Archivio per l'etichetta ‘aforismi ricordi’
Cosa sono i ricordi?
.
Non si possono sentire né toccare
ma albergano in noi
e spesso sono così grandi
da essere indistruttibili.
.
.
.
I RICORDI
IN POESIA.. AFORISMI.. DIPINTI.. E CANZONI
by Tony Kospan
Sono belli e sono brutti per tutti
ma nel contempo sempre utili, anche i più dolorosi
in quanto possono aiutarci a comprendere il presente
ed a evitar di ripetere gli errori del passato.
.
I ricordi più belli possono poi, insieme ai sogni,
aiutarci a superare i momenti più difficili
ed a non perdere la rotta della nostra vita.
.
.
.
Dunque sono da conservare sempre
perché la loro perdita
ci lascerebbe
senza difese e senza capacità di discernimento.
.
Prima di passare alle poesie ed alle canzoni
ecco sul tema qualche aforisma
che ritengo interessante.
Tutti i grandi sono stati bambini una volta.
(Ma pochi di essi se ne ricordano).
Antoine de Saint Exupery
.
Il ricordo del piacere non è più piacere.
Il ricordo del dolore è ancora dolore.
George Byron
.
Chi non ricorda, non vive
Giorgio Pasquali
.
Agisci in modo che ogni tuo atto
sia degno di diventare un ricordo.
Immanuel Kant
.
A che serve passare dei giorni
se non si ricordano?
Cesare Pavese
.
.
.
Passiamo alle poesie prescelte sul tema.
Come sempre sarà bello leggere sul tema
poesie vostre o di altri,
ma anche commenti… riflessioni,
o tutto quel che vi va di esprimere.
Mi ritorni in mente – Battisti
IN ME IL TUO RICORDO
Vittorio Sereni
.
In me il tuo ricordo è un fruscio
solo di velocipedi che vanno
quietamente là dove l’altezza
del meriggio discende
al più fiammante vespero
tra cancelli e case
e sospirosi declivi
di finestre riaperte sull’estate.
Solo, di me, distante
dura un lamento di treni,
d’anime che se ne vanno.
E là leggera te ne vai sul vento,
ti perdi nella sera.
Gocce di memoria – Giorgia
Chagall – Io ed il villaggio
NEL FUMO
Eugenio Montale
Quante volte t’ho atteso alla stazione
nel freddo, nella nebbia. Passeggiavo
tossicchiando, comprando giornali innominabili,
fumando Giuba poi soppresse dal ministro
dei tabacchi, il balordo!
Forse un treno sbagliato, un doppione oppure una
sottrazione. Scrutavo le carriole
dei facchini se mai ci fosse dentro
il tuo bagaglio, e tu dietro, in ritardo.
poi apparivi, ultima. E’ un ricordo
tra tanti altri. Nel sogno mi perseguita.
La giostra della memoria – Fiorella Mannoia
Claude Theberge
NON HO DIMENTICATO
Charles Baudelaire
.
Non ho dimenticato, accanto alla città,
La nostra bianca casa, piccola ma tranquilla,
La sua Pomona in gesso e la vetusta Venere
Che in un boschetto stento celavan nudità,
E il sole che la sera, sfavillante e superbo,
Dietro il vetro su cui si frangeva il suo raggio,
Sembrava contemplare – occhio aperto sul cielo –
Il nostro silenzioso e lungo desinare,
Spandendo con dovizia bei riflessi di cero
Sulla sobria tovaglia e le tende di seta.
Pooh – Solo cari ricordi
ELEANOR
Hermann Hesse
.
Le sere d’autunno mi ricordano te.
I boschi giacciono bui, il giorno si scolora
ai bordi dei colli in rosse aureole.
In un casolare vicino piange un bimbo.
Il vento se ne va a passi tardi
attraverso i tronchi a raccogliere le ultime foglie.
Poi sale, abituata ormai da lungo ai torbidi sguardi,
l’ estranea solitaria falce di luna
con la sua mezza luce da terre sconosciute.
Se ne va fredda, indifferente, per il suo sentiero.
La sua luce avvolge il bosco, il canneto, lo stagno e il sentiero
con pallido alone melanconico.
Anche d’ inverno in notti senza luce
quando alle finestre vorticano danze di fiocchi
e il vento tempestoso, ho spesso l’ impressione di guardarti.
Il piano intona con forza ingannevole
e la tua profonda e cupa voce di contralto
mi parla al cuore. Tu la più crudele delle belle donne.
La mia mano afferra alle volte la lampada
e la sua luce tenue posa sulla larga parete.
Dalla antica cornice la tua immagine oscura guarda
mi conosce bene e mi sorride, stranamente.
Ma io ti bacio mani e capelli.
Amedeo Minghi – Ricordi del cuore (Edera)
Casorati – Persone – 1910
RICORDO COM’ERI
Pablo Neruda
.
Ricordo com’eri l’autunno scorso.
Eri il basco grigio e il cuore quieto.
Nei tuoi occhi lottavano i bagliori del crepuscolo.
E le foglie cadevano sull’acqua della tua anima.
Aggrappata alle mie braccia come un rampicante,
le foglie raccoglievano la tua voce lenta e calma.
Falò di stupore in cui la mia sete bruciava.
Dolce giacinto azzurro curvato sulla mia anima.
Sento vagare il tuo sguardo e l’autunno è lontano:
basco grigio, voce d’uccello e cuore famigliare
dove migravano i miei desideri profondi
e cadevano i miei baci allegri come braci.
Cielo dalla nave.
Campo dai colli.
Il tuo ricordo è di luce, di fumo e di stagno quieto!
Oltre i tuoi occhi ardevano i tramonti.
Foglie secche d’autunno giravano nella tua anima.
Auguro a tutti tanti giorni felici
da ricordare poi con… gioia.
Orso Tony
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Cosa sono i ricordi?
.
Non si possono sentire né toccare
ma albergano in noi
e spesso sono così grandi
da essere indistruttibili.
.
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.
I RICORDI
IN POESIA.. AFORISMI.. DIPINTI.. E CANZONI
by Tony Kospan
Sono belli e sono brutti per tutti
ma nel contempo sempre utili, anche i più dolorosi
in quanto possono aiutarci a comprendere il presente
ed a evitar di ripetere gli errori del passato.
.
I ricordi più belli possono poi, insieme ai sogni,
aiutarci a superare i momenti più difficili
ed a non perdere la rotta della nostra vita.
.
.
.
Dunque sono da conservare sempre
perché la loro perdita
ci lascerebbe
