Archivio per l'etichetta ‘arte del ‘500’
Una breve biografia…
un’ampia carrellata di opere sorprendenti
ed un’analisi della sua arte fantastica ed unica.

Rodolfo II in veste di Vertunno (partic.)
L’originalissimo artista milanese creava infatti le sue opere
con un collage di frutta, fiori, rami, conchiglie e pesci
e, pur con pochissimi (ma notissimi) dipinti,
ha un suo preciso posto nella storia dell’arte.
Arcimboldo
(Milano 5 aprile 1526 – Milano 11 luglio 1593)
ARCIMBOLDO
IL GENIO DELL’ARTE DELLA MERAVIGLIA
Flora
BREVE BIOGRAFIA
Arcimboldo nacque a Milano nel 1527
Il padre Biagio Arcimboldo o Arcimboldi era pittore presso il Duomo di Milano.
E’ ancora un problema irrisolto la versione corretta del nome dato che lo stesso Giuseppe si firmava in modo diverso di volta in volta.
L’origine del nome è alemanna e la storia del casato risale ai tempi di Carlo Magno al cui seguito c’era un nobiluomo d’origine alemanna Saitfrid Arcimboldi.
Il precoce contatto di Giuseppe con l’arte e la letteratura fu favorito dall’amicizia del padre con Bernardino Luini allievo di Leonardo da Vinci anche se non è documentato un contatto diretto con i due artisti.
In ogni modo grazie al Luini Arcimboldo ebbe l’opportunità di venire in possesso degli appunti e dei quaderni con gli schizzi di Leonardo.
Arcimboldo coltivò contatti anche con filosofi e altri scienziati dell’epoca e debuttò come pittore nel 1549 a soli 22 anni come aiutante del padre presso il Duomo di Milano per alcuni disegni per le vetrate.
Molti lo conoscono per le sue raffigurazioni di volti formati dagli oggetti più disparati come animali piante libri e altro ma presso la corte dell’imperatore Ferdinando I d’Austria dove visse per ben 25 anni fu molto ben veduto e ben pagato anche per molte sue altre invenzioni come giostre giochi e decorazioni per matrimoni e altre feste
Morì nel 1593 a Milano.
ALCUNE TRA LE SUE OPERE PIU’ NOTE
Come si può vedere esse sono spesso… in serie.
LE 4 STAGIONI

L’autunno

L’inverno

La primavera
L’estate
I 4 ELEMENTI

Aria (1566)

Fuoco (1566)

Terra (1570)

Acqua (1566)
UN’ANALISI DELLA SUA OPERA
Grazie a pochissimi quadri conosciuti da tutti, soprattutto attraverso ogni sorta di riproduzioni e rielaborazioni utilizzate nei contesti più diversi compresa la pubblicità, Arcimboldo è oggi sicuramente uno degli artisti più famosi della storia dell’arte.
L’aggettivo «arcimboldesco» è diventato sinonimo di bizzarro, stravagante, eccentrico, fantastico, sorprendente, immaginifico, surreale
Il «segreto» dello straordinario successo delle sue composizioni antropomorfe che appaiono come dei complicati puzzle (fatti di frutta, verdure, fiori, uccelli, pesci, conchiglie, o oggetti vari) sta nell’ambiguo e affascinante scarto, facilmente decodificabile con un po’ d’attenzione a una lettura immediata, fra l’osservazione dei particolari e dell’insieme unitario.
Tutto dipende dalla distanza da cui si osservano queste opere.

Bibliotecario

L’ortolano
A uno sguardo ravvicinato si è colpiti dalla brulicante e formicolante presenza di innumerevoli elementi dipinti con estrema precisione naturalistica, mentre da una prospettiva più distante il tutto si ricompatta per formare l’immagine strana ma assolutamente verosimigliante di teste (o più precisamente di mezzi busti) anche con accentuate connotazioni espressive, sia pure al limite del grottesco.
L’effetto paradossale e ambivalente (percettivamente reversibile) mette in gioco nel modo più spettacolare e intrigante, all’interno stesso del dipinto, una dialettica fra realtà e rappresentazione, fra mimesi e apparenza illusoria.

Il Giurista

Natura morta con fiori, frutta e verdura di stagione
A questo livello di fruizione della «magia» della pittura si ferma lo sguardo del grande pubblico, poco interessato, per lo più, a interpretazioni più complesse di ordine simbolico e allegorico legato al contesto storico culturale dell’epoca dell’artista.
In ogni caso si tratta di qualcosa di fondamentale, e perciò sempre attuale.
L’analisi dell’attualità dell’«Effetto Arcimboldo» che continua giustamente ad avere un enorme successo documenta l’influenza dell’opera dell’artista sulle generazioni seguenti, ma soprattutto sull’arte d’avanguardia ed in particolare su quella dadaista e surrealista.
Francesco Poli

Eva e la mela
UN PERSONALE PARERE
La sua arte bizzarra non ha alcun riferimento con la pittura del ‘500.
Alcuni vedono nella sua opera un’anticipazione del surrealismo ma la sua arte è animata da un vero ed assoluto piacere per il gioco caricaturale e scherzoso per prendere in giro la realtà… ma, a mio parere, in questo gioco il nostro mostra vera genialità se ancor oggi le immagini delle sue opere destano stupore e sono amatissime e ricercatissime nel web.

