Archivio per l'etichetta ‘ANNIVERSARIO NASCITA’
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Questo poeta, librettista, drammaturgo e sacerdote
è considerato l’innovatore del melodramma italiano.
E’ ricordato però oggi soprattutto per le sue simpatiche “arie”,
mini poesie piacevoli e scherzose,
oltre che per alcuni suoi testi musicati da grandi compositori.

.
BREVE BIOGRAFIA
.
.
Ragazzo prodigio fu notato da 2 gentiluomini di cultura
che restarono affascinati dai suoi versi e
che gli consentirono di poter far studi classici
ed uno dei due, il Gravina, gli diede il nome di Metastasio
mentre il suo vero nome era
Pietro Antonio Domenico Bonaventura Trapassi
Il suo estro e la velocità nel comporre erano proverbiali.
Già a 12 anni infatti aveva tradotto l’Iliade in ottave
e qualche anno dopo aveva scritto una tragedia.
A 16 anni prese i voti di abate… voti necessari
per far qualunque carriera a Roma ma poi trovò impiego
come collaboratore di un noto avvocato a Napoli.
Intanto cresceva il suo aspetto romantico…
il fascino personale e la sua eleganza
che gli consentivano d’esser ben accolto ovunque.
Mentre lavorava per l’avvocato continuava a scrivere
con successo in occasione di matrimoni ed altre importanti feste
e soprattutto, pur non volendo apparire col suo nome,
creò, su incarico del Viceré una serenata “Gli orti esperidi”
che ebbe enorme successo.
.
La primadonna dell’opera, entusiasta,
si impegnò con tutte le sue forze
e riuscì a scoprire l’autore.

(Roma 3 gennaio 1698 – Vienna 12 aprile 1782)
La Romanina, questo il nome dell’artista, lo convinse allora
a rinunciare alla carriera legale ed a dedicarsi al dramma musicale.
Lei col marito lo accolse nella sua casa e lo viziò e lo coccolò
mentre lui iniziava a studiare anche la musica ed a scrivere diversi drammi
che, musicati da altri, venivano rappresentati con successo.
Guadagnava bene ma si sentiva un po’ troppo legato
alla grande cantante che ormai iniziava ad invecchiare.
Allora accettò un’allettante offerta come poeta di Corte a Vienna.
La Romanina con dispiacere lo lasciò partire perchè raggiungesse la gloria
e continuò anche ad aiutare la sua famiglia.

L’Olimpiade
Giunto a Vienna nel 1730 visse i primi 10 anni
che, se furono proficui da un punto di vista artistico
per la notevole produzione di opere di successo
non lo furono altrettanto per la sua vita sociale dato che,
non essendo nobile, era escluso da molti ambienti.
.
Per fortuna poi l’aiutò molto l’amicizia con Niccolò Martines,
maestro di cerimonie che aveva conosciuto a Napoli.
Inoltre, forse anche per ovviare alla difficoltà di rapporti sociali,
intraprese una lunga ed intensa relazione molto passionale
con la contessa Marianna Pignatelli di Althann
al punto che molti pensavano che si erano sposati segretamente.
Metastasio riceve il Cordone da Maria Teresa d’Austria (Archivio Salvat)
La Romanina però non l’aveva dimenticato e voleva rivederlo.
.
Lui rispose in modo non affettuoso ad una sua lettera
e lei partì da Roma per andare da lui ma morì nel viaggio.
Al Metastasio toccavano tutti i suoi beni
ma forse per il rimorso rinunciò all’eredità.
Con la morte anche della contessa Pignatelli
egli si ritirò in disparte e pur scrivendo diverse cantate
(di gran successo fu “Ecco quel fiero istante”)
la vena poetica ormai andava sempre più scemando.
Svolse, ormai anziano, anche l’attività di insegnante
della giovane arciduchessa Maria Antonietta,
futura e sfortunata regina di Francia.
Morì a 84 anni lasciando una notevole fortuna
ai figli dell’amico Martines.

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ALCUNE SUE NOTE “ARIE”
I
Non so dir se sono amante;
ma so ben che al tuo sembiante
tutto ardore pena il core,
e gli è caro il suo penar.
Sul tuo volto, s’io ti miro,
fugge l’alma in un sospiro,
e poi riede nel mio petto
per tornare a sospirar.
.
.
XIII
è in ogni core
diverso amore.
Chi pena ed ama
senza speranza;
dell’incostanza
chi si compiace:
questo vuol guerra,
quello vuol pace;
v’è fin chi brama la crudeltà.
Fra questi miseri
se vivo anch’io,
ah non deridere
l’affanno mio,
che forse merito
la tua pietà!
.
.
XIV
è follia se nascondete,
fidi amanti, il vostro foco:
a scoprir quel che tacete
un pallor basta improvviso,
un rossor che accenda il viso,
uno sguardo ed un sospir.
E se basta così poco
a scoprir quel che si tace,
perché perder la sua pace
con ascondere il martìr?

.
.
XXII
Sogna il guerrier le schiere,
le selve il cacciator;
e sogna il pescator
le reti e l’amo.
Sopito in dolce obblio
sogno pur io così
colei, che tutto il dì
sospiro e chiamo.
.
.
XXIX
Se a ciascun l’interno affanno
si leggesse in fronte scritto,
quanti mai, che invidia fanno,
ci farebbero pietà!
Si vedria che i lor nemici
hanno in seno; e si riduce
nel parere a noi
felici ogni lor felicità.

Metastasio giovanetto
.
LA MUSICA DI VIVALDI DA UN SUO LIBRETTO
Termino questo ricordo del Metastasio,
sulla cui vita ulteriormente indagherò
dato che ci sono diversi aspetti che mi lasciano perplesso,
con questo brano tratto dall’opera di Vivaldi
“L’Olimpiade” (1734) musicata su suo libretto.


CIAO DA TONY KOSPAN





Mi piace:
Mi piace Caricamento...
.
.
.

.
Lucio è un vero e proprio mito della musica leggera italiana
della seconda parte del secolo scorso.
.
Desidero ricordarlo e rendergli omaggio
con la sua biografia ed alcune tra le sue canzoni più belle.

BREVE BIOGRAFIA
.
Lucio Battisti nasce a Poggio Bustone, vicino a Rieti in una famiglia molto semplice.
I compaesani lo ricorderanno come un ragazzo intelligente ma introverso.
Trasferitasi la famiglia a Roma scoppia, quando è ancora un ragazzo,
nasce la sua passione per la musica (la sua stanza è invasa da chitarre).
Contemporaneamente manifesta il desiderio di conoscere il mondo
attraverso il suo temperamento artistico.
.
La cosa contrasta però con gli studi
e dopo una serie di discussioni e di patti col padre,
ma con l’appoggio della madre, ottiene, ormai divenuto giovanetto,
di poter tentar di trovar uno suo spazio nel mondo musicale.

(Poggio Bustone 5.3.1943 – Milano 9.9.1998)
Nel 1962 si aggrega ad un gruppo musicale napoletano
che suona nei locali notturni “I Mattatori”,
ma è grazie a “I Campioni”, il gruppo che accompagnava Tony Dallara,
che inizia la sua avventura nel mondo della musica.
Rendendosi conto che il centro nevralgico del mondo musicale è a Milano,
vi si trasferisce e dopo un po’ conosce il celebre paroliere Mogol.
.
.

.
.
Le prime affermazioni come autore sono “Per una lira“,
incisa dai Ribelli, “Uno in più” cantata da Ricky Maiocchi
e “Dolce di giorno” per i Dik Dik.
A consacrarlo in pieno come autore è, però, “29 Settembre“,
in collaborazione con Mogol per L’Equipe 84.
Nel 1967 Battisti entra in sala di incisione anche come cantante,
nonostante le perplessità dell’ambiente sulle sue qualità vocali.
Incide “Per una lira” e “Luisa Rossi”.
Ma la non-voce di Battisti era, indubbiamente,
quella giusta per dare un’anima alle sue canzoni,
come lui stesso sosteneva con grande convinzione.
Acqua azzurra acqua chiara

Il successo arriva al Cantagiro del 1968 con “Balla Linda”
e viene replicato e ampliato nel Cantagiro del 1969
con “Acqua azzurra acqua chiara“.
Nello stesso Anno partecipa al Festival di Sanremo,
in coppia con Wilson Pickett con “Un’avventura“, che entra in finale.
Ma l’avvenimento più importante per Lucio
è l’incontro con Grazia Letizia Veronesi,
segretaria del Clan Celentano.
Inizia cosi il loro rapporto forte e simbiotico
che durerà fino alla sua morte.
.