senza difese e senza capacità di discernimento.
.
Prima di passare alle poesie ed alle canzoni
ecco sul tema qualche aforisma
che ritengo interessante.
Tutti i grandi sono stati bambini una volta.
(Ma pochi di essi se ne ricordano).
Antoine de Saint Exupery
.
Il ricordo del piacere non è più piacere.
Il ricordo del dolore è ancora dolore.
George Byron
.
Chi non ricorda, non vive
Giorgio Pasquali
.
Agisci in modo che ogni tuo atto
sia degno di diventare un ricordo.
Immanuel Kant
.
A che serve passare dei giorni
se non si ricordano?
Cesare Pavese
.
.
.
Passiamo alle poesie prescelte sul tema.
Come sempre sarà bello leggere sul tema
poesie vostre o di altri,
ma anche commenti… riflessioni,
o tutto quel che vi va di esprimere.
Mi ritorni in mente – Battisti
IN ME IL TUO RICORDO
Vittorio Sereni
.
In me il tuo ricordo è un fruscio
solo di velocipedi che vanno
quietamente là dove l’altezza
del meriggio discende
al più fiammante vespero
tra cancelli e case
e sospirosi declivi
di finestre riaperte sull’estate.
Solo, di me, distante
dura un lamento di treni,
d’anime che se ne vanno.
E là leggera te ne vai sul vento,
ti perdi nella sera.
Gocce di memoria – Giorgia
Chagall – Io ed il villaggio
NEL FUMO
Eugenio Montale
Quante volte t’ho atteso alla stazione
nel freddo, nella nebbia. Passeggiavo
tossicchiando, comprando giornali innominabili,
fumando Giuba poi soppresse dal ministro
dei tabacchi, il balordo!
Forse un treno sbagliato, un doppione oppure una
sottrazione. Scrutavo le carriole
dei facchini se mai ci fosse dentro
il tuo bagaglio, e tu dietro, in ritardo.
poi apparivi, ultima. E’ un ricordo
tra tanti altri. Nel sogno mi perseguita.
La giostra della memoria – Fiorella Mannoia
Claude Theberge
NON HO DIMENTICATO
Charles Baudelaire
.
Non ho dimenticato, accanto alla città,
La nostra bianca casa, piccola ma tranquilla,
La sua Pomona in gesso e la vetusta Venere
Che in un boschetto stento celavan nudità,
E il sole che la sera, sfavillante e superbo,
Dietro il vetro su cui si frangeva il suo raggio,
Sembrava contemplare – occhio aperto sul cielo –
Il nostro silenzioso e lungo desinare,
Spandendo con dovizia bei riflessi di cero
Sulla sobria tovaglia e le tende di seta.
Pooh – Solo cari ricordi
ELEANOR
Hermann Hesse
.
Le sere d’autunno mi ricordano te.
I boschi giacciono bui, il giorno si scolora
ai bordi dei colli in rosse aureole.
In un casolare vicino piange un bimbo.
Il vento se ne va a passi tardi
attraverso i tronchi a raccogliere le ultime foglie.
Poi sale, abituata ormai da lungo ai torbidi sguardi,
l’ estranea solitaria falce di luna
con la sua mezza luce da terre sconosciute.
Se ne va fredda, indifferente, per il suo sentiero.
La sua luce avvolge il bosco, il canneto, lo stagno e il sentiero
con pallido alone melanconico.
Anche d’ inverno in notti senza luce
quando alle finestre vorticano danze di fiocchi
e il vento tempestoso, ho spesso l’ impressione di guardarti.
Il piano intona con forza ingannevole
e la tua profonda e cupa voce di contralto
mi parla al cuore. Tu la più crudele delle belle donne.
La mia mano afferra alle volte la lampada
e la sua luce tenue posa sulla larga parete.
Dalla antica cornice la tua immagine oscura guarda
mi conosce bene e mi sorride, stranamente.
Ma io ti bacio mani e capelli.
Amedeo Minghi – Ricordi del cuore (Edera)
Casorati – Persone – 1910
RICORDO COM’ERI
Pablo Neruda
.
Ricordo com’eri l’autunno scorso.
Eri il basco grigio e il cuore quieto.
Nei tuoi occhi lottavano i bagliori del crepuscolo.
E le foglie cadevano sull’acqua della tua anima.
Aggrappata alle mie braccia come un rampicante,
le foglie raccoglievano la tua voce lenta e calma.
Falò di stupore in cui la mia sete bruciava.
Dolce giacinto azzurro curvato sulla mia anima.
Sento vagare il tuo sguardo e l’autunno è lontano:
basco grigio, voce d’uccello e cuore famigliare
dove migravano i miei desideri profondi
e cadevano i miei baci allegri come braci.
Cielo dalla nave.
Campo dai colli.
Il tuo ricordo è di luce, di fumo e di stagno quieto!
Oltre i tuoi occhi ardevano i tramonti.
Foglie secche d’autunno giravano nella tua anima.
Auguro a tutti tanti giorni felici
da ricordare poi con… gioia.
Orso Tony
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Cosa sono i ricordi?
.
Non si possono sentire nè toccare…
ma albergano in noi
e spesso sono così grandi
da essere indistruttibili.
.
.
.
I RICORDI
IN POESIA.. AFORISMI.. DIPINTI.. E CANZONI
by Tony Kospan
Sono belli e sono brutti per tutti
ma nel contempo sempre utili, anche i più dolorosi
in quanto possono aiutarci a comprendere il presente
ed a evitar di ripetere gli errori del passato.
.
I ricordi più belli possono poi, insieme ai sogni,
aiutarci a superare i momenti più difficili
ed a non perdere la rotta della nostra vita.
.
.
.
Dunque sono da conservare sempre
perché la loro perdita
ci lascerebbe
senza difese e senza capacità di discernimento.
.
Prima di passare alle poesie ed alle canzoni
ecco sul tema qualche aforisma
che ritengo interessante.
Tutti i grandi sono stati bambini una volta.
(Ma pochi di essi se ne ricordano).
Antoine de Saint Exupery
.
Il ricordo del piacere non è più piacere.
Il ricordo del dolore è ancora dolore.
George Byron
.
Chi non ricorda, non vive
Giorgio Pasquali
.
Agisci in modo che ogni tuo atto
sia degno di diventare un ricordo.
Immanuel Kant
.
A che serve passare dei giorni
se non si ricordano?
Cesare Pavese
.
.
.
Passiamo alle poesie prescelte sul tema.
Come sempre sarà bello leggere sul tema
poesie vostre o di altri,
ma anche commenti… riflessioni,
o tutto quel che vi va di esprimere.