Allegoria dell’estate
Fonti web.. testo analisi Francesco Poli – impaginazione e rielaborazione by Tony Kospan
Ciao da Tony Kospan
IL SALOTTO DEGLI ARTISTI
E DI CHI AMA L’ARTE
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Il levriero
Questa che ora conosceremo
è una mini scultura che possiamo definire… poetica.
E’ opera di Benvenuto Cellini, nata senza commissione alcuna,
ma solo per pura fantasia e con l’unico intento di saggiare,
sia i materiali da utilizzare che il miglior sistema di fusione,
al fine di creare poi la mitica grande scultura del Perseo
di Piazza della Signoria a Firenze.
Perseo
Praticamente era solo una prova…
ed è raro che nelle prove si riesca a creare dei capolavori.
Ma invece il Cellini ci riesce.
Egli si sente, ed è, del tutto libero di creare senza alcun vincolo
se non la propria fantasia, il proprio piacere e la propria arte.
Chi ce lo dice?
Il Cellini stesso nel suo brogliaccio in cui annotava,
come su un diario, le sue cose:
“Lo illustrissimo signor duca Cosimo de’ Medici di Firenze
dé dare a dì 25 agosto scudi 10, sono per fattura e bronzo
di un cane di basso rilievo, di grandezza di mezzo braccio in circa.
Lo quale cane si fece per una pruova per conoscere le terre
per potere gittare il Perseo ed ebbelo Sua Eccellenza.”
La piccola scultura, “Levriero”
è custodita presso il Museo Nazionale del Bargello
a Firenze (cm.19×27,8) ed è del 1545 circa.
Il tipo di scultura, è un genere molto diffuso nel rinascimento.
Si tratta di placchette di metalli di vario tipo,
spesso anche preziosi,
e di varie forme, ma sempre piccole,
che si aggiungevano come ornamenti agli abiti dei nobili.
Esempio di placchetta
ANALISI DELLA PICCOLA OPERA
Vediamo un cane, un levriero,in particolare un Saluki (o Levriero persiano),
molto ricercato dai Signori dell’epoca per la sua bellezza,
velocità e resistenza
di origine antichissima ed originario del Medio Oriente.
Levrieri
Cellini ce lo rende… vero, vivo e sembra quasi che respiri.
Occupa interamente ed imperiosamente lo spazio all’interno della cornice
con la quale appare in perfetta sintonia e con cui sembra dialogare.
E’ nota la cura maniacale dei particolari che il Cellini,
valente orafo
oltre che grande scultore, metteva nelle sue opere
ed essa ci appare evidente anche in questo suo piccolo gioiello.
Perseo – Particolare
Tony Kospan
Fonti: Tomaso Montanari e diversi siti
IL TUO GRUPPO D’ARTE
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Una breve biografia…
un’ampia carrellata di opere sorprendenti
ed un’analisi della sua arte fantastica ed unica.

Rodolfo II in veste di Vertunno (partic.)
L’originalissimo artista milanese creava infatti le sue opere
con un collage di frutta, fiori, rami, conchiglie e pesci
e, pur con pochissimi (ma notissimi) dipinti,
ha un suo preciso posto nella storia dell’arte.
Arcimboldo
(Milano 5 aprile 1526 – Milano 11 luglio 1593)
ARCIMBOLDO
IL GENIO DELL’ARTE DELLA MERAVIGLIA
Flora
BREVE BIOGRAFIA
Arcimboldo nacque a Milano nel 1527
Il padre Biagio Arcimboldo o Arcimboldi era pittore presso il Duomo di Milano.
E’ ancora un problema irrisolto la versione corretta del nome dato che lo stesso Giuseppe si firmava in modo diverso di volta in volta.
L’origine del nome è alemanna e la storia del casato risale ai tempi di Carlo Magno al cui seguito c’era un nobiluomo d’origine alemanna Saitfrid Arcimboldi.
Il precoce contatto di Giuseppe con l’arte e la letteratura fu favorito dall’amicizia del padre con Bernardino Luini allievo di Leonardo da Vinci anche se non è documentato un contatto diretto con i due artisti.
In ogni modo grazie al Luini Arcimboldo ebbe l’opportunità di venire in possesso degli appunti e dei quaderni con gli schizzi di Leonardo.
Arcimboldo coltivò contatti anche con filosofi e altri scienziati dell’epoca e debuttò come pittore nel 1549 a soli 22 anni come aiutante del padre presso il Duomo di Milano per alcuni disegni per le vetrate.
Molti lo conoscono per le sue raffigurazioni di volti formati dagli oggetti più disparati come animali piante libri e altro ma presso la corte dell’imperatore Ferdinando I d’Austria dove visse per ben 25 anni fu molto ben veduto e ben pagato anche per molte sue altre invenzioni come giostre giochi e decorazioni per matrimoni e altre feste
Morì nel 1593 a Milano.
ALCUNE TRA LE SUE OPERE PIU’ NOTE
Come si può vedere esse sono spesso… in serie.
LE 4 STAGIONI

L’autunno

L’inverno

La primavera
L’estate
I 4 ELEMENTI

Aria (1566)

Fuoco (1566)

Terra (1570)

Acqua (1566)
UN’ANALISI DELLA SUA OPERA
Grazie a pochissimi quadri conosciuti da tutti, soprattutto attraverso ogni sorta di riproduzioni e rielaborazioni utilizzate nei contesti più diversi compresa la pubblicità, Arcimboldo è oggi sicuramente uno degli artisti più famosi della storia dell’arte.
L’aggettivo «arcimboldesco» è diventato sinonimo di bizzarro, stravagante, eccentrico, fantastico, sorprendente, immaginifico, surreale
Il «segreto» dello straordinario successo delle sue composizioni antropomorfe che appaiono come dei complicati puzzle (fatti di frutta, verdure, fiori, uccelli, pesci, conchiglie, o oggetti vari) sta nell’ambiguo e affascinante scarto, facilmente decodificabile con un po’ d’attenzione a una lettura immediata, fra l’osservazione dei particolari e dell’insieme unitario.
Tutto dipende dalla distanza da cui si osservano queste opere.