.
.
Il crescente successo di Battisti, sottolineato dall’eccellente accoglienza
riservata all’album “Lucio Battisti” del 1969,
si consolida ulteriormente con il 33 giri “Emozioni” che comprende,
oltre al brano omonimo, pezzi come “7 e 40“,
“Anna“, “Fiori rosa fiori di pesco“, “Io vivrò“.
La collaborazione con Mogol diventa sempre più stretta e costruttiva,
dando origine ad un’amicizia forte ed esclusiva
che li porterà anche a costruire residenze confinanti vicino Molteno,
al centro di un grande faggeto.

Battisti e Mogol
.
.Battisti e Mogol continuano a scrivere anche per altri cantanti
canzoni destinate a lasciare il segno.
Basti ricordare “Insieme”, “Io e te da soli“, “Amor mio“, per Mina;
“Per te” e “Il Paradiso” per Patty Pravo.
Nel 1973 nasce il figlio Luca e
nel 1976 Lucio e Letizia si sposano.

.
I successi continuano con l’album “Umanamente uomo: il sogno”,
che contiene brani come “I giardini di Marzo“, “E penso a te“,
fino ai 33 giri “Il mio canto libero“, “Il nostro caro angelo“.
Nel 1976 con “Ancora tu”, Battisti torna alla canzone pop
e il pubblico gli decreta ancora un successo trionfale,
confermato dall’album “La batteria, il contrabbasso, eccetera” .
Nel 1977 esce il 33 giri “Io, tu , noi, tutti” che balza in cima alle classifiche,
mentre “Images”, registrato negli U.S.A., trova un pubblico indifferente.
Ma con “Una donna per amico“, nel 1978,
il duo Mogol-Battisti ritrova e perfeziona la vena creativa.
E’ un album con dei capolavori musicali assoluti.
.
Una donna per amico
.
Nonostante i successi, il trionfo e gli incassi miliardari
Lucio Battisti resta schivo e riservato
e sopporta sempre meno la folla, i fans, i giornalisti ed i fotografi.
Questo atteggiamento, incentivato anche dalla moglie,
si accentua nel 1975, dopo il tentato rapimento del figlio Luca,
fino a rendere l’esigenza di riservatezza della coppia quasi maniacale.
Il 1976 vede il ritiro dalle scene di Battisti,
dopo una memorabile tournée con i Formula 3.
Poco tempo dopo essersi ritirato Battisti dichiarò
“Non parlerò mai più, perchè un artista
deve comunicare con il pubblico solo per mezzo del suo lavoro“.
Ha tenuto fede all’autoconsegna fino alla fine.

Sulle motivazioni che l’hanno indotto ad un cosi categorico isolamento
si sono sprecati fiumi di inchiostro.
E’ probabile che l’insorgere di alcuni problemi di salute
abbia accelerato una decisione che stava maturando;
verosimilmente su un’ indole già naturalmente schiva,
si è innestato il fastidio profondo di sentirsi spesso frainteso
e oppresso dall’attenzione morbosa di certa stampa.
L’ultima produzione Mogol-Battisti risale al 1980;
“Una giornata uggiosa” segna l’ultimo capitolo di un’amicizia solida
e la fine di un felice connubio artistico
sulla quale si discusse tantissimo riguardo ai motivi che l’avevano causata.

Il primo album del dopo – Mogol, del 1982, si intitola “E già“.
I testi qui sono della moglie Grazia Letizia Veronesi, in arte Velezia
e l’album riesce ad ottenere un discreto successo,
con un mese di primato nelle classifiche di vendita.
I giardini di marzo
Nel 1986 Battisti inizia la collaborazione con il poeta Pasquale Panella
ed il loro primo lavoro comune è “Don Giovanni“.
I testi sono ermetici, criptici, colmi di simbolismi e metafore;
tuttavia l’album – oggi considerato da alcuni un capolavoro assoluto –
resta per due mesi in cima alle classifiche.
Seguono nel 1988 “L’apparenza“, dalle melodie bizzarre ed i testi ostici;
nel 1990 “La sposa occidentale”, con un ritorno alla vena melodica;
nel 1992 “Cosa succederà alla ragazza”, dai testi ermetici e dalle musiche raffinate.
Infine è del 1994… “Heghel“,
il disco che chiude il ciclo di collaborazione con Panella.

Durante il ventennale rigoroso isolamento il ruolo della moglie di Battisti
diventa sempre più condizionante,
sia nei rapporti privati che in quelli di lavoro
e da molti amici (o ex amici) di Lucio
viene considerata una presenza negativa e incombente.
Degli ultimi anni di Lucio Battisti resta qualche immagine scattata di sfuggita,
che lo ritrae invecchiato e ingrassato, gonfiato dai medicinali
necessari per i problemi di salute che da tempo lo affliggevano.
Ma nel ricordo è, forse, giusto separare il Battisti uomo,
ritroso e scorbutico all’eccesso, dal Battisti artista,
che ha saputo dispensare emozioni,
facendo spiegare le ali alle poetiche e tenere parole di Mogol.

.
Liberamente tratto e adattato dal (web)
“Lucio Battisti la vita, i grandi successi” di Manola Mineo – Antares editrice
Impaginazione Tony Kospan


Grazie Lucio per tutte le emozioni che ci hai dato.
Mi fa piacere infine salutarti con questa tua favolosa canzone:
Il mio canto libero

Tony Kospan
.
.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
.
.
.
Questo poeta, librettista, drammaturgo e sacerdote
è considerato l’innovatore del melodramma italiano.
E’ ricordato però oggi soprattutto per le sue simpatiche “arie”,
mini poesie piacevoli e scherzose,
oltre che per alcuni suoi testi musicati da grandi compositori.

.
BREVE BIOGRAFIA
.
.
Ragazzo prodigio fu notato da 2 gentiluomini di cultura
che restarono affascinati dai suoi versi e
che gli consentirono di poter far studi classici
ed uno dei due, il Gravina, gli diede il nome di Metastasio
mentre il suo vero nome era
Pietro Antonio Domenico Bonaventura Trapassi
Il suo estro e la velocità nel comporre erano proverbiali.
Già a 12 anni infatti aveva tradotto l’Iliade in ottave
e qualche anno dopo aveva scritto una tragedia.
A 16 anni prese i voti di abate… voti necessari
per far qualunque carriera a Roma ma poi trovò impiego
come collaboratore di un noto avvocato a Napoli.
Intanto cresceva il suo aspetto romantico…
il fascino personale e la sua eleganza
che gli consentivano d’esser ben accolto ovunque.
Mentre lavorava per l’avvocato continuava a scrivere
con successo in occasione di matrimoni ed altre importanti feste
e soprattutto, pur non volendo apparire col suo nome,
creò, su incarico del Viceré una serenata “Gli orti esperidi”
che ebbe enorme successo.
.
La primadonna dell’opera, entusiasta,
si impegnò con tutte le sue forze
e riuscì a scoprire l’autore.

(Roma 3 gennaio 1698 – Vienna 12 aprile 1782)
La Romanina, questo il nome dell’artista, lo convinse allora
a rinunciare alla carriera legale ed a dedicarsi al dramma musicale.
Lei col marito lo accolse nella sua casa e lo viziò e lo coccolò
mentre lui iniziava a studiare anche la musica ed a scrivere diversi drammi
che, musicati da altri, venivano rappresentati con successo.
Guadagnava bene ma si sentiva un po’ troppo legato
alla grande cantante che ormai iniziava ad invecchiare.
Allora accettò un’allettante offerta come poeta di Corte a Vienna.
La Romanina con dispiacere lo lasciò partire perchè raggiungesse la gloria
e continuò anche ad aiutare la sua famiglia.

L’Olimpiade
Giunto a Vienna nel 1730 visse i primi 10 anni
che, se furono proficui da un punto di vista artistico
per la notevole produzione di opere di successo
non lo furono altrettanto per la sua vita sociale dato che,
non essendo nobile, era escluso da molti ambienti.
.
Per fortuna poi l’aiutò molto l’amicizia con Niccolò Martines,
maestro di cerimonie che aveva conosciuto a Napoli.
Inoltre, forse anche per ovviare alla difficoltà di rapporti sociali,
intraprese una lunga ed intensa relazione molto passionale
con la contessa Marianna Pignatelli di Althann
al punto che molti pensavano che si erano sposati segretamente.
Metastasio riceve il Cordone da Maria Teresa d’Austria (Archivio Salvat)
La Romanina però non l’aveva dimenticato e voleva rivederlo.
.
Lui rispose in modo non affettuoso ad una sua lettera
e lei partì da Roma per andare da lui ma morì nel viaggio.
Al Metastasio toccavano tutti i suoi beni
ma forse per il rimorso rinunciò all’eredità.
Con la morte anche della contessa Pignatelli
egli si ritirò in disparte e pur scrivendo diverse cantate
(di gran successo fu “Ecco quel fiero istante”)
la vena poetica ormai andava sempre più scemando.
Svolse, ormai anziano, anche l’attività di insegnante
della giovane arciduchessa Maria Antonietta,
futura e sfortunata regina di Francia.
Morì a 84 anni lasciando una notevole fortuna
ai figli dell’amico Martines.

