Archivio per l'etichetta ‘ARTE E STORIA’
A volte l’arte anticipa i movimenti della storia
interpretando le disfunzioni sociali di un’epoca.
Questo pittore genovese, Alessandro Magnasco,
vissuto a cavallo tra il ‘600 ed il ‘700
è stato un artista davvero particolare
e soprattutto lontano dalle mode e dai temi dei suoi tempi.
Alessandro Magnasco (Genova, 4.2.1667 – Genova, 12.3.1749)
Il suo stile, di genere popolaresco,
è caratterizzato da pennellate dai colori contrastanti
che creano immagini in chiaroscuro e personaggi distorti
per cui è ritenuto anche un antesignano dell’Espressionismo.
I suoi dipinti mostrano spesso una critica chiara
dei costumi “allegri” del clero
(soprattutto tra frati e suore)
e di quelli decadenti della società del suo tempo.
La dissipazione e l’ignoranza distruggono le arti e le scienze
Emblematico di queste sue tematiche è il suo dipinto più famoso
“Trattenimento in un giardino d’Albaro” del 1740
creato al suo ritorno a Genova dopo il periodo milanese.
Il dipinto ci mostra 2 diversissime scene divise da un muro diroccato.
Trattenimento in un giardino d’Albaro
La prima in alto e molto ampia
è una bella e completa veduta della valle del torrente Bisagno
mentre la seconda, in basso un giardino della collina d’Albaro.
Se nella prima ampia scena paesaggistica,
che occupa ampiamente
il dipinto nella parte alta, sembra dominare lo spirito illuminista
nella seconda in basso, quasi nascosta, scopriamo
persone della nobiltà e del clero rilassarsi amabilmente.
E’ proprio qui che vien fuori lo spirito del Magnasco
di forte critica al “paradiso dorato” di ecclesiastici e nobili
mentre la massima parte del popolo è in sofferenza.
L’autore, che deve accontentare il ricco committente,
riesce comunque ad inserire la sua critica
senza darlo molto a vedere.
Ma la critica c’è… eccome!
Il muro
Colpisce in modo forte infatti
la separazione
tra la leggerezza del paesaggio e del tema
un “allegro” intrattenimento tra nobili e prelati,
con la tensione dura che è invece data
dai colori oscuri ed intensi
con cui vengono dipinte
le persone in basso che sembrano divertirsi.
I soggetti poi appaiono per lo più vecchi,
quasi mummie imparruccate dedite al relax
e con i classici atteggiamenti formali del bel mondo.
Essi, chiusi nei loro grandi privilegi,
manifestano un assoluto disinteresse
per quel che avviene nel mondo oltre quel muro.
Ma ecco che in questo mondo falso ed artificiale
appare una scena viva e reale.
Un ragazzo del popolo, chiaramente vestito poveramente,
sta scavalcando coraggiosamente quel muro scalcinato
(pur esso emblema di un mondo vecchio che sta per finire).
Il ragazzo rappresenta la forza della realtà
ed annuncia a tutti che quel mondo dorato e falso sta per finire.
Cinquanta anni dopo quel muro diroccato crollerà
sotto i colpi di una rivoluzione che cambierà la storia
dell’Europa e del Mondo
dando inizio ad una nuova epoca.
Tony Kospan
Copyright Tony Kospan
Vietata la copia del post senza indicazione dell’autore e del blog
IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L’ARTE…
INSIEME
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Alessandro Magnasco (Genova, 4.2.1667 – Genova, 12.3.1749)
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La realtà rovesciata,
figlia del contrasto tra violenza ed armonia,
che vola nel sogno con musica e poesia
appare esser il messaggio principale della sua arte.
.
Gli amanti azzurri
Atmosfere oniriche e scenari fiabeschi.
Ma anche temi religiosi e il dramma dell’Olocausto.
Su tutto, la straordinaria forza del colore.
Vitebsk 7.7.1887 – S. Paul de Vence 28.3.1985
MARC CHAGALL
– PITTURA… POESIA E SOGNO –
Omaggio ad un grande artista del Novecento,
in un percorso di meraviglie che meraviglia.
.
Davvero bellissima la definizione che di lui diede Henry Miller
“Un poeta con le ali da pittore”
Omaggio ad Apollinaire
BREVE BIOGRAFIA
Marc Chagall nasce a Liosno, presso Vitebsk nel 1887.
Dal 1906 al 1909 studia prima a Vitebsk, quindi Marc Chagall entra all’accademia di Pietroburgo, dove è allievo anche di Bakst.
Nel 1910 si trasferisce a Parigi.
Qui conosce le nuove correnti del momento, particolarmente il Fauvismo e il Cubismo.
Si inserisce negli ambienti artistici d’avanguardia.
Frequenta tra gli altri Guillaume Apollinaire e Robert Delaunay.
Nel 1912 espone sia al Salon des Indépendants, che al Salon d’Automne.
Delaunay lo fa conoscere al mercante berlinese Herwarth Walden, che nel 1914 gli allestisce una personale presso la sua galleria Der Sturm.
Carnevale notturno
Il sopraggiungere della guerra nel 1914 fa rientrare Marc Chagall a Vitebsk.
Qui fonda l’Istituto d’Arte, di cui è direttore fino al 1920, quando gli subentra Malevich.
Si trasferisce a Mosca. Inizia a realizzare le decorazioni per il teatro ebraico statale “Kamerny”.
Nel 1923 ritorna a Berlino e successivamente a Parigi.
Qui ristabilisce i contatti e conosce Ambroise Vollard, che gli commissiona l’illustrazione di vari libri.
Nel 1924 ha luogo una importante retrospettiva di Chagall presso la Galerie Barbazanges-Hodeberg.
In seguito, effettua viaggi in Europa e anche in Palestina.
Nel 1933 presso il Kunstmuseum Marc Chagall ha luogo una grande retrospettiva.
Gli amanti
Ma quasi contemporaneamente avviene l’ascesa del nazismo al potere in Germania.
