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Alcune recenti scoperte archeologiche pompeiane e l’inusuale affresco dei Gladiatori   Leave a comment









ULTIME SCOPERTE ARCHEOLOGICHE A POMPEI



Negli ultimi anni si sono avute spesso nuove scoperte e quasi tutte nella Regio V di Pompei.







I GLADIATORI


Un affresco, seminascosto nel sottoscala di quella che appare una taverna, è una delle “ultimissime”.

L’affresco riprende gli ultimi momenti di una lotta tra gladiatori e mostra chiaramente chi ha vinto e chi si sta arrendendo.

Il dipinto è sorprendente in quanto, forse (e soprattutto) per la modestia del luogo, non mostra la classica eleganza pittorica presente in quasi tutte le domus pompeiane… ma ci mostra, con poco stile, 2 corpi tozzi e sgraziati, polpacci esagerati, sangue che schizza dappertutto etc. 

Eppure il dipinto non manca di alcun aspetto essenziale della lotta tra gladiatori, come gli elmi, gli schinieri, la celata sul viso e perfino il dito in alto col quale il soccombente chiede la grazia.

Gli archeologi si sono quindi molto meravigliati di questo dipinto definendolo un po’ “trash” (volgare) escludendo ovviamente gli affreschi a luci rosse.

Passiamo ora a vedere alcune delle altre recenti scoperte avvenute negli Scavi di Pompei








LEDA E IL CIGNO


Il dipinto, che riprende il classicissimo tema mitologico, è stato ritrovato in una casa di via Vesuvio che porta proprio il suo nome.

E’ uno splendido affresco dai vivaci colori. 

La scena, pur essendo implicitamente spinta dovendo rappresentare il noto mito greco, appare viceversa ritratta in modo non volgare.








NARCISO


Nella stessa casa in cui è stata trovata Leda e il cigno è stato trovato l’affresco di Narciso.

Anche questo mito è rappresentato secondo i canoni classici.

Infatti ci mostra Narciso che, innamorato della sua bellezza, si specchia nell’acqua.







IL MOSAICO DI ORIONE


Qui è raffigurato Orione che dopo la morte diviene una costellazione. 

Il mosaico, rinvenuto negli scavi della Regio V di Pompei, insieme ad altri, ci hanno fatto comprendere chi era il proprietario di quella casa.

Infatti si è stabilito che doveva essere un agrimensore, cioè un tecnico altamente specializzato in misurazioni agrarie. 








NEREIDE E IL CAVALLO MARINO


L’affresco è stato rinvenuto in un termopolio, cioè in un negozio in cui si vendevano bevande e generi alimentari.






Accanto ad esso un altro che appare chiaramente indicativo dell’attività della bottega… (inoltre, durante lo scavo, sono state trovate proprio anfore come quelle del dipintoe che potremmo definire quindi… un’insegna commerciale ante litteram.


Tony Kospan








I dipinti parietali dell’antica Pompei – Storia.. significato.. stili e temi degli affreschi   Leave a comment


 
 
 
Casa della Venere in conchiglia.
 
 
 
 

La cenere del Vesuvio, in una drammatica vicenda,
ci ha conservato, quasi intatta,
 la realtà della vita di una città di 2000 anni fa,
Pompei (ed Ercolano),
come una precisa ampia reale fotografia.



 
 



Non parlerò dell’arte considerata “scandalosa”
(ma che per i costumi dell’epoca non lo era affatto)
perché il blog ha una vocazione generalista
e quindi desidero evitare che alcune immagini “forti”
possano dar fastidio a qualcuno.

Dunque affronterò  l’argomento da un punto di vista
archeologico, artistico  e relativo alla vita sociale dell’epoca.
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 

LE PITTURE PARIETALI NELL’ANTICA POMPEI


 
 
La constatazione che tutte le case presentavano dipinti 
di grande interesse alle pareti è l’aspetto più straordinario di Pompei.
 
 
La varietà di stili nella decorazione pittorica
che riveste le pareti delle case pompeiane è evidente.
.

 
 

 
 
 
 


 
 


Essi si estendono dalla sobria ripartizione in riquadri colorati,
a scenari architettonici, talora semplici… talora molto complessi,
fino alla visione di prospettive assolutamente fantastiche,
a scene figurate ed alla ornamentazione pura.
 
 
 
 
 

Coppa con frutti – Casa di Giulia Felice – 79 d.C
 
 

 
La decorazione pittorica non era considerata
un qualcosa in più
ma l’abbellimento della parete era essenziale
in ogni casa.
 
 
 
 
 
La ragazza con l’orecchino di perla
 
 
 

 

Le pareti in tal modo cercano di deliziare, e ci riescono,
facendoci ritenere anche che fosse stato raggiunto
un elevato livello di civiltà visiva, ampiamente generalizzata,
che si estendeva fino ai gradini più bassi della scala sociale.

 
 


 
 
Maschere Dionisiache

 

 

Una civiltà dell’immagine mai superata in alcuna epoca posteriore
e sempre sensibilmente superiore a quanto si possa
oggi trovare in una qualsiasi città di dimensioni paragonabili.

