Archivio per l'etichetta ‘1929’
Breve ricordo di un fumetto davvero particolare
ma molto amato.
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La data di nascita del mitico fumetto Braccio di Ferro, Popeye.. in inglese, è il 17 gennaio 1929.

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Marinaio, senza un occhio, con la classica pipa sempre in bocca, con il corpo muscoloso, con avambracci esagerati su gambe corte e con il tipico tatuaggio dei marinai: l’àncora.
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La prima pubblicazione
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E’ famosissimo anche per la scorta di spinaci sempre a portata di mano che gli dà una forza sovrumana e la sua donna è Olivia l’unica persona capace di tenergli testa.
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Sembrerebbe un pazzerello ma si comporta sempre con correttezza e dignità.
Negli ultimi anni la sua figura e la sua presenza nei fumetti e nei cartoni animati si è un po’ affievolita probabilmente per la scarsa vena degli autori.

Olivia e Braccio di ferro
Ma speriamo che la sua verve e la sua simpatia tornino in auge e per questo gli facciamo i nostri auguri con questo suo simpatico cartone animato in italiano.
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Braccio di Ferro e la piccola peste

Lunghissima vita… Braccio di Ferro…
amico delle letture della gioventù di molti di noi.
Orso Tony
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IL GRUPPO DI CHI AMA LA STORIA ED I RICORDI
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Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Questa è un’altra canzone che è andata oltre,
molto oltre il suo tempo, giungendo quasi intatta
in quanto a bellezza e piacere d’ascolto,
ai nostri giorni.
Una canzone definibile classica… anzi classicissima…
e non solo perché nata dall’operetta…

TU CHE M’HAI PRESO IL CUOR
ATMOSFERE E NOTE DI QUALCHE TEMPO FA
a cura di Tony Kospan
Come sempre iniziamo con alcune immagini di quell’anno… il 1929.
Donne al lavoro nel 1929
Tu che m’hai preso il cuor è infatti il titolo di una romanza tratta dall’operetta Il paese del sorriso (Das Land des Lächelns) musicata da Ferenc Lehár su libretto di Ludwig Herzer e Fritz Löhner-Beda (per l’Italia Edizioni Suvini Zerboni), andata in scena per la prima volta al Metropol-Theater di Berlino il 10 ottobre 1929
Per la musica e le parole il brano gode di tanta notorietà da allora da essere entrato – come standard – nel repertorio della musica popolare.
E’ stato infatti inciso sia da cantanti lirici che di musica leggera.
Il brano è, nella sua versione originale, un duetto d’amore tra la giovane occidentale Lisa ed il principe cinese Sou-Chong.
I due innamorati, disposti a inseguirsi tra Vienna e la Cina, sfidano le difficoltà derivanti dalle diverse culture ma alla fine riusciranno a giurarsi amore eterno.
Tamara de Lempicka autoritratto – 1929
La musica e le parole, ed in particolare il refrain che segue, rivela appieno il senso del sentimento amoroso che unisce i due giovani protagonisti e fa di questo brano uno dei classici delle canzoni per innamorati:
« Ti vedo tra le rose
ti dico tante cose
se il vento lieve t’accarezza
un profumar di giovinezza
mi fai tremar
La notte sogno tremando di te
quale incantesimo il mio cuor sul tuo cuor
mentre si schiudono le pupille tue d’or. »

