Archivio per 29 marzo 2023
David Ligare
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Nel dolore si può rimanere soli,
ma per godere di una gioia
si deve avere qualcuno con cui condividerla.
– Mark Twain –
David Ligare
QUANDO TU MI HAI SCELTO
– Pedro Salinas –
Quando tu mi hai scelto
– fu l’amore che scelse –
sono emerso dal grande anonimato
di tutti, del nulla.
Sino allora
mai ero stato più alto
delle vette del mondo.
Non ero mai sceso più sotto
delle profondità
massime segnalate
sulle carte di mare.
E la mia allegria era
triste, come lo sono
quei piccoli orologi,
senza braccio cui cingersi,
senza carica, fermi.
Ma quando mi hai detto : “Tu”
– a me, sì, a me, fra tutti –
più in alto ormai di stelle
o coralli sono stato.
E la mia gioia
ha preso a girare, avvinta
al tuo essere, nel tuo pulsare.
Possesso di me tu mi davi,
dandoti a me.
Ho vissuto, vivo. Fino a quando?
So che tu tornerai
indietro. E quando te ne andrai
ritornerò a quel sordo
mondo, indistinto,
del grammo, della goccia,
nell’acqua, nel peso.
Sarò uno dei tanti
quando non ti avrò più.
E perderò il mio nome,
i miei anni, i miei tratti,
tutto perduto in me, di me.
Ritornato all’ossario immenso
di quelli che non sono morti
e non hanno più nulla
da morire nella vita.
David Ligare
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“Giovedì gnocchi, venerdì pesce, sabato trippa”,
così era il menù delle antiche osterie
ma ancor più noto e diffuso è il simpatico detto
“Ridi, ridi, che la mamma ha fatto gli gnocchi“.
GLI GNOCCHI – PIATTO DELLA FELICITA’
E SIMBOLO DELL’UNITA’ D’ITALIA A TAVOLA
Beh come avrete capito torno dopo un po’ a parlare di alimentazione ed in particolare di un piatto tradizionale e… nazionale… gli gnocchi.
Ebbene questo alimento oltre che un simbolo della felicità cosi come il detto su accennato ci fa intendere è anche un simbolo della grande diversità delle nostre cucine regionali.
Diversità nell’unità che è poi la nostra grande ricchezza (se liberata dai fanatismi particolaristici).
Ma andiamo con ordine.
Cosa sono gli gnocchi se non morbide e gustosissime palline che possono essere cucinate in tanti modi, tutti gustosissimi, e sono amatissimi dalle persone di ogni età?
Sono un piatto antico, popolare e nazionale essendo presente in tutte le regioni italiane.
Ma ogni regione ha la sua ricetta e le sue particolarità anzi sarebbe forse meglio dire ogni città, ogni paese.
E’ incredibile come un semplice impasto di acqua, farina e patate possa aver dato luogo a tante varietà gastronomiche.
Dunque possiamo dire che questo piatto così uguale all’origine ma che poi diviene così diverso, unisce tutta l’Italia.
Inoltre di recente sono anche nate versioni “firmate” dalle cd. star dei fornelli ovvero dagli chef titolati.
Quindi gli gnocchi nati come piatto povero (e bello) ora sono diventati un piatto di eccellenza amato anche dell’alta cucina.
Di recente poi in loro onore è nato il Sorrento Gnocchi Day ideato da dalle giornaliste Carmen Davolo e Daniela Marrapese.
Sorrento, come sappiamo, è una delle capitali dello gnocco per aver dato origine ai mitici “gnocchi alla sorrentina” (con ragù o pomodoro e mozzarella).
Lunga vita agli gnocchi quale che sia la vostra ricetta preferita.
Ciao da Tony Kospan
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Questa scultura assolutamente sorprendente,
si trova nel mitico quartiere parigino
un tempo il più affascinante ed artistico della città
diventato oggi,
ahimè, solo una meta obbligata per turisti.
Quest’opera è quasi nascosta e non la si trova con facilità
ma è molto bella così come la storia della sua creazione
che ha a che fare con il suo nome…
“Passe-muraille”
(Passamura o attraversamura).
IL PASSAMURA DI MONTMARTRE
(per il blog IL MONDO DI ORSOSOGNANTE)
Tony Kospan
LA STORIA DELLA SCULTURA
L’origine infatti è… letteraria!
Infatti IL PASSAMURA è una novella
dello scrittore Marcel Aymé
(abitante a Montmartre)
pubblicata nel 1943 che è, tra le sue opere,
forse quella più amata e meglio rimasta impressa nella memoria dei lettori
al punto che gli vollero dedicare questa statua.
LA TRAMA.. IN BREVE.. DELLA NOVELLA
CHE E’ ALL’ORIGINE DELLA SCULTURA
Il y avait à Montmartre, au troisième étage du 75bis de la rue d’Orchampt,
un excellent homme nommé Dutilleul
qui possédait le don singulier de passer
à travers les murs sans en être incommodé.
Un giorno Monsieur Dutilleul,
scopre di poter passare attraverso i muri,
ed inizialmente la cosa lo infastidisce e consulta il medico.