Mi ritorni in mente – Battisti
IN ME IL TUO RICORDO
Vittorio Sereni
.
In me il tuo ricordo è un fruscio
solo di velocipedi che vanno
quietamente là dove l’altezza
del meriggio discende
al più fiammante vespero
tra cancelli e case
e sospirosi declivi
di finestre riaperte sull’estate.
Solo, di me, distante
dura un lamento di treni,
d’anime che se ne vanno.
E là leggera te ne vai sul vento,
ti perdi nella sera.

Gocce di memoria – Giorgia
Chagall – Io ed il villaggio
NEL FUMO
Eugenio Montale
Quante volte t’ho atteso alla stazione
nel freddo, nella nebbia. Passeggiavo
tossicchiando, comprando giornali innominabili,
fumando Giuba poi soppresse dal ministro
dei tabacchi, il balordo!
Forse un treno sbagliato, un doppione oppure una
sottrazione. Scrutavo le carriole
dei facchini se mai ci fosse dentro
il tuo bagaglio, e tu dietro, in ritardo.
poi apparivi, ultima. E’ un ricordo
tra tanti altri. Nel sogno mi perseguita.

La giostra della memoria -Enrico Ruggeri
Claude Theberge
NON HO DIMENTICATO
Charles Baudelaire
.
Non ho dimenticato, accanto alla città,
La nostra bianca casa, piccola ma tranquilla,
La sua Pomona in gesso e la vetusta Venere
Che in un boschetto stento celavan nudità,
E il sole che la sera, sfavillante e superbo,
Dietro il vetro su cui si frangeva il suo raggio,
Sembrava contemplare – occhio aperto sul cielo –
Il nostro silenzioso e lungo desinare,
Spandendo con dovizia bei riflessi di cero
Sulla sobria tovaglia e le tende di seta.

Pooh – Solo cari ricordi
ELEANOR
Hermann Hesse
.
Le sere d’autunno mi ricordano te.
I boschi giacciono bui, il giorno si scolora
ai bordi dei colli in rosse aureole.
In un casolare vicino piange un bimbo.
Il vento se ne va a passi tardi
attraverso i tronchi a raccogliere le ultime foglie.
Poi sale, abituata ormai da lungo ai torbidi sguardi,
l’ estranea solitaria falce di luna
con la sua mezza luce da terre sconosciute.
Se ne va fredda, indifferente, per il suo sentiero.
La sua luce avvolge il bosco, il canneto, lo stagno e il sentiero
con pallido alone melanconico.
Anche d’ inverno in notti senza luce
quando alle finestre vorticano danze di fiocchi
e il vento tempestoso, ho spesso l’ impressione di guardarti.
Il piano intona con forza ingannevole
e la tua profonda e cupa voce di contralto
mi parla al cuore. Tu la più crudele delle belle donne.
La mia mano afferra alle volte la lampada
e la sua luce tenue posa sulla larga parete.
Dalla antica cornice la tua immagine oscura guarda
mi conosce bene e mi sorride, stranamente.
Ma io ti bacio mani e capelli.

Amedeo Minghi – Ricordi del cuore (Edera)
Casorati – Persone – 1910
RICORDO COM’ERI
Pablo Neruda
.
Ricordo com’eri l’autunno scorso.
Eri il basco grigio e il cuore quieto.
Nei tuoi occhi lottavano i bagliori del crepuscolo.
E le foglie cadevano sull’acqua della tua anima.
Aggrappata alle mie braccia come un rampicante,
le foglie raccoglievano la tua voce lenta e calma.
Falò di stupore in cui la mia sete bruciava.
Dolce giacinto azzurro curvato sulla mia anima.
Sento vagare il tuo sguardo e l’autunno è lontano:
basco grigio, voce d’uccello e cuore famigliare
dove migravano i miei desideri profondi
e cadevano i miei baci allegri come braci.
Cielo dalla nave.
Campo dai colli.
Il tuo ricordo è di luce, di fumo e di stagno quieto!
Oltre i tuoi occhi ardevano i tramonti.
Foglie secche d’autunno giravano nella tua anima.
Auguro a tutti giorni felici da ricordare poi con… gioia.
Tony Kospan
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Oggi questo mitico geniale artista musicale
ma anche cantautore, poeta, pensatore, attore, umorista etc…
avrebbe 80 anni senza i 5 colpi di pistola sparati l’8 dicembre 1980
da un venticinquenne malato di mente di nome Mark Chapman
Liverpool 9 ottobre 1940 – New York 8 dicembre 1980
Dunque oggi è l’anniversario della scomparsa di
John Lennon… e tutto il mondo lo ricorda…
Dal ’62 al ’70 è stato un cantante (solista) dei Beatles,
una delle band musicali più amate di tutti i tempi,
(di cui ha composto la maggior parte delle canzoni)
e poi musicista solista…
Qui con la compagna Yoko Ono
Come accennato su però la sua attività artistica
si è poi svolta in molti e svariati campi artistici
e sempre con successo.
Anche noi, nel nostro piccolo, ora ricordiamo il grande artista
e lo omaggiamo con questa che,
oltre ad essere un vero capolavoro poetico-musicale,
è anche la sua “magica” e “mitica” canzone simbolo…
ancor oggi amatissima ed ascoltatissima in tutto il mondo.
John non c’è più ma il suo mito è più vivo che mai
e di recente in un sondaggio in Gran Bretagna
è stato considerato uno dei personaggi inglesi
più importanti di sempre .
Tony Kospan…
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ma albergano in noi e spesso sono così grandi
da essere indistruttibili.
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I RICORDI
IN POESIA.. AFORISMI.. DIPINTI.. E CANZONI
by Tony Kospan
Sono belli e sono brutti per tutti
ma nel contempo sempre utili, anche i più dolorosi
in quanto possono aiutarci a comprendere il presente
ed a evitar di ripetere gli errori del passato.
.
I ricordi più belli possono poi, insieme ai sogni,
aiutarci a superare i momenti più difficili
ed a non perdere la rotta della nostra vita.
.
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Dunque sono da conservare sempre
perché la loro perdita ci lascerebbe
senza difese e senza capacità di discernimento.
.
Prima di passare alle poesie ed alle canzoni
ecco sul tema qualche aforisma
che ritengo interessante.
Tutti i grandi sono stati bambini una volta.
(Ma pochi di essi se ne ricordano).
Antoine de Saint Exupery
.
Il ricordo del piacere non è più piacere.
Il ricordo del dolore è ancora dolore.
George Byron
.
Chi non ricorda, non vive
Giorgio Pasquali
.
Agisci in modo che ogni tuo atto
sia degno di diventare un ricordo.
Immanuel Kant
.
A che serve passare dei giorni
se non si ricordano?
Cesare Pavese
.
.
.
Passiamo alle poesie prescelte sul tema.
Come sempre sarà bello leggere sul tema
poesie vostre o di altri,
ma anche commenti… riflessioni,
o tutto quel che vi va di esprimere.