Ascoltiamola dunque in questa versione cantata, come sempre alla grande, da Pavarotti
UN MODO DIVERSO DI VIVER LA POESIA E LA CULTURA
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
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Ora è il turno di un’altra famosissima… storica ed
indimenticabile canzone che fin da piccolo mi colpiva
duro al cuore.
BALOCCHI E PROFUMI
ATMOSFERE E NOTE… DI UN TEMPO…
a cura di Tony Kospan
Più che una canzone mi appare una drammatica poesia…
in cui emoziona quel grido di dolore della bambina.
Ecco, questa su, una pubblicità di profumi dell’epoca
e qui giù, il sogno della bambina ammalata,
quello di una cameretta piena di balocchi.
Prima di ascoltare la canzone
vediamo qualche immagine dell’epoca
in modo da rivivere l’atmosfera di quell’anno.
Petronilla Meglio
Crollo di Wall Street
Louise Brooks – 1929
Ma ora veniamo alla canzone di cui possiamo
prima leggere il testo
BALOCCHI E PROFUMI
E. A. Mario – Anno 1929
Tutta sfolgorante è la vetrina
piena di balocchi e profumi.
Entra con la mamma la bambina
tra lo sfolgorio di quei lumi.
“Comanda, signora?”
“Cipria e colonia Coty”.
“Mamma”, mormora la bambina
mentre pieni di pianto ha gli occhi,
“per la tua piccolina
non compri mai balocchi,
mamma, tu compri soltanto
i profumi per te”.
Ella, nel salotto profumato
ricco di cuscini di seta,
porge il labbro tumido al peccato
mentre la bambina indiscreta
dischiude quel nido
pieno d’odor di Coty.
“Mamma”, mormora la bambina
mentre pieni di pianto ha gli occhi,
“per la tua piccolina
non compri mai balocchi,
mamma, tu compri soltanto
i profumi per te”.
Esile, agonizza la bambina,
or la mamma non è più ingrata.
Corre a vuotar tutta la vetrina
per la sua figliola malata.
“Amore mio bello,
ecco i balocchi per te”.
“Grazie” mormora la bambina,
vuole toccare quei balocchi,
ma il capo già reclina
e già socchiude gli occhi.
Piange la mamma, pentita,
stringendola al cuor

e poi ascoltarla in questa bella interpretazione
di Claudio Villa
CIAO DA TONY KOSPAN
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Breve ricordo di un fumetto davvero particolare
ma molto amato.
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La data di nascita del mitico fumetto Braccio di Ferro, Popeye.. in inglese, è il 17 gennaio 1929.

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Marinaio, senza un occhio, con la classica pipa sempre in bocca, con il corpo muscoloso, con avambracci esagerati su gambe corte e con il tipico tatuaggio dei marinai: l’àncora.
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La prima pubblicazione
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E’ famosissimo anche per la scorta di spinaci sempre a portata di mano che gli dà una forza sovrumana e la sua donna è Olivia l’unica persona capace di tenergli testa.
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Sembrerebbe un pazzerello ma si comporta sempre con correttezza e dignità.
Negli ultimi anni la sua figura e la sua presenza nei fumetti e nei cartoni animati si è un po’ affievolita probabilmente per la scarsa vena degli autori.

Olivia e Braccio di ferro
Ma speriamo che la sua verve e la sua simpatia tornino in auge e per questo gli facciamo i nostri auguri con questo suo simpatico cartone animato in italiano.
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Braccio di Ferro e la piccola peste

Lunghissima vita… Braccio di Ferro…
amico delle letture della gioventù di molti di noi.
Orso Tony
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IL GRUPPO DI CHI AMA LA STORIA ED I RICORDI
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Questa è un’altra canzone che è andata oltre,
molto oltre il suo tempo, giungendo quasi intatta
in quanto a bellezza e piacere d’ascolto,
ai nostri giorni.
Una canzone definibile classica… anzi classicissima…
e non solo perché nata dall’operetta…

