un uomo di grandissimo ed universale ingegno in diversi ambiti del sapere,
dalla pittura alla scultura, dall’architettura alle invenzioni,
dalla scenografia all’anatomia, dalla musica alla scrittura… etc
La sua opera più nota – Monna Lisa (Partic.)
E’ anche unanimemente ritenuto uno dei più grandi geni di sempre.
Volendo quindi ricordarlo in modo completo non basterebbe certo un solo post,
per cui mi limito a proporre questo post
dedicato ad un dipinto da poco attribuitogli anche se tra molte polemiche.
Vinci 15.4.1452 – Amboise 2.5.1519
Spesso le opere di Leonardo presentano grandi misteri
(a partire dalla Gioconda)
ed anche questa, recentemente attribuitagli, non è da meno.
Ma stavolta i dubbi sono proprio sull’attribuzione
(alla fine dirò il mio pensiero)
anche se resta in ogni caso un’opera affascinante.
Isabella d’Este – Leonardo
IL DIPINTO DI ISABELLA D’ESTE
ECCEZIONALE RITROVAMENTO O INCERTA ATTRIBUZIONE?
LE PROVE… E LE POLEMICHE
a cura di Tony Kospan
Il dipinto ritrovato in caveau di una banca Svizzera quasi casualmente, tra le opere della collezione privata di una famiglia italiana che vive tra il Centro Italia e la Svizzera tedesca era tra i dipinti più ricercati ed un vero e proprio giallo della Storia dell’Arte.
C’era sì la prova della sua esistenza… ma erano 500 anni che gli storici dell’arte cercavano il ritratto leonardesco di Isabella d’Este per quasi 50 anni (dal 1490 al 1539) Marchesa di Mantova nonché tra le donne più famose ed interessanti del Rinascimento e dipinta anche da Tiziano.
Isabella d’Este – Leonardo – Partic.
LE PROVE DELL’ESISTENZA DEL DIPINTO LEONARDESCO
1 – disegno preparatorio su cartone conservato al Museo del Louvre
2 – le lettere della Marchesa che chiedevano modifiche del colore
3 – notizie del 1517 di un quadro di Isabella nel castello di Blois.
Il bozzetto del Louvre
Ma il quadro trovato in un caveau svizzero è davvero quello che si cercava?
Beh per molti esperti non ci sono dubbi…
Lo confermerebbero queste prove scientifiche ed… artistiche.
LE “PROVE” DELL’ATTRIBUZIONE A LEONARDO
1 – La prova del carbonio
2 – I pigmenti sono uguali a quelli utilizzati da Leonardo in altri dipinti
3 – Lo stile del Maestro
4 – La certificazione del prof. C. Pedretti massimo esperto di Leonardo
5 – La fedele riproposizione dell’immagine del bozzetto del Louvre con la sola aggiunta di corona e scettro.
6 – La visione con la fluorescenza mostra il libro.
Autoritratto
In verità il dipinto era stato ritrovato alcuni anni fa
ma solo dopo una serie di approfonditi esami
diversi esperti ne hanno confermato l’autenticità.
Isabella d’Este – Bozzetto e opera
Ma come si diceva diversi altri esperti
contestano questa attribuzione ritenendo l’opera di allievi di Leonardo.
LE CONTESTAZIONI ALL’ATTRIBUZIONE
La foggia del vestito sarebbe stata non di moda nel 1514 ma lo era nel 1500;
Mancanza dei tipici chiaroscuri di Leonardo;
Dito indice eccessivamente lungo e quindi cosa assurda per un artista come Leonardo amante delle proporzioni e conoscitore del corpo umano;
Sia i drappeggi che i capelli appaiono duri e privi dei consueti volumi realizzati da genio fiorentino in altri dipinti… come questo che vediamo qui sotto.
Leonardo – La Vergine delle rocce (partic.)
UN MIO PERSONALE PENSIERO
Appaiono verosimili entrambe le tesi e quindi il dilemma sarebbe irrisolvibile.
Esaminiamo però alcuni punti incontrovertibili.
La rassomiglianza dell’opera con il dipinto preparatorio (conservato al Louvre) del 1499 creato da Leonardo durante un soggiorno a Mantova, ospite dei Gonzaga, dimostra la conoscenza del primo da parte degli autori del successivo dipinto.