 
 


 
 
Casa dei Vettii

 
  

I dipinti a carattere figurativo di Pompei sono quasi sempre copie,
di solito tratte da altre copie di capolavori celebri dell’arte greca
che purtroppo sono andati perduti.


  

 

Frisso ed Elle
 
 
 
 
Alcuni ritengono che l’arte pompeiana
sia in un certo senso come la proiezione nella Campania Felix
della corrente filoellenica dell’arte romana. 

 

 

Marte e Venere 
 
 
 
 

Ma a causa della notevole varietà degli stili 
sono stati fatti molti studi per decidere
se e quali delle pitture di Pompei, Ercolano, Stabiae e Oplontis
possano dirsi essere sicuramente nate dalle influenze
greche, campane e/o sannitiche.

 

 

 

 
 
 

In realtà esse potrebbero essere definite
come appartenenti a tutt’e tre le scuole, con la considerazione
che mentre alcune tipologie erano conosciute ancora prima
che venissero introdotte a Roma viceversa,
l’arte romana in seguito esercitò
una notevole influenza sugli artisti campani dell’epoca.

 

 

 

Cesto di fichi



 

A mio parere assume, in questo contesto, una certa rilevanza il fatto che 

accanto ad opere rifacentisi certamente all’arte ed alla mitologia greca

molti sono anche i dipinti che rappresentano invece scene di vita quotidiana.


 

 

 Bellerofonte e Pegaso – La casa dei dioscuri


 

 

“La tecnica utilizzata per la realizzazione delle pitture parietali (affresco)
consisteva nell’applicare al muro due o tre strati ben fatti
di intonaco calcareo, mescolato con sabbia e calcite.
Quindi si dipingeva prima il fondo e si lasciava asciugare.
Quando il tutto si era ben essiccato, si aggiungevano le decorazioni.







I colori venivano mescolati con calcare, mentre,
per conferire brillantezza alla superfice,
si aggiungevano anche colla e cera (encausto).
Con tali mezzi le pitture acquistavano durevolezza e lucentezza.

Tra l’altro, i pigmenti usati nell’antichità erano costituiti
soprattutto da terre colorate come le ocre,
da tinte minerali come il carbonato di rame e, infine,
da tinte di origine vegetale e animale.

  

 

 

 

 

 

Non era affatto facile acquistare padronanza della tecnica,
ed era necessaria una grande avvedutezza da parte del pittore,
il quale doveva riuscire a mettere in atto le sue idee
con rapidità per ricoprire la massima superfice nel minor tempo.”
(testo presente in vari siti web)

 

 

 

 

 

 

Tradizionalmente comunque le pitture delle città vesuviane
sono state assegnate a quattro stili diversi,
susseguentisi nel tempo
anche se qualche volta si sono sovrapposti.

 

 

 

Natura morta con bicchiere o caraffa trasparente
 

 

 

Oggi si pensa però che tale suddivisione sia del tutto inadeguata
a rappresentare la grande varietà delle tecniche pittoriche. 

 

 

F I N E


 

 

Fonti: vari siti web – impaginaz. e coordinam. t.k.

 

 

Tony Kospan


 

 


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Recenti scoperte archeologiche pompeiane e l’inusuale affresco dei Gladiatori   Leave a comment









ULTIME SCOPERTE ARCHEOLOGICHE A POMPEI



Negli ultimi anni si sono avute spesso nuove scoperte e quasi tutte nella Regio V di Pompei.







I GLADIATORI


Un affresco, seminascosto nel sottoscala di quella che appare una taverna, è una delle “ultimissime”.

L’affresco riprende gli ultimi momenti di una lotta tra gladiatori e mostra chiaramente chi ha vinto e chi si sta arrendendo.

Il dipinto è sorprendente in quanto, forse (e soprattutto) per la modestia del luogo, non mostra la classica eleganza pittorica presente in quasi tutte le domus pompeiane… ma ci mostra, con poco stile, 2 corpi tozzi e sgraziati, polpacci esagerati, sangue che schizza dappertutto etc. 

Eppure il dipinto non manca di alcun aspetto essenziale della lotta tra gladiatori, come gli elmi, gli schinieri, la celata sul viso e perfino il dito in alto col quale il soccombente chiede la grazia.

Gli archeologi si sono quindi molto meravigliati di questo dipinto definendolo un po’ “trash” (volgare) escludendo ovviamente gli affreschi a luci rosse.

Passiamo ora a vedere alcune delle altre recenti scoperte avvenute negli Scavi di Pompei








LEDA E IL CIGNO


Il dipinto, che riprende il classicissimo tema mitologico, è stato ritrovato in una casa di via Vesuvio che porta proprio il suo nome.

E’ uno splendido affresco dai vivaci colori. 

La scena, pur essendo implicitamente spinta dovendo rappresentare il noto mito greco, appare viceversa ritratta in modo non volgare.








NARCISO


Nella stessa casa in cui è stata trovata Leda e il cigno è stato trovato l’affresco di Narciso.

Anche questo mito è rappresentato secondo i canoni classici.

Infatti ci mostra Narciso che, innamorato della sua bellezza, si specchia nell’acqua.