TU CHE M’HAI PRESO IL CUOR
ATMOSFERE E NOTE DI QUALCHE TEMPO FA
a cura di Tony Kospan
Come sempre iniziamo con alcune immagini di quell’anno… il 1929.
Donne al lavoro nel 1929
Tu che m’hai preso il cuor è infatti il titolo di una romanza tratta dall’operetta Il paese del sorriso (Das Land des Lächelns) musicata da Ferenc Lehár su libretto di Ludwig Herzer e Fritz Löhner-Beda (per l’Italia Edizioni Suvini Zerboni, andata in scena per la prima volta al Metropol-Theater di Berlino il 10 ottobre 1929
Per la musica e le parole il brano gode di tanta notorietà da allora da essere entrato – come standard – nel repertorio della musica popolare.
E’ stato infatti inciso sia da cantanti lirici che di musica leggera.
Il brano è, nella sua versione originale, un duetto d’amore tra la giovane occidentale Lisa ed il principe cinese Sou-Chong.
I due innamorati, disposti a inseguirsi tra Vienna e la Cina, sfidano le difficoltà derivanti dalle diverse culture ma alla fine riusciranno a giurarsi amore eterno.
Tamara de Lempicka autoritratto – 1929
La musica e le parole, ed in particolare il refrain che segue, rivela appieno il senso del sentimento amoroso che unisce i due giovani protagonisti e fa di questo brano uno dei classici delle canzoni per innamorati:
« Ti vedo tra le rose
ti dico tante cose
se il vento lieve t’accarezza
un profumar di giovinezza
mi fai tremar
La notte sogno tremando di te
quale incantesimo il mio cuor sul tuo cuor
mentre si schiudono le pupille tue d’or. »

Ascoltiamola dunque in questa versione cantata, come sempre alla grande, da Pavarotti
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CIAO DA TONY KOSPAN
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Augurissimi… Braccio di ferro…
simpatico eroe di un fumetto molto particolare
ma anche molto amato.
ECCO COME NACQUE
– Ehi tu, sei un marinaio? –
– Perché ti sembro un cowboy? –
Sì, proprio con questo botta e risposta nasceva, quasi per caso, Braccio di ferro (Popeye).
Era il 17 gennaio 1929.
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In effetti doveva essere un personaggio minore di un’altra… ed anche modesta… striscia di fumetti.
Ma ecco l’incredibile, nascono subito migliaia di ammiratori, le radio si mettonoo a ripetere le sue battute ed i giornali a cercare di accaparrarsi le sue storie.

IL MOTIVO DEL SUO SUCCESSO
Marinaio, senza un occhio, con la classica pipa sempre in bocca, con il corpo muscoloso, con avambracci esagerati su gambe corte e con il tipico tatuaggio dei marinai… l’àncora… non è certo un simbolo di bellezza ed eleganza.
Popeye è anche un buono, un tipo tranquillo, ma se c’è un sopruso o una prepotenza non ci mette molto a scatenarsi.
Coglie all’epoca, in piena depressione americana, i sentimenti popolari… che però non sono specifici di un’epoca ma validi sempre.
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Sembrerebbe un pazzerello scatenato… ma si comporta sempre con correttezza e dignità…
Il nostro amico… è poi famosissimo anche per la scorta di spinaci sempre a portata di mano che gli dà una forza sovrumana.
La sua donna è la segaligna… (ma anch’essa simpatica) Olivia… l’unica persona capace di tenergli testa… ed intorno a lor ruotano altri simpatici personaggi che ebbero un bel successo anche loro.

LA STORIA DEL SUO SUCCESSO
Qualche anno dopo, nel 1933 entra trionfante nel mondo de cartoons ma anche, e forse soprattutto, viene conteso da molte grandi aziende per la pubblicità dei loro prodotti.
Il suo creatore, Elzie Segar, di modeste origini, arriva a guadagnare oltre 2.000 $ a settimana.
Il successo continua inarrestabile, anche dopo l’improvvisa morte del suo creatore nel 1938.
Anzi, l’immagine del suo grugno, insieme al suo mitico pugno, si estende a tutto il mondo.
In Italia il primo a pubblicare le sue strisce è Elio Vittorini nel 1946 su “Il Politecnico”.
Negli anni’ 60 e ’70 la Pop Art (Andy Warhol ed altri) si innamora di lui e, addirittura, nel 1980 a lui viene dedicato un film con protagonista Robin Williams.
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Negli ultimi anni la sua figura e la sua presenza nei fumetti e nei cartoni animati si è purtroppo un po’ affievolita… probabilmente per la scarsa vena degli autori.