Orbene le 2 tesi hanno un punto in comune evidenziato anche nell’analisi tecnica del dipinto.
Parlo della presenza accertata di più mani nella sua realizzazione.
Questo fa supporre che l’opera iniziata da Leonardo sia stata completata da allievi del Maestro i suoi “preferiti” Salai e Melzi e questo spiegherebbe le segnalate incongruenze.
Per questo la massima parte degli esperti (ed io con loro) quindi, pur con questi limiti, attribuiscono l’opera a Leonardo.
un uomo di grandissimo ed universale ingegno in diversi ambiti del sapere,
dalla pittura alla scultura, dall’architettura alle invenzioni,
dalla scenografia all’anatomia, dalla musica alla scrittura… etc
La sua opera più nota – Monna Lisa (Partic.)
E’ anche unanimemente ritenuto uno dei più grandi geni di sempre.
Volendo quindi ricordarlo in modo completo non basterebbe certo un solo post,
per cui mi limito a proporre questo post
dedicato ad un dipinto da poco attribuitogli anche se tra molte polemiche.
Vinci 15.4.1452 – Amboise 2.5.1519
Spesso le opere di Leonardo presentano grandi misteri
(a partire dalla Gioconda)
ed anche questa, recentemente attribuitagli, non è da meno.
Ma stavolta i dubbi sono proprio sull’attribuzione
(alla fine dirò il mio pensiero)
anche se resta in ogni caso un’opera affascinante.
Isabella d’Este – Leonardo
IL DIPINTO DI ISABELLA D’ESTE
ECCEZIONALE RITROVAMENTO O INCERTA ATTRIBUZIONE?
LE PROVE… E LE POLEMICHE
a cura di Tony Kospan
Il dipinto ritrovato in caveau di una banca Svizzera quasi casualmente, tra le opere della collezione privata di una famiglia italiana che vive tra il Centro Italia e la Svizzera tedesca era tra i dipinti più ricercati ed un vero e proprio giallo della Storia dell’Arte.
C’era sì la prova della sua esistenza… ma erano 500 anni che gli storici dell’arte cercavano il ritratto leonardesco di Isabella d’Este per quasi 50 anni (dal 1490 al 1539) Marchesa di Mantova nonché tra le donne più famose ed interessanti del Rinascimento e dipinta anche da Tiziano.
Isabella d’Este – Leonardo – Partic.
LE PROVE DELL’ESISTENZA DEL DIPINTO LEONARDESCO
1 – disegno preparatorio su cartone conservato al Museo del Louvre
2 – le lettere della Marchesa che chiedevano modifiche del colore
3 – notizie del 1517 di un quadro di Isabella nel castello di Blois.
Il bozzetto del Louvre
Ma il quadro trovato in un caveau svizzero è davvero quello che si cercava?
Beh per molti esperti non ci sono dubbi…
Lo confermerebbero queste prove scientifiche ed… artistiche.
LE “PROVE” DELL’ATTRIBUZIONE A LEONARDO
1 – La prova del carbonio
2 – I pigmenti sono uguali a quelli utilizzati da Leonardo in altri dipinti
3 – Lo stile del Maestro
4 – La certificazione del prof. C. Pedretti massimo esperto di Leonardo
5 – La fedele riproposizione dell’immagine del bozzetto del Louvre con la sola aggiunta di corona e scettro.
6 – La visione con la fluorescenza mostra il libro.
Autoritratto
In verità il dipinto era stato ritrovato alcuni anni fa
ma solo dopo una serie di approfonditi esami
diversi esperti ne hanno confermato l’autenticità.
Isabella d’Este – Bozzetto e opera
Ma come si diceva diversi altri esperti
contestano questa attribuzione ritenendo l’opera di allievi di Leonardo.
LE CONTESTAZIONI ALL’ATTRIBUZIONE
La foggia del vestito sarebbe stata non di moda nel 1514 ma lo era nel 1500;
Mancanza dei tipici chiaroscuri di Leonardo;
Dito indice eccessivamente lungo e quindi cosa assurda per un artista come Leonardo amante delle proporzioni e conoscitore del corpo umano;
Sia i drappeggi che i capelli appaiono duri e privi dei consueti volumi realizzati da genio fiorentino in altri dipinti… come questo che vediamo qui sotto.
Leonardo – La Vergine delle rocce (partic.)