Poi però comprende le tante potenzialità di questa sua facoltà
ed allora prima si vendica del suo capoufficio antipatico
e si diverte a fargliene di tutti i colori,
poi però pian piano inizia ad esagerare facendo furti
che firma con lo pseudonimo di Garou-Garou
e si prende gioco della Polizia.
Un giorno però rimase incastrato nel muro di Rue Norvins.
La causa? L’amore per una bella ragazza.
La scultura, che descrive proprio questo momento,
è stata realizzata da Jean Marais nel 1989
ed è tra le più fotografate di Montmartre.
Anche la piazza antistante ha un riferimento
con la novella e con questa scultura…
infatti ora è chiamata “Marcel Aymé”
col nome cioè dell’autore della novella
che meriterebbe d’esser letta tutta
mentre siamo seduti di fronte alla scultura.
(Per inciso la novella fu scritta sotto l’occupazione tedesca e
vuol anche evidenziare, con uno sfogo criptico e simbolico, l’insofferenza
dei cittadini per gli assurdi ordini e regolamenti nazisti
che i parigini dovevano rispettare in continuazione)
Ciao da Tony Kospan
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In Giappone l’arrivo della primavera, e più precisamente il periodo che va dalla fine di marzo ai primi di aprile, coincide con l’antichissima usanza chiamata “HANAMI“.
LA FESTA DEI CILIEGI… RITO GIAPPONESE DELLA PRIMAVERA
Si tratta di una millenaria tradizione che vede milioni di cittadini andare fuori città ad ammirare lo spettacolo bellissimo e suggestivo della fioritura dei ciliegi (in giapponese “sakura”).
E’ un gigantesco rito che consiste nell’andare in parchi e giardini (in modo simile alla nostra Pasquetta) a fare pic-nic ed a bere insieme il “sake” (bevanda alcoolica tradizionale ottenuta dalla fermentazione del riso) .
La parola “HANAMI” è composta da “hana” cioè fiori e “mi” guardare.
Quindi, letteralmente, la parola “hanami” significa proprio “osservare i fiori”.
In verità il termine “fiori” che è certamente generico può ben essere sostituito da “fiori di ciliegio” dato che nella quasi totalità sono questi i fiori che vanno ad ammirare.
Questa tradizione millenaria è densa di antiche simbologie dato che i fiori di ciliegio rappresentano:
la bellezza, i cicli della vita e l’annuale ritorno della primavera.
Questo rito è ancor oggi molto amato e, nonostante l’attuale società ipertecnologica, sempre seguitissimo
(non so però quest’anno col virus in giro se e come la festa avrà luogo).
E’ comunque sorprendente questa festa perché spinge tante persone a sospendere i frenetici ritmi quotidiani giapponesi per andare ad ammirare insieme… la nascita dei fiori di ciliegio.
Tony Kospan

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Ancora una volta la genuina saggezza
e la profonda comunione con la natura degli Indiani d’America
si manifesta in questo canto,
donandoci ancora una volta
un lieto stupore e infinita ammirazione.
FRATELLI MIEI
Guardate, fratelli miei, la primavera è arrivata;
la terra ha ricevuto l’abbraccio del sole
e noi vedremo presto i risultati di questo amore!
Ogni seme si è svegliato.
E così anche tutta la vita animale.
E grazie a questo potere che noi esistiamo.
Noi perciò dobbiamo concedere ai nostri vicini,
anche ai nostri vicini animali,
il nostro stesso diritto di abitare questa terra.

da: “Il Grande Spirito parla al nostro cuore”
Ed. Red
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UN MODO DIVERSO DI VIVER LA POESIA E LA CULTURA
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Enzo Jannacci
famoso artista e medico (cardiologo)
ha lasciato un grande vuoto qualche anno fa,
oltre che nella sua famiglia e nell’ambiente medico,
anche in tutto il mondo dello spettacolo,
dato che era amatissimo
per le sue originalissime canzoni e non solo.
Vincenzo Jannacci detto Enzo (Milano 3 6 1935 – Milano, 29 3 2013)
BREVE BIOGRAFIA
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Di madre pugliese e padre lombardo era però milanesissimo.
Ha svolto con intensità e successo
la sua attività di cantante e cabarettista
nel corso degli ultimi 50 anni.
Ha inciso circa 30 album
ed è considerato, per la scelta del rock,
uno degli innovatori della musica italiana
insieme a Celentano, Tenco, Little Tony e Gaber.
Con quest’ultimo ci fu un sodalizio artistico durato moltissimi anni
e terminato solo con la morte di Gaber.
Entrambi erano gli appassionati cantori di una Milano a misura d’uomo,
dove ancora potevi trovar in giro poeti e personaggi caratteristici,
che allora stava scomparendo
per diventare una grande (ma quasi anonima) metropoli.
Era bravissimo nell’analizzare la realtà
con intelligente satira ed amore per il paradosso.
I suoi maggiori successi come cantante furono
“Vengo anch’io, no tu no”
che lo portò alla grande notorietà e
“Ci vuole orecchio“.
Ha lavorato molto anche nei teatri ed ha partecipato a diversi film
come attore o compositore ed a spettacoli televisivi.
Ricordiamolo e salutiamolo con la sua mitica canzone
“Vengo anch’io“
Ciao Enzo… il tuo ricordo rimane sempre vivo
nei nostri cuori.
Tony Kospan
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