IL MOSAICO DI ORIONE


Qui è raffigurato Orione che dopo la morte diviene una costellazione. 

Il mosaico, rinvenuto negli scavi della Regio V di Pompei, insieme ad altri, ci hanno fatto comprendere chi era il proprietario di quella casa.

Infatti si è stabilito che doveva essere un agrimensore, cioè un tecnico altamente specializzato in misurazioni agrarie. 








NEREIDE E IL CAVALLO MARINO


L’affresco è stato rinvenuto in un termopolio, cioè in un negozio in cui si vendevano bevande e generi alimentari.






Accanto ad esso un altro che appare chiaramente indicativo dell’attività della bottega… (inoltre, durante lo scavo, sono state trovate proprio anfore come quelle del dipintoe che potremmo definire quindi… un’insegna commerciale ante litteram.


Tony Kospan








Alcune delle ultime scoperte archeologiche pompeiane ed il sorprendente affresco dei Gladiatori   Leave a comment









ULTIME SCOPERTE ARCHEOLOGICHE A POMPEI



Negli ultimi anni si sono avute spesso nuove scoperte e quasi tutte nella Regio V di Pompei.







I GLADIATORI


Un affresco, seminascosto nel sottoscala di quella che appare una taverna, è una delle “ultimissime”.

L’affresco riprende gli ultimi momenti di una lotta tra gladiatori e mostra chiaramente chi ha vinto e chi si sta arrendendo.

Il dipinto è sorprendente in quanto, forse (e soprattutto) per la modestia del luogo, non mostra la classica eleganza pittorica presente in quasi tutte le domus pompeiane… ma ci mostra, con poco stile, 2 corpi tozzi e sgraziati, polpacci esagerati, sangue che schizza dappertutto etc. 

Eppure il dipinto non manca di alcun aspetto essenziale della lotta tra gladiatori, come gli elmi, gli schinieri, la celata sul viso e perfino il dito in alto col quale il soccombente chiede la grazia.

Gli archeologi si sono quindi molto meravigliati di questo dipinto definendolo un po’ “trash” (volgare) escludendo ovviamente gli affreschi a luci rosse.

Passiamo ora a vedere alcune delle altre recenti scoperte avvenute negli Scavi di Pompei








LEDA E IL CIGNO


Il dipinto, che riprende il classicissimo tema mitologico, è stato ritrovato in una casa di via Vesuvio che porta proprio il suo nome.

E’ uno splendido affresco dai vivaci colori. 

La scena, pur essendo implicitamente spinta dovendo rappresentare il noto mito greco, appare viceversa ritratta in modo non volgare.








NARCISO


Nella stessa casa in cui è stata trovata Leda e il cigno è stato trovato l’affresco di Narciso.

Anche questo mito è rappresentato secondo i canoni classici.

Infatti ci mostra Narciso che, innamorato della sua bellezza, si specchia nell’acqua.







IL MOSAICO DI ORIONE


Qui è raffigurato Orione che dopo la morte diviene una costellazione. 

Il mosaico, rinvenuto negli scavi della Regio V di Pompei, insieme ad altri, ci hanno fatto comprendere chi era il proprietario di quella casa.

Infatti si è stabilito che doveva essere un agrimensore, cioè un tecnico altamente specializzato in misurazioni agrarie. 








NEREIDE E IL CAVALLO MARINO


L’affresco è stato rinvenuto in un termopolio, cioè in un negozio in cui si vendevano bevande e generi alimentari.






Accanto ad esso un altro che appare chiaramente indicativo dell’attività della bottega… (inoltre, durante lo scavo, sono state trovate proprio anfore come quelle del dipintoe che potremmo definire quindi… un’insegna commerciale ante litteram.


Tony Kospan








I mitici dipinti parietali dell’antica Pompei – Storia.. significato.. stili e temi degli affreschi   Leave a comment


 
 
 
Casa della Venere in conchiglia.
 
 
 
 

La cenere del Vesuvio, in una drammatica vicenda,
ci ha conservato, quasi intatta,
 la realtà della vita di una città di 2000 anni fa,
Pompei (ed Ercolano),
come una precisa ampia reale fotografia.



 
 



Non parlerò dell’arte considerata “scandalosa”
(ma che per i costumi dell’epoca non lo era affatto)
perché il blog ha una vocazione generalista
e quindi desidero evitare che alcune immagini “forti”
possano dar fastidio a qualcuno.

Dunque affronterò  l’argomento da un punto di vista
archeologico, artistico  e relativo alla vita sociale dell’epoca.
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 

LE PITTURE PARIETALI NELL’ANTICA POMPEI


 
 
La constatazione che tutte le case presentavano dipinti 
di grande interesse alle pareti è l’aspetto più straordinario di Pompei.
 
 
La varietà di stili nella decorazione pittorica
che riveste le pareti delle case pompeiane è evidente.
.

 
 

 
 
 
 


 
 


Essi si estendono dalla sobria ripartizione in riquadri colorati,
a scenari architettonici, talora semplici… talora molto complessi,
fino alla visione di prospettive assolutamente fantastiche,
a scene figurate ed alla ornamentazione pura.
 
