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L’incontro impossibile.. ma in qualche modo vero.. tra Rembrandt e Raffaello – Ecco come avvenne (con Baldassarre Castiglione)   Leave a comment




L’INCONTRO IMPOSSIBILE TRA REMBRANDT E RAFFAELLO



A volte vien voglia d’incontrare davvero qualche personaggio del passato che abbiamo ammirato o che ci ha incuriosito.

Nell’arte, nella letteratura e nella musica ciò può avvenire attraverso le emozioni che superano ogni distanza di spazio o di tempo.

E’ però raro avere conoscenza reale di storie del genere ma quella che sto per raccontare è emblematica di ciò.




Rembrandt – Autoritratto giovanile



Siamo nel 1628  in Olanda, Rembrandt è un giovane pittore che con il suo collega d’atelier sta iniziando ad avere un successo di vendite e di commissioni… quando un mercante d’arte che aveva compreso le loro notevoli qualità artistiche li invita a recarsi in Italia per approfondire la sua conoscenza della grande arte rinascimentale italiana conosciuta all’epoca in Europa per lo più solo attraverso copie e disegni.

Ma i due sono troppo impegnati a dipingere per poter accettare.

Tuttavia, benché non sia mai venuto in Italia, le sue opere appaiono in ideale collegamento con l’arte rinascimentale italiana.




Raffaello – Autoritratto



LA STORIA DELL’INCONTRO


Un bel giorno, il 9 aprile 1639, ecco il “reale” incontro tra l’artista olandese e Raffaello vissuto nel secolo precedente.

L’incontro “impossibile” avviene ad un’asta d’arte in cui vengono vendute opere d’arte appartenute ad un ricco olandese che aveva vissuto a Venezia
dal 1615 al 1630.



Raffaello – Ritratto di Baldassarre Castiglione




L’asta era molto affollata e tra i dipinti c’era il “Ritratto di Baldassarre Castiglione” di Raffaello definito da Simone Weil “capace di rendere sopportabile la pena di un ergastolano se appeso nella sua cella”.

Castiglione era un intimo amico di Raffaello ed era stato appena nominato dal Duca di Urbino ambasciatore presso la Santa Sede all’epoca in cui lo dipinse.




Baldassarre Castiglione – Dipinto da Bernardino Campi




Raffaello, che lo conosce bene, nel dipingerlo riesce a far apparire nel suo volto quella che era la caratteristica principale dell’amico e che il Castiglione aveva anche teorizzato nel suo famoso libro “Cortegiano”.








In sintesi possiamo dire che essa consiste nell’apparire e nel non apparire, nel mostrare ad es. gioia e nel non mostrarla, nel godere del potere e nel contempo disprezzarlo… ma il tutto sempre con grande eleganza e nonchalance.




Raffaello – Ritratto di Baldassarre Castiglione (particolare)




Rembrandt appena vede il dipinto se ne innamora ma non ha i soldi per acquistarlo ed allora ne fa un veloce disegno.

Ecco, in quel momento, avviene l’incontro impossibile tra i 2 grandi artisti.




Rembrandt – Schizzo del Baldassarre Castiglione di Raffaello



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STORIA.. RICORDI E ATMOSFERE DI UN TEMPO
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Rembrandt



“L’elemosina” di Jacob Ochtervelt – Un dipinto che ci dice molto di più di quel che appare e che vorrebbe   Leave a comment




UN DIPINTO… UNA STORIA
a cura di Tony Kospan






Questo dipinto di un pittore olandese del ‘600 va al di là, molto al di là, di quello che lo stesso artista aveva in mente di rappresentare.
Vediamo perché e cosa nasconde ad una vista superficiale.
L’opera, “L’elemosina” di Jacob Ochtervelt, non era stata creata per fare una critica sociale o satirica dello sfoggio e dell’arroganza della ricchezza,
anzi voleva forse esaltare la bontà dei committenti.
La carità, era una virtù molto sentita nel paesi del nord protestante del ‘600 ed è questo il significato, che definirei apparente, del dipinto.



IL DIPINTO



Il dipinto nella sua interezza



Osserviamo però la scena che possiamo dividere in 2 parti.
Nell’ampia parte destra vediamo in primo piano una bimba, seguita dalla governante, che sembra guardarci come per dire “guardate come sono brava” mentre dà una monetina, un cane che abbaia alle persone fuori la porta, una casa bellissima con pavimenti pulitissimi e perfetti con dipinti alle pareti, e sullo sfondo i suoi genitori che osservano orgogliosi la scena da lontano.
Da notare la differenza tra l’enorme medaglione della bimba ed il soldino che viene elargito senza nemmeno guardare a chi lo sta offrendo.
Nella parte sinistra invece un bambino, vestito di cenci e forse coetaneo dell’agghindatissima bimba, tende il suo logoro cappello per ricevere l’elemosina.
Dietro il ragazzo una madre povera e piena di vergogna che con i seni scoperti allatta un bimbo di pochi mesi… e alle sue spalle si intravedono altri figli da mantenere.






I COLORI


Ecco quindi che, nonostante l’intento di esaltare la bellezza della casa e di chi dona, il pittore non riesce a non dare a loro una luce fredda, distaccata, quasi inumana… mentre poi avvolge di colori caldi, morbidi e vivi il bambino povero e la sua famiglia.







IL SIGNIFICATO (DA BRIVIDI) CHE PERCEPIAMO


In effetti quel che ci dice il dipinto è che questa non è carità, ma elemosina.
I ricchi infatti non stanno aiutando davvero questi poveri ma stanno solo esibendo la loro potenza e la loro superiorità economica elargendo, quasi con disprezzo,  un misero soldino ad una famiglia in grossa difficoltà.
Il pittore quindi, forse senza nemmeno volerlo, è costretto ad esaltare l’umanità di questi poveri ed a rivelare il gelo dei sentimenti di questi ricchi.








Fonte: Tomaso Montanari – “Il Venerdì” di Repubblica



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