Olivia e Braccio di ferro
Ma speriamo che la sua verve e la sua simpatia tornino in auge e per questo gli facciamo i nostri auguri… con questo suo simpatico cartone animato in italiano.
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Lunghissima vita… Braccio di Ferro…
amico delle letture della gioventù… di molti di noi
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Braccio di ferro ed il mostro

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Augurissimi anche da Orso Tony
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Questa è un’altra canzone che è andata oltre,
molto oltre il suo tempo, giungendo quasi intatta
in quanto a bellezza e piacere d’ascolto,
ai nostri giorni.
Una canzone definibile classica… anzi classicissima…
e non solo perché nata dall’operetta…

TU CHE M’HAI PRESO IL CUOR
ATMOSFERE E NOTE DI QUALCHE TEMPO FA
a cura di Tony Kospan
Come sempre iniziamo con alcune immagini di quell’anno… il 1929.
Donne al lavoro nel 1929
Tu che m’hai preso il cuor è infatti il titolo di una romanza tratta dall’operetta Il paese del sorriso (Das Land des Lächelns) musicata da Ferenc Lehár su libretto di Ludwig Herzer e Fritz Löhner-Beda (per l’Italia Edizioni Suvini Zerboni), andata in scena per la prima volta al Metropol-Theater di Berlino il 10 ottobre 1929
Per la musica e le parole il brano gode di tanta notorietà da allora da essere entrato – come standard – nel repertorio della musica popolare.
E’ stato infatti inciso sia da cantanti lirici che di musica leggera.
Il brano è, nella sua versione originale, un duetto d’amore tra la giovane occidentale Lisa ed il principe cinese Sou-Chong.
I due innamorati, disposti a inseguirsi tra Vienna e la Cina, sfidano le difficoltà derivanti dalle diverse culture ma alla fine riusciranno a giurarsi amore eterno.
Tamara de Lempicka autoritratto – 1929
La musica e le parole, ed in particolare il refrain che segue, rivela appieno il senso del sentimento amoroso che unisce i due giovani protagonisti e fa di questo brano uno dei classici delle canzoni per innamorati:
« Ti vedo tra le rose
ti dico tante cose
se il vento lieve t’accarezza
un profumar di giovinezza
mi fai tremar
La notte sogno tremando di te
quale incantesimo il mio cuor sul tuo cuor
mentre si schiudono le pupille tue d’or. »

Ascoltiamola dunque in questa versione cantata, come sempre alla grande, da Pavarotti
UN MODO DIVERSO DI VIVER LA POESIA E LA CULTURA
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Ora è il turno di un’altra famosissima… storica ed
indimenticabile canzone che fin da piccolo mi colpiva
duro al cuore.
BALOCCHI E PROFUMI
ATMOSFERE E NOTE… DI UN TEMPO…
a cura di Tony Kospan
Più che una canzone mi appare una drammatica poesia…
in cui emoziona quel grido di dolore della bambina.
Ecco, questa su, una pubblicità di profumi dell’epoca
e qui giù, il sogno della bambina ammalata,
quello di una cameretta piena di balocchi.
Prima di ascoltare la canzone
vediamo qualche immagine dell’epoca
in modo da rivivere l’atmosfera di quell’anno.
Petronilla Meglio
Crollo di Wall Street
Louise Brooks – 1929
Ma ora veniamo alla canzone di cui possiamo
prima leggere il testo
BALOCCHI E PROFUMI
E. A. Mario – Anno 1929
Tutta sfolgorante è la vetrina
piena di balocchi e profumi.
Entra con la mamma la bambina
tra lo sfolgorio di quei lumi.
“Comanda, signora?”
“Cipria e colonia Coty”.
“Mamma”, mormora la bambina
mentre pieni di pianto ha gli occhi,
“per la tua piccolina
non compri mai balocchi,
mamma, tu compri soltanto
i profumi per te”.
Ella, nel salotto profumato
ricco di cuscini di seta,
porge il labbro tumido al peccato
mentre la bambina indiscreta
dischiude quel nido
pieno d’odor di Coty.
“Mamma”, mormora la bambina
mentre pieni di pianto ha gli occhi,
“per la tua piccolina
non compri mai balocchi,
mamma, tu compri soltanto
i profumi per te”.
Esile, agonizza la bambina,
or la mamma non è più ingrata.
Corre a vuotar tutta la vetrina
per la sua figliola malata.
“Amore mio bello,
ecco i balocchi per te”.
“Grazie” mormora la bambina,
vuole toccare quei balocchi,
ma il capo già reclina
e già socchiude gli occhi.
Piange la mamma, pentita,
stringendola al cuor

