Una tra le traversate alpine più belle al mondo, la linea Abula/Bernina scorre su binari che congiungono l’Europa da Nord a Sud.
Ricco di suggestioni, il viaggio sulle carrozze panoramiche del Bernina Express permette di godere appieno di paesaggi mozzafiato, attraverso i colori della montagna: dal bianco dei ghiacciai al verde dei prati fioriti in estate.
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Il Trenino Rosso corre in totale scioltezza lungo 55 gallerie, 196 viadotti e pendenze fino al 70 per mille.
Grazie al viadotto Landwasser e alle gallerie elicoidali Bergün-Preda, al viadotto circolare di Brusio e alla particolare bellezza degli straordinari paesaggi alpini, dall’estate 2008 la tratta fra Thusis e Tirano si pregia del titolo di Patrimonio Mondiale UNESCO.
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Un viaggio sul Bernina Express è consigliato a tutti coloro che visitano la Valtellina: famiglie, amanti della cultura e delle esperienze uniche.
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Testo dal sito Trenino Rosso – Impaginaz. T.K.
Ma se vogliamo… senza muoverci di un millimetro… possiamo ora far un viaggio virtuale su questo mitico trenino grazie a questo video… davvero affascinante.
Sul litorale da Miseno a Sorrento fiorivano le “ville marittime”.
Villa Marittima (ricostruzione)
La costa, secondo Strabone, nel fitto succedersi degli edifici, appariva come una sola città.
In effetti le realtà culturali di Baia, Puteoli e Cuma erano diverse, così come anche sotto il Vesuvio la cultura di Pompei è diversa da quella di Ercolano, ma tutte concorrono al fascino che emana da quella meravigliosa antica Campania.
Villa Marittima
Dal mosaico di una vasta letteratura estraiamo alcuni tasselli per comporre un piccolo quadro della storia della civiltà flegrea.
Alla fine del I secolo a.C. Orazio così scrive:
“Nessun golfo al mondo è splendido come quello di Baia”.
Complesso termale di Baia (una vera e propria cittadina turistica di 2000 anni fa)
Infatti era Baia, a quei tempi, un centro residenziale di ville ed edifici termali.
La bellezza del paesaggio, la presenza di sorgenti termali di acqua calda e di vapori solforosi provenienti dal sottosuolo vulcanico avevano richiamato fin dal II secolo a.C. la nobiltà romana a trascorrere gli “otia” nelle ville al mare.
Con l’avvento dell’Impero, Baia diventò residenza della famiglia imperiale e nei successivi tre secoli, l’edilizia raggiunse forme di fasto tali che spesso servivano da modello ad edifici della stessa Roma.
Nel 37 a.C., durante la guerra civile tra Ottaviano e Sesto Pompeo, fu realizzata una grandiosa struttura portuale adibita ad arsenale della flotta di Miseno, collegando con un canale navigabile il lago d’Averno e il lago di Lucrino ed il mare.
Per effetto del bradisismo discendente, buona parte del porto Julius è oggi sommerso.
La flotta misenate veniva rifornita di acqua da un enorme serbatoio scavato nel banco di tufo lungo 70 metri, ancora oggi visitabile, chiamato “Piscina mirabilis”.
Porto Julius oggi sommerso
Il “ Macellum” cioè il mercato, è annesso all’area del porto Julius.
I negozi “tabernae” si sviluppavano intorno ad un ampio porticato dal pavimento marmoreo che rivestiva anche i servizi annessi al mercato: testimonianza di un monumento del II sec. d.C. di incomparabile bellezza architettonica.
Nelle giornate limpide si possono ancora vedere dalle colline sovrastanti i magazzini e gli edifici che fiancheggiavano il molo ora sommerso.
Secondo la leggenda, Baia deve il suo nome da Bajos, compagno di Ulisse che è qui sepolto.
Baia è teatro e scenario ideale di una vastissima letteratura antica e moderna.
