino d’Albaro” – Analisi di un sorprendente dipinto del pittore del ‘700 A. Magnasco   Leave a comment




A volte l’arte anticipa i movimenti della storia
interpretando le disfunzioni sociali di un’epoca.

Questo pittore genovese, Alessandro Magnasco, 
vissuto a cavallo tra il ‘600 ed il ‘700 
è stato un artista davvero particolare 
e soprattutto lontano dalle mode e dai temi dei suoi tempi.




Alessandro Magnasco (Genova, 4.2.1667 – Genova, 12.3.1749)



Il suo stile, di genere popolaresco,
è caratterizzato da pennellate dai colori contrastanti 
che creano immagini in chiaroscuro e personaggi distorti 
per cui è ritenuto anche un antesignano dell’Espressionismo.

I suoi dipinti mostrano spesso una critica chiara
dei costumi “allegri” del clero 
(soprattutto tra frati e suore)
e di quelli decadenti della società del suo tempo.





La dissipazione e l’ignoranza distruggono le arti e le scienze




Emblematico di queste sue tematiche è il suo dipinto più famoso 
“Trattenimento in un giardino d’Albaro” del 1740 
creato al suo ritorno a Genova dopo il periodo milanese.


Il dipinto ci mostra 2 diversissime scene divise da un muro diroccato.




Trattenimento in un giardino d’Albaro




La prima in alto e molto ampia
è una bella e completa veduta della valle del torrente Bisagno 
mentre la seconda, in basso un giardino della collina d’Albaro.
Se nella prima ampia scena paesaggistica, 
che occupa ampiamente
il dipinto nella parte alta, sembra dominare lo spirito illuminista 
nella seconda in basso, quasi nascosta, scopriamo
persone della nobiltà e del clero rilassarsi amabilmente.









E’ proprio qui che vien fuori lo spirito del Magnasco 
di forte critica al “paradiso dorato” di ecclesiastici e nobili 
mentre la massima parte del popolo è in sofferenza.

L’autore, che deve accontentare il ricco committente, 
riesce comunque ad inserire la sua critica
senza darlo molto a vedere.


Ma la critica c’è… eccome!




Il muro




Colpisce in modo forte infatti 
la separazione
tra la leggerezza del paesaggio e del tema 
un “allegro” intrattenimento tra nobili e prelati, 
con la tensione dura che è invece data
dai colori oscuri ed intensi 
con cui vengono dipinte
le persone in basso che sembrano divertirsi.

I soggetti poi appaiono per lo più vecchi, 
quasi mummie imparruccate dedite al relax 
e con i classici atteggiamenti formali del bel mondo.








Essi,  chiusi nei loro grandi privilegi, 
manifestano un assoluto disinteresse
per quel che avviene nel mondo oltre quel muro.

Ma ecco che in questo mondo falso ed artificiale
appare una scena viva e reale.









Un ragazzo del popolo, chiaramente vestito poveramente, 
sta scavalcando coraggiosamente quel muro scalcinato
 (pur esso emblema di un mondo vecchio che sta per finire).

Il ragazzo rappresenta la forza della realtà 
ed annuncia a tutti che quel mondo dorato e falso sta per finire.









Cinquanta anni dopo quel muro diroccato crollerà 
sotto i colpi di una rivoluzione che cambierà la storia
dell’Europa e del Mondo 
dando inizio ad una nuova epoca.


Tony Kospan




Copyright Tony Kospan

Vietata la copia del post senza indicazione dell’autore e del blog





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Alessandro Magnasco (Genova, 4.2.1667 – Genova, 12.3.1749)


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Chagall e la sua pittura tra poesia e sogno – Breve biografia.. mini analisi artistica e vari capolavori   Leave a comment




La realtà rovesciata,
figlia del contrasto tra violenza ed armonia, 
che vola nel sogno con musica e poesia
appare esser il messaggio principale della sua arte.
 
 
 

.

Gli amanti azzurri

 
 
 
Atmosfere oniriche e scenari fiabeschi. 

 Ma anche temi religiosi e il dramma dell’Olocausto.
 
Su tutto, la straordinaria forza del colore.
 
 
 
 
 Vitebsk 7.7.1887 – S. Paul de Vence 28.3.1985
 
 
  

MARC CHAGALL 
– PITTURA… POESIA E SOGNO –
 
 
Omaggio ad un grande artista del Novecento,
in un percorso di meraviglie che meraviglia.
.
Davvero bellissima la definizione che di lui diede Henry Miller
“Un poeta con le ali da pittore”



 
Omaggio  ad Apollinaire
 
 

BREVE BIOGRAFIA



Marc Chagall nasce a Liosno, presso Vitebsk nel 1887.
Dal 1906 al 1909 studia prima a Vitebsk, quindi Marc Chagall entra all’accademia di Pietroburgo, dove è allievo anche di Bakst.
Nel 1910 si trasferisce a Parigi. 
Qui conosce le nuove correnti del momento, particolarmente il Fauvismo e il Cubismo.
Si inserisce negli ambienti artistici d’avanguardia.
Frequenta tra gli altri Guillaume Apollinaire e Robert Delaunay.
Nel 1912 espone sia al Salon des Indépendants, che al Salon d’Automne. 
Delaunay lo fa conoscere al mercante berlinese Herwarth Walden, che nel 1914 gli allestisce una personale presso la sua galleria Der Sturm.



Carnevale notturno


Il sopraggiungere della guerra nel 1914 fa rientrare Marc Chagall a Vitebsk.
Qui fonda l’Istituto d’Arte, di cui è direttore fino al 1920, quando gli subentra Malevich.
Si trasferisce a Mosca. Inizia a realizzare le decorazioni per il teatro ebraico statale “Kamerny”.
Nel 1923 ritorna a Berlino e successivamente a Parigi.
Qui ristabilisce i contatti e conosce Ambroise Vollard, che gli commissiona l’illustrazione di vari libri.
Nel 1924 ha luogo una importante retrospettiva di Chagall presso la Galerie Barbazanges-Hodeberg. 
In seguito, effettua viaggi in Europa e anche in Palestina.
Nel 1933 presso il Kunstmuseum Marc Chagall ha luogo una grande retrospettiva.


