Maurizio Arcieri, cofondatore e cantante dei New Dada,
divenne famoso con la canzone “5 minuti e poi“
che, chi era giovane negli anni 60, ricorderà certamente.
(Milano 30.4.1942 – Varese 29.1.2015)
BREVE BIOGRAFIA
E’ stato un innovatore in campo musicale,
vivendo tutte le stagioni della musica pop,
beat, rock, new wave, punk, dance ed elettronica.
Aveva iniziato però la carriera come attore di fotoromanzi.
Lasciato il gruppo creò, con la moglie Christina Moser,
il duo musicale Krisma ma non ritrovò più il grande successo.
Fondò poi la TV satellitare Krisma TV e lavorò
come autore televisivo e produttore.
Negli ultimi anni è stato nel cast di Chiambretti
nel programma di seconda serata Chiambretti Night.
LA SUA CANZONE PIU’ FAMOSA
5 MINUTI E POI…
“Cinque minuti e poi” è una canzone molto struggente
che racconta di un innamorato che conta i minuti
che mancano alla partenza di un aereo
che porterà via la sua donna per sempre.
Questa canzone arrivò al 3° posto nella classifica Hit Parade
del 1968 e ci restò per diverse settimane
dopo aver già riscosso consensi al Disco per l’estate.
Nato il 21 marzo 1938 a Cassine (Alessandria) crebbe artisticamente a Genova frequentando grandi cantautori come Bruno Lauzi, Gino Paoli e Fabrizio De André.
Il suo grande amore musicale era il jazz… ed infatti la sua prima band si chiamava “Jelly Roll boys jazz band”.
Luigi Tenco (Cassine, 21.3.1938 – Sanremo, 27.1.1967)
I suoi esordi con il nome d’arte Gigi Mai (ne userà poi diversi altri) non furono baciati dal successo nè di pubblico nè di critica.
Dal 1959 iniziano i suoi successi soprattutto con “Mi sono innamorato di te” e “Io sì”… poi nel 1964 con “Ho capito che ti amo” e nel 1966… con “Un giorno dopo l’altro” e “Lontano, lontano”
Nel 1967 partecipa al festival di Sanremo già attanagliato da problemi psicologici con “”Ciao amore, ciao” cantata in coppia con Dalida e nel vederla bocciata dalla giuria a favore di altre canzoni di scarso valore si tolse la vita…
E’ stato un cantautore davvero “autentico” in quanto non cedette mai a pressioni commerciali o si abbassò a volgarizzazioni della sua vena poetico-musicale.
Milioni di giovani dell’epoca (tra i quali il sottoscritto) lo amavano per questo e rimasero sconvolti quando appresero della sua morte.
Per me, ma non solo per me, le sue erano quasi tutte “canzoni poesie“.
Ed è proprio con questa canzone poesia IO SI’ che mi fa piacere iniziare a ricordarlo e rendergli omaggio…
La canzone è tutta sua… testo e musica… ed appare a me…, ma non solo…, come una delle sue canzoni più incisive… più sensuali… più romantiche ed intriganti…
Direi che per questi aspetti rappresenta un vero e proprio unicum tra le sue canzoni…
.
Prima ascoltarla però… leggiamo il testo… per apprezzarne il valore “poetico”.
