Archivio per l'etichetta ‘AMORE IMPOSSIBILE’

Un grande romanzo dell’800
che racconta e svela
i riti rigidi e puritani della provincia americana.

LA LETTERA SCARLATTA
La lettera scarlatta è un grande romanzo scritto nel 1850.
E’ un capolavoro di Nathaniel Hawthorne
tra i più grandi scrittori della letteratura americana

LA STORIA
A Salem, nella Nuova Inghilterra puritana del Seicento retta da un intransigente codice morale, un amore impossibile ripropone il grande tema della colpa e della redenzione.
Una donna che ha il marito in guerra dopo aver saputo che era morto inizia una relazione con il giovane reverendo Arthur Dimmesdale.

Rimasta incinta la comunità ne resta scandalizzata… e pretende che lei sveli il nome dell’amante… ma lei non cede.
Hester Prynne, l’adultera, viene allora esposta sul palco della gogna cittadina, ed è costretta a portare sul petto la lettera ‘A’, (A come adultera) simbolo del suo peccato.

Ma l’anziano marito, che non era morto, ritorna e si mette ossessivamente in caccia del colpevole mentre il reverendo che pur soffre per il suo “peccato” è troppo orgoglioso per confessarlo.
Le cose quindi si complicano… e si susseguono vicende drammatiche… che però nel film hanno un lieto fine.

Dunque si tratta di un grande romanzo allegorico, che preannuncia E. A. Poe e la E. Dickinson, e che, intrecciando amore, peccato, catarsi, esplora con moderna lucidità gli abissi dell’ambiguità umana.

IL FILM
Vediamo ora insieme questo video (a mio parere molto bello) tratto dall’ultima trasposizione cinematografica del libro che ci consente di immergerci nell’atmosfera difficile e drammatica su raccontata.
Atmosfera difficile causata dai tabù che l’uomo stesso si crea e che poi sono causa di drammi indicibili.
Tabù che dominavano con forza nell’umanità di quell’epoca ma che hanno continuato ad incidere sulla vita delle persone anche nei secoli successivi e che, in parte e con forme diverse, ancora oggi sopravvivono.

IL VIDEO
Buona visione ora, se vi va, di alcune scene del film SCARLET LETTER del 1995 diretto dal regista Roland Joffé e interpretato tra gli altri da Demi Moore, Gary Oldman e Robert Duvall
LA LETTERA SCARLATTA


Ciao da Orso Tony




UN MODO DIVERSO DI VIVER
LA POESIA E LA CULTURA
NELLA PAGINA FB


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L’eterno conflitto tra dovere e passione
è il leit motiv di questo grandissimo film.
I PONTI DI MADISON COUNTY

Uno dei più struggenti film d’amore degli anni ’90, imperniato, come sempre, su una impossibilità.
Un’altra conferma del classicismo di un regista che qui affronta di petto il genere, attraversandolo controcorrente.
Seduce l’ambientazione, fra l’incanto iperrealista del paesaggio rurale e la perfetta definizione delle scene di Jeannine Oppewall, nella superba fotografia romantica e chiaroscurata di Jack N. Green, con interventi musicali misuratissimi di Lennie Niehaus su un tema dello stesso Clint.
Bellissima l’immagine di lei che dal finestrino della macchina vede per l’ultima volta lui fermo sotto la pioggia.

LA TRAMA
Ricevendo il lascito testamentario della madre Francesca Johnson con la sconcertante richiesta che le sue ceneri vengano gettate nel fiume dal ponte Roseman, i due figli Michael e Caroline, spulciando tra le carte, trovano una lettera e tre diari della madre che raccontano loro dei fatali quattro giorni dell’autunno 1965 quando lei era sola in casa, mentre loro due insieme a loro padre Richard, erano partiti per alcuni giorni per una fiera di bestiame.

L’arrivo di Robert Kincaid, un fotografo del National Geografic giunto a fotografare i ponti coperti della zona, interrompe la monotonia della giornata per Francesca che lo accompagna al ponte; gli rivela la sua origine italiana, di Bari, dove lui è stato a far fotografie.

Robert, cordiale, le offre dei fiori; lei gli racconta che ha incontrato Richard, prima che diventasse suo marito, quando era militare a Napoli, durante l’ultima guerra.
LA SCENA DELL’INCONTRO


La vita è tranquilla nell’Iowa, forse troppo: a poco a poco tra i due nasce un sentimento irrefrenabile che fa divampare la passione.