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ALCUNE SUE NOTE “ARIE”
I
Non so dir se sono amante;
ma so ben che al tuo sembiante
tutto ardore pena il core,
e gli è caro il suo penar.
Sul tuo volto, s’io ti miro,
fugge l’alma in un sospiro,
e poi riede nel mio petto
per tornare a sospirar.
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XIII
è in ogni core
diverso amore.
Chi pena ed ama
senza speranza;
dell’incostanza
chi si compiace:
questo vuol guerra,
quello vuol pace;
v’è fin chi brama la crudeltà.
Fra questi miseri
se vivo anch’io,
ah non deridere
l’affanno mio,
che forse merito
la tua pietà!
.
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XIV
è follia se nascondete,
fidi amanti, il vostro foco:
a scoprir quel che tacete
un pallor basta improvviso,
un rossor che accenda il viso,
uno sguardo ed un sospir.
E se basta così poco
a scoprir quel che si tace,
perché perder la sua pace
con ascondere il martìr?

.
.
XXII
Sogna il guerrier le schiere,
le selve il cacciator;
e sogna il pescator
le reti e l’amo.
Sopito in dolce obblio
sogno pur io così
colei, che tutto il dì
sospiro e chiamo.
.
.
XXIX
Se a ciascun l’interno affanno
si leggesse in fronte scritto,
quanti mai, che invidia fanno,
ci farebbero pietà!
Si vedria che i lor nemici
hanno in seno; e si riduce
nel parere a noi
felici ogni lor felicità.

Metastasio giovanetto
.
LA MUSICA DI VIVALDI DA UN SUO LIBRETTO
Termino questo ricordo del Metastasio,
sulla cui vita ulteriormente indagherò
dato che ci sono diversi aspetti che mi lasciano perplesso,
con questo brano tratto dall’opera di Vivaldi
“L’Olimpiade” (1734) musicata su suo libretto.


CIAO DA TONY KOSPAN





Mi piace:
Mi piace Caricamento...
.
.
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.
Lucio è un vero e proprio mito della musica leggera italiana
della seconda parte del secolo scorso.
.
Desidero ricordarlo e rendergli omaggio
con la sua biografia ed alcune tra le sue canzoni più belle.

BREVE BIOGRAFIA
.
Lucio Battisti nasce a Poggio Bustone, vicino a Rieti in una famiglia molto semplice.
I compaesani lo ricorderanno come un ragazzo intelligente ma introverso.
Trasferitasi la famiglia a Roma scoppia, quando è ancora un ragazzo,
nasce la sua passione per la musica (la sua stanza è invasa da chitarre).
Contemporaneamente manifesta il desiderio di conoscere il mondo
attraverso il suo temperamento artistico.
.
La cosa contrasta però con gli studi
e dopo una serie di discussioni e di patti col padre,
ma con l’appoggio della madre, ottiene, ormai divenuto giovanetto,
di poter tentar di trovar uno suo spazio nel mondo musicale.

(Poggio Bustone 5.3.1943 – Milano 9.9.1998)
Nel 1962 si aggrega ad un gruppo musicale napoletano
che suona nei locali notturni “I Mattatori”,
ma è grazie a “I Campioni”, il gruppo che accompagnava Tony Dallara,
che inizia la sua avventura nel mondo della musica.
Rendendosi conto che il centro nevralgico del mondo musicale è a Milano,
vi si trasferisce e dopo un po’ conosce il celebre paroliere Mogol.
.
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.
Le prime affermazioni come autore sono “Per una lira“,
incisa dai Ribelli, “Uno in più” cantata da Ricky Maiocchi
e “Dolce di giorno” per i Dik Dik.
A consacrarlo in pieno come autore è, però, “29 Settembre“,
in collaborazione con Mogol per L’Equipe 84.
Nel 1967 Battisti entra in sala di incisione anche come cantante,
nonostante le perplessità dell’ambiente sulle sue qualità vocali.
Incide “Per una lira” e “Luisa Rossi”.
Ma la non-voce di Battisti era, indubbiamente,
quella giusta per dare un’anima alle sue canzoni,
come lui stesso sosteneva con grande convinzione.
Acqua azzurra acqua chiara

Il successo arriva al Cantagiro del 1968 con “Balla Linda”
e viene replicato e ampliato nel Cantagiro del 1969
con “Acqua azzurra acqua chiara“.
Nello stesso Anno partecipa al Festival di Sanremo,
in coppia con Wilson Pickett con “Un’avventura“, che entra in finale.
Ma l’avvenimento più importante per Lucio
è l’incontro con Grazia Letizia Veronesi,
segretaria del Clan Celentano.
Inizia cosi il loro rapporto forte e simbiotico
che durerà fino alla sua morte.
.

.
.
Il crescente successo di Battisti, sottolineato dall’eccellente accoglienza
riservata all’album “Lucio Battisti” del 1969,
si consolida ulteriormente con il 33 giri “Emozioni” che comprende,
oltre al brano omonimo, pezzi come “7 e 40“,
“Anna“, “Fiori rosa fiori di pesco“, “Io vivrò“.
La collaborazione con Mogol diventa sempre più stretta e costruttiva,
dando origine ad un’amicizia forte ed esclusiva
che li porterà anche a costruire residenze confinanti vicino Molteno,
al centro di un grande faggeto.

Battisti e Mogol
.
.Battisti e Mogol continuano a scrivere anche per altri cantanti
canzoni destinate a lasciare il segno.
Basti ricordare “Insieme”, “Io e te da soli“, “Amor mio“, per Mina;
“Per te” e “Il Paradiso” per Patty Pravo.
Nel 1973 nasce il figlio Luca e
nel 1976 Lucio e Letizia si sposano.

.
I successi continuano con l’album “Umanamente uomo: il sogno”,
che contiene brani come “I giardini di Marzo“, “E penso a te“,
fino ai 33 giri “Il mio canto libero“, “Il nostro caro angelo“.
Nel 1976 con “Ancora tu”, Battisti torna alla canzone pop
e il pubblico gli decreta ancora un successo trionfale,
confermato dall’album “La batteria, il contrabbasso, eccetera” .
Nel 1977 esce il 33 giri “Io, tu , noi, tutti” che balza in cima alle classifiche,
mentre “Images”, registrato negli U.S.A., trova un pubblico indifferente.
Ma con “Una donna per amico“, nel 1978,
il duo Mogol-Battisti ritrova e perfeziona la vena creativa.
E’ un album con dei capolavori musicali assoluti.
.
Una donna per amico
.
Nonostante i successi, il trionfo e gli incassi miliardari
Lucio Battisti resta schivo e riservato
e sopporta sempre meno la folla, i fans, i giornalisti ed i fotografi.
Questo atteggiamento, incentivato anche dalla moglie,
si accentua nel 1975, dopo il tentato rapimento del figlio Luca,
fino a rendere l’esigenza di riservatezza della coppia quasi maniacale.
Il 1976 vede il ritiro dalle scene di Battisti,
dopo una memorabile tournée con i Formula 3.
Poco tempo dopo essersi ritirato Battisti dichiarò
“Non parlerò mai più, perchè un artista
deve comunicare con il pubblico solo per mezzo del suo lavoro“.
Ha tenuto fede all’autoconsegna fino alla fine.

Sulle motivazioni che l’hanno indotto ad un cosi categorico isolamento
si sono sprecati fiumi di inchiostro.
E’ probabile che l’insorgere di alcuni problemi di salute
abbia accelerato una decisione che stava maturando;
verosimilmente su un’ indole già naturalmente schiva,
si è innestato il fastidio profondo di sentirsi spesso frainteso
e oppresso dall’attenzione morbosa di certa stampa.
L’ultima produzione Mogol-Battisti risale al 1980;
“Una giornata uggiosa” segna l’ultimo capitolo di un’amicizia solida
e la fine di un felice connubio artistico
sulla quale si discusse tantissimo riguardo ai motivi che l’avevano causata.