IO SI’
– Tenco –
Io sì,
che t’avrei fatto vivere
una vita di sogni
che con lui non puoi vivere
Io sì,
avrei fatto sparire
dai tuoi occhi la noia
che lui non sa vedere
ma ormai…
Io sì,
t’avrei detto il mio amore
cercando le parole
che lui non sa trovare
Io sì,
t’avrei fatta invidiare
dalle stesse tue amiche
che di lui ora ridono,
ma ormai…
Io sì,
t’avrei fatta arrossire
dicendoti “ti amo”
come lui non sa dire
Io sì,
da te avrei voluto
quella tua voce calda
che a lui fa paura
ma ormai…
Io sì,
t’avrei fatto capire
che il bello della sera
non è soltanto uscire
Io sì,
t’avrei insegnato
che si incomincia a vivere
quando lui vuol dormire,
ma ormai…
Io sì,
che t’avrei insegnato
qualcosa dell’amore
che per lui è peccato
Io sì,
t’avrei fatto sapere
quante cose tu hai
che mi fanno impazzire
ma ormai…
Ascoltiamola dunque cantata dall’autore
e, se ci va, ascoltiamo anche quest’altro suo successo
San Pietro di Fiumara 7.12.1944 – Agrate Brianza 27.1.2009
Sfondò con «Avevo un cuore»
In Germania ebbe modo di conoscere
quelli che sarebbero diventati i mitici Beatles
MILANO — E’ stato il rappresentante più clamoroso del così detto bel canto all’italiana, quello «alla Claudio Villa».
Il suo spiegamento di voce era generoso come il suo carattere, che lo aveva portato a distribuire i guadagni ottenuti fra schiere di parenti.
Era nato a Fiumara, non lontano da Reggio Calabria, il 7 dicembre 1944.
Di famiglia povera, studiò per 8 anni al conservatorio di Reggio.
Trasferitosi giovanissimo in Germania, mosse i primi passi della carriera musicale assieme ai suoi fratelli (la band si chiamava proprio così: i Fratelli Reitano) dandosi al rock and roll.
Ad Amburgo ebbe luogo uno degli episodi più incredibili della sua vita: si esibì in un club assieme ai Quarrymen, che altri non erano che i Beatles ai loro esordi ed ebbe una buona amicizia coi Fab Four.
Nel 1966 partecipò al Festival di Castrocaro, per poi debuttare nel 1967 a Sanremo con una canzone scritta da Mogol e Lucio Battisti «Non prego per me».
Ma per avere il Reitano che commuove gli amanti della musica popolare italiana bisogna aspettare il 1968, quando esplodono due canzoni che diventano dei classici: «Avevo un cuore (che ti amava tanto)» e «Una chitarra cento illusioni».
Grazie al successo di questi brani acquistò un terreno ad Agrate Brianza dove costruì una sorta di ranch in cui portò fratelli, cognati e nipoti, allestendo anche una sala di registrazione.
Nel 1971 vinse “Un disco per l’estate” con «Era il tempo delle more».
Sono gli anni di ottimi piazzamenti e riconoscimenti (Cantagiro, Festivalbar, dischi d’oro, tournée).
Scrive brani per grandi interpreti della musica italiana come Mina o Ornella Vanoni.
Per otto anni è a Canzonissima, guadagnandosi sempre la finale e classificandosi tra i primi.
Le giovani generazioni e i critici, mentre avanza la canzone d’autore e il rock, lo considerano una sorta di reperto archeologico.
In parecchi hanno ironizzano sulla laurea honoris causa assegnatagli dalla Loyola University.
Ma lui è un buono, uno che porge l’altra guancia:
«Non ce l’ho con chi mi critica. Grazie a molti detrattori credo di essere migliorato. E quando appaio in tv l’ascolto non scende, anzi… ».
Nel 1988 si ripresenta a Sanremo con «Italia» che arriva al sesto posto.
La sua enfasi, ma anche la sua bontà sembrano in netto contrasto con un mondo della canzone sempre più aggressivo.
Nel 2007 scopre di avere una grave malattia, ma fino all’ultimo vuole apparire in tv.
Portando nel programma di Magalli la testimonianza della malattia che lo stava uccidendo e non disdegnando nemmeno di fare dell’autoironia nel programma di Chiambretti.
Mino Reitano è morto a 64 anni ad Agrate Brianza, dove viveva, dopo una lunga e dolorosa malattia.
Mario Luzzatto Fegiz
Aggiungo 2 parole a quelle del noto esperto musicale.