Bibliotecario

L’ortolano
A uno sguardo ravvicinato si è colpiti dalla brulicante e formicolante presenza di innumerevoli elementi dipinti con estrema precisione naturalistica, mentre da una prospettiva più distante il tutto si ricompatta per formare l’immagine strana ma assolutamente verosimigliante di teste (o più precisamente di mezzi busti) anche con accentuate connotazioni espressive, sia pure al limite del grottesco.
L’effetto paradossale e ambivalente (percettivamente reversibile) mette in gioco nel modo più spettacolare e intrigante, all’interno stesso del dipinto, una dialettica fra realtà e rappresentazione, fra mimesi e apparenza illusoria.

Il Giurista

Natura morta con fiori, frutta e verdura di stagione
A questo livello di fruizione della «magia» della pittura si ferma lo sguardo del grande pubblico, poco interessato, per lo più, a interpretazioni più complesse di ordine simbolico e allegorico legato al contesto storico culturale dell’epoca dell’artista.
In ogni caso si tratta di qualcosa di fondamentale, e perciò sempre attuale.
L’analisi dell’attualità dell’«Effetto Arcimboldo» che continua giustamente ad avere un enorme successo documenta l’influenza dell’opera dell’artista sulle generazioni seguenti, ma soprattutto sull’arte d’avanguardia ed in particolare su quella dadaista e surrealista.
Francesco Poli

Eva e la mela
UN PERSONALE PARERE
La sua arte bizzarra non ha alcun riferimento con la pittura del ‘500.
Alcuni vedono nella sua opera un’anticipazione del surrealismo ma la sua arte è animata da un vero ed assoluto piacere per il gioco caricaturale e scherzoso per prendere in giro la realtà… ma, a mio parere, in questo gioco il nostro mostra vera genialità se ancor oggi le immagini delle sue opere destano stupore e sono amatissime e ricercatissime nel web.

Allegoria dell’estate
Fonti web.. testo analisi Francesco Poli – impaginazione e rielaborazione by Tony Kospan
Ciao da Tony Kospan
IL SALOTTO DEGLI ARTISTI
E DI CHI AMA L’ARTE
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un’ampia carrellata di opere sorprendenti
ed un’analisi della sua arte fantastica ed unica.

Rodolfo II in veste di Vertunno (partic.)
L’originalissimo artista milanese creava infatti le sue opere
con un collage di frutta, fiori, rami, conchiglie e pesci
e, pur con pochissimi (ma notissimi) dipinti,
ha un suo preciso posto nella storia dell’arte.
Arcimboldo
(Milano 5 aprile 1526 – Milano 11 luglio 1593)
ARCIMBOLDO
IL GENIO DELL’ARTE DELLA MERAVIGLIA
Flora
BREVE BIOGRAFIA
Arcimboldo nacque a Milano nel 1527
Il padre Biagio Arcimboldo o Arcimboldi era pittore presso il Duomo di Milano.
E’ ancora un problema irrisolto la versione corretta del nome dato che lo stesso Giuseppe si firmava in modo diverso di volta in volta.
L’origine del nome è alemanna e la storia del casato risale ai tempi di Carlo Magno al cui seguito c’era un nobiluomo d’origine alemanna Saitfrid Arcimboldi.
Il precoce contatto di Giuseppe con l’arte e la letteratura fu favorito dall’amicizia del padre con Bernardino Luini allievo di Leonardo da Vinci anche se non è documentato un contatto diretto con i due artisti.
In ogni modo grazie al Luini Arcimboldo ebbe l’opportunità di venire in possesso degli appunti e dei quaderni con gli schizzi di Leonardo.
Arcimboldo coltivò contatti anche con filosofi e altri scienziati dell’epoca e debuttò come pittore nel 1549 a soli 22 anni come aiutante del padre presso il Duomo di Milano per alcuni disegni per le vetrate.
Molti lo conoscono per le sue raffigurazioni di volti formati dagli oggetti più disparati come animali piante libri e altro ma presso la corte dell’imperatore Ferdinando I d’Austria dove visse per ben 25 anni fu molto ben veduto e ben pagato anche per molte sue altre invenzioni come giostre giochi e decorazioni per matrimoni e altre feste
Morì nel 1593 a Milano.
ALCUNE TRA LE SUE OPERE PIU’ NOTE
Come si può vedere esse sono spesso… in serie.
LE 4 STAGIONI

L’autunno

L’inverno

La primavera
L’estate
I 4 ELEMENTI

Aria (1566)

Fuoco (1566)

Terra (1570)

Acqua (1566)
UN’ANALISI DELLA SUA OPERA
Grazie a pochissimi quadri conosciuti da tutti, soprattutto attraverso ogni sorta di riproduzioni e rielaborazioni utilizzate nei contesti più diversi compresa la pubblicità, Arcimboldo è oggi sicuramente uno degli artisti più famosi della storia dell’arte.
L’aggettivo «arcimboldesco» è diventato sinonimo di bizzarro, stravagante, eccentrico, fantastico, sorprendente, immaginifico, surreale
Il «segreto» dello straordinario successo delle sue composizioni antropomorfe che appaiono come dei complicati puzzle (fatti di frutta, verdure, fiori, uccelli, pesci, conchiglie, o oggetti vari) sta nell’ambiguo e affascinante scarto, facilmente decodificabile con un po’ d’attenzione a una lettura immediata, fra l’osservazione dei particolari e dell’insieme unitario.
Tutto dipende dalla distanza da cui si osservano queste opere.