Il primo album del dopo – Mogol, del 1982, si intitola “E già“.
I testi qui sono della moglie Grazia Letizia Veronesi, in arte Velezia
e l’album riesce ad ottenere un discreto successo,
con un mese di primato nelle classifiche di vendita.
I giardini di marzo
Nel 1986 Battisti inizia la collaborazione con il poeta Pasquale Panella
ed il loro primo lavoro comune è “Don Giovanni“.
I testi sono ermetici, criptici, colmi di simbolismi e metafore;
tuttavia l’album – oggi considerato da alcuni un capolavoro assoluto –
resta per due mesi in cima alle classifiche.
Seguono nel 1988 “L’apparenza“, dalle melodie bizzarre ed i testi ostici;
nel 1990 “La sposa occidentale”, con un ritorno alla vena melodica;
nel 1992 “Cosa succederà alla ragazza”, dai testi ermetici e dalle musiche raffinate.
Infine è del 1994… “Heghel“,
il disco che chiude il ciclo di collaborazione con Panella.

Durante il ventennale rigoroso isolamento il ruolo della moglie di Battisti
diventa sempre più condizionante,
sia nei rapporti privati che in quelli di lavoro
e da molti amici (o ex amici) di Lucio
viene considerata una presenza negativa e incombente.
Degli ultimi anni di Lucio Battisti resta qualche immagine scattata di sfuggita,
che lo ritrae invecchiato e ingrassato, gonfiato dai medicinali
necessari per i problemi di salute che da tempo lo affliggevano.
Ma nel ricordo è, forse, giusto separare il Battisti uomo,
ritroso e scorbutico all’eccesso, dal Battisti artista,
che ha saputo dispensare emozioni,
facendo spiegare le ali alle poetiche e tenere parole di Mogol.

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Liberamente tratto e adattato dal (web)
“Lucio Battisti la vita, i grandi successi” di Manola Mineo – Antares editrice
Impaginazione Tony Kospan


Grazie Lucio per tutte le emozioni che ci hai dato.
Mi fa piacere infine salutarti con questa tua favolosa canzone:
Il mio canto libero

Tony Kospan
.
.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
.
.
.
Questo poeta, librettista, drammaturgo e sacerdote
è considerato l’innovatore del melodramma italiano.
E’ ricordato però oggi soprattutto per le sue simpatiche “arie”,
mini poesie simpatiche e scherzose,
oltre che per dei suoi testi musicati da grandi compositori.

.
BREVE BIOGRAFIA
.
.
Ragazzo prodigio fu notato da 2 gentiluomini di cultura
che restarono affascinati dai suoi versi e
che gli consentirono di poter far studi classici
ed uno dei due, il Gravina, gli diede il nome di Metastasio
mentre il suo vero nome era
Pietro Antonio Domenico Bonaventura Trapassi
Il suo estro e la velocità nel comporre erano proverbiali.
Già a 12 anni infatti aveva tradotto l’Iliade in ottave
e qualche anno dopo aveva scritto una tragedia.
A 16 anni prese i voti di abate… voti necessari
per far qualunque carriera a Roma ma poi trovò impiego
come collaboratore di un noto avvocato a Napoli.
Intanto cresceva il suo aspetto romantico…
il fascino personale e la sua eleganza
che gli consentivano d’esser ben accolto ovunque.
Mentre lavorava per l’avvocato continuava a scrivere
con successo in occasione di matrimoni ed altre importanti feste
e soprattutto, pur non volendo apparire col suo nome,
creò, su incarico del Viceré una serenata “Gli orti esperidi”
che ebbe enorme successo.
.
La primadonna dell’opera, entusiasta,
si impegnò con tutte le sue forze
e riuscì a scoprire l’autore.

(Roma 3 gennaio 1698 – Vienna 12 aprile 1782)
La Romanina, questo il nome dell’artista, lo convinse allora
a rinunciare alla carriera legale ed a dedicarsi al dramma musicale.
Lei col marito lo accolse nella sua casa e lo viziò e lo coccolò
mentre lui iniziava a studiare anche la musica ed a scrivere diversi drammi
che, musicati da altri, venivano rappresentati con successo.
Guadagnava bene ma si sentiva un po’ troppo legato
alla grande cantante che ormai iniziava ad invecchiare.
Allora accettò un’allettante offerta come poeta di Corte a Vienna.
La Romanina con dispiacere lo lasciò partire perchè raggiungesse la gloria
e continuò anche ad aiutare la sua famiglia.

L’Olimpiade
Giunto a Vienna nel 1730 visse i primi 10 anni
che, se furono proficui da un punto di vista artistico
per la notevole produzione di opere di successo
non lo furono altrettanto per la sua vita sociale dato che,
non essendo nobile, era escluso da molti ambienti.
.
Per fortuna poi l’aiutò molto l’amicizia con Niccolò Martines,
maestro di cerimonie che aveva conosciuto a Napoli.
Inoltre, forse anche per ovviare alla difficoltà di rapporti sociali,
intraprese una lunga ed intensa relazione molto passionale
con la contessa Marianna Pignatelli di Althann
al punto che molti pensavano che si erano sposati segretamente.

Metastasio riceve il Cordone da Maria Teresa d’Austria (Archivio Salvat)
La Romanina però non l’aveva dimenticato e voleva rivederlo.
.
Lui rispose in modo non affettuoso ad una sua lettera
e lei partì da Roma per andare da lui ma morì nel viaggio.
Al Metastasio toccavano tutti i suoi beni
ma forse per il rimorso rinunciò all’eredità.
Con la morte anche della contessa Pignatelli
egli si ritirò in disparte e pur scrivendo diverse cantate
(di gran successo fu “Ecco quel fiero istante”)
la vena poetica ormai andava sempre più scemando.
Svolse, ormai anziano, anche l’attività di insegnante
della giovane arciduchessa Maria Antonietta,
futura e sfortunata regina di Francia.
Morì a 84 anni lasciando una notevole fortuna
ai figli dell’amico Martines.

.
ALCUNE SUE NOTE “ARIE”
I
Non so dir se sono amante;
ma so ben che al tuo sembiante
tutto ardore pena il core,
e gli è caro il suo penar.
Sul tuo volto, s’io ti miro,
fugge l’alma in un sospiro,
e poi riede nel mio petto
per tornare a sospirar.
.
.
XIII
è in ogni core
diverso amore.
Chi pena ed ama
senza speranza;
dell’incostanza
chi si compiace:
questo vuol guerra,
quello vuol pace;
v’è fin chi brama la crudeltà.
Fra questi miseri
se vivo anch’io,
ah non deridere
l’affanno mio,
che forse merito
la tua pietà!
.
.
XIV
è follia se nascondete,
fidi amanti, il vostro foco:
a scoprir quel che tacete
un pallor basta improvviso,
un rossor che accenda il viso,
uno sguardo ed un sospir.
E se basta così poco
a scoprir quel che si tace,
perché perder la sua pace
con ascondere il martìr?

.
.
XXII
Sogna il guerrier le schiere,
le selve il cacciator;
e sogna il pescator
le reti e l’amo.
Sopito in dolce obblio
sogno pur io così
colei, che tutto il dì
sospiro e chiamo.
.
.
XXIX
Se a ciascun l’interno affanno
si leggesse in fronte scritto,
quanti mai, che invidia fanno,
ci farebbero pietà!
Si vedria che i lor nemici
hanno in seno; e si riduce
nel parere a noi
felici ogni lor felicità.

Metastasio giovanetto
.
LA MUSICA DI VIVALDI DA UN SUO LIBRETTO
Termino questo ricordo del Metastasio,
sulla cui vita ulteriormente indagherò
dato che ci sono diversi aspetti che mi lasciano perplesso,
con questo brano tratto dall’opera di Vivaldi
“L’Olimpiade” (1734) musicata su suo libretto.


CIAO DA TONY KOSPAN







Mi piace:
Mi piace Caricamento...
.
.
.

.
Lucio è un vero e proprio mito della musica leggera italiana
della seconda parte del secolo scorso.
.
Desidero ricordarlo e rendergli omaggio
con la sua biografia ed alcune tra le sue canzoni più belle.

BREVE BIOGRAFIA
.
Lucio Battisti nasce a Poggio Bustone, vicino a Rieti in una famiglia molto semplice.
I compaesani lo ricorderanno come un ragazzo intelligente ma introverso.
Trasferitasi la famiglia a Roma scoppia, quando è ancora un ragazzo,
nasce la sua passione per la musica (la sua stanza è invasa da chitarre).
Contemporaneamente manifesta il desiderio di conoscere il mondo
attraverso il suo temperamento artistico.
.
La cosa contrasta però con gli studi
e dopo una serie di discussioni e di patti col padre,
ma con l’appoggio della madre, ottiene, ormai divenuto giovanetto,
di poter tentar di trovar uno suo spazio nel mondo musicale.

