Al mondo esistono tanti laghi colorati…
ma quelli che sono sulla cima
del vulcano indonesiano Kelimutu
nell’isola di Flores,
sono davvero favolosi ed unici!
Sì, sono davvero unici perché sono
3 laghi uno accanto all’altro,
che presentano sorprendentemente
colori diversi tra loro!
Ed i loro colori poi cambiano pure…
durante la settimana!
Il motivo delle diverse colorazioni
e delle loro continue variazioni
è ancora misterioso
ma dovrebbe consistere
nella combinazione chimica
tra i gas vulcanici
con i minerali presenti nelle acque.
Questi laghi “cangianti” o “tricolori”
attirano turisti da ogni parte del mondo,
che nei loro racconti di viaggio
affermano tutti d’esser rimasti sbalorditi.
Questi laghi sono anche considerati sacri dagli indigeni
che ritengono che lì riposino i loro antenati.
Si tratta di un vero e proprio scenario da favola…
scoperto nel 1915, e quindi un secolo fa,
ma fatto conoscere al mondo solo nel 1929.
In verità, a mio parere, non è interessante solo perché è considerata la più tortuosa ma anche per altri aspetti.
LOMBARD STREET LA VIA PIU’ TORTUOSA DEL MONDO
Lombard Street è una via di San Francisco in California.
Il tratto più celebre di Lombard Street è Russian Hill, tra Hyde Street e Leavenworth Street, dove la carreggiata ha otto ripidissimi tornanti che hanno regalato alla via la fama di “strada più tortuosa del mondo“.
Questo tratto, istituito nel 1922, è nato per la necessità di ridurre la pendenza della collina che è del 51% .
E’ lungo 400 mt, presenta una pavimentazione di mattoni rossi, ha ai lati fantastiche coloratissime aiuole ed è percorribile dalle vetture solo in discesa.
Il limite di velocità consentito in questo tratto è di 8 km/h ma è stato superato spesso nelle scene di inseguimento con auto di vari film polizieschi americani di cui questa strada è stata spesso il set.
Il panorama di San Francisco visto dalla sommità di Lombard Street
Nel cuore del villaggio di Naxxar, Palazzo Parisio, è un romantico palazzo di eccezionale grandezza, se paragonato agli altri palazzi storici dell’isola, e testimonia le aspirazioni di una ricca famiglia maltese del XIX secolo.
E’ l’unico giardino all’italiana fuori dai confini nazionali.
In origine la dimora fu il buen retiro della famiglia Parisio – possidenti siciliani imparentati con la nobiltà maltese – che abitava questo palazzo a La Valletta per una fresca e bella residenza estiva.
Nel XIX secolo il Palazzo fu acquistato dal marchese Giuseppe Scicluna, banchiere e noto filantropo maltese, ai cui eredi appartiene tuttora.
Quella che era una residenza estiva fu trasformata in una sontuosa dimora anche grazie alle maestranze Italiane di Carlo Sada, autore della decorazione del Teatro Bellini di Catania.
I lavori iniziarono nel 1898 e terminarono nel 1906, un anno prima della morte del marchese.
Quando i paesaggisti idearono i giardini vi era in origine un sentiero sopraelevato di circa mezzo miglio con ai lati vecchi olivi, ancora oggi visibili, e con un belvedere sulla costa e la baia di San Paolo.
Nel creare i giardini fu ideato un sistema idrico e di irrigazione molto complesso, fu scavata una cisterna per l’acqua, ampia la metà del giardino e intercomunicante con pozzi dei dintorni.
I giardini all’Italiana, cinti da mura, sono una miscela affascinante di simmetria e colori mediterranei.
L’Orangerie, sulla sinistra dell’ingresso, sembra esser stata costruita prima del 1890, anno in cui il Palazzo fu rinnovato.
I vetri ancora in gran parte originali hanno uno spessore di ben 4 millimetri.
Al suo interno si trova una grotta rivestita di pietra, risalente forse al Seicento, che nasconde un complesso ed interessante sistema di irrigazione.
Nel Giardino si possono ammirare numerose specie floreali mediterranee ed esotiche:
Chorisia speciosa, Meryta denhamii, Banksia seratifoglia, Coculus, Quercus ilex, Araucaria, Brugmansia, Erythrina cristagalli, Jacaranda mimosifloia, Sapindus mukorossi, Nerium oleander, inoltre una vasta collezione d’Hibiscus ibridi, più di 60 piante di colori diversi dal viola al marrone: Tylene, Peggy Walton, Fifth dimension.
Ricca anche la collezione di Bougainvillea e di Agrumi come Citrus medica ” Maxima”, Citrus aurantium “Canaliculata”, Citrus sinensis, Citrus limon e Calamondine.