 
Gli amanti



Ma quasi contemporaneamente avviene l’ascesa del nazismo al potere in Germania.
Tutte le opere di Chagall vengono confiscate ai musei tedeschi.
Alcune figurano nell’asta tenuta alla Galerie Fischer di Lucerna nel 1939.
A Chagall non rimane che rifugiarsi in America.
Nel 1947 fa ritorno a Parigi, e nel 1949 si stabilisce a Vence.







Importanti mostre gli vengono dedicate dappertutto.
Inizia la lunga serie di decorazioni di grandi strutture pubbliche.
Nel 1962 disegna le vetrate per la sinagoga dello Hassadah Medical Center, presso Gerusalemme, e per la cattedrale di Metz.
Nel 1964 realizza le pitture del soffitto dell’Opéra di Parigi.
L’anno dopo è la volta delle grandi pitture murali sulla facciata della Metropolitan Opera House di New York.
Nel 1970 disegna le vetrate del coro e del rosone del Fraumenster di Zurigo.
Di poco successivo è il grande mosaico a Chicago.
Muore a Saint-Paul-de-Vence nel 1985. 
 
 
 
 
Il gran sole
 
 

IL SUO MONDO ARTISTICO


L’elemento onirico nelle sue opere non fa più capo ad un inconscio privato, quale poteva essere quello surrealista, ma ad un inconscio culturale e storico, una vera immersione che si materializza in forme fantastiche e colori straordinari.
Senza tarpare le ali dell’immaginazione, Chagall racconta la Storia. 
Con un’intensità unica ed appassionata.

 
 
 
  
Sogno d’amore
 
 

“L’arte mi sembra essere soprattutto uno stato d’animo”
 

Questo era per lui l’arte.


E cosa c’era nel suo animo di pittore? 
Tanti mondi diversi: i ricordi d’ infanzia, trascorsa nel villaggio russo di Vitebsk, le tradizioni ebraiche della sua famiglia, e poi tante città.
soprattutto Pietroburgo, dove dipinse i primi quadri;
 
 
 
 

Circo 
 
 Parigi poi, dove viene investito dalle novità delle avanguardie;
ed infine New York, vissuta da emigrato, con ancora negli occhi le tragedie della guerra.
.


La passeggiata

.

.
.
Tante immagini che però si fondono in uno stile inconfondibile, un armonioso insieme di tradizione e modernità ravvivato da colori fiabeschi, sempre in bilico tra sogno e realtà..

.

Sposi

 
 


Il mondo incantato di un pittore-poeta, che unisce le icone russe e il talmud, le geometrie cubiste e gli ardori futuristi, il teatro e la danza.
Un universo di immagini, simboli e favole firmato Marc Chagall.

 
 
 
 Chagall – Il viaggiatore 1917
 


Un’interessante analisi della sua arte , ed a mio parere condivisibile in toto, è quella che segue:
 
Una fiaba russa fatta di zar e dervisci, zingari suonatori di violino, asini e galli, dove ciò che è proibito nella quotidianità si avvera sulla tela, non per forza in seguito a catastrofi o tragici sconquassi, bensì, più felicemente, sulla scia dell’incanto e del piacere. 
La visione del pittore non sfida solo la legge di gravità e l’ordine classico dei piani spaziali, ma rovescia radicalmente i valori condivisi con furore rivoluzionario.”
 
 
«La Russia si copriva di ghiaccio.
Lenin l’ha messa sottosopra,
proprio come io ribalto i miei quadri»

 spiegava lo stesso Chagall negli Anni Venti.
 
 
 
Volare
 
 
A questa carica di morte e violenza fa però da contrappeso un’armonia fatta di musica e poesia
– secondo l’artista gli unici veri motori del cambiamento –,
come avviene in particolare in Resistenza-Resurrezione-Liberazione (il trittico della Rivoluzione).

Alessandro Masi (con qualche piccola modifica)

 
 


 
 
Testi ed immagini da vari siti web
Impaginazione, elaborazione e coordinam. Orso Tony 
 

 
CIAO DA TONY KOSPAN



Frecce (174)




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“Ufficio di cotone a New Orleans” di Degas – La storia.. l’analisi ed i personaggi di un dipinto che va oltre l’arte   1 comment








Conosciamo Degas soprattutto come mitico pittore di ballerine, di balletti, di fantini, di donne al bagno etc. ma in realtà è stato soprattutto un pittore completo ed un notevole ritrattista.
Questo suo noto dipinto però, come vedremo, ci colpisce per diversi motivi e non solo artistici.
Degas, nato nel 1834 in una famiglia abbastanza ricca da madre creola e padre francese, è stato un noto impressionista indipendente (ma anche pittore realista, neoclassico e scultore).
In questa opera egli ci rivela diversi significativi aspetti del suo modo di concepire l’arte. 
L’opera è una finta istantanea che però coglie veri frammenti di vita di un ufficio americano dell’800 e, per molti, è il capolavoro che meglio rappresenta il capitalismo di quell’epoca.









LA STORIA DEL DIPINTO



Nel 1872 Degas, si reca a New Orleans, città d’origine della madre, dove da qualche anno già vivevano due dei suoi fratelli, René ed Achille, oltre ai parenti della madre.
Qui si innamora della città e dell’ambiente del sud degli Usa e vi rimane molto più a lungo del previsto dipingendo ritratti dei suoi familiari… cosa che però alla fine lo stancò perché si comportavano da modelli poco rispettosi del suo lavoro.
Ad un certo punto decise di dipingere l’ufficio, dove lavoravano i familiari, pensando di rivenderlo a qualche industriale del cotone britannico.








I PERSONAGGI DEL DIPINTO



– L’anziano signore con cilindro che saggia la qualità del cotone è lo zio del pittore, Michel Musson, suocero di suo fratello René e titolare del negozio.








– Il giovane semisdraiato sulla sedia che legge il giornale (unico aspetto impressionista del dipinto) è suo fratello René Degas.










– L’uomo con la giacca beige che parla con un cliente è un socio di Musson.








– Vicino al tavolo mentre osserva il cotone c’è William Bell, marito di Mathilde Musson.








– Sulla destra notiamo il ragioniere Livandais alle prese con i conti.








– Sullo sfondo a sinistra, appoggiato alla finestra e che guarda gli altri lavorare c’è infine Achille Degas l’altro suo fratello.








Come possiamo notare gli unici “sfaccendati” appaiono proprio i suoi fratelli.