(Poggio Bustone 5.3.1943 – Milano 9.9.1998)
Nel 1962 si aggrega ad un gruppo musicale napoletano
che suona nei locali notturni “I Mattatori”,
ma è grazie a “I Campioni”, il gruppo che accompagnava Tony Dallara,
che inizia la sua avventura nel mondo della musica.
Rendendosi conto che il centro nevralgico del mondo musicale è a Milano,
vi si trasferisce e dopo un po’ conosce il celebre paroliere Mogol.
.
.

.
.
Le prime affermazioni come autore sono “Per una lira“,
incisa dai Ribelli, “Uno in più” cantata da Ricky Maiocchi
e “Dolce di giorno” per i Dik Dik.
A consacrarlo in pieno come autore è, però, “29 Settembre“,
in collaborazione con Mogol per L’Equipe 84.
Nel 1967 Battisti entra in sala di incisione anche come cantante,
nonostante le perplessità dell’ambiente sulle sue qualità vocali.
Incide “Per una lira” e “Luisa Rossi”.
Ma la non-voce di Battisti era, indubbiamente,
quella giusta per dare un’anima alle sue canzoni,
come lui stesso sosteneva con grande convinzione.
Acqua azzurra acqua chiara

Il successo arriva al Cantagiro del 1968 con “Balla Linda”
e viene replicato e ampliato nel Cantagiro del 1969
con “Acqua azzurra acqua chiara“.
Nello stesso Anno partecipa al Festival di Sanremo,
in coppia con Wilson Pickett con “Un’avventura“, che entra in finale.
Ma l’avvenimento più importante per Lucio
è l’incontro con Grazia Letizia Veronesi,
segretaria del Clan Celentano.
Inizia cosi il loro rapporto forte e simbiotico
che durerà fino alla sua morte.
.

.
.
Il crescente successo di Battisti, sottolineato dall’eccellente accoglienza
riservata all’album “Lucio Battisti” del 1969,
si consolida ulteriormente con il 33 giri “Emozioni” che comprende,
oltre al brano omonimo, pezzi come “7 e 40“,
“Anna“, “Fiori rosa fiori di pesco“, “Io vivrò“.
La collaborazione con Mogol diventa sempre più stretta e costruttiva,
dando origine ad un’amicizia forte ed esclusiva
che li porterà anche a costruire residenze confinanti vicino Molteno,
al centro di un grande faggeto.

Battisti e Mogol
.
.Battisti e Mogol continuano a scrivere anche per altri cantanti
canzoni destinate a lasciare il segno.
Basti ricordare “Insieme”, “Io e te da soli“, “Amor mio“, per Mina;
“Per te” e “Il Paradiso” per Patty Pravo.
Nel 1973 nasce il figlio Luca e
nel 1976 Lucio e Letizia si sposano.

.
I successi continuano con l’album “Umanamente uomo: il sogno”,
che contiene brani come “I giardini di Marzo“, “E penso a te“,
fino ai 33 giri “Il mio canto libero“, “Il nostro caro angelo“.
Nel 1976 con “Ancora tu”, Battisti torna alla canzone pop
e il pubblico gli decreta ancora un successo trionfale,
confermato dall’album “La batteria, il contrabbasso, eccetera” .
Nel 1977 esce il 33 giri “Io, tu , noi, tutti” che balza in cima alle classifiche,
mentre “Images”, registrato negli U.S.A., trova un pubblico indifferente.
Ma con “Una donna per amico“, nel 1978,
il duo Mogol-Battisti ritrova e perfeziona la vena creativa.
E’ un album con dei capolavori musicali assoluti.
.
Una donna per amico
.
Nonostante i successi, il trionfo e gli incassi miliardari
Lucio Battisti resta schivo e riservato
e sopporta sempre meno la folla, i fans, i giornalisti ed i fotografi.
Questo atteggiamento, incentivato anche dalla moglie,
si accentua nel 1975, dopo il tentato rapimento del figlio Luca,
fino a rendere l’esigenza di riservatezza della coppia quasi maniacale.
Il 1976 vede il ritiro dalle scene di Battisti,
dopo una memorabile tournée con i Formula 3.
Poco tempo dopo essersi ritirato Battisti dichiarò
“Non parlerò mai più, perchè un artista
deve comunicare con il pubblico solo per mezzo del suo lavoro“.
Ha tenuto fede all’autoconsegna fino alla fine.

Sulle motivazioni che l’hanno indotto ad un cosi categorico isolamento
si sono sprecati fiumi di inchiostro.
E’ probabile che l’insorgere di alcuni problemi di salute
abbia accelerato una decisione che stava maturando;
verosimilmente su un’ indole già naturalmente schiva,
si è innestato il fastidio profondo di sentirsi spesso frainteso
e oppresso dall’attenzione morbosa di certa stampa.
L’ultima produzione Mogol-Battisti risale al 1980;
“Una giornata uggiosa” segna l’ultimo capitolo di un’amicizia solida
e la fine di un felice connubio artistico
sulla quale si discusse tantissimo riguardo ai motivi che l’avevano causata.

Il primo album del dopo – Mogol, del 1982, si intitola “E già“.
I testi qui sono della moglie Grazia Letizia Veronesi, in arte Velezia
e l’album riesce ad ottenere un discreto successo,
con un mese di primato nelle classifiche di vendita.
I giardini di marzo
Nel 1986 Battisti inizia la collaborazione con il poeta Pasquale Panella
ed il loro primo lavoro comune è “Don Giovanni“.
I testi sono ermetici, criptici, colmi di simbolismi e metafore;
tuttavia l’album – oggi considerato da alcuni un capolavoro assoluto –
resta per due mesi in cima alle classifiche.
Seguono nel 1988 “L’apparenza“, dalle melodie bizzarre ed i testi ostici;
nel 1990 “La sposa occidentale”, con un ritorno alla vena melodica;
nel 1992 “Cosa succederà alla ragazza”, dai testi ermetici e dalle musiche raffinate.
Infine è del 1994… “Heghel“,
il disco che chiude il ciclo di collaborazione con Panella.

Durante il ventennale rigoroso isolamento il ruolo della moglie di Battisti
diventa sempre più condizionante,
sia nei rapporti privati che in quelli di lavoro
e da molti amici (o ex amici) di Lucio
viene considerata una presenza negativa e incombente.
Degli ultimi anni di Lucio Battisti resta qualche immagine scattata di sfuggita,
che lo ritrae invecchiato e ingrassato, gonfiato dai medicinali
necessari per i problemi di salute che da tempo lo affliggevano.
Ma nel ricordo è, forse, giusto separare il Battisti uomo,
ritroso e scorbutico all’eccesso, dal Battisti artista,
che ha saputo dispensare emozioni,
facendo spiegare le ali alle poetiche e tenere parole di Mogol.

.
Liberamente tratto e adattato dal (web)
“Lucio Battisti la vita, i grandi successi” di Manola Mineo – Antares editrice
Impaginazione Tony Kospan


Grazie Lucio per tutte le emozioni che ci hai dato.
Mi fa piacere infine salutarti con questa tua favolosa canzone:
Il mio canto libero

Tony Kospan
.
.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
.
.
.
Questo poeta, librettista, drammaturgo e sacerdote
è considerato l’innovatore del melodramma italiano.
E’ ricordato però oggi soprattutto per le sue simpatiche “arie”,
mini poesie simpatiche e scherzose,
oltre che per dei suoi testi musicati da grandi compositori.

.
BREVE BIOGRAFIA
.
.
Ragazzo prodigio fu notato da 2 gentiluomini di cultura
che restarono affascinati dai suoi versi e
che gli consentirono di poter far studi classici
ed uno dei due, il Gravina, gli diede il nome di Metastasio
mentre il suo vero nome era
Pietro Antonio Domenico Bonaventura Trapassi
Il suo estro e la velocità nel comporre erano proverbiali.
Già a 12 anni infatti aveva tradotto l’Iliade in ottave
e qualche anno dopo aveva scritto una tragedia.
A 16 anni prese i voti di abate… voti necessari
per far qualunque carriera a Roma ma poi trovò impiego
come collaboratore di un noto avvocato a Napoli.
Intanto cresceva il suo aspetto romantico…
il fascino personale e la sua eleganza
che gli consentivano d’esser ben accolto ovunque.
Mentre lavorava per l’avvocato continuava a scrivere
con successo in occasione di matrimoni ed altre importanti feste
e soprattutto, pur non volendo apparire col suo nome,
creò, su incarico del Viceré una serenata “Gli orti esperidi”
che ebbe enorme successo.
.
La primadonna dell’opera, entusiasta,
si impegnò con tutte le sue forze
e riuscì a scoprire l’autore.