 
 
 
 

Coppa con frutti – Casa di Giulia Felice – 79 d.C
 
 

 
La decorazione pittorica non era considerata
un qualcosa in più
ma l’abbellimento della parete era essenziale
in ogni casa.
 
 
 
 
 
La ragazza con l’orecchino di perla
 
 
 

 

Le pareti in tal modo cercano di deliziare, e ci riescono,
facendoci ritenere anche che fosse stato raggiunto
un elevato livello di civiltà visiva, ampiamente generalizzata,
che si estendeva fino ai gradini più bassi della scala sociale.

 
 


 
 
Maschere Dionisiache

 

 

Una civiltà dell’immagine mai superata in alcuna epoca posteriore
e sempre sensibilmente superiore a quanto si possa
oggi trovare in una qualsiasi città di dimensioni paragonabili.

 
 


 
 
Casa dei Vettii

 
  

I dipinti a carattere figurativo di Pompei sono quasi sempre copie,
di solito tratte da altre copie di capolavori celebri dell’arte greca
che purtroppo sono andati perduti.


  

 

Frisso ed Elle
 
 
 
 
Alcuni ritengono che l’arte pompeiana
sia in un certo senso come la proiezione nella Campania Felix
della corrente filoellenica dell’arte romana. 

 

 

Marte e Venere 
 
 
 
 

Ma a causa della notevole varietà degli stili 
sono stati fatti molti studi per decidere
se e quali delle pitture di Pompei, Ercolano, Stabiae e Oplontis
possano dirsi essere sicuramente nate dalle influenze
greche, campane e/o sannitiche.

 

 

 

 
 
 

In realtà esse potrebbero essere definite
come appartenenti a tutt’e tre le scuole, con la considerazione
che mentre alcune tipologie erano conosciute ancora prima
che venissero introdotte a Roma viceversa,
l’arte romana in seguito esercitò
una notevole influenza sugli artisti campani dell’epoca.

 

 

 

Cesto di fichi



 

A mio parere assume, in questo contesto, una certa rilevanza il fatto che 

accanto ad opere rifacentisi certamente all’arte ed alla mitologia greca

molti sono anche i dipinti che rappresentano invece scene di vita quotidiana.


 

 

 Bellerofonte e Pegaso – La casa dei dioscuri


 

 

“La tecnica utilizzata per la realizzazione delle pitture parietali (affresco)
consisteva nell’applicare al muro due o tre strati ben fatti
di intonaco calcareo, mescolato con sabbia e calcite.
Quindi si dipingeva prima il fondo e si lasciava asciugare.
Quando il tutto si era ben essiccato, si aggiungevano le decorazioni.







I colori venivano mescolati con calcare, mentre,
per conferire brillantezza alla superfice,
si aggiungevano anche colla e cera (encausto).
Con tali mezzi le pitture acquistavano durevolezza e lucentezza.

Tra l’altro, i pigmenti usati nell’antichità erano costituiti
soprattutto da terre colorate come le ocre,
da tinte minerali come il carbonato di rame e, infine,
da tinte di origine vegetale e animale.

  

 

 

 

 

 

Non era affatto facile acquistare padronanza della tecnica,
ed era necessaria una grande avvedutezza da parte del pittore,
il quale doveva riuscire a mettere in atto le sue idee
con rapidità per ricoprire la massima superfice nel minor tempo.”
(testo presente in vari siti web)

 

 

 

 

 

 

Tradizionalmente comunque le pitture delle città vesuviane
sono state assegnate a quattro stili diversi,
susseguentisi nel tempo
anche se qualche volta si sono sovrapposti.

 

 

 

Natura morta con bicchiere o caraffa trasparente
 

 

 

Oggi si pensa però che tale suddivisione sia del tutto inadeguata
a rappresentare la grande varietà delle tecniche pittoriche. 

 

 

F I N E


 

 

Fonti: vari siti web – impaginaz. e coordinam. t.k.

 

 

Tony Kospan


 

 


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I GLADIATORI – Il sorprendente affresco e le ultime scoperte archeologiche dell’antica Pompei   Leave a comment









ULTIME SCOPERTE ARCHEOLOGICHE A POMPEI



Negli ultimi anni si sono avuto spesso nuove scoperte e quasi tutte nella Regio V di Pompei.







I GLADIATORI


Un affresco, seminascosto nel sottoscala di quella che appare una taverna, è una delle “ultimissime”.

L'affresco riprende gli ultimi momenti di una lotta tra gladiatori e mostra chiaramente chi ha vinto e chi si sta arrendendo.

Il dipinto è sorprendente in quanto, forse (e soprattutto) per la modestia del luogo, non mostra la classica eleganza pittorica presente in quasi tutte le domus pompeiane… ma ci mostra, con poco stile, 2 corpi tozzi e sgraziati, polpacci esagerati, sangue che schizza dappertutto etc. 

Eppure il dipinto non manca di alcun aspetto essenziale della lotta tra gladiatori, come gli elmi, gli schinieri, la celata sul viso e perfino il dito in alto col quale il soccombente chiede la grazia.