UN MIO PERSONALE PENSIERO
Appaiono verosimili entrambe le tesi e quindi il dilemma sarebbe irrisolvibile.
Esaminiamo però alcuni punti incontrovertibili.
La rassomiglianza dell’opera con il dipinto preparatorio (conservato al Louvre) del 1499 creato da Leonardo durante un soggiorno a Mantova, ospite dei Gonzaga, dimostra la conoscenza del primo da parte degli autori del successivo dipinto.
Orbene le 2 tesi hanno un punto in comune evidenziato anche nell’analisi tecnica del dipinto.
Parlo della presenza accertata di più mani nella sua realizzazione.
Questo fa supporre che l’opera iniziata da Leonardo sia stata completata da allievi del Maestro i suoi “preferiti” Salai e Melzi e questo spiegherebbe le segnalate incongruenze.
Per questo la massima parte degli esperti (ed io con loro) quindi, pur con questi limiti, attribuiscono l’opera a Leonardo.
conservato nel Museo Nazionale di Capodimonte a Napoli,
noto ma non notissimo, ha un enorme rilievo nella storia dell’arte.
.
Infatti l’autore ha l’ardire e la geniale capacità di prendere in giro il potere,
senza che se ne accorga, e colpirlo elegantemente
aprendo la strada
ad altri grandi artisti come Goya, Velazquez e Bacon.
Paolo III dipinto da Michelangelo nel “Giudizio Finale”
PAOLO III CON I NIPOTI
I PERSONAGGI
Il Papa, Paolo III è il grande Pontefice
che combatté la Riforma Luterana con il Concilio di Trento,
ma è anche il committente dei mitici affreschi di Michelangelo
della Cappella Sistina ove è pure ritratto nel “Giudizio Finale” (v. sopra) .
Qui appare vecchio e sofferente con quella testa che appare girata a fatica
ma la sua mano attaccata come un artiglio al bracciolo della poltrona
e la pelliccia maculata che fodera la mantella ci rivelano che questo vecchietto
è un potentissimo leader mondiale.
Quest’uomo rappresenta un enorme sistema di potere immobile
che si difende con forza da qualsiasi tentativo di modificarlo.
La forza del suo potere è espressa anche dai nipoti,
il Cardinale Alessandro ed il Principe Ottavio,
(potere ecclesiastico e potere laico) che gli sono intorno a sua protezione.
Ma se l’ecclesiastico mostra con il suo sguardo malinconico un po’ di umanità
appare invece amaramente emblematica la figura del Principe accanto al Papa.
Osserviamo come sia falso ed untuoso il suo inchino,
come sia sfuggente e ambiguo il suo sguardo e come sia simbolica
quella mano appoggiata sulla spada pronta ad intervenire se necessario.
Non meno significativo è l’orologio d’oro sul tavolo quasi a simboleggiare
la precisione che devono avere i meccanismi del potere.
SIGNIFICATO
Il Papa è ormai molto vecchio, i nipoti devono essere pronti a tutto
per mantenere in famiglia il potere.
Pronti cioè a creare o cancellare nuovi stati o staterelli, a fare congiure,
a ricattare, e a nominare nuovi cardinali e/o nuovi principi per nuove alleanze.
Tiziano
La grande forza espressiva del dipinto ci rivela in fondo
una cosa eterna, la forza del potere, che però si estrinseca
in comportamenti amorali o immorali come il trasformismo,
l’accaparramento di beni pubblici, l’ipocrisia, i favoritismi etc…
ANALISI
Tiziano utilizza il suo intenso e fantastico colore non per addolcire
ma per evidenziare una realtà e svelare cosa nasconde il potere.
I personaggi dipinti sono così sicuri di sé che non si accorgono
dell’enorme forza critica che il dipinto assume ed il Vasari
racconta che il dipinto era così apprezzato che molti fedeli
nel vederlo credevano di trovarsi davvero davanti al Papa.
Tiziano sbatte in faccia a loro la verità che ha una tale evidenza
che nessun potere può distruggere o coprire con belle parole a lungo
e dunque il dipinto ha in sé una grande carica innovativa.
Sean Yoro (Hula) è un pittore e usa sì pennelli e colori ma si serve anche di una tavola da surf!
Conosciamo lui e… twitter.com/i/web/status/1…1 hour ago
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