UNA SCENA D’AMORE
Mentre lei capisce che l’uomo rappresenta tutto quello che ha sognato e che la tranquilla e ripetitiva esistenza campagnola non avrebbe mai potuto darle, lui sente nella passione totale della donna quell’appoggio che, dopo il divorzio, la sua vita vagabonda gli ha sempre negato.

La invita a fuggire con lui, ma lei capisce oscuramente che la magia non potrebbe durare, ed inoltre la trattengono il dovere verso l’incolpevole marito e i figli, che lo scandalo danneggerebbe in modo irreparabile.
Dopo quattro giorni di abbandono, interrotti da uno screzio subito sanato, lui la lascia.
La famiglia torna e andando col marito in città per spese, lei vede l’uomo un’ultima volta.
Lui le lancia un ultimo invito appendendo allo specchietto del furgone la crocetta da lei donatagli.
Ma pur tentata, Francesca resiste, e sta col marito fino alla morte.
Poi, un giorno… nel 1982, le giungono gli effetti del defunto Robert.
I figli, dapprima turbati ed irritati per la storia, finiscono per comprendere la madre e anzi traggono spunto dalla sua esperienza per tentare di modificare i loro tesi rapporti matrimoniali.
Infine..
LE PIU’ BELLE SCENE DEL FILM
Recensione:
L’eccelsa bravura degli interpreti: Eastwood virile e intenso con il suo mistero chiuso in sé; lei ricca di quei palpiti che traboccando dallo schermo letteralmente travolgono lo spettatore. Al punto da autorizzarci a prendere sul serio la scherzosa definizione dell’ipercritico Lane che, riferendosi al-l’accento italiano sfoderato per l’occasione dalla puntigliosa Streep, la proclama vincitrice dell’immaginario Madison County Anna Magnani Imitation Contest 1995. Pur inventata come presa in giro, è la verità: se c’è oggi nel mondo un’attrice che merita di venir paragonata alla Magnani è proprio Meryl Streep.
F I N E
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Fonti: web
Rielaborazione e impaginazione di T.K.
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che racconta e svela
i riti rigidi e puritani della provincia americana.

LA LETTERA SCARLATTA
La lettera scarlatta è un grande romanzo scritto nel 1850.
E’ un capolavoro di Nathaniel Hawthorne
tra i più grandi scrittori della letteratura americana

LA STORIA
A Salem, nella Nuova Inghilterra puritana del Seicento retta da un intransigente codice morale, un amore impossibile ripropone il grande tema della colpa e della redenzione.
Una donna che ha il marito in guerra dopo aver saputo che era morto inizia una relazione con il giovane reverendo Arthur Dimmesdale.

Rimasta incinta la comunità ne resta scandalizzata… e pretende che lei sveli il nome dell’amante… ma lei non cede.
Hester Prynne, l’adultera, viene allora esposta sul palco della gogna cittadina, ed è costretta a portare sul petto la lettera ‘A’, (A come adultera) simbolo del suo peccato.

Ma l’anziano marito, che non era morto, ritorna e si mette ossessivamente in caccia del colpevole mentre il reverendo che pur soffre per il suo “peccato” è troppo orgoglioso per confessarlo.
Le cose quindi si complicano… e si susseguono vicende drammatiche… che però nel film hanno un lieto fine.

Dunque si tratta di un grande romanzo allegorico, che preannuncia E. A. Poe e la E. Dickinson, e che, intrecciando amore, peccato, catarsi, esplora con moderna lucidità gli abissi dell’ambiguità umana.

IL FILM
Vediamo ora insieme questo video (a mio parere molto bello) tratto dall’ultima trasposizione cinematografica del libro… che ci consente di immergerci nell’atmosfera difficile e drammatica su raccontata
Atmosfera difficile causata dai tabù che l’uomo stesso si crea e che poi sono causa di drammi indicibili.
Tabù che dominavano con forza nell’umanità di quell’epoca… ma che hanno continuato ad incidere sulla vita delle persone anche nei secoli successivi e che, in parte e con forme diverse, ancora oggi sopravvivono.