BREVE ANALISI



Degas, oltre ad immortalare il lavoro di un ufficio del mercato del cotone, riunisce qui parte della sua famiglia con una serie di incisivi ritratti.
Benché il dipinto possa apparire un’istantanea casuale, in realtà nulla è lasciato al caso, a partire dalla composizione.
Gli abiti, quasi tutti neri, fanno sì che i personaggi spicchino in modo evidente e quasi “fuoriescano” dal dipinto.
Esaminandola nel complesso l’opera coinvolge lo spettatore che “sente” il fervore dell’attività del negozio (a parte i fratelli del pittore).
Infine Degas coglie magistralmente ed in pieno lo stile di un’azienda commerciale americana di fine ‘800 che è sì vivace ed attivo ma nel contempo anche senza stress e quasi amichevole.




Degas – Autoritratto




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PER CHI AMA LE ARTI FIGURATIVE
Frecce (174)
Ripped Note









Leonardo ed il dipinto di Isabella d’Este – L’attribuzione.. la contestazione ed un mio pensiero   1 comment







Leonardo, come sappiamo, è stato 

un uomo di grandissimo ed universale ingegno in diversi ambiti del sapere, 

dalla pittura alla scultura, dall’architettura alle invenzioni, 

dalla scenografia all’anatomia, dalla musica alla scrittura… etc




La sua opera più nota – Monna Lisa (Partic.)



E’ anche unanimemente ritenuto uno dei più grandi geni di sempre.

Volendo quindi ricordarlo in modo completo non basterebbe certo un solo post, 

per cui mi limito a proporre questo post 

dedicato ad un dipinto da poco attribuitogli anche se tra molte polemiche.





Vinci 15.4.1452 – Amboise 2.5.1519




Spesso le opere di Leonardo presentano grandi misteri

(a partire dalla Gioconda)

ed anche questa, recentemente attribuitagli, non è da meno.


Ma stavolta i dubbi sono proprio sull’attribuzione

(alla fine dirò il mio pensiero)

anche se resta in ogni caso un’opera affascinante.



Isabella d’Este – Leonardo



IL DIPINTO DI ISABELLA D’ESTE

ECCEZIONALE RITROVAMENTO O INCERTA ATTRIBUZIONE?

LE PROVE… E LE POLEMICHE

a cura di Tony Kospan



Il dipinto ritrovato in caveau di una banca Svizzera quasi casualmente, tra le opere della collezione privata di una famiglia italiana che vive tra il Centro Italia e la Svizzera tedesca era tra i dipinti più ricercati ed un vero e proprio giallo della Storia dell’Arte.


C’era sì la prova della sua esistenza… ma erano 500 anni che gli storici dell’arte cercavano il ritratto leonardesco di Isabella d’Este per quasi 50 anni (dal 1490 al 1539) Marchesa di Mantova nonché tra le donne più famose ed interessanti del Rinascimento e dipinta anche da Tiziano.



 Isabella d’Este – Leonardo – Partic.



LE PROVE DELL’ESISTENZA DEL DIPINTO LEONARDESCO



1 – disegno preparatorio su cartone conservato al Museo del Louvre

2 – le lettere della Marchesa che chiedevano modifiche del colore

3 – notizie del 1517 di un quadro di Isabella nel castello di Blois.




Il bozzetto del Louvre



Ma il quadro trovato in un caveau svizzero è davvero quello che si cercava?

Beh per molti esperti non ci sono dubbi…

Lo confermerebbero queste prove scientifiche ed… artistiche.



LE “PROVE”  DELL’ATTRIBUZIONE A LEONARDO







1 – La prova del carbonio

2 – I pigmenti sono uguali a quelli utilizzati da Leonardo in altri dipinti

3 – Lo stile del Maestro

4 – La certificazione del prof. C. Pedretti massimo esperto di Leonardo

5 – La fedele riproposizione dell’immagine del bozzetto del Louvre con la sola aggiunta di corona e scettro.

6 – La visione con la fluorescenza mostra il libro.




Autoritratto



In verità il dipinto era stato ritrovato alcuni anni fa 
ma solo dopo una serie di approfonditi esami 
diversi esperti ne hanno confermato l’autenticità.




Isabella d’Este – Bozzetto e opera



Ma come si diceva diversi altri esperti 
contestano questa attribuzione ritenendo l’opera di allievi di Leonardo.



LE CONTESTAZIONI ALL’ATTRIBUZIONE



La foggia del vestito sarebbe stata non di moda nel 1514 ma lo era nel 1500;

Mancanza dei tipici chiaroscuri di Leonardo;

Dito indice eccessivamente lungo e quindi cosa assurda per un artista come Leonardo amante delle proporzioni e conoscitore del corpo umano;

Sia i drappeggi che i capelli appaiono duri e privi dei consueti volumi realizzati da genio fiorentino in altri dipinti… come questo che vediamo qui sotto.



Leonardo – La Vergine delle rocce (partic.)



UN MIO PERSONALE PENSIERO



Appaiono verosimili entrambe le tesi e quindi il dilemma sarebbe irrisolvibile.

Esaminiamo però alcuni punti incontrovertibili.

La rassomiglianza dell’opera con il dipinto preparatorio (conservato al Louvre) del 1499 creato da Leonardo durante un soggiorno a Mantova, ospite dei Gonzaga, dimostra la conoscenza del primo da parte degli autori del successivo dipinto.

Orbene le 2 tesi hanno un punto in comune evidenziato anche nell’analisi tecnica del dipinto.

Parlo della presenza accertata di più mani nella sua realizzazione.

Questo fa supporre che l’opera iniziata da Leonardo sia stata completata da allievi del Maestro i suoi “preferiti” Salai e Melzi e questo spiegherebbe le segnalate incongruenze.

Per questo la massima parte degli esperti (ed io con loro) quindi, pur con questi limiti, attribuiscono l’opera a Leonardo.

Tony Kospan



Frecce (104)







Marc Chagall – La sua arte vola tra poesia e sogno – Breve biografia e diversi suoi capolavori   2 comments




La realtà rovesciata,
figlia del contrasto tra violenza ed armonia,
che vola nel sogno… con musica e poesia…
appare esser il messaggio principale della sua arte.

 
 
 

.

Gli amanti azzurri

 
 
 
Atmosfere oniriche e scenari fiabeschi. 