Bibliotecario

L’ortolano
A uno sguardo ravvicinato si è colpiti dalla brulicante e formicolante presenza di innumerevoli elementi dipinti con estrema precisione naturalistica, mentre da una prospettiva più distante il tutto si ricompatta per formare l’immagine strana ma assolutamente verosimigliante di teste (o più precisamente di mezzi busti) anche con accentuate connotazioni espressive, sia pure al limite del grottesco.
L’effetto paradossale e ambivalente (percettivamente reversibile) mette in gioco nel modo più spettacolare e intrigante, all’interno stesso del dipinto, una dialettica fra realtà e rappresentazione, fra mimesi e apparenza illusoria.

Il Giurista

Natura morta con fiori, frutta e verdura di stagione
A questo livello di fruizione della «magia» della pittura si ferma lo sguardo del grande pubblico, poco interessato, per lo più, a interpretazioni più complesse di ordine simbolico e allegorico legato al contesto storico culturale dell’epoca dell’artista.
In ogni caso si tratta di qualcosa di fondamentale, e perciò sempre attuale.
L’analisi dell’attualità dell’«Effetto Arcimboldo» che continua giustamente ad avere un enorme successo documenta l’influenza dell’opera dell’artista sulle generazioni seguenti, ma soprattutto sull’arte d’avanguardia ed in particolare su quella dadaista e surrealista.
Francesco Poli

Eva e la mela
UN PERSONALE PARERE
La sua arte bizzarra non ha alcun riferimento con la pittura del ‘500.
Alcuni vedono nella sua opera un’anticipazione del surrealismo ma la sua arte è animata da un vero ed assoluto piacere per il gioco caricaturale e scherzoso per prendere in giro la realtà… ma, a mio parere, in questo gioco il nostro mostra vera genialità se ancor oggi le immagini delle sue opere destano stupore e sono amatissime e ricercatissime nel web.

Allegoria dell’estate
Fonti web.. testo analisi Francesco Poli – impaginazione e rielaborazione by Tony Kospan
Ciao da Tony Kospan
IL SALOTTO DEGLI ARTISTI
E DI CHI AMA L’ARTE
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.
.
.