A Baia si concluse il 10 luglio del 138 d.C. la vita dell’imperatore Adriano : appassionato di poesia e letteratura, amante delle arti, studioso e critico di Catone, Cicerone, Virgilio, amico di filosofi e letterati.
Nella villa di Tivoli aveva riprodotto i luoghi più celebri delle province dell’impero.
Una enorme piscina era fiancheggiata da una lussureggiante vegetazione esotica nella quale erano state collocate stupende statue ed animali a grandezza naturale in marmi pregiati e raffiguranti coccodrilli, rane, uccelli ed altri animali artisticamente tanto bene eseguite da apparire vivi.
Imperatore Adriano
Adriano aveva 72 anni e fu imperatore per 21 anni, ammonito da presagi di morte, lasciò la capitale e si recò a Baia: il suo successore Antonino Pio era al suo capezzale, aveva 72 anni e fu imperatore per 21 anni.
Si dice che morendo abbia composto questi versi che traduco dal latino: “Piccola anima smarrita e soave, compagna ed ospite del corpo, ora ti appresti a scendere in luoghi incolori, ardui e spogli, ove non avrai più gli svaghi consueti….”
I versi “adrianei” da secoli amati, imitati ed analizzati, sono citati nelle “Memorie di Adriano” di Margherite Jourcenar e sono senz’altro ispirati ai Campi Flegrei.
Castello aragonese di Baia
Arroccato su un promontorio invaso da cespugli di ginestre , mirti e profumata macchia mediterranea si staglia tra mare e cielo il castello aragonese di Baia costruito dove originariamente sorgeva una grandiosa villa che, secondo la tradizione, apparteneva a Cesare ed ora adibito a museo archeologico.
Tra le sue spesse mura sono custoditi i meravigliosi tesori trovati durante gli scavi ed i reperti strappati al mare nelle ville sommerse dal bradisismo.
Cavalli e cavalieri in bronzo , colonne di preziosi marmi, mosaici, iscrizioni, statue, anfore e tutto ciò che abbelliva le lussuose ville riempie vetrine e spazi per la gioia dei visitatori.
Il Ninfeo ricostruito
L’esposizione si articola in vari ambienti e in uno di questi è stato ricostruito il Ninfeo Claudio di Punta Epitaffio.
La sala era adibita a luogo conviviale, creata per dare l’illusione di una grotta, elemento caratteristico dei ninfei di età imperiale.
Gruppo offerta vino a Polifemo
Qui si trova l’eclatante gruppo dell’offerta del vino a Polifemo da parte di Ulisse e nelle nicchie laterali sono alloggiate le statue della “gens” Claudia.
Lasciandoci alle spalle il golfo di Pozzuoli, incontriamo la sagoma del monte Nuovo, cosi denominato poiché si formò in pochi giorni nel 1538 durante un’eruzione vulcanica che distrusse il villaggio e le terme romane di Tripergole.
Monte Nuovo
Il monte è ora ricoperto da una folta e profumata vegetazione di macchia mediterranea, si può raggiungere la cima attraverso un sentiero che lo costeggia fino ad una chiesetta dalla quale si può ammirare un panorama mozzafiato del golfo di Pozzuoli e dell’area archeologica circostante.
E’ purtroppo anche visibile lo scempio edilizio degli anni ’50 in puro palazzinaro-style.
Procedendo ancora verso oriente ci imbattiamo in un piccolo lago anticamente unito al mare da un canale ed adibito a vivaio di pesci e di ostriche.
Balneum Tripergulae – Terma di Tripergola
Lì fioriva un ricco commercio ed infatti il nome del lago di Lucrino, così si chiama, deriva dal verbo latino “lucrare”.
Il secondo lago che incontriamo è il tenebroso lago d’Averno che il mito connette con l’oltretomba: natura ostile e violenta, ostilità tra uomo e natura, esalazioni mefitiche che vengono dal sottosuolo.