 Ma anche temi religiosi e il dramma dell’Olocausto.
 Su tutto, la straordinaria forza del colore.

 
 
 
 
 Vitebsk 7.7.1887 – S. Paul de Vence 28.3.1985
 
 
 
MARC CHAGALL
– PITTURA… POESIA E SOGNO –
 
 
Omaggio ad un grande artista del Novecento,
in un percorso di meraviglie… che meraviglia.
.
Davvero bellissima la definizione che di lui diede Henry Miller
“Un poeta con le ali da pittore”




Omaggio  ad Apollinaire
 
 

BREVE BIOGRAFIA


Marc Chagall nasce a Liosno, presso Vitebsk nel 1887.
Dal 1906 al 1909 studia prima a Vitebsk, quindi Marc Chagall entra all’accademia di Pietroburgo, dove è allievo anche di Bakst.
Nel 1910 si trasferisce a Parigi. 
Qui conosce le nuove correnti del momento, particolarmente il Fauvismo e il Cubismo.
Si inserisce negli ambienti artistici d’avanguardia.
Frequenta tra gli altri Guillaume Apollinaire e Robert Delaunay.
Nel 1912 espone sia al Salon des Indépendants, che al Salon d’Automne. Delaunay lo fa conoscere al mercante berlinese Herwarth Walden, che nel 1914 gli allestisce una personale presso la sua galleria Der Sturm.



Carnevale notturno


Il sopraggiungere della guerra nel 1914 fa rientrare Marc Chagall a Vitebsk.
Qui fonda l’Istituto d’Arte, di cui èdirettore fino al 1920, quando gli subentra Malevich.
Si trasferisce a Mosca. Inizia a realizzare le decorazioni per il teatro ebraico statale “Kamerny”.
Nel 1923 ritorna a Berlino e successivamente a Parigi.
Qui ristabilisce i contatti e conosce Ambroise Vollard, che gli commissiona l’illustrazione di vari libri.
Nel 1924 ha luogo una importante retrospettiva di Chagall presso la Galerie Barbazanges-Hodeberg. 
In seguito, effettua viaggi in Europa e anche in Palestina.
Nel 1933 presso il Kunstmuseum Marc Chagall ha luogo una grande retrospettiva.


 
Gli amanti



Ma quasi contemporaneamente avviene l’ascesa del nazismo al potere in Germania.
Tutte le opere di Chagall vengono confiscate ai musei tedeschi.
Alcune figurano nell’asta tenuta alla Galerie Fischer di Lucerna nel 1939.
A Chagall non rimane che rifugiarsi in America.
Nel 1947 fa ritorno a Parigi, e nel 1949 si stabilisce a Vence.







Importanti mostre gli vengono dedicate dappertutto.
Inizia la lunga serie di decorazioni di grandi strutture pubbliche.
Nel 1962 disegna le vetrate per la sinagoga dello Hassadah Medical Center, presso Gerusalemme, e per la cattedrale di Metz.
Nel 1964 realizza le pitture del soffitto dell’Opéra di Parigi.
L’anno dopo è la volta delle grandi pitture murali sulla facciata della Metropolitan Opera House di New York.
Nel 1970 disegna le vetrate del coro e del rosone del Fraumenster di Zurigo.
Di poco successivo è il grande mosaico a Chicago.
Muore a Saint-Paul-de-Vence nel 1985. 
 
 
 
 
Il gran sole
 
 

IL SUO MONDO ARTISTICO


L’elemento onirico nelle sue opere non fa più capo ad un inconscio privato, quale poteva essere quello surrealista, ma ad un inconscio culturale e storico, una vera immersione che si materializza in forme fantastiche e colori straordinari.
Senza tarpare le ali dell’immaginazione, Chagall racconta la Storia. 
Con un’intensità unica ed appassionata.

 
 
 
  
Sogno d'amore
 
 

“L’arte mi sembra essere soprattutto uno stato d’animo”
 

Questo era per lui l’arte.


E cosa c’era nel suo animo di pittore?
Tanti mondi diversi: i ricordi d’ infanzia, trascorsa nel villaggio russo di Vitebsk, le tradizioni ebraiche della sua famiglia, e poi tante città.
soprattutto Pietroburgo, dove dipinse i primi quadri;
 
 
 
 

Circo 
 
 
Parigi poi, dove viene investito dalle novità delle avanguardie;
ed infine New York, vissuta da emigrato, con ancora negli occhi le tragedie della guerra.
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La passeggiata

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Tante immagini che però si fondono in uno stile inconfondibile, un armonioso insieme di tradizione e modernità ravvivato da colori fiabeschi, sempre in bilico tra sogno e realtà..

.

Sposi

 
 


Il mondo incantato di un pittore-poeta, che unisce le icone russe e il talmud, le geometrie cubiste e gli ardori futuristi, il teatro e la danza.
Un universo di immagini, simboli e favole firmato Marc Chagall.

 
 
 
 Chagall – Il viaggiatore 1917
 


Un'interessante analisi della sua arte , ed a mio parere condivisibile in toto, è quella che segue:
 
Una fiaba russa fatta di zar e dervisci, zingari suonatori di violino, asini e galli, dove ciò che è proibito nella quotidianità si avvera sulla tela, non per forza in seguito a catastrofi o tragici sconquassi, bensì, più felicemente, sulla scia dell'incanto e del piacere. La visione del pittore non sfida solo la legge di gravità e l'ordine classico dei piani spaziali, ma rovescia radicalmente i valori condivisi con furore rivoluzionario.”
 
 
«La Russia si copriva di ghiaccio.
Lenin l'ha messa sottosopra,
proprio come io ribalto i miei quadri»

 spiegava lo stesso Chagall negli Anni Venti.
 
 
 
Volare
 
 
 
 
A questa carica di morte e violenza fa però da contrappeso un'armonia fatta di musica e poesia
– secondo l'artista gli unici veri motori del cambiamento –,
come avviene in particolare in Resistenza-Resurrezione-Liberazione (il trittico della Rivoluzione).

Alessandro Masi (con qualche piccola modifica)

 
 


 
 
Testi ed immagini da vari siti web
Impaginazione, elaborazione e coordinam. Orso Tony 
 

 
CIAO DA TONY KOSPAN



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Marc Chagall.. pittore tra poesia e sogno – Breve biografia.. sintetica analisi artistica e vari capolavori   Leave a comment




La realtà rovesciata,
figlia del contrasto tra violenza ed armonia, 
che vola nel sogno con musica e poesia
appare esser il messaggio principale della sua arte.
 
