Claudio Abbado
è stato un grande esponente della storia musicale
italiana e mondiale del ‘900.
Aveva 80 anni quando ci ha lasciati qualche anno fa.
Milano 26.6.1933 – Bologna 20.1.2014
E’ stato un grandissimo direttore d’orchestra
ma anche direttore artistico di grandi istituzioni musicali
(Wiener Philharmoniker, Scala, London Symphony Orchestra etc.).
Si è distinto come grande innovatore
sia favorendo l’apertura all’amore per la musica classica
a tutte le categorie sociali
che impegnandosi nel valorizzare i giovani talenti.
Nella sua lunga carriera artistica
ha avuto grandi riconoscimenti e successi dappertutto.
Recentemente era stato nominato Senatore a vita
dal Presidente Napolitano
ma aveva rinunciato ad ogni compenso.
Come possiamo ricordarlo se non
con una sua famosa direzione musicale?
Ho scelto questo brano della Cenerentola di Rossini.
Claudio… grazie di tutto
e certamente, con la tua classe e con la tua umanità,
stai continuando a dirigere orchestre tra le stelle.
a guardar le operette alla TV e sa bene quindi cosa sono.
Ora però lo spiegherò a chi non può saperlo
e lo ricorderò invece a chi le ha conosciute.
L’operetta è una commedia, in parte recitata e in parte cantata,
che, per l’importanza delle parti musicali,
viene in genere considerata come una filiazione del teatro musicale
e, in particolare, dell’operà-comique francese
Quella che ora leggeremo e ricorderemo
è una tra le più classiche e più amate di sempre.
LA VEDOVA ALLEGRA
a cura di Tony Kospan
LA STORIA
La Vedova Allegradi Franz Lehár è da sempre considerata
il primo e più importante titolo della storia dell’operetta.
Il titolo originale dell’operetta in tre atti è “Die lustige Witwe“.
Fu fu musicata da Lehàr su libretto di Victor Léon e Leo Stein basato sulla trama della commedia “L’attaché d’ambassade” di Henri Meilhac.
Debuttò con immediato grande successo il 30 dicembre 1905 al Theater an der Wien di Vienna.
Ha attraversato tutto un secolo di cambiamenti profondi, eppure il suo successo non si è mai appannato ed è sicuramente destinato a rinnovarsi nel terzo millennio.
Basti pensare che quest’operetta è a tutt’oggi uno dei titoli più rappresentati nelle Stagioni Teatrali di tutto il mondo.
LA TRAMA
All’ambasciata del Pontevedro a Parigi, c’è grande fermento.
Sta arrivando la Signora Anna Glavari , giovane vedova del ricchissimo banchiere di corte.
L’ambasciatore, il Barone Zeta, ha ricevuto l’incarico di trovare un marito pontevedrino alla vedova e questo per conservare i milioni di dote della signora, in patria. Infatti se la signora Glavari passasse a seconde nozze con un francese, il suo capitale lascerebbe la Banca Nazionale Pontevedrina e per il Pontevedro sarebbe la rovina economica.
Njegus, cancelliere dell’ambasciata, é un po’ troppo pasticcione per una simile impresa ma c’é il conte Danilo che potrebbe andare benissimo. Njegus e Zeta tentano di convincerlo ma lui non ne vuole sapere. Tra Danilo e Anna c’era stata una storia d’amore finita male a causa della famiglia di Danilo. Da parte sua la vedova, pur amando Danilo, non lo vuole dimostrare e fa di tutto per farlo ingelosire. Frattanto si snoda un’altra storia d’amore che vede protagonisti Valencienne, giovane mogliettina di Zeta, e Camillo de Rossillon, un diplomatico francese che la corteggia con assiduità . I due si danno convegno in un chiosco. Li sta per sorprendere il barone Zeta quando Njegus riesce a fare uscire per tempo Valencienne ed a sostituirla con Anna.
La vedova sorpresa con Camillo! Tutti sono sconvolti, Danilo furioso abbandona la festa. Tutto ormai sembra compromesso ma Njegus, vero Deus ex-machina, riesce a sciogliere gli equivoci e a far confessare ad Anna e Danilo il loro reciproco amore. La patria é salva. D’ora in poi la signora Glavari non sarà più “La vedova allegra” ma la felice consorte del conte Danilo Danilowitch.
Stavolta l’accostamento tra musica classica e arte
è tra un grande pittore ed un grande musicista
della stessa epoca ed entrambi russi.
E del primo leggeremo anche un breve ricordo biografico e musicale.
Chagall (7.7.1887 – 28.3.1985)
e
Stravinskij (Lomonosov, 17 giugno 1882 – New York, 6 aprile 1971)
STRAVINSKIJ BREVE RICORDO
.
Igor’ Fëdorovič Stravinskij compositore russo, naturalizzato francese e poi statunitense, è stato uno dei più grandi del XX secolo.
La maggior parte delle sue opere, che spaziarono in tutti i generi musicali e che compose in quasi 70 anni di carriera, si muove nell’ambito del neoclassicismo.
La sua notorietà presso le masse musicofile la si deve però ai tre balletti “L’uccello di fuoco” (1910), “Petruška” (1911) e “La sagra della primavera” (1913), che rivoluzionarono questo genere musicale.