IL VIDEO
Buona visione ora… se vi va… di alcune scene del film SCARLET LETTER del 1995 diretto dal regista Roland Joffé e interpretato tra gli altri da Demi Moore, Gary Oldman e Robert Duvall
LA LETTERA SCARLATTA


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in questo grandissimo film….
I PONTI DI MADISON COUNTY

Uno dei più struggenti film d’amore degli anni ’90, imperniato, come sempre, su una impossibilità.
Un’altra conferma del classicismo di un regista che qui affronta di petto il genere, attraversandolo controcorrente.
Seduce l’ambientazione, fra l’incanto iperrealista del paesaggio rurale e la perfetta definizione delle scene di Jeannine Oppewall, nella superba fotografia romantica e chiaroscurata di Jack N. Green, con interventi musicali misuratissimi di Lennie Niehaus su un tema dello stesso Clint.
Bellissima l’immagine di lei che dal finestrino della macchina vede per l’ultima volta lui fermo sotto la pioggia.

LA TRAMA
Ricevendo il lascito testamentario della madre Francesca Johnson con la sconcertante richiesta che le sue ceneri vengano gettate nel fiume dal ponte Roseman, i due figli Michael e Caroline, spulciando tra le carte, trovano una lettera e tre diari della madre che raccontano loro dei fatali quattro giorni dell’autunno 1965 quando lei era sola in casa, mentre loro due insieme a loro padre Richard, erano partiti per alcuni giorni per una fiera di bestiame.

L’arrivo di Robert Kincaid, un fotografo del National Geografic giunto a fotografare i ponti coperti della zona, interrompe la monotonia della giornata per Francesca che lo accompagna al ponte; gli rivela la sua origine italiana, di Bari, dove lui è stato a far fotografie.

Robert, cordiale, le offre dei fiori; lei gli racconta che ha incontrato Richard, prima che diventasse suo marito, quando era militare a Napoli, durante l’ultima guerra.
LA SCENA DELL’INCONTRO
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La vita è tranquilla nell’Iowa, forse troppo: a poco a poco tra i due nasce un sentimento irrefrenabile che fa divampare la passione.

UNA SCENA D’AMORE
Mentre lei capisce che l’uomo rappresenta tutto quello che ha sognato e che la tranquilla e ripetitiva esistenza campagnola non avrebbe mai potuto darle, lui sente nella passione totale della donna quell’appoggio che, dopo il divorzio, la sua vita vagabonda gli ha sempre negato.

La invita a fuggire con lui, ma lei capisce oscuramente che la magia non potrebbe durare, ed inoltre la trattengono il dovere verso l’incolpevole marito e i figli, che lo scandalo danneggerebbe in modo irreparabile.
Dopo quattro giorni di abbandono, interrotti da uno screzio subito sanato, lui la lascia.
La famiglia torna e andando col marito in città per spese, lei vede l’uomo un’ultima volta.
Lui le lancia un ultimo invito appendendo allo specchietto del furgone la crocetta da lei donatagli.
Ma pur tentata, Francesca resiste, e sta col marito fino alla morte.
Poi, un giorno… nel 1982, le giungono gli effetti del defunto Robert.
I figli, dapprima turbati ed irritati per la storia, finiscono per comprendere la madre e anzi traggono spunto dalla sua esperienza per tentare di modificare i loro tesi rapporti matrimoniali.
Infine..
LE PIU’ BELLE SCENE DEL FILM
Recensione:
L’eccelsa bravura degli interpreti: Eastwood virile e intenso con il suo mistero chiuso in sé; lei ricca di quei palpiti che traboccando dallo schermo letteralmente travolgono lo spettatore. Al punto da autorizzarci a prendere sul serio la scherzosa definizione dell’ipercritico Lane che, riferendosi al-l’accento italiano sfoderato per l’occasione dalla puntigliosa Streep, la proclama vincitrice dell’immaginario Madison County Anna Magnani Imitation Contest 1995. Pur inventata come presa in giro, è la verità: se c’è oggi nel mondo un’attrice che merita di venir paragonata alla Magnani è proprio Meryl Streep.
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La lettera scarlatta è un grande romanzo scritto nel 1850.
E’ un capolavoro di Nathaniel Hawthorne
tra i più grandi scrittori della letteratura americana

LA STORIA
A Salem, nella Nuova Inghilterra puritana del Seicento retta da un intransigente codice morale, un amore impossibile ripropone il grande tema della colpa e della redenzione.
Una donna che ha il marito in guerra dopo aver saputo che era morto inizia una relazione con il giovane reverendo Arthur Dimmesdale.