 
 

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Gli amanti azzurri

 
 
 
Atmosfere oniriche e scenari fiabeschi. 

 Ma anche temi religiosi e il dramma dell’Olocausto.
 
Su tutto, la straordinaria forza del colore.
 
 
 
 
 Vitebsk 7.7.1887 – S. Paul de Vence 28.3.1985
 
 
  

MARC CHAGALL 
– PITTURA… POESIA E SOGNO –
 
 
Omaggio ad un grande artista del Novecento,
in un percorso di meraviglie che meraviglia.
.
Davvero bellissima la definizione che di lui diede Henry Miller
“Un poeta con le ali da pittore”



 
Omaggio  ad Apollinaire
 
 

BREVE BIOGRAFIA



Marc Chagall nasce a Liosno, presso Vitebsk nel 1887.
Dal 1906 al 1909 studia prima a Vitebsk, quindi Marc Chagall entra all’accademia di Pietroburgo, dove è allievo anche di Bakst.
Nel 1910 si trasferisce a Parigi. 
Qui conosce le nuove correnti del momento, particolarmente il Fauvismo e il Cubismo.
Si inserisce negli ambienti artistici d’avanguardia.
Frequenta tra gli altri Guillaume Apollinaire e Robert Delaunay.
Nel 1912 espone sia al Salon des Indépendants, che al Salon d’Automne. 
Delaunay lo fa conoscere al mercante berlinese Herwarth Walden, che nel 1914 gli allestisce una personale presso la sua galleria Der Sturm.



Carnevale notturno


Il sopraggiungere della guerra nel 1914 fa rientrare Marc Chagall a Vitebsk.
Qui fonda l’Istituto d’Arte, di cui è direttore fino al 1920, quando gli subentra Malevich.
Si trasferisce a Mosca. Inizia a realizzare le decorazioni per il teatro ebraico statale “Kamerny”.
Nel 1923 ritorna a Berlino e successivamente a Parigi.
Qui ristabilisce i contatti e conosce Ambroise Vollard, che gli commissiona l’illustrazione di vari libri.
Nel 1924 ha luogo una importante retrospettiva di Chagall presso la Galerie Barbazanges-Hodeberg. 
In seguito, effettua viaggi in Europa e anche in Palestina.
Nel 1933 presso il Kunstmuseum Marc Chagall ha luogo una grande retrospettiva.


 
Gli amanti



Ma quasi contemporaneamente avviene l’ascesa del nazismo al potere in Germania.
Tutte le opere di Chagall vengono confiscate ai musei tedeschi.
Alcune figurano nell’asta tenuta alla Galerie Fischer di Lucerna nel 1939.
A Chagall non rimane che rifugiarsi in America.
Nel 1947 fa ritorno a Parigi, e nel 1949 si stabilisce a Vence.







Importanti mostre gli vengono dedicate dappertutto.
Inizia la lunga serie di decorazioni di grandi strutture pubbliche.
Nel 1962 disegna le vetrate per la sinagoga dello Hassadah Medical Center, presso Gerusalemme, e per la cattedrale di Metz.
Nel 1964 realizza le pitture del soffitto dell’Opéra di Parigi.
L’anno dopo è la volta delle grandi pitture murali sulla facciata della Metropolitan Opera House di New York.
Nel 1970 disegna le vetrate del coro e del rosone del Fraumenster di Zurigo.
Di poco successivo è il grande mosaico a Chicago.
Muore a Saint-Paul-de-Vence nel 1985. 
 
 
 
 
Il gran sole
 
 

IL SUO MONDO ARTISTICO


L’elemento onirico nelle sue opere non fa più capo ad un inconscio privato, quale poteva essere quello surrealista, ma ad un inconscio culturale e storico, una vera immersione che si materializza in forme fantastiche e colori straordinari.
Senza tarpare le ali dell’immaginazione, Chagall racconta la Storia. 
Con un’intensità unica ed appassionata.

 
 
 
  
Sogno d’amore
 
 

“L’arte mi sembra essere soprattutto uno stato d’animo”
 

Questo era per lui l’arte.


E cosa c’era nel suo animo di pittore? 
Tanti mondi diversi: i ricordi d’ infanzia, trascorsa nel villaggio russo di Vitebsk, le tradizioni ebraiche della sua famiglia, e poi tante città.
soprattutto Pietroburgo, dove dipinse i primi quadri;
 
 
 
 

Circo 
 
 Parigi poi, dove viene investito dalle novità delle avanguardie;
ed infine New York, vissuta da emigrato, con ancora negli occhi le tragedie della guerra.
.


La passeggiata

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.
Tante immagini che però si fondono in uno stile inconfondibile, un armonioso insieme di tradizione e modernità ravvivato da colori fiabeschi, sempre in bilico tra sogno e realtà..

.

Sposi

 
 


Il mondo incantato di un pittore-poeta, che unisce le icone russe e il talmud, le geometrie cubiste e gli ardori futuristi, il teatro e la danza.
Un universo di immagini, simboli e favole firmato Marc Chagall.

 
 
 
 Chagall – Il viaggiatore 1917
 


Un’interessante analisi della sua arte , ed a mio parere condivisibile in toto, è quella che segue:
 
Una fiaba russa fatta di zar e dervisci, zingari suonatori di violino, asini e galli, dove ciò che è proibito nella quotidianità si avvera sulla tela, non per forza in seguito a catastrofi o tragici sconquassi, bensì, più felicemente, sulla scia dell’incanto e del piacere. 
La visione del pittore non sfida solo la legge di gravità e l’ordine classico dei piani spaziali, ma rovescia radicalmente i valori condivisi con furore rivoluzionario.”
 
 
«La Russia si copriva di ghiaccio.
Lenin l’ha messa sottosopra,
proprio come io ribalto i miei quadri»

 spiegava lo stesso Chagall negli Anni Venti.
 
 
 
Volare
 
 
A questa carica di morte e violenza fa però da contrappeso un’armonia fatta di musica e poesia
– secondo l’artista gli unici veri motori del cambiamento –,
come avviene in particolare in Resistenza-Resurrezione-Liberazione (il trittico della Rivoluzione).