Tutte le opere di Chagall vengono confiscate ai musei tedeschi.
Alcune figurano nell’asta tenuta alla Galerie Fischer di Lucerna nel 1939.
A Chagall non rimane che rifugiarsi in America.
Nel 1947 fa ritorno a Parigi, e nel 1949 si stabilisce a Vence.
Importanti mostre gli vengono dedicate dappertutto.
Inizia la lunga serie di decorazioni di grandi strutture pubbliche.
Nel 1962 disegna le vetrate per la sinagoga dello Hassadah Medical Center, presso Gerusalemme, e per la cattedrale di Metz.
Nel 1964 realizza le pitture del soffitto dell’Opéra di Parigi.
L’anno dopo è la volta delle grandi pitture murali sulla facciata della Metropolitan Opera House di New York.
Nel 1970 disegna le vetrate del coro e del rosone del Fraumenster di Zurigo.
Di poco successivo è il grande mosaico a Chicago.
Muore a Saint-Paul-de-Vence nel 1985.
Il gran sole
IL SUO MONDO ARTISTICO
L’elemento onirico nelle sue opere non fa più capo ad un inconscio privato, quale poteva essere quello surrealista, ma ad un inconscio culturale e storico, una vera immersione che si materializza in forme fantastiche e colori straordinari.
Senza tarpare le ali dell’immaginazione, Chagall racconta la Storia.
Con un’intensità unica ed appassionata.
Sogno d’amore
“L’arte mi sembra essere soprattutto uno stato d’animo”
Questo era per lui l’arte.
E cosa c’era nel suo animo di pittore?
Tanti mondi diversi: i ricordi d’ infanzia, trascorsa nel villaggio russo di Vitebsk, le tradizioni ebraiche della sua famiglia, e poi tante città.
soprattutto Pietroburgo, dove dipinse i primi quadri;

Circo
Parigi poi, dove viene investito dalle novità delle avanguardie;
ed infine New York, vissuta da emigrato, con ancora negli occhi le tragedie della guerra.
.
.
.
Tante immagini che però si fondono in uno stile inconfondibile, un armonioso insieme di tradizione e modernità ravvivato da colori fiabeschi, sempre in bilico tra sogno e realtà..
.

Sposi
Il mondo incantato di un pittore-poeta, che unisce le icone russe e il talmud, le geometrie cubiste e gli ardori futuristi, il teatro e la danza.
Un universo di immagini, simboli e favole firmato Marc Chagall.
Chagall – Il viaggiatore – 1917
Un’interessante analisi della sua arte , ed a mio parere condivisibile in toto, è quella che segue:
“Una fiaba russa fatta di zar e dervisci, zingari suonatori di violino, asini e galli, dove ciò che è proibito nella quotidianità si avvera sulla tela, non per forza in seguito a catastrofi o tragici sconquassi, bensì, più felicemente, sulla scia dell’incanto e del piacere.
La visione del pittore non sfida solo la legge di gravità e l’ordine classico dei piani spaziali, ma rovescia radicalmente i valori condivisi con furore rivoluzionario.”
«La Russia si copriva di ghiaccio.
Lenin l’ha messa sottosopra,
proprio come io ribalto i miei quadri»
spiegava lo stesso Chagall negli Anni Venti.
Volare
A questa carica di morte e violenza fa però da contrappeso un’armonia fatta di musica e poesia
– secondo l’artista gli unici veri motori del cambiamento –,
come avviene in particolare in Resistenza-Resurrezione-Liberazione (il trittico della Rivoluzione).
Alessandro Masi (con qualche piccola modifica)

Testi ed immagini da vari siti web
Impaginazione, elaborazione e coordinam. Orso Tony
CIAO DA TONY KOSPAN
..

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Conosciamo Degas soprattutto come mitico pittore di ballerine, di balletti, di fantini, di donne al bagno etc. ma in realtà è stato soprattutto un pittore completo ed un notevole ritrattista.
Questo suo noto dipinto però, come vedremo, ci colpisce per diversi motivi e non solo artistici.
Degas, nato nel 1834 in una famiglia abbastanza ricca da madre creola e padre francese, è stato un noto impressionista indipendente (ma anche pittore realista, neoclassico e scultore).
In questa opera egli ci rivela diversi significativi aspetti del suo modo di concepire l’arte.
L’opera è una finta istantanea che però coglie veri frammenti di vita di un ufficio americano dell’800 e, per molti, è il capolavoro che meglio rappresenta il capitalismo di quell’epoca.
LA STORIA DEL DIPINTO
Nel 1872 Degas, si reca a New Orleans, città d’origine della madre, dove da qualche anno già vivevano due dei suoi fratelli, René ed Achille, oltre ai parenti della madre.
Qui si innamora della città e dell’ambiente del sud degli Usa e vi rimane molto più a lungo del previsto dipingendo ritratti dei suoi familiari… cosa che però alla fine lo stancò perché si comportavano da modelli poco rispettosi del suo lavoro.
Ad un certo punto decise di dipingere l’ufficio, dove lavoravano i familiari, pensando di rivenderlo a qualche industriale del cotone britannico.
I PERSONAGGI DEL DIPINTO
– L’anziano signore con cilindro che saggia la qualità del cotone è lo zio del pittore, Michel Musson, suocero di suo fratello René e titolare del negozio.
– Il giovane semisdraiato sulla sedia che legge il giornale (unico aspetto impressionista del dipinto) è suo fratello René Degas.
– L’uomo con la giacca beige che parla con un cliente è un socio di Musson.
– Vicino al tavolo mentre osserva il cotone c’è William Bell, marito di Mathilde Musson.
– Sulla destra notiamo il ragioniere Livandais alle prese con i conti.
– Sullo sfondo a sinistra, appoggiato alla finestra e che guarda gli altri lavorare c’è infine Achille Degas l’altro suo fratello.
Come possiamo notare gli unici “sfaccendati” appaiono proprio i suoi fratelli.