Mi ritorni in mente – Battisti
IN ME IL TUO RICORDO
Vittorio Sereni
.
In me il tuo ricordo è un fruscio
solo di velocipedi che vanno
quietamente là dove l'altezza
del meriggio discende
al più fiammante vespero
tra cancelli e case
e sospirosi declivi
di finestre riaperte sull'estate.
Solo, di me, distante
dura un lamento di treni,
d'anime che se ne vanno.
E là leggera te ne vai sul vento,
ti perdi nella sera.

Gocce di memoria – Giorgia
Chagall – Io ed il villaggio
NEL FUMO
Eugenio Montale
Quante volte t’ho atteso alla stazione
nel freddo, nella nebbia. Passeggiavo
tossicchiando, comprando giornali innominabili,
fumando Giuba poi soppresse dal ministro
dei tabacchi, il balordo!
Forse un treno sbagliato, un doppione oppure una
sottrazione. Scrutavo le carriole
dei facchini se mai ci fosse dentro
il tuo bagaglio, e tu dietro, in ritardo.
poi apparivi, ultima. E’ un ricordo
tra tanti altri. Nel sogno mi perseguita.

La giostra della memoria -Enrico Ruggeri
Claude Theberge
NON HO DIMENTICATO
Charles Baudelaire
.
Non ho dimenticato, accanto alla città,
La nostra bianca casa, piccola ma tranquilla,
La sua Pomona in gesso e la vetusta Venere
Che in un boschetto stento celavan nudità,
E il sole che la sera, sfavillante e superbo,
Dietro il vetro su cui si frangeva il suo raggio,
Sembrava contemplare – occhio aperto sul cielo –
Il nostro silenzioso e lungo desinare,
Spandendo con dovizia bei riflessi di cero
Sulla sobria tovaglia e le tende di seta.

Pooh – Solo cari ricordi
ELEANOR
Hermann Hesse
.
Le sere d'autunno mi ricordano te.
I boschi giacciono bui, il giorno si scolora
ai bordi dei colli in rosse aureole.
In un casolare vicino piange un bimbo.
Il vento se ne va a passi tardi
attraverso i tronchi a raccogliere le ultime foglie.
Poi sale, abituata ormai da lungo ai torbidi sguardi,
l' estranea solitaria falce di luna
con la sua mezza luce da terre sconosciute.
Se ne va fredda, indifferente, per il suo sentiero.
La sua luce avvolge il bosco, il canneto, lo stagno e il sentiero
con pallido alone melanconico.
Anche d' inverno in notti senza luce
quando alle finestre vorticano danze di fiocchi
e il vento tempestoso, ho spesso l' impressione di guardarti.
Il piano intona con forza ingannevole
e la tua profonda e cupa voce di contralto
mi parla al cuore. Tu la più crudele delle belle donne.
La mia mano afferra alle volte la lampada
e la sua luce tenue posa sulla larga parete.
Dalla antica cornice la tua immagine oscura guarda
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Ma io ti bacio mani e capelli.