Rimasta incinta la comunità ne resta scandalizzata… e pretende che lei sveli il nome dell’amante… ma lei non cede.
Hester Prynne, l’adultera, viene allora esposta sul palco della gogna cittadina, ed è costretta a portare sul petto la lettera ‘A’, (A come adultera) simbolo del suo peccato.

Ma l’anziano marito, che non era morto, ritorna e si mette ossessivamente in caccia del colpevole mentre il reverendo che pur soffre per il suo “peccato” è troppo orgoglioso per confessarlo.
Le cose quindi si complicano… e si susseguono vicende drammatiche… che però nel film hanno un lieto fine.

Dunque si tratta di un grande romanzo allegorico, che preannuncia E. A. Poe e la E. Dickinson, e che, intrecciando amore, peccato, catarsi, esplora con moderna lucidità gli abissi dell’ambiguità umana.

IL FILM
Vediamo ora insieme questo video (a mio parere molto bello) tratto dall’ultima trasposizione cinematografica del libro… che ci consente di immergerci nell’atmosfera difficile e drammatica su raccontata
Atmosfera difficile causata dai tabù che l’uomo stesso si crea e che poi sono causa di drammi indicibili.
Tabù che dominavano con forza nell’umanità di quell’epoca… ma che hanno continuato ad incidere sulla vita delle persone anche nei secoli successivi e che, in parte e con forme diverse, ancora oggi sopravvivono.

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Buona visione ora… se vi va… di alcune scene del film SCARLET LETTER del 1995 diretto dal regista Roland Joffé e interpretato tra gli altri da Demi Moore, Gary Oldman e Robert Duvall
LA LETTERA SCARLATTA


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LA POESIA E LA CULTURA
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in questo grandissimo film….
I PONTI DI MADISON COUNTY

Uno dei più struggenti film d’amore degli anni ’90, imperniato, come sempre, su una impossibilità.
Un’altra conferma del classicismo di un regista che qui affronta di petto il genere, attraversandolo controcorrente.
Seduce l’ambientazione, fra l’incanto iperrealista del paesaggio rurale e la perfetta definizione delle scene di Jeannine Oppewall, nella superba fotografia romantica e chiaroscurata di Jack N. Green, con interventi musicali misuratissimi di Lennie Niehaus su un tema dello stesso Clint.
Bellissima l’immagine di lei che dal finestrino della macchina vede per l’ultima volta lui fermo sotto la pioggia.

LA TRAMA
Ricevendo il lascito testamentario della madre Francesca Johnson con la sconcertante richiesta che le sue ceneri vengano gettate nel fiume dal ponte Roseman, i due figli Michael e Caroline, spulciando tra le carte, trovano una lettera e tre diari della madre che raccontano loro dei fatali quattro giorni dell’autunno 1965 quando lei era sola in casa, mentre loro due insieme a loro padre Richard, erano partiti per alcuni giorni per una fiera di bestiame.

L’arrivo di Robert Kincaid, un fotografo del National Geografic giunto a fotografare i ponti coperti della zona, interrompe la monotonia della giornata per Francesca che lo accompagna al ponte; gli rivela la sua origine italiana, di Bari, dove lui è stato a far fotografie.

Robert, cordiale, le offre dei fiori; lei gli racconta che ha incontrato Richard, prima che diventasse suo marito, quando era militare a Napoli, durante l’ultima guerra.
LA SCENA DELL'INCONTRO
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La vita è tranquilla nell’Iowa, forse troppo: a poco a poco tra i due nasce un sentimento irrefrenabile che fa divampare la passione.

UNA SCENA D'AMORE
Mentre lei capisce che l’uomo rappresenta tutto quello che ha sognato e che la tranquilla e ripetitiva esistenza campagnola non avrebbe mai potuto darle, lui sente nella passione totale della donna quell’appoggio che, dopo il divorzio, la sua vita vagabonda gli ha sempre negato.