Alessandro Masi (con qualche piccola modifica)

 
 


 
 
Testi ed immagini da vari siti web
Impaginazione, elaborazione e coordinam. Orso Tony 
 

 
CIAO DA TONY KOSPAN



Frecce (174)




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“Un ufficio di cotone a New Orleans” di Degas – Storia.. analisi e personaggi di un dipinto che va.. oltre l’arte   Leave a comment








Conosciamo Degas soprattutto come mitico pittore di ballerine, di balletti, di fantini, di donne al bagno etc. ma in realtà è stato soprattutto un pittore completo ed un notevole ritrattista.
Questo suo noto dipinto però, come vedremo, ci colpisce per diversi motivi e non solo artistici.
Degas, nato nel 1834 in una famiglia abbastanza ricca da madre creola e padre francese, è stato un noto impressionista indipendente (ma anche pittore realista, neoclassico e scultore).
In questa opera egli ci rivela diversi significativi aspetti del suo modo di concepire l’arte. 
L’opera è una finta istantanea che però coglie veri frammenti di vita di un ufficio americano dell’800 e, per molti, è il capolavoro che meglio rappresenta il capitalismo di quell’epoca.









LA STORIA DEL DIPINTO



Nel 1872 Degas, si reca a New Orleans, città d’origine della madre, dove da qualche anno già vivevano due dei suoi fratelli, René ed Achille, oltre ai parenti della madre.
Qui si innamora della città e dell’ambiente del sud degli Usa e vi rimane molto più a lungo del previsto dipingendo ritratti dei suoi familiari… cosa che però alla fine lo stancò perché si comportavano da modelli poco rispettosi del suo lavoro.
Ad un certo punto decise di dipingere l’ufficio, dove lavoravano i familiari, pensando di rivenderlo a qualche industriale del cotone britannico.








I PERSONAGGI DEL DIPINTO



– L’anziano signore con cilindro che saggia la qualità del cotone è lo zio del pittore, Michel Musson, suocero di suo fratello René e titolare del negozio.








– Il giovane semisdraiato sulla sedia che legge il giornale (unico aspetto impressionista del dipinto) è suo fratello René Degas.










– L’uomo con la giacca beige che parla con un cliente è un socio di Musson.








– Vicino al tavolo mentre osserva il cotone c’è William Bell, marito di Mathilde Musson.








– Sulla destra notiamo il ragioniere Livandais alle prese con i conti.








– Sullo sfondo a sinistra, appoggiato alla finestra e che guarda gli altri lavorare c’è infine Achille Degas l’altro suo fratello.








Come possiamo notare gli unici “sfaccendati” appaiono proprio i suoi fratelli.




BREVE ANALISI



Degas, oltre ad immortalare il lavoro di un ufficio del mercato del cotone, riunisce qui parte della sua famiglia con una serie di incisivi ritratti.
Benché il dipinto possa apparire un’istantanea casuale, in realtà nulla è lasciato al caso, a partire dalla composizione.
Gli abiti, quasi tutti neri, fanno sì che i personaggi spicchino in modo evidente e quasi “fuoriescano” dal dipinto.
Esaminandola nel complesso l’opera coinvolge lo spettatore che “sente” il fervore dell’attività del negozio (a parte i fratelli del pittore).
Infine Degas coglie magistralmente ed in pieno lo stile di un’azienda commerciale americana di fine ‘800 che è sì vivace ed attivo ma nel contempo anche senza stress e quasi amichevole.




Degas – Autoritratto




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PER CHI AMA LE ARTI FIGURATIVE
Frecce (174)
Ripped Note









Breve ricordo di Leonardo e… “Isabella d’Este”… l’ultimo dipinto attribuitogli   6 comments







Leonardo, come sappiamo, è stato 

un uomo di grandissimo ed universale ingegno in diversi ambiti del sapere, 

dalla pittura alla scultura, dall’architettura alle invenzioni, 

dalla scenografia all’anatomia, dalla musica alla scrittura… etc




La sua opera più nota – Monna Lisa (Partic.)



E’ anche unanimemente ritenuto uno dei più grandi geni di sempre.

Volendo quindi ricordarlo in modo completo non basterebbe certo un solo post, 

per cui mi limito a proporre questo post 

dedicato ad un dipinto da poco attribuitogli anche se tra molte polemiche.





Vinci 15.4.1452 – Amboise 2.5.1519




Spesso le opere di Leonardo presentano grandi misteri

(a partire dalla Gioconda)

ed anche questa, recentemente attribuitagli, non è da meno.


Ma stavolta i dubbi sono proprio sull’attribuzione

(alla fine dirò il mio pensiero)

anche se resta in ogni caso un’opera affascinante.



Isabella d’Este – Leonardo



IL DIPINTO DI ISABELLA D’ESTE

ECCEZIONALE RITROVAMENTO O INCERTA ATTRIBUZIONE?

LE PROVE… E LE POLEMICHE

a cura di Tony Kospan



Il dipinto ritrovato in caveau di una banca Svizzera quasi casualmente, tra le opere della collezione privata di una famiglia italiana che vive tra il Centro Italia e la Svizzera tedesca era tra i dipinti più ricercati ed un vero e proprio giallo della Storia dell’Arte.


C’era sì la prova della sua esistenza… ma erano 500 anni che gli storici dell’arte cercavano il ritratto leonardesco di Isabella d’Este per quasi 50 anni (dal 1490 al 1539) Marchesa di Mantova nonché tra le donne più famose ed interessanti del Rinascimento e dipinta anche da Tiziano.



 Isabella d’Este – Leonardo – Partic.



LE PROVE DELL’ESISTENZA DEL DIPINTO LEONARDESCO



1 – disegno preparatorio su cartone conservato al Museo del Louvre

2 – le lettere della Marchesa che chiedevano modifiche del colore

3 – notizie del 1517 di un quadro di Isabella nel castello di Blois.




Il bozzetto del Louvre



Ma il quadro trovato in un caveau svizzero è davvero quello che si cercava?

Beh per molti esperti non ci sono dubbi…

Lo confermerebbero queste prove scientifiche ed… artistiche.