Amedeo Minghi – Ricordi del cuore (Edera)
Casorati – Persone – 1910
RICORDO COM’ERI….
Pablo Neruda
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Ricordo com’eri l’autunno scorso.
Eri il basco grigio e il cuore quieto.
Nei tuoi occhi lottavano i bagliori del crepuscolo.
E le foglie cadevano sull’acqua della tua anima.
Aggrappata alle mie braccia come un rampicante,
le foglie raccoglievano la tua voce lenta e calma.
Falò di stupore in cui la mia sete bruciava.
Dolce giacinto azzurro curvato sulla mia anima.
Sento vagare il tuo sguardo e l’autunno è lontano:
basco grigio, voce d’uccello e cuore famigliare
dove migravano i miei desideri profondi
e cadevano i miei baci allegri come braci.
Cielo dalla nave.
Campo dai colli.
Il tuo ricordo è di luce, di fumo e di stagno quieto!
Oltre i tuoi occhi ardevano i tramonti.
Foglie secche d’autunno giravano nella tua anima.
Auguro a tutti giorni felici da ricordare con… gioia.
Tony Kospan
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E’ un testo molto noto nel web…
(qui però con diverse mie modifiche ed alcuni aggiornamenti)
ma che ogni tanto mi sembra sia utile riproporre,
sia per coloro che quegli anni li hanno vissuti
che per i giovani d’oggi che sanno ben poco
dell’atmosfera e della realtà dei loro padri o meglio… nonni.
COME ERAVAMO… NOI RAGAZZI DEGLI ANNI 50 e 60
Da bambini, andavamo in macchina (quelli che avevano la fortuna di averla) senza cinture di sicurezza e senza airbag!
I flaconi dei medicinali non avevano delle chiusure particolari.
Bevevamo l’acqua dalle fontanelle, ma anche dalle canne del giardino o dove capitava.
Andavamo in bicicletta senza casco.
Passavamo dei pomeriggi a costruirci i nostri “carri giocattolo”.
Ci lanciavamo dalle discese e dimenticavamo di non avere i freni fino a quando non ci sfracellavamo contro un albero o un marciapiede.
E dopo numerosi incidenti, imparavamo a risolvere il problema… noi da soli!
Quando non dovevamo andare a scuola uscivamo da casa al mattino e giocavamo tutto il giorno.
I nostri genitori non sapevano esattamente dove fossimo, però, nonostante ciò, sapevano che non eravamo in pericolo.
Non esistevano i cellulari per chiamarci… controllarci.
Incredibile!!
Ci procuravamo delle abrasioni, ci rompevamo le ossa o i denti… e non c’erano mai denunce, erano soltanto incidenti: nessuno ne aveva colpa.
Avevamo delle liti, a volte dei lividi.
E anche se ci facevano male, ed a volte piangevamo, tutto passava presto e per lo più i nostri genitori neanche se ne accorgevano.
Mangiavamo i dolci, pane con tanto burro e bevevamo bibite piene di zuccheri… ma nessuno di noi era obeso.
Ci dividevamo una Fanta con gli amici, dalla stessa bottiglia, e nessuno mai ne morì a causa dei germi.
Non avevamo la Playstation, né il Nintendo, né i videogiochi.
Né tantomeno la TV a colori, né le webcam, né il PC, né internet, solo qualcuno avevano il mangiadischi.
Avevamo però soprattutto gli amici. Uscivamo da casa e li trovavamo.
Andavamo, in bici o a piedi, a casa loro, suonavamo al campanello o entravamo e parlavamo con loro.
Figurati: senza chiedere il permesso!
Da soli! Nel mondo freddo e crudele! Senza controllo!
Come siamo sopravissuti?
Facevamo incredibili gare in bicicletta senza dover fare lo slalom fra auto in sosta, parcheggi selvaggi e gas di scarico… al massimo dovevamo stare attenti al fosso accanto alla strada e alle buche sulla stessa.
Ci inventavamo dei giochi con dei bastoni e dei sassi.
Le strade, almeno quelle di paese, erano anche un campo di calcio: bastavano 4 mattoni.. e le poche auto in giro rallentavano e stavano attente a non schiacciarci.
Alcuni studenti non erano intelligenti come gli altri e dovevano rifare la seconda elementare. Che orrore!!!
Non si attaccavano i maestri, per nessun motivo ma si accettavano senza problemi le loro decisioni e se protestavamo i genitori menavano noi e difendevano la scuola.
I peggiori problemi a scuola erano i ritardi o se qualcuno masticava una gomma in classe.
Ma soprattutto a scuola, vicina o lontana che fosse, andavamo da soli!
Le nostre iniziative erano nostre. E le conseguenze, pure.
Nessuno si nascondeva dietro a un altro.
L’idea che i nostri genitori ci avrebbero difeso se trasgredivamo ad una legge non ci sfiorava; loro erano sempre dalla parte della legge.
Se ti comportavi male i tuoi genitori ti mettevano in castigo e nessuno li metteva in galera per questo.
Sapevamo che quando i genitori dicevano “NO”, significava proprio NO.
I giocatoli nuovi li ricevevamo per il compleanno, a Natale o alla Befana, non ogni volta che si andava al supermercato.
I nostri genitori ci facevano dei regali con amore, non per sensi di colpa.
E le nostre vite non sono state rovinate perché non ci fu dato tutto ciò che volevamo.
Avevamo libertà, successi, insuccessi, e responsabilità, e abbiamo imparato a gestirli.
La musica si sentiva fuori casa con gli amici accanto al mitico juke box.
Le feste? Non c’erano discoteche né la movida ma si facevano in casa.
Erano alla buona…ma intime, calde e vivaci.
Beh direi che la panoramica su quel mondo ormai scmparsa sia stata ampia e documentata benché, a dire il vero tanto altro ci sarebbe ancora da dire su quegli anni che poi ci portarono al mitico Boom.
Testo dal web con molte modifiche e con impaginazione di Tony Kospan
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Cosa sono i ricordi?
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ma albergano in noi e spesso sono così grandi
da essere indistruttibili.
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IN POESIA.. AFORISMI.. DIPINTI.. E CANZONI
by Tony Kospan
Sono belli e sono brutti per tutti
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I ricordi più belli possono poi, insieme ai sogni,
aiutarci a superare i momenti più difficili
ed a non perdere la rotta della nostra vita.
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Dunque sono da conservare sempre
perché la loro perdita ci lascerebbe
senza difese e senza capacità di discernimento.
Prima di passare alle poesie ed alle canzoni
ecco sul tema qualche aforisma
che ritengo interessante…
Tutti i grandi sono stati bambini una volta.
(Ma pochi di essi se ne ricordano).
Antoine de Saint Exupery
.
Il ricordo del piacere non è più piacere.
Il ricordo del dolore è ancora dolore.
George Byron
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Chi non ricorda, non vive
Giorgio Pasquali
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Agisci in modo che ogni tuo atto
sia degno di diventare un ricordo.
Immanuel Kant
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A che serve passare dei giorni
se non si ricordano?
Cesare Pavese
.
.
.
Passiamo alle poesie prescelte sul tema.
Come sempre sarà bello leggere sul tema
poesie vostre o di altri,
ma anche commenti… riflessioni,
o tutto quel che vi va di esprimere.

Mi ritorni in mente – Battisti
IN ME IL TUO RICORDO
Vittorio Sereni
.
In me il tuo ricordo è un fruscio
solo di velocipedi che vanno
quietamente là dove l'altezza
del meriggio discende
al più fiammante vespero
tra cancelli e case
e sospirosi declivi
di finestre riaperte sull'estate.
Solo, di me, distante
dura un lamento di treni,
d'anime che se ne vanno.
E là leggera te ne vai sul vento,
ti perdi nella sera.

Gocce di memoria – Giorgia
Chagall – Io ed il villaggio
NEL FUMO
Eugenio Montale
Quante volte t’ho atteso alla stazione
nel freddo, nella nebbia. Passeggiavo
tossicchiando, comprando giornali innominabili,
fumando Giuba poi soppresse dal ministro
dei tabacchi, il balordo!
Forse un treno sbagliato, un doppione oppure una
sottrazione. Scrutavo le carriole
dei facchini se mai ci fosse dentro
il tuo bagaglio, e tu dietro, in ritardo.
poi apparivi, ultima. E’ un ricordo
tra tanti altri. Nel sogno mi perseguita.