BREVE ANALISI
Degas, oltre ad immortalare il lavoro di un ufficio del mercato del cotone, riunisce qui parte della sua famiglia con una serie di incisivi ritratti.
Benché il dipinto possa apparire un’istantanea casuale, in realtà nulla è lasciato al caso, a partire dalla composizione.
Gli abiti, quasi tutti neri, fanno sì che i personaggi spicchino in modo evidente e quasi “fuoriescano” dal dipinto.
Esaminandola nel complesso l’opera coinvolge lo spettatore che “sente” il fervore dell’attività del negozio (a parte i fratelli del pittore).
Infine Degas coglie magistralmente ed in pieno lo stile di un’azienda commerciale americana di fine ‘800 che è sì vivace ed attivo ma nel contempo anche senza stress e quasi amichevole.
Degas – Autoritratto
PER CHI AMA LE ARTI FIGURATIVE
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Leonardo, come sappiamo, è stato
un uomo di grandissimo ed universale ingegno in diversi ambiti del sapere,
dalla pittura alla scultura, dall’architettura alle invenzioni,
dalla scenografia all’anatomia, dalla musica alla scrittura… etc
La sua opera più nota – Monna Lisa (Partic.)
E’ anche unanimemente ritenuto uno dei più grandi geni di sempre.
Volendo quindi ricordarlo in modo completo non basterebbe certo un solo post,
per cui mi limito a proporre questo post
dedicato ad un dipinto da poco attribuitogli anche se tra molte polemiche.
Vinci 15.4.1452 – Amboise 2.5.1519
Spesso le opere di Leonardo presentano grandi misteri
(a partire dalla Gioconda)
ed anche questa, recentemente attribuitagli, non è da meno.
Ma stavolta i dubbi sono proprio sull’attribuzione
(alla fine dirò il mio pensiero)
anche se resta in ogni caso un’opera affascinante.
Isabella d’Este – Leonardo
IL DIPINTO DI ISABELLA D’ESTE
ECCEZIONALE RITROVAMENTO O INCERTA ATTRIBUZIONE?
LE PROVE… E LE POLEMICHE
a cura di Tony Kospan
Il dipinto ritrovato in caveau di una banca Svizzera quasi casualmente, tra le opere della collezione privata di una famiglia italiana che vive tra il Centro Italia e la Svizzera tedesca era tra i dipinti più ricercati ed un vero e proprio giallo della Storia dell’Arte.
C’era sì la prova della sua esistenza… ma erano 500 anni che gli storici dell’arte cercavano il ritratto leonardesco di Isabella d’Este per quasi 50 anni (dal 1490 al 1539) Marchesa di Mantova nonché tra le donne più famose ed interessanti del Rinascimento e dipinta anche da Tiziano.
Isabella d’Este – Leonardo – Partic.
LE PROVE DELL’ESISTENZA DEL DIPINTO LEONARDESCO
1 – disegno preparatorio su cartone conservato al Museo del Louvre
2 – le lettere della Marchesa che chiedevano modifiche del colore
3 – notizie del 1517 di un quadro di Isabella nel castello di Blois.
Il bozzetto del Louvre
Ma il quadro trovato in un caveau svizzero è davvero quello che si cercava?
Beh per molti esperti non ci sono dubbi…
Lo confermerebbero queste prove scientifiche ed… artistiche.
LE “PROVE” DELL’ATTRIBUZIONE A LEONARDO
1 – La prova del carbonio
2 – I pigmenti sono uguali a quelli utilizzati da Leonardo in altri dipinti
3 – Lo stile del Maestro
4 – La certificazione del prof. C. Pedretti massimo esperto di Leonardo
5 – La fedele riproposizione dell’immagine del bozzetto del Louvre con la sola aggiunta di corona e scettro.
6 – La visione con la fluorescenza mostra il libro.
Autoritratto
In verità il dipinto era stato ritrovato alcuni anni fa
ma solo dopo una serie di approfonditi esami
diversi esperti ne hanno confermato l’autenticità.
Isabella d’Este – Bozzetto e opera
Ma come si diceva diversi altri esperti
contestano questa attribuzione ritenendo l’opera di allievi di Leonardo.
LE CONTESTAZIONI ALL’ATTRIBUZIONE
La foggia del vestito sarebbe stata non di moda nel 1514 ma lo era nel 1500;
Mancanza dei tipici chiaroscuri di Leonardo;
Dito indice eccessivamente lungo e quindi cosa assurda per un artista come Leonardo amante delle proporzioni e conoscitore del corpo umano;
Sia i drappeggi che i capelli appaiono duri e privi dei consueti volumi realizzati da genio fiorentino in altri dipinti… come questo che vediamo qui sotto.
Leonardo – La Vergine delle rocce (partic.)
UN MIO PERSONALE PENSIERO
Appaiono verosimili entrambe le tesi e quindi il dilemma sarebbe irrisolvibile.
Esaminiamo però alcuni punti incontrovertibili.
La rassomiglianza dell’opera con il dipinto preparatorio (conservato al Louvre) del 1499 creato da Leonardo durante un soggiorno a Mantova, ospite dei Gonzaga, dimostra la conoscenza del primo da parte degli autori del successivo dipinto.
Orbene le 2 tesi hanno un punto in comune evidenziato anche nell’analisi tecnica del dipinto.
Parlo della presenza accertata di più mani nella sua realizzazione.
Questo fa supporre che l’opera iniziata da Leonardo sia stata completata da allievi del Maestro i suoi “preferiti” Salai e Melzi e questo spiegherebbe le segnalate incongruenze.
Per questo la massima parte degli esperti (ed io con loro) quindi, pur con questi limiti, attribuiscono l’opera a Leonardo.
Tony Kospan
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La realtà rovesciata,
figlia del contrasto tra violenza ed armonia,
che vola nel sogno… con musica e poesia…
appare esser il messaggio principale della sua arte.