La invita a fuggire con lui, ma lei capisce oscuramente che la magia non potrebbe durare, ed inoltre la trattengono il dovere verso l’incolpevole marito e i figli, che lo scandalo danneggerebbe in modo irreparabile.
Dopo quattro giorni di abbandono, interrotti da uno screzio subito sanato, lui la lascia.
La famiglia torna e andando col marito in città per spese, lei vede l’uomo un’ultima volta.
Lui le lancia un ultimo invito appendendo allo specchietto del furgone la crocetta da lei donatagli.
Ma pur tentata, Francesca resiste, e sta col marito fino alla morte.
Poi, un giorno… nel 1982, le giungono gli effetti del defunto Robert.
LE SCENE DELL'ADDIO
E DELLA LETTERA CON GLI OGGETTI DI ROBERT
I figli, dapprima turbati ed irritati per la storia, finiscono per comprendere la madre e anzi traggono spunto dalla sua esperienza per tentare di modificare i loro tesi rapporti matrimoniali.
Infine..
LE PIU' BELLE SCENE DEL FILM
Recensione:
L’eccelsa bravura degli interpreti: Eastwood virile e intenso con il suo mistero chiuso in sé; lei ricca di quei palpiti che traboccando dallo schermo letteralmente travolgono lo spettatore. Al punto da autorizzarci a prendere sul serio la scherzosa definizione dell’ipercritico Lane che, riferendosi al-l’accento italiano sfoderato per l’occasione dalla puntigliosa Streep, la proclama vincitrice dell’immaginario Madison County Anna Magnani Imitation Contest 1995. Pur inventata come presa in giro, è la verità: se c’è oggi nel mondo un’attrice che merita di venir paragonata alla Magnani è proprio Meryl Streep.
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in questo grandissimo film….
I PONTI DI MADISON COUNTY

Uno dei più struggenti film d’amore degli anni ’90, imperniato, come sempre, su una impossibilità.
Un’altra conferma del classicismo di un regista che qui affronta di petto il genere, attraversandolo controcorrente.
Seduce l’ambientazione, fra l’incanto iperrealista del paesaggio rurale e la perfetta definizione delle scene di Jeannine Oppewall, nella superba fotografia romantica e chiaroscurata di Jack N. Green, con interventi musicali misuratissimi di Lennie Niehaus su un tema dello stesso Clint.
Bellissima l’immagine di lei che dal finestrino della macchina vede per l’ultima volta lui fermo sotto la pioggia.

LA TRAMA
Ricevendo il lascito testamentario della madre Francesca Johnson con la sconcertante richiesta che le sue ceneri vengano gettate nel fiume dal ponte Roseman, i due figli Michael e Caroline, spulciando tra le carte, trovano una lettera e tre diari della madre che raccontano loro dei fatali quattro giorni dell’autunno 1965 quando lei era sola in casa, mentre loro due insieme a loro padre Richard, erano partiti per alcuni giorni per una fiera di bestiame.

L’arrivo di Robert Kincaid, un fotografo del National Geografic giunto a fotografare i ponti coperti della zona, interrompe la monotonia della giornata per Francesca che lo accompagna al ponte; gli rivela la sua origine italiana, di Bari, dove lui è stato a far fotografie.

Robert, cordiale, le offre dei fiori; lei gli racconta che ha incontrato Richard, prima che diventasse suo marito, quando era militare a Napoli, durante l’ultima guerra.
LA SCENA DELL’INCONTRO
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La vita è tranquilla nell’Iowa, forse troppo: a poco a poco tra i due nasce un sentimento irrefrenabile che fa divampare la passione.

UNA SCENA D’AMORE
Mentre lei capisce che l’uomo rappresenta tutto quello che ha sognato e che la tranquilla e ripetitiva esistenza campagnola non avrebbe mai potuto darle, lui sente nella passione totale della donna quell’appoggio che, dopo il divorzio, la sua vita vagabonda gli ha sempre negato.