La giostra della memoria -Enrico Ruggeri
Claude Theberge
NON HO DIMENTICATO
Charles Baudelaire
.
Non ho dimenticato, accanto alla città,
La nostra bianca casa, piccola ma tranquilla,
La sua Pomona in gesso e la vetusta Venere
Che in un boschetto stento celavan nudità,
E il sole che la sera, sfavillante e superbo,
Dietro il vetro su cui si frangeva il suo raggio,
Sembrava contemplare – occhio aperto sul cielo –
Il nostro silenzioso e lungo desinare,
Spandendo con dovizia bei riflessi di cero
Sulla sobria tovaglia e le tende di seta.

Pooh – Solo cari ricordi
ELEANOR
Hermann Hesse
.
Le sere d'autunno mi ricordano te.
I boschi giacciono bui, il giorno si scolora
ai bordi dei colli in rosse aureole.
In un casolare vicino piange un bimbo.
Il vento se ne va a passi tardi
attraverso i tronchi a raccogliere le ultime foglie.
Poi sale, abituata ormai da lungo ai torbidi sguardi,
l' estranea solitaria falce di luna
con la sua mezza luce da terre sconosciute.
Se ne va fredda, indifferente, per il suo sentiero.
La sua luce avvolge il bosco, il canneto, lo stagno e il sentiero
con pallido alone melanconico.
Anche d' inverno in notti senza luce
quando alle finestre vorticano danze di fiocchi
e il vento tempestoso, ho spesso l' impressione di guardarti.
Il piano intona con forza ingannevole
e la tua profonda e cupa voce di contralto
mi parla al cuore. Tu la più crudele delle belle donne.
La mia mano afferra alle volte la lampada
e la sua luce tenue posa sulla larga parete.
Dalla antica cornice la tua immagine oscura guarda
mi conosce bene e mi sorride, stranamente.
Ma io ti bacio mani e capelli.

Amedeo Minghi – Ricordi del cuore (Edera)
Casorati – Persone – 1910
RICORDO COM’ERI….
Pablo Neruda
.
Ricordo com’eri l’autunno scorso.
Eri il basco grigio e il cuore quieto.
Nei tuoi occhi lottavano i bagliori del crepuscolo.
E le foglie cadevano sull’acqua della tua anima.
Aggrappata alle mie braccia come un rampicante,
le foglie raccoglievano la tua voce lenta e calma.
Falò di stupore in cui la mia sete bruciava.
Dolce giacinto azzurro curvato sulla mia anima.
Sento vagare il tuo sguardo e l’autunno è lontano:
basco grigio, voce d’uccello e cuore famigliare
dove migravano i miei desideri profondi
e cadevano i miei baci allegri come braci.
Cielo dalla nave.
Campo dai colli.
Il tuo ricordo è di luce, di fumo e di stagno quieto!
Oltre i tuoi occhi ardevano i tramonti.
Foglie secche d’autunno giravano nella tua anima.
Auguro a tutti giorni felici da ricordare con… gioia.
Tony Kospan
PER LE NOVITA' DEL BLOG
SE IL BLOG TI PIACE
I S C R I V I T I
John Patrick O'Brien
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E’ un testo molto noto nel web…
(qui però con diverse mie modifiche ed alcuni aggiornamenti)
ma che ogni tanto mi sembra sia utile riproporre,
sia per coloro che quegli anni li hanno vissuti
che per i giovani d’oggi che sanno ben poco
dell’atmosfera e della realtà dei loro padri o meglio… nonni.
COME ERAVAMO… NOI RAGAZZI DEGLI ANNI 50 e 60
Da bambini, andavamo in macchina (quelli che avevano la fortuna di averla) senza cinture di sicurezza e senza airbag!
I flaconi dei medicinali non avevano delle chiusure particolari.
Bevevamo l’acqua dalle fontanelle, ma anche dalle canne del giardino o dove capitava.
Andavamo in bicicletta senza casco.
Passavamo dei pomeriggi a costruirci i nostri “carri giocattolo”.
Ci lanciavamo dalle discese e dimenticavamo di non avere i freni fino a quando non ci sfracellavamo contro un albero o un marciapiede.
E dopo numerosi incidenti, imparavamo a risolvere il problema… noi da soli!
Quando non dovevamo andare a scuola uscivamo da casa al mattino e giocavamo tutto il giorno.
I nostri genitori non sapevano esattamente dove fossimo, però, nonostante ciò, sapevano che non eravamo in pericolo.
Non esistevano i cellulari per chiamarci… controllarci.
Incredibile!!
Ci procuravamo delle abrasioni, ci rompevamo le ossa o i denti… e non c’erano mai denunce, erano soltanto incidenti: nessuno ne aveva colpa.
Avevamo delle liti, a volte dei lividi.
E anche se ci facevano male, ed a volte piangevamo, tutto passava presto e per lo più i nostri genitori neanche se ne accorgevano.
Mangiavamo i dolci, pane con tanto burro e bevevamo bibite piene di zuccheri… ma nessuno di noi era obeso.
Ci dividevamo una Fanta con gli amici, dalla stessa bottiglia, e nessuno mai ne morì a causa dei germi.
Non avevamo la Playstation, né il Nintendo, né i videogiochi.
Né tantomeno la TV a colori, né le webcam, né il PC, né internet, solo qualcuno avevano il mangiadischi.
Avevamo però soprattutto gli amici. Uscivamo da casa e li trovavamo.
Andavamo, in bici o a piedi, a casa loro, suonavamo al campanello o entravamo e parlavamo con loro.
Figurati: senza chiedere il permesso!
Da soli! Nel mondo freddo e crudele! Senza controllo!
Come siamo sopravissuti?
Facevamo incredibili gare in bicicletta senza dover fare lo slalom fra auto in sosta, parcheggi selvaggi e gas di scarico… al massimo dovevamo stare attenti al fosso accanto alla strada e alle buche sulla stessa.
Ci inventavamo dei giochi con dei bastoni e dei sassi.
Le strade, almeno quelle di paese, erano anche un campo di calcio: bastavano 4 mattoni.. e le poche auto in giro rallentavano e stavano attente a non schiacciarci.
Alcuni studenti non erano intelligenti come gli altri e dovevano rifare la seconda elementare. Che orrore!!!
Non si attaccavano i maestri, per nessun motivo ma si accettavano senza problemi le loro decisioni e se protestavamo i genitori menavano noi e difendevano la scuola.
I peggiori problemi a scuola erano i ritardi o se qualcuno masticava una gomma in classe.
Ma soprattutto a scuola, vicina o lontana che fosse, andavamo da soli!
Le nostre iniziative erano nostre. E le conseguenze, pure.
Nessuno si nascondeva dietro a un altro.
L’idea che i nostri genitori ci avrebbero difeso se trasgredivamo ad una legge non ci sfiorava; loro erano sempre dalla parte della legge.
Se ti comportavi male i tuoi genitori ti mettevano in castigo e nessuno li metteva in galera per questo.
Sapevamo che quando i genitori dicevano “NO”, significava proprio NO.
I giocatoli nuovi li ricevevamo per il compleanno, a Natale o alla Befana, non ogni volta che si andava al supermercato.
I nostri genitori ci facevano dei regali con amore, non per sensi di colpa.
E le nostre vite non sono state rovinate perché non ci fu dato tutto ciò che volevamo.
Avevamo libertà, successi, insuccessi, e responsabilità, e abbiamo imparato a gestirli.
La musica si sentiva fuori casa con gli amici accanto al mitico juke box.
Le feste? Non c’erano discoteche né la movida ma si facevano in casa.
Erano alla buona…ma intime, calde e vivaci.
Beh direi che la panoramica su quel mondo ormai scmparsa sia stata ampia e documentata benché, a dire il vero tanto altro ci sarebbe ancora da dire su quegli anni che poi ci portarono al mitico Boom.
Testo dal web con molte modifiche e con impaginazione di Tony Kospan
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Cosa sono i ricordi?
Non si possono sentire nè toccare…
ma albergano in noi e spesso sono così grandi
da essere indistruttibili.
I RICORDI… IN POESIA… AFORISMI… DIPINTI… CANZONI… E…
by Tony Kospan
Sono belli e sono brutti per tutti
ma nel contempo sempre utili…
anche i più dolorosi… in quanto possono aiutarci
a comprendere il presente
ed a evitar di ripetere gli errori del passato.
I ricordi più belli possono poi… insieme ai sogni…
aiutarci a superare i momenti più difficili
ed a non perdere la rotta della nostra vita.
Dunque sono da conservare sempre
perché la loro perdita ci lascerebbe
senza difese e senza capacità di discernimento.
Prima di passare alle poesie ed alle canzoni
ecco sul tema qualche aforisma
che ritengo interessante…
Tutti i grandi sono stati bambini una volta.
(Ma pochi di essi se ne ricordano).
Antoine de Saint Exupery
Il ricordo del piacere non è più piacere.
Il ricordo del dolore è ancora dolore.
George Byron
Chi non ricorda, non vive
Giorgio Pasquali
Agisci in modo che ogni tuo atto
sia degno di diventare un ricordo.
Immanuel Kant
A che serve passare dei giorni
se non si ricordano?
Cesare Pavese
Passiamo alle poesie prescelte sul tema.
Come sempre sarà bello leggere sul tema
poesie vostre o di altri,
ma anche commenti… riflessioni,
o tutto quel che vi va di esprimere.