Mino è stato uno di quegli artisti che con le sue canzoni, la maggior parte di successo, e per il suo stile popolare, ci ha accompagnati nel corso della vita (ovviamente ciò vale per coloro che hanno qualche anno in più).
Di lui ho sempre apprezzato la serietà professionale, la grande passione, la correttezza e la gentilezza verso tutti.
Alcune sue canzoni hanno un importante posto nel patrimonio musicale italiano.
.
.
.
Chiudo questo breve ricordo con questa sua nota canzone che sembra quasi parlarci del suo cuore.
.
.
Testo di Mario Luzzatto Fegiz scritto in occasione della morte di Mino ed adattato ora per l’anniversario.
Le sue originalissime performances come autore ed attore teatrale
fanno sì che è anche considerato l’inventore, con Sandro Luporini,
di questo particolare genere musical-teatrale.
(Milano 25.1.1939 – Montemagno di Camaiore 1.1. 2003)
A Giorgio Gaber è stato dedicato, quale grande artista milanese,
l’auditorium situato al piano terra del Grattacielo Pirelli.
Come ricordarlo al meglio se non con 2 sue mitiche canzoni?
La prima è una canzone-poesia con veri accenti d’originalità
in quel campo sempre più esplorato
ma sempre più misterioso che è l’amore.
La seconda è la fantastica e sempre attuale “Libertà“.
QUANDO SARO’ CAPACE DI AMARE
.
Giorgio Gaber
Quando sarò capace di amare
probabilmente non avrò bisogno
di assassinare in segreto mio padre
e di far l’amore con mia madre in sogno
Quando sarò capace di amare
con la mia donna non avrò nemmeno
la prepotenza e la fragilità
di un uomo bambino
Quando sarò capace di amare
vorrò una donna che ci sia davvero
che non affolli la mia esistenza
ma non mi stia lontana neanche col pensieri
Vorrò una donna che se io accarezzo
una poltrona, un libro o una rosa
lei avrebbe voglia di essere solo
quella cosa
Quando sarò capace di amare
vorrò una donna che non cambi mai
ma dalle grandi alle piccole cose
tutto avrà un senso perché esiste lei
Potrò guardare dentro al suo cuore
e avvicinarmi al suo mistero
non come quando io ragiono
ma come quando respiro
Quando sarò capace di amare
farò l’amore come mi viene
senza la smania di dimostrare
senza chiedere mai se siamo stati bene.
E nel silenzio delle notti
con gli occhi stanchi e l’animo gioioso
percepire che anche il sonno è vita
e non riposo
Quando sarò capace d’amare
mi piacerebbe un amore
che non avesse alcun appuntamento
col dovere
un amore senza sensi di colpa
senza alcun rimorso
egoista e naturale come un fiume
che fa il suo corso
Senza cattive o buone azioni
senza altre strane deviazioni
che se anche il fiume le potesse avere
andrebbe sempre al mare.
Così vorrei amare
Ma ora ascoltiamola
Ed infine il video della sua mitica indimenticabile canzone…
LA LIBERTA’…
Sono e sarò sempre grato a Gaber per le emozioni che ci donava
« …pensavo è bello che dove finiscono le mie dita
debba in qualche modo incominciare una chitarra. » Fabrizio De André, Amico fragile
OMAGGIO A DE ANDRE’
POESIA, LIBERO PENSIERO E… MUSICA
Genova 18.2.1940 – Milano 11.1.1999
Fin dall’inizio De André si caratterizzò come un cantautore certo…
ma amante di un genere… sì musicale…
ma denso di contenuti poetici ed umani
nel solco di artisti internazionali
come Jacques Brel, Leonard Cohen, Bob Dylan etc.
I testi delle sue canzoni, nelle quali ha raccontato storie di emarginati,
ribelli, prostitute e persone spesso ai margini della società
sono ritenute delle vere e proprie… belle poesie
(tanto che alcuni di essi sono in alcune antologie scolastiche di letteratura).
Era conosciuto anche come Faber,
un soprannome datogli dall’amico d’infanzia Paolo Villaggio.