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Gli amanti azzurri
Atmosfere oniriche e scenari fiabeschi.
Ma anche temi religiosi e il dramma dell’Olocausto.
Su tutto, la straordinaria forza del colore.
Vitebsk 7.7.1887 – S. Paul de Vence 28.3.1985
MARC CHAGALL
– PITTURA… POESIA E SOGNO –
Omaggio ad un grande artista del Novecento,
in un percorso di meraviglie… che meraviglia.
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Davvero bellissima la definizione che di lui diede Henry Miller…
“Un poeta con le ali da pittore”
Omaggio ad Apollinaire
BREVE BIOGRAFIA
Marc Chagall nasce a Liosno, presso Vitebsk nel 1887.
Dal 1906 al 1909 studia prima a Vitebsk, quindi Marc Chagall entra all’accademia di Pietroburgo, dove è allievo anche di Bakst.
Nel 1910 si trasferisce a Parigi.
Qui conosce le nuove correnti del momento, particolarmente il Fauvismo e il Cubismo.
Si inserisce negli ambienti artistici d’avanguardia.
Frequenta tra gli altri Guillaume Apollinaire e Robert Delaunay.
Nel 1912 espone sia al Salon des Indépendants, che al Salon d’Automne. Delaunay lo fa conoscere al mercante berlinese Herwarth Walden, che nel 1914 gli allestisce una personale presso la sua galleria Der Sturm.
Carnevale notturno
Il sopraggiungere della guerra nel 1914 fa rientrare Marc Chagall a Vitebsk.
Qui fonda l’Istituto d’Arte, di cui èdirettore fino al 1920, quando gli subentra Malevich.
Si trasferisce a Mosca. Inizia a realizzare le decorazioni per il teatro ebraico statale “Kamerny”.
Nel 1923 ritorna a Berlino e successivamente a Parigi.
Qui ristabilisce i contatti e conosce Ambroise Vollard, che gli commissiona l’illustrazione di vari libri.
Nel 1924 ha luogo una importante retrospettiva di Chagall presso la Galerie Barbazanges-Hodeberg.
In seguito, effettua viaggi in Europa e anche in Palestina.
Nel 1933 presso il Kunstmuseum Marc Chagall ha luogo una grande retrospettiva.
Gli amanti
Ma quasi contemporaneamente avviene l’ascesa del nazismo al potere in Germania.
Tutte le opere di Chagall vengono confiscate ai musei tedeschi.
Alcune figurano nell’asta tenuta alla Galerie Fischer di Lucerna nel 1939.
A Chagall non rimane che rifugiarsi in America.
Nel 1947 fa ritorno a Parigi, e nel 1949 si stabilisce a Vence.
Importanti mostre gli vengono dedicate dappertutto.
Inizia la lunga serie di decorazioni di grandi strutture pubbliche.
Nel 1962 disegna le vetrate per la sinagoga dello Hassadah Medical Center, presso Gerusalemme, e per la cattedrale di Metz.
Nel 1964 realizza le pitture del soffitto dell’Opéra di Parigi.
L’anno dopo è la volta delle grandi pitture murali sulla facciata della Metropolitan Opera House di New York.
Nel 1970 disegna le vetrate del coro e del rosone del Fraumenster di Zurigo.
Di poco successivo è il grande mosaico a Chicago.
Muore a Saint-Paul-de-Vence nel 1985.
Il gran sole
IL SUO MONDO ARTISTICO
L’elemento onirico nelle sue opere non fa più capo ad un inconscio privato, quale poteva essere quello surrealista, ma ad un inconscio culturale e storico, una vera immersione che si materializza in forme fantastiche e colori straordinari.
Senza tarpare le ali dell’immaginazione, Chagall racconta la Storia.
Con un’intensità unica ed appassionata.
Sogno d'amore
“L’arte mi sembra essere soprattutto uno stato d’animo”
Questo era per lui l’arte.
E cosa c’era nel suo animo di pittore?
Tanti mondi diversi: i ricordi d’ infanzia, trascorsa nel villaggio russo di Vitebsk, le tradizioni ebraiche della sua famiglia, e poi tante città.
soprattutto Pietroburgo, dove dipinse i primi quadri;

Circo
Parigi poi, dove viene investito dalle novità delle avanguardie;
ed infine New York, vissuta da emigrato, con ancora negli occhi le tragedie della guerra.
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Tante immagini che però si fondono in uno stile inconfondibile, un armonioso insieme di tradizione e modernità ravvivato da colori fiabeschi, sempre in bilico tra sogno e realtà..
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Sposi
Il mondo incantato di un pittore-poeta, che unisce le icone russe e il talmud, le geometrie cubiste e gli ardori futuristi, il teatro e la danza.
Un universo di immagini, simboli e favole firmato Marc Chagall.
Chagall – Il viaggiatore – 1917
Un'interessante analisi della sua arte , ed a mio parere condivisibile in toto, è quella che segue:
“Una fiaba russa fatta di zar e dervisci, zingari suonatori di violino, asini e galli, dove ciò che è proibito nella quotidianità si avvera sulla tela, non per forza in seguito a catastrofi o tragici sconquassi, bensì, più felicemente, sulla scia dell'incanto e del piacere. La visione del pittore non sfida solo la legge di gravità e l'ordine classico dei piani spaziali, ma rovescia radicalmente i valori condivisi con furore rivoluzionario.”
«La Russia si copriva di ghiaccio.
Lenin l'ha messa sottosopra,
proprio come io ribalto i miei quadri»
spiegava lo stesso Chagall negli Anni Venti.
Volare
A questa carica di morte e violenza fa però da contrappeso un'armonia fatta di musica e poesia
– secondo l'artista gli unici veri motori del cambiamento –,
come avviene in particolare in Resistenza-Resurrezione-Liberazione (il trittico della Rivoluzione).