Mi ritorni in mente – Battisti
IN ME IL TUO RICORDO
Vittorio Sereni
In me il tuo ricordo è un fruscio
solo di velocipedi che vanno
quietamente là dove l'altezza
del meriggio discende
al più fiammante vespero
tra cancelli e case
e sospirosi declivi
di finestre riaperte sull'estate.
Solo, di me, distante
dura un lamento di treni,
d'anime che se ne vanno.
E là leggera te ne vai sul vento,
ti perdi nella sera.

Gocce di memoria – Giorgia
Chagall – Io ed il villaggio
NEL FUMO
Eugenio Montale
Quante volte t’ho atteso alla stazione
nel freddo, nella nebbia. Passeggiavo
tossicchiando, comprando giornali innominabili,
fumando Giuba poi soppresse dal ministro
dei tabacchi, il balordo!
Forse un treno sbagliato, un doppione oppure una
sottrazione. Scrutavo le carriole
dei facchini se mai ci fosse dentro
il tuo bagaglio, e tu dietro, in ritardo.
poi apparivi, ultima. E’ un ricordo
tra tanti altri. Nel sogno mi perseguita.

La giostra della memoria -Enrico Ruggeri
Van Gogh – Ricordo di un giardino
NON HO DIMENTICATO
Charles Baudelaire
Non ho dimenticato, accanto alla città,
La nostra bianca casa, piccola ma tranquilla,
La sua Pomona in gesso e la vetusta Venere
Che in un boschetto stento celavan nudità,
E il sole che la sera, sfavillante e superbo,
Dietro il vetro su cui si frangeva il suo raggio,
Sembrava contemplare – occhio aperto sul cielo –
Il nostro silenzioso e lungo desinare,
Spandendo con dovizia bei riflessi di cero
Sulla sobria tovaglia e le tende di seta.

Pooh – Solo cari ricordi
ELEANOR
Hermann Hesse
Le sere d'autunno mi ricordano te.
I boschi giacciono bui, il giorno si scolora
ai bordi dei colli in rosse aureole.
In un casolare vicino piange un bimbo.
Il vento se ne va a passi tardi
attraverso i tronchi a raccogliere le ultime foglie.
Poi sale, abituata ormai da lungo ai torbidi sguardi,
l' estranea solitaria falce di luna
con la sua mezza luce da terre sconosciute.
Se ne va fredda, indifferente, per il suo sentiero.
La sua luce avvolge il bosco, il canneto, lo stagno e il sentiero
con pallido alone melanconico.
Anche d' inverno in notti senza luce
quando alle finestre vorticano danze di fiocchi
e il vento tempestoso, ho spesso l' impressione di guardarti.
Il piano intona con forza ingannevole
e la tua profonda e cupa voce di contralto
mi parla al cuore. Tu la più crudele delle belle donne.
La mia mano afferra alle volte la lampada
e la sua luce tenue posa sulla larga parete.
Dalla antica cornice la tua immagine oscura guarda
mi conosce bene e mi sorride, stranamente.
Ma io ti bacio mani e capelli
e sussurro il tuo nome.