Mosaico con pesci proveniente da Pompei
Lucrezio, in un suo poema, narra che gli uccelli che volavano sul lago non battevano più le ali e cadevano morti .
Il lago d ‘Averno (dal greco: senza uccelli), ci racconta Virgilio nell’Eneide, è posto al centro del cratere di un vulcano spento ed è anche il luogo dal quale, attraverso un antro tenebroso, si raggiungevano gli Inferi, in quel luogo dimoravano i trapassati.
Leggendo il suo poema sentiamo i personaggi e la natura vibrare con la stessa emozione che suscita quel luogo. Anche Dante colloca l’entrata ali Inferi nella selva del lago d’Averno che ancora oggi suscita questo patos nelle persone che lo visitano.
Dal lago, attraverso un arco ed una strada romana sul cui lastricato ancora si vedono gli antichi segni delle ruote dei carri, si arriva alla mitica Cuma su cui si erge l’Acropoli e l’antro della enigmatica Sibilla Cumana., sacerdotessa del Dio Apollo.
Turner – Il lago d’Averno con Enea e la Sibilla Cumana
Raramente si incontra un luogo che unisce in sé passato, presente e futuro, uomini eroi e dei, storia e natura tutti tra di loro uniti e strettamente avvinti nella magia dell’incanto Virgiliano.
Conosceva Virgilio la grandiosa e tenebrosa cripta?
E’ inevitabile dare un luogo al paesaggio che ispirò al poeta la discesa della Sibilla e di Enea agli inferi:
”Andavamo oscuri per la notte solitaria attraverso l’ombra, attraverso le case vuote di Dite e i vari regni, come quando attraverso l’incerta luna, sotto luce maligna si apre un sentiero per la selva, dove Giove nasconde il cielo nell’ombra e la notte toglie il colore alle cose”.
Acropoli di Cuma
In questo luogo estremamente suggestivo, nelle “Metamorfosi”, Ovidio chiede alla Sibilla la sua storia personale.
“Io ero una giovane donna amata da Apollo che, in cambio della mia verginità, mi concesse il dono di vivere tanti anni ancora quanti granelli di sabbia stringeva il mio pugno”.
Moltissimi anni dopo nel 1922, anche il drammaturgo T.S. Eliot nel suo romanzo ”The waist land” incontra la Sibilla vecchissima ed immortale e le chiede:
“Sibilla cosa vuoi?” ed essa interrogata risponde: “Voglio morire”.
Ancora Petronio nel “Satyricon” ci descrive la tristissima storia della Sibilla Cumana.
Apollo e la Sibilla Cumana
L’importanza e la peculiare bellezza dei Campi Flegrei era nota fin dai tempi più remoti.
Nell’antico vetro di Odemira, ritrovato durante gli scavi, si specchiano i monumenti di Pozzuoli e sulle fiaschette vitree del Museo di Piombino, che si vendevano come souvenir, sono dipinti i principali monumenti della costa flegrea da Miseno a Baia e della striscia da Baia a Pozzuoli:
gli “Ostriaria” (allevamenti di ostriche), la villa imperiale di Baia, il complesso termale ed il grandioso circo.
Antro della Sibilla Cumana
Così i Campi Flegrei, come negli antichi vetri, si riflettono nelle testimonianze letterarie, nella prosa e nella poesia della Repubblica e dell’Impero di romano e, a sua volta, nei Campi Flegrei si rispecchia l’alta società di Roma. Sul litorale da Miseno a Stabia fiorivano le “ville marittime”…
Ricerca e testo di Valentine – impaginazione Tony Kospan
Una tra le traversate alpine più belle al mondo, la linea Abula/Bernina scorre su binari che congiungono l’Europa da Nord a Sud.