(Roma 3 gennaio 1698 – Vienna 12 aprile 1782)
La Romanina, questo il nome dell’artista, lo convinse allora
a rinunciare alla carriera legale ed a dedicarsi al dramma musicale.
Lei col marito lo accolse nella sua casa e lo viziò e lo coccolò
mentre lui iniziava a studiare anche la musica ed a scrivere diversi drammi
che, musicati da altri, venivano rappresentati con successo.
Guadagnava bene ma si sentiva un po’ troppo legato
alla grande cantante che ormai iniziava ad invecchiare.
Allora accettò un’allettante offerta come poeta di Corte a Vienna.
La Romanina con dispiacere lo lasciò partire perchè raggiungesse la gloria
e continuò anche ad aiutare la sua famiglia.

L’Olimpiade
Giunto a Vienna nel 1730 visse i primi 10 anni
che, se furono proficui da un punto di vista artistico
per la notevole produzione di opere di successo
non lo furono altrettanto per la sua vita sociale dato che,
non essendo nobile, era escluso da molti ambienti.
.
Per fortuna poi l’aiutò molto l’amicizia con Niccolò Martines,
maestro di cerimonie che aveva conosciuto a Napoli.
Inoltre, forse anche per ovviare alla difficoltà di rapporti sociali,
intraprese una lunga ed intensa relazione molto passionale
con la contessa Marianna Pignatelli di Althann
al punto che molti pensavano che si erano sposati segretamente.

Metastasio riceve il Cordone da Maria Teresa d’Austria (Archivio Salvat)
La Romanina però non l’aveva dimenticato e voleva rivederlo.
.
Lui rispose in modo non affettuoso ad una sua lettera
e lei partì da Roma per andare da lui ma morì nel viaggio.
Al Metastasio toccavano tutti i suoi beni
ma forse per il rimorso rinunciò all’eredità.
Con la morte anche della contessa Pignatelli
egli si ritirò in disparte e pur scrivendo diverse cantate
(di gran successo fu “Ecco quel fiero istante”)
la vena poetica ormai andava sempre più scemando.
Svolse, ormai anziano, anche l’attività di insegnante
della giovane arciduchessa Maria Antonietta,
futura e sfortunata regina di Francia.
Morì a 84 anni lasciando una notevole fortuna
ai figli dell’amico Martines.

.
ALCUNE SUE NOTE “ARIE”
I
Non so dir se sono amante;
ma so ben che al tuo sembiante
tutto ardore pena il core,
e gli è caro il suo penar.
Sul tuo volto, s’io ti miro,
fugge l’alma in un sospiro,
e poi riede nel mio petto
per tornare a sospirar.
.
.
XIII
è in ogni core
diverso amore.
Chi pena ed ama
senza speranza;
dell’incostanza
chi si compiace:
questo vuol guerra,
quello vuol pace;
v’è fin chi brama la crudeltà.
Fra questi miseri
se vivo anch’io,
ah non deridere
l’affanno mio,
che forse merito
la tua pietà!
.
.
XIV
è follia se nascondete,
fidi amanti, il vostro foco:
a scoprir quel che tacete
un pallor basta improvviso,
un rossor che accenda il viso,
uno sguardo ed un sospir.
E se basta così poco
a scoprir quel che si tace,
perché perder la sua pace
con ascondere il martìr?

.
.
XXII
Sogna il guerrier le schiere,
le selve il cacciator;
e sogna il pescator
le reti e l’amo.
Sopito in dolce obblio
sogno pur io così
colei, che tutto il dì
sospiro e chiamo.
.
.
XXIX
Se a ciascun l’interno affanno
si leggesse in fronte scritto,
quanti mai, che invidia fanno,
ci farebbero pietà!
Si vedria che i lor nemici
hanno in seno; e si riduce
nel parere a noi
felici ogni lor felicità.

Metastasio giovanetto
.
LA MUSICA DI VIVALDI DA UN SUO LIBRETTO
Termino questo ricordo del Metastasio,
sulla cui vita ulteriormente indagherò
dato che ci sono diversi aspetti che mi lasciano perplesso,
con questo brano tratto dall’opera di Vivaldi
“L’Olimpiade” (1734) musicata su suo libretto.


CIAO DA TONY KOSPAN







Mi piace:
Mi piace Caricamento...
.
.
.

.
Lucio è un vero e proprio mito della musica leggera italiana
della seconda parte del secolo scorso.
.
Desidero ricordarlo e rendergli omaggio
con la sua biografia ed alcune tra le sue canzoni più belle.

BREVE BIOGRAFIA
.
Lucio Battisti nasce a Poggio Bustone, vicino a Rieti in una famiglia molto semplice.
I compaesani lo ricorderanno come un ragazzo intelligente ma introverso.
Trasferitasi la famiglia a Roma scoppia, quando è ancora un ragazzo,
nasce la sua passione per la musica (la sua stanza è invasa da chitarre).
Contemporaneamente manifesta il desiderio di conoscere il mondo
attraverso il suo temperamento artistico.
.
La cosa contrasta però con gli studi
e dopo una serie di discussioni e di patti col padre,
ma con l’appoggio della madre, ottiene, ormai divenuto giovanetto,
di poter tentar di trovar uno suo spazio nel mondo musicale.

(Poggio Bustone 5.3.1943 – Milano 9.9.1998)
Nel 1962 si aggrega ad un gruppo musicale napoletano
che suona nei locali notturni “I Mattatori”,
ma è grazie a “I Campioni”, il gruppo che accompagnava Tony Dallara,
che inizia la sua avventura nel mondo della musica.
Rendendosi conto che il centro nevralgico del mondo musicale è a Milano,
vi si trasferisce e dopo un po’ conosce il celebre paroliere Mogol.
.
.

.
.
Le prime affermazioni come autore sono “Per una lira“,
incisa dai Ribelli, “Uno in più” cantata da Ricky Maiocchi
e “Dolce di giorno” per i Dik Dik.
A consacrarlo in pieno come autore è, però, “29 Settembre“,
in collaborazione con Mogol per L’Equipe 84.
Nel 1967 Battisti entra in sala di incisione anche come cantante,
nonostante le perplessità dell’ambiente sulle sue qualità vocali.
Incide “Per una lira” e “Luisa Rossi”.
Ma la non-voce di Battisti era, indubbiamente,
quella giusta per dare un’anima alle sue canzoni,
come lui stesso sosteneva con grande convinzione.
Acqua azzurra acqua chiara

Il successo arriva al Cantagiro del 1968 con “Balla Linda”
e viene replicato e ampliato nel Cantagiro del 1969
con “Acqua azzurra acqua chiara“.
Nello stesso Anno partecipa al Festival di Sanremo,
in coppia con Wilson Pickett con “Un’avventura“, che entra in finale.
Ma l’avvenimento più importante per Lucio
è l’incontro con Grazia Letizia Veronesi,
segretaria del Clan Celentano.
Inizia cosi il loro rapporto forte e simbiotico
che durerà fino alla sua morte.
.

.
.
Il crescente successo di Battisti, sottolineato dall’eccellente accoglienza
riservata all’album “Lucio Battisti” del 1969,
si consolida ulteriormente con il 33 giri “Emozioni” che comprende,
oltre al brano omonimo, pezzi come “7 e 40“,
“Anna“, “Fiori rosa fiori di pesco“, “Io vivrò“.
La collaborazione con Mogol diventa sempre più stretta e costruttiva,
dando origine ad un’amicizia forte ed esclusiva
che li porterà anche a costruire residenze confinanti vicino Molteno,
al centro di un grande faggeto.

Battisti e Mogol
.
.Battisti e Mogol continuano a scrivere anche per altri cantanti
canzoni destinate a lasciare il segno.
Basti ricordare “Insieme”, “Io e te da soli“, “Amor mio“, per Mina;
“Per te” e “Il Paradiso” per Patty Pravo.
Nel 1973 nasce il figlio Luca e
nel 1976 Lucio e Letizia si sposano.

.
I successi continuano con l’album “Umanamente uomo: il sogno”,
che contiene brani come “I giardini di Marzo“, “E penso a te“,
fino ai 33 giri “Il mio canto libero“, “Il nostro caro angelo“.
Nel 1976 con “Ancora tu”, Battisti torna alla canzone pop
e il pubblico gli decreta ancora un successo trionfale,
confermato dall’album “La batteria, il contrabbasso, eccetera” .
Nel 1977 esce il 33 giri “Io, tu , noi, tutti” che balza in cima alle classifiche,
mentre “Images”, registrato negli U.S.A., trova un pubblico indifferente.
Ma con “Una donna per amico“, nel 1978,
il duo Mogol-Battisti ritrova e perfeziona la vena creativa.
E’ un album con dei capolavori musicali assoluti.
.
Una donna per amico
.
Nonostante i successi, il trionfo e gli incassi miliardari
Lucio Battisti resta schivo e riservato
e sopporta sempre meno la folla, i fans, i giornalisti ed i fotografi.
Questo atteggiamento, incentivato anche dalla moglie,
si accentua nel 1975, dopo il tentato rapimento del figlio Luca,
fino a rendere l’esigenza di riservatezza della coppia quasi maniacale.
Il 1976 vede il ritiro dalle scene di Battisti,
dopo una memorabile tournée con i Formula 3.
Poco tempo dopo essersi ritirato Battisti dichiarò
“Non parlerò mai più, perchè un artista
deve comunicare con il pubblico solo per mezzo del suo lavoro“.
Ha tenuto fede all’autoconsegna fino alla fine.