Le sue opere hanno raggiunto vette insuperabili
e sono un vero grande patrimonio dell’arte occidentale
ed inoltre egli è quasi unanimemente considerato
il più grande artista di tutti i tempi.
Caprese Michelangelo 6.3.1475 – Roma 18.2.1564
MICHELANGELO BUONARROTI
a cura di Tony Kospan
Michelangelo, che ha segnato con la sua grandezza l’arte del “500′, è stato artista davvero poliedrico in quanto:
– scultore capace di opere che donano grandi emozioni,
– pittore di grandissimo talento
– apprezzato architetto
– poeta elegante molto apprezzato nelle Corti europee.
L’uomo invece era molto noto per il suo caratterino impetuoso ed irascibile verso tutti, compresi i suoi committenti.
Non si sposò mai né si conoscono suoi amori.
Tomba di Lorenzo dei Medici
La sua vita artistica si svolse quasi tutta tra Firenze e Roma.
.
.
.
.
Essendo impossibile mostrar qui tutte le sue opere
mi limiterò a mostrarne alcune… nei vari campi dell’arte
in cui operò… e sempre alla grande.
LO SCULTORE
La pietà
La scultura era per lui un’attività naturale
e quasi spontanea tanto vi era portato… fin da ragazzo
ed innumerevoli sono i suoi capolavori
di cui ricordo soprattutto il “David” e la “Pietà”.
IL PITTORE
Il Giudizio Universale (Cappella Sistina)
Qui doveva dar tirar fuori “sangue e dolore”
e grandi sforzi per raggiunger i risultati geniali
che conosciamo…
In particolare è memorabile l’immensa fantastica opera
trasfusa nella mitica Cappella Sistina
(la sala in cui si eleggono i Pontefici)
ed il Tondo Doni.
L’ARCHITETTO
.
.
.
.
Anche nell’architettura mostrò il suo immenso ingegno.
In questo campo ricordo in particolare
la mitica Cupola di San Pietro
e lo studio della Piazza del Campidoglio a Roma.
IL POETA
Cominciò a scrivere versi verso i 50 anni
e si sa anche che delle sue poesie non aveva
grande stima e le considerava “cose sciocche”.
Infatti non volle mai farle stampare.
Eppure sono ben più di 300 le sue composizioni.
In verità anche in esse possiamo ammirare
tutto il suo vigore scultoreo
pur con evidenti derivazioni petrarchesche.
Leggiamone due…
Michelangelo – L’aurora
CHI E’?
Chi è quel che per forza a te mi mena,
oilmè, oilmè, oilmè,
legato e stretto, e son libero e sciolto?
Se tu incateni altrui senza catena,
e senza mane o braccia m’hai raccolto,
chi mi difenderà dal tuo bel volto?
Michelangelo – La notte
O NOTTE
O Notte, o dolce tempo, benchè nero,
con pace ogn’opra sempre al fin assalta,
ben vede e ben intende chi t’esalta,
e chi t’onora ha l’intelletto intero.
Tu mozzi e tronchi ogni stanco pensiero,
che l’umid’ ombra e ogni quet’appalta,
e dell’infima parte alla più alta
in sogno spesso porti ov’ire spero.
O ombra del morir, per cui si ferma
ogni miseria all’alma, al cor nemica,
ultimo degli afflitti e buon rimedio,
tu rendi sana nostra carn’ inferma,
rasciugh’ i pianti e posi ogni fatica
e furi a chi ben vive ogni ira e tedio.
Sebastiano del Piombo – Michelangelo che indica i suoi disegni – 1520
Tony Kospan
IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE FIGURATIVA
(PITTURA, SCULTURA, FOTOGRAFIA E CINEMA)
Il Mosè
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Il Mosè
Le sue opere hanno raggiunto vette insuperabili
e sono un vero grande patrimonio dell’arte occidentale
ed inoltre egli è quasi unanimemente considerato
il più grande artista di tutti i tempi.
Caprese Michelangelo 6.3.1475 – Roma 18.2.1564
MICHELANGELO BUONARROTI
a cura di Tony Kospan
Michelangelo, che ha segnato con la sua grandezza l’arte del “500′, è stato artista davvero poliedrico in quanto:
– scultore capace di opere che donano grandi emozioni,
– pittore di grandissimo talento
– apprezzato architetto
– poeta elegante molto apprezzato nelle Corti europee.
L’uomo invece era molto noto per il suo caratterino impetuoso ed irascibile verso tutti, compresi i suoi committenti.
Non si sposò mai né si conoscono suoi amori.
Tomba di Lorenzo dei Medici
La sua vita artistica si svolse quasi tutta tra Firenze e Roma.
.
.
.
.
Essendo impossibile mostrar qui tutte le sue opere
mi limiterò a mostrarne alcune… nei vari campi dell’arte
in cui operò… e sempre alla grande.
LO SCULTORE
La pietà
La scultura era per lui un’attività naturale
e quasi spontanea tanto vi era portato… fin da ragazzo
ed innumerevoli sono i suoi capolavori
di cui ricordo soprattutto il “David” e la “Pietà”.
IL PITTORE
Il Giudizio Universale (Cappella Sistina)
Qui doveva dar tirar fuori “sangue e dolore”
e grandi sforzi per raggiunger i risultati geniali
che conosciamo…
In particolare è memorabile l’immensa fantastica opera
trasfusa nella mitica Cappella Sistina
(la sala in cui si eleggono i Pontefici)
ed il Tondo Doni.
L’ARCHITETTO
.
.
.
.
Anche nell’architettura mostrò il suo immenso ingegno.
In questo campo ricordo in particolare
la mitica Cupola di San Pietro
e lo studio della Piazza del Campidoglio a Roma.
IL POETA
Cominciò a scrivere versi verso i 50 anni
e si sa anche che delle sue poesie non aveva
grande stima e le considerava “cose sciocche”.
Infatti non volle mai farle stampare.
Eppure sono ben più di 300 le sue composizioni.
In verità anche in esse possiamo ammirare
tutto il suo vigore scultoreo
pur con evidenti derivazioni petrarchesche.
Leggiamone due…
Michelangelo – L’aurora
CHI E’?
Chi è quel che per forza a te mi mena,
oilmè, oilmè, oilmè,
legato e stretto, e son libero e sciolto?
Se tu incateni altrui senza catena,
e senza mane o braccia m’hai raccolto,
chi mi difenderà dal tuo bel volto?
Michelangelo – La notte
O NOTTE
O Notte, o dolce tempo, benchè nero,
con pace ogn’opra sempre al fin assalta,
ben vede e ben intende chi t’esalta,
e chi t’onora ha l’intelletto intero.
Tu mozzi e tronchi ogni stanco pensiero,
che l’umid’ ombra e ogni quet’appalta,
e dell’infima parte alla più alta
in sogno spesso porti ov’ire spero.
O ombra del morir, per cui si ferma
ogni miseria all’alma, al cor nemica,
ultimo degli afflitti e buon rimedio,
tu rendi sana nostra carn’ inferma,
rasciugh’ i pianti e posi ogni fatica
e furi a chi ben vive ogni ira e tedio.
Sebastiano del Piombo – Michelangelo che indica i suoi disegni – 1520
Tony Kospan
IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE FIGURATIVA
(PITTURA, SCULTURA, FOTOGRAFIA E CINEMA)
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Nereidi – Tritoni e putti
Un Pittore bizzarro nell’età di Dürer e Raffaello
solo di recente riscoperto e rivalutato.
Se lo cercate nei libri di Storia dell’Arte di qualche anno fa
stentate a trovarlo o non lo trovate proprio.

Pur essendo noto ed amato nella Bologna dei suoi tempi
era ormai caduto in un oblio quasi totale.
Poi pian piano la sua arte… “controcorrente”
ha iniziato ad avere sempre più estimatori
soprattutto tra i critici d’arte.