Il suo primo grande successo è La canzone di Marinella,
brano interpretato da Mina nel 1965 che divenne subito un best seller.
Durante tutta la sua attività musicale ha prodotto tredici album in studio,
più alcune canzoni inedite
pubblicate solo come singoli oppure in antologie. (wikipedia)
Ma il suo amore per la poesia e la cultura si è manifestato, tra l’altro,
anche con la traduzione (e la trasposizione in musica)
del famoso ed originale poema americano SPOON RIVER
ma anche di altre opere….
Non possiamo quindi non rendere anche noi… nel nostro piccolo…
un omaggio al grande De André, forse uno dei pochissimi, che ha saputo
coniugare la canzone con la letteratura e la musica con la… vera poesia.
Qui è con Dori Ghezzi
Ho scelto alcuni suoi pensieri ed il testo di Giugno ’73
solo come esempi… del suo stile e della sua poetica
oltre ad alcune note canzoni.
Io penso che un uomo senza utopia, senza sogno, senza ideali,
vale adire senza passioni e senza slanci
sarebbe un mostruoso animale fatto semplicemente di istinto e di raziocinio,
una specie di cinghiale laureato in matematica pura. Fabrizio De André
Il canto ha ancora oggi, in alcune etnie cosiddette primitive,
il compito fondamentale di liberare dalla sofferenza,
di alleviare il dolore, di esorcizzare il male. Fabrizio De André
Giugno ’73
GIUGNO 73
Faber
Tua madre ce l’ha molto con me
perché sono sposato e in più canto
però canto bene e non so se tua madre
sia altrettanto capace a vergognarsi di me.
La gazza che ti ho regalato
è morta, tua sorella ne ha pianto,
quel giorno non avevano fiori, peccato,
quel giorno vendevano gazze parlanti.
E speravo che avrebbe insegnato a tua madre
A dirmi “Ciao come stai “, insomma non proprio a cantare
per quello ci sono già io come sai.
I miei amici sono tutti educati con te
però vestono in modo un po’ strano
mi consigli di mandarli da un sarto e mi chiedi
“Sono loro stasera i migliori che abbiamo “.
E adesso ridi e ti versi un cucchiaio di mimosa
Nell’imbuto di un polsino slacciato.
I miei amici ti hanno dato la mano,
li accompagno, il loro viaggio porta un po’ più lontano.
E tu aspetta un amore più fidato
il tuo accendino sai io l’ho già regalato
e lo stesso quei due peli d’elefante
mi fermavano il sangue
li ho dati a un passante.
Poi il resto viene sempre da sé
i tuoi “Aiuto” saranno ancora salvati
io mi dico è stato meglio lasciarci
che non esserci mai incontrati.
Il pescatore
Certo è impossibile nel breve spazio di un post raccontare tutta la vita…
tutta la sua personalità (molto riservata) e tutte le sue canzoni
per cui concludo questo breve ricordo con il video di un’altra sua mitica canzone
Questa è una non notissima, ma bellissima, canzone
di un monumento della Canzone Italiana
il mitico “Mimmo Modugno” detto anche “Mister volare”.
Polignano a Mare 9.1.1928 – Lampedusa 6.8.1994
UNA BELLA… POETICA… MA DRAMMATICA
STORIA DI MARE… AMORE… E MORTE.
LU PISCI SPADA
STUPENDA CANZONE-POESIA DI MODUGNO
by Tony Kospan
.
.
Sembra che si tratti di una storia vera
raccontata da alcuni pescatori
e riportata su alcuni giornali
quando il Mimmo nazionale era un ragazzo.
Con essa Modugno ci parla del supremo sacrificio per amore.
Racconta infatti la drammatica storia d’amore tra due pesci spada;
la femmina ormai catturata durante la mattanza,
incita il maschio a fuggire,
ma lui si lascia catturare per morire insieme a lei.