e poi ascoltarla in questa bella interpretazione
di Claudio Villa
CIAO DA TONY KOSPAN
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Mi piace Caricamento...
Breve ricordo di un fumetto davvero particolare
ma molto amato.
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La data di nascita del mitico fumetto Braccio di Ferro, Popeye.. in inglese, è il 17 gennaio 1929.

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Marinaio, senza un occhio, con la classica pipa sempre in bocca, con il corpo muscoloso, con avambracci esagerati su gambe corte e con il tipico tatuaggio dei marinai: l’àncora.
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La prima pubblicazione
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E’ famosissimo anche per la scorta di spinaci sempre a portata di mano che gli dà una forza sovrumana e la sua donna è Olivia l’unica persona capace di tenergli testa.
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Sembrerebbe un pazzerello ma si comporta sempre con correttezza e dignità.
Negli ultimi anni la sua figura e la sua presenza nei fumetti e nei cartoni animati si è un po’ affievolita probabilmente per la scarsa vena degli autori.

Olivia e Braccio di ferro
Ma speriamo che la sua verve e la sua simpatia tornino in auge e per questo gli facciamo i nostri auguri con questo suo simpatico cartone animato in italiano.
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Braccio di Ferro e la piccola peste

Lunghissima vita… Braccio di Ferro…
amico delle letture della gioventù di molti di noi.
Orso Tony
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IL GRUPPO DI CHI AMA LA STORIA ED I RICORDI
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Questa è un’altra canzone che è andata oltre,
molto oltre il suo tempo, giungendo quasi intatta
in quanto a bellezza e piacere d’ascolto,
ai nostri giorni.
Una canzone definibile classica… anzi classicissima…
e non solo perché nata dall’operetta…

TU CHE M’HAI PRESO IL CUOR
ATMOSFERE E NOTE DI QUALCHE TEMPO FA
a cura di Tony Kospan
Come sempre iniziamo con alcune immagini di quell’anno… il 1929.
Donne al lavoro nel 1929
Tu che m’hai preso il cuor è infatti il titolo di una romanza tratta dall’operetta Il paese del sorriso (Das Land des Lächelns) musicata da Ferenc Lehár su libretto di Ludwig Herzer e Fritz Löhner-Beda (per l’Italia Edizioni Suvini Zerboni, andata in scena per la prima volta al Metropol-Theater di Berlino il 10 ottobre 1929
Per la musica e le parole il brano gode di tanta notorietà da allora da essere entrato – come standard – nel repertorio della musica popolare.
E’ stato infatti inciso sia da cantanti lirici che di musica leggera.
Il brano è, nella sua versione originale, un duetto d’amore tra la giovane occidentale Lisa ed il principe cinese Sou-Chong.
I due innamorati, disposti a inseguirsi tra Vienna e la Cina, sfidano le difficoltà derivanti dalle diverse culture ma alla fine riusciranno a giurarsi amore eterno.
Tamara de Lempicka autoritratto – 1929
La musica e le parole, ed in particolare il refrain che segue, rivela appieno il senso del sentimento amoroso che unisce i due giovani protagonisti e fa di questo brano uno dei classici delle canzoni per innamorati:
« Ti vedo tra le rose
ti dico tante cose
se il vento lieve t’accarezza
un profumar di giovinezza
mi fai tremar
La notte sogno tremando di te
quale incantesimo il mio cuor sul tuo cuor
mentre si schiudono le pupille tue d’or. »

Ascoltiamola dunque in questa versione cantata, come sempre alla grande, da Pavarotti
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CIAO DA TONY KOSPAN
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