Amedeo Minghi – Ricordi del cuore (Edera)
RICORDO COM’ERI….
Pablo Neruda
Ricordo com’eri l’autunno scorso.
Eri il basco grigio e il cuore quieto.
Nei tuoi occhi lottavano i bagliori del crepuscolo.
E le foglie cadevano sull’acqua della tua anima.
Aggrappata alle mie braccia come un rampicante,
le foglie raccoglievano la tua voce lenta e calma.
Falò di stupore in cui la mia sete bruciava.
Dolce giacinto azzurro curvato sulla mia anima.
Sento vagare il tuo sguardo e l’autunno è lontano:
basco grigio, voce d’uccello e cuore famigliare
dove migravano i miei desideri profondi
e cadevano i miei baci allegri come braci.
Cielo dalla nave.
Campo dai colli.
Il tuo ricordo è di luce, di fumo e di stagno quieto!
Oltre i tuoi occhi ardevano i tramonti.
Foglie secche d’autunno giravano nella tua anima.
Auguro a tutti giorni felici da ricordare con… gioia.
Tony Kospan
PER LE NOVITA' DEL BLOG
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John Patrick O'Brien
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I ricordi sono il nostro passato
e dunque la nostra storia personale e familiare…
scritta nel libro della nostra mente…
o… se piace di più…
sono gioielli e cianfrusaglie
conservate nello scrigno del nostro cuore.
I RICORDI… IN POESIA… IN AFORISMI… IN MUSICA… E…
(2012) by Tony Kospan
Sono belli e sono brutti per tutti…
ma nel contempo sempre utili…
anche i più dolorosi… in quanto possono aiutarci
a comprendere il presente
ed ad evitar di ripetere errori del passato.
I ricordi più belli possono poi… insieme ai sogni…
aiutarci a superare i momenti più difficili
ed a non perdere la rotta della nostra vita.
Dunque sono da conservare sempre
perché la loro perdita ci lascerebbe
senza difese e senza capacità di discernimento.
Prima di passare alle poesie ed alle canzoni
ecco sul tema qualche aforisma
che ritengo interessante…

La memoria è tesoro e custode di tutte le cose.
Cicerone
Un sorriso non dura che un istante,
ma nel ricordo può essere eterno.
Friedrich von Schiller
La vita non è quella che si è vissuta,
ma quella che si ricorda
e come la si ricorda per raccontarla.
Gabriel Garcia Marquez
A volte basta un attimo per scordare una vita,
ma a volte non basta una vita per scordare un attimo.
Jim Morrison
I ricordi… d’amore… d'amicizia… d'affetti… etc…
contenendo una gran bella dose di emozioni
hanno sempre affascinato i poeti
che ne hanno parlato nei modi più vari.
Tra le poesie scelte quest'anno… segnalo
quelle dal sorprendente finale di Goethe (la 1°) e della Mansfield…
e l'ultima di Lorca che è un vero capolavoro.
Come sempre mi piacerebbe leggere sul tema quelle che,
vostre o di altri autori, amate voi…
Cezanne – Coppia in giardino
RICORDO
Giorgio Caproni
Ricordo una chiesa antica,
romita,
nell'ora in cui l'aria s'arancia
e si scheggia ogni voce
sotto l'arcata del cielo.
Eri stanca,
e ci sedemmo sopra un gradino
come due mendicanti.
Invece il sangue ferveva
di meraviglia, a vedere
ogni uccello mutarsi in stella
nel cielo.
UN GOLFO DI SILENZIO
Katherine Mansfield
Un golfo di silenzio ormai ci separa:
io su una sponda e tu all’opposta vivi,
non ti vedo né ti odo,
a stento so che ci sei.
Col tuo nome antico ti chiamo ognora.
E l’eco di me pretendo sia la tua voce.
A varcarlo c’è forse modo?
Mai con la parola.
O il senso.
Così di pianto lo potremmo colmare.
Ma ora voglio frantumarlo con un’altra risata.
SFOGLIA I TUOI RICORDI
Adam Zagajewski
Sfoglia i tuoi ricordi
cuci per loro una coperta di stoffa.
Scosta le tende e cambia l’aria.
Sii per loro cordiale, leggero.
Questi ricordi sono tuoi.
Pensaci mentre nuoti
nel mare dei Sargassi della memoria
e l’erba marina crescendo ti cuce la bocca.
Questi ricordi sono tuoi,
non li dimenticherai fino alla fine
RICORDO
Johann Wolfgang Goethe
LUI
Ricordi ancora le ore
quando uno anelava all'altro?
LEI
Se non ti trovavo
era lungo il giorno per me.
LUI
E poi – o meraviglia! – l'incontro,
e ancora ne gioisco.
LEI
C'ingannavamo:
era bello quel tempo!
AH CHE NOSTALGIA HO DI TE…
Johann Wolfgang Goethe
Ah, che nostalgia ho di te,
angelo mio! Almeno in sogno,
almeno in sogno mostrati!
Anche se molto dovrò patire,
trepidante lottare cogli spiriti,
e al risveglio affannare.
Ah, che nostalgia ho di te,
ah, quanto cara mi sei
anche nei sogni più cupi!
POTESSERO LE MIE MANI SFOGLIARE
Garcia Lorca
Pronunzio il tuo nome
nelle notti scure,
quando sorgono gli astri
per bere dalla luna
e dormono le frasche
delle macchie occulte.
E mi sento vuoto
di musica e passione.
Orologio pazzo che suona
antiche ore morte.
Pronunzio il tuo nome
in questa notte scura,
e il tuo nome risuona
più lontano che mai.
Più lontano di tutte le stelle
e più dolente della dolce pioggia.
T'amerò come allora
qualche volta? Che colpa
ha mai questo mio cuore?
Se la nebbia svanisce,
quale nuova passione mi attende?
Sarà tranquilla e pura?
Potessero le mie mani
sfogliare la luna!
Un poetico saluto a tutti…
da
Tony Kospan
IL GRUPPO DI CHI AMA
VIVER L'ARTE… INSIEME
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