Sulle motivazioni che l’hanno indotto ad un cosi categorico isolamento
si sono sprecati fiumi di inchiostro.
E’ probabile che l’insorgere di alcuni problemi di salute
abbia accelerato una decisione che stava maturando;
verosimilmente su un’ indole già naturalmente schiva,
si è innestato il fastidio profondo di sentirsi spesso frainteso
e oppresso dall’attenzione morbosa di certa stampa.
L’ultima produzione Mogol-Battisti risale al 1980;
“Una giornata uggiosa” segna l’ultimo capitolo di un’amicizia solida
e la fine di un felice connubio artistico
sulla quale si discusse tantissimo riguardo ai motivi che l’avevano causata.

Il primo album del dopo – Mogol, del 1982, si intitola “E già“.
I testi qui sono della moglie Grazia Letizia Veronesi, in arte Velezia
e l’album riesce ad ottenere un discreto successo,
con un mese di primato nelle classifiche di vendita.
I giardini di marzo
Nel 1986 Battisti inizia la collaborazione con il poeta Pasquale Panella
ed il loro primo lavoro comune è “Don Giovanni“.
I testi sono ermetici, criptici, colmi di simbolismi e metafore;
tuttavia l’album – oggi considerato da alcuni un capolavoro assoluto –
resta per due mesi in cima alle classifiche.
Seguono nel 1988 “L’apparenza“, dalle melodie bizzarre ed i testi ostici;
nel 1990 “La sposa occidentale”, con un ritorno alla vena melodica;
nel 1992 “Cosa succederà alla ragazza”, dai testi ermetici e dalle musiche raffinate.
Infine è del 1994… “Heghel“,
il disco che chiude il ciclo di collaborazione con Panella.

Durante il ventennale rigoroso isolamento il ruolo della moglie di Battisti
diventa sempre più condizionante,
sia nei rapporti privati che in quelli di lavoro
e da molti amici (o ex amici) di Lucio
viene considerata una presenza negativa e incombente.
Degli ultimi anni di Lucio Battisti resta qualche immagine scattata di sfuggita,
che lo ritrae invecchiato e ingrassato, gonfiato dai medicinali
necessari per i problemi di salute che da tempo lo affliggevano.
Ma nel ricordo è, forse, giusto separare il Battisti uomo,
ritroso e scorbutico all’eccesso, dal Battisti artista,
che ha saputo dispensare emozioni,
facendo spiegare le ali alle poetiche e tenere parole di Mogol.

.
Liberamente tratto e adattato dal (web)
“Lucio Battisti la vita, i grandi successi” di Manola Mineo – Antares editrice
Impaginazione Tony Kospan


Grazie Lucio per tutte le emozioni che ci hai dato.
Mi fa piacere infine salutarti con questa tua favolosa canzone:
Il mio canto libero

Tony Kospan
.
.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
.
.
.

.
Lucio è un vero e proprio mito della musica leggera italiana
della seconda parte del secolo scorso.
.
Desidero ricordarlo e rendergli omaggio
con la sua biografia ed alcune tra le sue canzoni più belle.

BREVE BIOGRAFIA
.
Lucio Battisti nasce a Poggio Bustone, vicino a Rieti in una famiglia molto semplice.
I compaesani lo ricorderanno come un ragazzo intelligente ma introverso.
Trasferitasi la famiglia a Roma scoppia, quando è ancora un ragazzo,
nasce la sua passione per la musica (la sua stanza è invasa da chitarre).
Contemporaneamente manifesta il desiderio di conoscere il mondo
attraverso il suo temperamento artistico.
.
La cosa contrasta però con gli studi
e dopo una serie di discussioni e di patti col padre,
ma con l’appoggio della madre, ottiene, ormai divenuto giovanetto,
di poter tentar di trovar uno suo spazio nel mondo musicale.

(Poggio Bustone 5.3.1943 – Milano 9.9.1998)
Nel 1962 si aggrega ad un gruppo musicale napoletano
che suona nei locali notturni “I Mattatori”,
ma è grazie a “I Campioni”, il gruppo che accompagnava Tony Dallara,
che inizia la sua avventura nel mondo della musica.
Rendendosi conto che il centro nevralgico del mondo musicale è a Milano,
vi si trasferisce e dopo un po’ conosce il celebre paroliere Mogol.
.
.

.
.
Le prime affermazioni come autore sono “Per una lira“,
incisa dai Ribelli, “Uno in più” cantata da Ricky Maiocchi
e “Dolce di giorno” per i Dik Dik.
A consacrarlo in pieno come autore è, però, “29 Settembre“,
in collaborazione con Mogol per L’Equipe 84.
Nel 1967 Battisti entra in sala di incisione anche come cantante,
nonostante le perplessità dell’ambiente sulle sue qualità vocali.
Incide “Per una lira” e “Luisa Rossi”.
Ma la non-voce di Battisti era, indubbiamente,
quella giusta per dare un’anima alle sue canzoni,
come lui stesso sosteneva con grande convinzione.

Acqua azzurra acqua chiara

Il successo arriva al Cantagiro del 1968 con “Balla Linda”
e viene replicato e ampliato nel Cantagiro del 1969
con “Acqua azzurra acqua chiara“.
Nello stesso Anno partecipa al Festival di Sanremo,
in coppia con Wilson Pickett con “Un’avventura“, che entra in finale.
Ma l’avvenimento più importante per Lucio
è l’incontro con Grazia Letizia Veronesi,
segretaria del Clan Celentano.
Inizia cosi il loro rapporto forte e simbiotico
che durerà fino alla sua morte.
.

.
.
Il crescente successo di Battisti, sottolineato dall’eccellente accoglienza
riservata all’album “Lucio Battisti” del 1969,
si consolida ulteriormente con il 33 giri “Emozioni” che comprende,
oltre al brano omonimo, pezzi come “7 e 40“,
“Anna“, “Fiori rosa fiori di pesco“, “Io vivrò“.
La collaborazione con Mogol diventa sempre più stretta e costruttiva,
dando origine ad un’amicizia forte ed esclusiva
che li porterà anche a costruire residenze confinanti vicino Molteno,
al centro di un grande faggeto.

Battisti e Mogol
.
.Battisti e Mogol continuano a scrivere anche per altri cantanti
canzoni destinate a lasciare il segno.
Basti ricordare “Insieme”, “Io e te da soli“, “Amor mio“, per Mina;
“Per te” e “Il Paradiso” per Patty Pravo.
Nel 1973 nasce il figlio Luca e
nel 1976 Lucio e Letizia si sposano.

.
I successi continuano con l’album “Umanamente uomo: il sogno”,
che contiene brani come “I giardini di Marzo“, “E penso a te“,
fino ai 33 giri “Il mio canto libero“, “Il nostro caro angelo“.
Nel 1976 con “Ancora tu”, Battisti torna alla canzone pop
e il pubblico gli decreta ancora un successo trionfale,
confermato dall’album “La batteria, il contrabbasso, eccetera” .
Nel 1977 esce il 33 giri “Io, tu , noi, tutti” che balza in cima alle classifiche,
mentre “Images”, registrato negli U.S.A., trova un pubblico indifferente.
Ma con “Una donna per amico“, nel 1978,
il duo Mogol-Battisti ritrova e perfeziona la vena creativa.
E’ un album con dei capolavori musicali assoluti.
.

Una donna per amico
.
Nonostante i successi, il trionfo e gli incassi miliardari
Lucio Battisti resta schivo e riservato
e sopporta sempre meno la folla, i fans, i giornalisti ed i fotografi.
Questo atteggiamento, incentivato anche dalla moglie,
si accentua nel 1975, dopo il tentato rapimento del figlio Luca,
fino a rendere l’esigenza di riservatezza della coppia quasi maniacale.
Il 1976 vede il ritiro dalle scene di Battisti,
dopo una memorabile tournèe con i Formula 3.
Poco tempo dopo essersi ritirato Battisti dichiarò
“Non parlerò mai più, perchè un artista
deve comunicare con il pubblico solo per mezzo del suo lavoro“.
Ha tenuto fede all’autoconsegna fino alla fine.