Autoritratto giovanile
BREVE BIOGRAFIA
Nato fra il 1474 ed il 1475 Amico era figlio di Giovanni Antonio Aspertini pittore abbastanza noto a Bologna verso la fine del ‘400.
Fin da piccolo fu indirizzato, insieme al fratello, verso lo studio della pittura.
Nei suoi inizi si evidenzia uno stile dolce e classicheggiante.
A seguito di un un viaggio a Roma, ed in particolare dopo la visione delle grotte della “Domus Aurea”, arrivò ad una interpretazione cd. “anticlassica” del mondo antico che traspose nelle sue opere bolognesi del 1506 (affreschi di S. Cecilia) e che, rappresentando una rottura delle mode dell’epoca, lo resero famoso.

Adorazione
A Lucca, fra il 1508 e il 1509, operò nella chiesa di S. Frediano in cui eseguì una serie di stupendi affreschi… tra cui la “Madonna col Bambino tra i santi“.
*Il dipinto appare immerso in una luce strana quasi crepuscolare, nel paesaggio poi si notano dei combattimenti ed in alto dei putti mantengono un drappo.
Questi particolari, insieme al resto dell’opera, donano una sensazione fantastica.
Ormai il suo stile “anticlassico” era divenuto sempre più evidente e deciso… ma ciò non vuol dire che non amasse il mondo classico ma semplicemente che amava reinterpretarlo a modo suo come si può notare dai monumenti e dalle rovine da lui dipinti.
Morì nel 1552.
Ragazzo con canestro di fiori
L’UOMO ASPERTINI
Definito dal Vasari “Uomo capriccioso e di bizzarro cervello”, e super stravagante, da altri suoi contemporanei, il bolognese Aspertini viaggiò molto (Venezia, Firenze, Lucca, Mantova e soprattutto Roma) ed arricchì sempre in tal modo le sue conoscenze grazie alla visione di opere antiche e dei suoi tempi.
In particolare amava l’arte tedesca e soprattutto le opere di Durer.
L’ARTISTA
Era un pittore “ambidestro”, cioè capace di dipingere contemporaneamente con entrambe le mani, ed era anche molto versatile dato che fu autore, oltre che di dipinti, anche di sculture, disegni ed affreschi.

Oratorio di Santa Cecilia
Nonostante sia stato solo da poco rivalutato, oggi è un artista molto amato da diversi critici, e soprattutto dal pubblico, per le “stranezze espressive delle figure” e per i suoi paesaggi in cui insieme ad un misto di classicismo e naturalismo appare forte anche una componente onirica.
Da molti è considerato un anticipatore del neoclassicismo e del manierismo.
QUALCHE ALTRA SUA OPERA

Deposizione di Cristo

Santa donna con libro

S. Cassiano
Fonti: vari siti web – Impaginazione Orso Tony
IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE FIGURATIVA
(PITTURA, SCULTURA, FOTOGRAFIA E CINEMA)
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Una breve biografia…
un’ampia carrellata di opere sorprendenti
ed un’analisi della sua arte fantastica ed unica.

Rodolfo II in veste di Vertunno (partic.)
L’originalissimo artista milanese creava infatti le sue opere
con un collage di frutta, fiori, rami, conchiglie e pesci
e, pur con pochissimi (ma notissimi) dipinti,
ha un suo preciso posto nella storia dell’arte.
Arcimboldo
(Milano 5 aprile 1526 – Milano 11 luglio 1593)
ARCIMBOLDO
IL GENIO DELL’ARTE DELLA MERAVIGLIA
Flora
BREVE BIOGRAFIA
Arcimboldo nacque a Milano nel 1527
Il padre Biagio Arcimboldo o Arcimboldi era pittore presso il Duomo di Milano.
E’ ancora un problema irrisolto la versione corretta del nome dato che lo stesso Giuseppe si firmava in modo diverso di volta in volta.
L’origine del nome è alemanna e la storia del casato risale ai tempi di Carlo Magno al cui seguito c’era un nobiluomo d’origine alemanna Saitfrid Arcimboldi.
Il precoce contatto di Giuseppe con l’arte e la letteratura fu favorito dall’amicizia del padre con Bernardino Luini allievo di Leonardo da Vinci anche se non è documentato un contatto diretto con i due artisti.
In ogni modo grazie al Luini Arcimboldo ebbe l’opportunità di venire in possesso degli appunti e dei quaderni con gli schizzi di Leonardo.
Arcimboldo coltivò contatti anche con filosofi e altri scienziati dell’epoca e debuttò come pittore nel 1549 a soli 22 anni come aiutante del padre presso il Duomo di Milano per alcuni disegni per le vetrate.
Molti lo conoscono per le sue raffigurazioni di volti formati dagli oggetti più disparati come animali piante libri e altro ma presso la corte dell’imperatore Ferdinando I d’Austria dove visse per ben 25 anni fu molto ben veduto e ben pagato anche per molte sue altre invenzioni come giostre giochi e decorazioni per matrimoni e altre feste
Morì nel 1593 a Milano.
ALCUNE TRA LE SUE OPERE PIU’ NOTE
Come si può vedere esse sono spesso… in serie.
LE 4 STAGIONI

L’autunno

L’inverno

La primavera
L’estate
I 4 ELEMENTI

Aria (1566)

Fuoco (1566)

Terra (1570)

Acqua (1566)
UN’ANALISI DELLA SUA OPERA
Grazie a pochissimi quadri conosciuti da tutti, soprattutto attraverso ogni sorta di riproduzioni e rielaborazioni utilizzate nei contesti più diversi compresa la pubblicità, Arcimboldo è oggi sicuramente uno degli artisti più famosi della storia dell’arte.
L’aggettivo «arcimboldesco» è diventato sinonimo di bizzarro, stravagante, eccentrico, fantastico, sorprendente, immaginifico, surreale
Il «segreto» dello straordinario successo delle sue composizioni antropomorfe che appaiono come dei complicati puzzle (fatti di frutta, verdure, fiori, uccelli, pesci, conchiglie, o oggetti vari) sta nell’ambiguo e affascinante scarto, facilmente decodificabile con un po’ d’attenzione a una lettura immediata, fra l’osservazione dei particolari e dell’insieme unitario.
Tutto dipende dalla distanza da cui si osservano queste opere.