Gli archeologi si sono quindi molto meravigliati di questo dipinto definendolo un po' “trash” (volgare) escludendo ovviamente gli affreschi a luci rosse.

Passiamo ora a vedere alcune delle altre recenti scoperte avvenute negli Scavi di Pompei








LEDA E IL CIGNO


Il dipinto, che riprende il classicissimo tema mitologico, è stato ritrovato in una casa di via Vesuvio che porta proprio il suo nome.

E' uno splendido affresco dai vivaci colori. 

La scena, pur essendo implicitamente spinta dovendo rappresentare il noto mito greco, appare viceversa ritratta in modo non volgare.








NARCISO


Nella stessa casa in cui è stata trovata Leda e il cigno è stato trovato l'affresco di Narciso.

Anche questo mito è rappresentato secondo i canoni classici.

Infatti ci mostra Narciso che, innamorato della sua bellezza, si specchia nell'acqua.







IL MOSAICO DI ORIONE


Qui è raffigurato Orione che dopo la morte diviene una costellazione. 

Il mosaico, rinvenuto negli scavi della Regio V di Pompei, insieme ad altri, ci hanno fatto comprendere chi era il proprietario di quella casa.

Infatti si è stabilito che doveva essere un agrimensore, cioè un tecnico altamente specializzato in misurazioni agrarie. 








NEREIDE E IL CAVALLO MARINO


L'affresco è stato rinvenuto in un termopolio, cioè in un negozio in cui si vendevano bevande e generi alimentari.






Accanto ad esso un altro che appare chiaramente indicativo dell'attività della bottega… (inoltre, durante lo scavo, sono state trovate proprio anfore come quelle del dipintoe che potremmo definire quindi… un'insegna commerciale ante litteram.


Tony Kospan








Le mitiche pitture parietali dell’antica Pompei – Storia.. significato.. stili e temi degli affreschi   2 comments


 
 
 
Casa della Venere in conchiglia.
 
 
 
 

La cenere del Vesuvio, in una drammatica vicenda,
ci ha conservato, quasi intatta,
 la realtà della vita di una città di 2000 anni fa,
Pompei,
come una precisa ampia reale fotografia.



 
 



Non parlerò dell’arte considerata “scandalosa”
(ma che per i costumi dell’epoca non lo era affatto)
perché il blog ha una vocazione generalista
e quindi desidero evitare che alcune immagini “forti”
possano dar fastidio a qualcuno…

Dunque affronterò  l’argomento da un punto di vista
archeologico, artistico  e relativo alla vita sociale dell’epoca.
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 

LE PITTURE PARIETALI NELL’ANTICA POMPEI


 
 
La constatazione che tutte le case presentavano dipinti 
di grande interesse alle pareti è l’aspetto più straordinario di Pompei.
 
 
La varietà di stili nella decorazione pittorica
che riveste le pareti delle case pompeiane è evidente.
.

 
 

 
 
 
 


 
 


Essi si estendono dalla sobria ripartizione in riquadri colorati,
a scenari architettonici, talora semplici… talora molto complessi,
fino alla visione di prospettive assolutamente fantastiche,
a scene figurate ed alla ornamentazione pura.
 
 
 
 
 

Coppa con frutti – Casa di Giulia Felice – 79 d.C
 
 

 
La decorazione pittorica non era considerata
un qualcosa in più
ma l’abbellimento della parete era essenziale
in ogni casa.
 
 
 
 
 
La ragazza con l’orecchino di perla
 
 
 

 

Le pareti in tal modo cercano di deliziare, e ci riescono,
facendoci ritenere anche che fosse stato raggiunto
un elevato livello di civiltà visiva, ampiamente generalizzata,
che si estendeva fino ai gradini più bassi della scala sociale.

 
 


 
 
Maschere Dionisiache

 

 

Una civiltà dell’immagine mai superata in alcuna epoca posteriore
e sempre sensibilmente superiore a quanto si possa
oggi trovare in una qualsiasi città di dimensioni paragonabili.

 
 


 
 
Casa dei Vettii

 
  

I dipinti a carattere figurativo di Pompei sono quasi sempre copie,
di solito tratte da altre copie di capolavori celebri dell’arte greca
che purtroppo sono andati perduti.


  

 

Frisso ed Elle
 
 
 
 
Alcuni ritengono che l’arte pompeiana
sia in un certo senso come la proiezione nella Campania Felix
della corrente filoellenica dell’arte romana. 

 

 

Marte e Venere 
 
 
 
 

Ma a causa della notevole varietà degli stili 
sono stati fatti molti studi per decidere
se e quali delle pitture di Pompei, Ercolano, Stabiae e Oplontis
possano dirsi essere sicuramente nate dalle influenze
greche, campane e/o sannitiche.

 

 

 

 
 
 

In realtà esse potrebbero essere definite
come appartenenti a tutt’e tre le scuole, con la considerazione
che mentre alcune tipologie erano conosciute ancora prima
che venissero introdotte a Roma viceversa,
l’arte romana in seguito esercitò
una notevole influenza sugli artisti campani dell’epoca.