Alessandro Masi (con qualche piccola modifica)

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Impaginazione, elaborazione e coordinam. Orso Tony
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La realtà rovesciata,
figlia del contrasto tra violenza ed armonia,
che vola nel sogno con musica e poesia
appare esser il messaggio principale della sua arte.
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Gli amanti azzurri
Atmosfere oniriche e scenari fiabeschi.
Ma anche temi religiosi e il dramma dell’Olocausto.
Su tutto, la straordinaria forza del colore.
Vitebsk 7.7.1887 – S. Paul de Vence 28.3.1985
MARC CHAGALL
– PITTURA… POESIA E SOGNO –
Omaggio ad un grande artista del Novecento,
in un percorso di meraviglie che meraviglia.
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Davvero bellissima la definizione che di lui diede Henry Miller
“Un poeta con le ali da pittore”
Omaggio ad Apollinaire
BREVE BIOGRAFIA
Marc Chagall nasce a Liosno, presso Vitebsk nel 1887.
Dal 1906 al 1909 studia prima a Vitebsk, quindi Marc Chagall entra all’accademia di Pietroburgo, dove è allievo anche di Bakst.
Nel 1910 si trasferisce a Parigi.
Qui conosce le nuove correnti del momento, particolarmente il Fauvismo e il Cubismo.
Si inserisce negli ambienti artistici d’avanguardia.
Frequenta tra gli altri Guillaume Apollinaire e Robert Delaunay.
Nel 1912 espone sia al Salon des Indépendants, che al Salon d’Automne.
Delaunay lo fa conoscere al mercante berlinese Herwarth Walden, che nel 1914 gli allestisce una personale presso la sua galleria Der Sturm.
Carnevale notturno
Il sopraggiungere della guerra nel 1914 fa rientrare Marc Chagall a Vitebsk.
Qui fonda l’Istituto d’Arte, di cui è direttore fino al 1920, quando gli subentra Malevich.
Si trasferisce a Mosca. Inizia a realizzare le decorazioni per il teatro ebraico statale “Kamerny”.
Nel 1923 ritorna a Berlino e successivamente a Parigi.
Qui ristabilisce i contatti e conosce Ambroise Vollard, che gli commissiona l’illustrazione di vari libri.
Nel 1924 ha luogo una importante retrospettiva di Chagall presso la Galerie Barbazanges-Hodeberg.
In seguito, effettua viaggi in Europa e anche in Palestina.
Nel 1933 presso il Kunstmuseum Marc Chagall ha luogo una grande retrospettiva.
Gli amanti
Ma quasi contemporaneamente avviene l’ascesa del nazismo al potere in Germania.
Tutte le opere di Chagall vengono confiscate ai musei tedeschi.
Alcune figurano nell’asta tenuta alla Galerie Fischer di Lucerna nel 1939.
A Chagall non rimane che rifugiarsi in America.
Nel 1947 fa ritorno a Parigi, e nel 1949 si stabilisce a Vence.
Importanti mostre gli vengono dedicate dappertutto.
Inizia la lunga serie di decorazioni di grandi strutture pubbliche.
Nel 1962 disegna le vetrate per la sinagoga dello Hassadah Medical Center, presso Gerusalemme, e per la cattedrale di Metz.
Nel 1964 realizza le pitture del soffitto dell’Opéra di Parigi.
L’anno dopo è la volta delle grandi pitture murali sulla facciata della Metropolitan Opera House di New York.
Nel 1970 disegna le vetrate del coro e del rosone del Fraumenster di Zurigo.
Di poco successivo è il grande mosaico a Chicago.
Muore a Saint-Paul-de-Vence nel 1985.
Il gran sole
IL SUO MONDO ARTISTICO
L’elemento onirico nelle sue opere non fa più capo ad un inconscio privato, quale poteva essere quello surrealista, ma ad un inconscio culturale e storico, una vera immersione che si materializza in forme fantastiche e colori straordinari.
Senza tarpare le ali dell’immaginazione, Chagall racconta la Storia.
Con un’intensità unica ed appassionata.
Sogno d’amore
“L’arte mi sembra essere soprattutto uno stato d’animo”
Questo era per lui l’arte.
E cosa c’era nel suo animo di pittore?
Tanti mondi diversi: i ricordi d’ infanzia, trascorsa nel villaggio russo di Vitebsk, le tradizioni ebraiche della sua famiglia, e poi tante città.
soprattutto Pietroburgo, dove dipinse i primi quadri;

Circo
Parigi poi, dove viene investito dalle novità delle avanguardie;
ed infine New York, vissuta da emigrato, con ancora negli occhi le tragedie della guerra.
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Tante immagini che però si fondono in uno stile inconfondibile, un armonioso insieme di tradizione e modernità ravvivato da colori fiabeschi, sempre in bilico tra sogno e realtà..
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Sposi
Il mondo incantato di un pittore-poeta, che unisce le icone russe e il talmud, le geometrie cubiste e gli ardori futuristi, il teatro e la danza.
Un universo di immagini, simboli e favole firmato Marc Chagall.
Chagall – Il viaggiatore – 1917
Un’interessante analisi della sua arte , ed a mio parere condivisibile in toto, è quella che segue:
“Una fiaba russa fatta di zar e dervisci, zingari suonatori di violino, asini e galli, dove ciò che è proibito nella quotidianità si avvera sulla tela, non per forza in seguito a catastrofi o tragici sconquassi, bensì, più felicemente, sulla scia dell’incanto e del piacere.
La visione del pittore non sfida solo la legge di gravità e l’ordine classico dei piani spaziali, ma rovescia radicalmente i valori condivisi con furore rivoluzionario.”
«La Russia si copriva di ghiaccio.
Lenin l’ha messa sottosopra,
proprio come io ribalto i miei quadri»
spiegava lo stesso Chagall negli Anni Venti.
Volare
A questa carica di morte e violenza fa però da contrappeso un’armonia fatta di musica e poesia
– secondo l’artista gli unici veri motori del cambiamento –,
come avviene in particolare in Resistenza-Resurrezione-Liberazione (il trittico della Rivoluzione).