Bibliotecario

L’ortolano
A uno sguardo ravvicinato si è colpiti dalla brulicante e formicolante presenza di innumerevoli elementi dipinti con estrema precisione naturalistica, mentre da una prospettiva più distante il tutto si ricompatta per formare l’immagine strana ma assolutamente verosimigliante di teste (o più precisamente di mezzi busti) anche con accentuate connotazioni espressive, sia pure al limite del grottesco.
L’effetto paradossale e ambivalente (percettivamente reversibile) mette in gioco nel modo più spettacolare e intrigante, all’interno stesso del dipinto, una dialettica fra realtà e rappresentazione, fra mimesi e apparenza illusoria.

Il Giurista

Natura morta con fiori, frutta e verdura di stagione
A questo livello di fruizione della «magia» della pittura si ferma lo sguardo del grande pubblico, poco interessato, per lo più, a interpretazioni più complesse di ordine simbolico e allegorico legato al contesto storico culturale dell’epoca dell’artista.
In ogni caso si tratta di qualcosa di fondamentale, e perciò sempre attuale.
L’analisi dell’attualità dell’«Effetto Arcimboldo» che continua giustamente ad avere un enorme successo documenta l’influenza dell’opera dell’artista sulle generazioni seguenti, ma soprattutto sull’arte d’avanguardia ed in particolare su quella dadaista e surrealista.
Francesco Poli

Eva e la mela
UN PERSONALE PARERE
La sua arte bizzarra non ha alcun riferimento con la pittura del ‘500.
Alcuni vedono nella sua opera un’anticipazione del surrealismo ma la sua arte è animata da un vero ed assoluto piacere per il gioco caricaturale e scherzoso per prendere in giro la realtà… ma, a mio parere, in questo gioco il nostro mostra vera genialità se ancor oggi le immagini delle sue opere destano stupore e sono amatissime e ricercatissime nel web.

Allegoria dell’estate
Fonti web.. testo analisi Francesco Poli – impaginazione e rielaborazione by Tony Kospan
Ciao da Tony Kospan
IL SALOTTO DEGLI ARTISTI
E DI CHI AMA L’ARTE
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Il levriero
Questa che ora conosceremo
è una mini scultura che possiamo definire… poetica.
E’ opera di Benvenuto Cellini, nata senza commissione alcuna,
ma solo per pura fantasia e con l’unico intento di saggiare,
sia i materiali da utilizzare che il miglior sistema di fusione,
al fine di creare poi la mitica grande scultura del Perseo
di Piazza della Signoria a Firenze.
Perseo
Praticamente era solo una prova…
ed è raro che nelle prove si riesca a creare dei capolavori.
Ma invece il Cellini ci riesce.
Egli si sente, ed è, del tutto libero di creare senza alcun vincolo
se non la propria fantasia, il proprio piacere e la propria arte.
Chi ce lo dice?
Il Cellini stesso nel suo brogliaccio in cui annotava,
come su un diario, le sue cose:
“Lo illustrissimo signor duca Cosimo de’ Medici di Firenze
dé dare a dì 25 agosto scudi 10, sono per fattura e bronzo
di un cane di basso rilievo, di grandezza di mezzo braccio in circa.
Lo quale cane si fece per una pruova per conoscere le terre
per potere gittare il Perseo ed ebbelo Sua Eccellenza.”
La piccola scultura, “Levriero”
è custodita presso il Museo Nazionale del Bargello
a Firenze (cm.19×27,8) ed è del 1545 circa.
Il tipo di scultura, è un genere molto diffuso nel rinascimento.
Si tratta di placchette di metalli di vario tipo,
spesso anche preziosi,
e di varie forme, ma sempre piccole,
che si aggiungevano come ornamenti agli abiti dei nobili.
Esempio di placchetta
ANALISI DELLA PICCOLA OPERA
Vediamo un cane, un levriero,in particolare un Saluki (o Levriero persiano),
molto ricercato dai Signori dell’epoca per la sua bellezza,
velocità e resistenza
di origine antichissima ed originario del Medio Oriente.
Levrieri
Cellini ce lo rende… vero, vivo e sembra quasi che respiri.
Occupa interamente ed imperiosamente lo spazio all’interno della cornice
con la quale appare in perfetta sintonia e con cui sembra dialogare.
E’ nota la cura maniacale dei particolari che il Cellini,
valente orafo
oltre che grande scultore, metteva nelle sue opere
ed essa ci appare evidente anche in questo suo piccolo gioiello.
Perseo – Particolare
Tony Kospan
Fonti: Tomaso Montanari e diversi siti
IL TUO GRUPPO D’ARTE
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Una breve biografia…
un’ampia carrellata di opere sorprendenti
ed un’analisi della sua arte fantastica ed unica.