 

 

 

Cesto di fichi



 

A mio parere assume, in questo contesto, una certa rilevanza il fatto che 

accanto ad opere rifacentisi certamente all’arte ed alla mitologia greca

molti sono anche i dipinti che rappresentano invece scene di vita quotidiana.


 

 

 Bellerofonte e Pegaso – La casa dei dioscuri


 

 

“La tecnica utilizzata per la realizzazione delle pitture parietali (affresco)
consisteva nell’applicare al muro due o tre strati ben fatti
di intonaco calcareo, mescolato con sabbia e calcite.
Quindi si dipingeva prima il fondo e si lasciava asciugare.
Quando il tutto si era ben essiccato, si aggiungevano le decorazioni.







I colori venivano mescolati con calcare, mentre,
per conferire brillantezza alla superfice,
si aggiungevano anche colla e cera (encausto).
Con tali mezzi le pitture acquistavano durevolezza e lucentezza.

Tra l’altro, i pigmenti usati nell’antichità erano costituiti
soprattutto da terre colorate come le ocre,
da tinte minerali come il carbonato di rame e, infine,
da tinte di origine vegetale e animale.

  

 

 

 

 

 

Non era affatto facile acquistare padronanza della tecnica,
ed era necessaria una grande avvedutezza da parte del pittore,
il quale doveva riuscire a mettere in atto le sue idee
con rapidità per ricoprire la massima superfice nel minor tempo.”
(testo presente in vari siti web)

 

 

 

 

 

 

Tradizionalmente comunque le pitture delle città vesuviane
sono state assegnate a quattro stili diversi,
susseguentisi nel tempo
anche se qualche volta si sono sovrapposti.

 

 

 

 

 

 

Oggi si pensa però che tale suddivisione sia del tutto inadeguata
a rappresentare la grande varietà delle tecniche pittoriche. 

 

 

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Fonti: vari siti web – impaginaz. e coordinam. t.k.

 

 

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I GLADIATORI – Il sorprendente affresco e le ultime scoperte archeologiche pompeiane   Leave a comment









ULTIME SCOPERTE ARCHEOLOGICHE A POMPEI



Negli ultimi anni si sono avuto spesso nuove scoperte e quasi tutte nella Regio V di Pompei.







I GLADIATORI


Un affresco, seminascosto nel sottoscala di quella che appare una taverna, è una delle “ultimissime”.

L'affresco riprende gli ultimi momenti di una lotta tra gladiatori e mostra chiaramente chi ha vinto e chi si sta arrendendo.

Il dipinto è sorprendente in quanto, forse (e soprattutto) per la modestia del luogo, non mostra la classica eleganza pittorica presente in quasi tutte le domus pompeiane… ma ci mostra, con poco stile, 2 corpi tozzi e sgraziati, polpacci esagerati, sangue che schizza dappertutto etc. 

Eppure il dipinto non manca di alcun aspetto essenziale della lotta tra gladiatori, come gli elmi, gli schinieri, la celata sul viso e perfino il dito in alto col quale il soccombente chiede la grazia.

Gli archeologi si sono quindi molto meravigliati di questo dipinto definendolo un po' “trash” (volgare) escludendo ovviamente gli affreschi a luci rosse.

Passiamo ora a vedere alcune delle altre recenti scoperte avvenute negli Scavi di Pompei








LEDA E IL CIGNO


Il dipinto, che riprende il classicissimo tema mitologico, è stato ritrovato in una casa di via Vesuvio che porta proprio il suo nome.

E' uno splendido affresco dai vivaci colori. 

La scena, pur essendo implicitamente spinta dovendo rappresentare il noto mito greco, appare viceversa ritratta in modo non volgare.








NARCISO


Nella stessa casa in cui è stata trovata Leda e il cigno è stato trovato l'affresco di Narciso.

Anche questo mito è rappresentato secondo i canoni classici.

Infatti ci mostra Narciso che, innamorato della sua bellezza, si specchia nell'acqua.







IL MOSAICO DI ORIONE


Qui è raffigurato Orione che dopo la morte diviene una costellazione. 

Il mosaico, rinvenuto negli scavi della Regio V di Pompei, insieme ad altri, ci hanno fatto comprendere chi era il proprietario di quella casa.

Infatti si è stabilito che doveva essere un agrimensore, cioè un tecnico altamente specializzato in misurazioni agrarie. 








NEREIDE E IL CAVALLO MARINO


L'affresco è stato rinvenuto in un termopolio, cioè in un negozio in cui si vendevano bevande e generi alimentari.






Accanto ad esso un altro che appare chiaramente indicativo dell'attività della bottega… (inoltre, durante lo scavo, sono state trovate proprio anfore come quelle del dipintoe che potremmo definire quindi… un'insegna commerciale ante litteram.


Tony Kospan








Le famose pitture parietali dell’antica Pompei – Storia.. significato.. stili e temi degli affreschi   2 comments


 
 
 
 
 
 
 

La cenere del Vesuvio, in una drammatica vicenda,
ci ha conservato, quasi intatta,
 la realtà della vita di una città di 2000 anni fa,
Pompei,
come una precisa ampia reale fotografia.
 