Fu anche un famoso ed applauditissimo pianista e direttore d’orchestra.
Chagall
Ma non è solo questo il collegamento tra loro 2
La musica ed il dipinto
(in realtà furono diversi gli studi ed i dipinti di Chagall per l’opera musicale)
hanno addirittura lo stesso titolo:
“Uccello di Fuoco”
Chagall
Sì…
ascolteremo dunque un bel brano dell’opera di Stravinskij
Rachmaninoff è considerato l’ultimo dei grandi compositori romantici.
Ma è stato anche pianista e direttore d’orchestra di fama mondiale.
Dopo la rivoluzione russa divenne cittadino americano ma ebbe sempre nostalgia per la madre patria.
Ha creato un linguaggio musicale nuovo ricco di espressività e di colorate tonalità.
Come pianista poi è stato un autentico “padrone” dello strumento da cui ricavava stupende melodie.
.
.
.
.
Magritte è stato invece un pittore belga considerato tra i più grandi artisti surrealisti del 20° secolo.
Leggiamo questo breve brano trovato tempo fa nel web che ci parla del suo inconsueto modo di dipingere.
– Magritte non amava dipingere.
Non mancano gli aneddoti e le testimonianze dirette che confermano il suo atteggiamento distaccato rispetto al “fare pittura“.
Ma ne sono buona testimonianza le opere stesse che rifiutano ogni “cedimento” pittorico, tese a sviluppare in immagine la fragranza dell’idea, unica protagonista dei suoi lavori.
Gli amanti
Il suo è un dipingere freddo, levigato, meticoloso ma senza palpiti di pennello, senza sorprese di tocchi, di gesti, d’inebrianti incidenti di percorso.
Tuttavia, e paradossalmente, la sua prassi si colloca nel cuore della pittura, vale a dire nella centralità dialettica dello sguardo, del vedere e in sintesi della visione.
Il problema della visione come territorio orgogliosamente presidiato dall’arte moderna e rivendicato in quanto specificità conoscitiva inalienabile e paritetica rispetto all’attività scientifica, fìlosofìca e tecnologica che sembrava esaurire ogni possibile funzione conoscitiva, aveva negli anni Venti attraversato circa un secolo di travagliate e però trionfanti esperienze.
(dal web)
.
Amo Magritte proprio per questo,
cioè non tanto per le sue capacità tecnico-artistiche,
quanto per l’idea… la fantasia incredibile…
oggi si direbbe “messaggio”
che egli ci trasmette in modo chiaro… anche se surreale.
.
.
Il collegamento arte-musica stavolta mi è stato facilitato
dall’aver trovato questo video che accosta anch’esso
una bella serie di dipinti di Magritte alla musica di Rachmaninoff.
Buon ascolto… e buona visione (o viceversa)
se vi fa piacere.
Ciao da Orso Tony
IL GRUPPO DI CHI AMA LA STORIA ED I RICORDI (NO POLITICA)
Il Prete Rosso, così era chiamato il mitico musicista per il colore dei capelli,
è stato uno dei più grandi violinisti ed un grande autore di musica barocca
negli anni a cavallo tra il ‘600 ed il ‘700.
Csók István – Risveglio di primavera
La produzione musicale del genio musicale veneziano
è stata ampia e varia
ed è ancor oggi amatissima ed ascoltatissima.
Notevole poi fu anche il suo contributo
nell’evoluzione della concertistica.
Venezia 4 marzo 1678 – Vienna 28 luglio 1741
Gli rendo omaggio accostando la sua mitica musica
dedicata alla Primavera,
il primo dei suoi quattro “Concerti delle stagioni“,
a diversi dipinti in tema.
Giuseppe Arcimboldo – La primavera
Leggeremo poi anche il sonetto che ispirò la musica di Vivaldi
ed ascolteremo in un bellissimo video… la sua Primavera.
Richard E Miller – Primavera – 1914
IL SONETTO
Iniziamo con leggere il sonetto, d’autore non noto,
che ispirò Vivaldi.
Van Gogh
LA PRIMAVERA
– SONETTO –
Giunt’è la Primavera e festosetti
La salutan gl’augei con lieto canto,
E i fonti allo spirar de’ zeffiretti
Con dolce mormorìo scorrono intanto;
Vengon coprendo l’aer di nero manto
E lampi, e tuoni ad annuntiarla eletti
Indi tacendo questi, gl’augelletti
Tornan di nuovo al lor canoro incanto:
E quindi sul fiorito ameno prato
Al caro mormorìo di fronde e piante
Dorme ‘l caprar col fido can’ a lato.
Di pastoral zampogna al suon festante
Danzan ninfe e pastor nel tetto amato
Di Primavera all’apparir brillante.
Daniel F. Gerhartz
BREVE ANALISI MUSICALE DEL CONCERTO
.
LA PRIMAVERA
è un concerto in Mi maggiore
per violino, archi e cembalo.
La musica descrive passo dopo passo
gli aspetti più importanti della Primavera:
come il canto degli uccelli ed il temporale
mentre nella danzante musica finale
il violino solista… rappresenta il pastore dormiente,
le viole… il latrato del fedele cane
e gli altri violini… evocano il fruscio delle foglie.
Botticelli
Ma è giunto il momento d’ascoltar la mitica musica…