Alessandro Masi (con qualche piccola modifica)

Testi ed immagini da vari siti web
Impaginazione, elaborazione e coordinam. Orso Tony
CIAO DA TONY KOSPAN
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Conosciamo Degas soprattutto come mitico pittore di ballerine, di balletti, di fantini, di donne al bagno etc. ma in realtà è stato soprattutto un pittore completo ed un notevole ritrattista.
Questo suo noto dipinto però, come vedremo, ci colpisce per diversi motivi e non solo artistici.
Degas, nato nel 1834 in una famiglia abbastanza ricca da madre creola e padre francese, è stato un noto impressionista indipendente (ma anche pittore realista, neoclassico e scultore).
In questa opera egli ci rivela diversi significativi aspetti del suo modo di concepire l’arte.
L’opera è una finta istantanea che però coglie veri frammenti di vita di un ufficio americano dell’800 e, per molti, è il capolavoro che meglio rappresenta il capitalismo di quell’epoca.
LA STORIA DEL DIPINTO
Nel 1872 Degas, si reca a New Orleans, città d’origine della madre, dove da qualche anno già vivevano due dei suoi fratelli, René ed Achille, oltre ai parenti della madre.
Qui si innamora della città e dell’ambiente del sud degli Usa e vi rimane molto più a lungo del previsto dipingendo ritratti dei suoi familiari… cosa che però alla fine lo stancò perché si comportavano da modelli poco rispettosi del suo lavoro.
Ad un certo punto decise di dipingere l’ufficio, dove lavoravano i familiari, pensando di rivenderlo a qualche industriale del cotone britannico.
I PERSONAGGI DEL DIPINTO
– L’anziano signore con cilindro che saggia la qualità del cotone è lo zio del pittore, Michel Musson, suocero di suo fratello René e titolare del negozio.
– Il giovane semisdraiato sulla sedia che legge il giornale (unico aspetto impressionista del dipinto) è suo fratello René Degas.
– L’uomo con la giacca beige che parla con un cliente è un socio di Musson.
– Vicino al tavolo mentre osserva il cotone c’è William Bell, marito di Mathilde Musson.
– Sulla destra notiamo il ragioniere Livandais alle prese con i conti.
– Sullo sfondo a sinistra, appoggiato alla finestra e che guarda gli altri lavorare c’è infine Achille Degas l’altro suo fratello.
Come possiamo notare gli unici “sfaccendati” appaiono proprio i suoi fratelli.
BREVE ANALISI
Degas, oltre ad immortalare il lavoro di un ufficio del mercato del cotone, riunisce qui parte della sua famiglia con una serie di incisivi ritratti.
Benché il dipinto possa apparire un’istantanea casuale, in realtà nulla è lasciato al caso, a partire dalla composizione.
Gli abiti, quasi tutti neri, fanno sì che i personaggi spicchino in modo evidente e quasi “fuoriescano” dal dipinto.
Esaminandola nel complesso l’opera coinvolge lo spettatore che “sente” il fervore dell’attività del negozio (a parte i fratelli del pittore).
Infine Degas coglie magistralmente ed in pieno lo stile di un’azienda commerciale americana di fine ‘800 che è sì vivace ed attivo ma nel contempo anche senza stress e quasi amichevole.
Degas – Autoritratto
PER CHI AMA LE ARTI FIGURATIVE
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Leonardo, come sappiamo, è stato
un uomo di grandissimo ed universale ingegno in diversi ambiti del sapere,
dalla pittura alla scultura, dall’architettura alle invenzioni,
dalla scenografia all’anatomia, dalla musica alla scrittura… etc
La sua opera più nota – Monna Lisa (Partic.)
E’ anche unanimemente ritenuto uno dei più grandi geni di sempre.
Volendo quindi ricordarlo in modo completo non basterebbe certo un solo post,
per cui mi limito a proporre questo post
dedicato ad un dipinto da poco attribuitogli anche se tra molte polemiche.
Vinci 15.4.1452 – Amboise 2.5.1519
Spesso le opere di Leonardo presentano grandi misteri
(a partire dalla Gioconda)
ed anche questa, recentemente attribuitagli, non è da meno.
Ma stavolta i dubbi sono proprio sull’attribuzione
(alla fine dirò il mio pensiero)
anche se resta in ogni caso un’opera affascinante.
Isabella d’Este – Leonardo
IL DIPINTO DI ISABELLA D’ESTE
ECCEZIONALE RITROVAMENTO O INCERTA ATTRIBUZIONE?
LE PROVE… E LE POLEMICHE
a cura di Tony Kospan
Il dipinto ritrovato in caveau di una banca Svizzera quasi casualmente, tra le opere della collezione privata di una famiglia italiana che vive tra il Centro Italia e la Svizzera tedesca era tra i dipinti più ricercati ed un vero e proprio giallo della Storia dell’Arte.
C’era sì la prova della sua esistenza… ma erano 500 anni che gli storici dell’arte cercavano il ritratto leonardesco di Isabella d’Este per quasi 50 anni (dal 1490 al 1539) Marchesa di Mantova nonché tra le donne più famose ed interessanti del Rinascimento e dipinta anche da Tiziano.
Isabella d’Este – Leonardo – Partic.
LE PROVE DELL’ESISTENZA DEL DIPINTO LEONARDESCO
1 – disegno preparatorio su cartone conservato al Museo del Louvre
2 – le lettere della Marchesa che chiedevano modifiche del colore
3 – notizie del 1517 di un quadro di Isabella nel castello di Blois.
Il bozzetto del Louvre
Ma il quadro trovato in un caveau svizzero è davvero quello che si cercava?
Beh per molti esperti non ci sono dubbi…
Lo confermerebbero queste prove scientifiche ed… artistiche.