 
Non parlerò dell'arte considerata “scandalosa”
(ma che per i costumi dell'epoca non lo era affatto)
perché il blog ha una vocazione generalista
e quindi desidero evitare che alcune immagini “forti”
possano dar fastidio a qualcuno…

Dunque affronterò  l'argomento da un punto di vista
archeologico, artistico  e relativo alla vita sociale dell'epoca.
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 

LE PITTURE PARIETALI NELL'ANTICA POMPEI


 
 
La constatazione che tutte le case presentavano dipinti 
di grande interesse alle pareti è l’aspetto più straordinario di Pompei.
 
 
La varietà di stili nella decorazione pittorica
che riveste le pareti delle case pompeiane è evidente.
.

 
 

 
 
 
 


 
 


Essi si estendono dalla sobria ripartizione in riquadri colorati,
a scenari architettonici, talora semplici talora molto complessi,
fino alla visione di prospettive assolutamente fantastiche,
a scene figurate ed alla ornamentazione pura.
 
 
 
 
 

Coppa con frutti – Casa di Giulia Felice – 79 d.C
 
 

 
La decorazione pittorica non era considerata
un qualcosa in più
ma l’abbellimento della parete era essenziale
in ogni casa.
 
 
 
 
 
La ragazza con l'orecchino di perla
 
 
 

 

Le pareti in tal modo cercano di deliziare, e ci riescono,
facendoci ritenere anche che fosse stato raggiunto
un elevato livello di civiltà visiva, ampiamente generalizzata,
che si estendeva fino ai gradini più bassi della scala sociale.

 
 


 
 
Maschere Dionisiache

 

 

Una civiltà dell'immagine mai superata in alcuna epoca posteriore
e sempre sensibilmente superiore a quanto si possa
oggi trovare in una qualsiasi città di dimensioni paragonabili.

 
 


 
 
Casa dei Vettii

 
  

I dipinti a carattere figurativo di Pompei sono quasi sempre copie,
di solito tratte da altre copie di capolavori celebri dell’arte greca
che purtroppo sono andati perduti.


  

 

Frisso ed Elle
 
 
 
 
Alcuni ritengono che l'arte pompeiana
sia in un certo senso come la proiezione nella Campania Felix
della corrente filoellenica dell’arte romana. 

 

 

Marte e Venere 
 
 
 
 

Ma a causa della notevole varietà degli stili 
sono stati fatti molti studi per decidere
se e quali delle pitture di Pompei, Ercolano, Stabiae e Oplontis
possano dirsi essere sicuramente nate dalle influenze
greche, campane e/o sannitiche.

 

 

 

 
 
 

In realtà esse potrebbero essere definite
come appartenenti a tutt’e tre le scuole, con la considerazione
che mentre alcune tipologie erano conosciute ancora prima
che venissero introdotte a Roma viceversa,
l'arte romana in seguito esercitò
una notevole influenza sugli artisti campani dell'epoca.

 

 

 

Cesto di fichi



 

A mio parere assume, in questo contesto, una certa rilevanza il fatto che 

accanto ad opere rifacentisi certamente all'arte ed alla mitologia greca

molti sono anche i dipinti che rappresentano invece scene di vita quotidiana.


 

 

 Bellerofonte e Pegaso – La casa dei dioscuri


 

 

“La tecnica utilizzata per la realizzazione delle pitture parietali (affresco)
consisteva nell’applicare al muro due o tre strati ben fatti
di intonaco calcareo, mescolato con sabbia e calcite.
Quindi si dipingeva prima il fondo e si lasciava asciugare.
Quando il tutto si era ben essiccato, si aggiungevano le decorazioni.
I colori venivano mescolati con calcare, mentre,
per conferire brillantezza alla superfice,
si aggiungevano anche colla e cera (encausto).
Con tali mezzi le pitture acquistavano durevolezza e lucentezza.

Tra l’altro, i pigmenti usati nell’antichità erano costituiti
soprattutto da terre colorate come le ocre,
da tinte minerali come il carbonato di rame e, infine,
da tinte di origine vegetale e animale.

  

 

 

 

 

 

Non era affatto facile acquistare padronanza della tecnica,
ed era necessaria una grande avvedutezza da parte del pittore,
il quale doveva riuscire a mettere in atto le sue idee
con rapidità per ricoprire la massima superfice nel minor tempo.”
(testo presente in vari siti web)

 

 

 

 

 

 

Tradizionalmente comunque le pitture delle città vesuviane
sono state assegnate a quattro stili diversi,
susseguentisi nel tempo
anche se qualche volta si sono sovrapposti.

 

 

 

 

 

 

Oggi si pensa però che tale suddivisione sia del tutto inadeguata
a rappresentare la grande varietà delle tecniche pittoriche. 

 

 

F I N E


 

 

Fonti: vari siti web – impaginaz. e coordinam. t.k.

 

 

Tony Kospan


 

 


beige-plumfae.gifbeige-plumfae.gifbeige-plumfae.gifbeige-plumfae.gifbeige-plumfae.gif
LA TUA PAGINA DI FB DI SOGNO



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Casa della Venere in conchiglia.