La invita a fuggire con lui, ma lei capisce oscuramente che la magia non potrebbe durare, ed inoltre la trattengono il dovere verso l’incolpevole marito e i figli, che lo scandalo danneggerebbe in modo irreparabile.
Dopo quattro giorni di abbandono, interrotti da uno screzio subito sanato, lui la lascia.
La famiglia torna e andando col marito in città per spese, lei vede l’uomo un’ultima volta.
Lui le lancia un ultimo invito appendendo allo specchietto del furgone la crocetta da lei donatagli.
Ma pur tentata, Francesca resiste, e sta col marito fino alla morte.
Poi, un giorno… nel 1982, le giungono gli effetti del defunto Robert.
I figli, dapprima turbati ed irritati per la storia, finiscono per comprendere la madre e anzi traggono spunto dalla sua esperienza per tentare di modificare i loro tesi rapporti matrimoniali.
Infine..
LE PIU’ BELLE SCENE DEL FILM
Recensione:
L’eccelsa bravura degli interpreti: Eastwood virile e intenso con il suo mistero chiuso in sé; lei ricca di quei palpiti che traboccando dallo schermo letteralmente travolgono lo spettatore. Al punto da autorizzarci a prendere sul serio la scherzosa definizione dell’ipercritico Lane che, riferendosi al-l’accento italiano sfoderato per l’occasione dalla puntigliosa Streep, la proclama vincitrice dell’immaginario Madison County Anna Magnani Imitation Contest 1995. Pur inventata come presa in giro, è la verità: se c’è oggi nel mondo un’attrice che merita di venir paragonata alla Magnani è proprio Meryl Streep.
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LA LETTERA SCARLATTA
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E' un capolavoro di Nathaniel Hawthorne
tra i più grandi scrittori della letteratura americana

LA STORIA
A Salem, nella Nuova Inghilterra puritana del Seicento retta da un intransigente codice morale, un amore impossibile ripropone il grande tema della colpa e della redenzione.
Una donna che ha il marito in guerra dopo aver saputo che era morto inizia una relazione con il giovane reverendo Arthur Dimmesdale.

Rimasta incinta la comunità ne resta scandalizzata… e pretende che lei sveli il nome dell'amante… ma lei non cede.
Hester Prynne, l’adultera, viene allora esposta sul palco della gogna cittadina, ed è costretta a portare sul petto la lettera ‘A’, (A come adultera) simbolo del suo peccato.

Ma l’anziano marito, che non era morto, ritorna e si mette ossessivamente in caccia del colpevole mentre il reverendo che pur soffre per il suo “peccato” è troppo orgoglioso per confessarlo.
Le cose quindi si complicano… e si susseguono vicende drammatiche… che però nel film hanno un lieto fine.

Dunque si tratta di un grande romanzo allegorico, che preannuncia E. A. Poe e la E. Dickinson, e che, intrecciando amore, peccato, catarsi, esplora con moderna lucidità gli abissi dell’ambiguità umana.

IL FILM
Vediamo ora insieme questo video (a mio parere molto bello) tratto dall’ultima trasposizione cinematografica del libro… che ci consente di immergerci nell’atmosfera difficile e drammatica su raccontata
Atmosfera difficile causata dai tabù che l’uomo stesso si crea e che poi sono causa di drammi indicibili.
Tabù che dominavano con forza nell’umanità di quell'epoca… ma che hanno continuato ad incidere sulla vita delle persone anche nei secoli successivi e che, in parte e con forme diverse, ancora oggi sopravvivono.

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Uno dei più struggenti film d’amore degli anni ’90, imperniato, come sempre, su una impossibilità.
Un’altra conferma del classicismo di un regista che qui affronta di petto il genere, attraversandolo controcorrente.
Seduce l’ambientazione, fra l’incanto iperrealista del paesaggio rurale e la perfetta definizione delle scene di Jeannine Oppewall, nella superba fotografia romantica e chiaroscurata di Jack N. Green, con interventi musicali misuratissimi di Lennie Niehaus su un tema dello stesso Clint.
Bellissima l’immagine di lei che dal finestrino della macchina vede per l’ultima volta lui fermo sotto la pioggia.

LA TRAMA
Ricevendo il lascito testamentario della madre Francesca Johnson con la sconcertante richiesta che le sue ceneri vengano gettate nel fiume dal ponte Roseman, i due figli Michael e Caroline, spulciando tra le carte, trovano una lettera e tre diari della madre che raccontano loro dei fatali quattro giorni dell’autunno 1965 quando lei era sola in casa, mentre loro due insieme a loro padre Richard, erano partiti per alcuni giorni per una fiera di bestiame.

L’arrivo di Robert Kincaid, un fotografo del National Geografic giunto a fotografare i ponti coperti della zona, interrompe la monotonia della giornata per Francesca che lo accompagna al ponte; gli rivela la sua origine italiana, di Bari, dove lui è stato a far fotografie.