LE “PROVE” DELL’ATTRIBUZIONE A LEONARDO
1 – La prova del carbonio
2 – I pigmenti sono uguali a quelli utilizzati da Leonardo in altri dipinti
3 – Lo stile del Maestro
4 – La certificazione del prof. C. Pedretti massimo esperto di Leonardo
5 – La fedele riproposizione dell’immagine del bozzetto del Louvre con la sola aggiunta di corona e scettro.
6 – La visione con la fluorescenza mostra il libro.
Autoritratto
In verità il dipinto era stato ritrovato alcuni anni fa
ma solo dopo una serie di approfonditi esami
diversi esperti ne hanno confermato l’autenticità.
Isabella d’Este – Bozzetto e opera
Ma come si diceva diversi altri esperti
contestano questa attribuzione ritenendo l’opera di allievi di Leonardo.
LE CONTESTAZIONI ALL’ATTRIBUZIONE
La foggia del vestito sarebbe stata non di moda nel 1514 ma lo era nel 1500;
Mancanza dei tipici chiaroscuri di Leonardo;
Dito indice eccessivamente lungo e quindi cosa assurda per un artista come Leonardo amante delle proporzioni e conoscitore del corpo umano;
Sia i drappeggi che i capelli appaiono duri e privi dei consueti volumi realizzati da genio fiorentino in altri dipinti… come questo che vediamo qui sotto.
Leonardo – La Vergine delle rocce (partic.)
UN MIO PERSONALE PENSIERO
Appaiono verosimili entrambe le tesi e quindi il dilemma sarebbe irrisolvibile.
Esaminiamo però alcuni punti incontrovertibili.
La rassomiglianza dell’opera con il dipinto preparatorio (conservato al Louvre) del 1499 creato da Leonardo durante un soggiorno a Mantova, ospite dei Gonzaga, dimostra la conoscenza del primo da parte degli autori del successivo dipinto.
Orbene le 2 tesi hanno un punto in comune evidenziato anche nell’analisi tecnica del dipinto.
Parlo della presenza accertata di più mani nella sua realizzazione.
Questo fa supporre che l’opera iniziata da Leonardo sia stata completata da allievi del Maestro i suoi “preferiti” Salai e Melzi e questo spiegherebbe le segnalate incongruenze.
Per questo la massima parte degli esperti (ed io con loro) quindi, pur con questi limiti, attribuiscono l’opera a Leonardo.
Tony Kospan
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A volte l’arte anticipa i movimenti della storia
interpretando le disfunzioni sociali di un’epoca.
Questo pittore genovese, Alessandro Magnasco,
vissuto a cavallo tra il ‘600 ed il ‘700
è stato un artista davvero particolare
e soprattutto lontano dalle mode e dai temi dei suoi tempi.
Alessandro Magnasco (Genova, 4.2.1667 – Genova, 12.3.1749)
Il suo stile, di genere popolaresco,
è caratterizzato da pennellate dai colori contrastanti
che creano immagini in chiaroscuro e personaggi distorti
per cui è ritenuto anche un antesignano dell’Espressionismo.
I suoi dipinti mostrano spesso una critica chiara
dei costumi “allegri” del clero
(soprattutto tra frati e suore)
e di quelli decadenti della società del suo tempo.
La dissipazione e l’ignoranza distruggono le arti e le scienze
Emblematico di queste sue tematiche è il suo dipinto più famoso
“Trattenimento in un giardino d’Albaro” del 1740
creato al suo ritorno a Genova dopo il periodo milanese.
Il dipinto ci mostra 2 diversissime scene divise da un muro diroccato.
Trattenimento in un giardino d’Albaro
La prima in alto e molto ampia
è una bella e completa veduta della valle del torrente Bisagno
mentre la seconda, in basso un giardino della collina d’Albaro.
Se nella prima ampia scena paesaggistica,
che occupa ampiamente
il dipinto nella parte alta, sembra dominare lo spirito illuminista
nella seconda in basso, quasi nascosta, scopriamo
persone della nobiltà e del clero rilassarsi amabilmente.
E’ proprio qui che vien fuori lo spirito del Magnasco
di forte critica al “paradiso dorato” di ecclesiastici e nobili
mentre la massima parte del popolo è in sofferenza.
L’autore, che deve accontentare il ricco committente,
riesce comunque ad inserire la sua critica
senza darlo molto a vedere.
Ma la critica c’è… eccome!
Il muro
Colpisce in modo forte infatti
la separazione
tra la leggerezza del paesaggio e del tema
un “allegro” intrattenimento tra nobili e prelati,
con la tensione dura che è invece data
dai colori oscuri ed intensi
con cui vengono dipinte
le persone in basso che sembrano divertirsi.
I soggetti poi appaiono per lo più vecchi,
quasi mummie imparruccate dedite al relax
e con i classici atteggiamenti formali del bel mondo.
Essi, chiusi nei loro grandi privilegi,
manifestano un assoluto disinteresse
per quel che avviene nel mondo oltre quel muro.
Ma ecco che in questo mondo falso ed artificiale
appare una scena viva e reale.
Un ragazzo del popolo, chiaramente vestito poveramente,
sta scavalcando coraggiosamente quel muro scalcinato
(pur esso emblema di un mondo vecchio che sta per finire).
Il ragazzo rappresenta la forza della realtà
ed annuncia a tutti che quel mondo dorato e falso sta per finire.
Cinquanta anni dopo quel muro diroccato crollerà
sotto i colpi di una rivoluzione che cambierà la storia
dell’Europa e del Mondo
dando inizio ad una nuova epoca.
Tony Kospan
Copyright Tony Kospan
Vietata la copia del post senza indicazione dell’autore e del blog
IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L’ARTE…
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Alessandro Magnasco (Genova, 4.2.1667 – Genova, 12.3.1749)
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La realtà rovesciata,
figlia del contrasto tra violenza ed armonia,
che vola nel sogno… con musica e poesia…
appare esser il messaggio principale della sua arte.
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Gli amanti azzurri
Atmosfere oniriche e scenari fiabeschi.
Ma anche temi religiosi e il dramma dell’Olocausto.