Rodolfo II in veste di Vertunno (partic.)
L’originalissimo artista milanese creava infatti le sue opere
con un collage di frutta, fiori, rami, conchiglie e pesci
e, pur con pochissimi (ma notissimi) dipinti,
ha un suo preciso posto nella storia dell’arte.
Arcimboldo
(Milano 5 aprile 1526 – Milano 11 luglio 1593)
ARCIMBOLDO
IL GENIO DELL’ARTE DELLA MERAVIGLIA
Flora
BREVE BIOGRAFIA
Arcimboldo nacque a Milano nel 1527
Il padre Biagio Arcimboldo o Arcimboldi era pittore presso il Duomo di Milano.
E’ ancora un problema irrisolto la versione corretta del nome dato che lo stesso Giuseppe si firmava in modo diverso di volta in volta.
L’origine del nome è alemanna e la storia del casato risale ai tempi di Carlo Magno al cui seguito c’era un nobiluomo d’origine alemanna Saitfrid Arcimboldi.
Il precoce contatto di Giuseppe con l’arte e la letteratura fu favorito dall’amicizia del padre con Bernardino Luini allievo di Leonardo da Vinci anche se non è documentato un contatto diretto con i due artisti.
In ogni modo grazie al Luini Arcimboldo ebbe l’opportunità di venire in possesso degli appunti e dei quaderni con gli schizzi di Leonardo.
Arcimboldo coltivò contatti anche con filosofi e altri scienziati dell’epoca e debuttò come pittore nel 1549 a soli 22 anni come aiutante del padre presso il Duomo di Milano per alcuni disegni per le vetrate.
Molti lo conoscono per le sue raffigurazioni di volti formati dagli oggetti più disparati come animali piante libri e altro ma presso la corte dell’imperatore Ferdinando I d’Austria dove visse per ben 25 anni fu molto ben veduto e ben pagato anche per molte sue altre invenzioni come giostre giochi e decorazioni per matrimoni e altre feste
Morì nel 1593 a Milano.
ALCUNE TRA LE SUE OPERE PIU’ NOTE
Come si può vedere esse sono spesso… in serie.
LE 4 STAGIONI

L’autunno

L’inverno

La primavera
L’estate
I 4 ELEMENTI

Aria (1566)

Fuoco (1566)

Terra (1570)

Acqua (1566)
UN’ANALISI DELLA SUA OPERA
Grazie a pochissimi quadri conosciuti da tutti, soprattutto attraverso ogni sorta di riproduzioni e rielaborazioni utilizzate nei contesti più diversi compresa la pubblicità, Arcimboldo è oggi sicuramente uno degli artisti più famosi della storia dell’arte.
L’aggettivo «arcimboldesco» è diventato sinonimo di bizzarro, stravagante, eccentrico, fantastico, sorprendente, immaginifico, surreale
Il «segreto» dello straordinario successo delle sue composizioni antropomorfe che appaiono come dei complicati puzzle (fatti di frutta, verdure, fiori, uccelli, pesci, conchiglie, o oggetti vari) sta nell’ambiguo e affascinante scarto, facilmente decodificabile con un po’ d’attenzione a una lettura immediata, fra l’osservazione dei particolari e dell’insieme unitario.
Tutto dipende dalla distanza da cui si osservano queste opere.

Bibliotecario

L’ortolano
A uno sguardo ravvicinato si è colpiti dalla brulicante e formicolante presenza di innumerevoli elementi dipinti con estrema precisione naturalistica, mentre da una prospettiva più distante il tutto si ricompatta per formare l’immagine strana ma assolutamente verosimigliante di teste (o più precisamente di mezzi busti) anche con accentuate connotazioni espressive, sia pure al limite del grottesco.
L’effetto paradossale e ambivalente (percettivamente reversibile) mette in gioco nel modo più spettacolare e intrigante, all’interno stesso del dipinto, una dialettica fra realtà e rappresentazione, fra mimesi e apparenza illusoria.

Il Giurista

Natura morta con fiori, frutta e verdura di stagione
A questo livello di fruizione della «magia» della pittura si ferma lo sguardo del grande pubblico, poco interessato, per lo più, a interpretazioni più complesse di ordine simbolico e allegorico legato al contesto storico culturale dell’epoca dell’artista.
In ogni caso si tratta di qualcosa di fondamentale, e perciò sempre attuale.
L’analisi dell’attualità dell’«Effetto Arcimboldo» che continua giustamente ad avere un enorme successo documenta l’influenza dell’opera dell’artista sulle generazioni seguenti, ma soprattutto sull’arte d’avanguardia ed in particolare su quella dadaista e surrealista.
Francesco Poli

Eva e la mela
UN PERSONALE PARERE
La sua arte bizzarra non ha alcun riferimento con la pittura del ‘500.
Alcuni vedono nella sua opera un’anticipazione del surrealismo ma la sua arte è animata da un vero ed assoluto piacere per il gioco caricaturale e scherzoso per prendere in giro la realtà… ma, a mio parere, in questo gioco il nostro mostra vera genialità se ancor oggi le immagini delle sue opere destano stupore e sono amatissime e ricercatissime nel web.

Allegoria dell’estate
Fonti web.. testo analisi Francesco Poli – impaginazione e rielaborazione by Tony Kospan
Ciao da Tony Kospan
IL SALOTTO DEGLI ARTISTI
E DI CHI AMA L’ARTE
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