Robert, cordiale, le offre dei fiori; lei gli racconta che ha incontrato Richard, prima che diventasse suo marito, quando era militare a Napoli, durante l’ultima guerra.
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UNA SCENA D’AMORE
Mentre lei capisce che l’uomo rappresenta tutto quello che ha sognato e che la tranquilla e ripetitiva esistenza campagnola non avrebbe mai potuto darle, lui sente nella passione totale della donna quell’appoggio che, dopo il divorzio, la sua vita vagabonda gli ha sempre negato.

La invita a fuggire con lui, ma lei capisce oscuramente che la magia non potrebbe durare, ed inoltre la trattengono il dovere verso l’incolpevole marito e i figli, che lo scandalo danneggerebbe in modo irreparabile.
Dopo quattro giorni di abbandono, interrotti da uno screzio subito sanato, lui la lascia.
La famiglia torna e andando col marito in città per spese, lei vede l’uomo un’ultima volta.
Lui le lancia un ultimo invito appendendo allo specchietto del furgone la crocetta da lei donatagli.
Ma pur tentata, Francesca resiste, e sta col marito fino alla morte.
Poi, un giorno… nel 1982, le giungono gli effetti del defunto Robert.
I figli, dapprima turbati ed irritati per la storia, finiscono per comprendere la madre e anzi traggono spunto dalla sua esperienza per tentare di modificare i loro tesi rapporti matrimoniali.
Infine..
LE PIU’ BELLE SCENE DEL FILM
Recensione:
L’eccelsa bravura degli interpreti: Eastwood virile e intenso con il suo mistero chiuso in sé; lei ricca di quei palpiti che traboccando dallo schermo letteralmente travolgono lo spettatore. Al punto da autorizzarci a prendere sul serio la scherzosa definizione dell’ipercritico Lane che, riferendosi al-l’accento italiano sfoderato per l’occasione dalla puntigliosa Streep, la proclama vincitrice dell’immaginario Madison County Anna Magnani Imitation Contest 1995. Pur inventata come presa in giro, è la verità: se c’è oggi nel mondo un’attrice che merita di venir paragonata alla Magnani è proprio Meryl Streep.
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i riti rigidi e puritani della provincia americana.
LA LETTERA SCARLATTA
La lettera scarlatta è un grande romanzo scritto nel 1850.
E' un capolavoro di Nathaniel Hawthorne
tra i più grandi scrittori della letteratura americana
LA STORIA
A Salem, nella Nuova Inghilterra puritana del Seicento retta da un intransigente codice morale, un amore impossibile ripropone il grande tema della colpa e della redenzione.
Una donna che ha il marito in guerra dopo aver saputo che era morto inizia una relazione con il giovane reverendo Arthur Dimmesdale.

Rimasta incinta la comunità ne resta scandalizzata… e pretende che lei sveli il nome dell'amante… ma lei non cede.
Hester Prynne, l’adultera, viene allora esposta sul palco della gogna cittadina, ed è costretta a portare sul petto la lettera ‘A’, (A come adultera) simbolo del suo peccato.

Ma l’anziano marito, che non era morto, ritorna e si mette ossessivamente in caccia del colpevole mentre il reverendo che pur soffre per il suo “peccato” è troppo orgoglioso per confessarlo.
Le cose quindi si complicano… e si susseguono vicende drammatiche… che però nel film hanno un lieto fine.

Dunque si tratta di un grande romanzo allegorico, che preannuncia E. A. Poe e la E. Dickinson, e che, intrecciando amore, peccato, catarsi, esplora con moderna lucidità gli abissi dell’ambiguità umana.

IL FILM
Vediamo ora insieme questo video (a mio parere molto bello) tratto dall’ultima trasposizione cinematografica del libro… che ci consente di immergerci nell’atmosfera difficile e drammatica su raccontata
Atmosfera difficile causata dai tabù che l’uomo stesso si crea e che poi sono causa di drammi indicibili.
Tabù che dominavano con forza nell’umanità di quell'epoca… ma che hanno continuato ad incidere sulla vita delle persone anche nei secoli successivi e che, in parte e con forme diverse, ancora oggi sopravvivono.

IL VIDEO
Buona visione ora… se vi va… di alcune scene del film SCARLET LETTER del 1995 diretto dal regista Roland Joffé e interpretato tra gli altri da Demi Moore, Gary Oldman e Robert Duvall
LA LETTERA SCARLATTA

Ciao da Orso Tony
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