Su tutto, la straordinaria forza del colore.
Vitebsk 7.7.1887 – S. Paul de Vence 28.3.1985
MARC CHAGALL
– PITTURA… POESIA E SOGNO –
Omaggio ad un grande artista del Novecento,
in un percorso di meraviglie… che meraviglia.
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Davvero bellissima la definizione che di lui diede Henry Miller…
“Un poeta con le ali da pittore”
Omaggio ad Apollinaire
BREVE BIOGRAFIA
Marc Chagall nasce a Liosno, presso Vitebsk nel 1887.
Dal 1906 al 1909 studia prima a Vitebsk, quindi Marc Chagall entra all’accademia di Pietroburgo, dove è allievo anche di Bakst.
Nel 1910 si trasferisce a Parigi.
Qui conosce le nuove correnti del momento, particolarmente il Fauvismo e il Cubismo.
Si inserisce negli ambienti artistici d’avanguardia.
Frequenta tra gli altri Guillaume Apollinaire e Robert Delaunay.
Nel 1912 espone sia al Salon des Indépendants, che al Salon d’Automne. Delaunay lo fa conoscere al mercante berlinese Herwarth Walden, che nel 1914 gli allestisce una personale presso la sua galleria Der Sturm.
Carnevale notturno
Il sopraggiungere della guerra nel 1914 fa rientrare Marc Chagall a Vitebsk.
Qui fonda l’Istituto d’Arte, di cui èdirettore fino al 1920, quando gli subentra Malevich.
Si trasferisce a Mosca. Inizia a realizzare le decorazioni per il teatro ebraico statale “Kamerny”.
Nel 1923 ritorna a Berlino e successivamente a Parigi.
Qui ristabilisce i contatti e conosce Ambroise Vollard, che gli commissiona l’illustrazione di vari libri.
Nel 1924 ha luogo una importante retrospettiva di Chagall presso la Galerie Barbazanges-Hodeberg.
In seguito, effettua viaggi in Europa e anche in Palestina.
Nel 1933 presso il Kunstmuseum Marc Chagall ha luogo una grande retrospettiva.
Gli amanti
Ma quasi contemporaneamente avviene l’ascesa del nazismo al potere in Germania.
Tutte le opere di Chagall vengono confiscate ai musei tedeschi.
Alcune figurano nell’asta tenuta alla Galerie Fischer di Lucerna nel 1939.
A Chagall non rimane che rifugiarsi in America.
Nel 1947 fa ritorno a Parigi, e nel 1949 si stabilisce a Vence.
Importanti mostre gli vengono dedicate dappertutto.
Inizia la lunga serie di decorazioni di grandi strutture pubbliche.
Nel 1962 disegna le vetrate per la sinagoga dello Hassadah Medical Center, presso Gerusalemme, e per la cattedrale di Metz.
Nel 1964 realizza le pitture del soffitto dell’Opéra di Parigi.
L’anno dopo è la volta delle grandi pitture murali sulla facciata della Metropolitan Opera House di New York.
Nel 1970 disegna le vetrate del coro e del rosone del Fraumenster di Zurigo.
Di poco successivo è il grande mosaico a Chicago.
Muore a Saint-Paul-de-Vence nel 1985.
Il gran sole
IL SUO MONDO ARTISTICO
L’elemento onirico nelle sue opere non fa più capo ad un inconscio privato, quale poteva essere quello surrealista, ma ad un inconscio culturale e storico, una vera immersione che si materializza in forme fantastiche e colori straordinari.
Senza tarpare le ali dell’immaginazione, Chagall racconta la Storia.
Con un’intensità unica ed appassionata.
Sogno d'amore
“L’arte mi sembra essere soprattutto uno stato d’animo”
Questo era per lui l’arte.
E cosa c’era nel suo animo di pittore?
Tanti mondi diversi: i ricordi d’ infanzia, trascorsa nel villaggio russo di Vitebsk, le tradizioni ebraiche della sua famiglia, e poi tante città.
soprattutto Pietroburgo, dove dipinse i primi quadri;

Circo
Parigi poi, dove viene investito dalle novità delle avanguardie;
ed infine New York, vissuta da emigrato, con ancora negli occhi le tragedie della guerra.
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Tante immagini che però si fondono in uno stile inconfondibile, un armonioso insieme di tradizione e modernità ravvivato da colori fiabeschi, sempre in bilico tra sogno e realtà..
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Sposi
Il mondo incantato di un pittore-poeta, che unisce le icone russe e il talmud, le geometrie cubiste e gli ardori futuristi, il teatro e la danza.
Un universo di immagini, simboli e favole firmato Marc Chagall.
Chagall – Il viaggiatore – 1917
Un'interessante analisi della sua arte , ed a mio parere condivisibile in toto, è quella che segue:
“Una fiaba russa fatta di zar e dervisci, zingari suonatori di violino, asini e galli, dove ciò che è proibito nella quotidianità si avvera sulla tela, non per forza in seguito a catastrofi o tragici sconquassi, bensì, più felicemente, sulla scia dell'incanto e del piacere. La visione del pittore non sfida solo la legge di gravità e l'ordine classico dei piani spaziali, ma rovescia radicalmente i valori condivisi con furore rivoluzionario.”
«La Russia si copriva di ghiaccio.
Lenin l'ha messa sottosopra,
proprio come io ribalto i miei quadri»
spiegava lo stesso Chagall negli Anni Venti.
Volare
A questa carica di morte e violenza fa però da contrappeso un'armonia fatta di musica e poesia
– secondo l'artista gli unici veri motori del cambiamento –,
come avviene in particolare in Resistenza-Resurrezione-Liberazione (il trittico della Rivoluzione).
Alessandro Masi (con qualche piccola modifica)

Testi ed immagini da vari siti web
Impaginazione, elaborazione e coordinam. Orso Tony
CIAO DA TONY KOSPAN
PER LE NOVITA' DEL BLOG
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