Ricco di suggestioni, il viaggio sulle carrozze panoramiche del Bernina Express permette di godere appieno di paesaggi mozzafiato, attraverso i colori della montagna: dal bianco dei ghiacciai al verde dei prati fioriti in estate.
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Il Trenino Rosso corre in totale scioltezza lungo 55 gallerie, 196 viadotti e pendenze fino al 70 per mille.
Grazie al viadotto Landwasser e alle gallerie elicoidali Bergün-Preda, al viadotto circolare di Brusio e alla particolare bellezza degli straordinari paesaggi alpini, dall’estate 2008 la tratta fra Thusis e Tirano si pregia del titolo di Patrimonio Mondiale UNESCO.
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Un viaggio sul Bernina Express è consigliato a tutti coloro che visitano la Valtellina: famiglie, amanti della cultura e delle esperienze uniche.
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Testo dal sito Trenino Rosso – Impaginaz. T.K.
Ma se vogliamo… senza muoverci di un millimetro… possiamo ora far un viaggio virtuale su questo mitico trenino grazie a questo video… davvero affascinante.
Non tutti sanno che a Capri non c’è solo la Grotta Azzurra…
Sono infatti ben 70 le rientranze, più o meno grandi o profonde,
che si incontrano facendo il perimetro dell’Isola Azzurra.
LE GROTTE DI CAPRI
Chi meglio dei marinai può conoscerle?
Ed è a loro che Ernesto Mazzetti, giornalista e vicepresidente della Società Geografica Italiana, si è rivolto per censirle tutte nel suo libro da poco in libreria.
Isola di Capri
La loro origine non è unica… si va dalla situazione oro-geografica e dai vari movimenti avvenuti sulla costa fin da quando l’isola (circa 100.000 anni fa) era unita alla terraferma alla semplice azione scavatrice delle onde nello scorrere dei secoli.
La massima parte è esplorabile con le dovute precauzioni e sempre con l’assistenza di conoscitori dei luoghi.
Parleremo qui, e brevemente, solo di alcune tra le più interessanti.
Il salto di Tiberio
Iniziamo con quella “Dell’Affumata” che presenta la volta ancora annerita perché li venivano accese le caldaie che servivano per lavare le reti dei pescatori.
C’è poi “Il Salto di Tiberio” che è più che altro un anfratto nel quale, da un’altezza di 200 metri, l’Imperatore,
dopo averli accolti nella sua villa, buttava i suoi nemici.
Grotta Bianca
La Grotta Bianca, così chiamata per il biancore del tufo della volta ospita 2 laghetti.
La Meravigliosa
La Meravigliosa invece, tra le più grandi di Capri, ha la caratteristica di trovarsi sopra la Grotta Bianca e presenta stalattiti e stalagmiti che, alla luce del sole, acquistano colori bellissimi e da ciò il suo nome.
Tragara
Tragara è invece un antico porticciolo usato dagli antichi romani,
Faraglioni
che si trova proprio davanti ai mitici Faraglioni che presentano un arco naturale lungo 56 mt e largo 13.
Grotta dei Santi
Singolare è anche la Grotta dei Santi detta così per la presenza di rocce in fila che danno l’impressione di una processione.
Grotta Azzurra
Infine la regina delle grotte capresi (e forse di tutto il mondo quantomeno per la notorietà) la mitica Grotta Azzurra.
Alexandre Dumas la descrisse come “una tenda costruita con un frammento di cielo”.
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L’incredibile colore azzurro della grotta è dovuto ad una fenditura sottomarina che consente il passaggio dei raggi solari che illuminano così l’acqua del mare.
Era notissima fin dall’antichità ma è stata riscoperta solo nell’800.
Non ci resta che entrare, almeno virtualmente, grazie a questo video…
Mi raccomando però… abbassate la testa quando entrate… eh eh…
CIAO DA TONY KOSPAN
IL LIBRO
LE GROTTE DI CAPRI
Ernesto Mazzetti
Ed. La Conchiglia