Sulle motivazioni che l’hanno indotto ad un cosi categorico isolamento
si sono sprecati fiumi di inchiostro.
E’ probabile che l’insorgere di alcuni problemi di salute
abbia accelerato una decisione che stava maturando;
verosimilmente su un’ indole già naturalmente schiva,
si è innestato il fastidio profondo di sentirsi spesso frainteso
e oppresso dall’attenzione morbosa di certa stampa.
L’ultima produzione Mogol-Battisti risale al 1980;
“Una giornata uggiosa” segna l’ultimo capitolo di un’amicizia solida
e la fine di un felice connubio artistico
sulla quale si discusse tantissimo riguardo ai motivi che l’avevano causata.

Il primo album del dopo – Mogol, del 1982, si intitola “E già“.
I testi qui sono della moglie Grazia Letizia Veronesi, in arte Velezia
e l’album riesce ad ottenere un discreto successo,
con un mese di primato nelle classifiche di vendita.

I giardini di marzo
Nel 1986 Battisti inizia la collaborazione con il poeta Pasquale Panella
ed il loro primo lavoro comune è “Don Giovanni“.
I testi sono ermetici, criptici, colmi di simbolismi e metafore;
tuttavia l’album – oggi considerato da alcuni un capolavoro assoluto –
resta per due mesi in cima alle classifiche.
Seguono nel 1988 “L’apparenza“, dalle melodie bizzarre ed i testi ostici;
nel 1990 “La sposa occidentale”, con un ritorno alla vena melodica;
nel 1992 “Cosa succederà alla ragazza”, dai testi ermetici e dalle musiche raffinate.
Infine è del 1994… “Heghel“,
il disco che chiude il ciclo di collaborazione con Panella.

Durante il ventennale rigoroso isolamento il ruolo della moglie di Battisti
diventa sempre più condizionante,
sia nei rapporti privati che in quelli di lavoro
e da molti amici (o ex amici) di Lucio
viene considerata una presenza negativa e incombente.
Degli ultimi anni di Lucio Battisti resta qualche immagine scattata di sfuggita,
che lo ritrae invecchiato e ingrassato, gonfiato dai medicinali
necessari per i problemi di salute che da tempo lo affliggevano.
Ma nel ricordo è, forse, giusto separare il Battisti uomo,
ritroso e scorbutico all’eccesso, dal Battisti artista,
che ha saputo dispensare emozioni,
facendo spiegare le ali alle poetiche e tenere parole di Mogol.

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Liberamente tratto e adattato dal (web)
“Lucio Battisti la vita,i grandi successi” di Manola Mineo – Antares editrice
Impaginazione Tony Kospan



Grazie Lucio per tutte le emozioni che ci hai dato.
Mi fa piacere infine salutarti con questa tua favolosa canzone:

Il mio canto libero

Tony Kospan
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Questo poeta, librettista, drammaturgo e sacerdote
è considerato l’innovatore del melodramma italiano.
E’ ricordato però oggi soprattutto per le sue simpatiche “arie”,
mini poesie simpatiche e scherzose,
oltre che per i suoi testi che furono musicati da grandi compositori.

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BREVE BIOGRAFIA
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Ragazzo prodigio fu notato da 2 gentiluomini di cultura
che restarono affascinati dai suoi versi e
che gli consentirono di poter far studi classici
ed uno dei due, il Gravina, gli diede il nome di Metastasio
mentre il suo vero nome era
Pietro Antonio Domenico Bonaventura Trapassi
Il suo estro e la velocità nel comporre erano proverbiali.
Già a 12 anni infatti aveva tradotto l’Iliade in ottave
e qualche anno dopo aveva scritto una tragedia.
A 16 anni prese i voti di abate… voti necessari
per far qualunque carriera a Roma ma poi trovò impiego
come collaboratore di un noto avvocato a Napoli.
Intanto cresceva il suo aspetto romantico…
il fascino personale e la sua eleganza
che gli consentivano d’esser ben accolto ovunque.
Mentre lavorava per l’avvocato continuava a scrivere
con successo in occasione di matrimoni ed altre importanti feste
e soprattutto, pur non volendo apparire col suo nome,
creò, su incarico del Viceré una serenata “Gli orti esperidi”
che ebbe enorme successo.
.
La primadonna dell’opera, entusiasta,
si impegnò con tutte le sue forze
e riuscì a scoprire l’autore.

(Roma 3 gennaio 1698 – Vienna 12 aprile 1782)
La Romanina, questo il nome dell’artista, lo convinse allora
a rinunciare alla carriera legale ed a dedicarsi al dramma musicale.
Lei col marito lo accolse nella sua casa e lo viziò e lo coccolò
mentre lui iniziava a studiare anche la musica ed a scrivere diversi drammi
che, musicati da altri, venivano rappresentati con successo.
Guadagnava bene ma si sentiva un po’ troppo legato
alla grande cantante che ormai iniziava ad invecchiare.
Allora accettò un’allettante offerta come poeta di Corte a Vienna.
La Romanina con dispiacere lo lasciò partire perchè raggiungesse la gloria
e continuò anche ad aiutare la sua famiglia.

L’Olimpiade
Giunto a Vienna nel 1730 visse i primi 10 anni
che, se furono proficui da un punto di vista artistico
per la notevole produzione di opere di successo
non lo furono altrettanto per la sua vita sociale dato che,
non essendo nobile, era escluso da molti ambienti.
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Per fortuna poi l’aiutò molto l’amicizia con Niccolò Martines,
maestro di cerimonie che aveva conosciuto a Napoli.
Inoltre, forse anche per ovviare alla difficoltà di rapporti sociali,
intraprese una lunga ed intensa relazione molto passionale
con la contessa Marianna Pignatelli di Althann
al punto che molti pensavano che si erano sposati segretamente.
Metastasio riceve il Cordone da Maria Teresa d’Austria (Archivio Salvat)
La Romanina però non l’aveva dimenticato e voleva rivederlo.
.
Lui rispose in modo non affettuoso ad una sua lettera
e lei partì da Roma per andare da lui ma morì nel viaggio.
Al Metastasio toccavano tutti i suoi beni
ma forse per il rimorso rinunciò all’eredità.
Con la morte anche della contessa Pignatelli
egli si ritirò in disparte e pur scrivendo diverse cantate
(di gran successo fu “Ecco quel fiero istante”)
la vena poetica ormai andava sempre più scemando.
Svolse, ormai anziano, anche l’attività di insegnante
della giovane arciduchessa Maria Antonietta,
futura e sfortunata regina di Francia.
Morì a 84 anni lasciando una notevole fortuna
ai figli dell’amico Martines.

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ALCUNE SUE NOTE “ARIE”
I
Non so dir se sono amante;
ma so ben che al tuo sembiante
tutto ardore pena il core,
e gli è caro il suo penar.
Sul tuo volto, s’io ti miro,
fugge l’alma in un sospiro,
e poi riede nel mio petto
per tornare a sospirar.
.
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XIII
è in ogni core
diverso amore.
Chi pena ed ama
senza speranza;
dell’incostanza
chi si compiace:
questo vuol guerra,
quello vuol pace;
v’è fin chi brama la crudeltà.
Fra questi miseri
se vivo anch’io,
ah non deridere
l’affanno mio,
che forse merito
la tua pietà!
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XIV
è follia se nascondete,
fidi amanti, il vostro foco:
a scoprir quel che tacete
un pallor basta improvviso,
un rossor che accenda il viso,
uno sguardo ed un sospir.
E se basta così poco
a scoprir quel che si tace,
perché perder la sua pace
con ascondere il martìr?

.
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XXII
Sogna il guerrier le schiere,
le selve il cacciator;
e sogna il pescator
le reti e l’amo.
Sopito in dolce obblio
sogno pur io così
colei, che tutto il dì
sospiro e chiamo.
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XXIX
Se a ciascun l’interno affanno
si leggesse in fronte scritto,
quanti mai, che invidia fanno,
ci farebbero pietà!
Si vedria che i lor nemici
hanno in seno; e si riduce
nel parere a noi
felici ogni lor felicità.

Metastasio giovanetto
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LA MUSICA DI VIVALDI DA UN SUO LIBRETTO
Termino questo ricordo del Metastasio,
sulla cui vita ulteriormente indagherò
dato che ci sono diversi aspetti che mi lasciano perplesso,
con questo brano tratto dall’opera di Vivaldi
“L’Olimpiade” (1734) musicata su suo libretto.



CIAO DA TONY KOSPAN

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