LE “PROVE”  DELL’ATTRIBUZIONE A LEONARDO







1 – La prova del carbonio

2 – I pigmenti sono uguali a quelli utilizzati da Leonardo in altri dipinti

3 – Lo stile del Maestro

4 – La certificazione del prof. C. Pedretti massimo esperto di Leonardo

5 – La fedele riproposizione dell’immagine del bozzetto del Louvre con la sola aggiunta di corona e scettro.

6 – La visione con la fluorescenza mostra il libro.




Autoritratto



In verità il dipinto era stato ritrovato alcuni anni fa 
ma solo dopo una serie di approfonditi esami 
diversi esperti ne hanno confermato l’autenticità.




Isabella d’Este – Bozzetto e opera



Ma come si diceva diversi altri esperti 
contestano questa attribuzione ritenendo l’opera di allievi di Leonardo.



LE CONTESTAZIONI ALL’ATTRIBUZIONE



La foggia del vestito sarebbe stata non di moda nel 1514 ma lo era nel 1500;

Mancanza dei tipici chiaroscuri di Leonardo;

Dito indice eccessivamente lungo e quindi cosa assurda per un artista come Leonardo amante delle proporzioni e conoscitore del corpo umano;

Sia i drappeggi che i capelli appaiono duri e privi dei consueti volumi realizzati da genio fiorentino in altri dipinti… come questo che vediamo qui sotto.



Leonardo – La Vergine delle rocce (partic.)



UN MIO PERSONALE PENSIERO



Appaiono verosimili entrambe le tesi e quindi il dilemma sarebbe irrisolvibile.

Esaminiamo però alcuni punti incontrovertibili.

La rassomiglianza dell’opera con il dipinto preparatorio (conservato al Louvre) del 1499 creato da Leonardo durante un soggiorno a Mantova, ospite dei Gonzaga, dimostra la conoscenza del primo da parte degli autori del successivo dipinto.

Orbene le 2 tesi hanno un punto in comune evidenziato anche nell’analisi tecnica del dipinto.

Parlo della presenza accertata di più mani nella sua realizzazione.

Questo fa supporre che l’opera iniziata da Leonardo sia stata completata da allievi del Maestro i suoi “preferiti” Salai e Melzi e questo spiegherebbe le segnalate incongruenze.

Per questo la massima parte degli esperti (ed io con loro) quindi, pur con questi limiti, attribuiscono l’opera a Leonardo.

Tony Kospan



Frecce (104)







Festa in un giardino d’Albaro – Breve analisi del più noto e sorprendente dipinto del pittore ligure del ‘700 A. Magnasco   Leave a comment




A volte l’arte anticipa i movimenti della storia
interpretando le disfunzioni sociali di un’epoca.

Questo pittore genovese, Alessandro Magnasco, 
vissuto a cavallo tra il ‘600 ed il ‘700 
è stato un artista davvero particolare 
e soprattutto lontano dalle mode e dai temi dei suoi tempi.




Alessandro Magnasco (Genova, 4.2.1667 – Genova, 12.3.1749)



Il suo stile, di genere popolaresco,
è caratterizzato da pennellate dai colori contrastanti 
che creano immagini in chiaroscuro e personaggi distorti 
per cui è ritenuto anche un antesignano dell’Espressionismo.

I suoi dipinti mostrano spesso una critica chiara
dei costumi “allegri” del clero 
(soprattutto tra frati e suore)
e di quelli decadenti della società del suo tempo.





La dissipazione e l’ignoranza distruggono le arti e le scienze




Emblematico di queste sue tematiche è il suo dipinto più famoso 
“Trattenimento in un giardino d’Albaro” del 1740 
creato al suo ritorno a Genova dopo il periodo milanese.


Il dipinto ci mostra 2 diversissime scene divise da un muro diroccato.




Trattenimento in un giardino d’Albaro




La prima in alto e molto ampia
è una bella e completa veduta della valle del torrente Bisagno 
mentre la seconda, in basso un giardino della collina d’Albaro.
Se nella prima ampia scena paesaggistica, 
che occupa ampiamente
il dipinto nella parte alta, sembra dominare lo spirito illuminista 
nella seconda in basso, quasi nascosta, scopriamo
persone della nobiltà e del clero rilassarsi amabilmente.









E’ proprio qui che vien fuori lo spirito del Magnasco 
di forte critica al “paradiso dorato” di ecclesiastici e nobili 
mentre la massima parte del popolo è in sofferenza.

L’autore, che deve accontentare il ricco committente, 
riesce comunque ad inserire la sua critica
senza darlo molto a vedere.


Ma la critica c’è… eccome!




Il muro




Colpisce in modo forte infatti 
la separazione
tra la leggerezza del paesaggio e del tema 
un “allegro” intrattenimento tra nobili e prelati, 
con la tensione dura che è invece data
dai colori oscuri ed intensi 
con cui vengono dipinte
le persone in basso che sembrano divertirsi.

I soggetti poi appaiono per lo più vecchi, 
quasi mummie imparruccate dedite al relax 
e con i classici atteggiamenti formali del bel mondo.








Essi,  chiusi nei loro grandi privilegi, 
manifestano un assoluto disinteresse
per quel che avviene nel mondo oltre quel muro.

Ma ecco che in questo mondo falso ed artificiale
appare una scena viva e reale.









Un ragazzo del popolo, chiaramente vestito poveramente, 
sta scavalcando coraggiosamente quel muro scalcinato
 (pur esso emblema di un mondo vecchio che sta per finire).

Il ragazzo rappresenta la forza della realtà 
ed annuncia a tutti che quel mondo dorato e falso sta per finire.









Cinquanta anni dopo quel muro diroccato crollerà 
sotto i colpi di una rivoluzione che cambierà la storia
dell’Europa e del Mondo 
dando inizio ad una nuova epoca.


Tony Kospan




Copyright Tony Kospan

Vietata la copia del post senza indicazione dell’autore e del blog





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IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L’ARTE…
INSIEME
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Alessandro Magnasco (Genova, 4.2.1667 – Genova, 12.3.1749)


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Marc Chagall – Breve biografia.. una sintetica analisi della sua arte che vola tra poesia e sogno.. e vari suoi capolavori.   Leave a comment




La realtà rovesciata,
figlia del contrasto tra violenza ed armonia,
che vola nel sogno… con musica e poesia…
appare esser il messaggio principale della sua arte.