Le bellissime pitture parietali della Pompei antica – Storia.. significato.. stili e temi degli affreschi   Leave a comment


 
 
 
 
 
 
 
La cenere del Vesuvio, in una drammatica vicenda,
ci ha conservato… quasi intatta…
 la realtà della vita di una città di 2000 anni fa…,
Pompei,
come una precisa ampia reale fotografia
che oggi ahimè si sta pian piano sgretolando per l'incuria
di chi dovrebbe proteggerla.
 
 
Non parlerò dell'arte… considerata “scandalosa”
(ma che per i costumi dell'epoca non lo era affatto…)
perché il blog ha una vocazione generalista
e quindi desidero evitare che alcune immagini “forti”
possano dar fastidio a qualcuno…

Dunque affronterò  l'argomento da un punto di vista
archeologico, artistico…  e relativo alla vita sociale dell'epoca…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

LE PITTURE PARIETALI NELL'ANTICA POMPEI

 
 
La constatazione che tutte le case presentavano dipinti parietali
di grande interesse è l’aspetto più straordinario di Pompei.
 
 
La varietà di stili nella decorazione pittorica
che riveste le pareti delle case pompeiane è evidente.
.

 
 
 
 
 
 

 
 

Essi si estendono dalla sobria ripartizione in riquadri colorati,
a scenari architettonici, talora semplici talora molto complessi,
fino alla visione di prospettive assolutamente fantastiche,
a scene figurate ed alla ornamentazione pura.
 
 
 
 
 

Coppa con frutti – Casa di Giulia Felice – 79 d.C
 
 

 
La decorazione pittorica non era considerata
un qualcosa in più…
ma l’abbellimento della parete era essenziale
in ogni casa.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Le pareti in tal modo cercano di deliziare, e ci riescono,
facendoci ritenere anche che fosse stato raggiunto
un elevato livello di civiltà visiva, ampiamente generalizzata,
che si estendeva fino ai gradini più bassi della scala sociale.

 
 
 
 
Maschere Dionisiache

 
 

Una civiltà mai superata in alcuna epoca posteriore
e sempre sensibilmente superiore a quanto si possa
oggi trovare in una qualsiasi città di dimensioni paragonabili.

 
 
 
 
Casa dei Vettii

 
  

I dipinti a carattere figurativo di Pompei sono quasi sempre copie,
di solito tratte da altre copie di capolavori celebri dell’arte greca
che purtroppo sono andati perduti.


  

 

Frisso ed Elle
 
 
 
 
Alcuni ritengono che l'arte pompeiana
sia in un certo senso come la proiezione nella Campania Felix
della corrente filoellenica dell’arte romana. 

 

 

Marte e Venere 
 
 
 
 

Ma per la varietà degli stili sono stati fatti molti studi per decidere
se e quali delle pitture di Pompei, Ercolano, Stabiae e Oplontis
possano essere sicuramente nate dalle influenze
greche, campane e sannitiche.

 

 

 

 
 
 

In realtà esse potrebbero essere definite
come appartenenti a tutt’e tre le scuole, con la considerazione
che mentre alcuni tipi erano conosciuti ancora prima
che venissero introdotti a Roma viceversa,
l'arte romana in seguito esercitò
una notevole influenza sugli artisti campani dell'epoca.

 

 

 

Cesto di fichi


 

A mio parere assume una certa rilevanza il fatto che accanto

ad opere rifacentisi certamente all'arte ed alla mitologia greca

molti sono i dipinti che rappresentano invece scene di vita quotidiana.


 

 

 Bellerofonte e Pegaso – La casa dei dioscuri

 

 

“La tecnica utilizzata per la realizzazione delle pitture parietali (affresco)
consisteva nell’applicare al muro due o tre strati ben fatti
di intonaco calcareo, mescolato con sabbia e calcite.
Quindi si dipingeva prima il fondo e si lasciava asciugare.
Quando il tutto si era ben essiccato, si aggiungevano le decorazioni.
I colori venivano mescolati con calcare, mentre,
per conferire brillantezza alla superfice,
si aggiungevano anche colla e cera (encausto).
Con tali mezzi le pitture acquistavano durevolezza e lucentezza.

Tra l’altro, i pigmenti usati nell’antichità erano costituiti
soprattutto da terre colorate come le ocre,
da tinte minerali come il carbonato di rame e, infine,
da tinte di origine vegetale e animale.

  

 

 

 

 

 

Non era affatto facile acquistare padronanza della tecnica,
ed era necessaria una grande avvedutezza da parte del pittore,
il quale doveva riuscire a mettere in atto le sue idee
con rapidità per ricoprire la massima superfice nel minor tempo.”
(testo in vari siti web)

 

 

 

 

 

 

Tradizionalmente le pitture delle città vesuviane
sono state assegnate a quattro stili diversi,
susseguentisi nel tempo
anche se qualche volta si sono sovrapposti.

 

 

 

 

 

 

Oggi si pensa però che tale suddivisione sia del tutto inadeguata
a rappresentare la grande varietà delle tecniche pittoriche. 

 

 

F I N E


 

 

Fonti: vari siti web – impaginaz. e coordinam. t.k.

 

 

Tony Kospan

 

 

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Casa della Venere in conchiglia

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