Leggiamo prima il poetico testo in italiano.
IL PESCE SPADA
(D. Modugno)
Questa è la storia –
d’un pesce spada –
storia d’amore…
Dai dai è lì, I’ho visto, l’ho visto… –
prendi la fiocina, uccidilo uccidilo uccidilo ahh…
hanno colpito la tua femmina dritto dritto in mezzo al cuore
e piangeva di dolore ahi ahi ahi ahi ahi ahi ahi
e la barca la trascinava ed il sangue si spargeva
ed il maschio piangeva ahi ahi ahi ahi ahi ahi ahi
ed il maschio pareva impazzito
diceva: “bella mia non piangere, –
bella mia non piangere, –
dimmi piuttosto cosa devo fare…?”
Rispondeva la femmina –
con un filo e filo di voce:
“scappa scappa amore mio –
perché altrimenti ti uccidono…”
“Non no no no no amore mio –
se tu muori voglio morire assieme a te
se tu muori amore mio voglio morire…”
Con un salto si trovò abbracciato cuore a cuorevicino ad essa
e così ebbe fine l’amore –
di due pesci sfortunati… –
Dai dai è lì, l’ho visto l’ho visto –
c’è pure il maschio –
prendi la fiocina, uccidilo uccidilo uccidilo ahh…
Questa è la storia – d’un pesce spada –
storia d’amore.
Ed ora nel video possiamo legger, se ci va, anche il testo originale
oltre ad ascoltar la sublime interpretazione del grandissimo Mimmo.
Le sue originalissime performances come autore ed attore teatrale
fanno sì che è anche considerato l’inventore, con Sandro Luporini,
di questo particolare genere musical-teatrale.
(Milano 25.1.1939 – Montemagno di Camaiore 1.1. 2003)
A Giorgio Gaber è stato dedicato, quale grande artista milanese,
l’auditorium situato al piano terra del Grattacielo Pirelli.
Come ricordarlo al meglio se non con 2 sue mitiche canzoni?
La prima è una canzone-poesia con veri accenti d’originalità
in quel campo sempre più esplorato
ma sempre più misterioso che è l’amore.
La seconda è la fantastica e sempre attuale “Libertà“.
QUANDO SARO’ CAPACE DI AMARE
.
Giorgio Gaber
Quando sarò capace di amare
probabilmente non avrò bisogno
di assassinare in segreto mio padre
e di far l’amore con mia madre in sogno
Quando sarò capace di amare
con la mia donna non avrò nemmeno
la prepotenza e la fragilità
di un uomo bambino
Quando sarò capace di amare
vorrò una donna che ci sia davvero
che non affolli la mia esistenza
ma non mi stia lontana neanche col pensieri
Vorrò una donna che se io accarezzo
una poltrona, un libro o una rosa
lei avrebbe voglia di essere solo
quella cosa
Quando sarò capace di amare
vorrò una donna che non cambi mai
ma dalle grandi alle piccole cose
tutto avrà un senso perché esiste lei
Potrò guardare dentro al suo cuore
e avvicinarmi al suo mistero
non come quando io ragiono
ma come quando respiro
Quando sarò capace di amare
farò l’amore come mi viene
senza la smania di dimostrare
senza chiedere mai se siamo stati bene.
E nel silenzio delle notti
con gli occhi stanchi e l’animo gioioso
percepire che anche il sonno è vita
e non riposo
Quando sarò capace d’amare
mi piacerebbe un amore
che non avesse alcun appuntamento
col dovere
un amore senza sensi di colpa
senza alcun rimorso
egoista e naturale come un fiume
che fa il suo corso
Senza cattive o buone azioni
senza altre strane deviazioni
che se anche il fiume le potesse avere
andrebbe sempre al mare.
Così vorrei amare
Ma ora ascoltiamola
Ed infine il video della sua mitica indimenticabile canzone…
LA LIBERTA’…
Sono e sarò sempre grato a Gaber per le emozioni che ci donava