 
 
 

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Gli amanti azzurri

 
 
 
Atmosfere oniriche e scenari fiabeschi. 

 Ma anche temi religiosi e il dramma dell’Olocausto.
 Su tutto, la straordinaria forza del colore.

 
 
 
 
 Vitebsk 7.7.1887 – S. Paul de Vence 28.3.1985
 
 
 
MARC CHAGALL
– PITTURA… POESIA E SOGNO –
 
 
Omaggio ad un grande artista del Novecento,
in un percorso di meraviglie… che meraviglia.
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Davvero bellissima la definizione che di lui diede Henry Miller
“Un poeta con le ali da pittore”




Omaggio  ad Apollinaire
 
 

BREVE BIOGRAFIA


Marc Chagall nasce a Liosno, presso Vitebsk nel 1887.
Dal 1906 al 1909 studia prima a Vitebsk, quindi Marc Chagall entra all’accademia di Pietroburgo, dove è allievo anche di Bakst.
Nel 1910 si trasferisce a Parigi. 
Qui conosce le nuove correnti del momento, particolarmente il Fauvismo e il Cubismo.
Si inserisce negli ambienti artistici d’avanguardia.
Frequenta tra gli altri Guillaume Apollinaire e Robert Delaunay.
Nel 1912 espone sia al Salon des Indépendants, che al Salon d’Automne. Delaunay lo fa conoscere al mercante berlinese Herwarth Walden, che nel 1914 gli allestisce una personale presso la sua galleria Der Sturm.



Carnevale notturno


Il sopraggiungere della guerra nel 1914 fa rientrare Marc Chagall a Vitebsk.
Qui fonda l’Istituto d’Arte, di cui èdirettore fino al 1920, quando gli subentra Malevich.
Si trasferisce a Mosca. Inizia a realizzare le decorazioni per il teatro ebraico statale “Kamerny”.
Nel 1923 ritorna a Berlino e successivamente a Parigi.
Qui ristabilisce i contatti e conosce Ambroise Vollard, che gli commissiona l’illustrazione di vari libri.
Nel 1924 ha luogo una importante retrospettiva di Chagall presso la Galerie Barbazanges-Hodeberg. 
In seguito, effettua viaggi in Europa e anche in Palestina.
Nel 1933 presso il Kunstmuseum Marc Chagall ha luogo una grande retrospettiva.


 
Gli amanti



Ma quasi contemporaneamente avviene l’ascesa del nazismo al potere in Germania.
Tutte le opere di Chagall vengono confiscate ai musei tedeschi.
Alcune figurano nell’asta tenuta alla Galerie Fischer di Lucerna nel 1939.
A Chagall non rimane che rifugiarsi in America.
Nel 1947 fa ritorno a Parigi, e nel 1949 si stabilisce a Vence.







Importanti mostre gli vengono dedicate dappertutto.
Inizia la lunga serie di decorazioni di grandi strutture pubbliche.
Nel 1962 disegna le vetrate per la sinagoga dello Hassadah Medical Center, presso Gerusalemme, e per la cattedrale di Metz.
Nel 1964 realizza le pitture del soffitto dell’Opéra di Parigi.
L’anno dopo è la volta delle grandi pitture murali sulla facciata della Metropolitan Opera House di New York.
Nel 1970 disegna le vetrate del coro e del rosone del Fraumenster di Zurigo.
Di poco successivo è il grande mosaico a Chicago.
Muore a Saint-Paul-de-Vence nel 1985. 
 
 
 
 
Il gran sole
 
 

IL SUO MONDO ARTISTICO


L’elemento onirico nelle sue opere non fa più capo ad un inconscio privato, quale poteva essere quello surrealista, ma ad un inconscio culturale e storico, una vera immersione che si materializza in forme fantastiche e colori straordinari.
Senza tarpare le ali dell’immaginazione, Chagall racconta la Storia. 
Con un’intensità unica ed appassionata.

 
 
 
  
Sogno d'amore
 
 

“L’arte mi sembra essere soprattutto uno stato d’animo”
 

Questo era per lui l’arte.


E cosa c’era nel suo animo di pittore?
Tanti mondi diversi: i ricordi d’ infanzia, trascorsa nel villaggio russo di Vitebsk, le tradizioni ebraiche della sua famiglia, e poi tante città.
soprattutto Pietroburgo, dove dipinse i primi quadri;
 
 
 
 

Circo 
 
 
Parigi poi, dove viene investito dalle novità delle avanguardie;
ed infine New York, vissuta da emigrato, con ancora negli occhi le tragedie della guerra.
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La passeggiata

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Tante immagini che però si fondono in uno stile inconfondibile, un armonioso insieme di tradizione e modernità ravvivato da colori fiabeschi, sempre in bilico tra sogno e realtà..

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Sposi

 
 


Il mondo incantato di un pittore-poeta, che unisce le icone russe e il talmud, le geometrie cubiste e gli ardori futuristi, il teatro e la danza.
Un universo di immagini, simboli e favole firmato Marc Chagall.

 
 
 
 Chagall – Il viaggiatore 1917
 


Un'interessante analisi della sua arte , ed a mio parere condivisibile in toto, è quella che segue:
 
Una fiaba russa fatta di zar e dervisci, zingari suonatori di violino, asini e galli, dove ciò che è proibito nella quotidianità si avvera sulla tela, non per forza in seguito a catastrofi o tragici sconquassi, bensì, più felicemente, sulla scia dell'incanto e del piacere. La visione del pittore non sfida solo la legge di gravità e l'ordine classico dei piani spaziali, ma rovescia radicalmente i valori condivisi con furore rivoluzionario.”
 
 
«La Russia si copriva di ghiaccio.
Lenin l'ha messa sottosopra,
proprio come io ribalto i miei quadri»

 spiegava lo stesso Chagall negli Anni Venti.
 
 
 
Volare
 
 
 
 
A questa carica di morte e violenza fa però da contrappeso un'armonia fatta di musica e poesia
– secondo l'artista gli unici veri motori del cambiamento –,
come avviene in particolare in Resistenza-Resurrezione-Liberazione (il trittico della Rivoluzione).

Alessandro Masi (con qualche piccola modifica)

 
 


 
 
Testi ed immagini da vari siti web
Impaginazione, elaborazione e coordinam. Orso Tony 
 

 
CIAO DA TONY KOSPAN



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