Solari, ricchi di colore e profumo, i giardini di palazzo Parisio sono un’eccellente testimonianza della diffusione del giardino all’Italiana fin quasi al Novecento fuori dai confini nazionali, oltre che degli scambi culturali tra Malta e il Sud Italia.
L’Olympic National Park si trova nel nord-ovest dello stato di Washington e confina con l’Oceano Pacifico a ovest.
Aspro, immenso, affascinante e suggestivo, il parco rappresenta la più grande e bella distesa di foresta pluviale temperata dell’emisfero occidentale.
E’ uno dei parchi nazionali più visitati negli Stati Uniti.
Il parco è composto da una stretta striscia costiera lunga 50 miglia sul Pacifico e da un’area montuosa centrale non attraversata alcuna strada.
Dunque dalle spiagge alle cime montane, il parco offre una grande varietà di paesaggi diversi.
Le Montagne olimpiche si trovano al centro del parco e presentano un complesso sistema di vallate scoscese.
Ci sono anche circa 60 ghiacciai alle quote più alte.
Inoltre il parco presenta anche una vasta zona di prati alpini con fiori di montagna coloratissimi.
Gli animali del parco: il castoro e il visone, vivono principalmente nelle pianure.
Mentre i cervi, le alci, i puma e gli orsi vivono nelle valli e sugli altopiani.
Le acque del parco ospitano dei salmoni e oltre 300 specie di uccelli vivono nell’area almeno una parte dell’anno mentre le aquile reali volano sulle vette.
Ci sono però, per i visitatori, diversi divieti da osservare come quelli di non calpestare i prati alpini e di non effettuare escursioni in alta montagna (se non scalatori).
Infine sono indispensabili vestiti impermeabili e stivali per poter effettuare escursioni sicure e senza problemi nell’area centrale.
Non tutti sanno che a Capri non c’è solo la Grotta Azzurra…
Sono infatti ben 70 le rientranze, più o meno grandi o profonde,
che si incontrano facendo il perimetro dell’Isola Azzurra.
LE GROTTE DI CAPRI
Chi meglio dei marinai può conoscerle?
Ed è a loro che Ernesto Mazzetti, giornalista e vicepresidente della Società Geografica Italiana, si è rivolto per censirle tutte nel suo libro da poco in libreria.
Isola di Capri
La loro origine non è unica… si va dalla situazione oro-geografica e dai vari movimenti avvenuti sulla costa fin da quando l’isola (circa 100.000 anni fa) era unita alla terraferma alla semplice azione scavatrice delle onde nello scorrere dei secoli.
La massima parte è esplorabile con le dovute precauzioni e sempre con l’assistenza di conoscitori dei luoghi.
Parleremo qui, e brevemente, solo di alcune tra le più interessanti.
Il salto di Tiberio
Iniziamo con quella “Dell’Affumata” che presenta la volta ancora annerita perché li venivano accese le caldaie che servivano per lavare le reti dei pescatori.
C’è poi “Il Salto di Tiberio” che è più che altro un anfratto nel quale, da un’altezza di 200 metri, l’Imperatore,
dopo averli accolti nella sua villa, buttava i suoi nemici.
Grotta Bianca
La Grotta Bianca, così chiamata per il biancore del tufo della volta ospita 2 laghetti.
La Meravigliosa
La Meravigliosa invece, tra le più grandi di Capri, ha la caratteristica di trovarsi sopra la Grotta Bianca e presenta stalattiti e stalagmiti che, alla luce del sole, acquistano colori bellissimi e da ciò il suo nome.
Tragara
Tragara è invece un antico porticciolo usato dagli antichi romani,
Faraglioni
che si trova proprio davanti ai mitici Faraglioni che presentano un arco naturale lungo 56 mt e largo 13.
Grotta dei Santi
Singolare è anche la Grotta dei Santi detta così per la presenza di rocce in fila che danno l’impressione di una processione.
Grotta Azzurra
Infine la regina delle grotte capresi (e forse di tutto il mondo quantomeno per la notorietà) la mitica Grotta Azzurra.
Alexandre Dumas la descrisse come “una tenda costruita con un frammento di cielo”.
.
.
.
L’incredibile colore azzurro della grotta è dovuto ad una fenditura sottomarina che consente il passaggio dei raggi solari che illuminano così l’acqua del mare.
Era notissima fin dall’antichità ma è stata riscoperta solo nell’800.
Non ci resta che entrare, almeno virtualmente, grazie a questo video…
Mi raccomando però… abbassate la testa quando entrate… eh eh…
CIAO DA TONY KOSPAN
IL LIBRO
LE GROTTE DI CAPRI
Ernesto Mazzetti
Ed. La Conchiglia